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Autore: Justice Gundam    09/02/2024    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Nella tormentata nazione di Nirmathas, ben lontano dal fronte della decennale guerra con Molthune, la tranquilla cittadina di Phaendar viene colta di sorpresa dall'apparizione di un travolgente e spietato esercito di hobgoblin. Un ranger disilluso e i suoi pochi ma fedeli compagni dovranno fuggire dalle loto case e salvare quanti più possibile dei loro compaesani, nel disperato tentativo di sfuggire alla terribile Legione delle Zanne di Ferro e alla loro comandante suprema, la brillante e spietata Generale Azaersi, che sta cercando di conquistare la giovane nazione e creare un terribile impero di goblinoidi.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Invasione delle Zanne di Ferro

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 2 - Il ponte di Phaendar

 

"Merda... pensare che quei dannati hobgoblin sono arrivati fin qui..." grugnì Damon, tenendo la spada sfoderata e affrontando i tre hobgoblin che avevano invaso la farmacia. Gettò uno sguardo a Vane, sperando che fosse ancora vivo - e in effetti lo era, ma non ne avrebbe avuto per molto se non fosse riuscito a fare qualcosa.

"Tu! Non cercare di fare l'eroe, grand'uomo!" ringhiò uno dei soldati hobgoblin. Con uno strattone, tirò verso di sè uno degli avventori: un giovane elfo dai lunghi capelli castani vestito principalmente di grigio chiaro, la camicia segnata da macchie nere e bluastre che dovevano essere state il risultato di qualche esperimento alchemico. L'ostaggio emise un gemito impaurito quando il soldato hobgoblin gli avvicinò pericolosamente la scimitarra al collo. Per far vedere che non era un bluff, l'hobgoblin toccò la pelle dell'elfo con il filo della lama, e fece scorrere un rivoletto di sangue lungo il suo collo. "Fai ancora un passo e taglio la gola a questo ragazzo. E i miei compagni qui presenti sono pronti a fare strage!"

"Okay. Okay, non facciamo sciocchezze." affermò Damon, alzando una mano per dirgli di mantenere la calma. Feargus ringhiò e si avvicinò all'hobgoblin, con il chiaro intento di saltargli alla gola, ma Damon gli fece cenno di non attaccare. "Io mi allontano... e voi lasciate andare quel ragazzo, eh? E magari ci permettete di aiutare quell'uomo che avete inchiodato al muro..."

"Heh. E credete che noi ci cascheremo?" sghignazzò un altro hobgoblin. "Fermi dove siete, e nessuno di voi faccia scherzi!"

Gli avventori lanciarono dei gemiti spaventati e si ritirarono ancora di più verso i muri e gli angoli della farmacia. L'elfo preso in ostaggio strinse i denti, ma ebbe il buon senso di non tentare nulla e di restare fermo dov'era. All'hobgoblin sarebbe bastato un gesto del braccio per aprirgli la gola...

Damon e Feargus restarono fermi a loro volta, frementi di rabbia impotente. Avrebbero voluto fare qualcosa per salvare gli ostaggi, ma gli hobgoblin non allentavano l'attenzione neppure per un istante, e una mossa avventata avrebbe significato il disastro.

Proprio quando la situazione sembrava essere giunta ad un impasse, accadde qualcosa che colse tuti di sorpresa, hobgoblin e cittadini.

L'alchimista gravemente ferito riuscì ad attingere ad un ultimo residuo di forza... e afferrò un bastoncino di legno che portava appeso alla cintola. Prima che l'hobgoblin più vicino potesse accorgersi del suo tentativo e fermarlo, Vane spezzò in due il bastoncino con un notevole sforzo e scagliò i due pezzi ai piedi dell'invasore. Immediatamente, un denso fumo biancastro si sollevò dai pezzi del bastoncino e si diffuse nella stanza, formando una nube di fumo inodore, ma talmente denso che gli hobgoblin non riuscivano più a vedere a mezzo metro da sè. Colti di sorpresa, i feroci goblinoidi esitarono... e anche se era sorpreso anche lui, l'ostaggio non perse tempo e reagì con prontezza.

Approfittando del fatto che il suo aguzzino aveva allentato la presa, il giovane elfo riuscì a sgusciare fuori dalla sua presa e sfoderò un corto pugnale che teneva rinfoderato alla cintura. Vibrò un colpo diretto al ventre del nemico, ma nella fretta non riuscì a mirare giusto, e l'hobgoblin, molto più esperto di lui, riuscì a fare in modo che il colpo rimbalzasse sulla sua armatura.

L'elfo si ritirò, cercando di nascondersi nella nebbia, ma l'hobgoblin alzò la scimitarra per vibrargli un colpo mortale...

Damon agì, con la prontezza di un soldato esperto. Prima che il nemico potesse sferrare il colpo mortale, lui e Feargus si gettarono in avanti, e Damon vibrò un letale fendente con la sua spada, colpendo a morte il primo hobgoblin. Feargus si lanciò contro l'hobgoblin più vicino, azzannandolo alla gola con un ringhio terrificante, mentre il terzo rimase sbalordito per un attimo e poi afferrò strettamente la sua scimitarra, cercando qualcun altro che potesse fargli da ostaggio. Ma i civili si erano portati a distanza di sicurezza dall'hobgoblin, e dopo aver messo a terra il primo avversario, Damon rivolse tutta la sua attenzione all'hobgoblin rimanente. Con uno scatto e un fendente preciso, mirò alla gola del nemico, uno dei pochi punti in cui l'armatura consentiva di dirigere un colpo... ma la spada di Damon venne intercettata dalla scimitarra del soldato nemico, che si riprese rapidamente dalla sorpresa e cominciò ad incalzare. Damon non si fece sorprendere e parò il colpo che l'avversario stava dirigendo verso la sua testa, e le due lame cominciarono a premmere l'una sull'altra... ma Damon, con un'abile trucchetto, intrappolò la scimitarra del suo avversario e la deviò verso il pavimento. La lama stridette quando andò a strisciare il pavimento, e l'hobgoblin perse l'equilibrio e non riuscì a difendersi dal colpo successivo. La spada di Damon gli trafisse la gola un attimo dopo, e l'hobgoblin si accasciò a terra con un gorgoglio, immobilizzandosi un attimo dopo. Il ranger si allontanò dai corpi degli hobgoblin, cercando di riprendere fiato. Questo era il terzo hobgoblin che uccideva in un solo giorno... e non ricordava di aver sparso tanto sangue da quando non aveva più un contratto con i ranger di Chernasardo.

Feargus mollò la presa sul secondo hobgoblin, che ormai aveva cessato ogni resistenza, e uno degli ostaggi aprì la finestra per far uscire il fumo che ormai aveva saturato la farmacia. Damon e l'elfo che era stato preso come ostaggio, da parte loro, si preoccuparono per Vane e corsero a vedere se si poteva fare qualcosa per lui.

"Signor Vane, resista." disse l'elfo, esaminando la lancia insanguinata che penetrava nel suo corpo. Storse il naso in un'espressione di dispiacere. Era una ferita mortale, e c'era poco da fare a questo punto, cosa di cui anche Vane si rendeva conto.

Con estremo sforzo, il farmacista alzò una mano e prese il braccio dell'elfo, che sobbalzò e lo guardò con espressione contrita mentre Vane pronunciava le sue ultime parole. "N-no... ascolta... prendi... quello che puoi... scappa... usa la mia miscela... per far saltare il ponte... non lasciare che questi bastardi... ugh... vi... inseguano..." Un fiotto di sangue uscì dalle labbra tese dell'alchimista e gli imbrattò i baffi, poi l'uomo reclinò la testa e spirò tra le braccia dei suoi soccorritori.

"Signor Vane!" esclamò l'elfo. Scosse l'uomo per cercare di farlo riprendere, ma Damon lo fermò, sospirò e scosse la testa. Inutile insistere, Vane era deceduto.

"Mi dispiace..." affermò Damon, sinceramente contrito. L'elfo strinse i denti in un'espressione di rabbia impotente, e alcuni degli abitanti di Phaendar riuniti lì cominciarono a gridare per la paura e lo sconforto.

"Il signor Vane è morto! E ora cosa facciamo?"

"Ci uccideranno tutti, lo so!"

"Che facciamo? E' la nostra fine!"

Abituato a simili scene, Damon riprese rapidamente il controllo e richiamò l'attenzione dei civili con un battito di mani. "Per favore, state calmi! Non riusciremo a salvarci di sicuro se ci lasciamo prendere dal panico! Non possiamo restare qui ancora a lungo, dobbiamo raccogliere tutto quello che possiamo e andarcene da questo posto. Tra non molto arriveranno altri di quei bastardi, e non saremo in grado di tenere loro testa. Elfo! Tu sai dove si trova la formula del signor Vane, e la sai usare? Dobbiamo usarla per far saltare in aria il ponte come ha detto lui!"

L'elfo riprese rapidamente il controllo delle sue emozioni e annuì stoicamente, ripromettendosi che in seguito avrebbe dovuto dirgli il suo nome. Essere chiamato semplicemente "elfo" gli dava un po' fastidio. "Sì. Il signor Vane tiene... teneva... la formula del suo esplosivo... e l'esplosivo stesso... nella cantina, dove non c'è il rischio che venga a contatto con fonti di calore. Ma è pericoloso... il signor Vane aveva messo una trappola per proteggere il suo esplosivo dai malintenzionati. Stia attento quando apre la porta della cantina, tagli i fili che vede!"

"D'accordo, grazie dell'avvertimento!" rispose Damon, per poi rivolgersi ai civili sconvolti e terrorizzati. "Okay, signori, aspettatemi qui per un paio di minuti. Vedo, prendo quello che ci serve e torno! Voi intanto barricatevi qui dentro! Non deve entrare neanche un hobgoblin, d'accordo?"

"S-sì, signor Vancaskerkin!" esclamò una donna di mezz'età, facendosi forza per non mostrare paura. "Avete.. avete sentito? Facciamo presto!"

I presenti si attivarono subito e cercarono di riscuotersi dalla paura e dallo sconforto. Collaborando e unendo le forze, cominciarono a trascinare dei mobili davanti all'ingresso della farmacia, usando anche i corpi degli hobgoblin uccisi per fare più massa. Senza attendere oltre, Damon si precipitò verso la cantina e, una volta giunto davanti alla porta, gli diede una scrupolosa occhiata per scovare la trappola di cui l'elfo farmacista gli aveva parlato. Dopo essere rimasto per un po' ad osservare, Damon fide alcuni fili legati alla maniglia e li seguì con lo sguardo. Un lieve brivido di corse lungo la schiena quando si rese conto che i fili erano collegati ad alcune ampolle poste strategicamente sopra la porta della cantina - e che ogni ampolla era stata riempita con uno strano liquido semitrasparente. Non appena qualcuno avesse cercato di aprire la porta troppo frettolosamente - come del resto eventuali ladri avrebbero fatto per ridurre al minimo il rischio di farsi beccare - le ampolle avrebbero rovesciato il loro contenuto sul malcapitato.

"Okay, non sono così curioso da sapere cosa è contenuto là dentro..." mormorò Damon. Si piazzò in un punto relativamente sicuro e tagliò i fili semitrasparenti con un colpo secco, poi entrò nella cantina e si mise a cercare. In effetti,più che una cantina sembrava un piccolo laboratorio alchemico, con tanto di provette ben ordinate su un tavolo, bricchi, fogli riempiti di annotazioni, pestelli e altri strumenti. Due bustine di pergamena erano state piazzate accanto ad una piccola libreria, e alcune terrine contenevano erbe sminuzzate e minerali triturati, esperimenti che dovevano ancora essere ultimati.

"Okay, adesso ho un'altra domanda... come lo riconosco questo esplosivo?" disse Damon tra sè, maledicendosi per non aver chiesto a Vane che aspetto avesse la sua invenzione. Certo, probabilmente non avrebbe fatto in tempo comunque...

L'ex-ranger si mise a cercare nel laboratorio, bene attento a non far cadere nulla. Non aveva idea di quali sarebbero stati gli effetti se qualcuna di quelle strane misture fosse caduta, e non aveva nessuna voglia di rischiare un'esplosione. Pensando che il tavolo di lavoro fosse il luogo più probabile, andò a darci un'occhiata e cercò di capire quali di quelle strane preparazioni potesse assomigliare ad un esplosivo.

"Accidenti... se solo ci fossero delle annotazioni o cose del genere..." disse tra sè Damon. Mentre rovistava tra gli strumenti sul tavolo, colse un particolare che attirò la sua attenzione: una parte del tavolo sembrava separata rispetto al resto del mobile - c'era una piccola fessura, e una parte della superficie era leggermente sopraelevata, di appena un paio di millimetri rispetto al resto. Incuriosito, Damon appoggiò una mano sul punto che risaltava e premette leggermente. Con un sonoro clac, il pannello si aprì, rivelando un piccolo cassetto nel quale erano contenuti un foglio di carta sul quale erano scritte varie annotazioni, e un flacone nel quale era contenuta una sostanza densa simile a una gelatina di colore giallognolo.

"E' questo, forse?" si chiese Damon. Prese il foglio e cominciò a leggerlo - con suo grande sollievo, il ranger scoprì che in effetti si trattava proprio dell'esplosivo di cui Vane aveva parlato prima di morire. Stando alle annotazioni, si trattava di una sostanza altamente volatile ottenuta mischiando olio da lanterna raffinato alchemicamente e letame essiccato di vari animali. "Okay... sembra che almeno questo lo abbiamo trovato. Forse è meglio prendere da qui tutto quello che è possibile. Non vorrei mai che gli hobgoblin lo usino per i loro esperimenti alchemici."

Damon diede un'occhiata a quello che poteva portare con sè, poi chiamò chi era rimasto nel negozio e fece loro cenno di sbrigarsi. "Presto, signori! Venite qui, c'è parecchia roba da prendere, e non è il caso di lasciarla agli hobgoblin!" esclamò. Un po' nervosamente, gli altri entrarono a turno nel laboratorio, e il primo di loro fu l'elfo che era stato preso come ostaggio dagli hobgoblin. "Signor Vancaskerkin, mi permetta... io ero allievo del signor Oreld, e credo di poter recuperare almeno in parte gli attrezzi di questo laboratorio." affermò.

"Va bene. Prendi quello che ti può servire. Potremmo avere bisogno di te e di qualche preparato durante la fuga." affermò Damon. "A proposito, non so neanche come ti chiami."

"Kin Zhonadrul. Piacere di fare la sua conoscenza. Peccato che sia stato in circostanze come queste." rispose il giovane elfo. "Non si preoccupi, comunque. Il signor Oreld mi ha insegnato abbastanza da permettermi di dare una mano."

"Qualsiasi cosa ci permetta di avere anche un piccolo vantaggio è bene accetta." rispose Damon con un cenno della testa. "Okay, Kin. Prendi quello che ti serve. E anche voi, signori. Portate via tutto quello di cui potreste avere bisogno, qualsiasi cosa pensate possa esserci utile... e poi filiamo di qui! Presto!"

"A-aspettate un momento!" esclamò una donna, riscossasi all'improvviso dallo shock. "C-Come sarebbe a dire, filiamo di qui? State... state dicendo che dobbiamo lasciare Phaendar?"

"Temo proprio di sì..." affermò Damon, con evidente riluttanza. "Siamo sotto attacco di un vero esercito di hobgoblin... e non credo neanche che siano soli! Non possiamo sperare di difendere Phaendar così come siamo. Dobbiamo andarcene... e cercare un modo di sopravvivere."

"Okay, signori..." disse Kin. "Io dico di affidarci al signor Vancaskerkin. Lui sa come muoversi in queste situazioni. Signor Vancaskerkin, come possiamo fare a lasciare Phaendar?"

Damon non ebbe esitazioni. "Credo che la cosa migliore da fare sia riunirci con gli altri superstiti e prendere il ponte di Phaendar." affermò. "Dopo averlo attraversato, faremo saltare il ponte con l'esplosivo del signor Oreld ed impediremo agli hobgoblin di inseguirci, almeno per un po'."

"Aspettate. Forse dovremmo andare a dare un'occhiata anche al santuario sul fiume." propose Kin. "Credo che qualcuno dei superstitipossa essersi rifugiato lì. E' un edificio abbastanza facile da difendere, e sono sicuro che gli adepti stiano facendo tutto il possibile per difenderli."

"Allora non perdiamo altro tempo e dirigiamoci al santuario." affermò Damon. "Recuperiamo tutto quello che c'è da recuperare... e poi leviamo le tende."

Damon, Kin e altri dei presenti diedero un'occhiata malinconica al corpo senza vita dell'alchimista. Non ci sarebbe stato nemmeno il tempo di dargli una degna sepoltura...

La barricata improvvisata che gli avventori avevano messo su cominciò a vacillare sotto i colpi che gli hobgoblin invasori sferravano dall'esterno, e Damon fece cenno ai fuggiaschi di fuggire dal retro, sperando che il nemico non avesse già trovato e bloccato anche quell'uscita...

 

oooooooooo

 

Leona deglutì nervosamente mentre lei, la signora Kining e i pochi superstiti che avevano trovato rifugio nella sede della società commerciale cercavano di destreggiarsi tra le strade ormai ingombre di corpi, macerie, equipaggiamento abbandonato e rottami. Stavano cercando come potevano di sfuggire all'attenzione degli hobgoblin, che per fortuna sembravano molto più interessati a razziare e si stavano concentrando sulle strade principali. Se non altro, questo voleva dire che le strade più piccole e i vicoletti tra le case erano più sicuri, e avrebbero permesso loro di raggiungere il santuario sulle rive del fiume Marideth senza troppi rischi...

La giovane mercante, tenendo ben stretto il suo pugnale, sgusciò fuori dalla stradina non appena fu sicura che non ci fossero più hobgoblin in giro. Per fortuna, il santurio era lì davanti a loro, per quanto fosse anch'esso sotto attacco da parte di quei terrificanti invasori.

Uno degli edifici più antichi di Phaendar, il santuario era uno dei pochi edifici del villaggio ad essere stato costruito per essere piacevole alla vista oltre che funzionale, utilizzando legname raccolto sulle rive del fiume Marideth, il corso d'acqua che separava Phaendar dalle strade principali. Un ponte di legno circondava la parte anteriore di una struttura ottagonale con ampie arcate che conducevano a un luogo di culto, dedicato a varie divinità... ma in modo particolare ad Erastil e a Desna. Alla sinistra del ponte si trovava un piccolo monumento in pietra incrostato di muschio, dedicato indubbiamente all'antico Culto del Verde. Uccelli intagliati, rami e frutti decoravano i sostegni in legno dell'ingresso del tempio.

Purtroppo, neanche quel luogo si era salvato dalla violenza degli hobgoblin: un abitante del villaggio giaceva a terra senza vita, rannicchiato sul ponte di legno davanti al tempio... e in lontananza si sentiva il frastuono della battaglia, mentre i pochi adepti rimasti facevano quello che potevano per difendere gli abitanti che si erano rifugiati là dentro. Ma l'enorme disparità numerica rendeva chiaro che non avevano nessuna possibilità di farcela...

"Oh, Desna misericordiosa ci salvi..." mormorò un halfling appena dietro Leona. La giovane donna sentì una terribile sensazione di panico diffondersi lungo gli arti e minacciare di paralizzarla... ma deglutì e cercò di farsi coraggio, mormorando una preghiera. Almeno non si vedevano hobgoblin lì attorno, dovevano essere tutti a combattere all'interno del santuario...

"Qualcuno di voi sa combattere?" chiese Leona, sperando in almeno un paio di risposte positive.

Per fortuna, Kining si fece avanti, tenendo in una mano un'accetta dall'aspetto pericoloso. La femmina di nano annuì cupamente mentre si piazzava a fianco di Leona. "Conta pure su di me. Voglio farla pagare a quegli stronzi per avermi umiliato e aver distrutto quello che ho costruito." affermò. Nessuno dei presenti ebbe nulla da ridire - Kining non era esattamente conosciuta per essere una persona generosa, e nessuno di loro si aspettava che si battesse se non per interesse o vendetta personale.

"Aspettate, ci sono anch'io!" disse un omone alto e robusto con un cespuglio di capelli castani mal pettinati, che teneva tra le mani una lunga lancia. "Il mio nome è Jocis... Ho... ho fatto un po' di addestramento nella milizia cittadina, tempo fa. Almeno qualcosa me lo ricorderò..."  

"Grazie. Credo che sarete molto utili..." mormorò Leona, cercando di non far vedere la sua paura mentre si rivolgeva al resto del gruppo di superstiti. "Comunque... voi restate uniti, e cercate di non esporvi. Cercheremo di entrare nel santuario, salvare tutti quelli che possiamo salvare, e andarcene."

"Io non mi accontenterò di salvare qualcuno." mormorò tra sè Kining. Mentre i superstiti si nascondevano come potevano, Leona, Kining e Jocis avanzarono verso il santuario, dal quale provenivano degli inequivocabili rumori di violenza e distruzione... e si introdussero dall'ingresso più vicino, trovandosi davanti uno spettacolo terrificante. La sala interna del santuario era stata vandalizzata, le statue di Erastil e Desna fatte a pezzi dalle spade e dalle asce degli hobgoblin, e sul pavimento erano sparsi i corpi senza vita di almeno una dozzina di accoliti, ognuno di essi disperatamente aggrappato alle armi improvvisate, pe gran parte bastoni e strumenti agricoli, con i quali avevano cercato di difendere il loro santuario. A giudicare dai corpi senza vita di hobgoblin che giacevano a terra, rendendo il pavimento scivoloso con il sangue che stavano spargendo ovunque, gli adepti avevano venduto a caro prezzo le loro vite.

Kining e Jocis strinsero i denti e afferrarono ancora più strettamente le loro armi, mentre Leona si mise una mano davanti alla bocca per la nausea e barcollò indietro. Sfortunatamente, c'erano ancora degli hobgoblin in vita all'interno del santuario... uno di essi indossava una corazza di cuoio borchiata e brandiva una lancia, mentre l'altro, o meglio dire l'altra, dava l'aria di essere più esperto, indossava un corpetto di cuoio ben trattato, e brandiva un grossa ascia ancora gocciolante di sangue, che in quel momento stava usando per minacciare gli ultimi due adepti ancora vivi.          

Immediatamente, gli hobgoblin si voltarono verso i tre intrusi. "Hm? E voi, che ci fate qui? Siete venuti a dare man forte a questi pusillanimi?" ringhiò la hobgoblin mentre sollevava la sua ascia in modo che Leona e i suoi compagni ne vedessero la lama affilata. "Siete arrivati tardi! Andatevene di qui, o inginocchiatevi e giurate fedeltà alla suprema Azaersi e alle Zanne di Ferro!"

"La tua Azaersi può andare a farsi fottere!" ringhiò Kining. Con un ringhio feroce, gli hobgoblin si scagliarono contro i tre compagni, e Kining sollevò la sua ascia per parare il colpo della hobgoblin. Le sue mortali lame si scontrarono a mezz'aria con un clangore assordante. Leona rabbrividì e fare due passi indietro, mentre Jocis si piazzava davanti a lei e sollevava la sua lancia per accogliere l'altro hobgoblin.

L'invasore fece una finta e cercò di scansare la lancia di Jocis, in modo da giungere al corpo a corpo. Sfortunatamente, si vedeva che Jocis non era un combattente addestrato, ma soltanto un miliziano che sapeva lo stretto necessario per cavarsela... mentre ognuno di quegli hobgoblin aveva chiaramente già visto più di un campo di battaglia.

"Sei mio, verme!" ringhiò la recluta hobgoblin. Innervosito, Jocis cercò di vibrare un affondo con la sua lancia, ma l'avversario riuscì a scansarsi con abilità e approfittò di quel momento per avvicinarsi e vibrare un fendente con la sua scimitarra. Jocis reagì appena in tempo e riuscì a scansare il colpo, ma la lama ricurva gli aprì comunque un taglio sulla parte superiore del braccio destro e lo costrinse a mollare la presa sulla sua arma. Con un ghigno di vittoria, il soldato hobgoblin si lanciò di nuovo all'attacco e mirò al collo della sua vittima...

"Aaaaaah!" Con un grido di rabbia e paura al tempo stesso, Leona si lanciò all'attacco e vibrò un affondo tenendo stretto il pugnale con entrambe le mani. Impreparato, lo hobgoblin venne colto di sorpresa, ma il corpetto di cuoio che indossava riuscì a frenare il colpo quel tanto che bastava per evitargli di essere ferito mortalmente. Leona perse la presa sul pugnale e restò bloccata al suo posto, paralizzata dalla paura e da ciò che aveva fatto, ma vedere lo hobgoblin che rivolgeva a lei tutta la sua collera fu sufficiente a scuoterla, e la giovane meercante si gettò di lato quando il nemico cercò di colpirla con la sua sciabola. La lama tranciò un lembo di vestito, ma il ferro affilato risparmiò le carni di Leona, e la sua mossa diede a Jocis il tempo di recuperare la sua lancia e vibrare un affondo che colpì lo hobgoblin sul lato sinistro, appena sotto la gabbia toracica. La punta trafisse il corpo dell'hobgoblin, che si irrigidì e sputò un fiotto di sangue, poi cessò ogni resistenza.

La hobgoblin con l'ascia, da parte sua, si stava rivelando un'avversaria decisamente più pericolosa per Kining. La femmina di nano era una combattente più esperta, ma la sua avversaria era a sua volta più abile dell'altro hobgoblin, e anche più spietata.

Comprendendo che non avrebbe potuto andare tanto lontano con la sola forza fisica, Kining cercò di sferrare un colpo alle gambe della hobgoblin, ma quest'ultima riuscì ad anticipare l'attacco e a pararlo con la sua ascia.

"Devo ammettere che non mi aspettavo... che ci fossero combattenti così abili in questo misero villaggio." affermò la hobgoblin con un ghigno crudele. "Ma questo per me significa soltanto che dobbiamo spazzarvi via quanto prima possibile. Se vi lasciassimo perdere, col tempoo potreste diventare una minaccia per le Zanne di Ferro."

"Ah, sì? Ora vedrai come ti minaccio io!" ringhiò Kining. Liberò la sua ascia e sferrò un colpo diretto alla gola della sua avversaria, ma quest'ultima riuscì a scansarsi all'ultimo momento, senza mostrare alcun segno di allarme o fatica. Spedì Kining a terra con un calcio al torace, poi si avvicinò sollevando la sua ascia mentre la femmina di nano era ancora stordita.

"Le erbacce vanno sradicate subito, prima che diventino un problema." affermò. "Ora muori!"

La hobgoblin calò con violenza l'ascia sulla sua vittima...

"Spiriti della natura, rendete il ferro come fuoco!" esclamò all'improvviso una vocina femminile, appartenente ad una dei due accoliti rimasti in vita. "Riscaldare Metallo!"

L'ascia si scaldò di colpo nella mano della hobgoblin, e divenne in un lampo rovente come se fosse stata appena tolta dalla forgia. Con un'esclamazione di dolore, la soldatessa hobgoblin fu costretta a mollare la presa sull'arma prima che il calore la ustionasse gravemente. Nonostante lo stupore, Kining non esitò e recuperò la sua ascia, poi vibrò un colpo fenomenale al torace della hobgoblin, penetrando nel pettorale di cuoio e spezzando le costole. Con un rantolo strozzato, la soldatessa hobgoblin crollò al suolo e mosse scompostamente le braccia per un istante, prima di immobilizzarsi con un brivido.

Kining estrasse l'ascia dal corpo dell'avversaria sconfitta e riprese fiato mentre alzava lo sguardo verso l'accolita che le aveva salvato la vita.  "Hey, ragazzina. Grazie. Ti devo un favore." affermò.

"Di... di niente." affermò l'accolita, mentre aiutava il suo compagno a rialzarsi. Era una giovane donna dai capelli biondi ed ondulati legati in una coda dietro la schiena, gli occhi di un impressionante colore verde brillante, e la pelle abbronzata, i cui lineamenti davano la netta impressione di una persona molto aperta ed ottimista. Indossava una veste sacerdotale di un colore grigio pallido che arrivava fino quasi alle caviglie, oltre che un paio di sandali di cuoio. "Ero sicura che.... sarebbe venuto qualcuno a darci una mano, e io e i miei compagni abbiamo cercato di resistere il più a lungo possibile..."

"Beh, non ha aiutato molto i tuoi compagni, vedo." affermò Kining con tono cinico. Leona stava recuperando il suo pugnale e si stava passando una mano sulla fronte per tergere il sudore, mentre Jocis estraeva la lancia dal corpo dell'hobgoblin abbattuto. "Ma lasciamo perdere. Dobbiamo andarcene di qui. Raccogliamo tutto quello che possiamo, raccattiamo i sopravvissuti e scappiamo. Questo posto non reggerà a lungo."

"Giusto... mi sembra giusto." disse la ragazza bionda, per poi estendere una mano verso Kining in segno di presentazione. "A... A proposto, il mio nome è Rhyna. Ero l'assistente del responsabile di questo santuario. Finchè... finchè lui non è stato ucciso dagli hobgoblin."

Leona rinfoderò il suo pugnale. "Piacere, Rhyna. Il mio nome è Leona... e forse conoscerai già la signora Kining e il signor Jocis." affermò. "Presto, adesso dobbiamo levare le tende. Ci sono altri superstiti qua fuori... e più aspettiamo, più rischiano di essere scoperti dagli hobgoblin. E temo che... tra non molto arriverà il grosso dell'armata e distruggerà ciò che rimane di Phaendar!"

"Certo... veniamo subito!" rispose Rhyna. "Presto, Hemer... chiama a raccolta tutti quelli che si sono rifugiati qui, e seguiamo Leona e gli altri."

L'altro accolito, un tipo dall'aspetto piuttosto anonimo, con la carnagione pallida, i capelli castani, una piccola cicatrice sul setto nasale e una versione maschile dell'abito sacerdotale che Rhyna indossava, rispose con un cenno della testa e corse in un corridoio per richiamare le persone che si erano rifugiate lì...

 

oooooooooo

 

Damon fece partire un'altra freccia mentre lui e pochi altri abitanti del villaggio cercavano disperatamente di tenere a bada gli hobgoblin invasori. Il fedele Feargus e Kin erano al suo fianco, e il lupo non perdeva tempo ad azzannare qualunque hobgoblin cercasse di avvicinarsi troppo... mentre Kin si difendeva come poteva con una scimitarra presa ad un soldato hobgoblin caduto. Il gruppo si stava difendendo con accanimento, ma Damon sapeva che presto o tardi avrebbero finito per soccombere al numero e alla forza dei predoni hobgoblin.

"Kin! Qui abbiamo bisogno di una mano!" esclamò il ranger. Un'altra freccia partì dal suo arco e colpì un hobgoblin tra gomito ed avambraccio, costringendo il predone a mollare la scimitarra con un ringhio di dolore.  

L'elfo strinse i denti e afferrò una boccetta piena di liquido semitrasparente dalla cintura, poi la scagliò contro un paio di hobgoblin che stavano per sparare con le loro balestre. La boccetta si infranse sul primo hobgoblin e cosparse entrambi di liquido infiammabile che reagì immediatamente a contatto con l'aria, avvolgendo entrambi in una fiammata. Ma la distrazione non durò a lungo. Un altro hobgoblin scagliò un quadrello da una grossa balestra e colpì in pieno petto uno degli abitanti del villaggio, che crollò al suolo e spirò tra le braccia di un suo compagno.

"Merda..." ringhiò Damon. Rivolse rapidamente l'arco contro l'uccisore, ma quest'ultimo reagì rapidamente e usò un carro come copertura, e la freccia lo mancò e andò a piantarsi in un barile vicino. Con un'esclamazione di trionfo, l'hobgoblin ricaricò la sua balestra e la puntò di nuovo contro gli abitanti di Phaendar...

Ma non fece in tempo a premere il grilletto prima che un quadrello proveniente da un'altra balestra gli si piantasse nel cranio con un fruscio sinistro. Ebbe appena il tempo di strabuzzare gli occhi incredulo prima di crollare al suolo senza vita, e Damon vide con suo grande sollievo che Leona e un nutrito gruppo di altri superstiti stavano arrivando in quel momento. Alcuni miliziani di Phaendar si prodigarono per cercare di rallentare gli hobgoblin, scagliando loro contro giavellotti, quadrelli di balestra, proiettili dalle loro frombole, o anche soltanto raccogliendo da terra sassi e rami, e scagliandoli contro gli invasori con le nude mani.

"Signor Damon! Siamo... siamo riusciti a trovare un po' di superstiti!" esclamò Leona, fermandosi a riprendere fiato davanti al cacciatore e al suo lupo.

"Ottimo lavoro. Ma adesso dobbiamo andarcene." spiegò Damon. "Da qui raggiungeremo il ponte... e dopo averlo attraversato, lo faremo saltare in aria."

Aubrin la Verde, la ranger con la protesi alla gamba che era con Damon alla Radice di Faggio, riuscì a prendere la mira e scagliare una freccia con il suo arco, pur non essendosi ancora ripresa dal colpo di lancia che aveva ricevuto. "Io cercherò di coprirvi. Ma non preoccupatevi per me, vi raggiungerò entro breve."

"No, è meglio se venite con noi!" ribattè Jet, la locandiera della Radice di Faggio. Anche lei si era portata dietro la sua balestra e la stava usando per tenere a bada gli hobgoblin, per quello che poteva fare. "Con quella ferita non credo che riuscirete a tenere il passo se doveste attardarvi. E abbiamo perso fin troppi compagni per lasciare che un altro di noi si sacrifichi!"

"La signora ha ragione! Non perdiamo altro tempo e ritiriamoci oltre il ponte!" esclamò Jocis. Prese un giavellotto, lo soppesò tra le mani e lo scagliò contro alcuni hobgoblin che si stavano spingendo troppo avanti. Riuscì a colpirne uno, ferendolo gravemente ad un'anca e costringendolo a fermarsi, ma altri hobgoblin si fecero avanti, con la disciplina e la compattezza di una macchina da guerra perfettamente oliata, e scagliarono tutti assieme i loro giavellotti verso il gruppo. Due abitanti di Phaendar vennero trafitti e caddero morti prima che il resto dei fuggiaschi riuscisse ad allontanarsi e ad affrettarsi verso il ponte sul fume Marideth.  

Damon si voltò indietro ancora un paio di volte e scagliò alcune frecce, in modo da abbattere gli hobgoblin che si avvicinavano troppo e ritardare l'inseguimento. Kin, da parte sua, tirò fuori un'altra boccetta piena di liquido infiammabile e la scagliò davanti alla formazione degli hobgoblin, dove esplose e creò un muro di fiamme che costrinse gli invasori a fermarsi e cercare di aggirare il fuoco. Damon li sentì ringhiare in lingua goblinoide oltre il ruggito delle fiamme, insinuando qualcosa di poco lusinghiero circa la parentela degli umani e degli elfi.

"Teneteli lontani!" esclamò Aubrin. La ranger, con un po' di sforzo, riuscì a prendere il suo arco e scagliare una freccia ben piazzata, che colpì alla gola un hobgoblin ricoperto di corazza di piastre. Jet e Kining cercarono di rispondere a loro volta sparando un paio di quadrelli dalle loro balestre, ma solo uno andò a segno - l'altro venne intercettato dallo scudo di un nemico.

Anche Rhyna cercava di rendersi utile - la giovane accolita non aveva a disposizione molti incantesimi, ma stava usando al meglio l'equipaggiamento di cui era dotata. Prese due bastoncini fumogeni da un risvolto della veste, li spezzò e li scagliò verso gli hobgoblin, dove iniziarono ad emettere dei getti di fumo bianco che offuscarono la vista degli invasori, e permisero al gruppo di guadagnare tempo e dirigersi verso l'uscita di Phaendar, correndo verso il ponte - un grande ponte di pietra che si sollevava ad arco sopra il fiume Marideth, con due alcove semicircolari sulla parte superiore, che una volta erano servite come cabine per i gabellieri che riscuotevano un pedaggio di ingresso. Adesso, pensò Damon con un po' di malinconia, erano considerati il miglior punto da cui pescare...

E con l'arrivo delle Zanne di Ferro, non avrebbero più svolto nemmeno quella funzione...    

"State attenti, sono sicuro che ci saranno altri hobgoblin da queste parti!" esclamò Damon imbracciando la sua spada. Feargus annusò l'aria e riconobbe l'odore degli invasori, poi lanciò un ululato di avvertimento.

I combattenti del gruppo, in particolare Damon e Kining, si fecero avanti, tenendo alta la guardia. Kining gettò una rapida occhiata ad un lato del ponte, e vide ciò che restava di una cabina di legno e di una sorta di gru primitiva - e la riconobbe come quella che aveva usato lei quando aveva dato una mano a restaurare il ponte, ancora tanti anni prima.

Come il ranger si era aspettato, vide del movimento provenire dalle alcove circolari... e un attimo dopo, tre hobgoblin, due dei quali erano chiaramente reclute di basso rango, emersero dalla cabina, ringhiando e cercando di intimorire i fuggiaschi. Immediatamente, Damon e Kining si misero in guardia... e dietro di loro, alcuni dei più combattivi tra gli abitanti di Phaendar si prepararono a sostenere l'attacco.

"Caporale Kergri! Qualcuno sta cercando di fuggire!" esclamò uno degli hobgoblin vestito con l'uniforme e l'equipaggiamento di una comune recluta. Senza attendere risposta, l'hobgoblin scagliò un giavellotto contro Damon, che riuscì a schivarlo con un abile scatto laterale.

Dietro le due reclute hobgoblin, apparve una loro simile bardata in una pesante armatura a piastre con tanto di manopole e schinieri d'acciaio, la testa protetta da un elmetto crestato, e armata di una balestra, con un piccolo scudo rotondo e una scimitarra di ferro battuto a freddo riposto sulla schiena. Al suo fianco avanzava un enorme cane da guerra con la pelliccia nera e un collare ricoperto di aculei, protetto da una bardatura di cuoio che copriva i suoi punti vitali.

"Hah! Sono quasi grata che abbiate deciso di cercare di battervela, miseri umani!" ringhiò la hobgoblin in armatura con un ghigno feroce che metteva bene in mostra i suoi lunghi canini. "Restare qui a fare la guardia cominciava ad essere noioso! Avanti, Kur! E anche voi due scansafatiche! Ma non uccideteli, se possibile! Molti di loro andranno bene come schiavi!"

L'altra recluta scagliò a sua volta il suo giavellotto, che fece un graffio sul braccio destro a Damon e mancò di pochissimo Feargus, mente la hobgoblin corazzata prese la mira e scagliò un quadrello dalla sua balestra, mirando a Kin. Il dardo ferì l'elfo al braccio sinistro, impedendogli di afferrare un altro dei suoi preparati alchemici.

"Ugh... maledizione!" imprecò Damon. "Se non riusciamo ad avere la meglio su quella lì in tempo, gli altri hobgoblin avranno il tempo di tornare indietro ed aggredirci! Dobbiamo passarle oltre a qualsiasi costo!"

"Per ordine del comandante Scarvinious, nessun abitante di Phaendar potrà passare oltre questo ponte!" esclamò Kergri. Per dare enfasi alle sue parole, la hobgoblin afferrò il suo scudo, sfoderò la scimitarra e percosse la lama sullo scudo, sollevando un infernale frastuono metallico. Il cane da guardia di Kergri fece per lanciarsi sul gruppo, ma Feargus si piazzò fieramente davanti a lui e ringhiò mostrandogli i denti. Kining afferrò strettamente la sua ascia... e Leona sollevò una balestra e la puntò verso i goblinoidi che stavano caricando. Malgrado la mira instabile e la paura che la stava prendendo, la giovane mercante premette il grilletto e scagliò un quadrello che volò verso il secondo hobgoblin, trafiggendogli una spalla! Il soldato goblinoide ringhiò di dolore e fu costretto a fermarsi per un attimo, ma gli altri hobgoblin e il cane da guardia non si fecero intimorire e proseguirono l'attacco.

Damon si fece avanti ed intercettò il primo fendente di Kergri con la sua spada, ma l'avversaria si era aspettata di trovarsi di fronte un combattente più rispettabile rispetto ad un comune contadino o boscaiolo, e si rimise in guardia rapidamente, poi sferrò un altro fendente mirando alla testa di Damon. Il ranger riuscì a schivare il colpo, ma la punta della scimitarra gli graffiò comunque la pelle, tracciando una lieve ferita sul suo zigomo sinistro. Il lieve dolore della ferita riuscì a dare la carica a Damon, che reagì con un poderoso fendente dall'alto verso il basso, cercando di colpire la spalla di Kergri. Ma la lama si scontrò con lo scudo della guerriera hobgoblin, che si era difesa efficacemente. Damon riuscì a farsi indietro appena in tempo per evitare un altro colpo di scimitarra, mentre Kergri avanzava con feroce sicurezza.

"Questa tizia è forte. Davvero forte." disse Damon tra sè. "Devo inventarmi qualcosa per batterla o sono morto."

Convinta di aver scosso la sicurezza del suo avversario, Kergri continuò a fare pressione. Ma questa volta non aveva di fronte un civile inerme o un miliziano inesperto - ma un combattente che si era fatto le ossa nelle infide strade di Riddleport e nelle guerre contro Molthune. Con un gesto sicuro, Damon schivò il colpo spostandosi quel tanto che bastava per non restare ferito e vibrò un colpo micidiale con la sua spada, mirando ai punti deboli del pettorale di Kergri. La hobgoblin riuscì a spostarsi e a far sì che la spada rimbalzasse sulle piastre della sua armatura, ma il colpo riuscì comunque a indolenzirla per qualche istante e farle perdere un po' del vantaggio che si era presa.

Kergri fece un passo indietro e alzò la scimitarra per scoraggiare un altro assalto, ma Damon era riuscito nel suo intento, e si limitò a fare una finta per tenere l'avversaria sul chi vive. Kergri scelse ancora di restare in difesa, e parò i fendenti con la sua scimitarra, poi cercò di mandare a segno un colpo al fianco del suo avversario, che si difese abilmente deviando il colpo e poi cercando di arrivare in faccia alla hobgoblin. Quest'ultima riuscì a parare il colpo successivo con il suo scudo e cercò di mandare a segno un affondo letale...

Damon agì con rapidità. Eseguì un rapido movimento e riuscì a scansare l'attacco, ma la lama affilata lo ferì comunque ad un fianco strappandogli un breve grugnito di dolore. Poi, Damon calò un formidabile colpo di spada sulla sua avversaria, e questa volta la lama riuscì ad infilarsi tra le piastre della corazza e penetrò nelle carni della hobgoblin! Ma l'armatura era comunque riuscita ad attutire il colpo, e la lama non penetrò abbastanza in profondità da procurarle una ferita mortale.

Ringhiando per la rabbia e il dolore, Kergri reagì sbattendo lo scudo in faccia a Damon, che si ritirò con un grugnito, perdendo sangue dal naso. Prima che Damon potesse reagire, Kergri chiamò a raccolta tutte le sue forze e si scagliò contro il ranger, cercando di trafiggerlo con la sua scimitarra. Damon riuscì in qualche modo ad evitare di essere infilzato, ma la lam ricurva gli aprì un'altra ferita, questa volta più profonda, sul trapezio destro. Il braccio perse sensibilità per un attimo, e Damon temette di dover mollare la spada... ma strinse i denti e chiuse le dita attorno all'elsa della sua arma, poi alzò di nuovo la spada per parare un altro fendente, e cominciò a spingere indietro la sua avversaria. A denti stretti, il ranger e la hobgoblin si fissarono dritti negli occhi, ognuno cercando di intimorire l'altro e fargli perdere confidenza.

"Tch... Arrenditi, umano!" ringhiò Kergri. "Ti offro la possibilità di vivere come nostro servitore! Se rifiuti, non ti resta che la morte!"

"Non sarai tu ad uccidermi!" ribattè Damon. Con uno sforzo di volontà, si diede una spinta e riuscì a far indietreggiare la sua avversaria, bloccandole la scimitarra con la sua spada. Kergri puntò i piedi a terra e cercò di disimpegnarsi, ma Damon non le diede il tempo e sferrò un calcio che la raggiunse all'addome, mozzandole il fiato in gola. Kergri barcollò e cercò di rimettersi in guardia, ma Damon riuscì a reagire un attimo più velocemente di lei, e sferrò un micidiale affondo!

La lama evitò le piastre della corazza e raggiunse la caporale hobgoblin alla gola, infliggendole una ferita mortale. Kergri spalancò gli occhi e digrignò i denti mentre veniva percorsa da un ultimo fremito, e Damon riuscì ad incrociare il suo sguardo pieno di odio prima che la hobgoblin crollasse a terra senza vita, con un tremendo frastuono di metallo sulla pietra. Damon recuperò la sua spada e riprese fiato mentre la ripuliva dal sangue, e accanto a lui, il cane da guerra degli hobgoblin emise un guaito di dolore e si allontanò da Feargus. Entrambi gli animali erano feriti e insanguinati, ma il lupo aveva chiaramente avuto la meglio, e adesso stava intimando al cane da guerra di restare indietro, mostrandogli le zanne ancora gocciolanti di sangue.

Kining evitò un affondo da parte del soldato hobgoblin rimasto e si fece avanti con un poderoso fendente della sua ascia. Questa volta, l'hobgoblin non riuscì a difendersi, e la terribile lama lo colpì mortalmente, facendolo crollare a terra in una pozza di sangue. Vedendo i loro oppressori crollare, i fuggiaschi di Phaendar non poterono trattenere una breve ovazione per Damon e Kining... ma non c'era tempo per i festeggiamenti, visto che ormai era solo questione di tempo prima che arrivassero altri hobgoblin. Gli invasori erano ancora impegnati a saccheggiare e a sradicare le ultime sacche di resistenza, ma sarebbero potuti arrivare da un momento all'altro...

"Complimenti, signori. Ben fatto!" affermò Kin, tirando fuori l'esplosivo che aveva preso dal laboratorio di Vane. "Adesso però dovete sbrigarvi ad attraversare il ponte, prima che arrivino gli altri hobgoblin! Io sistemerò l'esplosivo!"

"Okay... io ho lavorato su questo ponte, e credo di sapere qual è il suo punto più debole." affermò Kining. "Se metti l'esplosivo a ridosso delle impalcature di sostegno del ponte, dovrebbe essere in grado di farle crollare... e a quel punto, il ponte imploderebbe sotto il suo stesso peso." La femmina di nano non potè fare a meno di provare una certa amarezza all'idea di aiutare a distruggere ciò che lei stessa aveva aiutato a riparare, ma si rendeva conto che era la loro migliore possibilità di sfuggire agli hobgoblin e sopravvivere. "Avete una miccia, o cose del genere?"

"Temo di no... dovremmo improvvisare qualcosa." affermò Leona dopo aver dato una rapida occhiata alla sua bisaccia. "Ma adesso sbrighiamoci! Kin, io e te metteremo l'esplosivo in posizione! Poi mi occuperò di fare in modo che esploda!"

"Okay!" disse Damon, mentre Rhyna ed Hemer si occupavano di lanciare qualche basilare incantesimo curativo su di lui e sugli altri feriti. "Presto, attraversiamo il ponte! Non fermatevi! Non guardate indietro!"

La gente di Phaendar si fermò giusto il tempo di rivolgere un ultimo sguardo alle loro case che stavano bruciando o crollando, mentre gli invasori si davano al saccheggio. Il tempo di fissarsi un'ultima volta le loro case nella mente, prima di dover scappare... e poi, con il cuore pesante, cominciarono ad attraversare il ponte.

"Presto, signori, più presto!" esclamò Aubrin, arrancando a causa della sua protesi e della sua ferita che certo non era ancora guarita del tutto. "Presto! Quei dannato hobgoblin stanno già arrivando!"

In effetti, alcuni dei predoni hobgoblin si erano accorti che stava accadendo qualcosa al ponte, e si stavano già dirigendo verso di esso nel tentativo di fermare il gruppo di fuggiaschi. Aubrin afferrò il suo arco, incoccò una freccia e la scagliò contro il primo hobgoblin del gruppo, facendolo crollare al suolo... e ne scagliò quasi subito un'altra, ferendo gravemente al costato un altro nemico. Ma prima che lei potesse incoccare un'altra freccia, un dardo di balestra piovve pericolosamente vicino alla sua testa, e la ranger di colore indietreggiò con una smorfia di dolore.

"Ugh... maledizione... è proprio vero che sto perdendo la mano..." mormorò tra sè. Scagliò altre due frecce, giusto per costringere gli hobgoblin a restare a distanza, e si rivolse a Kin e a Leona. "Presto! Piazzate l'esplosivo e tagliamo la corda! Non c'è più tempo!"

"Lo sappiamo, stiamo facendo il prima possibile!" esclamò Leona. La giovane mercante scavalcò il bordo del ponte e si calò giù, aggrappandosi abilmente ai sostegni del ponte, e Kin le passò l'esplosivo. Con estrema attenzione, la giovane donna si infilò tra i ponteggi e, versando qualche goccia sulle impalcature in modo che facesse da miccia improvvisata, si trascinò fino quasi al centro della struttura, dove l'esplosione avrebbe potuto fare più danni.

"Okay, adesso viene la parte più difficile..." disse tra sè. Tremando per il nervosismo, Leona cercò di piazzare la boccetta di liquido in posizione. Per due volte rischiò di far cadere il recipiente e per due volte riuscì per un pelo ad evitare che ciò accadesse. Finalmente, riuscì a piazzare la boccetta in una posizione stabile, mentre le urla e il fragore dei suoi compagni che ancora cercavano di trattenere gli hobgoblin risuonavano tutt'attorno.

Leona tornò indietro in tutta fretta e si arrampicò nuovamente sul ponte. Un dardo scagliato da un hobgoblin le graffiò l'avambraccio sinistro, e la giovane emise un breve grido di dolore mentre Kin le si avvicinava. "Ugh... ce l'ho fatta! Presto, Kin, dobbiamo dare fuoco alla miccia e andarcene!" esclamò.

"Certamente! Adesso ci penso io!" rispose l'elfo. Tirò fuori dalla bisaccia una piccola bacchetta di legno contorto, e toccò il punto in cui Leona aveva iniziato a versare la sostanza infiammabile. Immediatamente, la miccia improvvisata prese fuoco, sprigionando scintille tutt'attorno, e Leona e Kin corsero via per raggiungere il resto del gruppo dall'altra parte del ponte! Alcuni hobgoblin si lanciarono all'inseguimento, ma si fermarono quando uno di loro vide le scintille che guizzavano oltre il bordo del ponte e proseguivano la loro strada lungo le impalcature.

"Attenti! Là sotto!" ringhiò uno dei predoni. "Hanno messo qualcosa di strano!"

"Che state facendo? Cercate di fermarlo!" esclamò un altro hobgoblin. La recluta più vicina cercò immediatamente di inseguire la fiammella ed estinguerla - ma non fu abbastanza veloce, e la miccia si consumò in pochi secondi. La fiamma raggiunse l'ampolla piena di esplosivo...

Leona, Kin e gli ultimi fuggiaschi erano appena riusciti a raggiungere la sponda opposta quando un boato terrificante investì i loro timpani, facendo loro temere che sarebbero rimasti assordati. Gli hobgoblin ringhiarono in preda alla rabbia e alla frustrazione quando un enorme pezzo di ponteggio venne fatto a pezzi dall'esplosione, che aprì numerose crepe e fessure nella struttura del ponte in pietra... e pochi attimi dopo, non riuscendo più a sostenere il proprio peso, il ponte crollò, facendo precipitare diversi hobgoblin nelle gelide acque del fiume Marideth.

Sulla sponda opposta, i superstiti di Phaendar osservavano come ipnotizzati il terribile spettacolo del ponte che collassava, oltre il quale le loro case, i loro campi e tutto ciò che conoscevano e amavano veniva consumato dalle fiamme o cadeva nelle mani della Legione delle Zanne di Ferro. Alcuni abitanti restavano stoici e cupi. Altri, invece, avevano rinunciato a controllarsi e stavano singhiozzando apertamente. Altri maledicevano gli hobgoblin, promettendo vendetta.  Per tutti, in ogni caso, era un momento di dolore e sconforto. Il momento di abbandonare le loro case e le loro vite, e iniziare una disperata fuga nelle terre selvagge.

Damon stesso non potè fare a meno di rivolgere un'occhiata malinconica al villaggio in cui aveva passato quegli ultimi anni della sua vita. Un'oasi di pace, dopo tante difficoltà e tanto sangue sparso. E ora, una guerra improvvisa aveva distrutto anche quello. A quanto pareva, non era destinato a trovare la pace tanto presto...

L'uggiolio di Feargus riportò Damon alla realtà. Il cacciatore veterano abbassò lo sguardo e fece una carezza al lupo, per poi annuire e richiamare l'attenzione degli abitanti che erano riusciti a raggiungere l'altra sponda assieme a lui. Leona, Kin, Jet, Rhyna, Hemer, Kining, Aubrey, Jocis... e assieme a loro, circa una trentina di persone. Non molti, rispetto ai circa quattrocento abitanti di Phaendar... ma ormai, quello che era fatto era fatto. Tutto quello in cui potevano sperare, in quel momento, era di mettere quanta più distanza possibile tra sè e gli hobgoblin prima che questi ultimi iniziassero l'inseguimento...

Mentre dall'altra sponda arrivavano imprecazioni ed insulti in lingua goblinoide, Aubrin prese in mano la situazione e attirò l'attenzione su di sè con un battito di mani.

"Amici!" esclamò la ranger di colore. "Amici, ascoltate! Mi rendo conto che siete sconvolti. E lo sono anch'io... la nostra città, le nostre case, tutto quello che avevano costruito con la nostra fatica e il nostro impegno... improvvisamente ci viene tolto da quegli invasori. Il vostro dolore è legittimo. Il vostro sdegno è legittimo, e io li condivido entrambi. Ma non è questo il momento di scagliarsi all'attacco e gettare via le nostre vite. Quelle maledette Zanne di Ferro credono di poterci piegare. Credono di spezzarci con la forza delle loro armi e la loro violenza. Ma noi, noi siamo il popolo di Nirmathas! Noi non cederemo a nessuno la nostra libertà! Noi non stiamo facendo altro che aspettare un'occasione migliore! Dobbiamo andarcene, per ora. Vivere nelle foreste e nelle praterie di Nirmathas, sfamarci con i frutti della terra e bere l'acqua piovana... ma intendetemi bene, amici, noi torneremo qui! Non vi so dire quando... ma saremo più forti! Avremo più alleati! E spazzeremo via questi invasori che credono di poter fare quello che vogliono della nostra terra e delle nostre case! Oggi è un giorno di dolore per noi... ma non lasciatevi prendere dalla disperazione! Ora dobbiamo sopravvivere! Ritirarci per combattere un altro giorno! Non vi posso fare promesse... se non una. Se nel profondo dei vostri cuori sentite ancora di essere liberi... allora possiamo ancora farcela!"

"Ma che ne sarà delle nostre famiglie? Delle nostre terre?" esclamò una voce maschile tra i pochi fuggiaschi. "La Legione si è portata via tutto quello che avevamo!"

Aubrey sospirò e stava per dare una risposta... quando Damon, sorprendendo la donna, si fece avanti e guardò verso la folla. La sua espressione restava stoica e severa, ma nei suoi occhi brillava una scintilla di decisione che raramente Aubrey ricordava di aver visto nello sguardo del cinico cacciatore.

"E noi ce lo riprenderemo!"        

                    

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

  
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