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Autore: Shainareth    27/01/2024    1 recensioni
[Gundam SEED/Gundam SEED Destiny/Gundam SEED Freedom] Raccolta di shot incentrate di volta in volta, come da titolo, su una o più fotografie. Ogni capitolo sarà dedicato a uno o più personaggi contemporaneamente. Mi riserbo di alzare il rating in caso la necessità dovesse richiederlo.
01. ZAFT
02. Athrun & Cagalli
03. Miriallia Haw
04. Ficcanaso
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FICCANASO
 

«Che cavolo...?» Più sfogliava quelle foto, più stentava a crederci. Lasciando il cellulare a Lunamaria che, curiosa come una scimmia, glielo stava praticamente strappando di mano per guardare meglio, Shinn si voltò verso Athrun con un certo disgusto. «Che problemi hai?»
   «Santo cielo...» commentò anche la ragazza, gli occhi fissi sulle immagini. «È preoccupante.»
   «Molto», confermò Dearka, che però un po’ se la rideva sotto ai baffi e, più che con rimprovero, fissava l’ex commilitone con un vago affetto misto a divertimento. «Direi patologico.»
   L’agente di Terminal, che per una volta non si trovava su Aprilius per motivi di lavoro, incrociò le braccia al petto e si mostrò annoiato dai loro commenti. «Avete finito di insultarmi?»
   «Hai mai pensato di andare in terapia?» domandò legittimamente Shinn, che un po’ ce l’aveva ancora con lui per - a suo dire - tanti buoni motivi, un po’ si preoccupava sul serio per la sua salute mentale.
   «Giuro che non ti accuserò mai più di essere un donnaiolo», disse Lunamaria, che per diverso tempo aveva creduto che Athrun avesse avuto una tresca sia con la finta Lacus Clyne che con Meyrin. Adesso capiva anche perché sua sorella aveva sempre negato che ci fosse stato qualcosa fra lei e il loro ex Capitano: quelle foto erano la prova lampante che non potesse esserci spazio per un’altra donna nella vita del giovane.
   «Era anche ora...»
   «Sei comunque spudorato», continuò la ragazza, abbassando finalmente il dispositivo e guardando anche lei l’accusato.
   L’altro fece spallucce e tese la mano per riavere il cellulare che avevano preso in prestito per scattare una foto tutti insieme, ricordo di quell’incontro con gli amici. Si erano ritrovati in un ristorante non troppo lontano dagli uffici governativi, una piccola rimpatriata che avevano deciso di immortalare e che aveva portato a una interessante scoperta: sfogliando - senza permesso - la galleria delle immagini, avevano trovato una serie di fotografie che ritraevano diversi soggetti, ma ogni volta che compariva anche Cagalli, anziché verso l’obiettivo, sistematicamente Athrun aveva lo sguardo rivolto su di lei.
   «Guarda che un po’ hanno ragione», rise Dearka, sollevando il calice per gustarsi un ultimo sorso di vino. «Non muore nessuno, se ogni tanto le togli gli occhi di dosso.»
   «Pensa agli affari tuoi», replicò l’agente Zala, che, impadronitosi di nuovo del cellulare, lo ripose al sicuro in una tasca.
   «Spero almeno che le foto private tu le tenga da parte», continuò il biondo, mai stanco di dare fastidio. Serafico, Athrun lo ignorò e lui, sogghignando, riprese a bere.
   Yzak, che invece era rimasto in riflessivo silenzio fino a quel momento, si sporse verso il collega e sottovoce suggerì: «Dovremmo prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di rafforzare il numero di uomini presenti a Carpentaria. Non si sa mai.»
   Dearka rise così forte che per poco non gli uscì il vino dal naso. In realtà quella di Yzak non era davvero una battuta - o forse lo era solo in parte. In effetti, ci sarebbe stato da preoccuparsi, se fosse capitato qualcosa a Cagalli? Probabilmente sì, perché Athrun avrebbe potuto perdere la testa. E il fatto che fosse abilissimo a infiltrarsi e avesse a disposizione gli avanzatissimi mezzi di Morgenroete, poteva essere pericoloso quasi quanto il Genesis a portata di mano di Patrick Zala - che in fin dei conti era impazzito proprio a causa della morte di sua moglie.
   Questo pensiero metteva i brividi nel momento in cui ci si chiedeva in che misura Athrun assomigliasse a suo padre.
   «Io comunque uno bravo lo consulterei», gli suggerì Shinn, che ancora non si capacitava della cosa.
   Athrun abbandonò la schiena contro la sedia e sospirò. «A te i pugni non bastano mai, vero?»
   «Ci manca solo che vi mettiate a dare spettacolo qui dentro», li riprese con fare pacato Yzak, cercando di sedare qualunque potenziale rissa.
   Dearka guardò ora l’uno ora l’altro, non potendo fare a meno di notare come entrambi fossero molto meno disposti a perdere la pazienza rispetto a qualche anno prima. Le sue orecchie ringraziarono. Sorrise e, levando il calice in un brindisi in solitaria, schioccò la lingua sotto al palato. «Siano benedette Cagalli e Shiho.»
   I suoi due amici lo guardarono straniti, in attesa di spiegazioni che non tardarono ad arrivare. «Avere una donna vi fa bene», considerò, facendo roteare gli occhi dei due al soffitto. Si rivolse quindi a Shinn e Lunamaria. «Datevi da fare anche voi.»
   Il soldato Asuka aggrottò la fronte, non del tutto sicuro di aver capito bene, mentre la ragazza, più smaliziata, subito avvampò e batté le mani sul tavolo, facendo tintinnare le stoviglie. «Non si ficca il naso negli affari degli altri!»
   «...disse quella che ha curiosato finora nel mio cellulare...» commentò distrattamente Athrun, chiamando un cameriere con un cenno della mano per farsi portare un tè caldo.
   Lunamaria lo fissò imbronciata ma non riuscì a ribattere. Ci pensò allora Shinn a prendere parola e a domandare a Dearka con considerevole ritardo: «A fare cosa?»
   Yzak distolse lo sguardo, fingendo di non aver sentito, mentre Dearka non sapeva se mettersi a ridere o dare uno scappellotto a quel moccioso di Asuka, vista anche l’espressione della ragazza seduta accanto a lui. In quel momento arrivò il cameriere e ad Athrun non restò che dire: «Il conto, per favore.»



 












Shot ispirata non tanto al film, quanto alle immagini promozionali uscite nell'ultimo periodo: Athrun che spesso e volentieri guarda solo Cagalli. Ah, l'amore~💕
No, ammetto che al di là del mio essere fangirl, volevo solo percularlo un po'.
Shainareth





  
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