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Autore: Raphaelgirl87    18/02/2024    2 recensioni
Buon San Valentino! In piena zona Cesarini, vi posto una FF originale e neanche troppo romantica, apparentemente, ma vedrete che parla d amore anche lei, solo sotto un altra forma.
Proprio l altro giorno, stavo ascoltando in auto:"Nella stanza 26" di Nek....premesso che amo Nek e amo questa canzone, ma talmente è ben scritta che la storia si è dipanata nella mia mente, così eccola.....la mia prima Song -fic!
Spero possa piacere questo mio esperimento!
L ho diviso in due parti per maggiore fruibilità!
Buona lettura, come sempre accetto tutti i pareri e come sempre non c e obbligo di lettura!
Genere: Fluff, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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"Un faro? Dalla.mia.finestra si vede un faro?"

Si domandó Ester volgendo.lentamente lo.sguardo verso la finestra dietro di lei. Non ci aveva mai fatto caso, non aveva mai sbirciato da quella finestra. Non ne aveva mai avuto il tempo. La sua vita ultimamente scorreva un cliente dopo l altro e ,nel breve intramezzo in cui era sola, era troppo stanca per fare anche solo un gesto così banale come affacciarsi.fuori.

Sentendo l.adrenalina circolare dentro se, la ragazza si avvicinò alla finestra e l aprí.

E lo vide.

Finalmente.

Davanti ai suoi occhi, nel lievissimo.chiarore che annuncia l arrivo imminente dell' alba ma ancora si culla nel buio della notte, si stagliava la sagoma meravigliosa e movimentata del mare. 

Il pochissimo traffico di quell' ora le permetteva di sentire lo sciabordio delle onde come se lo avesse proprio sotto la sua finestra, mentre poco distante da lì, il faro della città lanciava a intervalli ripetuto il suo fascio di luce sul quelle acque scure.

Era lo spettacolo più bello che avesse mai visto in tutta la sua vita, ed Ester sentì gli occhi che le si riempivano di lacrime, mentre respirò a pieni polmoni quell'aria salmastra, leggermente fresca .....da quanto tempo non respirava? Era la sensazione più bella del mondo e come le era mancata, in quei mesi dove aveva vissuto in apnea, con la testa sotto l acqua......

Talmente era persa in quell' armonia meravigliosa, che il colpo che sentì alla porta la fece sobbalzare:

"Ester?Ester?"

Cazzo.

Cazzo.

Il Cobra.

Quell'uomo orribile che l' aveva adescata, che l aveva portata via da tutto ciò che amava, che l aveva illusa, ingannata, che la stava uccidendo giorno dopo giorno, lentamente, come possono fare solo.le.persone sadiche che godono della sofferenza altrui.

Guardò l ora velocemente sulla sua sveglia, perché pure il telefono le aveva sequestrato, quel pezzente.

Le quattro di notte.

Cazzo, di già.

Era l ora dove lui veniva a riscuotere quello che gli spettava. Sapeva bene quale era la routine: se l incasso era stato buono, veniva semplicemente posseduta e basta, senza troppi complimenti..... Se non era così.....

Ester sentì le lacrime salirle agli occhi, mentre si toccava una lunga bruciatura di sigaretta sulla coscia.... E ancora era stato il suo momento più gentile....

Perché c erano state anche botte, umiliazioni, calci, frustrate....e la volta peggiore di tutte, quella dove, davvero non per colpa sua, la giornata era stata particolarmente vuota e i pochi clienti che aveva avuto si erano rifiutati di pagare il prezzo pieno, a loro dire insoddisfatti della prestazione perché era troppo fredda....come poteva però fingere qualcosa? L amore sicuramente era una cosa bellissima, ma con una persona che ti ama.

E lei non li amava, nessuno di loro, anzi li detestava con ogni parte di sé.

In.ogni.caso,la ragazza non poteva dimenticare come venne sbattuta sul letto, con una mano stretta sul collo, mentre, nella frenesia di respirare, era riuscita a sentire solo poche parole, dette con un tono di voce gelido:

"Tu sei mia, cazzo, mia! Lo capisci? Abbiamo un accordo, tesoro, un accordo dove tu sei tenuta a portarmi un tot di incasso al giorno.....vedi di soddisfarmi, stellina, altrimenti.....finirà male....mi appartieni, posso fare letteralmente il cazzo che voglio di te.....non sei niente, non sei più assolutamente niente....."

E l aveva lasciata andare, tirandosi giù i pantaloni ed entrandole semplicemente dentro, mentre lei non aveva avuto la forza neanche di dire una parola, tanto era occupata solo a tornare a respirare, dopo quei lunghissimi minuti di apnea....

In quelle ore di distanza tra l arrivo del Cobra e l entrata del suo primo cliente non era neanche riuscita a piangere, si era semplicemente addormentata,perché sfinita non per altro, in un sonno senza sogni, sentendosi veramente annientata e pregando dentro se con tutta se stessa quel Dio che la mamma pregava sempre con quelle preghiere ortodosse che la rendesse una rondine, così come.la.chiamava sempre.il.papá, che la facesse volare via da lì.....

Incredibile come quel Dio, inaspettatamente, avesse ascoltato la sua preghiera.....

"Ester, apri, cazzo! Che ti prende!"

La voce del Cobra si stava alzando di volume e i colpi sulla porta diventavano sempre più ripetuti e violenti.... Ma la ragazza improvvisamente capì una cosa.

Non voleva aprire.

Non quella volta.

Guardò il bigliettino tra le sue mani, il biglietto del suo amato padre. 

Era da lui che andava sempre quando, da bambina, si sbucciava le.ginocchia.o i gomiti, mentre correva.in bici per.le.campagne attorno al.suo.paese o scivolava giù dall albero di mele del suo giardino, era lui che le disinfettava le ferite e, mentre le accarezzava il viso asciugandole le lacrime, le ripeteva con voce dolce:

"E în regulă, draga mea, e doar o mică boală, va trece în curând*...."

E lei ogni volta gli credeva, perché non c era letteralmente nessuno in cui avesse più fiducia al mondo....

Ignorando i continui colpi alla porta e benedicendo la sua attitudine a chiuderla a chiave tra un incontro e.l.altro, la ragazza si sporse leggermente dalla finestra.

Era davvero solo un piccolo salto.

Davvero pochi, pochissimi metri.....

E poi sarebbe stata libera.

Libera.

Libera.

"Apri piccola puttana maledetta o sfondo la porta!"

La voce di Cobra era ora piena di rabbia.

Doveva agire in fretta prima che fosse troppo tardi. Prima che lui entrasse dentro.

Non sapeva cosa sarebbe successo di lei, se lui avesse mai oltrepassato quella porta.

Ester apri il piccolo frigo con dentro gli alcolici, non beveva.mai, ma ora aveva assolutamente bisogno di un bicchiere.

Ne versò uno a caso in un bicchiere e lo scolò tutto di un fiato, sentendo il.liquido bruciarle in gola, indossò un lungo golfino nero sulla.sottoveste e, con gesti veloci, apri la finestra e scavalcò il davanzale. 

Il piccolo vuoto davanti a sé le diede una leggera vertigine, ma ricacciò la nausea.

Aveva passato a piedi l.inferno, poteva farcela.

Ester prese un respiro profondo, guardando il mare davanti a sé, col.cielo che si stava schiarendo lentamente sempre.di più nelle prime brume dell'.alba.

Ne prese un altro.

Poi con un balzo si lasciò cadere, atterrando scompostamente in piedi. Era fuori da quel hotel. 

Subito un uomo le si avvicinò vestito da.poliziotto, prendendola vicino a.se, mentre con un cenno del capo, diede un comando silenzioso a degli agenti vicino a lui che sfondarono la.porta al grido di "Fermi tutti! Polizia!"

"Ester, non avere paura, sono il comandante di questa città,mi chiamo Stefano, coraggio cara, sei stata bravissima, è tutto finito, è tutto finito.... Ora ti portiamo da tuo padre....." Le disse quell' uomo gentile, tenendola abbracciata a se, mentre la ragazza si stava sciogliendo letteralmente in singhiozzi li stretta al suo petto......

Con la coda dell' occhio, dopo pochi minuti, Ester vide il Cobra, quell'uomo che tanto temeva, trascinato in manette fuori dall' hotel dai poliziotti e fatto sedere a forza sulla loro volante, mentre millantava ogni genere di minaccia, ignorato letteralmente dagli agenti che gli ricordavano che era arrestato per tratta umana e sfruttamento della prostituzione e che era meglio si trovasse un bravo avvocato.

l.incubo era finito.


L.alba era esplosa di luce, colorando di rosso e oro il cielo e il mare attorno a sé, mentre Ester, dopo aver salutato con gratitudine quel comandante gentile e il suo collega, che l avevano accompagnata con la macchina della polizia li davanti al tratto di rena vicino al faro, stava passeggiando sulla spiaggia dirigendosi verso il punto di incontro che le aveva dato suo padre. 

Ester era rimasta stupita dalle parole che le aveva rivolto Stefano, quando le aveva detto che grazie al suo gesto coraggioso, era stato scoperchiato un vaso di Pandora terribile di centinaia e centinaia di ragazze costrette come lei a vendersi. Ora sarebbero state tutte libere e reinserite in società, anche grazie a lei.

Si strinse nelle spalle.

Era felice di questo, ma non volle prendersi il merito.

Lei non aveva fatto niente di che.

Era solo saltata dalla finestra di un hotel perché voleva essere libera.

Voleva rivedere suo padre.

E vedere finalmente il mare.

La giovane ragazza, stretta nel suo golfino, a piedi nudi, camminava lenta sul bagnasciuga, per fare si che i suoi occhi non.perdessero.neanche un attimo, un fotogramma di quella bellezza indescrivibile che le riempiva il cuore...

Era proprio vero che, chi aveva creato il mondo, sicuramente ne era innamorato....Come poteva essere altrimenti? Solo uno che guarda con gli occhi dell' Amore sa creare un cielo così immenso, così pieno di colore e di luce e .....il.mare.....

Oh, il.mare.....

Ester pensò che le parole, tutte le parole del mondo, di tutti gli idiomi, di tutte le lingue, non avrebbero mai potuto descrivere l incredibile spettacolo che aveva davanti agli occhi, quella distesa d acqua così calma, così pacifica, quell'.odore salmastro che le entrava nei polmoni e pareva darle vita a ogni respiro....

In quel silenzio meraviglioso,una voce tanto amata le giunse alle orecchie

"Ester, copilul meu....**"

Le lacrime scesero copiose sul viso della ragazza, quando si girò e vide poco distante da sé la figura di suo padre, anche lui in lacrime

Semplicemente, gli corse incontro e i due caddero in ginocchio stretti l uno all altro in un abbraccio pieno d amore, dove entrambi facevano a gara a baciarsi le guance, la fronte, i capelli, dove le carezze sulle loro teste si sprecavano e le lacrime di entrambi si confondevano sui loro volti e le uniche parole che uscivano dalle loro bocche erano una dolce cantilena di"Papă...." E "Comoara mea***" ripetute con dolcezza....

Finché una voce dolce di donna non interruppe con rispetto quel momento dolce

"Ester?"

"Si?" Disse la ragazza, asciugandosi le lacrime e guardando quella donna che la guardava con tenerezza, restando però stretta al suo papà

"Sono Anna,piacere cara, sono della comunità Talita Kum, ci occupiamo di proteggere le ragazze come te che hanno subito l.inferno della prostituzione....vieni con me, vi porto nell' appartamento dove per ora vivrai con tuo papà.... piano piano faremo salire tutta la tua famiglia....I tuoi fratelli più piccoli andranno a scuola e tu, tuo padre e tua madre troverete un lavoro...

Non ti succederà più niente di male, stai tranquilla.... È tutto finito....ora conoscerai la parte buona di questo paese..... Non siamo tutti cattivi te lo garantisco"

La ragazza le sorrise, sapeva che quella donna aveva ragione....Stretta a suo padre, la ragazza risalì la spiaggia, in direzione del piccolo van della comunità.... 

Anche se, non come voleva, aveva comunque ottenuto ciò che sperava per la sua famiglia, un futuro senza privazioni, senza più notti insonni per la fame, un futuro dove tutti loro potevano studiare e lavorare....

Dove chissà avrebbe magari trovato qualcuno che l avrebbe amata.

Che le avrebbe dato un bacio vero.

Un bacio che sapeva di tenerezze.

Un bacio che sapeva di carezze.

"Te iubesc, fiica mea...." Le sussurrò il papà, mentre Ester si poggiò sulla sua spalla, sorridendo finalmente dopo tanto tempo

"Și eu te iubesc tată****" gli rispose la ragazza dolcemente.

La loro nuova vita era appena iniziata


 


*Va tutto bene, mio piccolo tesoro, è un piccolo male, passa presto 

**bambina mia

***Tesoro mio

   
 
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