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Autore: dirkfelpy89    16/11/2023    1 recensioni
Ninfadora Tonks, una giovane Auror che si divide tra l'Accademia, le prime missioni e una relazione che va avanti in maniera monotona da tempo.
Remus Lupin, ex Malandrino, una vita in fuga dalle ombre del passato.
Così diversi eppure così uniti.
Lacrime, sorrisi, missioni segrete e amore. La loro storia.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Prologo

 



La porta si aprì con uno schianto e la ragazza entrò ondeggiando lievemente. Si voltò, richiuse con malagrazia l'uscio, e poi avanzò, sempre oscillando pericolosamente, verso il letto.
Il monolocale dove Ninfadora Tonks viveva da quando aveva iniziato l'accademia era piccolo, comodo e soprattutto strutturato in modo che la ragazza potesse inciampare il meno possibile.
Finalmente riuscì ad arrivare alla sua salvezza, il comodo letto a due piazze che si era portata direttamente da casa, e, dopo essersi seduta, si tolse i tacchi alti, massaggiandosi le piante dei piedi nel tentativo di acquistare un po' di sensibilità alle estremità indolenzite.
Era stata una serata perfetta.
No, perfetta sarebbe stata un insulto, meravigliosa risultava molto più calzante!

I Mad Witches avevano spaccato e lei era riuscita a partecipare all'unica data della band in Inghilterra solo grazie a Damon e le sue conoscenze.
Il Billy's Lair pieno fino a scoppiare, la musica alta, lei che ballava con Jessica e Damon allo sfinimento, il whisky incendiario a basso prezzo che scorreva a fiumi…
A pensarci bene, persino meravigliosa non era una definizione adeguata!

Sì, Tonks si ritrovò a pensare, spogliandosi e mettendosi a letto, era decisamente brilla ed esaltata da quella serata.
Lasciò vagare lo sguardo per i pochi metri quadrati di quel monolocale. Era piccolo ma perfetto.
Un camino collegato alla Metropolvere, una cucina bisognosa di una bella ripulita, qualche mobile e una serie spaventosa di vestiti e cose fuori posto. A sua madre sarebbe venuta un colpo... ma ora lei non c'era a controllarla.
Osservando l'orologio, vide che si erano fatte le tre di mattina. Sorrise, per fortuna il giorno dopo non ci sarebbe stata l'Accademia. Forse avrebbe dato una bella sistemata.
Forse.

/ / / / / / /

Toc, toc, toc.

Ninfadora si svegliò di soprassalto, tirandosi su, a sedere, come una molla.
Erano le sei di mattina e un gufo stava picchiettando su l'unica finestra del monolocale.
“Ma che cavolo…” la ragazza si alzò e, inciampando su una sedia, si affrettò ad aprire la finestra e far entrare l'animale il quale, in maniera molto professionale, lasciò il messaggio sopra un tavolo per poi volare fuori.
Ninfadora chiuse i vetri e poi corse ad aprire la busta dall'area ufficiale.
Una missiva dal ministero alle sei del mattino, che cosa diavolo aveva combinato?

“Allieva Tonks,
La sua presenza è richiesta il prima possibile all'ufficio Auror presso il Ministero della Magia.
Con urgenza, Rufus Scrimgeour.”

Fine, non c'era scritto nient'altro, nulla che potesse spiegare quella convocazione così inaspettata e urgente.
Tonks cercò, per quanto possibile, di ricordare se avesse mai combinato qualche disastro così grave da spiegare quella convocazione ma era inutile. Non connetteva ancora.
Non berrò mai più, pensò.
In maniera quasi automatica, la ragazza si osservò allo specchio: aveva tutti i capelli in disordine, era riuscita a dormire solo tre ore, gli occhi pesti e la bocca che sapeva ancora di whisky.
Non il massimo per un'udienza, nella quale non sapeva che cosa si sarebbe discusso, con il suo futuro capo.

Non poteva comunque attardarsi troppo, quella lettera gridava "muovi il culo!" perciò si affrettò a farsi una rapida doccia, e dopo aver bevuto un sorso di pozione anti-sbornia e indossata, un po' storta, la divisa da allieva Auror, prese un pugnetto di Polvere Volante ed entrò nel camino.
“Casa di Damon!” Disse, il più chiaramente possibile, gettando la Polvere.
Sparì con uno schiocco.

Riapparve sdrucciolando fuori dal camino dell'amico.
Cercando di fare meno rumore possibile, anche se sapeva che Damon possedeva un sonno molto pesante, si rialzò da terra.
Odiava essere così invadente ma l'amico lavorava già al Ministero, la sua famiglia era una di quelle che contava, e il camino di casa sua era già collegato con il Ministero, la via più veloce per Ninfadora se non voleva materializzarsi a Londra, entrare in quello sciocco bagno pubblico e scomparire in un gabinetto.
Spolveratasi la divisa, la ragazza tese le orecchie. Silenzio, il ragazzo doveva essere crollato. Sollevata, Dora prese un'altra manciata di Polvere che gettò nel camino, questa volta la destinazione era l'atrio del Ministero della Magia.

/ / / / / / /

Il silenzio del Ministero fu un toccasana per la giovane allieva Auror.
Tra il fatto che aveva dormito solo tre ore, la pozione anti-sbornia che ancora non aveva fatto effetto, due viaggi tra camini e l'ansia di sapere perché diavolo Scrimgeour le volesse parlare alle sei di mattina, un forte mal di testa stava per nascere e attaccare le tempie di Ninfadora.

Mentre avanzava all'interno dell'atrio, con il solo rumore dei passi dei suoi anfibi a farle compagnia, la ragazza non poté non notare come quel posto assumesse un'aria totalmente diversa senza una folla di maghi e streghe che parlavano, spingevano e rumoreggiavano costantemente.
Appariva quasi piacevole persino l'ascensore dalle grate d'oro che la portò velocemente alla propria destinazione.

Arrivata vicina alla porta del dipartimento Auror, le cose cambiarono totalmente.
Aprendola, poté notare una piccola folla di maghi e streghe correre avanti e indietro per i corridoi e i cubicoli, decine di promemoria volare a poche centimetri di altezza dalle loro teste.
Cosa diavolo era successo?
“Tonks, ti vuole Rufus,” esclamò Proudfoot, avanzando con un mucchio di fogli di pergamena tra le braccia.
“Ma cosa…”
“Ti spiegherà tutto lui,” borbottò l’altro, sparendo dietro il suo cubicolo.

Nelle poche occasioni nelle quali Dora aveva avuto occasione di incontrare di persona Rufus Scrimgeour la sua impressione era stata semplice: un gran rompiballe. Niente a che vedere con Moody…
Cercando di attrarre meno attenzione possibile, la ragazza si avvicinò all’ufficio privato di Scrimgeour. Si bloccò, però, a poca distanza dalla porta a vetri chiusa perché, a quanto pareva, quella stanza era già occupata.
“Non è possibile, Ministro, glielo ripeto!”
“E io ripeto che voglio che sia fatta chiarezza!”
“Sei Tonks, giusto?”

L’allieva per poco non saltò dallo spavento. Si voltò e vide un Auror che conosceva di vista: alto, ben piazzato ma con la voce calma e rassicurante. Kingsley.
“Sì, io, mi scusi ma Scrimgeour mi ha…” balbettò, cercando di non arrossire come una scolaretta beccata a origliare. Ma l’altro sorrise.
“Sì, lo so. Non appena il nostro Ministro avrà finito di… dialogare con Rufus, ti spiegheremo tutto.”
Ninfadora fece fatica a non sorridere a quelle parole. Si sentiva in parte sollevata, a quanto pareva non l’avrebbero cacciata. Ma che cosa diavolo era successo, perché quella fiumana di Auror a un’ora così proibitiva?

Fortunatamente il… dialogo tra Capo Dipartimento Auror e Ministro durò poco, dopo qualche minuto un Cornelius Caramell decisamente rosso in volto uscì dalla stanza mentre Scrimgeour, pallido e malaticcio, invitò, con un cenno della mano, Kingsley e Ninfadora a entrare.
Era la prima volta che la ragazza metteva il piede nell’ufficio del suo capo. Avrebbe potuto descriverlo come terribilmente spartano, pochi fronzoli e foto personali. Non si aspettava niente di diverso.
Rufus si sedette sbuffando e allentandosi il nodo della cravatta nera. Kingsley prese posto davanti alla scrivania e, con un cenno della mano, invitò l’altra a fare lo stesso.

“Allora, Shacklebolt, a che punto siamo?” Scrimgeour chiese, asciugandosi la fronte con un fazzolettino. L’Auror, con un colpo di bacchetta, fece apparire dal nulla un grosso fascicolo che porse al Capo Dipartimento.
“Abbiamo già messo in moto tutti gli Auror in permesso temporaneo, organizzato squadre da tre per inviarle in ogni angolo del paese. Stiamo parlando con il Dipartimento dei Trasporti Magici per aumentare la sorveglianza sulle Passaporte illegali e sulla Metropolvere,” Kingsley snocciolò.
“Bene, bene. Ora,” e gli occhietti di Scrimgeour si posero su quelli di Ninfadora, “ti starai chiedendo il perché di questa convocazione.”
La ragazza si riscosse, e annuì. “Sì, signore.”
“Bene, bene,” l’uomo borbottò, alzandosi in piedi. Da vicino le borse sotto gli occhi erano ancor più evidenti.

“Sirius Black è evaso, questa notte, da Azkaban.”
Quella rivelazione, nuda e cruda, senza preamboli a prepararla, gelò il sangue dell’allieva Auror, quelle parole così difficili da comprendere.
Sirius Black. Il cugino di sua madre che, da bambina, veniva a farle visita e la portava su in cielo con quella strana moto Babbana volante.
È evaso. Aveva tradito il suo migliore amico, James Potter. Se lo ricordava, sempre in compagnia di Sirius. Uniti, inseparabili. O forse no.
Questa notte. Mentre lei pensava a divertirsi, Sirius era alla macchia e chissà quale piano aveva in mente.
Da Azkaban. La prigione dei maghi con i Dissennatori e altre schifezze. No, non era possibile.

“Ma… come…”
“É quello che ci stiamo chiedendo,” rispose Kinglsey.
"Shacklebolt è stato messo a capo della ricerca e cattura di Sirius Black, tutti gli Auror sono stati richiamati, anche gli insegnanti di Accademia, le lezioni sospese,” aggiunse Scrimgeour.
“Sì… ma, perdonatemi, non credo che mi abbiate convocata qui solo per annunciarmi la sospensione delle lezioni,” la ragazza borbottò.
Kingsley ridacchiò mentre il Comandante Auror strinse le sopracciglia in un cipiglio che assomigliava terribilmente a sua madre.
“Non è il caso di fare dell’ironia. Sua madre è Andromeda Black, giusto?”

Quella domanda colse Ninfadora di sorpresa.
“Sì… ma lei cosa c’entra?”
“Sappiamo che Black aveva un buon rapporto con lei, l’unica parente con la quale lui fosse in contatto,” spiegò Shacklebolt.
“Ma non crederete mica che…”
“No, in questo momento però sarebbe vitale scoprire il più possibile su Black. I posti che frequentava da ragazzo, i luoghi e le persone a lui più cari,” il collega spiegò, sorridendo. “Avere più informazioni possibili, in questa fase delle investigazioni, può rivelarsi fondamentale.”
Ninfadora rimase in silenzio, soppesando quelle parole.
Pensare a sua madre invischiata nelle indagini degli Auror le appariva surreale, d’altra parte l’Auror aveva ragione, Andromeda forse era l’unica persona rimasta in vita a conoscere il cugino meglio di tanti altri. E in quelle fasi iniziali, più informazioni avevano, meglio era.
“Proverò a parlarle…”
“Ce la porti con le buone, prima di essere costretti a convocarla ufficialmente,” esclamò il Capo Dipartimento. “E ora fuori di qui!”

“Non ti preoccupare, tua madre dovrà parlare solo con me e le farò solo qualche domanda,” Kingsley le sussurrò, non appena uscirono dall’ufficio. “E di solito Rufus è più… beh, per qualsiasi cosa, mandami un gufo.”
Ninfadora vacillò di fronte a quella mole di informazioni ma, sforzandosi, tentò di annuire.
“Non ti preoccupare, lo prenderemo,” affermò Kingsley, dandole una piccola pacca sulle spalle prima di sparire nel dedalo di cubicoli.

No, il problema non era solo la fuga di Black, la ragazza si ritrovò a pensare, strascicando i piedi verso l’uscita. Avrebbe costretto la madre a riaprire una vecchia ferita, una cicatrice che comunque, se stuzzicata, minacciava ancora di sanguinare.
E non poteva affrontare tutto quello con solo tre ore di sonno.

/ / / / / / /

Ricaricate le pile dopo il Writober torno con questo progettino abbastanza ambizioso che, se vorrete seguirmi, ci porterà lungo la travagliata storia di Tonks e Lupin.
Storia che era in progetto da questa estate ma che con il Writober, e l’occasione di scrivere un paio di capitoli su questi due, ha infine visto la luce.
Spero vi possa piacere, fatemelo sapere!

  
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