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Autore: Abby_da_Edoras    23/03/2024    3 recensioni
[The Mandalorian-Canon Divergence con accenni a Star Wars in generale e particolarmente a Andor, Rogue One e Ahsoka]
Questa storia è il sequel di "Adrenaline" che è la ff dove Din e Cassian si sono conosciuti e hanno imparato ad amarsi, nonostante qualche litigio e fraintendimento. Adesso, però, le cose si fanno serie: Din vuole sposare Cassian, adottare Grogu e formare con loro una famiglia di Mandaloriani, ma prima di poterlo fare dovrà attraversare con loro molti ostacoli e difficoltà e non sarà facile, soprattutto per Cassian. La ff è ispirata principalmente alla terza stagione di The Mandalorian, ma anche ad alcuni episodi di Andor e Ahsoka. Grazie a chi deciderà di leggere!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a George Lucas e a tutti gli autori, produttori, registi e sceneggiatori di The Mandalorian, Star Wars, Andor, Rogue One, Ahsoka ecc...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ahsoka Tano, Altri, Baby Yoda/Il Bambino, Cassian Andor, Din Djarin
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A place to be myself'
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Cap. 3: Domino

 

Chase the dark to lick your wounds
There's nobody left to lose
Choking on your memories
Hiding from reality

You cut the threads, cannot go back
But they can only touch your flesh
There's nobody there no more
God knows you gave up your soul
So alone, so alone

Down they fall like a domino
Face to face, in the head of a criminal
All and all, you tell 'em you're done
But then you do it again
You tell them you're done
But then you do it again…

(“Domino” – Elisa)

 

Arrivati nel luogo dove il mostro aveva imprigionato Din, uno spettacolo agghiacciante si presentò davanti agli occhi di tutti: il Mandaloriano era stato collegato a dei tubi che pompavano via il suo sangue (chissà poi che se ne voleva fare la creatura…). Cassian era talmente devastato da quello che vedeva da non riuscire quasi a respirare o a muoversi, per fortuna c’era appunto Bo-Katan che invece non si lasciava intimorire tanto facilmente e attaccò subito l’essere. Questi, però, sembrava molto resistente e aveva una potentissima arma che sparava raggi più pericolosi delle pistole della Mandaloriana che, quindi, ben presto si trovò in difficoltà. Poi, però, si avvide che la Spada Oscura era per terra, doveva essere caduta a Din quando era stato catturato; Bo- Katan l’afferrò e, grazie a quell’arma, riuscì a colpire il mostro più e più volte fino a farlo a pezzi e, anche quando il corpo organico dell’essere si staccò dall’esoscheletro e riprese il controllo del droide gigantesco che aveva intrappolato Din, la Kryze riuscì a distruggerlo rapidamente e definitivamente.

Così Bo-Katan riuscì a liberare Din e, poco dopo, il piccolo gruppo si ritrovò seduto in mezzo alle rovine che, però, in quel punto sembravano meno spaventose, forse perché dall’alto filtrava una luce che rendeva quel luogo quasi bello, come un antico castello incantato. Bo-Katan, che sembrava cavarsela proprio in tutto, raccontò del periodo in cui lei stessa aveva governato Sundari e della città che allora era florida e bellissima e, nel frattempo, preparò una sorta di zuppa che mise in tre tazze.

“Che cos’è questo?” domandò Din quando la Mandaloriana gli porse la tazza.

“Ma dai, è davvero ironico! Sei un Mandaloriano da sempre, fissato con il tuo Credo e le tue Regole, e non conosci neanche la zuppa pog*, che è un piatto tipico della cultura dei Mandaloriani?” la donna sorrise passando una tazza anche a Cassian. “Ogni Mandaloriano degno della sua armatura se ne è nutrito fin da quando era piccolo come Grogu… e tu non la conosci!”

“No, non la conosco” replicò Din, alzando appena il casco per bere un po’ di zuppa dalla tazza, che poi passò a Grogu che non fece tanti complimenti.

“Ma posso mangiarla anch’io, sebbene non sia un Mandaloriano?” domandò Cassian.

“Certo che puoi. I Mandaloriani tengono molto ad offrire cibi e bevande tipici della loro tradizione agli ospiti e ai forestieri e, anzi, si offendono se non vengono accettati!” rispose divertita Bo-Katan.

“E poi tu sarai molto presto un Mandaloriano” precisò Din, “per cui è bene che ti abitui alle nostre tradizioni e che impari usi e costumi della civiltà Mandaloriana, anche ciò che non conosco ancora nemmeno io.”

Din si era accorto che Cassian appariva particolarmente depresso e scoraggiato, non sembrava neanche più credere alla possibilità di diventare davvero un Mandaloriano e così cercava di scuoterlo e incoraggiarlo, ma non funzionò granché: il giovane pilota abbassò gli occhi sulla zuppa e mangiò in silenzio come se da quello dipendesse il destino intero della Galassia.

Poco più tardi, Bo-Katan riordinò il poco che avevano tirato fuori per mangiare e si rivolse a Din.

“Adesso dovreste venire con me, al mio castello” disse. “Tu hai bisogno di riposare, hai perso sangue e comunque anche Grogu e Cassian sono stanchi e provati.”

Come a dimostrare che non era affatto così, il Mandaloriano si alzò in piedi, prendendo il piccolo tra le braccia e sistemandolo nel suo guscio volante.

“Non vengo con te, devo proseguire per le miniere di Mandalore per essere redento” replicò laconico, lasciando allibiti tanto Cassian quanto la stessa Bo-Katan.

Ancora? Ancora con queste maledette miniere? Ma non ti è bastato rischiare la vita già una volta? Ed è vero, Grogu ed io siamo stanchi, provati e sconvolti. Anche Grogu ha subito uno shock quando ti ha visto catturato da quella bestia e tu non hai nemmeno cercato di rassicurarlo. Che c’è, ti sei dimenticato anche di lui ora che sei nell’unico luogo al mondo che conti per te?

Cassian avrebbe voluto dire tutto questo, avrebbe voluto urlare contro Din che continuava a sistemarsi le armi, il mantello, a controllare le munizioni e a rimettersi il jet pack, ma alla fine non disse niente, era davvero troppo stanco, deluso e depresso anche per protestare e arrabbiarsi.

“Sinceramente trovo adorabile che tu davvero creda in questi puerili racconti” replicò al suo posto Bo-Katan che sembrava pensarla come lui. Cassian ebbe la vaga impressione che le grandi menti pensino all’unisono e che sarebbe potuto diventare un buon amico della Mandaloriana, non gli sarebbe dispiaciuto far parte del suo clan che sembrava essere molto più accomodante e non integralista e talebano come quello dei Figli della Ronda!

“Tu mi hai salvato la vita, Bo-Katan, e io ti sarò sempre debitore, ma non posso venire con te fino a quando non avrò adempiuto al mio obbligo” dichiarò Din, continuando a prepararsi per ripartire. Si vedeva che non si era del tutto ripreso e che anche Grogu avrebbe preferito tornare indietro, ma a quanto pareva il Mandaloriano in quel momento era preso dal sacro fuoco della purificazione e non guardava in faccia niente e nessuno. Se Cassian avesse conosciuto il Doctor Who, Din in quel momento gli sarebbe sembrato un cyberman! Non era facile intavolare una discussione con lui in quel frangente, tuttavia Andor decise di provarci un’ultima volta, se poi Din non lo avesse ascoltato non avrebbe più aperto bocca.

“Bo-Katan ha ragione” disse, cercando di mantenere la calma. “Siamo tutti stanchi e anche sotto shock, tu forse sei ferito, Grogu è spaventato… Non potremmo approfittare del suo gentile invito e riposarci da lei un giorno o due? Poi potremo tornare qui quando vorrai, la strada la sappiamo bene ormai e di certo le miniere non scapperanno!”

“Adesso siamo qui e il mio dovere è immergermi nelle Acque Viventi per redimermi, tutto il resto può aspettare” tagliò corto Din. Un vero e proprio cyberman!

“Non c’è niente di magico in quelle acque, sono solo favole per bambini” insisté Bo-Katan, ma Din mise a posto anche lei.

“La nostra gente è rimasta sola e dispersa nella Galassia, se rinunciamo al Credo cosa ci resta? È il Credo che ci fa sopravvivere” ribatté il Mandaloriano.

“Davvero? In realtà sono stati proprio i Mandaloriani più rigidi e chiusi, come i tuoi Figli della Ronda, a creare dispersione e divisione tra la nostra gente e indebolirla” sottolineò Bo-Katan. “A quel punto eravamo una preda facile per l’Impero, non dimenticare che io a quel tempo governavo su Mandalore. Comunque, se davvero vuoi andare allora ti accompagno io. In queste rovine non riusciresti mai a trovare le Acque Viventi da solo.”

E così ripresero il cammino verso le miniere di Mandalore. Fortunatamente quella zona del pianeta era meno oscura e minacciosa rispetto a quelle che avevano attraversato prima, le rovine delle città sembravano più antiche, quasi suggestive. Cassian poteva comprendere che Bo-Katan soffrisse vedendo ridotta così la città in cui era stata Duchessa, e anche che Din ne fosse affascinato, lui stesso cominciava a farsi incantare da quei luoghi… però quando era troppo era troppo!

“Ecco, questo è l’ingresso delle miniere di Mandalore” annunciò Bo-Katan ad un certo punto. “È un’area molto più antica delle altre, le Acque Viventi si trovano nelle caverne qui sotto.”

Attraversarono una lunga galleria fino a raggiungere una sorta di tempio sotterraneo costruito con grandi lastroni di pietra e chiaramente molto antico. Anche la strada che portava alle Acque Viventi era lastricata di pietre e c’erano dei gradini che digradavano verso le acque. Anche Cassian, in quel momento, avvertì che in quel luogo c’era davvero qualcosa, aveva anche una sua strana bellezza con la luce che filtrava dall’alto e faceva rilucere le pietre come gioielli.

Din era incantato.

“Tu sei mai stata qui?” domandò a Bo-Katan.

“Certo, anch’io sono stata purificata nelle Acque Viventi quando mio padre, il Duca, governava Mandalore. Ma era soltanto un rituale, qualcosa per tenere buono il popolo, mentre tra la nostra gente crescevano il dissidio e le divisioni” rispose la donna, perduta in ricordi dolorosi. “Fu così che l’Impero ci sottomise e mio padre morì combattendo per difendere Mandalore.”

Cassian stava per dire qualcosa, era dispiaciuto per Bo-Katan che, a quanto pareva, aveva vissuto esperienze tragiche come le sue, ma fu anticipato da Din.

“Questa è la via” affermò laconico.

Ma che accidenti di commento è? Così rispondi a una poveretta che ti dice di aver perduto suo padre tragicamente? Un “mi dispiace” sembrava brutto? Questa è la via… la via di cosa, vuol dire che allora dobbiamo morire tutti per la gloria di Mandalore, bella storia, pensò febbrilmente Cassian, ma anche questa volta non disse niente, ormai si era reso conto che sarebbe stato inutile, il Mandaloriano viaggiava con il pilota automatico e per lui non esisteva niente e nessuno a parte quelle dannate Acque Viventi! Era vero che quel luogo stava avendo una certa suggestione anche su di lui, non era stato troppo danneggiato e conservava l’aura di sacralità che aveva avuto per secoli…

Anche Bo-Katan doveva essersene accorta, perché non andò avanti a raccontare delle proprie esperienze ma si avvicinò ad un’iscrizione su un lastrone di pietra, scritta in mandaloriano (infatti Cassian non ci capì niente).

“Va bene, visto che ormai siamo qui ti faccio fare l’esperienza completa. Su questa iscrizione c’è scritto che le miniere risalgono all’epoca di Mandalore il Grande e le antiche leggende raccontano che erano la tana di un Mitosauro, una creatura mostruosa e enorme. Si dice che Mandalore il Grande riuscì a domarla e per questo ebbe il diritto di governare il pianeta” la Kryze lesse e spiegò, ma in realtà il suo pubblico più attento furono Cassian e Grogu, perché Din forse non l’aveva neanche sentita. Pareva ipnotizzato dalle Acque Viventi e, mentre si avvicinava ad esse, si tolse il mantello, le armi e il jet pack. Per un velocissimo e surreale istante Cassian si chiese se si sarebbe spogliato del tutto per immergersi nelle Acque Viventi, ma non andò così.

Din iniziò a scendere i gradini lentamente e ad ogni passo pronunciava le parole del giuramento dei Mandaloriani, mentre gli altri lo fissavano senza sapere bene cosa fare, cosa dire o cosa pensare. Era giunto più o meno a metà percorso e l’acqua gli arrivava alla vita quando… improvvisamente sparì dalla superficie. Chissà se era caduto in un anfratto, appesantito dall’armatura (e ovviamente senza il jet pack che lo avrebbe aiutato a ritornare a riva) o se qualche bestia acquatica lo aveva afferrato e tirato sotto, fatto sta che andò così.

“Din! Din! Din!” gridò Cassian. In un attimo gli sovvenne che era stato lui, qualche giorno prima, a augurargli di affogarcisi nelle Acque Viventi e ora stava succedendo davvero, era tutta colpa sua! Senza neanche ragionare, il giovane pilota fece per gettarsi dietro il Mandaloriano e lo avrebbe fatto se Bo-Katan non lo avesse fermato, afferrandolo per le braccia e spingendolo a terra.

“Sei impazzito? Vuoi forse morire?”

“Sarà Din a morire se non lo aiuto, io non posso vivere senza di lui!” urlò Cassian, cercando ancora una volta di sgusciare alla stretta della donna e buttarsi.

“Ci vado io, tu resta qui e bada a Grogu” ordinò. Pareva fredda e distaccata, ma il dolore, l’orrore e la disperazione assoluta che aveva letto negli occhi di Cassian l’avevano toccata fino in fondo al cuore. “Io ho l’armatura e il jet pack, riuscirò a recuperarlo e a riportarlo in superficie, mentre tu affogheresti e non lo salveresti.”

Bo-Katan si tuffò. A Cassian sembrò che fossero passate ore e si diceva che, in tutto quel tempo, Din era sicuramente annegato, ma in realtà tutto ciò era accaduto in pochi secondi. La Mandaloriana, grazie al jet pack, era giunta rapidamente in fondo all’abisso, aveva trovato Din e lo stava riportando fuori dall’acqua, in salvo. Per un istante, con la coda dell’occhio, le parve di vedere qualcosa, una creatura enorme, mostruosa… il Mitosauro, quello? Poteva essere? Ma non aveva tempo per indagare, doveva far presto. Uscì dall’acqua insieme a Din e si buttarono entrambi sul pavimento della miniera tossendo e cercando di riprendere fiato.

Cassian e Grogu erano impietriti e non osavano neanche avvicinarsi. Fu ancora una volta Bo-Katan a risolvere la situazione, aiutando Din a rialzarsi e ad allontanarsi dall’imboccatura della caverna, e Cassian e Grogu li seguirono in un silenzio scioccato. Bo-Katan accese un piccolo fuoco presso le colonne dove si erano fermati all’inizio e fece sdraiare Din accanto alla fiamma perché si asciugasse e si riprendesse. Poi preparò un altro piccolo fuocherello per Cassian e Grogu, un po’ più distante e al riparo di un enorme masso.

“Siete entrambi sotto shock” disse loro, “vi farà bene stare un po’ insieme per rassicurarvi. Din si riprenderà, non preoccupatevi.”

Cassian annuì, ma i suoi occhi neri erano più tristi e cupi del solito e sembravano mangiarsi tutto il suo viso, diventato pallidissimo e con cerchi neri sotto gli occhi. Grogu scese dal suo guscio e si gettò tra le braccia di Andor, un po’ per tranquillizzarsi ma, soprattutto, per cercare di confortare e rassicurare lui. Grogu si era spaventato, ma il suo legame con la Forza gli permetteva di sentire che Din si stava riprendendo e che non avrebbe subito conseguenze, in quel momento era Cassian che si stava perdendo in un’oscurità gelida e spaventosa, fatta di paura, rimorso, rabbia e orrore.

Bo-Katan tornò accanto a Din e aspettò che si riprendesse del tutto, visto che aveva qualcosa da dirgli e voleva che fosse ben lucido per ascoltarla. Nel frattempo continuava a fissare le Acque Viventi e a chiedersi se avesse visto davvero ciò che credeva di aver visto e, nel caso, che cosa significasse…

Fine capitolo terzo

 

 

* Alimento molto nutriente tipico della civiltà mandaloriana con cui vengono cresciuti i piccoli Mandaloriani, purtroppo non sono riuscita a capire con cosa sia fatta, probabilmente di pesce liofilizzato che è fonte di grassi e proteine e facilmente trasportabile in piccole boccette.

 

   
 
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