Anime & Manga > DanMachi
Segui la storia  |       
Autore: kirkikaru    03/03/2024    0 recensioni
Si consiglia di leggere la FF se avete finito la S2 dell'anime, in quanto è presente uno spoiler sui membri della Familia Hestia.
Bell Cranel era ormai rinomato in tutta Orario: giovane avventuriero con un livellamento estremamente veloce. Nonostante ciò, il ragazzo cercava sempre nuovi modi per cogliere l'attenzione della Principessa della Spada, per la quale provava una certa simpatia...
E quale miglior modo per farsi notare, se non convincere la tua intera Familia a partecipare ad un Talent Show formando una band?
--- NOTA DELL'AUTRICE ---
Nonostante ci sia un riferimento al fatto che a Bell piace Ais (e parte della fic è incentrata su quello, visto che succede tutto perchè lui vuole fare colpo su di lei), la storia non contiene alcun elemento esplicito sul pairing (baci, confessioni etc.), eccetto per alcuni momenti dove i due si incontrano e, occasionalmente, spendono del tempo insieme. Scusate BellAis shippers se non è quello che cercavate, ma potrebbe comunque piacervi perchè qualche mollichina vi è concessa ;)
Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Non c’è tempo da perdere!!”

Nonostante la sua corporatura minuta, la dea Hestia si faceva sentire ben benino da ogni parte della casa; e proprio in quel giorno, un tono di voce squillante era necessario, dato che nel Palazzo vi era un grande trambusto: via vai di gente, scatoloni, pezzi di imballaggio sparsi per la sala principale e una serie di attrezzi e libri vari.

I ragazzi, nei precedenti giorni, dopo esser giunti ad un accordo sull’organizzazione della band, erano corsi ad acquistare gli strumenti necessari, oltre ad aver iniziato a studiare vagamente qualche concetto pratico, sotto incarico della dea. È così che, quasi alla fine della seconda settimana, il salone era stato allestito come un piccolo palco, dove i membri della Familia si sarebbero esibiti.

Una batteria per Welf, con l’emblema della Familia dipinto sulla grancassa; un basso e una chitarra elettrica, entrambi di un colore rosso metallizzato, rispettivamente per Mikoto e Bell; una tastiera per Liliruca e un bel microfono per Haruhime, la quale lo aveva decorato con un nastrino di raso, anch’esso rosso.

Hestia richiese quindi una prova generale, che andò a buon fine: tutti avevano preso confidenza con il proprio strumento, ed era già un buon progresso, considerando la breve settimana di tempo che avevano avuto i ragazzi per imparare le nozioni fondamentali.

Un dubbio però, sorgeva spontaneo, e come sempre era Lili ad esporlo, a nome di tutti:

“Scusate, ma che cosa dovremmo suonare al Talent Show?”

Ecco la domanda, semplice e diretta, che aveva messo in dubbio l’intero gruppo. Nel loro precedente dibattito, la parte estetica era stata curata con grande attenzione, trascurando però la parte più importante: con cosa esibirsi allo show?

Tornò quindi quel famoso silenzio che puntualmente calava nella stanza, a dimostrazione del fatto che nessuno aveva una risposta. Tutti tentarono di trovare una soluzione, come al solito, ma questa volta Hestia interruppe il silenzio prima di quanto i ragazzi si aspettassero:

“Oh insomma, supporter, finiscila di rovinare l’atmosfera! Abbiamo appena iniziato a sistemare le cose, perché devi sempre trovare difetti in ciò che facciamo?”

La pallum, infastidita dal comportamento della dea, si alzò in piedi, andando verso di lei.

“Mi scusi, mia somma dea, se ha un senso dell’organizzazione totalmente disastroso!”, esclamò, con un aspro sarcasmo, caratteristico della sua persona, “Cosa pensa di fare, ora che mancano due settimane allo show? Ha seriamente intenzione di procrastinare ancora?”

Hestia andò su tutte le furie, non tollerando l’atteggiamento che Lili aveva assunto nei suoi confronti, e controbatté a sua volta:

“Ah, sì? Io non so organizzare la mia Familia? E allora pensaci tu, nostra somma leader! In fondo, nel Dungeon hai preso le redini per far colpo su Bell, dico bene?”

Il salone principale sembrava andare in fiamme, mentre gli altri componenti del gruppo stavano seduti, guardando da lontano l’acceso dibattito.

“Cosa dovrei fare esattamente?”, chiese Liliruca, “Se non mi dà una linea guida non so nemmeno da dove iniziare!”

“Inventati qualcosa,” rispose la dea, “e fallo prima dello scadere del tempo, se non vuoi subirne le conseguenze!”

Pronunciate le ultime parole, Hestia uscì dal salone, sbattendo i piedi con furia. Lili fece un sospiro, tentando di calmarsi, e si voltò verso i suoi compagni, cercando un minimo di compassione nei loro occhi.

Quello che vide, però, fu un insieme di volti confusi, ed anche un po’ spaventati. Si sa: mai fare infuriare la dea Hestia, se non si vuole incombere in seri pericoli.

“Suvvia, Lilietta, che sarà mai!”, esclamò Welf, con il suo solito tono superficiale, “In due ore le passerà tutto.”

“No Welf, non capisci! Anche se lei dovesse ritornare calma, saremmo comunque al punto di partenza! Che cosa dobbiamo fare?”

Lili continuò a gesticolare, camminando avanti e indietro, con un’aria impanicata.

In tutto questo, Bell aveva osservato attentamente le due donne durante la discussione e, nonostante amasse la sua dea, capiva che spesso poteva essere un tantino pesante.

“Lili, secondo me ha ragione Welf. Sicuramente, non dobbiamo ridurci all’ultimo minuto, ma non c’è nemmeno alcun motivo di preoccuparsi così. Vedrai che ce la faremo! Insieme riusciamo sempre a risolvere i problemi.”

Il giovane Cranel sorrise alla ragazza, e ciò bastò per calmare, improvvisamente, la sua agitazione. Bell, per quanto giovane e inesperto potesse essere, spesso riusciva a trovare la giusta combinazione di parole per motivare le persone: un grande obiettivo, per un aspirante eroe.
*
 
Ristabilita la calma nel Palazzo, ognuno tornò alle sue faccende, spostando il problema della canzone ad un secondo momento. Data questa pausa, Bell decise di uscire e andare, come al solito, a passeggiare per le vie di Orario.

Bell amava Orario: l’Orario degli avventurieri, l’Orario protagonista dei racconti di suo nonno, l’Orario che lo aveva accolto fra le sue braccia. Spesso il ragazzino si chiedeva che svolta avrebbe preso la sua vita se non avesse mai messo piede in quella città, se la dea Hestia non lo avesse scelto come suo figlio, se non fosse andato nel Dungeon quel giorno…

Effettivamente, quel giorno segnò Cranel nel profondo e continuava ad essere impresso nella sua mente, vivido, come una foto appena scattata. Il giorno in cui incontrò lei, la sua amata: Ais Wallenstein, la Principessa della Spada.

Ricorda bene come andarono le cose: si trovava al quinto piano del Dungeon, inseguito da un enorme minotauro. Correndo, era arrivato ad un vicolo cieco e, quando pensava fosse tutto finito, la vide.

Un taglio netto, numerosi zampilli di sangue che ricoprirono il suo volto, il corpo della bestia che lasciò posto alla cenere, una figura. Una delicata figura femminile, con delle dolci curve e una folta chioma bionda, degli occhi color ambra che lo squadravano dall’alto con aria preoccupata.

Per Bell, in quel momento, era difficile comprendere a pieno la situazione che stava affrontando, ma all’incirca sapeva che aveva appena scampato la morte e, ora, si ritrovava di fronte alla ragazza più bella che aveva mai visto, mentre lui era ricoperto di sangue dalla testa ai piedi.

“Tutto bene?”

Era come la voce di un angelo, ma lui non ebbe la forza di risponderle. Preso dal panico, il ragazzo fuggì, e accadde la stessa cosa la volta successiva in cui incrociò la ragazza, e la volta successiva ancora, e ancora…

Soltanto dopo molto tempo, Bell trovò il coraggio necessario per parlarle, fino ad arrivare ad allenarsi con lei. Tutto ciò gli pareva strano, quasi proibito sotto certi aspetti, come un appuntamento segreto, e la cosa non gli dispiaceva: incontri segreti fra lui e la sua musa, la ragazza che gli forniva ispirazione e accresceva il suo desiderio di diventare più forte, lontano dagli occhi delle loro dee.

In effetti, al ragazzo piaceva inventare scenari che comprendevano lui e la fanciulla, dediti allo svolgimento di attività quotidiane, insieme, come due fidanzati. E, mentre Bell si perdeva fra i suoi pensieri, eccola spuntare da uno dei vicoli del corso principale.

Stava sognando? Non riusciva a spiegarselo, ma l’apparizione di Ais era per lui deleteria: improvvisamente, entrava in blocco, incapace di formulare una frase completa senza inciampare almeno tre volte e mettersi in ridicolo, come al solito. Ora che ci pensava bene, da quanto tempo era fuori? Chissà quanti vicoli ha attraversato, pensando a lei, incurante del resto!

La ragazza era da sola e si stava dirigendo verso lo stand degli snack di patate, che ella amava tanto quanto Hestia. Il ragazzo, guardandosi, riflesso su di una vetrina, si diede una sistemata e prese coraggio, avanzando quindi verso di lei.

“H-hey, Ais!”

La bionda si girò lentamente, e, vedendolo, accennò un lieve sorriso.

“Oh, ciao.”

Ais non era una ragazza molto loquace, ed il massimo che Bell era riuscito ad ottenere da lei era stato durante uno dei loro allenamenti. Brevi trucchi su come evitare il nemico, nulla di che.

“Allora… Che ci fai qui?”, chiese lui, giochicchiando con un lembo della sua giacca.

“Stavo solo passeggiando. In casa non c’è quasi nessuno, preferivo uscire.”

“Ah, guarda che coincidenza! Anche io ero solo a casa e sono uscito per una passeggiata!”

Menzogne, ovviamente. Sicuramente, al Palazzo del Focolare vi era silenzio, ma in realtà c’erano quasi tutti: Hestia dormiva, Welf stava affilando le sue spade ed Haruhime si stava occupando del bucato.

“Capisco.”

I due rimasero quindi in silenzio, guardandosi negli occhi. Lo sguardo di Ais, con quei suoi occhi color ambra che risplendevano alla luce del giorno, metteva Bell in difficoltà. Perciò, dato il panico della situazione, cercò la giusta combinazione di parole per chiederle, subdolamente, di uscire:

“Stavo pensando, beh, s-se vuoi ovviamente, potremmo fare una passeggiata assieme, noi due, ecco.”

Il ragazzo cominciò ad arrossire, abbassando lo sguardo. Ais la trovava una cosa molto carina e, ora più di ogni altra volta in cui l’aveva visto, pensava che Bell assomigliasse parecchio ad un coniglietto. Non avrebbe mai espresso questi pensieri a parole, in ogni caso.

“D’accordo”, fu la risposta che Cranel ricevette, pronunciata dalla Wallenstein con una nota di simpatia.

Bell alzò quindi gli occhi, ponendo il suo sguardo nuovamente sulla bella fanciulla, la quale continuava a scrutarlo con quei suoi occhi apparentemente vuoti. Lui emise un sospiro di sollievo, ricomponendosi e offrendo il suo braccio come supporto per la ragazza. Lei ridacchiò, ponendosi delicatamente sul braccio del ragazzo.

Quella risata, una semplicissima risata che chiunque altra donna avrebbe potuto replicare, era l’unica che cosa che Bell avrebbe voluto sentire per il resto della sua vita, se ne avesse avuto la possibilità.

Così, i due avventurieri cominciarono a passeggiare per la città: naturalmente, la prima fermata fu lo stand degli snack di patate, dove Ais si stava inizialmente dirigendo; continuarono quindi a camminare, passando per vicoletti quasi inabitati, scambiandosi di tanto in tanto qualche parola. Infine, ritornati nel Corso Principale, passarono difronte la locanda e Bell – che fino a quel momento era stato troppo teso per ragionare – si ricordò del motivo per cui aveva insistito così tanto nella partecipazione al Talent Show, ricavandone un perfetto argomento per la conversazione:

“Hey Ais, hai visto?”, domandò lui, puntando il dito verso le locandine appese all’esterno del locale, “Si terrà un Talent Show a fine mese, proprio qui alla locanda. Ci sarai?”

La ragazza si avvicinò ad osservare gli annunci, inclinando leggermente la testa. Dopo un paio di secondi, si voltò verso il ragazzo, il quale era impaziente di una risposta.

“Oh, sì, Loki me ne ha parlato. A quanto pare vuole partecipare, ma io non sono tanto convinta…”, rispose lei, con un tono spento.

“Beh, puoi sempre venire come ospite, no? Se non ti va di partecipare, non è un problema!”

Bell le parlava come se fosse stato lui ad incaricarla di prender parte allo spettacolo, ma in ogni caso, il suo obiettivo era di convincerla a venire: con o senza partecipazione.

“No, non capisci, Loki vuole me prima di chiunque altro su quel palco… Non credo le importerebbe qualcosa se le dicessi come la penso io. Come sempre, d’altronde.”

La bionda si voltò, notando come l’espressione del ragazzo era cambiata. Da quei suoi due occhi, rossi come rubini, traspariva un senso di compassione – dolce compassione di un qualcuno che vorrebbe aiutare. Ais non si ritrovava spesso a fissare le persone in quel modo, tranne per i suoi compagni, ma c’era qualcosa nel viso di Cranel che la faceva sentire… strana.

“S-scusa, non volevo divagare nei miei problemi,” esclamò la ragazza, spostando di scatto il suo volto dall’altra parte, “piuttosto, tu farai qualcosa?”

Un sorriso si formò sulle labbra del ragazzo, al quale scappò anche una risata. Era inevitabile: Ais era troppo carina. Lei si voltò di nuovo verso di lei, facendo quella sua tipica espressione imbronciata e imbarazzata.

“Perché ridi?”

“Scusa, è solo che sei troppo carina-“

Bell si fermò improvvisamente.
Non l’ho detto veramente, pensava.
Grande, Bell, continua a metterti in imbarazzo.
Sei un idiota.

“C-cioè, volevo dire, è molto carino che tu ti sia preoccupata del fatto che stavi divagando! Intendevo questo! Non volevo dire che sei carina… Cioè, no, s-sei carina ma intendevo dire altro in quel preciso…”

Fu il turno della ragazza, che scoppiò a ridere in una maniera che Bell non aveva mai visto.

“…istante.”

Il volto della fanciulla si illuminò di nuovo, mentre continuava a ridere con quel suo modo delicato. Bell la osservava, come quando si osserva qualcuno da lontano, nel silenzio. Questa volta però, aveva la fortuna di averla proprio di fronte a lei.

“Grazie.”

“Di cosa?”, chiese lui.

“Di avermi chiesto di uscire con te. Avevo bisogno di liberare la mente per un po’ e, grazie a te, ci sono riuscita.”

Il sole iniziava a tramontare, creando una luce rossastra che rendeva Ais ancora più bella. I suoi capelli venivano trascinati dal leggero venticello tipico delle serate ad Orario, mentre con le mani sistemava il suo vestito.

Bell era, naturalmente, incantato, talmente tanto da non riuscire più nemmeno a reggersi in piedi.

“Ti ringrazio, Bell.”

Quelle ultime parole fecero arrossire il ragazzo ancor di più, tanto da non sentirsi più la faccia.

“G-grazie a te, per aver accettato il mio invito. Ora dovrei proprio andare, haha…”

Che scusa stupida! Non abbandonarla di nuovo, come tutte le volte precedenti!, si diceva Bell, nei suoi pensieri.

“Oh, d’accordo… Allora, alla prossima?”

“A-alla prossima! Certo!”, rispose lui in fretta.

Detto ciò, il giovane Cranel corse via, lasciando la ragazza difronte la locanda. Lei, da lontano, lo guardava andar via, mentre i suoi pensieri continuavano a rimescolarsi.

Riguardò i volantini, valutando la sua scelta. Si accorse però, quando oramai il ragazzo era sparito dalla sua vista, di non aver ricevuto alcuna risposta alla sua ultima domanda: infatti, lei gli aveva chiesto che cosa avrebbe fatto al Talent Show, ma lui…
 
*
 

 
“Non le ho risposto!”, esclamò Bell, appoggiandosi drammaticamente alla spalla dell’amico, “Sono un cretino, Welf! Come ho fatto a non ricordarmi di risponderle!”

“Beh, magari, se non vi foste persi nelle vostre sdolcinate risatine, saresti riuscito a risponderle!”

Sentendo le parole “sdolcinate risatine”, al ragazzino venne l’istinto di urlare. Di conseguenza, soffocò le sue urla nella spalla di Welf, il quale valutava se mandarlo in terapia.

Bell non sapeva se urlare per la gioia o per l’imbarazzo, ma era comunque soddisfatto della sua giornata.

“Hai finito?”, chiese il fabbro, impaziente di alzarsi e continuare il suo lavoro.

“Si, grazie. Allora io vado, grazie per avermi aiutato!”

“Di nulla!”, esclamò Welf, guardando Cranel uscire dalla sua officina. Il ragazzo era sempre felice di assistere il suo amico, ma in questo caso non aveva fatto granché: aveva semplicemente assistito ad un intenso sfogo su tutto quello che era successo nelle due ore in cui era stato in compagnia della ragazza.

Se questo gli era d’aiuto, però, Welf era comunque felice di aiutare.

Attraversati i portici del Palazzo, Bell si avviò verso l’ingresso. Camminando, scorse Haruhime, impegnata nelle sue faccende domestiche: come sempre, indossava il suo vestitino nero, con un grembiule di pizzo bianco al di sopra; inoltre, una tenera cuffietta decorava il suo capo, dove spiccavano le sue orecchie da volpe che si fondevano perfettamente coi suoi lunghi capelli biondi.

Il ragazzo voleva avvicinarsi a lei per parlare, ma si fermò quando udì qualcosa provenire dalla sua direzione: la renard stava cantando, come era solita fare in passato, quando si trovava sotto le grinfie della Familia Ishtar.

Intonava una delicata melodia, vagamente udibile da lontano, dalla quale Bell rimase affascinato: aveva un che di nostalgico, e pareva una di quelle canzoni dei cantastorie. Sicuramente, Haruhime doveva aver preso ispirazione da una delle storie degli eroi che tanto amava leggere, pensò Bell, sempre più incuriosito da quel motivetto.

La ragazza aveva una voce soave, ogni nota creava un’armonia impeccabile, talmente angelica che Cranel rimase impalato ad osservarla. Lei, intenta ad asciugare i panni, non si era accorta della presenza del giovane, continuando a deliziarlo con la sua voce.

Il ruolo che Haruhime aveva assunto – inconsapevolmente – era quello di musa ispiratrice: ripresi i sensi, Bell aveva acquisito una miriade di idee per il loro piccolo progetto musicale, tutte diverse fra loro ma con un soggetto comune: la voce della Sanjouno.

Molto semplicemente, durante la seguente riunione, Bell avrebbe suggerito di lavorare sulla melodia che aveva appreso, modificandola per attribuirle una nota innovativa.

Un piano geniale, pensava lui, funzionerà alla grande!

Al ragazzo era però sfuggito un particolare, ovvero la timidezza di Haruhime, la quale si imbarazzava facilmente: non poteva di certo ammettere di averla spiata! Non che fosse un gran problema – Bell aveva fatto di peggio – ma poteva comunque risultare strano e metterlo in cattiva luce.

Ad ogni modo, Bell si era ormai avviato verso l’ingresso del Palazzo, intento a cambiare le sue vesti in qualcosa di più comodo.

Attraversata la porta principale, incrociò Lili, che arrivava dalla direzione opposta alla sua. Reggeva un libro e borbottava qualcosa, fra sé e sé: sembrava preoccupata, pensò il ragazzo. Si ricordò poi dell’incarico che Hestia le aveva affidato, cosa che sicuramente turbava la ragazza.

“Hey Lili, che fai?”

“Oh, signor Bell, bentornato. Stavo cercando un po’ di ispirazione per il Talent Show, ma non so che fare! Oh, e ora come faccio? Hestia mi odierà se non trovo qualcosa da presentare quella sera!”

“Veramente… Io avrei un’idea.”

*
 

“C-Cosa?”

“Oh, dai, Haruhime! Non vorrai dirmi che hai paura di cantare davanti a tutti?”

“Beh, veramente-“

La ragazza venne interrotta da Mikoto che cinse il braccio attorno il suo collo, facendola sussultare.

“Lady Haruhime è capace di fare qualunque cosa. Se sa combattere, vuol dire che sarà in grado di esibirsi su un palco scenico da quattro soldi nella locanda. Dico bene?”

Si guardarono negli occhi, Haruhime arrossì e abbassò la testa, stirandosi la veste con le mani.

“Io, ecco…”

“Scusate,” interruppe Welf, “d’accordo, abbiamo una voce, ma che cosa dovrebbe cantare esattamente?”

Haruhime gesticolò e arrossì di nuovo, negando la sua partecipazione, mentre Lili si alzò fiera dal suo posto.

“Incredibile,” disse, con tono sarcastico, “per una volta non sono io a contestare tutto! Ma guarda un po’!”

“Tsk, Lilietta, mi stupisci, sai? Sei sempre così fastidiosa.”

Ovviamente, la pallum si arrabbiò, mentre Welf se la rideva. Il loro rapporto pareva davvero quello di due fratelli, sempre pronti a stuzzicarsi ma altrettanto pronti ad aiutarsi e difendersi.

“In realtà, grazie all’aiuto del signor Bell, ho trovato un’idea perfetta per questo Talent.”

La ragazza invitò quindi Bell ad avvicinarsi a lei, ponendosi davanti agli altri ragazzi, e lui iniziò a canticchiare ciò che aveva sentito precedentemente da Haruhime.

Udendo il canto del ragazzo, Hestia sobbalzò ed alzò lo sguardo, ascoltando ben benino ogni singola nota che il egli intonava. Si era annoiata parecchio, e non le dispiaceva nemmeno sentire Bell cantare in quel modo.

Dall’altra parte, invece, Haruhime sussultò.

“Ma questa è…”

Lui continuava, ripetendo vagamente il motivetto. Così come Haruhime, anche lui era familiare con le canzoni eroiche: suo nonno gliene cantava un sacco. Questa non l’aveva mai sentita, ma era facilmente intuibile dal testo che si trattasse di qualche valoroso avventuriero che sconfigge i mostri e salva il suo popolo.

Bell aveva sempre tratto ispirazione da tali storie, tali canzoni: voleva essere un grande eroe, un avventuriero rinomato. Alla fine era per questo che era venuto ad Orario, no?

Mentre un paio di teste si perdevano fra i loro pensieri, la canzone era finita.

“Allora? Che ve ne pare?”

“Grande interpretazione, signor Bell! Ma questa non è una canzone che esiste già? Qualcosa sull’eroe del fuoco o una roba simile.”

“Esattamente,” intervenne Lili, fiera del progetto – che le aveva proposto Bell – che portava avanti, “ma noi la cambieremo! Possiamo basarci su questo motivo, renderlo nostro e modificare un po’ il testo.”

I ragazzi parevano abbastanza convinti e Liliruca, che pensa ad ogni dettaglio, riuscì anche a risvegliare la loro dea:

“E inoltre, qui dietro a noi abbiamo proprio la dea del focolare, Hestia in persona! Quale migliore argomento, se non un eroe devoto alla sacra fiamma?”

La minuta dea fissò Lili negli occhi, con aria seccata ma anche stupita. Doveva ammettere che era un ragionamento sensato ed un perfetto dettaglio da aggiungere, dato che voleva esaltare se stessa, alla fine.

“Capisco come ragioni, Supporter.”

Saltò giù dal tavolo, esattamente come la scorsa volta.

“D’accordo, direi che anche per oggi questo dibattito si può chiudere qui, ho fame e sonno.”

Hestia si diresse verso la porta del salone, quando Bell la fermò:

“Aspetta, mia dea!”

Lei si girò, un piccolo sorriso sul suo volto paffuto.

“Q-quindi… cosa ne pensi dell’idea?”

“Penso sia molto appropriata per ciò che stiamo cercando di portare a termine,” gli rispose, “D’altronde, saremo i Flame’s Symphony, giusto?”

Concluse la sua retorica domanda pizzicando la guancia di Bell, che in risposta ridacchiò.

Hestia uscì dal grande salone, lasciando i ragazzi liberi di fare quello che volevano. Ciascuno tornò alle sue mansioni e così fece Bell – o meglio, tentò di fare – prima di essere fermato da Liliruca, la quale strinse il suo braccio e cominciò a ringraziarlo.

“Grazie mille signor Bell, davvero, è stata un’idea geniale! Senza la sua trovata, Hestia mi avrebbe fatto non so cosa! Lei è davvero geniale, come fa a trovare sempre una soluzione? Dico davvero, è fenomen-“

“Hey.”

Il ragazzo poggiò delicatamente la punta dell’indice sulle labbra della ragazza, facendola arrossire automaticamente. Ebbene sì, anche Lili provava qualcosa per Bell. La maggior parte delle ragazze che conosceva erano rimaste colpite da lui, dal suo eroismo e dalla sua dolcezza, così naturale e spontanea.

“Non c’è bisogno di ringraziarmi, davvero,” riprese lui, facendo qualche passo indietro, “è stata semplice fortuna! In ogni caso, dovresti ringraziare Haruhime e non me.”

Detto ciò, anche Cranel abbandonò la sala, lasciando Lili impalata, con lo sguardo rivolto verso l’uscita.

“Oh, signor Bell…” disse fra sé e sé, sussurrando, “Lei è proprio un disonesto, sa?”

--- SPAZIO DELL' AUTRICE ---

Ed eccoci qua con il secondo capitolo!! Mi scuso per il grande lasso di tempo tra la pubblicazione del primo e di quest'ultimo, ma ho avuto poco tempo per scrivere.
Come vi avevo preannunciato nella descrizione della storia e nella precedente nota a fine capitolo, ho scritto qualcosina su Ais e Bell, nonostante io non sia una grande fan della ship. La loro dinamica è stra carina, non posso farci nulla >w<
Nel prossimo capitolo invece, vi comunico già che ci sarà un'ulteriore interazione con la Familia Loki!! E i nostri Flame's Symphony sistemeranno una volta per tutte il loro aesthetic.
Ringrazio chiunque stia leggendo la fic (ora, o in un futuro dove qualche fan italiano di Danmachi è a conoscenza di questo sito), se vi è piaciuto il capitolo potete lasciare una recensione!!
Ci vediamo al prossimo capitolo ;)

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > DanMachi / Vai alla pagina dell'autore: kirkikaru