Film > Altro
Segui la storia  |       
Autore: Padme92    20/03/2024    1 recensioni
[L\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\]
[L'uomo che sussurrava ai cavalli]
«“Al diavolo…!” imprecò gettando il cappello per terra, mentre gli occhi gli si velavano di lacrime.
Poi, buttandosi carponi come un uomo in preghiera, Tom urlò. Non a causa della mano sanguinante che pulsava di dolore, ma a causa di una ferita molto più profonda, provocata dall’amore sconfinato e bruciante che sentiva per Annie.»
Questa fanfiction mescola il finale del film e quello del libro de "L'uomo che sussurrava ai cavalli" per esplorare cosa succede ad Annie Graves e Tom Booker dopo la loro separazione.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10.



Venezia. Per il solo fatto di essere lì, a Robert prese una sensazione di euforia. Erano arrivati nel tardo pomeriggio, ed Annie si era detta così stanca dal viaggio che erano andati dritti in hotel con un taxi e si erano fatti portare qualcosa in camera per cenare senza tanti complimenti. In realtà, la cosa si era rivelata più romantica del previsto, perché avevano mangiato spaghetti alle vongole a lume di candela in una stanza dall’aspetto molto confortevole, arredata con mobili di legno laccato e una grande finestra che offriva una vista suggestiva sui canali. C’era un’area salotto piuttosto ampia, con un grande divano di pelle, un mini frigo e un tavolo dalla forma ovale, mentre la zona da letto era più piccola e aveva solo lo stretto necessario, ovvero un comodino su cui era appoggiata una vecchia abat-jour e un semplice armadio per i vestiti in un angolo. Mentre mangiavano Annie non parlò molto, fu lui più che altro a portare avanti la conversazione, commentando il sapore del vino o suggerendo un programma per l’indomani. Annie annuì a tutto, ma senza sbilanciarsi. Evitò di toccare il vino, preferendo invece l’acqua, ma pian piano sembrò abbandonare la composta rigidezza che l’aveva caratterizzata durante il viaggio e rilassarsi. Al vederla più tranquilla, anche Robert tirò un sospiro di sollievo. Aveva temuto in qualche momento di tensione, visto come l’aveva vista scendere dall’aereo, e invece non ebbero alcun battibecco. Al contrario, dopo aver guardato svogliatamente un po’ di televisione, entrambi si infilarono sotto le coperte e, con sua sorpresa, Annie gli si avvicinò senza esitazione e iniziò a toccarlo. Era la prima volta che lo cercava da anni e già solo questo pensiero bastò a provocargli un’erezione quasi immediata. Ma non si mosse. Nonostante la voglia che aveva di lei, s’impose di rimanere immobile, per vedere come si sarebbe comportata. Non voleva che si sentisse costretta a fare l’amore con lui solo perché ora si trovavano lì, nello stesso luogo dove avevano trascorso la loro luna di miele. Aveva paura che Annie volesse limitarsi a dargli un contentino e avesse accettato solo per non dover sopportare la sua reazione delusa. Ma dovette ricredersi, perché lei gli si strusciò addosso con una foga tale che lui non poté ignorarla più e, rispondendo ai suoi gesti, al suo corpo sempre più caldo, palpò le sue curve mentre tentava di sfilarle la camicia da notte. Annie, dal canto suo, gli infilò una mano dentro i boxer e si aggrappò al suo sesso come a un salvagente, mentre coi movimenti del corpo pareva gridare aiuto. Nel darsi a lei, Robert si sentì come se stesse salvando Annie dall’annegamento. Non si baciarono mai sulle labbra, o meglio, lei non lo baciò mai, ma la collisione delle loro intimità fu così carica di erotismo che non si fermarono fino a notte inoltrata. Non parlarono affatto, e Robert si chiese dove Annie tirasse fuori l’energia per una performance del genere. Era come se fossero tornati quindici anni più giovani. A un certo punto, invece di continuare a farsi domande, decise semplicemente di godere, lasciandosi trasportare da quel momento insperato eppure così tanto atteso. I gemiti di Annie erano tutto ciò che importava. Robert sentiva che soffriva, e non solo per gli spasmi dovuti al piacere, ma, come lui, soffriva per la loro situazione attuale, soffriva per ciò che era successo con il cowboy in Montana, soffriva per il destino ingiusto di Grace, soffriva per i figli concepiti e mai venuti al mondo. Nel penetrarla con forza, lui stesso stava dando sfogo a tutti i sentimenti di rabbia e umiliazione che lo avevano divorato negli ultimi mesi. Perfino la paura di non essere più in grado di soddisfare Annie sessualmente, di non essere un partner all’altezza del suo amante. In un misto di amore e dolore, raggiunsero il culmine insieme più di una volta, per poi addormentarsi, nudi e sfiniti, l’uno accanto all’altra.
 
 
Il giorno dopo, Annie aveva le anche doloranti per la notte di fuoco. Ciononostante, camminò per ore a fianco di Robert, seguendolo nei musei e arrivando addirittura a tenergli la mano nei vicoli labirintici della città. La mattina lui l’aveva sorpresa a letto con la tipica colazione italiana – cappuccino e cornetto – offerta su un vassoio. Mentre addentava la brioche, Annie si era resa conto di avere ancora in bocca il sapore degli umori del marito, ma non ne aveva provato fastidio. Durante tutta la giornata si sentì stranamente serena e fu anche molto più chiacchierona rispetto al giorno precedente. Mangiò con gusto nei ristoranti in cui lui la portava e fecero anche un giro sul vaporetto nel Gran Canale. La città aveva compiuto la sua magia: riposto il pensiero di Tom in un angolino del suo cervello, Annie era riuscita a godersi la vacanza come se si stesse svolgendo in una dimensione parallela. Per tre notti fece l’amore con Robert come se si fossero appena fidanzati, mentre durante le ore diurne assumeva un’espressione gioconda – vivace ma al tempo stesso enigmatica – che donava un’aria ambigua a ogni suo gesto. Intrigato da questo atteggiamento, Robert le si avvicinò di soppiatto nel bagno, mentre si stavano preparando per andare fuori a pranzo, abbracciandola da dietro, una mano sul ventre e l’altra sulla prominenza del petto. Annie si lasciò andare un pochino all’indietro e portò la mano di Robert più in basso sul ventre. Lui le strinse forte con le dita tra le gambe e lei sussultò, bloccandogli il braccio.
“E’ meglio andare o faremo tardi,” disse con voce non troppo convinta.
“Ma come, scusa, prima lanci il sasso e poi nascondi la mano?” scherzò lui.
Annie fece un debole sorriso, stupita delle reazioni del suo stesso corpo. Si rendeva conto che Robert l’avrebbe presa anche lì sul lavabo senza starci a pensare troppo, automaticamente invogliato dalla sua palese eccitazione, ma per la prima volta in tre giorni stava mostrando una resistenza e questo parve coglierlo alla sprovvista. Qualunque tipo di pensiero fosse a frenarla, Robert la stava invitando a lasciarlo cadere, per concentrarsi solo sui suoi sensi.
“Robert…” lo rimproverò Annie, ma la voce in lieve affanno la tradì.
Allora lui approfittò di quell’attimo di défaillance per sedurla nuovamente e, sentendola cedere lentamente alle sue avances, dovette provare una fulminea sensazione di trionfo. Annie avvertì un angosciante desiderio di possesso pervadere il marito e, poco più tardi, mentre osservava nello specchio il riflesso dei loro corpi nudi avvinghiati, riconobbe nella propria espressione, avvinta dal piacere, qualcosa che la disgustò.
 
Il quarto giorno di quella specie di seconda luna di miele Robert sentì l’esigenza di trasformare in parole quello che era avvenuto tra lui ed Annie a livello fisico ed emotivo. Voleva parlare apertamente del loro rapporto, perché una volta ritornati a casa non si creasse una situazione d’ambiguità. Quello che era accaduto a Venezia sarebbe rimasto a Venezia? Aveva paura di sì, ma voleva sentirselo dire da Annie. Voleva risposte chiare. Stavano consumando una cena a base di pizza in un rustico locale italiano e l’atmosfera era incantevole. Non avevano camminato molto quel giorno, perciò erano ancora svegli e vigili. Così, quando il discorso cadde sull’imminente viaggio di ritorno, Robert colse al volo l’occasione per dare voce ai suoi pensieri.
“Dove siamo, Annie?” chiese semplicemente, prendendole la mano.
Lei lo guardò con un’aria un po’ stupita.
“A Venezia?”
Robert fece un debole sorriso.
“Intendo, dove siamo noi.”
Il viso di Annie si adombrò appena e la sua espressione rilassata fu sostituita da una decisamente più tesa.
“Non lo so,” ammise lei, gli occhi bassi fissi sulla sua fetta di pizza Napoli.
“A me piacerebbe saperlo,” continuò lui “prima di atterrare a New York.”
“Cosa vuoi sapere esattamente, Robert?”
“Voglio sapere cosa succederà una volta a casa. Cosa devo aspettarmi. Come devo comportarmi. Sia quando siamo soli che davanti a Grace. Vorrei evitare altri errori, Annie.”
Annie fece un lungo sospiro, per nulla rassicurante.
“Non serve che menti,” aggiunse lui “Voglio solo la verità, anche se so che potrebbe non piacermi.”
La mano di Annie si mosse nervosamente nella sua, ma non accennò a mollare la stretta. La vide mordersi il labbro, un’abitudine che aveva da sempre quando voleva dire qualcosa ma non sapeva come.
“Il fatto è che…” cominciò lei, incerta.
Silenzio.
“Dai, Annie,” la incoraggiò, incapace di leggerle dentro.
D’un tratto lei lo guardò dritto negli occhi, come se finalmente si fosse decisa a d’affrontarlo. In quello sguardo c’era un’aria di sfida che lo destabilizzò.
“Sono incinta, Robert,” la sentì dire.
La sorpresa fu così grande da togliergli le parole. Aprì la bocca e poi la richiuse, come un merluzzo. Guardò Annie con un’incredulità che non si affannò a nascondere, e i suoi occhi perlustrarono le forme di Annie, alla ricerca di qualche segnale di conferma che si doveva essere lasciato sfuggire tutte le volte che l’aveva toccata i giorni precedenti. L’unica cosa che aveva notato – e non senza una punta di piacere – era che i seni di Annie erano più pesanti del solito, due lune piene che gli avevano riempito i palmi senza fatica. Il resto del suo corpo non presentava ancora rotondità particolari, il che lo portò a formulare una prima domanda:
“Sei sicura?”
“Strasicura.”
“Quante settimane?”
Annie esitò un momento prima di rispondere.
“Sono più di tre mesi, Robert.”
Non ci mise molto a fare il conto mentale, solo per rendersi conto che doveva aver concepito nel mese di settembre. Ma la vera domanda che ora aveva in testa era:
“Dopo il Montana? O durante?”
La voce di Annie si fece più flebile.
“Credo… durante. Ricordi, quando sei venuto a trovarci?”
Certo che ricordava. La prima notte passata nella casa sul torrente l’aveva invitata a fare l’amore ed Annie aveva insistito per fargli un lavoretto con la bocca che lo aveva piacevolmente stupito. Era stato allora che, inconsapevolmente, avevano regalato la vita a una nuova creatura? Un secondo figlio, dopo anni di speranze deluse?
“Ti sei fatta togliere la spirale senza dirmelo?” chiese, ancora un po’ dubbioso.
“Certo che no,” rispose Annie un po’ scandalizzata “E’ successo e basta.”
“Quindi il padre sono io,” disse poi Robert, quasi ragionando tra sé.
La mano di Annie si mosse leggermente tra le sue dita che indebolirono la presa. La vide tornare a mordersi il labbro, cosa che lo mise a disagio. C’era altro che non sapeva?
“Annie, mi stai nascondendo qualcos’altro?” le domandò senza giri di parole.
“No,” confessò lei, ma adesso sembrava di malumore e ritirò la mano per afferrare il bicchiere e bere un sorso d’acqua.
“Ora capisco perché non hai voluto toccare nemmeno una goccia di vino,” osservò tentando di mantenere un tono di voce neutro, “Mi pareva strano che fossi diventata astemia tutt’un tratto. Va bene che ha la gastrite, mi dicevo, però…”
“Lo so che è un brutto momento,” lo interruppe Annie, restia a divagare col discorso.
Robert la guardò perplesso.
“Non che non lo è, Annie,” le disse, sincero.
“No?” fece lei, incerta.
“No, affatto. Direi, anzi, che è il momento perfetto. Per noi. Per Grace.”
Lo credeva veramente. I suoi occhi tentarono di comunicare a Annie un senso di sicurezza.
“Possiamo ricominciare,” aggiunse a mo’ di spiegazione “Che ne dici?”
“Io… Era quello che speravo…” ammise lei, sebbene si sentisse un sasso nello stomaco.
Il viso di Robert si aprì in un largo sorriso.
“Da quanto lo sai?” le chiese, sinceramente curioso.
“Non molto,” mentì lei.
“È meraviglioso, Annie,” disse, visibilmente felice, versandosi un bicchiere di rosso.
E lo era davvero.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro / Vai alla pagina dell'autore: Padme92