Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Velidart    05/02/2024    1 recensioni
Quello che sto facendo fa parte del mio percorso di cura: trovare una motivazione ad andare avanti, anche solo una minima fiammella capace di riattivare il mio corpo e la mia mente.
Se ti sei sempre chiesto che cosa prova una persona depressa, come si sente e come vive le sue giornate; o ancora a che cosa pensa beh, questa lettura fa al caso tuo.
Perché lo sto scrivendo? Per buttare fuori, titolo del primo capitolo, e perché spero di sentirmi meno solo, e di trovare altre persone nella mia stessa situazione: per potermi confrontare con loro.
Buona lettura, confido che in qualche modo ciò che scriverò possa essere di conforto a qualcuno, o possa comunque rendervi meglio l'idea di chi è una persona che soffre di depressione maggiore.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ho appena pianto. Non è stato uno di quei pianti lunghi, urlati, soffocati per non fare rumore. Sono state più che altro delle lacrime solitarie, silenziose e che stentavano a venire fuori. Alessandra alla fine è arrivata, ma non mi ha portato il sollievo sperato; non sono nemmeno riuscito a dormire. 

Mi sono alzato verso le 17.00 con il peso sullo sterno, quello solito che ormai da un mese mi fa compagnia, ma per fortuna senza nausee (di cui parleremo più avanti). Si: è stata una giornata strana, non terribile come sabato scorso di cui non vi ho parlato, ma che grazie a Dio ho trascorso con Elisa, la mia fidanzata, ma una giornata in cui, seppure non abbia fatto particolari pensieri, mi ha fatto trascorrere tutto il resto del giorno con addosso la tristezza. Forse è una tristezza immotivata, forse perché sento l'avvicinarsi di domani: il gran giorno della più grande finzione della mia vita, o forse semplicemente perché tutta la serie di accumuli che la mia mente ha prodotto nel corso della giornata doveva sfogarsi.

Stasera quindi voglio parlarvi della tristezza, che in modo più fantasioso se vogliamo, chiamerò "la morsa". 

La morsa mi fa compagnia da tanti anni, ufficialmente dal 2011, ma in realtà credo che la sua nascita sia arrivata ben prima, quando ancora i baffi non crescevano sul mio viso. La morsa è un peso allo sterno, profondo, nascosto, celato da carne e ossa che mi tormenta e mi preme sullo stomaco. E' una sensazione indefinibile, una di quelle che non si può spiegare in modo ben definito ma che provoca una serie di reazioni mentali tali da divorare lentamente chi la subisce. La morsa tocca tanti punti: ricordi, passato, presente, futuro, situazioni, agitazioni, ansie. Lei è li che salta fuori quando meno te lo aspetti e di solito si manifesta in seguito a uno spavento, al conseguimento di una spiacevole notizia, a una grande delusione d'amore. Insomma, la morsa compare come un mostro nascosto nell'angolo più buio del nostro cervello, ti artiglia la mente e ti ricorda che è li pronta a tenderti un'imboscata quando meno te l'aspetti. In passato l'avevo sperimentata così: sporadicamente, come accade a molti di voi che in gergo lo chiamano anche "tuffo al cuore", ma di tuffo al cuore non si può più parlare se diventa continua, come un dolore sordo che non vuole assolutamente lasciarti andare. 

La prima volta che la morsa mi ha tormentato per tanto tempo, almeno da che ne ho memoria, è stato al primo anno di università quando è iniziata la mia ipocondria che è durata per un paio d'anni. I pensieri ricorrenti alla morte, all'avere una brutta malattia incurabile, inconsciamente terrorizzato che me ne sarei potuto andare all'altro mondo, l'aveva fatta comparire come un'ombra perennemente al mio fianco che neppure la giornata più limpida poteva spazzare via. Poi si è ripresentata nel 2013, poi ancora nel 2017, anche se fortunatamente in forma più lieve, e poi nel 2020 quando ho subito una grande perdita amorosa. E poi oggi. 

Il problema è che oggi, a dispetto di ciò che ricordo del passato (ma con il beneficio del dubbio, perché sapete quando si è stati tanto male si tende a dimenticare quanto realmente lo si è stati) oggi è una bestia carnivora feroce che non vuole accennare a mollare la presa nemmeno per un secondo. Perfino ieri sera, che stavo relativamente bene, sentivo la sua presenza nascosta nelle tenebre del mio inconscio. E speravo, speravo che non si sarebbe più ripresentata ma alla fine è saltata fuori. E quando ciò accade non vuoi altro che vada via, che scompaia e ti lasci libero di respirare, di ragionare lucidamente, di concentrarti sul resto del mondo scollandoti di dosso la sua presenza.

Perdonatemi, davvero so di scrivere solamente una cascata di parole che dicono la stessa cosa, ma ho bisogno di fissare al mio meglio questa spiacevole morsa al foglio che mi sta di fronte. Voglio fissarla bene, quasi assicurarmi di trasferirla al foglio di carta per togliermela di dosso. E ci sto riuscendo un pochino. Ora voglio solo andare a dormire, ma dormire è una condanna: perché so che quando mi addormenterò la morsa mollerà la presa, per poi tornare più forte domani mattina. Lei sarà li, pronta a darmi il buongiorno con il suo ghigno sardonico e le unghie affilate fuori dalle zampe. Ed io la subirò di nuovo e ricomincerà la solita tiritera: un Nocciola che si dispera e che rimugina ed un altro, stanco, debole ma determinato che sprona il corpo e la mente a non abbandonare la speranza. 

Vi parlerò anche dei due Nocciola che da parecchio tempo si contendono questo pezzo di carne, anche se quello depresso, insicuro, infantile e spaesato ha il controllo della mente da tantissimo tempo; l'altro continua a lottare ma prende il sopravvento veramente di rado. Ora sono soddisfatto.

Ora vi ho parlato della morsa e forse tornerò a farlo in futuro, ma per oggi va bene così: è il momento di portare fuori il cane, spegnere il cervello e dormire. Tanto già lo so, domani sarà una giornata terribile a cominciare dal mio risveglio. Ma lascio al Nocciola di domani le parole da aggiungere, io per il momento vi saluto qui, speranzoso che Morfeo mi possa almeno regalare qualche momento di distrazione in sogno.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Velidart