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Autore: Scaglie_D87    29/11/2023    1 recensioni
Durante il suo percorso per diventare un'eroina, Evelyn si trova ad affrontare molteplici sfide. Non solo deve superare i suoi limiti fisici e mentali per diventare una supereroina degna dei suoi genitori ma deve anche fronteggiare il rischio di non riuscire a controllare a pieno i suoi poteri.
Mentre Eve cerca di migliorarsi come vigilante un antico male si sta risvegliando dalle profondità oscure, minacciando di distruggere tutto ciò che Eve sta cercando di proteggere.
Riuscirà la ragazza, grazie alla sua determinazione e ad una nuova squadra di Giovani Titani, a sconfiggere il male e riportare la pace a Jump City?
Genere: Dark, Noir, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nuovo Personaggio, Raven, Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 02 - Felice

Avevano fatto irruzione in quell’edificio lui, Batman, Superman e Cyborg.
Un laboratorio della LexCorp nascosto nei bassifondi di Metropoli.
Anya e Lilian, dieci anni la prima e otto la seconda, erano state trovate lì, ultime sopravvissute di una serie di cavie umane utilizzate per creare nuovi supercriminali maneggiando il loro DNA.
Durante il giro di ispezione, mentre consultavano i documenti riposti vicino alle gabbie delle due bambine, scoprirono le brutalità compiute.
Anya era stata manipolata, mente e corpo, facendole assimilare le capacità combattive di Deathstroke ma anche tutte le abilità combattive di Ra's al Ghul, rispettivamente nemico numero uno di Nightwing. e nemico numero uno del suo mentore, Batman.
Lilian, invece, era stata concepita per uccidere l’uomo d'acciaio, in un progetto diretto da
Lex Luthor in persona. Aveva fatto della ragazza la più abile creatura di piromanzia esistente partendo dal DNA di Claire Selton, meglio nota come Vulcana, e mischiandolo con quello di altri esperti di piromanzia.
L’avevano allenata contro la sua volontà a incendiare ogni cosa, piante, edifici, animali e persone vive, bambini e neonati. Lei non ce la faceva, cosciente di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Un giorno, però, venne travolta dalla paura e il laboratorio andò completamente a fuoco; inservienti, dottori e professori compresi. 
Da quell’incidente solo le due bambine sopravvissero.
Dopo quel fatto, Lilian rimase in silenzio per diversi mesi limitandosi a piangere senza mai proferire parola. Finché quel giorno non incontrarono i membri della Justice League, finché quel giorno Cyborg non decise di addottarle e affidare alla persona della quale aveva più fiducia il loro addestramento: Dick sapeva che quello sarebbe stato uno dei compiti più difficili e importanti della carriera di Nightwing.

 

Evelyn e Anya si erano recate nella loro stanza preferita dopo aver terminato le pulizie della sala di allenamento. Certo, Anya avrebbe potuto fare anche a meno, ma si era sentita in obbligo di farlo visto che aveva imbrogliato nella corsa per decidere a chi sarebbe spettato questo ingrato compito. 
Si trovavano nella camera in cui il padre di Evelyn, Dick Grayson, collezionava buona parte dei gadget che usava per combattere il crimine. Con grande fervore l’uomo spiegava come analisi tattica e investigazione fossero le vere armi da usare contro il crimine e che, prima di diventare degli eroi, avrebbero dovuto imparare ad essere dei grandi detective. Gli occhi delle due ragazze erano fissi su di lui in contemplazione.
Vista l’ora le due avrebbero dovuto prepararsi per andare a scuola ma Rachel era affascinata nell’osservare come sua figlia Evelyn e la sua amica, figlia di Victor Stone, il loro amico Cyborg, fossero così ammaliate dall’apprendere tutte quelle nozioni. Ciò che più colpiva Rachel era il modo in cui ammiravano il concetto di “giustizia” che gli veniva descritto da Dick. Erano così affascinate che si vedeva nei loro occhi la volontà di fare qualcosa per poter portare l’onestà in quella città ancora corrotta e marcia.
In tutti quegli anni, a nulla erano valsi gli sforzi di Dick, della sua Bat Famiglia e dei vari eroi sparsi per tutti gli Stati Uniti.
Quando parlava di giustizia, Dick era ammaliante e ipnotico, aveva dedicato la vita a quella causa e, sebbene fosse passato tutto quel tempo, la fiamma del dovere era ancora viva e accesa dentro di lui. Tutto ciò spaventava Rachel, era questo il motivo per cui lei gli aveva chiesto di abbandonare il ruolo di Nightwing e dedicarsi solo alla famiglia.

Glielo aveva chiesto con la piena consapevolezza del proprio egoismo ma, dopo tutti quegli anni e quello che avevano passato durante la lotta al crimine, aveva paura di perdere non solo l’uomo che amava, ma di perdere anche il padre di sua figlia.

Lei era a conoscenza di cosa era successo alla prima squadra di Dick, i suoi vecchi compagni - pensava Rachel - avevano sì conquistato grandi traguardi ma pagando tutti un caro prezzo. Dopo aver lasciato i Giovani Titani, Aqualad era diventato ambasciatore delle Nazioni Unite per Atlantide ma aveva perso la sua compagna Tula durante una missione. E che dire di Speedy? Caduto nel vortice dell'eroina. Pure Wonder Girl era diventata ambasciatore per le Nazioni Unite nel ruolo di rappresentante di Themyscira ma il suo matrimonio si era infranto sotto i colpi del dovere; e infine Kid Flash…quella era la ferita più profonda e dolorosa, Nightwing aveva visto il compagno scomparire nel nulla, risucchiato da un campo di energia. Il gesto eroico di Kid Flash aveva sì salvato la Terra ma aveva lasciato un vuoto incolmabile nel petto di Dick. 
Fu allora che Rachel cominciò a ricordare di Joker, quando quella volta le comunicarono che era riuscito a colpire mortalmente Barbara Gordon. La donna aveva deciso da poco di ritirarsi dall'attività da vigilante abbandonando i panni di Batgirl, ma fu comunque vittima incolpevole di quel mostro sghignazzante. Barbara riuscì a sopravvivere alle ferite ma da quel giorno rimase legata a una sedia a rotelle.
Anche questa notizia distrusse Dick, e fu proprio in questa circostanza che Rachel ebbe il timore che il suo compagno potesse venire meno al giuramento imposto dal suo mentore: non uccidere mai, nemmeno per vendetta.
Quando si conobbero lei non ci pensava molto ma da quando era diventata madre la terrorizzava l’idea che Dick potesse morire durante una missione. Sapeva cosa voleva dire crescere i figli senza un genitore, lei l’aveva vissuto in prima persona. Nel suo caso, però, era stato un bene, visto che suo padre Trigon l’aveva tormentata per tutta la vita, fino a spingersi sul punto di provare ad annientarla. Cosa che, tra l’altro, era quasi riuscito a fare.

Ma lei era riuscita a sopravvivere, era riuscita a svoltare, finalmente viveva a pieno la sua vita ed era felice.
Era diventata madre, un’esperienza incredibile che l’aveva cambiata e che le aveva portato altra gioia nella vita, una vita felice.
Felice.
Era proprio quella parola che la spaventava.
Aveva paura di perdere quella felicità, proprio come era successo a tutti gli amici eroi che avevano combattuto al fianco di Dick.

Erano questi i motivi che l’avevano spinta a chiedere al compagno di ritirarsi. Ma il desiderio di giustizia di Nightwing sembrava impossibile da placare. Un sentimento profondo che condivideva con i suoi fratellastri.
Nonostante fosse sempre una scheggia impazzita, Jason Todd quando vestiva i panni di Red Hood era incorruttibile. Oramai faceva coppia fissa con tale Aisha, un agente del Mossad incontrata durante una missione a Tel Aviv. Dopo averla convinta a seguirlo a Gotham, l’aveva aiutata ad entrare nella CIA e ora, sotto il nome di Aaliyah Lopes, combatteva il crimine spalla a spalla con il suo compagno.
Anche Tim Drake quando serviva riprendeva i panni di Red Robin, la sua vita era un po’ più tranquilla da quando era andato a convivere Bernard Dowd, il suo compagno, ma nulla era più importante di rispondere pronto alla lotta all'ingiustizia.
C’era poco da fare, la famiglia dei pipistrelli era troppo devota al dovere per scendere a compromessi con l’amore, e ormai Rachel ne aveva piena consapevolezza.
Amava quell’uomo proprio per quella sua dedizione al giusto ma lei aveva paura di perderlo proprio a causa del suo attaccamento al dovere e alla legalità .
Mentre era assorta nei suoi pensieri fu interrotta da una figura minuta che si affacciava nella sala dalla porta principale. Quella sagoma le faceva tenerezza, era così dolce e goffa nella sua innocente semplicità, eppure nascondeva in sé un enorme potere distruttivo. 
«Vieni pure avanti Lilian, ti aspettavo»
«Buongiorno Signora Roth, grazie mille per avermi ricevuto così presto!»
«Non ti preoccupare Lilian» rispose Rachel «e smettila di chiamarmi Signora Roth, chiamami Rachel, è più che sufficiente»
«Certo Signora R…Rachel. Per caso il Signor Martian Manhunter le ha già spiegato la mia…situazione?»
«Si, J'onn mi ha già spiegato tutto e sono sicura che insieme sistemeremo tutto, non ti preoccupare».
La ragazza fece un timido sorriso, per la prima volta da quando era entrata nella stanza si sentì più tranquilla.
Questo sentimento durò poco, perché in quell’istante arrivarono Evelyn e Anya. Gli occhi di Lilian si spalancarono e si illuminarono: «Ciao Sorellona, che piacere vederti!».
E si mise a correre verso Anya. Quest’ultima la prese e stringendola a sé la alzò leggermente da terra:
«Eccola qui la mia piccola diabla! Come procede il tuo addestramento?»
«Sta procedendo, ho imparato a controllare un po’ meglio il mio potere ma faccio ancora fatica! Però ho imparato questo!»
Lilian alzò l'indice, come per chiedere la parola, ma, dopo un attimo di concentrazione, dal suo dito scaturì una fiamma poco più grande di quella di un accendino.
Anya e Evelyn restano affascinate e subito si congratulano con l’amica per il traguardo raggiunto.
A prima vista poteva sembrare un giochetto di magia, una cosa da poco, ma loro sapevano bene che non lo era, anzi controllare quel potere non era cosa da poco.
Il merito di quei miglioramenti lo si doveva anche ad Anya, fin da subito si mise nei panni della sorella maggiore seppur le due non avessero reali legami di sangue: la famiglia Stone, dopo tutto quello che aveva passato, era più unita che mai.
Presa nei suoi pensieri, Rachel si diresse verso le ragazze dicendo:
«Anya, Evelyn, per favore, andate a prepararvi per andare a scuola! Avete gli ultimi giorni di liceo e sarebbe davvero brutto arrivare tardi, forza!»
Anya diede due dolci colpetti sulla testa di Lilian e le disse:
«Mi raccomando, metticela tutta sorellina! Ci vediamo stasera a casa!».
La sorella regalò un sorriso ad Anya salutandola con la mano.
«Sei pronta Lilian?» interruppe Rachel seduta ad un tavolo.
La ragazza rispose con un cenno di capo e le si accomodò di fronte. 
«Per far emergere e controllare il tuo potere devi cercare di sgombrare la mente ed essere calma. Il tuo potere è come il mio, viene condizionato direttamente dalle emozioni, più sentimenti provi e più energia rilasci. Controllare se stessi non è semplice, richiede tanta concentrazione e non sempre è possibile; quindi devi capire quando riesci a trattenerti e quando puoi sfogare i tuoi poteri.»
«Come posso fare?»
«Facciamo una prova, mostrami come generi fuoco dal dito.»
La ragazza ripropose la piccola fiammella alzando l'indice. 
«Adesso prova a pensare a tua sorella e mantieni accesa questa fiamma».
La ragazza si mostrò sorpresa, non capiva bene quel che avrebbe dovuto fare ma segui le indicazioni.
«Ora, invece pensa a qualcosa che ti fa arrabbiare, cosa ti fa arrabbiare?»
«Oddio, non saprei… - rispose Lilian a Rachel - non sono una che si arrabbia spesso…»
« E se qualcuno facesse del male a tua sorella?» la incalzò la mentore.
La ragazza fece sobbalzo, evidentemente era stata presa alla sprovvista. In quell’istante la piccola fiamma esplose fino a ricoprirle di fuoco tutta la mano.
«Ecco, intendevo proprio questo. Non ti preoccupare, è normalissimo. Come vedi tu stessa, non appena hai pensato a tua sorella in pericolo, hai reagito di getto e la tua fiamma ha cominciato ad ardere più forte. Ora però concentrati, e riduci il fuoco fino a renderlo una fiammella sul tuo dito.»
«Oddio, mi dispiace! Io…cioè io…»
«Ascolta Lilian, stai tranquilla, ti ripeto: è tutto normale. Succederebbe anche a me se sapessi che Evelyn o Dick fossero in pericolo. Reagirei così anche io se non avessi imparato a suon di errori a controllare i miei impulsi in pubblico. Perché diciamocelo, il vero problema è mostrarsi davanti a gente che non comprende i nostri poteri».
Mentre Rachel parlava, Lilian aveva chiuso gli occhi cercando di isolare la sua mente e i suoi pensieri. Dopo un paio di respiri ben distesi riuscì a calmarsi e la sua fiamma si ridusse fino a occupare la sola punta del dito.
«Vedi Lilian la parte più difficile è imparare a trattenere gli impulsi, primo perchè è meglio che nessuno conosca il tuo segreto, ne va della tua stessa incolumità, e poi … sai quanto potrebbe essere…potente…il tuo potere?»
Lilian continuava a tenere gli occhi chiusi cercando di concentrarsi, ma ebbe modo di  rispondere:
«Si…purtroppo ne ho idea…»
«Perché quel purtroppo Lilian?»
«Perchè questo potere mi fa paura, ho paura di non riuscire a controllarlo, ho paura di fare male alle persone che mi sono vicine, alle quali voglio bene…»
«Sai bene che tuo padre e tua sorella hanno seguito diversi corsi per essere pronti ad aiutarti nel caso avessi una crisi, sono tutti preparati»
«Si ma non ci sono solo loro, a scuola ci sono i miei amici, loro non sono…preparati…»
Rachel rimase sorpresa di queste parole.
Aveva visto quella ragazzina crescere fin da piccola, e negli anni aveva capito che era davvero difficile farle proferire parola. Chi provava ad avvicinarsi rimaneva sempre deluso, lei si nascondeva continuamente dietro a suo padre o a sua sorella… Ma ora finalmente sembrava fosse uscita da quella crisalide di paura che l’aveva sempre protetta, o contenuta. Era finalmente uscita dal suo guscio. E proprio per questo era molto importante seguirla nel suo percorso di crescita. Dopo tutta quella fatica un passo falso avrebbe potuto segnarla per sempre, rischiando di farle perdere fiducia in se stessa che aveva conquistato con tanti sforzi, portandola a chiudersi nuovamente in sé stessa.
«Chi sono questi tuoi amici? Come si chiamano?»
Lilian sul momento fu sorpresa della domanda ma non ebbe remore a rispondere pensando  che tutto quel che faceva in quelle ore fosse parte integrante del suo allenamento:
«C’è Jared, abbiamo fatto amicizia ancora al primo anno, abita nel nostro stesso quartiere. È un pò pazzo, gli piace andare sullo skate e fare cose stupide ma alla fine è un bravo ragazzo. Poi c’è Valery, una ragazza bellissima che vuole diventare modella, adesso fa dei video sul web dove condivide tutorial di make-up e recensisce i prodotti cosmetici…e poi…»
Per un attimo la fiamma della ragazza oscilla leggermente, come se esitasse.
«…poi c’è Seth, ma è soprannominato Oz per via del suo cognome. Sai, lui suona in una band, tanti lo trovano strano perchè si veste in modo particolare, ascolta musica estrema ed è sempre molto estroverso, diretto e schietto. Ed io lo trovo…»
Rachel sorrise: «Carino?»
La fiamma di Lilian oscillò nuovamente ma in men che non si dica tornò alla sua forma originale.
«Prometti di non dire niente a papà?» cercò di rassicurarsi Lilian.
«Tranquilla, non mi permetterei mai, so quanto è protettivo Victor…»
«Si, Seth mi piace, siamo entrambi troppo timidi per sbilanciarci e dircelo. Io ho paura di rovinare la nostra amicizia e poi ho paura di fargli del male, tipo….tipo…»
«Tipo….cosa?»
Lilian fece un respiro profondo, poi con decisione rispose:
«Ho paura di bruciarlo vivo con il mio potere».
Rachel non nascose la sua soddisfazione: «Prendere consapevolezza del tuo potere è un passo in avanti per affrontare la tua paura. Dirlo ad alta voce ti aiuta a essere più cosciente del tuo potere. Stiamo andando molto bene Lilian, sei migliorata molto in questi anni, complimenti».
Lilian teneva ancora gli occhi, voleva mostrare a Rachel quanto fosse migliorata dopo l’allenamento svolto alla sede della Justice League. La sua concentrazione e il suo impegno erano chiari: la fiamma sul suo dito continuava a bruciare, ferma e costante.
Rachel stuzzicò la ragazza per capire meglio come poter continuare l’allenamento, solo facendola esplodere di emozioni avrebbe capito i punti deboli della mente dell’allieva.
«E se Oz ti baciasse che faresti?» disse Rachel con fare provocatorio.
Lilian aprì di colpo gli occhi ed una sfera di fuoco si scagliò improvvisamente contro la parete. Di certo, una parte di cucina era in fiamme.
L’incendio durò il tempo di un battito di ciglia, Rachel intervenne subito e rinchiuse le fiamme all’interno di un’ombra nera scongiurando ogni pericolo.
«Oddio, Rachel scusami, scusami davvero! Mi hai preso di sorpresa e io…»
«Tranquilla Lilian, questo incontro serviva a entrambi per capire su cosa lavorare. Ti assicuro che l’amore è il sentimento più complesso da controllare, te lo dico per esperienza».
Lilian abbassò lo sguardo e strinse forte i pugni: «Vedi, è per questo che ho paura di aprirmi con lui…»
Rachel accarezzò la guancia della ragazza con affetto: «So benissimo cosa provi Lilian, ci sono passata e so quanto sia difficile per te, ma devi ricordarti sempre una cosa: continua a ripetere a te stessa di essere felice, ti assicuro che non c’è cosa più bella di vivere una vita felice».
Lilian guardò con ammirazione la donna e, trattenendo con tutta se stessa una lacrima che cercava di uscire dai suoi occhi color sabbia perlato, regalò un sorriso a Rachel. 
«Torniamo ad allenarci?» dichiarò la giovane.
Rachel sorrise e si mise nuovamente a sedere di fronte a Lilian.

   
 
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