1) Izayoi
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Quel
giorno il cielo era limpido e il sole caldo sulla pelle, era uno di
quei giorni
che invitava a fare una passeggiata, per godersi il piacere della
natura
circostante. Ma nel palazzo nessuno prestava attenzione
all’esterno,
soprattutto la servitù che come ogni mattina si aggirava
affannata, intenta alle
faccende quotidiane. E come ogni mattina Izayoi percorreva le sue
stanze, con
una spazzola in mano.
«Inuyasha!
Inuyasha dove sei?»
Ancora
una volta, suo figlio era scappato prima che potesse pettinargli i
capelli. Era
sistematico: il bambino riusciva sempre ad approfittare di un momento
di
distrazione della madre, per sgattaiolare fuori e iniziare la giornata
senza
torture.
Inuyasha
aveva sei anni e i suoi capelli non erano mai stati toccati da un paio
di
forbici. Sin dalla nascita aveva ricevuto una folta chioma e sua madre,
così
fiera dei propri lunghi capelli neri, era stata risoluta nel lasciare
che suo
figlio avesse a sua volta una lunga capigliatura.
Ma
il bambino non aveva la stessa dedizione materna: Izayoi amava
pettinare i propri
capelli e poi curarli con creme e impacchi; Inuyasha, al contrario, era
sempre
stato un tipetto vivace, incapace di stare fermo, soprattutto se si
trattava di
cure personali. Finiva le sue giornate sempre coperto di fango, dopo
qualche
corsa nei campi, giochi nell’acqua o sugli alberi. Non
proprio il tipo adatto
ad avere dei capelli lunghi.
A
volte sua madre aveva valutato l’idea di accorciarli, ma il
pensiero era fugace
come il vento: i capelli di suo figlio erano così belli,
così voluminosi, così
fieri… così simili a quelli del padre…
Dopo
aver vagato per tutte le stanze di loro pertinenza, Izayoi si diresse
all’esterno: sapeva benissimo che suo figlio preferiva
starsene all’aperto
anziché tra le mura di casa, ma gli concedeva sempre qualche
minuto prima di
rintracciarlo e col tempo quel rituale era diventato una sorta di gioco
tra
loro, un gioco che rendeva l’inevitabile momento della
spazzola un po’ meno
fastidioso.
Come
da copione, lo trovò accovacciato sul bordo del piccolo
stagno nel retro del
palazzo, intento a colpire la superficie dell’acqua con le
mani, per spaventare
i pesci. Nel poco tempo in cui era stato lì, era riuscito a
schizzare l’acqua
ovunque e lui stesso aveva le vesti bagnate. Izayoi tirò un
sospiro, prima di
annunciarsi.
«Eccoti,
finalmente!», sorrise, avvicinandosi alla piccola figura in
lontananza. Il
bambino si alzò e si voltò in direzione della
madre, andandole incontro a
grandi passi «Siete stata lenta, oggi!»
sghignazzò felice, ma quando vide la
spazzola nelle mani materne, il suo volto
s’incupì. «Non potremmo saltare
questa parte, oggi?» chinò il capo e quel
movimento illuminò improvvisamente la
sua chioma argentata.
Il
cuore di Izayoi ebbe un sussulto.
«No,
piccolo mio, i capelli vanno spazzolati ogni giorno.»
«Uffa!»
il bambino incrociò le braccia, mostrando il suo disaccordo,
ma non scappò via.
Sua madre si chinò verso di lui e poggiò le sue
mani sulle piccole spalle «Ma
prima devi asciugarti o prenderai un raffreddore.»
«E
va bene, ma dopo torno a giocare!» lo sguardo di Inuyasha era
serio e deciso, e
sua madre sapeva che quando aveva quell’espressione, non
c’era niente che
avrebbe potuto fargli cambiare idea. Era un piccolo testardo a cui era
difficile dire di no.
«Certamente»
sorrise, conciliante e allungò una mano verso suo figlio,
che ricambiò la
stretta; insieme si diressero verso le loro stanze.
La
prima cosa che fece, una volta rientrati, fu togliere la veste
dell’Hinezumi al
bambino: la stese all’esterno per farla asciugare il prima
possibile, in modo
che Inuyasha potesse tornare a indossarla subito. Dopo essere passata
ad
asciugare il viso di suo figlio, lo fece sedere sul pavimento esterno
del
palazzo: le gambette pendevano, e il bambino ne approfittò
per muoverle in modo
alternato, alleviando la tortura dell’immobilità a
cui doveva sottoporsi il
resto del suo corpo.
Izayoi
si inginocchiò dietro suo figlio, prese una ciocca di
capelli con una mano e
iniziò a passargli la spazzola con l’altra.
Le
proteste del bambino non si fecero attendere «Ahi!»
«Su
piccolo mio, un po’ di pazienza.»
I
capelli di Inuyasha erano folti ma anche doppi: erano dotati di una
fibra molto
forte e lievemente ispida, un tipo di capello che facilmente si annoda
e
nonostante la delicatezza con cui Izayoi passava la spazzola, non era
facile
districare quella rete. Un tipo di capello non umano.
«Anche
i grandi guerrieri devono pettinarsi per mantenere splendidi i loro
capelli.»
«Come
mio padre?»
«Sì.»
come ogni volta in cui si parlava di Toga, Izayoi ebbe un fremito nella
voce.
Aveva
perso l’uomo che amava proprio il giorno in cui era nato il
loro bambino.
Quel
giorno lui le fece i suoi ultimi doni: l’aveva riportata in
vita usando la
spada Tenseiga, le aveva donato la veste dell’Hinezumi per
proteggerla nella
sua fuga - perché sapeva di non poterlo più fare
personalmente - e le aveva
donato un nome.
«Inuyasha.
È il nome del bambino: si chiama Inuyasha. Ora scappa via e
vivi. Tu devi
vivere, Izayoi!»
L’aveva
fatto: con il loro piccolo appena nato tra le braccia era fuggita via,
lasciando l’uomo che amava a combattere la sua ultima
battaglia, quella per
garantire la sopravvivenza alla sua famiglia.
«Tuo
padre era un grande guerriero, Inuyasha.»
«E
a lui piaceva farsi pettinare? Ahi!» il bambino
portò una mano lungo la tempia
per massaggiare il punto in cui la spazzola l’aveva colpito.
«Sì,
gli piaceva» la donna procedeva a rimuovere i nodi con
delicatezza «Aveva i
tuoi stessi capelli: lunghi e folti fili d’argento. Glieli
spazzolavo ogni
sera, mentre lui mi raccontava le avventure magnifiche che aveva
vissuto.»
Toga
era un demone maggiore tra i più potenti del suo tempo,
responsabile e
vigilante del territorio del Kyushu, un demone cane dal manto
argentato, che
nella sua forma umana conservava una lunga capigliatura folta e spessa,
vigorosa e fiera come lui. Erano un simbolo della sua potenza e una
delle
caratteristiche che avevano fatto innamorare Izayoi, una nobile umana,
di lui.
«A
tuo padre piaceva portarli in una coda alta, ma io ero felice quando,
prima di
dormire, li slegava e gli cadevano sulle spalle: erano splendidi e io
ero
felicissima di pettinarli!»
«Erano
lunghi come i vostri, madre? Ahi!»
«Sì,
come i miei, e come i tuoi.»
«I
miei sono più corti!»
«Solo
perché sei più piccolo, ma quando crescerai
saranno della stessa lunghezza, ne
sono sicura.» Inuyasha sorrise, soddisfatto. A volte avrebbe
voluto tagliare
quei fastidiosi capelli lunghi: si sporcavano continuamente e questo lo
costringeva a doverli lavare e pettinare di continuo. E poi gli
andavano
davanti agli occhi, in bocca, si impigliavano… Ma sapeva che
sua madre amava
spazzolarli ed era così difficile vederla sorridere, che non
poteva toglierle
quel piacere. E poi, gli piaceva pensare di somigliare al grande
combattente
che era stato suo padre: un demone potente, rispettato e temuto da
tutti.
«Madre,
sarò un grande guerriero anche io e non dovrete preoccuparvi
di niente. Vi
proteggerò!»
Suo
figlio le dava ancora le spalle e la donna represse un singhiozzo.
Aveva
cercato di mostrarsi sempre positiva verso di lui, ma spesso finiva col
piangere in sua presenza. Era così difficile vivere sentendo
la mancanza del
suo amato, ospitata da parenti solo in virtù del suo nobile
lignaggio, ma che
poco tolleravano quella donna che si era unita a un demone e aveva
generato un
abominio: un mezzo demone.
Si
fece forza per mandare indietro le lacrime: non voleva rattristare
ulteriormente suo figlio, anche la sua vita non era facile, allontanato
e
giudicato da tutti per via della sua natura. Vederlo sorridere era la
sua unica
spinta alla vita.
«Sì, piccolo mio, sarai un guerriero eccezionale, come tuo padre.» accarezzò la testa argentata del bambino, toccò delicatamente le sue piccole orecchie canine e poi riprese a spazzolargli i capelli.
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Be', cosa dire: erano dieci anni che non pubblicavo qualcosa su questo sito e mi fa davvero strano essere qui dopo tanto tempo, ma la Musa capricciosa esigeva attenzioni e chi sono io per sottrarmi al suo richiamo?
Spero che questa prima One Shot vi sia piaciuta, nonostante la sua brevità. Ho sempre pensato che il rapporto tra Inuyasha e sua madre sarebbe interessante da indagare, visto che non se ne parla granché all'interno della storia originale. Mi piacerebbe approfondirla, ma non sarà questa la sede.
Se vi farà
piacere, lasciate pure un commento, sono curiosa di sapere cosa ne
pensate di questo piccolo prodotto della mia ispirazione ballerina.
E grazie per essere arrivati/e fin qui. ^^