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Autore: Flofly    02/12/2023    3 recensioni
Natale è nell'aria. C'è chi lo ama, chi lo odia, chi tifa per Yule e chi per Babbo Natale.
Una raccolta caotica di storie, a cominciare dal titolo.
Perché Natale, si sa, è uno stato d'animo
Coppie Canon e non, amicizia e qualche elfo ogni tanto.
Tutte le storie partecipano al "Calendario dell'avvento 2023 indetto da Sia e Cora sul forum Ferisce la penna"
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Vari personaggi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Attenzione: accenni a gravidanze non portate a termine
 
 
Ancora prima di aprire gli occhi, Narcissa può sentire l’odore. É qualcosa di indefinibile, un sentore soffice e pungente che sa di freddo e di vento che passava attraverso gli abeti delle foreste attorno a Hogwarts, che si insinuava attraverso le grandi finestre della camera padronale.
Era la prima neve, quella che aveva tardato così tanto ad arrivare. Era stata ad Andromeda a insegnarle a riconoscere quell’odore, svegliandola anche nel cuore della notte, con gli occhi brillanti, per trascinarla fuori.
Scosta piano il braccio di Lucius che durante la notte l’aveva cercata stringendola a sé, sollevando piano la coperta di seta ricamata a mano. Avanza silenziosa verso la finestra, scostando appena le grandi tende di velluto scuro, quel tanto che bastava per sbirciare fuori.
Aveva ragione, come sempre. I giardini all’italiana del Maniero erano ricoperti da un soffice manto di neve candida, ancora fresca. Nulla era stato toccato, non c’é un’ombra a sporcare quella perfezione.
Sospira, posando senza pensare la mano sul ventre ancora piatto.  Venti settimane, e può sentirla quella piccola vita che cresce dentro di lei, che costringe i suoi organi a spostarsi, il suo cuore a pompare più sangue, il suo cervello a ragionare in modo diverso.
Venti settimane non sono niente ed , allo stesso tempo, significano tutto. Sono paura e gioia, terrore e unghie nell’anima per quella creatura che significa già tutto per lei.
Spinge più forte la mano, quasi potesse accarezzare quella creatura che è fatta di lei e di Lucius, e che per ora è solo un nome dolce che non ha il coraggio di dire ad alta voce, per paura di farlo sparire.
Il Medimago ha raccomandato riposo assoluto, eppure c’è una cosa che deve fare assolutamente, qualcosa che non fa da anni, da quando ancora la sua famiglia era fatta di due sorelle così diverse eppure così simili.
Adesso Andromeda l’ha abbandonata e Bellatrix è rinchiusa in una cella ad Azkaban. Fa male pensare a loro, cerca di non farlo, di rifugiarsi tra i marmi lucenti di casa sua e l’abbraccio caldo di Lucius. Ma ora non è più sola, non ora che quel bambino si fa strada dentro di lei.
Non sa quando ha deciso che è un maschio, questo esserino che risucchia tutti i suoi pensieri e assorbe ogni sua energia, né come faccia a sapere che questa sarà la volta giusta, che non si troverà a sperare di scivolare via come quel grumo di sangue che si stacca da lei.
Eppure lo sa. C’è qualcosa dentro di lei che le urla che alla prossima prima neve ci sarà il suo bambino con lei. Un bambino cui insegnare a riconoscere il profumo più magico del mondo, con cui guardare estasiato quella coperta candida che avvolge tutto della magia che scorre antica nelle loro vene.
E a cui insegnare a fare i pupazzi di neve, così come Andromeda e Bellatrix l’hanno insegnato a lei nei giardini immacolati di Villa Black.
Si veste velocemente, facendo meno rumore possibile, prima di sgattaiolare fuori, così come faceva da bambina.
Resiste alla tentazione di buttarsi in terra, ora che nessuno può vederla, riempirsi le mani e gli occhi di quella neve soffice che non la giudica, che non le richiede di essere sempre perfetta.
Muove la bacchetta, lasciando che quella massa candida si muova docile sotto il suo tocco. Prima il tronco, poi gli arti, infine la testa. Una sagoma tondeggiante, morbida e rassicurante. Una forma infantile, che la riporta a dei pomeriggi lontani. Alliscia, snellisce, definisce. Tutto deve essere perfetto.
Quello non è solo un pupazzo di neve. Quello è il primo pupazzo di neve per il suo bambino, e non c’è niente che possa essere meno che perfetto.
Sta lavorando sull’espressione, cercando quella più adatta, il quadro perfetto da distruggere prima che qualcuno possa vederlo.
Ed è allora che sente dei passi dietro di lei, passi che conosce fin tropo bene.
Lucius non dice niente, si avvicina al pupazzo di neve con uno strano sorriso sul volto. Stringe tra le mani qualcosa, ma è solo quando la avvolge attorno al collo del pupazzo che Narcissa scoppia a ridere.
É una sciarpa dai colori verde e argento, che Lucius avvolge stretta attorno al collo farinoso, quasi stesse mettendola su un essere umano e non su un fantoccio di neve. Poi si allontana, a osservare il risultato.
“Meglio abituarli sia da piccoli. Non vorrai mica che nostro figlio o nostra figlia possano finire a Tassorosso?” -chiede, con un tono che non sa definire se ironico o veramente preoccupato. Poi si avvicina e la stringe forte, mentre lei non riesce a smettere di sorride.
E anche se sente la paura del dolore sotto la pelle di suo marito, lo stringe più forte, cercando di trasmettergli quella certezza che sente dentro di sé come una verità indissolubile.
“Il prossimo anno lo faremo con Draco, Lucius. Te lo prometto> mormora sorridendo contro il suo petto.
Si, quello è il primo pupazzo di neve, ma non sarà l’ultimo.
Ben presto ci saranno ditine paffute e gambe instabili a giocare tra la neve. E grandi occhi grigi che guarderanno un ammasso di neve e ci vedranno tutto l’amore del mondo.
 


 
Questa storia partecipa “al Calendario dell'avvento 2023 indetto da Sia e Cora sul forum Ferisce la penna". Prompt : Pupazzo di Neve. Ps l'idea dell'odore della prima neve è preso da Gilmore Girls

 
   
 
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