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Autore: vegeta4e    26/01/2024    6 recensioni
Non tutto quello che finisce rappresenta la fine. A volte una fine può rappresentare un nuovo inizio: la morte di Claire, l’abbandono di Peyton che segnò Mac molto più di quanto volesse ammettere… eppure il lavoro riuscì a salvarlo, ad obbligarlo a non crogiolarsi nei ricordi. E funzionò, almeno fino a che Peyton non decise di fare ritorno a New York.
“Niente si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma”. Dietro questa frase si cela una grande verità per il detective Taylor. Un’accusa di omicidio a suo carico, vecchi fantasmi tornati dal passato, rapimenti, lutti difficili da accettare.
Forse i problemi d’amore erano quelli di cui preoccuparsi meno.
[MacxPeyton] - Ambientata all’inizio della 5^ stagione.
[L’avvertimento cross-over riguarda solamente un paio di capitoli verso la fine della storia.]
- Pistola e distintivo. -
Mac ci mise qualche secondo per realizzare. Fissava Sinclair interdetto, incapace di comprendere il perché, incapace di combattere quella serie di ingiustizie che lo stavano lasciando disarmato.
Dopo lo stupore iniziale, non riuscì a trattenere una risata nervosa. Serrò i denti a labbra chiuse, passando lo sguardo da Sinclair a Don, che non aveva neanche il coraggio di guardarlo in faccia.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Danny Messer, Don Flack, Mac Taylor, Peyton Driscoll, Stella Bonasera
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo III

Passò un’ora e mezza prima che terminassero con l’ultima donna, ed esausti, i tre detective si riunirono nella stanza degli interrogatori per tirare le somme.
La prima a parlare fu Stella.
- Ricapitolando! Quest’uomo ha otto figli, la più grande di 15 anni, il più piccolo di 13 mesi. Ѐ stato sposato solo con la donna con cui ha la figlia più grande, le altre sono tutte amanti. Però nessuna sapeva delle altre. Come diavolo ha fatto? - Guardò gli altri due come a chiedere supporto.
- Era separato, non era tenuto a dire il suo passato a tutte. La cifra del mantenimento si è abbassata a 2800$. Sempre che nessuna delle donne abbia mentito sulla cifra che ricevevano. - Aggiunse Mac - Uno stipendio medio si aggira sui 3000$, per riuscire a vivere doveva guadagnarne altrettanti. -
Flack allargò le braccia - Andava a letto a destra e a sinistra! Cosa vuoi di più? -
Stella lo fulminò con lo sguardo. - Non è l’atto in sé, ma il dopo! Esistono i profilattici, e sarebbe ora che voi uomini ve lo metteste in testa! -
Mac Taylor alzò le mani in segno di difesa - Questa volta sono costretto a darle ragione. -
Flack cambiò prontamente discorso. - Da quel che mi è parso di capire lui era un semplice impiegato di ufficio. Dove trovava tutti quei soldi? -
- In casa non c’erano tracce di droga, quindi escludo lo spaccio. - Precisò Mac.
Don alzò le sopracciglia - Bisognerebbe capire se aveva un secondo lavoro. -
- Non risulta. - rispose Taylor - Se aveva veramente un secondo lavoro lo pagavano in nero. Oppure guadagnava in modo illegale ma che non abbia a che fare con la droga. -
- E che diavolo faceva, si prostituiva? - Rise Flack per sdrammatizzare.

- Lo sai che non è divertente, sì? - Stella lo riprese, ma una lampadina nella testa di Mac si accese alle parole di Don.
- Però il gigolò spiegherebbe i figli! -
Flack ghignò verso Stella. - Visto? Miss non è divertente? La prostituzione sarebbe illegale! -
- Non per l’illegalità, ma come ha fatto a trovare così tante partner senza essere aiutato da un ambiente che lo avrebbe favorito? - Chiese Mac.
Stella fece una smorfia contrariata. - Quelle donne non mi sono sembrate tipe da andare a gigolò… Non credete che l’avrebbero detto? -
Mac alzò le spalle - Forse si vergognano. In questo siete diverse dagli uomini. -
- E poi quel tizio non mi sembra un gigolò. - Continuò lei.
- Non era neanche così bello da avere una spasimante ad ogni angolo. -
Flack rise in direzione di Stella - Non sapevo frequentassi quel genere di persone. Ma se hai tanto bisogno di un uomo, ce ne sono due a disposizione qui davanti a te. Lo puoi dire, figurati, per noi non è un problema sacrificarci. -
- Vaffanculo. - Fu l’unica risposta che Stella si sentì di dare a Don, mentre Mac tentava di trattenere una risata genuina.
- Flack, piantala. - Tagliò corto Taylor. Quei due si stuzzicavano di continuo, ma la priorità in quel momento era capire chi avesse sparato a Michael. - Quindi? Non sembra un gigolò, non era un dio greco che giustificasse tutte queste donne… come le ha trovate? -
Flack tornò improvvisamente serio. - L’unica spiegazione sono i soldi. O forse qualche magnetismo nel suo carattere. -
- Sappiamo che non era ricco. - Continuò Taylor. - Mi correggo. Non legalmente, almeno. -
Stella sospirò - Evidentemente ci sapeva fare con le donne. Resta da capire come pagava loro gli alimenti. -
- C’è da confrontare il DNA delle ex compagne con quello ritrovato sul corpo. Se combacia con una di loro, si parte da lei. Vado da Danny. -
Flack e Stella annuirono e mentre Don tornava ai suoi uffici, Taylor e Bonasera salirono al laboratorio.
- Danny? - Mac richiamò la sua attenzione, aprendo in fretta la porta - Ho i DNA delle sette donne, analizzali e fammi sapere se ci sono riscontri. Mi raccomando, questo ha la priorità, appena trovi qualcosa avvisami subito. -
- Agli ordini! Ti chiamo appena so qualcosa. - Dopo avergli lasciato i sette tamponi sul tavolo, Mac richiuse la porta andando verso il suo ufficio. Era tutta la mattinata che girava come una trottola, si sarebbe preso volentieri cinque minuti di pausa per riprendere fiato e, magari, mangiare qualcosa.
Non fece in tempo a toccare la maniglia di acciaio della porta dell’ufficio che una mano si posò delicatamente sul suo braccio, facendolo voltare.
- Ehi… - Il cuore saltò un battito. Peyton. - Non mi hai fatto sapere più niente. -
- Perché non ho ancora deciso. -
Lei tolse la mano dal braccio del detective. - Ascolta Mac, non voglio metterti a disagio. Se vuoi ritiro la domanda, ma sappi che non me ne andrò da New York. -
- Tu puoi abitare dove vuoi, questo non c’entra niente né con me né col lavoro. -
Lei cercò di leggergli i pensieri attraverso gli occhi, era sempre stata brava a capire le sue emozioni, ma quella volta fallì. - Perché tentenni, allora? Sai che so fare il mio lavoro. -
Lui scostò lo sguardo, posandolo poi sull’ascensore di fronte a lui come per riordinare le idee. - Vuoi la verità? Sto provando ad essere imparziale. -
- … Ma non ci riesci… -
- No. -
Peyton abbassò lo sguardo. Si sentì un po’ egoista, per la sua voglia di tornare con lui stava sottoponendo Mac ad un’ulteriore sofferenza. Sapeva quanto fosse un uomo giusto e che molto probabilmente l’avrebbe riassunta, e obbligarlo a rivederla ogni giorno nonostante tra loro fosse finita era una tortura bella buona per entrambi.
- Perché non riproviamo? Sono tornata per te… -
- Non lo so. Non è così sem… -
- Ehi! - Stella arrivò a passo svelto, interrompendoli proprio quando stavano affrontando il cuore del discorso. - Ma chi si vede! Peyton! Posso rubartela due secondi, Mac? Te la riporto subito. - Sorrise e senza attendere risposte da nessuno dei due, prese la mora per un polso portandola con sé.
Il detective Bonasera entrò nel primo ufficio libero, chiudendosi la porta alle spalle e abbassando le veneziane per avere un po’ di privacy. Si voltò infine verso Peyton, vedendola leggermente spaesata per il suo comportamento.
- Allora? Che ci fai qui? Mi fa piacere rivederti, anche se è un po’ strano. - Sorrise.
Peyton ricambiò, dando poi un’occhiata alla stanza. - Sono tornata a New York e ho bisogno di un lavoro. Ho pensato di fare domanda qui. -
Stella annuì ripetutamente come a metabolizzare l’informazione - Sono sicura che Mac ti riprenderà. E per quanto riguarda lui? - Domandò diretta, come suo solito.
L’altra inarcò un sopracciglio - Che intendi? -
- Immagino che tu voglia tornare insieme a lui… sbaglio? -
Peyton esitò qualche secondo, ma le sembrò sciocco negare. - … Non ti nascondo che mi piacerebbe. Ma capisco anche che ho combinato un casino, quindi… Non lo so. Non so cosa fare, sto aspettando che Mac mi dia una risposta per il lavoro, ma siete indaffarati col caso e non ha ancora avuto modo di pensarci. Il resto andrà da sé. -
Stella ascoltò in silenzio, percependo la sincerità di lei. Si vedeva chiaramente che anche a Peyton era costato tanto prendere la decisione di separarsi da Mac, e contrariamente ad ogni sua aspettativa, cambiò opinione sulla vicenda.
- Non ho nulla in contrario se torni a lavorare qua. - Fece una pausa ed entrambe si fissarono negli occhi come per studiarsi. - E neanche se alla fine voi due tornerete insieme. Ti chiedo solo di pensarci cento volte, questa volta. Se pensi che non sia il momento, se pensi di avere qualcosa in sospeso da qualche altra parte nel mondo o qualsiasi altra cosa… Risolvila prima. Lo sai come reagisce Mac quando non vuole pensare a qualcosa. -
Peyton annuì guardando verso sinistra, dove oltre la vetrata c’era l’ufficio di lui. - Sì, passa qua dentro la maggior parte del tempo. -
- Sono stata io con lui quando ha dormito tre ore in tre giorni, non voglio che succeda di nuovo. Sai bene cos’ha passato Mac e quanto ci abbia messo per buttarsi con te. Vedersi scaricato in quel modo, come se fosse un estraneo, l’ha distrutto. Ma nonostante questo credo stia seriamente pensando di riassumerti perché non vuole mischiare il lavoro con la vita privata. Se avesse voluto dirti di no l’avrebbe già fatto, non credi? - Sorrise appena.
Anche a Peyton sfuggì un sorriso. - Credo di sì. Sai, sono contenta che abbia un’amica come te accanto. Forse se ho trovato il coraggio di scrivergli quella lettera è anche perché sapevo che non sarebbe stato solo. Grazie per quello che hai fatto per lui. -
Stella sorrise. La maggior parte delle donne sarebbe stata gelosa del rapporto che avevano lei e Mac, ma Peyton riusciva a vedere il lato buono di ogni cosa.
- Dagli il suo tempo e non pressarlo, ma allo stesso tempo cerca di fargli capire che ci sei. -
L’altra annuì. - Grazie… Farò del mio meglio. -
- Torniamo di là, altrimenti chi lo sente quello. - Scherzò Stella. Risero entrambe complici e lasciarono l’ufficio, e mentre Peyton andava verso l’uscita, Bonasera prese la direzione dell’ufficio di Mac Taylor.
Vedendola rientrare, lui sorrise posando la penna - Vi siete scannate? -
- Certo che hai una grande fiducia in me! - Stella si finse offesa, poi prese posto di fronte a lui.
- Non si tratta di fiducia, ma da come sei partita all’inizio mi sembravi così agguerrita. -
Lei annuì non potendo negare - Già. Però mi sembra sincera. -
- Ora sei dalla sua parte? - Alzò un sopracciglio.
- No. Sono obiettiva. -
Mac annuì tornando a fissare il documento che stava compilando prima che Stella entrasse - … Me la vedrò da solo. - Pensò che in fin dei conti era giusto così. Era un problema suo, e solo lui sapeva come affrontarla.
- Va bene. Ma per qualsiasi cosa ricorda che sono qui. -
Mac accennò un sorriso. La vicinanza di Stella non era mai stata messa in discussione neanche per un minuto da quando la conosceva. Non fece in tempo a dire nulla che il cellulare squillò.
- Taylor. -
- Mac, il DNA non corrisponde con nessuna delle donne. -
Mac sbuffò appoggiandosi allo schienale - Questo è un problema. -
- Ma c’è dell’altro! Il DNA della donna numero tre ha una coppia di alleli in comune con quello trovato sul corpo della vittima. Quindi oltre alla figlia di 11 anni avuta con lui, deve averne un’altra più grande avuta da un altro uomo. E sai cosa? Combacia col DNA del capello che hai trovato sulla scena. -
Mac si prese qualche secondo prima di rispondere - Significa che è andato a letto con la figlia di un’ex. Potrebbe essere un movente. -
- Grosso come una casa. - Aggiunse Danny.
- Convoco la donna. Ottimo lavoro. -
- Grazie, capo. - Chiusa la telefonata. Stella lo fissava senza capire, ma dalla luce negli occhi di Taylor intuì che c’erano dei risvolti positivi nel caso.
- Il DNA trovato sul corpo ha una coppia di alleli in comune con la terza donna. Vuol dire che lei ha un’altra figlia avuta da un altro uomo, e Michael ci è andato a letto. - Riassunse lui.

- Scacco matto. Falla tornare qua. - Sorrise - Ti aspetto giù. -
- La chiamo e ti raggiungo. -

   
 
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