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Autore: Deilantha    13/01/2024    2 recensioni
L'amore ha tante facce e a volte può mostrarsi nell'aspetto di una mano pronta a spazzolare i capelli dell'amato. Che sia un figlio, un compagno o se stessi, poco importa. Raccolta di One Shot legate da un filo conduttore: il desiderio di pettinare dei particolari capelli argentati (e nodosi).
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, izayoi, Kagome, Kikyo | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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5)     Mamma Higurashi







 

Stare senza Kagome era una tortura.

Normalmente la ragazza era solita trascorrere tre giorni nella sua epoca, perché era il massimo che Inuyasha poteva sopportare. Quei tre giorni senza di lei erano infiniti, si sentiva ansioso, era agitato e impaziente. Credeva che fosse dovuto solo alla pausa forzata dalla ricerca di Naraku, o perlomeno era ciò che raccontava a tutti, ma dentro di sé sapeva benissimo che il motivo era più personale. Senza Kagome, gli mancava l’energia necessaria a combattere, e la gioia di vivere.

Perciò era orgoglioso di se stesso per essere riuscito a sopportare ben dieci giorni senza di lei. Non avrebbe voluto farlo, ma Kagome era stata intransigente: aveva gli esami di ammissione alle scuole superiori, ed era una questione di vita o di morte, a quanto pare più urgente dello scontro con Naraku. Il mezzo demone sapeva di non avere scelta.

In quei dieci giorni si era impegnato nel mantenere districati i suoi capelli: ci passava le mani appena sveglio e prima di dormire, proprio come gli era stato detto di fare, e se sentiva resistenza, cercava subito di sciogliere il nodo appena formato. Voleva dimostrare a Kagome di essere in grado di badare a se stesso e, soprattutto, era sollevato all’idea di non sentire qualche furiosa ramanzina o, peggio ancora, una crudele messa “a cuccia”. Gli venivano i brividi al solo pensiero.

Il sole era sorto da poche ore sul decimo giorno quando si era lanciato nel pozzo per andare a prendere la ragazza, ma la sua impazienza l’aveva tradito: era arrivato in anticipo di ore, Kagome doveva sostenere gli esami proprio quella mattina.

E che mattina!

Era stata una continua corsa prima per raggiungere lei, e poi per recuperare il suo zaino perso nel treno.

E dopo, quando tutto sembrava andare per il meglio, le speranze di Kagome erano crollate all’improvviso, perché nel prezioso zaino non c’era l’ancora più prezioso tesserino!

Non aveva la più pallida idea di cosa stesse succedendo davvero, ma il viso disperato di Kagome gli diceva che i problemi erano aumentati.

Stava per chiederle come poteva aiutarla, quando era comparsa la signora Higurashi che aveva salvato il futuro scolastico della figlia, portandole l’ancora più prezioso tesserino.

Kagome aveva ritrovato il sorriso ed era corsa all’interno dell’edificio, di nuovo piena di energie e lui, senza nemmeno accorgersene, aveva tirato un sospiro di sollievo.

Gli restava solo di attendere la fine degli esami e sarebbe potuto tornare nel Sengoku insieme a lei.

«Tu vai sempre in giro vestito in quel modo?» i suoi pensieri furono interrotti dalla signora Higurashi. La domanda della donna lo colse di sorpresa, trovando la risposta piuttosto scontata.

«Ma certo.» Ormai la signora lo conosceva bene da sapere che quella era l’unica veste di cui disponeva e di cui non si sarebbe mai privato.

«Almeno copri le orecchie.» senza nemmeno chiederglielo, prese la propria sciarpa e la pose sulla testa del ragazzo.

«È proprio necessario?»

«Certo che lo è, lo sai bene anche tu che in quest’epoca i demoni non circolano liberamente per le strade. Potresti spaventare qualcuno.»

Inuyasha incrociò le braccia «Uhm, e va bene.»

Al viso imbronciato del ragazzo, si contrappose il sorriso gentile della donna «Hai intenzione di restare qui?»

«Sì, aspetterò Kagome sul tetto, e controllerò che non accada niente di grave.» si erse in tutta la sua altezza, orgoglioso del suo ruolo di protettore.

«Che ne dici di farmi un po’ compagnia?»

«Come?»

«Kagome è al sicuro, e dev’essere noioso per te aspettare per ore da solo. Ti va di farmi compagnia mentre faccio qualche commissione?»

Inuyasha non sapeva cosa rispondere alla donna, era una situazione insolita e il pensiero di lasciare Kagome lo rendeva inquieto.

«Ti ruberò poco tempo e poi potrai tornare qui. Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti con la spesa.»

Quell’ultima frase sembrò fare breccia: l’idea di poter aiutare la donna lo convinse a separarsi per un po’ dalla ragazza che amava. Inoltre, la signora gli trasmetteva sempre molta tranquillità e armonia, gli piaceva stare in sua compagnia.

«Va bene, se è solo per un po’, andiamo.»

La signora portò il ragazzo in alcuni negozi in cui c’erano oggetti disparati di cui il mezzo demone ignorava l’uso, ma lei ogni volta ne usciva con delle buste piene, che passavano nelle mani del ragazzo. A volte la donna gli chiedeva se volesse qualcosa, ma se vedeva il cibo ninja che gli piaceva tanto, lo prendeva senza nemmeno chiederlo. Inuyasha era confortato da quelle attenzioni: era abituato al fatto che Kagome si prendesse cura di lui, ma che lo facesse anche la madre era sorprendente. In tanti anni di vita solitaria aveva dimenticato il piacere di avere qualcuno che pensasse a lui e ai suoi desideri, ma da quando aveva conosciuto Kagome, le persone intorno a lui si erano moltiplicate e la signora Higurashi si aggiungeva alla lista. Era tutto così diverso ora, che non gli sembrava vero! Quando fu soddisfatta della sua spesa, la donna chiese a Inuyasha di accompagnarla alla stazione, ma lungo il tragitto vide un parchetto e si fermò.

«Ti dispiace se ci fermiamo qui?» il ragazzo scrollò le spalle e insieme proseguirono verso una panchina.

Una volta seduti, Inuyasha incrociò le braccia, chiedendosi cosa stesse facendo Kagome. La signora Higurashi osservò il ragazzo accanto a lei e sorrise, pensando a come quella creatura non umana fosse diventata parte della sua famiglia in modo così naturale, in breve tempo. Gli era piaciuto sin dal primo momento, nonostante fosse entrato in casa sua senza annunciarsi e senza nessuna buona maniera. Ma lei aveva un sesto senso per le persone, riusciva a capirne l’animo a prima vista, le bastavano poche occhiate per fidarsi oppure no. E quando Inuyasha era apparso, oltre a essere stata colpita dal suo aspetto insolito, aveva visto qualcosa nei suoi occhi che gli avevano dato immediata fiducia. Sapeva che Kagome era in mani sicure, perché dietro l’apparenza dura e scostante, c’era un ragazzo che teneva a sua figlia quanto lei.

«Noto che il trattamento ai tuoi capelli sta funzionando ancora.» esclamò, osservando le ciocche argentate lisce e districate.

«Oh, sì.» il viso di Inuyasha si fece delicatamente più roseo «Kagome mi ha detto di passare le dita tra i capelli ogni giorno per non farli tornare come prima.»

«Mi sembra un ottimo consiglio.» la donna sorrise, conciliante «Avresti bisogno di una spazzola.»

Il ragazzo sembrò imbronciarsi «Non ne ho mai avuto bisogno.»

«Infatti ricorderai in che stato erano i tuoi capelli.» esclamò lei, sorridendo.

Inuyasha arrossì, colpevole.

«Quando Kagome era piccola, mi piaceva tanto spazzolarle i capelli, era un momento tutto per noi, in cui mi prendevo cura della mia bambina.» il sorriso allegro della signora divenne malinconico «Scommetto che anche la tua mamma ti spazzolava i capelli, vero?»

Inuyasha s’incupì, come in ogni occasione in cui si nominava Izayoi, ma quella volta gli sembrò meno difficile affrontare l’argomento.

Forse perché accanto a lui c’era un’altra madre.

«Sì. Voleva pettinarli sia la mattina che la sera. Diceva che era importante che curassi il mio aspetto, ma per me era una tortura.»

La donna accanto a lui tornò a sorridere serena «Posso immaginarlo: anche Kagome a volte non voleva che le pettinassi i capelli. Ai bambini non piace, ma è vero che bisogna curare il proprio aspetto sin da piccoli, ed è compito di un genitore farlo capire ai figli.»

Inuyasha chinò il capo, con espressione seria.

«Ti manca tanto la tua mamma?»

Il ragazzo fu sorpreso da quella domanda così diretta e riuscì a rispondere con fatica «È… è passato tanto tempo, ormai.»

Comprendendo la tristezza del ragazzo, la signora Higurashi gli poggiò una mano sulla spalla «Il suo amore sarà sempre con te, Inuyasha. Le madri amano sempre, anche se vengono separate dai figli. Sota e Kagome sono parte di me, e lo saranno anche se saremo lontani fisicamente, perché i nostri cuori sono stati collegati una volta e quel legame dura in eterno. Sono sicura che anche tua madre provasse lo stesso amore per te.»

Inuyasha annuì debolmente, il nodo in gola non gli permetteva di articolare parola.

«Non dimenticare l’amore che hai ricevuto e fanne tesoro come un dono di cui avere cura, così vivrà sempre dentro di te.»

Il ragazzo rimase in silenzio. La donna vide i suoi occhi agitarsi e capì di non dover andare oltre.

«Bene, direi che ho riposato abbastanza. Accompagnami alla stazione, così potrai tornare da Kagome.» la donna gli riservò un altro dei suoi sorrisi incoraggianti e lui tornò ad annuire.

 











 

«Siamo a casa!» la voce di Kagome risuonò allegra e soddisfatta e sua madre seppe che era andato tutto bene. Vide la figlia passare velocemente per salire in camera, e quando scorse la figura di Inuyasha, lo chiamò «Vieni un attimo qui.»

L’hanyou varcò la soglia della cucina, incuriosito, e l’odore di cibo che impregnava l’ambiente gli fece brontolare lo stomaco.

«Hai fame? Sto preparando un po’ di cose da farvi portare via.» prese qualcosa dalla tasca del grembiule e la porse al ragazzo «Questo invece, è per te.» si trattava di un foglio ripiegato in più parti: Inuyasha le rivolse uno sguardo perplesso.

La donna sorrise «Sono ingredienti e istruzioni per fare un impacco per i tuoi capelli con prodotti che puoi trovare nella tua epoca. So che Kagome porta i suoi, ma se dovessero finire avrai una riserva.»

«Ma perché la dà a me?» il ragazzo incrociò le braccia al petto.

«Perché è giusto che impari a prenderti cura di te.» esclamò la donna, con un tono che non voleva obiezioni, un tono da madre. Poi proseguì più dolcemente «Anche tua madre lo vorrebbe.»

Inuyasha arrossì e allungò una mano per prendere il foglio, rispondendo con un filo di voce «Grazie.»

La donna gli rivolse un sorriso affettuoso e il ragazzo si sentì nuovamente confortato da quel gesto gentile e premuroso.

Se sua madre fosse stata ancora viva, forse gli avrebbe detto le medesime parole.

Forse era vero che le madri provavano tutte lo stesso amore per i propri figli e per un attimo, guardando la signora Higurashi, provò a immaginare che fosse sua madre, intenta a prendersi cura di lui.

 











 

Quando giunse il momento di attraversare il pozzo, Inuyasha prese sulle spalle l’ingombrante zaino e si diresse verso la porta di casa Higurashi, mentre Kagome salutava la sua famiglia.

«Inuyasha.» prima di varcare quella soglia, il ragazzo fu fermato da un richiamo: si voltò e scorse la signora «Prenditi cura di Kagome… e di te.»  

«Certo.» rispose il ragazzo, in tono sicuro.  

La donna lo salutò, rivolgendogli il suo immancabile sorriso rassicurante. Sorriso a cui lui rispose, timidamente, per poi uscire dall’abitazione.










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Quetsa OS mi ha dato un po' di filo da torcere, ma alla fine sono contenta del risultato. Mi piaceva l'idea di mostrare un momento più intimo tra la mamma di Kagome e Inuyasha, perché la donna sin da subito ha trattato il nostro hanyou come uno di famiglia, e volevo dare a Inu un momento madre-figlio, che non potrà più avere con la sua vera madre.
Spero che l'idea sia piaciuta anche a voi. ^^
Grazie come sempre per i commenti, questa raccolta sta volgendo al termine (purtroppo T_T) e i vostri pareri hanno reso la sua pubblicazione un vero piacere.
Arigatou ❤️
   
 
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