Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Shinalia    16/09/2009    2 recensioni
VII classificata al contest: ~ Dal Film alla Storia (indetto da: DarkRose86)
Dedicata a Simo87 e a The Duck che hanno sopportato il mio sclerare mentre scrivevo questa storia!!!! ♥
Estratto capitolo:
“Credi abbia funzionato?” domandò titubante, dischiudendo anche lui gli occhi.
“Si sì… ho avvertito una strana sensazione di calore .. ma ..” mi voltai verso la nonna che ci osservava con un’espressione compiaciuta “è riuscito? C’è un modo per scoprirlo prima di ritrovarci una palla di pelo imbestialita per casa?” ironizzai per sciogliere la tensione.
Lei annuì mesta indicando le nostre mani “è apparso il simbolo” ci annunciò.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve, eccomi con il terzo capitolo! Oggi sono stati postati risultati del contest per il quale ho scritto la storia: VII classificata! ♥ *me veramente felicissima* (soprattutto per il giudizio. Mi aspettavo fossi andata malissimo)!! bhe non mi dilungo oltre e vi posto il nuovo capitolo! Grazie mille per i commenti!!
Betato by Whateverhappened

Risposta recensioni a fine pagina♥

III

*

*


Quella mattina mi alzai svogliatamente, non psicologicamente pronta a sorbirmi un’intera lezione su Aristotele, ma con mio sommo rammarico non potei fare altrimenti.

Maledetti esami, se continuo così alla laurea ci arrivo con tutte le sinapsi bruciate e l’ultimo neurone che balla il limbo nel mio cervello vuoto.

In cucina trovai la nonna intenta a preparare la colazione, che si premurò di comunicarmi la momentanea assenza di Lucas. A quanto pareva era uscito all’alba, indaffarato con alcune commissioni, assicurando che mi avrebbe raggiunta direttamente all’università. Stupita e leggermente infastidita dalla sua assenza, non chiesi ulteriori informazione recuperate le mie cose mi avviai verso l’università, per non rischiare di arrivare a lezione inoltrata.

Ieri non mi ha detto nulla … chissà dove è andato questa mattina!

Camminai a passo più svelto del solito, con la speranza di trovarlo fuori dall'aula ad aspettarmi.

Ma che diamine mi prende?Devo essere totalmente impazzita …

“Lilian” mi sentii chiamare e mi voltai di scatto, ridestandomi dai miei strampalati pensieri.

Ma da quando mi importa della vita di Lucas? Dovrei essere felice di poter avere finalmente un po’ di privacy!

“Daniel” salutai lasciandomi scappare un sospiro sommesso. Lo osservai sottecchi notando quanto quella camicia bianca, che aveva indosso, lo rendesse ancora più bello.

Questo ragazzo è la mia maledizione!

Restammo in silenzio per qualche istante, nel quale percepii il suo sguardo insistente su di me “Tutto bene? Ci sono novità?” domandò esitante.

Il suo tono era strano e ciò mi incuriosii non poco “Si sì… tu che hai? Sembri strano.”

Scrollò le spalle con fare indifferente “Nulla di importante, sono solo felice di averti incontrata - esitò fissandomi leggermente alterato - e vorrei sapere come va con Lucas. Non siete più usciti con noi e non ne comprendo il motivo, l’altra sera ci siamo divertiti!”

Annuii mesta “è stata una bella serata, ma come ti ho detto io sono molto impegnata! E questa non mi sembra una gran novità” replicai. In fin dei conti non era nemmeno una bugia, in quel periodo non avevo quasi il tempo per respirare e il pensiero che un gruppo di pazzi volesse uccidermi non mi facilitava le cose.

Arcuò un sopracciglio rivolgendomi un’occhiata decisamente scettica che contraccambiai.

“E lui?” chiese.

Stavo per ribattere, anche in modo abbastanza acido, quando avvertii un braccio posarsi sulle mie spalle e incuriosita mi voltai, notando la presenza di Lucas con un sorriso sornione stampato in volto.

Lo fissai incuriosita, cercando di comprendere il motivo di quel gesto insolito, ma non proferii parola perché il mio amico fu più lesto di me.

“Ehi, Daniel” salutò allegramente il fuggiasco, seppure il suo sorriso non paresse affatto sincero.

“Luke, stavamo parlando proprio di te” bofonchiò irritato.”credo sia meglio che vada, ho una lezione tra un’ora”

Si allontanò senza aggiungere altro e salutandoci con un semplice gesto della mano.

Stamattina deve essere sceso dal letto con il piede sbagliato… ma cos’è ? oggi c’è una riunione di matti?

Mi voltai verso Lucas fulminandolo con lo sguardo.

“Potrei sapere per quale motivo mi hai abbracciata?” sibilai seriamente sdegnata.

“Io ti abbraccio sempre” ribatté mesto, scostando il braccio dalla mia spalla, probabilmente con il timore che decidessi di staccarglielo a morsi.

Corrugai la fronte scettica “A me non risulta “ bofonchiai riprendendo a camminare con passo pesante per scaricare il nervosismo. Peccato che la mia irritazione non fosse realmente relativa al braccio sulla mia spalla, quanto alla sua fuga della mattina, della quale ancora non aveva addotto alcuna motivazione.

Sbuffò “Quando avevi cinque anni, ogni qual volta ruzzolavi a terra, richiedevi sempre le mie attenzioni” sentenziò serio.

Portai una mano sul viso massaggiandomi le tempie, nel vano tentativo di placare la furia omicida che si stava impossessando del mio corpo. Mi fermai nuovamente, fissandolo esasperata “Abbiamo per caso cinque anni?” chiesi trattenendomi dall’urlare.

Finse di pensarci facendo il suo sguardo su di me.

“Decisamente no” rispose malizioso, sorridendo beffardo. Quanto avrei desiderato cancellare quel sorrisetto dal suo bel faccino, magari a suon di schiaffi!

Sbuffai sommessamente alzando gli occhi al cielo, recuperando pian piano la calma.

“Sul serio, non capisco cosa ti sia preso, per non parlare di quell’altro che stamattina aveva la luna di traverso!”

“Credevo volessi farlo ingelosire …” borbottò contrariato “pensavo di aiutarti, ma come al solito devi sempre contestare ogni mio gesto … tutto ciò è seccante!”

Ingelosire???

“Non abbiamo due anni, non intendo cercare di conquistarlo ricorrendo a tattiche tanto insulse” sbottai nervosamente. Notai il suo sguardo leggermente abbattuto che fece nascere in me un leggero senso di colpa.

Diamine … perché con lui devo essere sempre e costantemente acida?

Presi un bel respiro e riportando i miei occhi nei suoi “ ma ti ringrazio per aver pensato di aiutarmi” conclusi addolcendo il tono. In fondo questa volta le sue intenzioni erano buone, infantili come sempre, ma buone.

“Intanto ha funzionato” ribatté e mi parve di notare nel suo tono una punta di … gelosia?

Ma no, che assurdità!Stamattina devo aver bevuto del latte inacidito … Sono più strana del solito! Oramai ho anche le visioni … peggio di così! Forse sarà lo stress … oppure sono sulla via di un colossale esaurimento nervoso.

“Lilian? Ti sei incantata?” ghignò Luke al mio fianco.

“Non dire sciocchezze” ribattei stizzita “oltretutto anche se Daniel fosse realmente geloso, non potrei concedermi una storia in questo periodo, considerando che una setta di psicotici ha intenzione di regalarmi un biglietto omaggio di sola andata per l’altro mondo” spiegai ironica.

Un ringhio soffocato proruppe dal suo petto.“Non ti toccheranno” sibilò infuriato, mentre il suo volto assumeva una maschera di cattiveria.

Deglutii rumorosamente, in quelle occasione Luke era stranamente in grado di incutermi timore.

“Ciò non toglie che non lo metterei in pericolo per il mio egoismo” replicai rivolgendo il mio sguardo altrove, cercando di controllare il tremolio nella mia voce.

Parve comprendere di avermi spaventata e tentò di riacquisire una certa calma “Ma in questo modo resteresti da sola per il resto della tua vita”.

Annuii. “ Ma con me ci sei tu!” esclamai spintonandolo giocosamente “Visto che ti sei imposto come mia balia sarai anche la mia compagnia in questa vita di solitudine” bofonchiai mentre le immagini di noi due anziani che litigavamo per il telecomando invadevano nuovamente la mia mente.

Credo che riusciremmo a scannarci anche con il bastone e l’anca rotta!

Sospirò sommessamente. “Già … ci sono io” borbottò prima di chiudersi nel totale mutismo. Non proferì parola per il resto della giornata, assorto in chissà quali pensieri.

Non compresi il motivo del suo cambiamento, ma notando il suo umore tetro decisi di far finta di nulla, se avesse desiderato parlarmi lo avrebbe fatto. Eppure vederlo tanto abbattuto non mi piacque. Ero sempre stata abituata a quel sorriso sornione costantemente disegnato sulle sue labbra e, per quanto sapesse essere fastidioso, aveva un certo fascino. In fin dei conti litigare con lui aveva i suoi lati positivi, punzecchiarci era divertente …

Mi distraeva e riusciva ad allontanare i cattivi pensieri.

Quella sera tornammo a casa molto tardi e senza salutarmi raggiunse la sua camera, rifiutandosi addirittura di cenare, lasciandomi sola con i dubbi che mi tormentarono per tutta la notte. Vagliai le possibilità che potevano averlo indotto a quello strano comportamento, ma senza trovare alcuna spiegazione plausibile e tra un pensiero ed un altro mi abbandonai tra le braccia di Morfeo.

La mattina seguente parve essere ritornato il solito Luke, con mia somma gioia; non disse nulla a proposito del suo insolito comportamento, riprendendo a stuzzicarmi senza sosta. Avrei voluto porgli tante domande, ma alla fine non ne ebbi il coraggio e preferii godermi la sua consueta spensieratezza, senza rischiare di turbarlo nuovamente.

“Dovrò allontanarmi per qualche giorno!” mi comunicò mentre mi aiutava a sparecchiare la tavola.

Arcuai un sopracciglio osservandolo perplessa. “Come mai?” chiesi titubante. L’idea che si allontanasse mi metteva ansia e non ne comprendevo il motivo.

“La luna piena” esclamò come se fosse ovvio, rivolgendomi un’occhiata colma di sufficienza.

“Oh …” Talvolta dimenticavo la sua natura, doveva essere difficile vivere in quel modo, dover fuggire in quelle notti allontanandosi dalla civiltà per celare la sua natura. Eppure …

Corrugai la fronte e lo fissai intensamente cercando di riportare alla mente un’antica leggenda che mi pareva essere legata al patto dei nostri avi. Lui rispose al mio sguardo perplesso.

“Che hai?” domandò esitante corrugando la fronte.

“Ti dispiacerebbe elencarmi i termini del patto?” domandai mordendomi nervosamente le labbra. Ero sicura di aver rimosso dalla mia mente qualche dettaglio importante.

Lo vidi irrigidirsi per qualche istante “Lo sapevo che era necessaria una bella ricapitolata delle nostre leggende … sei una frana” mormorò depositando le stoviglie nel lavello e recuperando la spugnetta.

“Illuminami allora!” sbottai contrariata, possibile che ogni motivo fosse valido per insultarmi?

Adesso gliela faccio ingoiare quella spugnetta …

Sbuffò e si gettò di peso sulla sedia, abbandonando piatti e sapone.

“ Sai perché noi licantropi vi abbiamo offerto protezione?”

Scrollai la testa in senso di diniego e lui in risposta alzò gli occhi al cielo.

“Quando quella Setta prese il controllo iniziò a perseguitare voi streghe gettandovi sul rogo. Vi ritenevano pericolose, emissari del demonio da sterminare e loro da “eletti” avevano tale compito e si premuravano di svolgerlo celermente e senza curarsi del fatto che stessero sterminando povere donne e bambine. - mormorò con evidente sdegno - ebbero via libera fino a quando una vostra antenata …”

“Kira” pronunciai il suo nome con reverenza, mia madre da bambina mi aveva narrato su di lei numerose storie. Era una strega estremamente potente, colei che ci salvò dal totale sterminio.

Annuì “lei raggiunse una delle tribù di licantropi, invocando il nostro aiuto e la nostra protezione, proponendoci uno scambio. Noi licantropi avevamo sempre avuto non pochi problemi a mantenere il controllo durante le notti di luna piena e questo, in molti casi, ci impediva di vivere una vita normale, ma soprattutto di stare troppo a contatto con gli umani senza svelare loro il nostro segreto. Le nostre continue sparizioni insinuavano il sospetto e questo ci obbligava ad una vita lontana dalla civiltà!”

Annuii nuovamente facendogli cenno di continuare.

“In cambio del nostro aiuto promise con un incantesimo di legare ad ognuno di noi una strega, colei a cui avremmo dovuto donare protezione e tale strega avrebbe avuto il potere di relegare il mostro nelle profondità del nostro corpo, bloccando il suo risveglio nei giorni di luna piena.”

Sussultai “Come?” possibile che non fossi a conoscenza di questo dettaglio?

Cribbio, dovrei proprio fare una bella ripassata delle mie origini …

“ É un incantesimo che si tramanda di generazione in generazione! Quindi immagino sia scritto nel libro della tua famiglia” esclamò pensieroso.

Annuii mesta, ma un dubbio sorse: “Ma ciò non diminuisce la vostra forza?”

Sbuffò annoiato. “No, anzi ci dà il potere di proteggervi meglio, infatti la strega può sbloccare il mostro al momento opportuno. Quindi in caso di pericolo, anche se la luna piena è assente, possiamo trasformarci” affermò saccente.

Finalmente tutto mi era più chiaro, non avevo mai realmente compreso il motivo del legame tra noi streghe e i nostri protettori. Da piccola mia madre si era premurata di narrarmi i segreti della nostra discendenza, ma non appena avevo compreso la reale portata del pericolo avevo deciso di non voler far parte di quel mondo che, sebbene da bambina avessi trovato meraviglioso ed esaltante, durante l’adolescenza era divenuto il mio cruccio maggiore. Ero diversa e con un segreto da mantenere, non il massimo per una ragazzina che desidera integrarsi.

“Perché non me ne hai parlato prima?” bofonchiai indispettita. Se non avessi posto quella domanda non avrei mai saputo di avere una possibilità di non farlo partire.

Scrollò le spalle.“Tu hai rinunciato alla magia e non intendo costringerti a far nulla” disse con tono indifferente.

Sbuffai. “Considerando che ti sei trasferito da me contro il mio consenso, che mi segui ovunque sempre senza il mio consenso … credo che un po’ di magia, che oltretutto potrebbe salvare la vita ad entrambi, non sarebbe una grande tragedia!” conclusi alzando gli occhi al cielo per enfatizzare l’ inappropriatezza delle sue supposizioni .

“Vuoi che me ne vada?” sbottò acidamente colpendo il tavolo con un pugno.

Sobbalzai, fissandolo sorpresa per il repentino cambio d’umore.“Sei diventato particolarmente lunatico nell’ultimo periodo” lo ammonii titubante, avvertivo in lui una certa agitazione che non sapevo spiegarmi. Per quanto fosse nostra abitudine stuzzicarci, non c’era mai una reale rabbia, almeno da parte sua.

Si alzò di scatto urlandomi contro inviperito. “Se tu non sottolineassi sempre il fastidio che ti procura la mia presenza forse riuscirei ad essere più cordiale. Invece non passa minuto senza che tu non lo ribadisca … ed è frustrante doversi sentire costantemente indesiderato!”

Aprii la bocca più volte nel vano tentativo di proferir parola, ma ero talmente sconvolta da non riuscire a formulare nulla di coerente. Mi limitavo ad osservarlo inebetita.

Si passò la mano tra i capelli e con un semplice cenno della mano si allontanò lasciandomi imbambolata a fissare la porta dalla quale era uscito. Era diventata un’abitudine per caso? Non mi piaceva che mi trattasse in quel modo, stavamo scherzando e non aveva alcun diritto di urlarmi contro bruscamente. Sentii un moto di rabbia pervadermi e impulsivamente mi alzai dalla sedia facendola cadere, dirigendomi nella sua stanza spalancando bruscamente la porta senza curarmi di bussare.

Lo vidi seduto sul letto con la testa tra le mani.

“Ascoltami bene, Lucas Damian Muñoz” odiava essere chiamato con il suo nome intero “non so cosa ti passi per quella testolina bacata che ti ritrovi, ma non ti permetto di trattarmi in questo modo! Se ti ho chiesto quelle informazioni era solo per poterti aiutare e, sebbene la tua presenza talvolta mi irriti non poco per il tuo comportamento sfacciato e menefreghista, non significa che io voglio che tu vada via!” presi fiato ed espirai sonoramente nel vano tentativo di placarmi “ Sei qui per proteggermi e forse non ti mostro la mia gratitudine, ma io ti voglio davvero bene, per me sei come un fratello!” conclusi addolcendo il mio sguardo.

Alzò il volto osservandomi intensamente, i suoi occhi colmi di tristezza mi lasciarono senza fiato, soprattutto per la consapevolezza di esserne io la causa. Senza pensarci mi avvicinai al letto e lo abbracciai come per consolarlo, gesto insolito da parte mia, soprattutto considerando il mio orgoglio e il modo in cui mi aveva trattata qualche minuto prima, ma in quel momento non me ne curai. Non volevo stesse male …

“Mi dispiace” sussurrò flebilmente attirandomi a sé in un abbraccio più stretto, al quale non mi sottrassi. Quella notte dormii nella sua stanza, accarezzandolo dolcemente per tranquillizzarlo. Era palese che soffrisse, ma per qualche oscuro motivo aveva deciso di non rivelarmene la causa. Non gli porsi ulteriori domande e mi limitai a dargli consolazione, sperando che questo in qualche modo bastasse.

Cosa è successo al mio amico costantemente allegro e spensierato!?

Mi addormentai ancora stretta nel suo abbraccio, incurante di ciò che avrebbe potuto pensare la nonna. Lì in quel cantuccio mi sentivo stranamente al sicuro e quella notte nessun incubo venne a disturbare i miei sogni. Purtroppo però non dormendo nella mia stanza non avevo puntato la sveglia e con mio grande disappunto, la mattina seguente, notai di essere in ritardo per la terza lezione di quella giornata. Sbuffai sommessamente divincolandomi dall’abbraccio di Lucas che dormiva ancora beato. Sorrisi divertita nel notare la sua espressione da cucciolo, sembrava davvero sereno, doveva essere immerso in qualche sogno bellissimo. Mi alzai senza far rumore, coprendolo con la coperta che era malamente caduta fuori dal letto ed uscii dalla stanza, rammentando la discussione del giorno precedente. Per quanto mi fossi ripromessa che non avrei mai più fatto uso della magia, non potevo non donare a Lucas una minima possibilità di salvarci entrambi. Sapevo che sarebbe rimasto sempre e comunque al mio fianco … e questo mi spaventava non poco.

Non voglio diventi vittima della mia maledizione … se gli accadesse qualcosa non potei mai perdonarmelo.

Con la mente rivolta a pensieri tutt’altro che allegri, mi recai nella stanza di mia nonna bussando piano alla porta per attirare la sua attenzione.

“Avanti” la sua vocina arzilla mi ridestò.

Presi un lungo respiro ed entrai nella camera. “Nonna, dovrei chiederti un favore” esordii puntando gli occhi sulla sua figura.

La vidi intenta a leggere, seduta sulla sua sedia a dondolo nell’angolo della camera. Da bambina la mamma ne aveva una identica, un regalo della nonna per ricordarle la sua casa, e io adoravo starvi seduta. Quel dondolio ipnotico mi rilassava ed era sempre un’ardua impresa farmi alzare da lì.

Quanto mi mancano quei tempi!

“Lilian, tesoro, tutto bene?” domandò notando il mio mutismo e probabilmente anche i miei vestiti stropicciati. Non essendo tornata in camera, avevo dormito con gli abiti che avevo la sera precedente.

Diamine, potevo cambiarmi prima di venire a parlare con nonna. Sia maledetta la mia impazienza.

Scrollai la testa. “Si sì … potrei avere per un po’ il libro … bhe beh…” iniziai a balbettare indecisa su come spiegarle il mio repentino cambiamento di intenti.

Mia nonna strabuzzò gli occhi. “Quel libro?” chiese senza riuscire a celare la sua immensa sorpresa.

Annuii calando il capo per non mostrarle il rossore sulle mie gote. Avevo giurato più volte, impuntando i piedi, che non avrei più praticato alcun tipo di magia nemmeno sotto tortura ed ora, invece, ero io stessa a chiederle di riconsegnarmi il libro, che custodivamo da generazioni.

Non si fece ripetere quella richiesta, si alzò velocemente avviandosi verso l’armadio per recuperare quel cimelio di famiglia. Aveva sofferto molto quando le avevo comunicato la mia decisione, secondo lei non stavo solo rinnegando la mia natura ma anche le mie origini, di cui lei era sempre stata fiera ed orgogliosa. Immaginai attendesse questo momento da quel giorno e ciò me lo dimostrò il suo sorriso felice, che non potei fare a meno di contraccambiare.

“Non ti chiederò nulla, so che quando lo riterrai opportuno me ne parlerai” affermò tranquillamente prima di riporre il libro nelle mie mani “Ora credo sia il caso vada a preparare la colazione … anzi il pranzo” si corresse notando l’ora e rivolgendomi un’occhiata curiosa che finsi di non cogliere. Non era decisamente da me dormire fino a quell’ora, ma soprattutto saltare una giornata di università e corsi.

Stanotte devo aver preso qualche bella botta in testa.

Ghignai e tranquillamente mi avviai verso la mia stanza con l’intento di dedicarmi all’enorme librone che giaceva tra le mie mani, sperando di trovare in esso una minima possibilità di salvezza.

La speranza è l’ultima a morire…

Mi sedetti sul letto ancora intatto ed iniziai a sfogliare le pagine con delicatezza, terrorizzata dall’idea di rovinarlo.

La nonna diventerebbe una furia se solo osassi stropicciare qualche pagina!

Un’enorme mole di incantesimi veniva riportata tra quelle pagine antiche, dai più semplici ai più complessi, con numerose annotazioni, in alcune delle quali potei riconoscere la scrittura della mamma.

Uno strano titolo però attirò la mia attenzione e senza indugio iniziai a leggere le poche righe.

Incantesimi di Ritrovamento

Per trovare ciò che il nostro cuore anela, quest’incantesimo indicherà la via. Bagna del tuo sangue un oggetto importante e nel cerchio antico ripeti questo rito.

Di seguito venivano riportate le istruzioni per svolgere correttamente l’incantesimo ed iniziai a leggere attentamente.

“Questo è perfetto!” l’urlo di Lucas mi fece sobbalzare, non avendo udito i suoi passi silenziosi.

Poggiai la mano sul mio petto nel tentativo di placare i battiti furiosi del mio cuore, che pareva voler fuggire dal mio petto.

“Ma sei uscito di senno? Hai deciso di farmi venire un infarto?” lo ammonii ancora leggermente ansante per lo spavento.

Ridacchiò divertito.

Brutto bastardo .. uno di questi giorni … grrrrr.

Mentre i miei pensieri si perdevano nell’architettare l’omicidio del secolo, il mio “amico” si sedette sul letto cercando di spiegarmi l’utilità di quell’incantesimo.

“Non capisci? Con questo saprò sempre dove trovarti e nel caso qualcosa andasse storto potrei correre da te a salvarti” chiarì entusiasta.

Lo scrutai non poco alterata. “E credi che se mi prendessero vorrei che tu corressi nella tana del nemico per farti ammazzare?” domandai con una punta di ironia.

Sbuffò spazientito e mi strappò il libro dalle mani, leggendo gli ingredienti e gli oggetti necessari. Con mio grande disappunto iniziò a frugare nella mia stanza con nonchalance.

Lo fissai interdetta fino a quando non giunse in una zona alquanto imbarazzante.

“Lucas, quello è il cassetto della biancheria!” urlai inviperita lanciandogli la sveglia sulla testa.

“Ahio … ma sei impazzita! Mi uscirà un enorme bernoccolo!” si lagnò tastandosi il capo.

“E tu? Ti sembra il modo di comportarti nella stanza di una ragazza? E poi ragiona, non uso la magia da anni, come credi possa possedere quegli oggetti!”

Sembrò meditare sulla mia affermazione e senza aggiungere altro uscì dalla mia camera.

Quel ragazzo è più fuori di un balcone …

Seriamente perplessa mi avvicinai al comò, richiudendo tutti i cassetti che quello screanzato aveva aperto senza chiedere il mio permesso, per poi riportare nuovamente l'attenzione al libro. Gli oggetti necessari non erano molti, per lo più cose di uso comune. Sebbene non volessi effettuare quell’incantesimo sapevo benissimo che prima o poi Luke avrebbe trovato il modo per costringermi … quindi a quel punto era inutile intrattenere discussioni che non avrebbero cambiato in alcun modo il risultato.

Sospirai sommessamente immergendomi nella lettura, sino a quando non notai l’oggetto che doveva essere utilizzato. Qualcosa di mio, di estremamente personale ed importante che avrebbe permesso di connettersi il più facilmente possibile alla mia essenza. Incuriosita mi osservai intorno, cercando un cimelio appropriato allo scopo, ma senza trovare nulla di adeguato. Per lo più vi erano cose che avevo collezionato nel tempo, ma nulla a cui ero affezionata, tranne per ..

Una mano raggiunse il mio collo afferrando il ciondolo che portavo fin dalla nascita. Un regalo di mia madre, una piccola triscele in argento che lei stessa aveva incantato per darmi protezione. Non me ne ero mai separata!

Iniziai a torturami il labbro continuando a giocare nervosamente con la catenina.

“Che fai?” chiese incuriosito il mio amico che nel frattempo era tornato da me. Notai che tra le braccia portava una serie di oggetti che immaginavo mia nonna lo avesse aiutato a reperire. Non contestai, sapevo sarebbe stato inutile.

“Non devi cedermi la collanina, è un regalo di tua madre. Potremmo trovare altro!” affermò tranquillamente, comprendendo il mio cruccio, mentre depositava sul pavimento il suo bottino.

“Non credo di avere nulla di appropriato oltre questo ..” mormorai afflitta, l’idea di separarmene non mi aggradava per nulla.

“Dobbiamo solo trovare qualcosa che potrai prestarmi fino a quando non avremmo risolto questa storia ..” meditò osservando il librone.

“Sarebbe solo un prestito, quindi?” constatai. Lanciai un’ultima occhiata alla mia collanina, la ritenevo il mio più grande portafortuna ed ero certa mi avesse protetto in tutti quegli anni turbolenti. Volsi il mio sguardo su Lucas che si destreggiava tra oggetti e formule che probabilmente non comprendeva e con un sorriso malinconico sganciai la catenina dal mio collo.

“Tieni” gliela porsi esitante, rivolgendo il mio sguardo all’incantesimo da preparare.

Lui mi osservò estremamente perplesso “Ma …”

“Non accetto scuse, è solo un prestito!” ribattei mesta iniziando a sistemare l’occorrente sul pavimento e a riporre tutto intorno le ametiste. La pietra andava scelta in base al legame con la strega che svolgeva il rito, e la mia era sempre stata l’ametista.

Rivolsi nuovamente un’occhiata a Lucas che fissava la catenina timoroso. “Luke … mi fido di te, te l’affido perché so che è in buone mani e, oltretutto, un po’ di protezione non può farti che bene” sentenziai sistemando le ultime cose.

Non voglio gli succeda nulla, non posso permetterlo e se dovrò usare la magia per proteggerlo non mi tirerò certo indietro.

Non mi voltai a fissarlo nemmeno una volta ed iniziai l’incantesimo, purificando i vari oggetti e l’ambiente come mi aveva insegnato mia madre. Un sorriso di soddisfazione si disegnò sulle mie labbra, quello era stato il primo rito che mi aveva mostrato ed in quell’istante un’ondata di serenità mi pervase.

Ero stata sciocca a rinunciare al mio essere.

Sotto gli occhi curiosi di Lucas, mi dedicai all’apertura del cerchio e all’invocazione divina per attingere energia ed infine, sedendomi al centro esatto del cerchio, effettuai un piccolo taglio sul dito, con il coltello rituale della nonna, per poter così bagnare il ciondolo. Il rito prevedeva pochissime formule alternate a questi gesti. Il mio stato di trans durò abbastanza a lungo e con molta difficoltà riuscii a terminare il tutto, a causa della scarsa quantità di pratica che mi impediva di gestire al meglio il flusso di energia.

“Finito” biascicai sfiancata, prima di abbandonarmi al buio.

Quando mi risvegliai mi trovai nel mio letto, leggermente stordita.

“Finalmente ti sei svegliata, ci hai fatto prendere un colpo!” la voce nel buio mi fece sobbalzare e non riuscii a trattenere un urlo per lo spavento.

“Lilian, calmati sono io … Lucas” mormorò accendendo la luce della piccola lampada posta sul mio comodino. Mi osservai attorno leggermente allarmata e incuriosita. Non ricordavo di essere andata a dormire, ma soprattutto c’era un dettaglio alquanto insolito e non trascurabile.

“Che ci fai tu nel mio letto?” bofonchiai fissandolo torva.

È diventato un vizio quello di dormire assieme?

Mi scrutò scettico “Tu hai dormito nel mio ieri notte e non sembra di aver sindacato.”

Grugnii esasperata e con uno spintone lo feci rotolare giù dal letto, iniziando a ridere a crepapelle.

“Lilian, ma sei impazzita!” si lagnò rialzandosi di scatto, massaggiandosi la parte lesa. “Io che da bravo ragazzo premuroso mi stavo occupando di te dopo il tuo svenimento …” mormorò con finto tono afflitto e accorato, scatenando ulteriormente le mie risa, almeno sino a quando non registrai le sue parole.

“Svenimento?” domandai aggrottando la fronte.

“Alla fine del rito sei svenuta, non sei abituata ad usare la magia ed hai perso un po’ di energie, in compenso credo tu ti sia ripresa alla grande” bofonchiò irritato trucidandomi con lo sguardo per il mio scherzetto.

Lo osservai divertita e, notando l’ora tarda, mi accucciai nuovamente nel letto, facendo cenno al mio amico di affiancarmi. Mi scrutò non poco perplesso, forse pensando che l’incantesimo avesse leso qualche parte importante del mio cervello, ma dopo il mio sonoro sbadiglio decise di stendersi accanto a me e raggomitolati ci abbandonammo entrambi al sonno.


_________________________________________________ Recensioni ♥

Recensione di simo87 [Contatta], del 08/09/2009 - 12:48PM sul capitolo 1: 1/5 - Firmata
ahahahah io direi + povera Lilian ahahahah ... è proprio sfigata la ragazza!
Recensione di Emily Doyle [Contatta], del 08/09/2009 - 12:11PM sul capitolo 1: 1/5 - Firmata
ahahahahha ti assicuro che chiunque abbia letto la storia ha detto la stessa cosa
Luke ♥
ahahah ti ringrazio per i complimenti! comunque di questi tizi si capirà + avanti ... *______*

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Shinalia