Anime & Manga > Gundam > Gundam SEED/SEED Destiny
Segui la storia  |       
Autore: Shainareth    15/12/2023    1 recensioni
[Gundam SEED/Gundam SEED Destiny/Gundam SEED Freedom] Raccolta di shot incentrate di volta in volta, come da titolo, su una o più fotografie. Ogni capitolo sarà dedicato a uno o più personaggi contemporaneamente. Mi riserbo di alzare il rating in caso la necessità dovesse richiederlo.
01. ZAFT
02. Athrun & Cagalli
03. Miriallia Haw
04. Ficcanaso
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


ZAFT

 
Quella foto portava con sé ricordi importanti. Persone che non c’erano più. Avevano iniziato in sette e ne erano rimasti in piedi meno della metà.
   Rusty, Miguel, Olor. Nicol, che fra tutti era stato quello che aveva insegnato loro il vero significato della parola sacrificio. Lui, il più giovane e allegro, il più buono. Il migliore.
   Serrando le mascelle e distogliendo lo sguardo dal suo viso per non cedere troppo alla commozione, Yzak si soffermò sui tre superstiti. Dearka, che tutto sommato se la cavava ancora bene, nonostante i brutti momenti passati soprattutto durante la prima guerra. Athrun, che quel giorno non avrebbe mai potuto immaginare che il mondo gli sarebbe crollato addosso e che ora aveva dato un taglio netto al doloroso passato, preferendo vivere sulla Terra - non soltanto per rimanere accanto alla persona amata.
   E poi c’era lui, Yzak stesso. Serio in volto, impettito, rigido e dall’atteggiamento sprezzante, mentre stringeva in mano il suo diploma. Ricordava ancora il momento esatto in cui era stata scattata quella foto: se per molti era stato un giorno di festa, per lui invece la gioia era stata macchiata dall’onta di essere stato soltanto il secondo miglior studente del loro corso. Athrun lo aveva battuto per un soffio e lui lo aveva detestato, per questo.
   Se avesse potuto, sarebbe tornato indietro nel tempo per prendere a schiaffi il ragazzino arrogante che era stato, gridandogli contro che non erano quelle le cose importanti. Che la vita sapeva essere molto più crudele, strappando dal petto di ognuno non soltanto sogni e convinzioni, ma soprattutto persone care.
   Con un moto di stizza, lanciò di taglio la foto sulla scrivania, indeciso come sempre se inserirla in una cornice e metterla in vista o se piuttosto chiuderla ancora una volta in un cassetto. Ci tornava spesso su, quando si sentiva malinconico, per ricordare a se stesso la strada che aveva percorso fino a quel momento. La strada che tutti loro avevano scelto. La strada che, per altri, si era interrotta troppo presto.
   Si abbandonò contro lo schienale della poltrona e socchiuse gli occhi, ma quel momento di riflessione fu interrotto da un frastuono proveniente dal corridoio. Subito si affrettò a uscire dall’ufficio per controllare cosa fosse accaduto e si trovò davanti una scena piuttosto singolare: Shiho Hahnenfuss a terra, mentre Kira Yamato si affrettava ad aiutarla a rimettersi in piedi e Lacus Clyne continuava a scusarsi con la ragazza.
   «Ma che...?»
   Yzak non fece in tempo a chiederlo che Dearka gli si fece vicino, porgendogli una cartellina. «Stava venendo a portarti questo, ma sfortuna ha voluto che uno di quegli affari le capitasse fra i piedi», spiegò con un sorriso mesto, lieto almeno che la sua collega, cadendo, non si fosse fatta nulla.
   «Quali affari?» chiese il Comandante Joule, accigliandosi mentre osservava Shiho che sorrideva con aria gentile a un altrettanto gentile Kira.
   La risposta gli arrivò direttamente in testa, rimbalzando e gracchiando parole sconnesse. «Maledizione!» si sentì gridare dal fondo del corridoio, così che la sonora imprecazione dell’albino venne quasi del tutto coperta.
   Si voltarono e videro Shinn Asuka che, strepitando per il nervoso, rincorreva una palla metallica rosa, mentre dietro di lui Lunamaria Hawke cercava di tenere il passo pur stringendo al petto altri oggetti simili, ma di colori differenti. Gli occhi di Yzak saettarono in direzione del Comandante Yamato e, avvicinandosi, subito sottrasse la mano di Shiho dalla sua. «Perché dovete portarveli dietro tutte le volte?!»
   «Ah...» balbettò Kira, indietreggiando appena. «Veramente...»
   «Santo cielo!» esclamò Lacus, portandosi le mani al viso con fare colpevole. «Kira non c’entra. È stata una mia idea», dichiarò un momento dopo, tornando serafica come sempre. «Ho pensato che avrebbero vivacizzato l’ambiente.»
   Calò il silenzio, rotto solo dal chiasso degli Haro e dalle imprecazioni di Shinn, che proprio non riusciva a raggiungere - e debellare - Pink-chan. Poi, incapace di arrabbiarsi con Lacus poiché in passato era stato un suo grande fan, Yzak tornò ad assalire il povero Kira. «Questo è un ufficio governativo!»
   «Sì, me ne rendo conto, ma...» tentò di ribattere l’altro, facendo un altro passo indietro e non riuscendo a non dare ragione ad Athrun, quando gli aveva descritto il carattere dell’ex compagno di accademia.
   «Dagli tregua!» intervenne Dearka, mettendosi in mezzo per evitare che Kira si ritrovasse ingiustamente con le spalle al muro sotto tutti i punti di vista. Yzak tentò di darsi una calmata, ma continuò comunque a guardare male il collega dalla candida uniforme uguale alla sua. Fu allora che il Capitano Elthman si rivolse al Comandante Yamato e gli posò una mano sulla spalla con fare amichevole. «Non farci caso», disse in tono rassicurante. Si portò una mano accanto alla bocca, per fingere di spettegolare in confidenza, e aggiunse strizzando l’occhio: «Ma la prossima volta evita di avvicinarti troppo a Shiho. Yzak si imbestialisce sempre, quando qualcuno si prende confidenze con lei.»
   «Quali confid...»
   Attonito per quelle parole, Kira non fece in tempo a chiederlo, che il Comandante Joule subito strepitò contro quel disgraziato del suo braccio destro. «Non dire cretinate, idiota!»
   Dearka non si scompose e, facendo spallucce, gli fece notare con un semplice cenno del capo qualcosa che evidentemente gli stava sfuggendo: Yzak stringeva ancora nella propria la mano di Shiho. Arrossendo come un ragazzino, la lasciò andare di scatto e la sua compagna sospirò sonoramente, mentre riprendeva finalmente possesso della propria persona. E dal momento che aveva consegnato, sia pure in modo inusuale e tramite terzi, il rapporto che aveva finito al proprio Comandante, iniziò ad allontanarsi per tornare al proprio lavoro.
   Notando la sua aria accigliata, lui subito le corse dietro. «A-Aspetta un attimo!» esclamò, temendo in qualche modo che lei avesse frainteso. Cosa, non avrebbe saputo dirlo neanche lui, ma avvertiva l’impellente necessità di parlarle e di assicurarsi che non fosse infastidita nei suoi confronti. «Shiho!»
   Quasi la raggiunse e la afferrò per un braccio, ma di nuovo Pink-chan decise di comportarsi in modo dispettoso e gli rotolò fra i piedi. Yzak perse rovinosamente l’equilibrio e crollò in avanti aggrappandosi alla lunga giacca della sua uniforme. Si udì il rumore di un tessuto strappato e la ragazza rovinò di nuovo per terra.
   «Oh, santo cielo!» esclamò per la seconda volta Lacus, mentre la palla metallica le planava finalmente fra le mani. «Pink-chan, sei stato proprio monello! Dovresti chiedere scusa!»
   Mentre lei ragionava così, Dearka e Kira si erano già precipitati ad aiutare i due poveri malcapitati. Il Comandante Yamato si sentì strattonare per il colletto dell’uniforme e i fiammeggianti occhi di Yzak si piantarono nei suoi. «Porta quegli aggeggi infernali fuori di qui. Ora», gli ordinò, come se non fossero stati pari in grado.
   «Vorrei davvero capire cosa diavolo è saltato in testa ad Athrun, quando ha costruito quegli affari», stava ponderando frattanto il Capitano Elthman, dopo essersi assicurato che Shiho fosse ancora una volta tutta intera.
   «Davvero li ha costruiti lui?» domandò Shinn, stupito, osservando da vicino quelli che Lunamaria aveva ancora fra le braccia.
   «Incredibile!» esclamò lei, ammirata, allentando però la presa per lo stupore. Gli Haro ebbero così via libera e tornarono a infestare il corridoio, facendo un chiasso infernale. I due più giovani Red Coat si tapparono le orecchie appena in tempo, perché subito arrivò la più che giustificata reazione del Comandante Joule.
   «Quel maledetto bastardo!» ruggì difatti lui, sbatacchiando Kira perché reo di essere il migliore amico del giovane Zala. «È colpa sua anche quando non è qui!»
   Dearka scoppiò a ridere e, in quella baraonda generale, Shiho si levò in piedi e osservò con fastidio l’uniforme strappata all’altezza di una delle cuciture. «L’unica che oggi avrebbe diritto a imprecare, qui, sono io», borbottò, senza che nessuno potesse sentirla.
   «Che foto adorabile!» chiocciò Lacus all’improvviso, riuscendo invece con la sua voce squillante a surclassare il frastuono tutto intorno. Gli occhi dei presenti si puntarono sulla ex idol che, affiancata dall’inaspettata apparizione di Meyrin, stava guardando qualcosa su un dispositivo elettronico. Notando come fosse calato il silenzio, le due ragazze sorrisero allegre e mostrarono la foto che la più giovane delle sorelle Hawke aveva scattato giusto un attimo prima: un selfie con tutti loro, in cui lei e Lacus, a braccetto, erano le uniche ad essere uscite in maniera decente.
   Mentre Dearka si lasciava andare di nuovo a una grossa risata e Kira e Shiho sospiravano rassegnati, si levò un coro di proteste da parte dei più fumantini del gruppo e fu subito caccia alla foto, affinché potesse essere cancellata. A salvare quel prezioso ricordo di una giornata iniziata sotto il segno della malinconia, fu ovviamente l’esercito di Haro di Lacus, che saettò in giro per l’anticamera dell’ufficio del Comandante Joule, facendo piombare l’ambiente ancora una volta nel caos.




 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Gundam > Gundam SEED/SEED Destiny / Vai alla pagina dell'autore: Shainareth