Anime & Manga > Yuukoku no Moriarty/Moriarty the Patriot
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Autore: Rjsecretful    12/03/2024    0 recensioni
Cosa è successo tra la fine del volume 8 e l'inizio del volume 9? Aver avuto un momento amichevole con Sherlock a Durham ha dato tanta gioia a William, come in ogni momento trascorso insieme all'eccentrico investigatore. Ma che cosa succederebbe se in questo intervallo di tempo fra i due volumi, dato per scontato nel manga, accadessero degli eventi eccezionali, in cui il Professor Moriarty, per la prima volta, scoprisse qualcosa di più? Qualcosa di leggermente oltre il suo legame con Holmes, che lo induce a rivedere se stesso con una visione alternativa?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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La mattina successiva inizió in maniera tranquilla, e William riuscí ad alzarsi con la mente fresca e riposata, malgrado i turbamenti che aveva avuto la sera prima di addormentarsi. Quello che era successo nella giornata precedente e il dialogo avuto coi fratelli e i suoi alleati lo avevano lasciato alquanto irrequieto. Gli ultimi giorni sembravano scorrere in modo troppo sereno, da quando aveva avuto l’occasione di poter passare quei momenti amichevoli con Sherlock. Mentre si preparò per la mattinata da insegnante, William s’interrogava su come avrebbe dovuto prendere questa sensazione di serenità che lo pervadeva. Effettivamente, il signor Bond non aveva tutti i torti, quando aveva detto che forse stava per succedere qualcosa di bello, perché la stessa cosa la pensava anche il secondogenito dei Moriarty. Peró egli non si sentiva convinto. Poteva mai essere che il fato, il caso… o qualunque cosa potesse essere, stesse concedendo dei momenti di serenità proprio a lui e a tutta la sua troupe? Proprio a loro che erano un’organizzazione criminale? Che cosa poteva essere questa sensazione? Una tregua, come l’aveva definita Bond? Una quiete prima di un’imminente tempesta? O forse un tranello da cui Will avrebbe dovuto guardarsi?
Tuttavia, il matematico non poteva certo stare a rimuginare. Doveva il piú possibile mantenersi lucido, altrimenti, qualsiasi cosa stesse per accadere, si sarebbe reso vulnerabile a qualsiasi imprevisto. Dunque, dopo essersi lavato, vestito e dopo aver consumato la colazione, William fu pronto per andare all’universitá a svolgere la sua mansione d’insegnante.
All’entrata in aula, tutta la classe si alzó in piedi per dare il saluto.
“Buongiorno, professore!” dissero al’unisono gli studenti.
“Auguro un buon giorno a voi.” rispose Moriarty mentre assettava il tavolo con il materiale per la lezione e osservava davanti a sé, per assicurarsi che ogni membro della classe fosse presente. In quel momento qualcosa lo colse di sorpresa. Si rese conto che, ad occhio e croce, contava una presenza in piú rispetto alla quantità di alunni che era abituato a vedere. In fondo alla sala, c’era una faccia nuova. Per un attimo credette che si fosse di nuovo introdotto Holmes tra gli alunni. Invece, dopo una frazione di secondo, William si accorse che si trattava di Samuel, la matricola che lui stesso aveva soccorso dai bulli il giorno precedente. Capí immediatamente che il ragazzo si era imbucato nella sua lezione, poiché la classe a cui doveva dare la sua lezione in quell’ora era del secondo anno. Non si prestó, tuttavia, a farci troppo caso. William teneva molto alle proprie lezioni, e non aveva intenzione di interromperne l’inizio. Perció decise sul momento che avrebbe rimandato a piú tardi tutti gli interrogativi che era tentato di porsi.
“Quest’oggi…” cominció a spiegare senza tradirsi in alcun modo “Vorrei introdurvi un nuovo teorema da risolvere collettivamente. E mi raccomando, prendete bene nota, perché sarà molto difficile e vi servirá nel vostro percorso di studi.”
Molti studenti ascoltarono serissimi, ad eccezione dell’imbucato, che sembrava pienamente preso dalle parole dell’insegnante. Anzi, il matematico avrebbe giurato di percepire dal suo sguardo un certo entusiasmo. E le sorprese non finirono neanche lí.
La sua lezione venne seguita meticolosamente. Tra gli studenti alcuni ebbero maggiori difficoltà nel trovare la soluzione al teorema che fu presentato, eppure non mancò qualche alzata di mano che propose delle possibili ipotesi per arrivare al nocciolo della questione. Come aveva anticipato il professore, la lezione si riveló estremamente difficile. Molti che si erano proposti non si avvicinarono neanche lontanamente alla tesi. Dopo tanti minuti di sforzo collettivo, ci fu un’altra mano alzata. Era la mano della matricola, che per buona parte del tempo, era rimasta con gli occhi rivolti verso la lavagna, chinando qualche volta il capo verso il proprio quaderno degli appunti. Effettivamente, William aveva notato che per tutto il tempo il ragazzo era rimasto in silenzio, peró il suo sguardo era sempre stato ben concentrato. Il professore si aspettó di sentire una risposta quanto minimo vicina alla soluzione. L’idea che un primino si fosse intrufolato tra i suoi studenti gli aveva fatto ipotizzare che forse si sentiva all’altezza per poter seguire il suo corso, e di fronte a questo il matematico era curioso di sapere sé questa persona fosse uno studente diligente e desideroso di imparare, oppure un semplice sciocco che voleva solo farsi notare. Samuel rispose con totale disinvoltura, descrivendo dettagliatamente le sue conclusioni e, a quanto parve, lasció tutti i presenti a bocca aperta. Tutto quello che lui disse combaciava alla perfezione, nulla sfuggiva al caso. Il teorema era stato risolto.
Dopo aver lasciato correre alcuni attimi di stupore da parte degli alunni, William si lasció sfuggire un lieve sorriso ammirato.
“Esattamente! Complimenti, Signorino Cooper!”
Il professore disse queste parole, mantenendo gli occhi fissi sul ragazzo, e ne osservó la reazione. Lo studente chinó leggermente il capo in segno di assenso, tradendo uno sguardo chiaramente incantato. Il ché aumentò la curiosità del matematico. Non era in grado di spiegarsi cosa, di tutta quella situazione, lo intrigasse, peró c’era chiaramente qualcosa dietro a quegli insoliti eventi. Nessuno dei suoi alunni, nemmeno il piú diligente e il piú acuto, aveva mai dimostrato tanto interesse per le sue lezioni. La persona che aveva davanti era certamente molto intelligente, si vedeva anche a prima vista. Ma nell’aura che emanava c’era chiaramente qualcosa di piú. E il giovane Moriarty intendeva scoprirlo.
A fine lezione, il professore fermó sul tempo Samuel, prima che potesse uscire dall’aula per una successiva lezione.
“Scusa!” disse William. “Ti concederesti un momento, prima di andare?”
Appena la matricola si accorse che l’uomo gli aveva rivolto la parola, s’irrigidí, nascondendolo a stento.
“Oh, prof… professore! Ha qualcosa da… da…” borbottó lo studente.
“Distenditi pure, non voglio mangiarti vivo!” lo interruppe il matematico.
Samuel sbatté le ciglia un po’ di volte, poi scosse la testa e scrollò le spalle. In seguito, parló con disinvoltura.
“Sí, certo! Credevo di averle dato fastidio, per essermi intrufolato nella sua classe. Mi sono accort… accorto del fatto che si é ricordato di me.”
“Nessun fastidio, mi ha reso fiero vedere che eri tanto interessato alla mia lezione, malgrado tu non sia del secondo anno.”
Samuel inizió a ad agitare le mani , mostrandone i palmi.
“Oh, ecco… il mio voleva solo essere un modo per ringraziarla. Prima che la incontrassi, quei tizi mi tormentavano tutti i giorni, e oggi non l’hanno fatto.” disse il ragazzo.
“Capisco. Il tuo comportamento mi lusinga.” disse William.
A quelle parole, Samuel sembró arrossire fino alle orecchie e mugugnó alcune sillabe senza senso, sfoggiando un risolino imbarazzato. Il professore notó ben bene la reazione della matricola.
“Permettimi di trattenerti ancora un attimo, ma toglimi una curiosità.” disse il biondo.
“Eh?!” esclamó lo studente.
“Tu non sei nel mio indirizzo di studi, vero?” chiese l’uomo.
“Ah… ah…” Samuel scosse rapidamente il capo su e giú.
“S-Sí Sí Sí, infatti. Io, in realtà, starei studiando legge in effetti.” 
“Ah, dunque é cosí. Peró ne sai molto di matematica, malgrado tutto.” disse William.
“Ecco, mi perdoni, ma… ma… devo proprio andare.” dicendo queste ultime parole impacciate, Samuel fece un inchino profondo, e con un saluto si congedó correndo all’impazzata.
Il matematico lo osservó allontanarsi, sbalordito. Sebbene avesse cercato d’inquadrare quella persona, tuttavia in essa continuava ad esserci del mistero. Aveva la sensazione che quel ragazzo stesse cercando, a stento, di mascherare qualche insicurezza. Durante la lezione era stato disinvolto, esponendo splendidamente la soluzione del teorema. Ma, nel momento in cui aveva dialogato col professore, aveva dimostrato una certa timidezza. William ne era sicuro: quella matricola aveva qualcosa da nascondere.
I dubbi pervasero la sua mente anche quella sera stessa, senza mancare di destare la curiosità dei fratelli e dei sottoposti, che non esitarono a fargli ulteriori domande.
“Fratello…” intervenne Lewis. “Anche quest’oggi ti vedo su di giri. Anzi, non hai smesso di esserlo da ieri.”
Era inutile chiudersi a guscio. Lewis, in quanto fratello minore consanguineo di William, era l’unica persona che lo conosceva bene, e che era capace di captare i suoi stati d’animo anche quando cercava di nasconderli.
Il matematico emise un sospiro di rassegnazione.
“Arriveró al dunque: ho l’impressione che la matricola che ho incontrato ieri mi abbia messo gli occhi addosso, per qualche motivo.”
Udendo la frase di William, ci fu una frazione di secondo di silenzio. Tutti quanti avevano sospettato che nella perplessità del professore potevano entrarci i fatti del giorno precedente.
“Hai detto gli occhi addosso? Come sarebbe a dire?” chiese Albert.
“Oggi quel giovanotto si é infilato come auditore in una delle mie classi, e dopo la lezione ho avuto una breve discussione con lui. Per tutto il tempo mi ha guardato allo stesso modo con cui ha fatto ieri.” rispose William.
“Ma in che modo ti ha guardato esattamente?” domandó Bond.
“Come potrei dirlo? Le sue pupille brillavano, come se avesse quasi visto un angelo.”
“Ah ah ah ah…” il maggiordomo Jack scoppió in una delle sue risate sguaiate. “Puó essere che voi abbiate fatto colpo su di lui. Vi considera come una specie di eroe, un salvatore, probabilmente.”
“Mah… speriamo che non si faccia illusioni strane.” commentó Sebastian. “Di questi tempi i giovani leggono troppe storie e le confondono con la realtà…”
“No, signori. Non é semplicemente questo.” replicó William. “Quelli che aveva sembravano gli occhi di un giovincello di fronte alla persona di cui é infatuato.”
Tutti quanti trasalirono. Tutti, ad eccezione di Bond, che fece un sogghigno divertito.
“Ma che accidenti stai dicendo?” sbottó Sebastian. “È assurdo. Non esiste probabilità su questo fronte. Non vorrai mica dire che…”
“Le possibilità sono due. Ho intenzione di trovare il modo di raggirarlo e fargli vuotare il sacco.” lo interruppe William.
“Se mi permettete, peró…” intervenne Money Penny. “Perché volete scoprire la verità? Che cosa avete intenzione di fare, a seconda di quello che ne verrà fuori?”
“È che, oltre a questo, c’é anche dell’altro. Ho saputo che quella persona é per metá borghese. Potrebbe entrarci qualcosa che ci riguarda direttamente, se pensiamo al fatto che é stata oggetto di bullismo, fino a quando non sono intervenuto io.”
“E in un semplice caso di bullismo, che cosa dovremmo entrarci noi?” disse Fred.
“È chiaro che, se quel ragazzo é vittima di bullismo, puó voler dire che la sua famiglia non lo protegge. Essendo per metá anche nobile, dunque il fronte altolocato della famiglia dovrebbe esercitare una certa influenza, affinché lui non subisca discriminazioni.”
“Fratello, stai insinuando che quello studente possa essere in cattivi rapporti con la propria famiglia?” disse Lewis.
“Esattamente! Non é un’idea fuori dalla realtà, dato che é un giovane di sangue misto.” rispose William.
“Ma tutto questo, che cosa dovrebbe avere a che vedere col fatto che si sia interessato a te?” disse Sebastian.
“Prendendo per ipotesi quello che ha detto il maestro…” continuó il fratello di mezzo della famiglia Moriarty, riferendosi a Jack. “È probabile che la matricola cerchi disperatamente un áncora di salvezza. Il mio intervento di ieri deve aver suscitato in essa ammirazione nei miei confronti.”
“In effetti non ci piove. Potrebbe trattarsi di qualcosa per cui é il caso che interveniamo.” disse Bond.
“Non é ancora detto.” replicó William. “Dobbiamo prima conoscere bene i fatti, e capire se, e in che modo possiamo risolvere la faccenda.”
“Concordo pienamente.” disse Albert. “Potrebbe anche trattarsi di una questione di oppressione delle classi piú deboli, ma dovremo accertarci della gravitá della situazione. Altrimenti potrebbe non valerne la pena.”
“Precisamente. Mi avvicineró il prima possibile alla matricola per cercare di estorcere ció che abbiamo bisogno di sapere.”
   
 
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