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Autore: FragileGuerriera    20/03/2024    1 recensioni
Breve missing moments di due capitoli che si colloca prima dei fatti presentati nell'anime e prima degli aneddoti narrati nel capitolo extra "L'uovo di spine" contenuto nel volume 6 de "Il giocattolo dei bambini". La storia racconta come è avvenuta la nascita di Hayama, la conseguente morte della mamma, Koharu, e l'errata convinzione da parte della sorella che porterà entrambi a credere che lui sia un demonio e che riuscirà a portare l'intera famiglia allo sbando prima dell'intervento di Sana.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro personaggio, Altro Personaggio, Natsumi Hayama/Nelly
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco a voi l'ultimo capitolo di questa breve fanfiction.
Ringrazio tutti i lettori (seppur silenziosi) che hanno letto questa storia.

Le origini del male



-Pecchè ci mettono tanto ad aivae, nonna?- domandò la bambina.

Erano le 9.10 del mattino, Natsumi aveva dormito dalle cinque fino alle nove. Poi appena sveglia scese dal letto e chiamò la nonna. La donna la raggiunse al piano superiore e la bimba le chiese se la mamma, il papà e Aki fossero tornati. La nonna negò. Quando la portò al piano inferiore lei corse verso l'ingresso constatando che non erano ancora arrivati.

-Ci vuole tanto per far nascere un bambino, Natsumi-chan. Devono fare uscire il bambino dalla pancia della mamma, devono constatare che il bambino stia bene e poi fanno riposare la mamma prima di farla tornare a casa.

-Uffa, ma io voio vedee Aki, voio sapee se ho un fatellino o una soellina!

-Lo so, siamo tutti impazienti- le rispose dolce la nonna.

-Lo sai, nonna, che io voio molto bene a Aki??- cinguettò lei mostrandole poi un largo e candido sorriso.

-Lo so piccola mia.- sorrise a sua volta, camuffando per tutto il tempo la sua preoccupazione.



***                     ***                     ***


La notizia della morte di Koharu sconvolse tutti.

Fuyuki, Natsumi e i genitori di Koharu erano quelli più distrutti, ma la sua veglia e il suo funerale fu quello più sentito dai presenti. Koharu non aveva ancora raggiunto i trent'anni, tutta la sua vita fu costellata di momenti felici e nessuno avrebbe mai immaginato che un evento felice come la nascita del secondogenito si sarebbe potuta trasformare in una simile tragedia. Amici, famigliari e conoscenti stretti si erano tutti presentati sia alla veglia che al funerale piangenti o commossi. Anche gli amici ex-teppisti della compagnia che avevano da giovani e che erano sempre stati i più duri, non riuscirono a non sentirsi stringere il cuore nel vedere Natsumi con quel faccino triste e gli occhi gonfi e rossi per il pianto. L'amico, che improvvisamente sembrava aver perso dieci anni, con un bambino in braccio che non avrebbe mai potuto conoscere la mamma, non aiutava a trattenere le lacrime o a ignorare quel fastidioso nodo alla gola che bloccava ogni parola.



Fuyuki si trovò perso senza sua moglie. Era vero che lui appena tornava a casa cercava di aiutarla, ma era lei a occuparsi maggiormente dell'educazione della figlia. Adesso lui si trovava a dover continuare il lavoro della moglie e a iniziare un lavoro da capo con il nuovo bambino. Si sentiva così poco all'altezza di quella responsabilità.

In realtà si sentiva poco all'altezza di tutto: tutte le decisioni che aveva preso fino ad allora le aveva prese con l'appoggio di Koharu. Era lei a dargli sempre un parere su tutto e il suo giudizio per lui contava molto anche se a volte non corrispondeva al proprio e a volte faceva comunque di testa sua. Ora che lei non c'era più cosa poteva fare con quei due bambini? Se avesse potuto fare cambio con la propria vita! Quante volte lo aveva pensato. I suoi bambini sarebbero stati forse più felici perchè lei avrebbe sicuramente saputo come fare per affrontare la situazione al meglio e cosa fare per loro. Koharu era sempre stata così piena di energie e ogni volta che si presentava un ostacolo non si perdeva d'animo, ma riusciva a trovare una soluzione. Lui invece no. Più che fare il bullo da giovane e poi seguire il percorso segnato dai suoi genitori non aveva mai saputo prendere decisioni importanti per conto suo. Le aveva sempre prese solo dopo aver parlato con Koharu. Lei invece era una donna molto sicura di se', ogni volta che prendeva una decisione gliene parlava per metterlo al corrente, ma raramente aveva bisogno dei suoi consigli.

Era veramente perso in quel nucleo famigliare in cui mancava il pilastro portante. Per fortuna almeno Natsumi si stava dimostrando molto legata nei confronti di Akito e questa era forse l'unica nota positiva di quel periodo. L'unica che riusciva a intenerirlo, ma al tempo stesso lo addolorava come tutto il resto: “Saresti così contenta di vedere Natsumi-chan così affezionata a nostro figlio...”. Invece il destino era stato crudele con la giovane donna, senza preavviso le aveva strappato via la vita impedendole di constatare che aveva ragione quando sentiva che il loro bambino era maschio e negandole di poter vedere quanto Natsumi si stava dimostrando già affezionata al fratellino che tanto desiderava.



***                     ***                     ***



-Perchè la mamma non c'è più, nonna?- domandò Natsumi un giorno, qualche mese più tardi, mentre era a casa della nonna, nel piccolo giardinetto dove, in una piccola credenza di legno lì posizionata, stava mettendo i piattini e le tazzine di plastica. La nonna la guardò mestamente, non era facile affrontare l'argomento e siccome sapeva da suo figlio che la piccola l'aveva già chiesto a lui alcune volte non si aspettava che adesso lo chiedesse pure a lei.

-Il papà non te l'ha spiegato?- domandò di rimando per capire cosa le aveva detto Fuyuki.

-Ha detto che è volata in cielo.

-E' così- rispose sedendosi sul primo dei tre gradini che portavano in casa.

La bambina la guardò e avvicinandosi le chiese triste: -Ma perchè? Non tava bene con noi?

-Purtroppo la sua morte è stata una conseguenza della nascita di Akito.

La bimba la guardò leggermente perplessa. -Natsumi-chan, la mamma non poteva partorire in modo naturale e così, per nascere, Akito è uscito dalla sua pancia.

-Come? E' uscito dalla shua pancia?- chiese la bambina inorridita all'idea del suo biondo fratellino che usciva dalla pancia della mamma.

La nonna annuì prima di proseguire in quella difficile spiegazione: -I medici hanno fatto di tutto per salvare la vita alla mamma, ma è stato impossibile.

-Allora è colpa di Akito she la mamma non c'è più?- domandò la piccola con la vocina preoccupata.

-No, figurati, lui non è nemmeno cosciente di essere venuto al mondo.- la rassicurò la donna. -Il fatto è che nessuno si era accorto che con il precedente cesareo un successivo bambino avrebbe potuto mettere a repentaglio la vita della mamma e così non sono riusciti ad evitare che la nascita di Akito portasse via la mamma.

Nonostante a Natsumi non fossero chiare parole come “partorire in modo naturale” e “cesareo”, e nonostante la nonna le disse che non era colpa di Akito, nella sua testa ormai si stava consolidando l'immagine di un Akito inferocito che, nonostante l'intervento dei medici, era uscito come un proiettile perforando la pancia della mamma che di conseguenza era morta a causa della pancia aperta in due.

Vedendo l'espressione persa nel vuoto della piccola, la nonna riprese parola, cercando di dare una visone più poetica alla tragica scomparsa della nuora: -Sai, piccola, Izanami, ama circondarsi delle anime più belle.

-Quella della mia mamma era molto bella?- chiese Natsumi sedendosi accanto a lei, cancellando l'orribile visione con quella del dolce viso della sua mamma.

-Molto!- rispose con enfasi la nonna sicura delle sue parole.

-Ma perchè vuole le anime più belle?

-Natsumi, quando tu raccogli i fiori da regalare o da metterti in testa, non prendi i più belli?- La piccola annuì -Vedi? Lo spirito di tua mamma era così perfetto che la nostra dea Izanami l'ha voluto prendere con sé perchè lei ama circondarsi solo delle anime più belle.

La piccola abbracciò la nonna e disse: -Però a me manca molto.

-Lo so piccola, nessuno poteva immaginare che la nascita di Akito potesse portare a questo...- la nonna mormorò quasi sopra pensiero, ma a Natsumi che stava piangendo in silenzio non sfuggirono quelle parole che accompagnandosi all'immagine che si era formata nella sua testa della nascita di Akito, non poterono che consolidare un'unica certezza: la mamma sarebbe stata ancora viva se Akito non avesse avuto la meglio sui dottori e non fosse uscito dalla sua pancia.


Da quel giorno Natsumi iniziò a non vedere più Akito con gli stessi occhi di prima. In fin dei conti, anche se inizialmente lei gli voleva molto bene, da quando era arrivato lui tutto aveva iniziato ad andare storto. La mamma non c'era più, il papà aveva iniziato a dedicarsi in modo ancora più intensivo al lavoro e quando tornava a casa si dedicava principalmente al fratellino che, a dir suo e della nonna, necessitava di più cure e attenzioni rispetto a lei essendo tanto piccolo. Le mancavano terribilmente le braccia gentili della mamma che la coccolavano, le mancavano le attenzioni che riceveva anche dal papà quando era figlia unica e piano piano i pianti a squarciagola di Akito, durante il giorno e la notte, iniziarono a diventare insopportabili.

Come se non bastasse, dopo qualche mese dalla rivelazione della nonna circa la scomparsa di Koharu, una Domenica era passato un amico di Fuyuki per sapere come stava. Lui aveva detto che si sentiva crollare il mondo addosso, che gestire due bambini era molto più impegnativo senza l'appoggio di sua moglie e che aveva dovuto impegnarsi molto di più sul lavoro perchè c'era in ballo una promozione che molto probabilmente sarebbe stata data a lui o a un suo rivale visto che erano i migliori dell'azienda. Il problema era che lui si era accorto che il suo avversario per mettersi in buona luce con il loro capo si era dimostrato molto scorretto e senza scrupoli. Quando lui infatti sembrava essere distratto perchè magari si perdeva dietro ai ricordi di sua moglie o quando a causa della mole di lavoro non riusciva a portare a termine i compiti assegnati in giornata, quello non mancava mai di riferirlo al loro capo.

Il suo amico per consolarlo gli disse: -Sapevi che da qualche parte d'Europa si dice che l'erba grama non muore mai? Che stronzo, è proprio il suo caso! Oh, coraggio Fuyuki, dacci sotto, e fagli vedere di che stoffa sei fatto veramente!

Natsumi che passava di lì aveva sentito la frase, ne rimase molto colpita e sviluppò ulteriormente le sue considerazioni. “L'erba grama”, ovvero l'erba cattiva (come le avrebbe spiegato sua nonna), non moriva mai. La dea Izanami aveva preso la sua mamma che era un'anima bellissima, mentre Akito no. Akito non era morto e forse non sarebbe mai morto perchè era cattivo. In fin dei conti... Se lui non fosse mai nato, la sua mamma sarebbe rimasta accanto a lei. Era stato lui a uccidere la mamma e solo un mostro poteva uccidere appena nato la propria mamma. Soprattutto quando la propria mamma era buona come la loro!!


Fu così che si consolidò in Natsumi la convinzione che l'origine del male trovava dimora in Akito che, nonostante quel faccino rotondo e i suoi capelli biondi che lo facevano assomigliare ad un angioletto, altri non era che il male in persona.

A un anno dalla sua nascita, Natsumi iniziò a trovare Akito insopportabile al punto da diventare fin odioso. Anche se aveva smesso di piangere tutto il giorno e tutta la notte era comunque insopportabile, sempre con quell'espressione cupa... Non rideva quasi mai. Beh, lei non è che gli desse molti motivi per cui ridere. Gli faceva appositamente alcuni dispetti e lui ci restava smpre male. Aveva iniziato provando a vedere cosa sarebbe successo se avesse intinto il suo ciuccio nel sale prima di metterglielo in bocca. La reazione era sempre la stessa: il bimbo disgustato si metteva a piangere. Lei tornava da lui e lo sgridava perchè la disturbava. Trovò abbastanza appagante quel sistema: Akito aveva ucciso la mamma? Ora era giusto che pagasse. Così, più il tempo passava, più dispetti escogitava e quando ritenne che fosse abbastanza grande da capire i discorsi degli adulti gli spiegò che lui non era altro che un mostro e che nascendo aveva distrutto la sua famiglia. Un mostro come lui non meritava amore ne' comprensione.

  
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