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Autore: kaja    20/01/2024    0 recensioni
Tokyo, giorni moderni.
La Terra è devastata dalla “ Grande guerra” contesa tra due super razze dominanti, i Cyniclons razza aliena primi originari nativi del pianeta Azzurro e gli Umani razza succeduta dopo la partenza dei loro predecessori che nei secoli avvenire hanno colonizzato e quasi distrutto il pianeta Azzurro chiamato da essi come pianeta “ Terra”.
Tra bombardamenti, morti, terrore e terremoti, la nostra storia si concentra su quattro figure femminili che sono la chiave per la fine della guerra e un segreto che viene celato agli occhi del mondo interro da secoli.
Misteri, trame, ossessioni, omicidi, sabotaggi, primi batticuori, pianti e risate tutto questo in chiave comica ( o per lo meno ci provo).
Rieccomi con la 2° versione di questa storia, faccio la premessa che non verrà del tutta stravolta con piccoli ma essenziali modifiche spero che possa rapirvi e conquistarvi, ci saranno delle piccole novità. Farò di tutto per aggiornare periodicamente.
K.J.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Purin Fon/Paddy, Retasu Midorikawa/Lory, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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AVVISO: IL QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE DI COMBATTIMENTO, SANGUE E MUTILAZIONE, SÉ SIETE SENSIBILI SALTETE QUANDO VEDETE QUESTO SEGNO. *

Questa mattina, Nico Robin si è svegliata con un cerchio nella testa; a volte, le capitano strane fitte di emicrania che la martellano quando meno se lo aspetta. Anche stasera non faceva eccezione: ancora semi-sdraiata sul suo letto,  la ereditiera si era chinata il mezzo busto e con le dita di entrambe le mani cercava di farsi passare il mal di testa con dei lenti massaggi nelle tempie con scarsi risultati.
La sua andatura traballante e la pelle pallida le conferivano un aspetto malato, mentre gli occhi fieri erano quasi completamente offuscati dal malessere. Una volta giunta in bagno, Nico Robin trovò un po' di pace nella grande vasca colma d'acqua calda; i muscoli tesi si sciolsero e le ossa indolenzite alleggerirono grazie alle linee di febbre covate durante la notte.  Nonostante le circostanze avverse, la ragazza perseverò nella sua consueta routine mattutina. Di fronte 
Al suo programma mattutino venne seguita anche in queste circostanze; il controllo del suo travestimento di fronte allo specchio del bagno provocò una leggera smorfia, mascherata abilmente come un "sorriso" stanco.

N.R: "Un'altra giornata barricata in queste quattro mura! Quando potrò tornarmene in America?"

La sua preghiera rimase senza risposta. Come ciliegina sulla torta, a causa di questa febbre, Nico Robin notò che le condizioni della sua gola stavano tornando a quando non faceva ancora uso della pozione di Anthus. Ripensando al vecchio guaritore, si rese conto che la sua pozione era quasi esaurita e Nico Robin non sapeva cosa avrebbe fatto in seguito. Tutti questi sovrapporsi di problemi non facevano che peggiorare il suo mal di testa. 
Un altro problema: il suo lato licantropo, da qualche tempo, stava emergendo a causa del forte stress di restare celato per troppo tempo; la sua voglia di liberarsi era più intensa delle altre volte.

Con i suoi sensi sviluppati, ogni singolo rumore, per quanto minuscolo, le sembrava un frastuono assordante. Anche quando si era rifugiata sotto le coperte del suo letto, l'arrivo della domestica assegnata per tutta la sua permanenza al palazzo principale, per portarle il pranzo e poi la cena con lo stomaco in subbuglio, non riusciva a placare la sua agitazione.
A un certo punto, verso tarda notte, Nico Robin non poté più sopportare questo fuoco che la stava letteralmente bruciando dall'interno. Con uno scatto veloce, sfruttò le ultime forze che aveva in corpo e, a fatica, riuscì ad uscire dalla porta finestra della sua camera. Il balcone, per sua fortuna, era molto grande e le permise di godere di un paesaggio mozzafiato. A varie altezze, piccole torri erano sparpagliate nei dintorni del palazzo principale, e con uno sguardo frenetico la ragazza girava di continuo la testa alla ricerca di chissà cosa. Il suo petto si alzava e si abbassava freneticamente, permettendo a Nico Robin di riempirsi i polmoni di aria nuova.

La sua sanità mentale ne risentiva parecchio; a un certo punto, una fortissima fitta la colse alla sprovvista, piegandola in due dal dolore. La luna piena era splendida quella sera, ma fu anche l'unica testimone silenziosa della sofferenza della licantropa. Raddrizzando la schiena, Nico Robin emise un potentissimo ululato che, per chi avrebbe avuto la sfortuna di sentirlo, avrebbe fatto tremare dalla paura, poiché l'ululato emanava lamenti agghiaccianti.
Nell'accampamento Cyniclons, una ronda di soldati si era divisa in sentinelle composte da coppie; alcuni sorvolavano il campo dall'alto, mentre altri facevano la ronda a terra. Mille occhi erano in allerta al primo segnale di pericolo.
Una coppia di Cyniclons pattugliava a poco distante dalle altre coppie di sentinelle, ai margini della grande foresta. Tuttavia, uno di loro teneva al guinzaglio il suo cane-chimera. L'animale si presentava come uno strano rettile di dimensioni medie, con una grande gobba che gli conferiva un aspetto goffo. Era ricoperto di grosse scaglie, simili a un'armatura, e le sue quattro zampe, seppur sottili, erano  allo stesso modo robuste abbastanza da affrontare le prede più veloci. Gli artigli, affilati come rasoi, erano in grado di strappare anche le carni più dure. Il suo naso a cavità nasale gli permetteva di captare gli odori come un serpente, mentre la bocca era composta da due tenaglie capaci di tagliare in mille pezzi qualsiasi cosa capitasse sotto tiro.

?:-  Stasera ci tocca pure la ronda, quando lo odio!. -  

Il primo a prendere la parola era poco più basso del suo compagno, con capelli verde chiaro trattenuti da una cresta bizzarra, occhi verdi e indossava la divisa militare; egli è il proprietario del cane-chimera.
L'altro soldato si limitava a scuotere il capo; anche se la pensava allo stesso modo del compagno, preferiva tenere per sé le lamentele.

?? :- Spero che non ti lamenterai per tutta la serata, altri menti... - (¬ - ¬)



??? :- GRRR!!!. -

Un ringhio di qualche animale selvatico si udì molto vicino, interrompendo il discorso del secondo soldato. Entrambi assunsero posizioni da combattimento, e se la situazione non fosse già stata tesa, anche il cane-chimera ringhiò verso la foresta. Mentre i due giovani si davano le spalle, un ramo spezzato attirò la loro attenzione verso il punto dove avevano udito il rumore.

Allo stesso tempo, nel campo dei Cyniclons, molti cani-chimera si agitarono, mentre altri cercarono di sfuggire dalla presa dei loro padroni. Il lupo della tenda principale uscì ringhiando verso la foresta. Il panico non si placava all'interno dell'accampamento, e molti soldati non capivano cosa stesse mettendo in agitazione gli animali.
Allo stesso tempo, nel campo dei Cyniclons, molti cani-chimera si agitarono, mentre altri cercarono di sfuggire dalla presa dei loro padroni. Il lupo della tenda principale uscì ringhiando verso la foresta. Il panico non accennava a placarsi all'interno dell'accampamento, e molti soldati non capirono cosa stesse mettendo in agitazione gli animali. A un certo punto, il lupo grigio prese la rincorsa verso la foresta, e molti cani-chimera seguirono il suo esempio, costringendo molti soldati a correre per recuperarli

?:- NO!....L'asciateli stare, forse hanno percepito la stessa creatura che in precedenza vi siete fatti sfuggire. –

Il Cyniclon che parlò era il misterioso cavaliere celato sotto il suo mantello, e l'ordine fu eseguito. I pochi Cyniclons che erano riusciti ad acciuffare i cani-chimera sciolsero i loro guinzagli. Come nella volta precedente, ma questa volta furono coinvolti anche un ristretto gruppo di soldati, ai quali fu ordinato di rincorrere dietro ai segugi.

Il cavaliere si adoperò anch'egli e salì sul suo frisone, un possente cavallo dal manto nero. L'animale era maestoso e metteva timore a chiunque lo vedesse da lontano, e con un colpo di cinghia il cavaliere istigò il suo animale a prendere la corsa.
L'inseguimento era appena iniziato da qualche minuto, e l'adrenalina scorreva nelle vene di tutti. Dopo il fiasco del primo inseguimento, questa volta non avrebbero mancato il bersaglio. In mezzo alla boscaglia, l'improvvisa battuta di caccia era molto disorganizzata a causa della fretta di catturare qualsiasi creatura che da qualche tempo girovagava nei dintorni dell'accampamento. I rami degli alberi e la scarsa illuminazione non facilitarono molto la perlustrazione, ma in lontananza potevano sentire i guaiti dei cani-chimera. I richiami che i vari cacciatori avevano con sé non servirono molto per richiamare gli animali; sembrava che la foresta li avesse inghiottiti nel nulla. Ogni soldato cercava in ogni cespuglio, masso o caverna che trovava nel loro cammino, ma non c'era traccia dell'animale.

?: - Venite, ho trovato qualcosa! -

Uno dei soldati che aveva ricevuto l'ordine di cercare qualche traccia di passaggio attirò su di sé un bel gruppo di compagni, e rimasero sconvolti quando videro una grande impronta di un animale sconosciuto.

?? :-Cosa sarà mai? –

? :- Non ho la più pallida idea, per puro caso mi sono imbattuto di questa strana impronta. Solo a vederla mi mette i brividi. – ⊙_ʘ  

Altri soldati bisbigliavano tra di loro per confrontarsi gli uni con gli altri per indovinare a quale animale apparteneva. A un certo punto, quei soldati dopo che erano arrivati per ultimi furono i primi a notare che il cavaliere sopra il suo destriero si avvicinava, si creava uno sparti acque per permettergli un maggiore passaggio fino ad arrivare al soldato che aveva notato per primo l'impronta. Nel silenzio più totale i soldati Cyniclons attesero la mossa successiva

Il nuovo arrivato scese silenziosamente dall'animale e, piegandosi, osservò attentamente l’impronta dall’animale che stavano freneticamente cercando. Tutti i soldati attendevano il suo verdetto, ma non ebbe modo di dire nulla perché un altro suono più forte attirò l'attenzione di tutti. Dal suono si supponeva che i cani-chimera non fossero molto lontani da dove si trovavano, e questo fu il segnale di continuare la perlustrazione ma verso la provenienza del suono. Tutti accorsero come saette, tranne il cavaliere che nel suo silenzio stava meditando. Cosa gli stesse passando per la mente nessuno poteva sapere.

Molto più avanti, alla fine della foresta, i soldati poterono vedere i primi raggi lunari che erano riusciti a penetrare nella boscaglia, indicando che erano quasi alla fine della foresta. Una raduna seguiva la fine della foresta, e una splendida luna piena diede loro il benvenuto, illuminando una vasta area.

I soldati giravano i loro sguardi da ogni angolo alla ricerca dei cani-chimera, mentre alcuni bisbigliavano tra loro, in attesa di ricevere gli ordini dai loro superiori. Un Cyniclon, con un portamento da perfetto militare e una postura dritta, si era teletrasportato ai margini della foresta, levitando in aria con il suo sguardo freddo, osservava con molta attenzione l'ambiente circostante.

I suoi lunghi capelli, che gli arrivavano poco sotto le scapole, erano di un giallo lime ed erano trattenuti da una coda di cavallo laterale bassa, legati da un semplice laccio. È un giovane uomo molto bello e alto, dal fisico snello e, allo stesso tempo, robusto. La sua divisa indicava un grado superiore rispetto ai soldati che lo avevano preceduto nella caccia della bestia. Il suo nome è Dakartis, un soldato di prima categoria. Gli anni trascorsi nell'accademia militare gli avevano fatto guadagnare una buona reputazione sia tra i suoi superiori che tra i soldati di rango inferiore al suo.
Un suo sottoposto si era spostato a poca distanza dal nuovo arrivato e, dopo il saluto militaresco, chiese i nuovi ordini. Dopo un'attenta analisi, il militare si limitò a due parole spiccate e scese lentamente fino a toccare il suolo. Lo squadrone di soldati si stava mettendo in posizione.. Finalmente uscì il cavaliere sopra lo stallone, i soldati si misero in riga e molti sudarono freddo. Essendo giovani reclute, il cavaliere emanava un'aura funesta che molti di loro si sentivano male anche stando vicini a lui per pochissimo tempo.

? :- Cosa stiamo aspettando?... Non ditemi che vi siete fatti perdere di nuovo quella cosa? –

Il tono adirato fece abbassare molti capi dei soldati; una buona parte di loro era composta da giovani appena usciti dall'accademia militare. Un leggero vento gelido fu la sola risposta alla domanda del nuovo arrivato. L'atmosfera era diventata molto scomoda, e nessuno osava fiatare per paura di qualche ripercussione.

*
A un tratto, un guaito venne udito da tutti, e sentendo dei passi che mano mano si avvicinavano verso di loro, i soldati si misero in posizione di attacco. Rimasero tutti di stucco quando videro uscire da uno dei cespugli un cane-chimera barcollante, messo molto male; l'animale, a un certo punto, cadde per terra privo di sensi. Il giovane cyniclon che prima stava facendo la ronda con il suo compagno si avvicinò con passi felpati verso l'animale, e i suoi occhi si spalancarono quando si rese conto di quanto fossero gravi le ferite riportate. 
Il giovane Cyniclon che precedentemente faceva la ronda con il suo compagno si avvicinò con passi felpati all'animale, i suoi occhi si spalancarono di fronte alla rivelazione della gravità delle ferite riportate. Il soldato si inginocchiò a terra, ancora sotto shock, incapace di comprendere appieno la situazione

I sussurri dietro le sue spalle non furono uditi dal ragazzo ancora scioccato per le condizioni del suo animale. Tutti si chiesero quale tipo di creatura fosse in grado di ridurre in quelle condizioni un cane-chimera, creature progettate per essere estremamente resistenti ad ogni tipo di attacco e situazione, con la capacità di reagire tempestivamente a ogni imprevisto, in altre parole, erano concepiti per stare al passo con i Cyniclons.

Le spalle rigide di molti soldati si fecero tese, mentre uno scriba, un uomo di mezza età con una lunga tunica dai bordi verdi, teneva in mano una lastra di legno agganciata dai due lati da una fascia di pelle che veniva messa intorno al collo del cyniclon, simile a una fascia per reggere una tegola. Sopra di essa, una pergamena dove stava trascrivendo ogni minimo dettaglio di questa strana caccia. Anch'egli era molto spaventato, infatti tremava come una foglia ma cercando comunque di continuare il suo operato.
Lo scriba messo in disparte non era da solo; al suo fianco, camminava un giovane vestito secondo la tradizione della nostra razza. Dalla somiglianza, sembrava essere il figlio dello scriba. Quest'ultimo, con cura, teneva tra le mani un Lumacofono visual (piccolo)*, registrando ogni dettaglio che attirava la sua attenzione. La particolare lumaca era orientata verso la figura del soldato, con un'inquadratura ravvicinata sul volto. Tuttavia, una decisa gomitata sul fianco sinistro da parte del padre gli suggerì di effettuare riprese di alta qualità.
Il giovane Dakartis aveva focalizzato la sua attenzione sulla figura del ragazzo. Un momento nostalgico gli fece rivivere un ricordo nitido, quando anche lui era simile al giovane soldato, sperimentando la perdita del suo cane-chimera. Con un tocco di compassione, si avvicinò al cavaliere ancora in groppa allo stallone. Dopo aver scambiato alcune battute, Dakartis ordinò al giovane di essere accompagnato, insieme al suo cane-chimera, da una coppia di soldati per riprendersi.

Da: "La squadra sarà guidata dal sottoscritto. Seguiremo le tracce di sangue lasciate dal cane-chimera e cercheremo di risolvere una volta per tutte questo mistero."
La marcia continuò in modo meno frenetico e, man mano che avanzavano verso nord, intravidero le prime impronte dei cani-chimera. Dakartis si fermò e, inginocchiandosi, esaminò da vicino le tracce appena scoperte. Alle sue spalle, il cavaliere si avvicinò al militare. Il giovane si rialzò e, dirigendo lo sguardo in alto, scambiò alcune battute con il nuovo arrivato.

?:- Qual è la tua analisi?.-

Domandò sottovoce per evitare di essere udito dagli altri soldati. Il militare, inizialmente in silenzio, dopo una seconda occhiata decise di parlare.
Da:- Dalle tracce lasciate dai cani-chimera, ho notato anche quelle di Duncan e, per quanto posso supporre, era alla guida. Hanno corso come pazzi per stanare qualsiasi cosa li disturbi... Non posso dare un'analisi precisa finché non andremo a fondo in questa faccenda. Sento l'odore di bruciato. -
?: Duncan a capo dei cani-chimera? La cosa mi è nuova, ma mi fido del tuo giudizio. Continuando, potremo forse trovare tracce più chiare.-
Dopo la risposta del militare, la marcia proseguì per qualche minuto in un silenzio totale. I passi dei soldati erano gli unici suoni che riecheggiavano nella radura desolata, dove nessun filo d'erba osava radicare e nessun soldato osava proferire parola, quasi tutti immersi nei propri pensieri.
Un altro colpo di scena li colse alla sprovvista; molti guaiti echeggiavano a poca distanza da loro. Oltre le montagne, le  loro sagome erano appena visibili, e comprendendo di essere vicini alla conclusione dell'indagine, l'erba sotto le suole degli stivali ammorbidiva il suono della marcia, rendendola quasi silenziosa. Dopo qualche ventina di metri appena svoltarono l'angolo, si trovarono di fronte a una chiazza enorme di sangue e a vari frammenti di membri sparsi da ogni parte dei cani-chimera.
Il sussulto collettivo fu udito molto chiaramente; lo scriba, a fatica, cercava di trascrivere ciò che stava assistendo, il suo corpo tremava intensamente. Il figlio, come il padre, trovò la scena troppo raccapricciante e dovette spostarsi di lato per vomitare la colazione di stamattina. Il padre, preoccupato per la salute del figlio, gli lanciò una fugace occhiata, ma vedendo che, a parte il vomito e lo shock, il ragazzo stava discretamente bene. 

Dopo i primi momenti di smarrimento, alcuni medici che erano stati inclusi nella spedizione ricevettero ordini ben precisi di dividersi in due gruppi: alcuni sarebbero rimasti indietro a studiare l'area della strage, mentre altri avrebbero proseguito la marcia insieme ai soldati, i quali avevano l'ordine di riprendere la marcia. Mentre si allontanavano dal luogo del ritrovamento, l'odore pungente del sangue, mescolato al fetore della decomposizione dei cadaveri dei cani-chimera, aveva rivoltato lo stomaco di molte reclute. Allo stesso tempo, molti di loro lanciarono silenziosamente uno sguardo alla grande chiazza di sangue e agli arti dilaniati dei cani-chimera.
Alcuni soldati riuscirono a riconoscere i loro animali da segni distintivi, come cicatrici o difetti, come un dito più corto degli altri. Il silenzio si impadronì della tensione che cresceva mano a mano che la spedizione proseguiva, mentre mille domande affollavano le menti di tutti. Quella notte sembrava non finire mai.

Un guaito venne udito, e di fronte a loro videro alcuni cani-chimera sdraiati a terra, agonizzanti ma ancora vivi. Con un cenno della mano, Dakartis indicò a alcuni soldati di raccogliere le chimere ancora vive. Notarono gli stessi segni che avevano osservato sul corpo del cane-chimera che, agonizzante, era riuscito a sfuggire a malamente alla carneficina.
Dakartis si avvicinò a uno dei soldati che teneva tra le braccia il cane-chimera. Dal suo sguardo sconvolto, era evidente che l'animale apparteneva al soldato. Il cyniclon gettò uno sguardo veloce all'animale prima di affidare al suo sottoposto il compito di prendersi cura della chimera. Successivamente, Dakartis si avvicinò al cavaliere, circondato da un gruppo ristretto di soldati selezionati per scortarlo. Quest'ultimo abbassò il capo per dialogare con il soldato appena arrivato.

? - Hai qualche teoria? -

Da: - Credo di star iniziando a capire un po' meglio. La dinamica inizia dopo che Duncan insieme ai cani-chimera sono andati a stanare questa "creatura". Le tracce ci hanno condotto verso la zona dove abbiamo ritrovato la scena del massacro, e lì suppongo che sia avvenuto il primo scontro tra i nostri e la "creatura". Poi l'inseguimento è proseguito fino a questo punto, dove è avvenuto il secondo scontro, ma questa volta penso che sia durato di meno. -
Tutti dipendevano dalle sue labbra, e lo scriba trascrisse una buona parte del discorso di Dakartis. I soldati si guardarono e i primi sussurri facevano da sottofondo dopo le parole del militare, ma finalmente intravidero altre tracce lasciate dagli animali, mischiate al sangue fresco, suggerendo che erano quasi arrivati. Durante il loro pellegrinare dovettero percorrere una scalinata tra rocce e massi appuntiti; la salita era ardua, ma non potendo fare altro che salire la ripida salita, il cammino fu ostacolato questa volta da una fitta nebbia che rendeva difficile l'orientamento di molti Cyniclons mentre proseguivano. Il fruscio dei loro passi era l'unico suono che stavano sentendo per potersi orientare, fino a quando, improvvisamente, verso un grande spiazzale, la nebbia si era un po' affievolita, permettendo a qualche soldato di vedere che le tracce erano di recente.  


Capendo di essere arrivati e udendo rumori di combattimento, fu emanato un secondo ordine. I soldati si prepararono con le armi per ogni evenienza, poiché la "creatura" poteva sbucare in qualsiasi momento. Scendendo lungo una breve e ripida discesa e continuando a seguire le tracce di sangue miste alle impronte della bestia, girarono l'angolo e videro con orrore che una manciata ridotta di cani-chimera, guidati da Duncan, stava combattendo. La creatura stessa era una bestia mai vista: le sue dimensioni erano enormi. L'animale presentava una silhouette del corpo slanciata, con muso allungato, orecchie triangolari diritte, collo robusto, lunghe zampe grosse e spesse, che allo stesso tempo lo aggraziavano rendendo eleganti i suoi movimenti, e infine una lunga coda pelosa.
Messi in disparte e semi-nascosti da alcuni massi che fungevano da protezione, furono degli spettatori silenziosi di questo scontro specie diverse. Lo scriba, sconvolto come la maggior parte dei Cyniclons, continuò a trascrivere la battaglia, mentre il figlio cercò di tremolare il meno possibile, puntando il Lumacofono verso gli animali per riprenderli.
Man mano che il combattimento proseguiva, i Cyniclons videro entrambe le parti stancarsi per il prolungato scontro. Duncan caricò contro il mostro insieme ai rimanenti cani-chimera, ma l'attacco coordinato venne annullato dal mostro con un colpo della sua coda che, come una frusta, li scagliò dall'altra parte. Il gran polverone offuscò la visuale di tutti i soldati, alcuni tossirono per aver inavvertitamente inalato la polvere. Dietro di loro si stava avvicinando il cavaliere, che sopra il suo cavallo li stava conducendo verso il luogo dello scontro.
Il mostro si mise in posizione, come se stesse prendendo la mira, prima di caricare contro Duncan e il suo seguito, che, mano a mano che attaccavano, venivano sbattuti dall'altra parte presi dalla coda del mostro.


Il mostro si mise in posizione come se stesse prendendo la mira prima di caricare contro Duncan e il suo seguito, che man mano attaccavano alcuni vennero sballottati dall'altra parte presi dalla calotta dal mostro.

Tutti i soldati rimasti rimasero impalati, in attesa degli ordini di Dakartis, che, come i suoi sottoposti, fu petrificato alla vista di una creatura spaventosa, ma allo stesso tempo maestosa. Nei suoi anni di vita, i suoi occhi non avevano mai visto una tale meraviglia. Enorme nelle sue dimensioni, con un manto che poteva essere paragonato al candore della neve, sebbene ricoperto da chiazze di sangue, il militare ordinò di accerchiare la creatura per tenderle un'imboscata. Seguendo i suoi ordini, i soldati iniziarono silenziosamente l'operazione, mentre altri rimasero ai loro posti per tenere sotto controllo lo scontro che si stava ancora svolgendo sotto i loro occhi.
I soldati che stavano circondando la zona dove lo scontro stava per concludersi tirarono fuori delle spesse catene e, messi in posizione, attesero l'ordine del loro superiore per procedere.

Mentre il combattimento si era ridotto numericamente tra il lupo e la bestia, entrambi erano malridotti. Le ferite riportate erano molte, e alcune di esse, a prima vista, sembravano molto serie. Tuttavia, la determinazione di sottomettere l'altro forniva loro la forza di proseguire, proprio come all'inizio.
Ecco che avvenne un momento propizio: mentre il cavaliere misterioso si avvicinò abbastanza da assistere allo scontro, la bestia si voltò verso la parte dei Cyniclons. Questo fu più che sufficiente per permettere a Duncan di fare un'ultima carica verso il suo avversario e morderlo al collo della grande bestia. Il suo ululato fu così agghiacciante che dovettero tapparsi le orecchie. La bestia usò le sue ultime forze per scuotersi di dosso il lupo prima di svenire per le troppe ferite riportate.
Appena finì lo scontro, si creò un silenzio tombale. Nessuno osò fiatare per timore di rompere questo silenzio solenne.


Il cavaliere apparso all'improvviso prese alla sprovvista i soldati, che si separarono per permettergli di avvicinarsi a Dakartis. Silenzioso come la morte che ti prende alla sprovvista, il cavaliere emanò un sussulto quando, alzando il suo capo ancora celato dal cappuccio del suo mantello, il suo sguardo si posò sulla grande bestia, che nel frattempo fu immobilizzata dai soldati sotto l'occhio vigile del loro superiore Dakartis. Il cavaliere, silenziosamente come se fosse sotto un incantesimo, scese da cavallo e si avvicinò lentamente con passi misurati verso l'animale appena catturato. Alle sue spalle, Dakartis si teletrasportò vicino al nuovo arrivato e, con gli occhi sbarrati, lo prese per il gomito per fermare la sua camminata.

Da: - Vi consiglio caldamente di non avvicinarvi alla bestia, non sappiamo come reagirà quando si sveglierà. -
Dakartis era spaventato dalla possibilità che una cosa del genere potesse succedere. Tuttavia, il suo interlocutore non era della stessa idea. Con uno strattone, si liberò dalla presa del militare e proseguì la sua camminata. Man mano che si avvicinava alla bestia, i soldati che erano chini per controllare che le catene fossero al loro posto per non far scappare la bestia, notarono che quest'ultima dormiva. Si poteva vedere benissimo dal rialzamento e l'abbassamento del torace; sdraiata di fianco, sembrava un grosso cane che stava schiacciando un pisolino.


Con uno schiocco di dita da parte di Dakartis, un guaritore con qualche esitazione si fece spazio tra il gruppo ristretto di soldati. Avvicinandosi con molta cautela al mostro, estrasse dal suo borsone alcuni attrezzi da lavoro e, nel silenzio più totale, si mise a prelevare alcuni campioni di DNA, sotto la supervisione di tutti i Cyniclons.

I sussurri erano rumorosi, giustamente, dopo quello che avevano appena assistito. Tutti si chiedevano a quale razza animale appartenesse. A parte il fatto che come figura assomigliasse a Duncan ma molto più grande; sicuramente non era qualche chimera fuggita dal suo padrone o qualche esperimento mal riuscito. Le chimere hanno un odore ben specifico che solo i Cyniclons possono percepire, e l'animale in questione non ne aveva addosso.

Lo scriba e suo figlio ebbero il permesso di avvicinarsi a una certa distanza di sicurezza della creatura, e entrambi poterono constatare che l'animale in sé era uno spettacolo, ma era un vero peccato che tutto quel sangue ricopriva una buona parte della meravigliosa pelliccia. Lo scriba trascriveva l'anatomia della bestia, aggiungendo molti dettagli man mano che la sua analisi visiva proseguiva; il figlio, silenziosamente, faceva delle importanti riprese con quante più immagini dettagliate possibile. 
Il guaritore, che aveva appena finito di prelevare alcuni campioni, si avvicinò sia al cavaliere che al militare che in quel momento gli stava vicino.
??: - Miei signori, vi porgo i miei saluti. Ho appena finito di prelevare alcuni campioni per localizzare meglio a quale famiglia di specie animale appartenga. Spero solo che i miei studi non siano lunghi. -

Da: - Avete notato qualche anomalia o qualche segno che possa identificare la bestia? – 
Domandò Dakartis al guaritore. Egli scosse negativamente il capo e con un accenno della mano del militare lo congedò. Rimasti soli, entrambi si spostarono verso il mostro addormentato mentre lo scriba e il figlio facevano i loro lavori. I due uomini avvicinandosi al capo del mostro notarono che teneva gli occhi chiusi.
Quando furono vicini, il cavaliere fece il gesto di allungare la mano come se volesse accarezzare la pelliccia dell'animale. In quel momento, il mostro riprese conoscenza; l'occhio destro si aprì e un sussulto collettivo si udì. I soldati si prodigarono a tenere ben salde le catene, mentre il mostro si dimenava cercando con le poche forze che gli erano rimaste di liberarsi. I suoi lamenti erano fastidiosi per l'udito collettivo dei Cyniclons. Lo scriba tirò per il gomito il figlio, trascinandolo lontano mentre quest'ultimo continuava a fare altre riprese.

Nel momento esatto in cui lo sguardo del mostro incrociò quello del cavaliere, accadde un fatto strano: gli occhi iniettati di sangue dell'animale si trasformarono in due splendidi zaffiri di un blu intenso. Il sussulto dell'uomo fu udito da tutti, che nel frattempo rimasero ammaliati da questo splendido cambiamento di colore.
Un attimo dopo, rianimandosi con un balzo, la bestia si rimise in piedi, spezzando così le catene che impedivano i suoi movimenti. Il panico si diffuse, e i soldati si misero in posizione d'attacco con le loro armi. Il cavaliere fece loro cenno di abbassare le armi; con qualche esitazione, dopo uno scambio di sguardi tra loro, con cautela le abbassarono.
La bestia rimase di fronte al Cyniclon, e i due, uno di fronte all'altro, non si spostarono, limitandosi a osservarsi reciprocamente. L'uomo allungò il braccio, esponendo così l’arto destro. Dopo qualche secondo di esitazione da parte della bestia, come se stesse accettando che egli non avesse intenzione di attaccare, la creatura avvicinò il muso a pochi centimetri di distanza dalla mano del Cyniclon.
La tensione era palpabile, e il figlio dello scriba, animandosi, riprendeva la straordinaria scena che si stava svolgendo sotto gli occhi di tutti. L'irrigidità dei vari cacciatori non era stata allentata, aspettandosi l'attacco del mostro in qualsiasi momento. 


A un tratto, la creatura si voltò di scatto verso il suo lato destro e, dopo aver guardato per qualche istante il Cyniclon davanti a sé, abbassò le orecchie e il capo come in un inchino, mettendo la sua lunga coda tra le zampe posteriori. Poi, fece alcuni passi indietro e con uno scatto, fuggì in quella direzione. La reazione dei soldati fu veloce, si misero a inseguire la bestia, mentre alcuni di loro rimasero per controllare i danni arrecati dalla creatura appena fuggita. Dakartis, avvicinandosi al Cyniclon con esitazione, gli chiese:
Da: - Mi sapreste dire cosa ho appena assistito? -
*


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In America, nelle prime ore del mattino, un gruppo di piccoli esploratori si stava rincorrendo tra di loro nelle loro forme di lupi per spostarsi nella casa di Choneyo e trascorrere qualche ora di libertà dal villaggio. Dopo quel giorno in cui Momoka era precipitata e miracolosamente sopravvissuta, i bambini presero subito in simpatia il vecchio sciamano, che era ben contento di averli in giro. La cosa fu mantenuta segreta per evitare che gli adulti lo venissero a sapere; i bambini trovavano molto stimolante l'elemento di scappare di nascosto e andare in avventura. Oggi non faceva eccezione, i bambini si divertivano come non mai. L'anziano indiano, seduto sulla sua sedia a dondolo preferita, rimaneva in silenzio ad ascoltare le risate delle nuove generazioni che davano sfogo alle loro energie infinite.
A un certo punto, Sarah propose ai suoi amici di giocare a nascondino dentro la casa del vecchio sciamano, mentre quest'ultimo stava in cucina a preparare qualcosa di dolce per fare loro una merenda. L'inizio del gioco era andato bene: la conta toccò a Sarah, che si era proposta inizialmente di cercare i suoi compagni in tutta la casa.

E mentre contava, tutti i bambini stavano correndo da ogni parte cercando un posto sicuro per non farsi scoprire dalla bambina. Momoka stava riscontrando qualche problema nel trovare un posto perfetto; ad ogni angolo che esplorava, o era troppo piccolo per lei o era già stato occupato. Mentre girovagava per trovare un posticino tutto suo, si imbatté in una strana porta socchiusa. Incuriosita, avvicinandosi, si accorse che c'era uno spicchio di luce. Con cautela, afferrò la maniglia e di fronte a lei vide delle scale che la portavano dritte su in soffitta.
Il posto sembrava abbandonato da molto tempo; le ragnatele facevano bella mostra di sé in ogni angolo, e Momoka provava brividi solo a vederle. La piccola era preoccupata che potesse spuntare un ragno all'improvviso. La soffitta era anche piena di polvere, e ad ogni suo passo rimanevano tracce del suo passaggio. A un certo punto, mentre perlustrava con lo sguardo il tetto della soffitta, la sua attenzione fu attirata da una luce soffocata che si intravedeva alla sua destra.
Man mano che si avvicinava, notò che la luce diventava sempre più luminosa e intravide un vecchio armadio con i suoi grandi cassetti semi chiusi. Nella fessura di uno di essi, fuori usciva una debole luce.
Momoka, aprendo il cassettone, vide una scatoletta scura con al suo interno un oggetto di piccole dimensioni che emanava una luce fredda. La bambina prese la scatola e, osservandola da più vicino, non riuscì a capire a quale forma avesse l'oggetto in questione. Concentrata com'era, non si accorse che un'ombra si avvicinava silenziosamente dietro di lei. Sentendo due mani che si erano appoggiate improvvisamente sulle sue piccole spalle, Momoka urlò dallo spavento e lasciò cadere la scatolina che, al momento dell'impatto per terra, si chiuse.

Mo: - Joshua, ma che stai facendo? Mi hai fatto prendere uno spavento! Tua madre non ti ha insegnato che non è educato avvicinarsi di soppiatto alle persone senza il loro permesso? - (╬゚•̀皿•́)ノ゙

Momoka poteva sentire chiaramente le palpitazioni del suo cuore, che batteva a un ritmo irregolare. Joshua non sembrava particolarmente pentito per lo scherzo fatto alla bambina.

J: - Dai, non fare così tragica, Momoka. Era solo uno scherzo. Ti ho vista così concentrata a fissare la scatolina che mi è sembrato naturale farti uno scherzo. -  ( ͡ᵔ ͜ʖ ͡ᵔ )          

Il bambino rideva per lo scherzo riuscito, mentre la bambina lo fulminava con lo sguardo. Vedendo che Momoka teneva tra le mani un oggetto preso da terra, Joshua si incuriosì e, avvicinandosi, allungò il collo per vedere meglio.

Mo: - Che cosa guardi, Joshua? - (・༚・) ??

J: - Hai qualcosa tra le mani e vorrei sapere che cos'è! - ¯\ツ/¯     

Mo: - Non è niente, ho solo trovato uno strano oggetto che emanava una luce particolare. - ╮(^¬^)╭    

Incuriosito da questa cosa, a Joshua brillavano gli occhi dalla curiosità e voleva vederlo anche lui.

J: - Hai detto un oggetto che emana una luce particolare, dici che sia una cosa da extraterrestre? -  ( ✧∇✧)        

Mo: - Joshua, non ti pare di essere un tantino cresciuto per queste cose? - ( ¬_¬)       

J: - Sì sì sì! Fammi vedere questa cosa. -(≧ᴗ≦)  

Disse con tono sbrigativo. Momoka non sembrava aver preso bene questa risposta superficiale da parte dell'amico e si rifiutò di consegnargliela. Ed ecco che entrambi iniziarono una delle loro liti, contendendosi la scatolina misteriosa con il loro tira e molla. Le loro grida si sentirono dal piano di sotto, mentre continuavano a bisticciare per appropriarsi dell'oggetto conteso. Non si accorsero che non erano più soli. Infatti, gli altri bambini, sentendoli urlare, si erano spostati verso la soffitta e li trovarono in competizione.

S: - Ragazzi, cosa state combinando qui sopra? - ( ≖͞  -≖͞) ??        

Entrambi, presi di sorpresa dall'arrivo degli altri, per un momento guardarono i loro amici riuniti. Tuttavia, approfittando della distrazione di Momoka, Joshua riuscì a sottrarle la scatolina tra le mani.

Mo: - EHI... Questo non vale, l'ho trovato io per prima, ridammela. - ( ノ╬•̀Д•╬́)ノ       

Momoka cercava di riprendersi la scatolina, ma Joshua, essendo poco più alto di lei, alzò in aria le braccia per renderla fuori dalla portata della piccola. Momoka, una bambina tenace che non si arrende davanti alle avversità, tirò un forte calcio sul ginocchio sinistro di Joshua. Il bambino, dal dolore, fece cadere la scatolina che scivolò poco distante. Momoka colse l'occasione per riprendersi la scatolina, ma Joshua, sempre dolorante, riuscì a intercettare i suoi intenti e gridò:

J: - PRENDETE LA SCATOLINA, NON PERMETTETELE DI RIPRENDERSELA. - (╯°Д°)╯

I maschietti si misero all'inseguimento di Momoka, mentre le bambine, vedendo la loro amica in difficoltà, andarono dietro ai loro amici maschi. Sembrava la replica della corsa della lepre. Mentre su in soffitta si scatenava il caos, giù di sotto in cucina il vecchio Cheveyo era intento a cucinare una crostata alle pesche, la preferita dei bambini. Sentendoli fare baccano al piano di sopra, scosse il capo molto divertito.

C: - Quei bambini, per quanto io li adori, sono delle piccole canaglie. Forse devo ricordare loro di non distruggermi la casa? - ( ˘ᴗ˘ )


Si disse a voce alta con tono scherzoso, ma non volendo disturbarli nei loro giochi. Dal momento che fino a poco tempo fa viveva in una casa sperduta in mezzo alla foresta, un po' di chiasso non era un grande problema.

In soffitta, l'inseguimento continuava e la scatolina contesa tra i più piccoli passava di mano in mano senza durare oltre qualche millesimo di secondo. Molte mani avide cercavano di afferrare la misteriosa scatolina. Spintoni, tirate per i capelli e gomitate nei fianchi erano gesti molto usati per stanare l'avversario che si aveva difronte. I due contendenti principali, Joshua e Momoka, messi in disparte, continuavano con il loro bisticcio.

Mo: - Joshua, ridammi la scatola. Non appartiene a nessuno dei due. Deve ritornare al suo posto. - (≖̥︵≖̥)   

J: - Non prima di averci dato un'occhiata. Sono curioso di sapere cosa ci cela dentro. - (∩_∩)         


Ribattè Joshua; ormai la curiosità aveva preso il sopravvento su di lui, e non si sarebbe dato pace fino a quando non avesse visto cosa si celava lì dentro.

Mentre il chiasso fatto dai bambini proseguiva, dal piano di sotto, Cheveyo tirò fuori la crostata dal forno e la mise sulla tavola per farla raffreddare. Sentì cadere alcuni oggetti e, temendo che i bambini si sarebbero fatti male, decise di dare una veloce occhiata di sopra per vedere cosa stavano facendo quei piccoli diavoli.

La scatolina tornò al punto di partenza, cadendo in mezzo tra i due litiganti. Dopo qualche secondo di pausa, durante il quale tutti con i loro occhi seguirono la traiettoria della scatolina, questa cadde tra Joshua e Momoka. Tutti quanti si riunirono in un gruppo ristretto cercando di strapparsi l'un l'altro l'oggetto bramato. In qualche modo, la scatolina si aprì e da essa uscì una forte luce che accecò tutti.

In quel momento, Cheveyo entrò nella stanza e, vedendo la luce, capì cosa stesse succedendo. Fece un solo passo verso il gruppo di bambini, ma sotto il suo sguardo pieno di orrore, li vide teleportarsi via, inghiottiti dal nulla. 






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ANGOLO AUTRICE:
Riecco Momoka, Joshua e Sarah con tutti i loro amici in questo capitolo, mi piacciono questi piccoli lupachiotti che ho voluto inserirli in questo capitolo.
Ora vediamo cosa succederà a loro,  sicuramente avrete capito che quella misteriosa scatolina non contevena un semplice oggetto( cosa che approfondirò in un altro capitolo); non so quanti di voi si ricordano l'episodio della vecchia edizione" LA LUPA". Questa volta rileggendo il vecchio capitolo, ho avuto modo di riflettere molto attentamente e vedendo che ogni mio vecchio capitolo aveva delle sue potenzialità ( cosa che in passato non fui in grado di spruttarle al massimo), ho preso in mano le redini di questo  particolare capitolo mi sono tirata su le maniche è ho fatto una ristrutturazione quasi nuova del racconto di oggi.


K.j 




   
 
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