Gestione recensioni:
elys: il problema non è tanto la paura di sbagliare,
quanto il timore di non rendere accuratamente i personaggi in tutta la loro
complessità, senza scadere nel patetico o peggio ancora nell’OOC, comunque
grazie per il supporto morale.
TITTIVALECHAN91:
purtroppo per il momento non ci sono altri accenni ai Malfoy, ma sto seriamente
pensando di creare un piccolo spin off in cui
Bellatrix diventa floricultrice e comincia a vendere rose ai negozi di fiori
Babbani costruendosi la fama di dolce donzella amante della natura, per la
cronaca dovrebbe farsi chiamare Flora (è solo un piccolo delirio). Sirius è
sempre Sirius e Nora oramai sa qual è il suo punto di vista su Peter comunque
avrà modo di chiacchierare con Mira in altre sedi.
dirkfelpy89:
Spiacente, ma le parti relative alla caccia non sono proprio il mio forte, e
Bellatrix, Ahinoi, resterà impunita a coltivare rose alla vecchia maniera
Babbana, diciamo solo che scaricherà un sacco di concime, questa è l’unica cosa
che ci fa andare avanti pensando che un po’ di giustizia in fondo c’è.
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Mira
si spazzolava furiosamente i capelli, quel pomposo pallone gonfiato come si
permetteva?
Prese
nuovamente in mano il biglietto che le era giunto via gufo, l’aveva letto,
stropicciato, gettato a terra e poi riletto almeno tre volte: “Sono tornato devo vedere Harry. Domani al
parco alle 14. Sirius Black ”.
Quel
disgraziato si era volatilizzato senza dare uno straccio di notizia sul fatto
che fosse vivo o meno per più di tre mesi ed ora pretendeva che lei
eseguisse i suoi ordini? Si sbagliava di grosso.
Prese
la bacchetta, si infilò il mantello e si Smaterializzò.
Sirius
sentì bussare alla porta e si diresse stancamente verso l’ingresso, con una
mano stava ancora asciugandosi pigramente i capelli dopo la doccia e con
l’altra schiuse l’uscio; si trovò di fronte il tornado in miniatura con la
bacchetta spianata, mollò la maniglia e le agguantò il braccio, fu in quel
momento che si guardarono.
Mira
stramaledisse sé stessa per non riuscire a ricordare l’espressione buffa che
aveva l'infame davanti alle lucine colorate di Natale: di fronte a
lei l’esimio signor Black con camicia sbottonata, capelli umidi che gli
ricadevano sulla fronte ed uno sguardo che avrebbe fatto crollare pure una come
la McGranitt (e non è detto che non l’avesse fatto). Dal canto suo Sirius non
riuscì a capire come avesse fatto a valutare come insignificante una persona
come Mira: tutto quello che non aveva in bellezza ce l’aveva in carattere,
questo era certo.
Ci
volle una frazione di secondo perché l’altra mano mollasse l’asciugamano e si
posasse sulla nuca della ragazza proprio sotto la cascata di capelli e perché
contemporaneamente lei lo ghermisse per il bavero della camicia. Quello che
avvenne fu uno scontro, più che un incontro di labbra e sicuramente non fu un
bacio né romantico né casto, ma tanto bastò e, come si dice, ciò che non poté
la fame poté il digiuno: i due si ritrovarono, non si sa come, a rotolare
avvinghiati tra le lenzuola.
Mira
si svegliò di colpo. Ma che razza di sogni, doveva smetterla di mangiare curry
a cena! Si diede un secondo per aprire gli occhi e, in quel secondo, registrò
alcune anomalie: primo non aveva i capelli legati, secondo non aveva il
pigiama, terzo non era sola.
Spalancò
gli occhi e mise a fuoco la stanza. “Per Merlino,
Morgana e tutte le sacerdotesse di Avalon. Non era un
sogno!”
Sgusciò
fuori dal letto più silenziosamente possibile e gettò uno sguardo all’inquilino
rimasto; doveva ammetterlo era davvero carino quando dormiva: non affascinante,
non seducente, proprio carino, con la bocca socchiusa che accennava ad un
sorriso sornione, veniva quasi voglia di accarezzargli la testa manco fosse
stato un cucciolo.
Mira
si riscosse quando si accorse che la sua mano si stava lanciando in quella
direzione.
Si
voltò e cercò di recuperare tutti i suoi vestiti anche se si rese
conto che sicuramente mancava qualcosa. Sapeva che scappare alla
chetichella era un’azione da codarda, non era la prima volta che metteva in
atto quella strategia, ma riteneva che la situazione che si sarebbe venuta a
creare nel momento in cui Black si fosse svegliato sarebbe stata piuttosto
imbarazzante.
Il
giorno dopo non avrebbe fatto cenno a quanto accaduto ed avrebbe lasciato
cadere l’argomento in caso lui l’avesse tirato fuori; comunque lo riteneva
sufficientemente intelligente da evitare di parlare del fattaccio in presenza
di Harry.
Si
addormentò con un briciolo d’ansia, ma anche con una certa soddisfazione.
*****
-
Sirius? Qual è il problema?
-
Non ho nulla!
Remus
stava osservando l’amico con sguardo clinico: c’era qualcosa di strano nel suo
atteggiamento sembrava quasi deluso.
-
Non capisco, abbiamo portato a termine la missione di Silente o almeno una
delle due, i Lestrange sono rinchiusi, so che questo non restituirà a Frank e
Alice una vita normale, ma era tutto quello che potevamo fare.
-
Remus, non stavo assolutamente pensando a questo anche se trovo piuttosto
sospetto ciò che ci ha raccontato Silente l’altra sera.
Remus
ci pensò: - Pensi che tua cugina non sarebbe in grado di lanciare una Cruciatus
così potente?
-
Chi, Bellatrix? – Sirius scoppiò a ridere, una risata senza allegria. – Quella
donna sarebbe in grado di uccidere chiunque si frapponga tra se stessa e i suoi
sogni di gloria. Più che altro mi stupisce l’atteggiamento di Malfoy, mi sembra
strano che si sia schierato contro la moglie denunciando la sua stessa cognata.
-
Nemmeno Silente sembrava molto convinto delle sue dichiarazioni da bravo
cittadino, certo che se quello che mi dici è vero non vorrei avere una donna
del genere in casa insieme ad un bambino piccolo.
Sirius
annuì: - Dovrei parlarne con Andromeda, magari lei saprebbe dirmi qualcosa di
più.
Rimasero
in silenzio per qualche minuto poi Sirius riprese: - Hai più avuto notizie di
Nora?
Remus
scosse la testa: - Non le ho scritto perché tanto eravamo concentrati su
un’altra caccia, mi chiedo se Mira l’abbia incontrata…- si voltò notando un
certo nervosismo nel suo vecchio amico.
-
A proposito di Mira, non avevi detto che volevi andare a trovare Harry oggi
pomeriggio?
Sirius
si era incupito,ma annuì: - Sì, ci vediamo al parco alle 14.
-
Sirius, le 14 sono adesso, sarà meglio che venga anche io, senza contare che le
vostre scaramucce mi mettono sempre di buon umore.
Sirius
lo fulminò.
“14.10. Quel disgraziato non riesce ad essere
puntuale nemmeno quando è lui a definire ora e luogo di un appuntamento.”
Persa
in questi pensieri Mira spingeva pigramente l’altalena su cui si trovava Harry
che ridacchiava felice. Era il primo giorno sereno dopo tanti uggiosi in cui
erano stati costretti a rimanere in casa ed il tepore del sole di marzo le
metteva un po’ di allegria.
Sentì
qualcuno che si schiariva la voce alle sue spalle e si voltò: - Remus, che
bello, sono felice di vederti! – Disse abbracciandolo stretto, poi rivolse a
Sirius un ghigno,non sopportava i ritardatari: - Finalmente hai deciso di farti
vivo Black, magari dovresti farmi sapere se sei vivo o morto ogni tanto, non
credi? Almeno così potrei smetterla di raccontare a Harry che il suo padrino è
lontano, ma tornerà presto senza sapere se gli sto dicendo una bugia o la
verità.
Sirius
rimase senza parole per la freddezza con cui Mira gli si era rivolta, non gli
era mai successo prima, pensare che la sera precedente il suo
atteggiamento gli aveva fatto presagire un benvenuto molto più cordiale.
-
Cos’è il gatto ti ha mangiato la lingua?
Quella
ragazzina era veramente irritante:- Smettila nana malefica, non ho certo avuto
tempo di scrivere.
-
Già, ma io il tempo di venire qui quando me lo ordini lo devo trovare, vero? –
la voce di Mira stava raggiungendo livelli di acutezza allarmanti. - Bene,
adesso Harry l’hai visto, come vedi sta bene e noi possiamo andarcene.
Sirius
la trattenne per un braccio ed una sorta di scossa elettrica percorse i due.
Mira si spostò dietro a Remus per evitare di cascare di nuovo nello stesso
errore commesso la sera precedente: era andata ad un passo dal saltargli
addosso con intenzioni tutt'altro che bellicose.
-
Perché non ci sediamo su quella panchina e conversiamo come adulti razionali?
Remus
si era involontariamente trovato in mezzo e, come al solito, aveva deciso di
fare da paciere.
Mira
recuperò Harry dall’altalena e lo depose a terra dove il piccolo cominciò a
fare alcune montagnole di sassolini. Sirius si accucciò vicino
al bambino ed iniziò a tracciare delle linee per terra con l’aiuto di un
bastoncino mentre Mira e Remus li controllavano dalla panchina.
Ad
un tratto Harry si alzò e portò un sassolino variopinto a Sirius e gli disse: -
Ace!
Sirius
guardò stranito Mira che gli rispose: - Ti sta regalando quel sassolino e vuole
che tu lo ringrazi.
Sirius
si voltò verso il piccolo, tese la mano e rispose con un sorriso: - Grazie
piccolo. – Quindi prese la bacchetta e mutò un sasso rossiccio in una perfetta
imitazione di Snitch: - Eccoti piccolo! – Harry
incantato prese in mano la statuina.
-
Come si dice Harry? - domandò Mira
Harry
la guardò interrogativo.
-
Si dice grazie Sirius.
-
Ace Ciu. – Sirius agguantò il piccolo Harry e lo
lanciò in aria: - Ma sei bravissimo, hai detto il mio nome! Sei un genio!
Harry
rideva felice.
-
Black, metti giù il bambino che altrimenti poi si eccita troppo. – riprese Mira
sorridendo rivolta al giovane uomo.
Straordinariamente
Sirius obbedì senza fiatare.
-
Questa accondiscendenza è sospetta, ragazzi, è successo qualcosa che dovrei
sapere? – buttò lì Remus sorridendo certo di aver fatto una battuta.
-
Piantala Remus.
-
Fatti gli affari tuoi Lunastorta.
Remus
guardò i due amici con un po’ di stupore: - Questa sintonia è una conferma,
cosa è successo?
Mira
sospirò e decise di prendere il toro per le corna:- Nulla che due adulti in
salute e consenzienti non farebbero. Ed ora scusa, Remus, ma credo ci siano
cose più importanti di cui parlare.
I
due rimasero a bocca aperta, certo che Mira non usava giri di parole quando
doveva arrivare al punto.
Dopo
aver ottenuto l’attenzione dei due maghi riprese a parlare.
-
Quando mi avete detto di tenere d’occhio Nora per voi l’ho fatto; ho scoperto
che il vostro amico l’ha lasciata per cause di forza maggiore di cui voi non vi
eravate degnati di parlarmi, quindi prima che vi racconti nel dettaglio tutte
le mie scoperte ed elucubrazioni mentali ora mi dovete un paio di spiegazioni.
Sirius
ringhiò, ma Remus si rese conto che era meglio raccontare qualcosa di più a
Mira prima che cadesse in conclusioni errate.
-
Peter Minus, il ragazzo di Nora, era uno dei nostri amici; era il Custode
Segreto dei Potter, ma li ha traditi dicendo a Voldemort – Mira ebbe un
sussulto - dove risiedevano. Dal giorno in cui James e Lily sono morti
non abbiamo sue notizie.
-
Ma perché avrebbe fatto una cosa simile? Perché tradire i propri amici? – Mira
era sconvolta.
-
Noi crediamo che Voldemort avesse preso di mira Nora e che abbia convinto Peter
a collaborare minacciandolo di farla uccidere.
-
Ora dicci quello che sai. – Ringhiò Sirius.
-
Black piantala di digrignare i denti in quel modo perché sembri un cane
rabbioso e spaventi Harry. – Gli sibilò contro, poi rivolgendosi a Remus
continuò: - Quello che posso dirvi è che in un modo o nell’altro il vostro
amico…
-
Non è più nostro amico. – L’aggredì Sirius.
-
Lasciami finire, dicevo il ragazzo di Nora non è lontano: a San Valentino lei
mi ha detto di aver trovato una rosa rientrando a casa dal lavoro e mi ha detto
di essere sicura che fosse lui.
Secondo
me continuerà a stare nei dintorni finché non sarà nato il bambino.
-
Quindi tu dici che dovremmo cercarlo a Londra? Ma potrebbe nascondersi ovunque.
– Rispose Remus.
-
Credo che sia molto più semplice di quanto pensiate: se voi amaste una persona
e sapete che aspetta un figlio da voi, quale sarebbe l’unica cosa che
desiderereste?
-
Vedere il bambino. – Risposero entrambi all’unisono ripensando allo sguardo
adorante di James di fronte al piccolo Harry tra le braccia di Lily.
-
Nora partorirà verso la fine di aprile al St. Mary Hospital, scommetto che il
giorno del parto ci sarà qualcuno che si aggirerà davanti alla nursery per
vedere il piccolo James Remus Turner. Non vi resta che aspettarlo lì davanti.
-
Mira sei davvero diabolica. – riprese Remus con un sorriso ammirato.
-
No, è solo che uso la testa.
Sirius
era stato in silenzio per tutto il tempo: - Perché Turner?
-
Scusa?
-
Perché ha deciso di chiamarlo Turner e non Minus?
-
Perché anche se ci spera non crede che il suo ragazzo riconoscerà il bambino,
quindi James Remus Turner. Forse è meglio così per lui, considerato cosa ha
fatto suo padre, sarebbe un cognome piuttosto ingombrante e, quando si saprà
cosa è successo, non credo che il bambino sarebbe molto felice di portare quel
nome.
-
Il bambino non saprà mai cosa ha fatto suo padre: non è colpa sua se quel ratto
di fogna è un bastardo.
-
Hai ragione, molto meglio fare di quell'innocente un piccolo bastardo convinto
che l’unico motivo per cui suo padre se n’è andato è la sua presenza in questo
mondo.
Remus
posò una mano sul braccio di Mira: - Mira, non sei tu quel bambino.
-
Voi non avete idea di cosa voglia dire essere guardati dagli altri come dei
reietti, essere presi in giro dai propri compagni di scuola, essere biasimati
dai propri familiari per essere stati la causa del disonore della propria madre.
– gli occhi di Mira luccicavano di lacrime.
-
Tu non sai niente di noi. – Rispose pacatamente Remus.
-
Già, dimenticavo che tu sei l’uomo dei segreti. - Rispose Mira tagliente
passandosi una mano sulla guancia per cancellare quella lacrima maledetta
che nonostante i suoi sforzi era scesa.
-
Io non ho segreti. – le sbatté in faccia Sirius – Quando sono stato smistato a
Grifondoro tutta la mia famiglia mi ha voltato le spalle, non dirmi che non so
cosa siano quegli sguardi perché li conosco bene: li ho sperimentati sulla mia
pelle dal primo all’ultimo e non erano sguardi di estranei, erano quelli dei
miei genitori, di mio fratello, di quelle persone che, almeno in linea teorica,
dovrebbero comportarsi in maniera decente con te almeno finché non sei in grado
di stare in piedi con le tue gambe.
La
conversazione morì lì. Si salutarono con fredda cortesia. Quel giorno avevano
tutti molte cose su cui riflettere. Mira portò Harry a fare il riposino
pomeridiano e sentì i due maghi Smaterializzarsi alle sue spalle.
*****
-
Felpato cos’hai? Non ti vedevo così pensieroso da anni.
I
due maghi erano tornati a casa di Sirius che ora se ne stava seduto imbronciato
sul divano.
La
risposta fu un misto tra un ringhio e un grugnito.
-
Devo forse dedurre che il fatto che Mira non ti sia caduta tra le braccia oggi
ti abbia disturbato?
Sirius
lo fulminò. Poi rispose: - Non mi era mai successo.
-
Cosa? Che una ragazza non crollasse ai tuoi piedi?
-
Non è quello, una tipa come lei non crolla, è che stanotte se n’è andata via di
soppiatto come se avesse avuto paura che mi svegliassi. Me ne sono accorto solo
stamattina.
Remus
scoppiò a ridere.
-
Mi spieghi cosa diavolo hai da ridere adesso?
-
Sirius tu ti senti ferito nell’orgoglio perché sei stato sedotto e abbandonato?
Ti ha utilizzato come uomo oggetto e tu ci sei rimasto male, vero?
Sirius
sbuffò poi si chiuse in un ostinato mutismo. Il suo pessimo umore non cambiò
nemmeno quando Remus uscì.
Il
buon Lunastorta, comunque, decise di non lasciare il
suo amico in ambasce; scrisse così due righe su un biglietto: “Cara Mira, il nostro amico Sirius si
sente un po’ una scarpa vecchia per come l’hai usato e gettato, credo che ti
sia presa la tua piccola rivincita, ora prova a tirarlo un po’ su di morale,
altrimenti mi tocca consolarlo fino al compleanno di Harry. Un bacio Remus.”
E poi si augurò che il buon cuore di Mira facesse il resto.
*****
- Cosa ci fai qui? –
La voce di Sirius tradiva un certo stupore.
-
Sono venuta ad offrirti un segno di pace, vieni con me giù a Diagon Alley, ti
offro qualcosa da bere, d’accordo? – Mira si guardava la punta delle scarpe,
aveva raccolto tutto il suo orgoglio e l'aveva buttato nel cestino, per
arrivare fino a quella porta.
Sirius
recuperò la sua giacca e i due si Smaterializzarono insieme.
Di
fronte ad un boccale di birra Mira cominciò: - Vorrei sapere se hai intenzione
di prenderti le tue responsabilità per quello che è successo ieri sera.
Il
giovane mago la guardò allibito e, per prendere tempo, bevve un lungo sorso di
scura.
-
Intendo dire, - continuò Mira con aria grave – che sappiamo tutti e due cosa
succede quando due giovani in salute e disposti si trastullano come abbiamo
fatto noi la notte scorsa, Nora ne è la prova lampante, non trovi?
Fortunatamente
Sirius aveva già trangugiato il sorso di birra, perché cominciò a boccheggiare
come un pesce rosso finito fuori dalla boccia. Le sue guance raggiunsero
tonalità variabili dal rosso, al viola, al blu fino a virare ad un
preoccupante color cadavere.
Al
che Mira scoppiò in una risata sguaiata che fece girare più di un capo; Sirius
non riusciva a capire. Quando la ragazza si calmò, ancora con le lacrime agli
occhi, disse: - Sirius te lo giuro, la tua faccia era impagabile, credo di aver
avuto la mia vendetta per tutte le lacrime che hai fatto versare alle mie
compagne di Casa, ma soprattutto per avermi fatto finire nella vasca mentre
Harry faceva il bagno. Direi decisamente che siamo pari.
-
Tu, piccola arpia! Mi hai fatto prendere un infarto! – Sirius non sapeva se
tirare un sospiro di sollievo o se Cruciare
quell’ammasso di ossa per gli anni di vita che gli aveva fatto perdere.
-
Credi veramente che sia una sprovveduta? Con tutta la marmaglia di fratelli che
ho pensi che non sappia evitare una gravidanza?
Sirius
preferì non approfondire ulteriormente l’argomento, si limitò a portare la
conversazione sulla vita di Harry, su cosa gli piaceva, su cosa faceva ogni
giorno. Mira decise che si era presa fin troppo gioco di lui e decise di
assecondarlo. Quando la ragazza parlava di quel bambino gli occhi le
brillavano: sembrava una mamma orgogliosa dei progressi del proprio piccolo.
L’Animagus si rese conto che non doveva fare nessuno sforzo per ascoltare con
attenzione ciò di cui Mira parlava perché assorbiva ogni informazione con
avidità. Quando uscirono dal pub Mira si diresse verso un vicolo.
-
Aspetta, vuoi venire a casa mia? – A Sirius erano uscite di bocca quelle parole
prima ancora che potesse rifletterci sopra.
-
Non stasera, non che ciò che è successo ieri sera sia stato brutto, anzi, ma
credo che fosse dettato più dalla necessità che da altro. Forse ci sarà un
giorno in cui ne avremo bisogno di nuovo tutti e due e non vedo perché una
simile esperienza piacevole non si possa ripetere.
Sirius
la osservò: in tutta la sua carriera di Dongiovanni non gli era mai capitato di
incontrare una ragazza simile, di solito le altre volevano fiori, cioccolatini,
dichiarazioni di eterno amore e cose simili; lei invece era diversa, non che la
cosa gli creasse problemi, solo che lo spiazzava un po’.
-
Ti ho lasciato senza parole? – Mira sorrise arricciando il naso con una smorfia
buffa e birichina.
-
E’ che tu non sei normale… – Sirius lasciò un attimo il discorso in sospeso –
Non offenderti, non volevo dire proprio così.
-
Nessuna offesa, sono ben lieta di essere una persona fuori dagli schemi. La
cosa ti disturba?
Sirius
alzò le spalle e poi riprese: - E adesso come dovremmo salutarci?
-
Credo che una stretta di mano, – disse acchiappando la mano del mago tra le sue
e stringendola con decisione - sia più che sufficiente, e non prenderti il
disturbo di accompagnarmi a casa, conosco la strada. Buonanotte! – Non aveva
ancora finito di salutarlo che già si era Smaterializzata.
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So
che questo capitolo appare piuttosto slegato rispetto al precedente, ma non
avevo particolarmente voglia di soffermarmi sugli inseguimenti ed i sotterfugi
di Remus e Sirius per catturare i Lestrange. Spero di non avervi deluso troppo
e di avervi strappato almeno un sorriso da qualche parte.
A presto bic