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Autore: Sunnyfox    27/11/2023    3 recensioni
Rufy si era abbarbicato sulla polena non appena era stato annunciato l'avvistamento di una nave.
Non un'imbarcazione imponente. Se ne stava ferma, in mezzo al mare, le vele ammainate, le bandiere a mezz'asta. Non si avvertiva quella tipica, frenetica presenza di personale di bordo. Ma quel canto raccontava loro una storia diversa. Qualcuno c'era e stava intonando una nenia: lenta, malinconica; parole incomprensibili. [...]
«Affidatemi al freddo mare azzurro. Che lo strepitio delle onde sia il mio requiem solenne, dormirò un sonno sereno...» enunciò Sanji, affiancandoli.
Videro il gruppo di marinai trasportare sulle spalle un'asse, alla quale era assicurato quello che, da lontano, sembrava solo un sacco di iuta. Solo quando lo fecero scivolare sul parapetto e lo sporsero all'esterno, offrendolo al cielo, al mare e al vento, si resero conto che fasciato lì dentro doveva esserci un corpo. Probabilmente il compagno di viaggio che se ne era andato per sempre.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Un canto di morte

 

''Verrò calato tra le onde;
Troverò la mia casa eterna tra i marosi e la spuma.

Addio amici miei, dunque vi lascio,
abbiamo navigato insieme sugli oceani,
sono diretto altrove, la mia rotta è compiuta, mi avvicino al porto,
il viaggio è finito.''

 

 

Era un canto quello che si udiva da lontano.

Parole sconnesse in un'eco distorta.

Non c'era vento a sufficienza perché arrivasse nitido. Il cielo era privo di nubi, una giornata tanto placida che quasi si stentava a crederci.

Rufy si era abbarbicato sulla polena non appena era stato annunciato l'avvistamento di una nave.

Non un'imbarcazione imponente. Se ne stava ferma, in mezzo al mare, le vele ammainate, le bandiere a mezz'asta. Non si avvertiva quella tipica, frenetica presenza di personale di bordo. Ma quel canto raccontava loro una storia diversa.

Qualcuno c'era e stava intonando una nenia. Lenta, malinconica; parole incomprensibili.

«È un canto funebre...» Robin si era sporta dal parapetto laterale per osservare meglio. Con i suoi poteri certe sfumature poteva coglierle da lontano.

«Stanno celebrando un funerale» persino Jimbe parve concordare. Doveva averne visti diversi, durante la sua lunga esperienza in mare. Così come Brook, che per una volta tanto se ne stava in disparte ad ascoltare quell'effimero cordoglio, meditabondo e mesto.

«Forse dovremmo fermarci o virare, non mi sembra carino avvicinarci»

Usop aveva lanciato uno sguardo a Franky che attendeva solo un cenno dal capitano in ascolto.

«Fermiamoci» ordinò questi, gli occhi puntati sulla nave ormai ben visibile dalla loro prospettiva.

C'erano alcune persone sul ponte. Non troppe così come avevano ingenuamente immaginato. Un uomo se ne stava seduto sulla balaustra, cappello stretto al petto e cantava. Il coro che seguiva era quello profondo e tetro di una manciata di uomini.

«Fa venire i brividi» Nami si era avvicinata a Chopper che, come lei, stava cercando di interpretare le parole.

«Affidatemi al freddo mare azzurro. Che lo strepitio delle onde sia il mio requiem solenne, dormirò un sonno sereno...» enunciò Sanji, affiancandoli. Si accese una sigaretta, per mitigare la solennità del momento. Sbuffò un soffio nell'aria, creando una spessa nuvola di fumo bianco «Zeff cantava tante canzoni marinaresche quando ero ancora un moccioso. Questa la conosco bene»

Un rumore alle loro spalle annunciò l'arrivo di Zoro. Non disse una parola ma si affiancò ai compagni per assistere.

Videro il gruppo di marinai trasportare sulle spalle un'asse, alla quale era assicurato quello che, da lontano, sembrava solo un sacco di iuta.

Solo quando lo fecero scivolare sul parapetto e lo sporsero all'esterno, offrendolo al cielo, al mare e al vento, si resero conto che fasciato lì dentro doveva esserci un corpo.

Probabilmente il compagno di viaggio che se ne era andato per sempre.

Il canto cessò all'improvviso e il brusio sommesso di un uomo riempì il silenzio. Pronunciava una frase di congedo, forse una preghiera.

Infine un ordine, quasi urlato, brutale, focalizzò l'attenzione di tutti e il sacco fu semplicemente scagliato in mare.

Il tuffo di quel peso morto in acqua produsse un rumore agghiacciante. Un fragore che sapeva di definitivo.

Qualcuno scoppiò in lacrime. Sembrava una donna, ma da quella distanza poteva essere chiunque, persino un bambino.

L'equipaggio tutto sulla Sunny era rimasto immobile, ammutolito dalla scena.

Nessuno di loro aveva mai assistito a una simile celebrazione. Sembrava quasi ricordar loro che certe cose sono ineluttabili.

«Dovremmo porgere i nostri omaggi anche noi?» fu la voce di Chopper a smorzare l'atmosfera. Si era arrampicato sulla spalla di Zoro per poter assistere in maniera privilegiata a quel macabro spettacolo.

«Non ho idea di cosa si debba fare in casi simili...» Nami cercò Jimbe con lo sguardo. Non era sicura che lui avesse la soluzione al problema. Ma magari qualche suggerimento, sì.

«Credo che il nostro silenzio sia l'omaggio migliore. Mai interferire nel cordoglio di pirati o navigatori che hanno perso un compagno»

«Però possiamo abbassare la nostra bandiera a mezz'asta» intervenne Rufy, che per una volta tanto sembrava aver centrato il punto.

«Mi sembra un'ottima soluzione» sorrise Jimbe che arretrò per aiutare Franky con l'operazione.

Chopper sembrava ancora scosso e fissava l'imbarcazione. L'equipaggio che lentamente si ritirava, si disperdeva sul ponte, ognuno perso nelle sue riflessioni.

«Non avevo mai davvero pensato al mare come a un cimitero...» mormorò e Zoro si volse a guardarlo appena, con il suo unico occhio buono.

Nemmeno lui ci aveva mai davvero pensato. Ma era logico, era naturale. In un mondo coperto per la maggior parte di acqua, dove le persone avevano fatto del mare la loro dimora, era normale che in mare vivessero, che in mare morissero.

«Meglio in mare che a bordo» esordì imperturbabile.

«Questo è un commento davvero insensibile, in questo momento» gli fece presente Nami, accompagnando l'affermazione con uno di quei suoi sguardi di fuoco. Ancora non le erano passati i brividi al ricordo della nenia funebre e sembrò colpevolizzare Zoro per sminuire una sensazione del tutto legittima.

«Perché, non è così?» le scoccò un'occhiata eloquente «Credo sia meglio finir divorato dai pesci che marcire in cambusa. Per non parlare della puzza»

«Sei disgustoso» si allontanò di malagrazia dal parapetto, affatto incline ad ascoltare una parola di più sull'argomento.

«Zotico di uno spadaccino, non hai rispetto nemmeno per i morti» si intromise Sanji, spegnendo la sigaretta di malagrazia.

«Non ho detto questo, torciglio del cazzo» sibilò fra i denti «Dico solo che è la soluzione più pratica»

«Tranquillo, ci assicureremo tu finisca rapidamente sul fondo del mare, quando sarà il tuo turno di schiattare»

Chopper era saltato giù dalla spalla di Zoro con un movimento convulso.

«Potete non litigare proprio adesso, per cortesia?» esclamò con aria esasperata. Aveva gli occhi lucidi e Zoro per un istante si sentì in colpa per aver provocato quella reazione. Ma non certo per aver solo detto la verità.

Il mare era un cimitero. E loro ci stavano navigando sopra.

 

*

 

Il sole era tramontato da un pezzo e il viaggio era ripreso senza particolari scossoni.

Erano passati accanto alla nave che aveva celebrato il funerale ma non avevano visto nessuno che potessero omaggiare per davvero.

A Rufy era sembrato di intravedere qualcuno, sulla coffa, ma per il resto sembrava che a nessuno fosse rimasta la forza di portare a termine i compiti della giornata. Il ponte era deserto, le vele restavano ammainate, il cadavere esausto di un veliero che non aveva la forza di riprendere a navigare. Magari si sarebbero concessi un giorno di riposo, dal lutto, dalla tristezza. Potevano dargli torto?

In un batter d'occhio la nave era tornata ad essere un puntino all'orizzonte, fino a sparire del tutto, prima del tramonto.

Brook aveva improvvisato un concertino sul ponte, dopo l'ora di cena. Avevano acceso le luci e illuminato il campo di mandarini, dando un'aria festosa alla Sunny.

Un modo, forse, per scacciare la terribile sensazione del pomeriggio.

Nessuno sembrava essere davvero in vena di festeggiamenti, ma d'altro canto non sembravano esser pronti a farsi vincere dalla tristezza.

Si cercava di celebrare la vita.

«Sanji, oggi hai detto che Zeff cantava un sacco di canzoni marinaresche» esclamò improvvisamente Chopper, approfittando di una pausa dal violino di Brook «ne conosci altre?»

Il cuoco aveva appena servito un intero vassoio di tartine e si fermò al centro della scena con aria leggera.

«Ne conosco più di quante vorrei ammettere...» disse, avvicinando il dottore per porgergli un dolce che aveva preparato espressamente per lui «Ma sono sicuro che Brook abbia un repertorio più ampio del mio»

«Yo-oh-oh, Sanji... il repertorio si arricchisce solo se qualcuno condivide le sue esperienze» lo incoraggiò il musicista, mettendosi comodo «Sono tutto orecchi. Io che di orecchie non ne ho!»

«Ti prego, Sanji! Cantaci una canzone!» lo implorò Chopper, trattenendo in mano il manicaretto come un premio.

«Non sono sicuro di avere una gran voce»

«Con tutte le sigarette che fumi...» Zoro se ne stava in disparte, le braccia intrecciate dietro la testa, accanto a uno degli alberi di mandarino. Teneva gli occhi chiusi ma era vigile e presente a se stesso.

«Non ascoltarlo, Sanji-kun» intervenne Nami «siamo curiosi di sentire le tue canzoni.»

«Dici davvero, Nami-san?!» quello sembrò lo sprone definitivo per convincerlo.

Se posizionò accanto a Brook e si allentò il nodo della cravatta. Per una volta tanto non teneva una sigaretta stretta fra le labbra.

Si schiarì la gola e dalle sue labbra uscì una sfilza di note appena accennate. Come volesse riportare alla mente la melodia della canzone. Poi, iniziò finalmente a cantare.

«Non aver paura se la tua nave è dritta, prendi coraggio amore mio, dalle schiume del mare sono tutta bagnata. Il mare era così profondo, non si poteva trovare il fondo...»

La voce di Sanji era incredibilmente vellutata. Si destreggiava su note più o meno basse, carezzandole in modo limpido. Brook aveva evidentemente riconosciuto la canzone, perché aveva preso ad accennare delle note di violino per stargli dietro, dapprima quasi timidamente, poi fino a tenergli testa in una rincorsa di note.

L'equipaggio tutto aveva cominciato a battere le mani, qualcuno cercava di star dietro a ritornello, altri si limitavano a far da chiassoso accompagnamento.

Persino Zoro aveva riaperto un occhio per godersi lo spettacolo, nonostante tutto rinfrancato da quel quadretto che sembrava aver riportato il buonumore. Il fatto che si fosse astenuto dal commentare ulteriormente la performance di quel cuoco da strapazzo diceva molto persino sul suo, di stato emotivo.

Si tirò su solo quando fu il turno di Franky di intonare il suo canto: a quanto pareva il momento musicale si era trasformato in una vera e propria sfida e lui aveva davvero bisogno di alcool per sopportarlo.

E probabilmente avrebbe portato a termine il suo intento, cullato a lungo in quell'interscambio di esperienze, se un rumore sordo fuori bordo non avesse improvvisamente catturato la sua attenzione. Nessun altro sembrava essersi accorto di niente e per un istante Zoro sperò di esserselo solo immaginato. Ma l'istinto non era una cosa a cui poteva opporre resistenza. Si decise a rimettersi in piedi, abbandonando temporaneamente, silenziosamente il luogo di festa per avvicinare il parapetto.

Si sporse appena.

A rispondere ai suoi dubbi sembrava esserci solo l'oceano, oscuro e profondo che si estendeva a perdita d'occhio. Il cielo trapuntato di stelle. La luna, luminosa e fiera, a farsi beffe di tutta quell'oscurità.

«Capisco che Sanji non ti è simpatico, ma non ti par scortese andartene, addirittura?»

La voce di Nami, alle sue spalle. Non era pronto a quell'intromissione e ne fu infastidito ma non erano tutti sul ponte a festeggiare? La sensazione di essersi distratto dalla silenziosa ricerca della causa del suo stato d'allarme.

Le fece cenno di zittirsi, scoccandole uno sguardo serio. La ragazza parve immediatamente capire che c'era qualcosa che non andava.

Si sporse dal parapetto a sua volta, al suo fianco, scandagliando i dintorni.

«Che cosa stiamo cercando?» sussurrò dopo un minuto buono di silenzio, disturbato solo dalla musica di sottofondo e dallo sciabordio delle onde a poppa.

«Ho sentito un rumore» la rese partecipe del suo stato d'animo, senza però dare ulteriori spiegazioni.

«Potrebbe esser stato un uccello? O un pesce? O semplicemente un'onda più invadente delle altre?»

«No...» sentenziò sicuro e di nuovo Nami parve credergli, non c'era davvero motivo per dubitare delle sue percezioni. Aveva visto fare a Zoro cose impensabili, fuori dalla portata di qualsiasi altro essere umano non dotato dei poteri del frutto del diavolo, non sarebbe stata sorpresa si fosse scoperto dotato di un terzo occhio. Non era il suo numero fortunato, dopotutto?

«Forse dovremmo...» ma la sua frase fu bruscamente interrotta da un uncino, che in volo andò ad agganciarsi rumorosamente proprio sotto al suo naso, rischiando di prenderla in pieno viso, di deturparla o peggio.

«Merda!» esclamò, arretrando scioccata, mentre il suono fendente della lama di una delle spade di Zoro sferzava l'aria, a decretare la fine dei giochi.

«Chi cazzo c'è là sotto?» la voce tonante dello spadaccino pose una brusca frenata persino ai festeggiamenti. Il suono del violino di Brook restò intrappolato in una stonata nota morente. L'attenzione di tutti fu catapultata in quell'angolo della nave.

Non arrivò un solo rumore, per diverso tempo; solo i respiri mal trattenuti dell'equipaggio e delle onde. Poi, all'improvviso, un pigolio implorante.

«Non f-fatemi del male, s-sono solo un naufrago» la voce che arrivò loro era debole e tremante. La corda, agganciata all'uncino, oscillava inghiottita dall'oscurità.

Poi un flash e Franky inondò di luce il povero malcapitato.

Appeso alla fune c'era un uomo: fradicio, impaurito e dall'aria poco sana. Le braccia tutte nervi, si reggevano alla fune come se ne andasse della sua stessa vita.

Zoro si rese conto che quelle mani stavano sanguinando.

 

Continua.

 

Note:

1) I testi delle canzoni presenti sono una libera interpretazione di canti marinareschi per niente frutto della mia immaginazione.

2) Mi sono tuffata nell'universo classico di One Piece senza colpo ferire. Non era proprio mia intenzione infilarmi in un'altra long, ma non sarei riuscita a raccontare questa storia in breve e mi prudevano un po' le mani. Brutta bestia l'ispirazione. Va e viene come le pare. Non so esattamente in quale arco vada ad infilarsi tutto ciò, ma possiamo semplicemente ignorare la cosa e prenderla come una delle tante avventure dell'equipaggio. La sola vera premessa è che volevo scrivere una storia di Pirati. Non credo la tirerò molto per le lunghe. O almeno spero.

Intanto salpiamo...

 

   
 
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