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Autore: _Il colore del vento_    12/02/2024    0 recensioni
Raccolta di storie eterogenee, nate in occasione dell'iniziativa mensile "Due ore, quattro prompt" sul Forum "Ferisce la penna".
I. Blinding light (Coppie: Ted/Andromeda, Ginny/Harry, Draco/Asteria);
II. Perdere l'amore (Fred/Asteria, Barone Sanguinario).
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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I.
“Ora di te cosa farò
È così complicato
Se muoio già dalla voglia
Di ricordarti a memoria"
(Perturbazione, L'unica)


 
Fred non si innamora, presta soltanto molta attenzione ai dettagli.
Annota fra sé la sfumatura di verde degli occhi di Asteria dietro gli occhiali squadrati, le sue code disordinate, e i soliti maglioni a collo alto, di solito neri, abbinate alle sue gonne, di solito verdi. Le rimprovera sempre di essere una tipica Serpeverde – anche se lo sanno entrambi, che non è vero.

Fred non si innamora, ha soltanto una buona memoria.
Nel limbo tra sonno e veglia, la sera, sa tracciare le costellazioni di piccoli nei sul collo di Asteria, costellazioni incomplete, nascoste, per suo gran disappunto, dal colletto della divisa. Sa rievocare senza fatica il modo in cui i suoi sorrisi le si allargano sul viso e le fremono le ciglia quando si avvicina a lei tanto da poterla baciare, per poi ritrarsi all'ultimo con una risata.

Fred non si innamora, è bravo a placare il proprio cuore lanciato al galoppo.
Non è chissà quanto importante, del resto, che sappia riconoscere la voce e la figura di Asteria nel pieno della folla, né che il passo di lei abbia un suono unico e inconfondibile.

Fred non si innamora – non di Asteria. Lei è solo un'amica particolare e inaspettata. Forse è proprio l'imprevedibilità della loro frequentazione, la genuinità della loro connessione a rendergliela tanto cara, speciale.
E non c'entrano proprio niente l'urgenza che sente, quando sono assieme, di sentirla sempre più vicina, ancora, sempre di più, né l'amarezza che lo coglie quando non si vedono, quando si separano.

Fred non si innamora: è soltanto abile a destreggiarsi fra le proprie bugie.


II.
"Com’è possibile pensare che sia più facile morire
Io no, non lo pretendo
Ma ho ancora il sogno
Che tu mi ascolti e non rimangano parole
Non rimangano parole"
(Non è l’inferno – Emma)


 
Asteria non capiva perché dovesse vivere sempre al limite. Di Fred capiva il senso di ribellione, di sfida, l'incapacità provocatoria con cui rifiutava di lasciarsi confinare in angusti limiti.
E aveva capito – anche se non approvato – la voglia di lui di incanalare tutto il proprio dissenso e la lucida consapevolezza dell'ingiustizia che opprimeva gli studenti di Hogwarts, quando era iniziata la tirannia del Ministero – sottile, invisibile, celata sotto le sembianze di benigna, apparente affabilità  della Umbridge.

Aveva capito la sotterranea rivalsa dell'Esercito di Silente, anche se lei non se l'era sentita di prendervi parte.
Aveva capito, sì, la frustrazione e l'intolleranza crescenti dei gemelli, culminata in fuga verso cieli inesplorati di libertà. Ma la loro successiva assenza le aveva spalancato un vuoto di nostalgia nel petto (anche se sarebbe accaduto lo stesso).
Asteria aveva assistito allo scoppio festante dei fuochi d'artificio Weasley, all'esultanza di un ammansito Pix, ne aveva in parte gioito, ma con occhi tristi aveva seguito le due teste rosse rimpicciolirsi e sparire.


Aveva capito la fedeltà di Fred alla famiglia e ai propri ideali, incarnati nella figura di Potter. Aveva percepito anche lei il dilagare dell'orrore, che in Fred rinfocolava un'urgenza insopprimibile – di combattere in prima linea, di affermare la vita, di guadagnarsela con coraggio e decisione.
Aveva capito, lo aveva ammirato per quell'ottimismo incrollabile, per quella capacità reciproca con cui i gemelli si spalleggiavano a vicenda anche nelle difficoltà. Soprattutto nelle difficoltà.

Ma aveva sperato, Asteria, che Fred prima o poi prestasse orecchio alle sue remore, ai suoi, di limiti: non poteva seguirlo fino al confine sempre rinnovato del suo coraggio e della sua esuberanza.
Non poteva trattenerlo, né accompagnarlo. Poteva sperare, quello sì. Poteva sforzarsi di allenare il proprio coraggio, poteva allentare la presa, separarsi dai propri retaggi di famiglia.
Aveva cercato con tutta se stessa di ritagliarsi ideali soltanto suoi. Ma, durante la Battaglia, non era rimasta a Hogwarts per i propri ideale, Asteria.
Era stata trattenuta soltanto dalla risata di Fred, aveva voluto inseguirla fra la morte e le macerie.

 

Asteria aveva imparato, alla fine, nel tripudio del terrore, ad apprezzare il coraggio di Fred.
Eppure non aveva capito, neanche sforzandosi ancora, perché il coraggio lo si dovesse pagare con la vita.
Aveva sperato che il sorriso di Fred riemergesse dalle macerie, e non era accaduto.

 

Lui l'aveva capita sempre, a modo suo, senza parole, donandole sorrisi che sapevano essere dolci, sorrisi soltanto per lei – segreti da condividere come baci di furtivi amanti.
Aveva compreso e reciprocato il suo amore inesperto, a modo suo, ma non aveva saputo portarla con sé oltre il limite. (Asteria era rimasta con parole infrante e un cielo incolmabile. Senza speranza).

Non aveva compreso mai le sue speranze riservate, mute, parassiti capaci di nutrirsi soltanto del suo sorriso.
 E  alla fine,  Fred il sorriso se l'era tenuto per sé – oltre il confine invalicabile del coraggio.



 

 

III.
Perdere l'amore
Quando si fa sera
Quando tra i capelli
Un po' d'argento li colora
Rischi di impazzire
Può scoppiarti il cuore
Perdere una donna
E avere voglia di morire

Perdere l’amore (Massimo Ranieri – Sanremo 1988)
 
Invecchiare tutto d'un tratto. Ingrigirsi, abbrutirsi, non riconoscersi più – a questo lo ha costretto. Lo ha annientato.
Il Barone evita i propri riflessi e i propri vuoti. Si colma di Helena, di tutti i ricordi che ha di lei.
Anche se lontana, non può sottrargli la sua immagine, incisa a fuoco nella memoria. Non può trattenerlo dal trasformarla in ossessione.
Forse, se fosse rimasta, il suo amore si sarebbe estinto col tempo e con la noia. Ma la sua fuga inattesa lo sfida a trattenerla, a legarla a sé con ostinazione e disperazione.

Rowena piange e lui le risponde col silenzio, incapace di consolarla.
Il Barone è incapace di concepire un dolore paragonabile al proprio. Una madre, in fondo, è destinata all'addio: il tradimento di Helena nei confronti di Rowena non ha niente a che vedere con quello da lui subìto.
Il Barone si fa scivolare addosso i propri giorni dissanguati. La ferita non si rimargina, il tempo doloroso si incide incessante nella pelle e alimenta il fuoco nel petto.
Solo Helena riusciva a spegnere i suoi eccessi, ad alleviargli i tormenti. L'assenza di lei è un tormento insonne e privo di cure.

Helena gli sgrana addosso occhi scuri di paura e sorpresa.
Lancinanti fiori scarlatti le si dischiudono sul corpetto – le restituisce tutte le ferite che gli ha inferto, una dopo l'altra. Tutte le ferite del mondo non basterebbero a renderlo di nuovo intero.

Il Barone pugnala il proprio dolore, fa a pezzi se stesso.
Infine, le si stende accanto, in attesa. Aspetta che il tempo e l'amore sanguinino via, fino all'ultima goccia.


Note:
Queste piccole storie sono nate 
in occasione dell'iniziativa  di scrittura mensile "Due ore, quattro prompt (Febbraio- Sanremo edition)" sul Forum "Ferisce la penna".  La storia è stata pubblicata praticamente com'è stata scritta, a parte qualche minima modifica.
I prompt usati (il primo manca perché non ho avuto modo di partecipare fin dall'inizio) sono, rispettivamente, mio, di Shireith e di Bombay Bombay. A onor del vero, il prompt di Shireith è stato estratto prima del mio, però qui ne ho invertito l'ordine semplicemente per una questione di successione temporale, dal momento che  mi sembra più sensato che le storie siano collocate in questo modo. Ah, e mi sarebbe piaciuto mantenere una coerenza tematica o comunque attenermi a una sola coppia, ma non ci sono riuscita. Pazienza.
Che dire, quest'esperienza è sempre super divertente, oltre che una bella sfida (anche se non si riesce a sviluppare tutti i prompt, ne vale comunque la pena).
Grazie a chiunque arrivi fin qui, alla prossima!
  
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