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Autore: Flofly    01/12/2023    3 recensioni
Natale è nell'aria. C'è chi lo ama, chi lo odia, chi tifa per Yule e chi per Babbo Natale.
Una raccolta caotica di storie, a cominciare dal titolo.
Perché Natale, si sa, è uno stato d'animo
Coppie Canon e non, amicizia e qualche elfo ogni tanto.
Tutte le storie partecipano al "Calendario dell'avvento 2023 indetto da Sia e Cora sul forum Ferisce la penna"
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Vari personaggi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Love your (s)Elf

 

Quando Ted aveva detto di avere programmi per quella sera visto che i suoi genitori non c’erano, Andromeda aveva pensato a tutt’altro.

Per questo si era messa il suo vestito nero preferito, quello che le aderiva come una seconda pelle e che faceva venire l’emicrania a sua madre, ed era sgattaiolata fuori da Villa Black.

Due passaggi di Passaporta, giusto per evitare che qualcuno potesse seguirla, e si era ritrovata in tacchi alti e capelli perfetti davanti alla porta Babbana di Ted.

Quando lui le aveva aperto la porta, con un gran sorriso e un maglione rosso con sopra la scritta Love your (s)Elf, però, tutte le sue previsioni erano andate in frantumi. Fortuna che lui la baciò con foga prima che potesse chiedergli che erbe fumassero a Tassorosso, se quella era la sua idea di “serata speciale”.

«Non pensavo saresti venuta sul serio! Già immaginavo mi avresti mandato un gufo per dirmi che eri stata trascinata a qualche pomposo ricevimento» le disse, esageratamente allegro, tenendole la porta e invitandola a entrare.

«Era più una partita di poker magico con scommesse a partire dai cinquecento Galeoni, ma fa niente. Spennerò Malfoy un’altra volta, crede di saper giocare, ma perde miseramente da quando siamo bambini» rispose, guardandosi con circospezione attorno: se la maggior parte dell’arredo le era famigliare, seppur ricoperto di lucine e strani pupazzi vestiti di rosso, quello strano aggeggio dal quale uscivano voci era piuttosto inquietante. Che fosse maledetto?

«Sei bellissima» Ted l’aveva aiutata a togliersi il mantello e ora la guardava rapito. Poi, ovviamente, dovette rovinare tutto: «Però credo che non starai molto comoda per vedere il film. Vuoi che ti vada a prendere un maglione? Ne ho uno con un tasso con un cappellino di Natale, me l’ha fatto Molly lo scorso anno, è stupendo».

«Ted, a parte me, tu hai davvero un gusto orribile» sbottò. «Non ho idea di cosa sia un film, ma pensavo fosse una scusa per stare insieme senza doverci nascondere sulla Torre di Astronomia.  E per stare insieme intendevo in senso letterale. Vuoi che ti faccia un disegnino?»

Come al solito Ted non si scompose, limitandosi a darle un bacio sulla spalla scoperta, mentre l’abbracciava da dietro «Hai detto che odi il Natale, no? E io ho la cura perfetta: biscotti appena sfornati, vino speziato e un bel film di Natale. E me, ovviamente».

Nonostante le sembrasse che parlasse un’altra lingua, Andromeda non poté fare a meno di rilassarsi nel suo abbraccio. In fondo, non poteva essere così tragica... E poi non le dispiaceva l’idea di passare un’oretta con Ted e un bel bicchiere di whiskey incendiario invecchiato cento anni, direttamente versato dalla fiaschetta d’argento che si portava dietro da quando aveva capito che Rosmerta allungava troppo le bevande.

«Mettiti comoda, devi solo guardare il televisore» aggiunse Ted, trascinandola verso il divano e indicando il mostro rumoroso davanti a loro. «Vieni, appoggiati a me, vedrai ti piacerà. E poi guarda che bella copertina calda che ho tirato fuori».

«L’hai rubata alla Sala Comune? No, lascia stare, non voglio neanche sapere da dove viene. Per fortuna ha un buon odore». Andromeda si sedette sospirando. D’altronde se riusciva ad amarlo pur essendo un Babbano Tassorosso, poteva farlo anche quando pretendeva di passare uno dei pochi giorni di libertà durante le vacanze invernali a fare qualcosa di assolutamente inutile.  E poi non avesse il coraggio di dire che non era romantica!

 

 

Due ore dopo, capì di essersi profondamente sbagliata.

«Ted, ma che idiozia è mai questa? Quelli sono elfi per voi?» chiese inorridita.

«Sono elfi di Babbo Natale, non elfi domestici, c’è differenza» spiegò Ted, come se le stesse dicendo che la luparia e l’aconito erano la stessa cosa.

«E Babbo Natale sarebbe il grassone con la barba bianca e il naso da avvinazzato? Per Merlino, certo che siete strani».

«Non sei carina, Drom. Non si dà del grassone alle persone, specialmente a Babbo Natale» sghignazzò, ridendole contro la pelle morbida del collo.

«Se non sapete reggere la realtà, è un problema vostro, non mio. Ma poi cosa avete contro Yule? Perché dovete trasformarlo in una pagliacciata con le lucine pacchiane?» tentò di rimbrottare, cercando di ignorare la lingua di Ted che tracciava linee sottili e fantasiose sui suoi punti sensibili.

«E non hai ancora sentito le canzoni natalizie…» bofonchiò, mentre lei si girava a guardarlo inorridita.

«Avete anche le canzoncine? Per Salazar Serpeverde, Ted… tu mi vuoi morta» dichiarò teatralmente, immaginando per un attimo il salone di Villa Black riempirsi di elfi dalle facce simpatiche e con cappellini rossi che canticchiavano, spostando le preziose decorazioni scelte da Narcissa. Sarebbe stato divertente… probabilmente a sua madre sarebbe venuto un infarto. Il che, a pensarci bene, sarebbe stato un ottimo regalo di Natale.

«Twinkle, twinkle, little star…» canticchiò Ted con gli occhi brillanti, mentre le scostava un ricciolo ribelle dal viso. Poi si chinò a baciarle leggero le labbra. «Tu sei la mia stella più luminosa, Drom».

«Minimo una galassia, Tonks» rispose, ingoiando con un bacio che sapeva di pan di zenzero quell’assurda voglia che le era venuta di passare il resto delle vacanze su quel divano, a farsi coccolare da Ted e ad insultare i suoi film Babbani. « E togliti quel maglione, per Merlino».

«Pensavo con non me lo avresti più chiesto…» ghignò soddisfatto, baciandola ancora con sempre più foga, mentre lei l’aiutava a disfarsi di quello sciocco pezzo di lana. Per carità, Molly era tanto carina, ma ci mancava solo lei a fornirgli abbigliamento assurdo.

 

 

 

Ritornando a casa a notte ormai fonda, Andromeda non riusciva a smettere di ripensare a quella serata. Di certo non era stato niente di convenzionale, almeno per lei.

Se qualche anno fa le avessero detto che avrebbe passato una sera in una casa Babbana, a guardare degli strani elfi con problemi di abuso di saccarosio, probabilmente avrebbe Cruciato il povero malcapitato.

Eppure, adesso che aveva lasciato il calore dolce di quella casa per tornare ai marmi brillanti e alle decorazioni di Yule in cristallo purissimo, era come se le mancasse qualcosa.

«Dove sei stata? Irma mi ha scritto che non sei andata da loro stasera».

La figura esile di Narcissa era immobile sulle scale, con lo stesso vestito candido con cui l’aveva vista salire in camera nel pomeriggio.

«Non dirmi che sei rimasta qui ad aspettarmi. Te l’avevo detto che avevo da fare» rispose di getto. Poi si ammorbidì, notando il lampo di tristezza negli occhi azzurri di Narcissa. Le si avvicinò, sedendosi accanto a lei e passandole un braccio attorno alle spalle «Oh, andiamo, non fare così. Sai che mi annoio, non sanno neanche giocare decentemente a poker. Non come una certa sorella di mia conoscenza, anche se si rifiuta di farlo in pubblico».

Narcissa sospirò «So quando giocare le mie carte, Meda. E di certo non lo farò per qualche centinaio di Galeoni. Mi avevi promesso che avremmo passato queste vacanze insieme. E, invece, Bellatrix è sempre via e anche tu sparisci nel cuore della notte. Vorrei proprio sapere chi è che è degno di tutte queste tue attenzioni…».

Un nato Babbano Tassorosso pensò, senza però dirlo. Si limitò, invece, a fare una carezza sulla testa bionda della sorella, ignorando la domanda. «Domani sarò tutta per te, va bene? Basta che non mi costringi a guardare gli elfi che sistemano le candele per la centesima volta perché a te non stanno bene»

«Se quegli stupidi esseri capissero le istruzioni, non sarebbe necessario!» sbottò la minore, alzandosi di scatto. Poi la fissò a lungo. «Se mi abbandonerai anche questa volta non ti perdonerò mai, Meda».

Domani? No, domani sarebbe stata ancora in quella casa. Domani avrebbe ancora fatto parte della famiglia Black, avrebbe scherzato con le sue sorelle, litigato con Bellatrix, ignorato i gufi di Lucius che la pregava di convincere Narcissa ad accettare i suoi inviti ad uscire.

Si, domani sarebbe stato ancora tutto normale.

Ma un giorno…

«Stai tranquilla, Cissy. Te l’ho promesso, no?» rise leggera, ignorando lo sguardo penetrante della sorella.

Narcissa non rispose, limitandosi ad accettare il suo bacio della buonanotte, senza ulteriori recriminazioni.

Stava salendo le scale, quando la stupida canzoncina di Ted le iniziò a risuonare nella mente.

«Twinkle, twinkle…» canticchiò a mezza voce sovrappensiero. Narcissa si girò di scatto, guardandola come se fosse impazzita.

 «… little Krampus» si affrettò ad aggiungere.  Poi concluse, secca« Beh, che Yule sarebbe senza Krampus?».

«Qualcosa di Babbano, direi. E noi odiamo i Sanguemarcio, Meda. Ricordi? Toujours pur» sibilò Narcissa, prima di sparire nelle sue stanze.

Dannazione, doveva stare più attenta. E maledetto Ted e il suo Natale Babbano.

Anzi, a proposito la prossima volta avrebbe dovuto decisamente ammetterlo.

La sua canzoncina era decisamente migliore di quella Babbana.

E poi, sul serio, voleva davvero mettere gli elfi canterini con  i Krampus assetati di sangue?

 
 

Buon primo Dicembre!
Inizio con una delle mie coppie preferite, soprattutto quando Andromeda è nella sua fase selvaggia da Serpeverde.

Questa storia, così come le altre che spero arriveranno partecipano “al Calendario dell'avvento 2023 indetto da Sia e Cora sul forum Ferisce la penna". Se ami il Natale ( o sei team Yule) facci un salto, sono certa che troverai delle storie interessanti.

 

Il prompt di oggi : Guardare insieme un film natalizio.
 

   
 
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