Aprendo gli occhi stanchi, tanto fragili da essere pronti a divulgare lacrime, il cui verde aveva smarrito il proprio colore, Tasso tornò nella propria realtà, fragile come si mostrava, a un centimetro dal spezzarsi, due dal rimanere in vita. Una pelle mediterranea, non priva di imperfezioni, gli colorava il volto fanciullesco, tanto giovane dal dirottare chiunque tentasse di indovinare l’età. Un paio di occhiali tondi, sottili, coloro oro nascondevano gli occhi tristi, e tanto folti e spettinati risultavano i capelli castani, da ritrovarsi costantemente con dei ciuffi a offuscargli la vista. Gli abiti scoordinati, privi di alcunché color vivo, rispecchiavano quella che era la figura malinconica di un ragazzo d’oltre oceano, straniero tra gli stranieri, in cerca di un posto come molti altri fuori dalla sua finestra.
Le orecchie di Tasso iniziavano a percepire un lieve cliccare di tacchi, un suono molto lontano, il cui ritmo spedito si avvicinava sempre più, divenendo in pochi secondi non più suono, ma materia. La porta dietro il giovane si aprì.
L’ufficio piccolo in cui sedeva gli trasmetteva insicurezza, le mura intorno a lui gli davano la sensazione di starlo comprimendo, alte e cariche di arredamenti di un vintage difficile da decifrare. La sedia sottostante era rigida e scomoda, il pavimento di un colore eccessivamente acceso dava la sensazione di star tremando, e tanta era l’ansia che lo possedeva da convincerlo che da un momento all’altro una voragine si sarebbe aperta sotto di lui.
- Niccolò. –
- Immagino che il tuo arrivo qui ti abbia scombussolato parecchio. Bevi, prenditi un momento, abbiamo tutto il tempo necessario. –
- Io sono Emma Ward e come sai io sono la tua responsabile per il percorso accademico qui alla Duke. Qui con me oggi ho chiesto la partecipazione a Camilla Sallow. Lei studia il tuo stesso indirizzo ed è del secondo anno; ti aiuterà con lo studio. Ho ritenuto importante per te possedere una figura quanto più appropriata alla tua età, affinché risulti meno difficoltoso la comunicazione. Ritengo però importante sottolineare che per quanto riguarda problemi di qualsiasi ambito, la mia email e la mia porta sono sempre disponibili. –
Annuì, voltandosi in direzione di quella sconosciuta seduta al suo fianco, il cui respiro si percepiva appena, così come la sua presenza. Un viso asciutto, maturo, su cui non si accennò nemmeno l’ombra più remota di un sorriso. Due occhi grandi, verdi come i suoi, incorniciati da occhiaie mascherate in maniera frettolosa e mal riuscita, che non riuscivano a trasparire niente della sua persona; e tanto erano suggestivo il suo sguardo, da non riuscire a mantenerlo per più di qualche secondo.
- Piacere di conoscerti – disse con tono piatto, da prassi.
Con disinvoltura, Camilla tornò a dedicarsi la sua totale attenzione alla responsabile, e nonostante essa avesse iniziato a parlare, Tasso ammirò il suo profilo: il naso piccolo e le labbra arcuate sembravano gli unici due elementi fuori luogo nella sua intera figura, tutto il resto apparivano rigidi, pur non perdendo la sfumatura di un’eleganza non totalmente omogenea, quasi non le appartenesse.
- Le lezioni sono iniziate, sull’app troverai tutti gli orari. Ho avvertito i professori sul tuo arrivo e informato loro su tutto il necessario. Non ti sforzare, lascia che tutto prenda il ritmo in maniera quanto più naturale possibile. Questa è l’inizio di un nuovo percorso scolastico, certo, ma anche una nuova fase di vita, una possibilità di sperimentale qualcosa di differente, di nuovo. Dai tempo al tempo e vedrai che tutto inizierà a risultare meno complesso e difficile. – Finì il suo discorso con tenero nei suoi occhi, e Tasso non riuscì a non abbassare la guardia, a dare quel piccolo frammento di fiducia a quella donna che tanto di lui sapeva. – Fisso già da ora un appuntamento con te per la prossima settimana, venerdì, così mi aggiorni e insieme vediamo come poter migliorare, ovviamente se si presenta la necessità. –
- Il mio ruolo mi blocca qua, in questo ufficio, a distribuire informazioni, per questo ho chiesto la presenza di Camilla. Mi rendo conto che tu non fossi al corrente di una tutor, è una prassi che abbiamo reputato necessario aggiungere all’ultimo momento. Non è una studentessa qualsiasi, la sua scelta non è stata per niente casuale, questo tengo a sottolinearlo. Lei è la migliore studentessa del suo anno, una figura necessaria per il tuo stabilimento qui al collage. Lei è la mia spalla destra, colei che raggiunge punti dove io non ne sono capace, vorrei che ti fidassi tanto quanto ti fidi di me. –
La donna percepì il disagio del ragazzo e di conseguenza lasciò per un’altra volta quello che necessitava aggiungere. – Ora andate, la valigia si trova nel tuo dormitorio Niccolò, Camilla ti accompagnerà. Noi ci vediamo qui venerdì alle 11:00. Ti scrivo un’email per ricordatelo il giorno prima. Mi auguro che tu ti possa sentire quanto più a casa possibile. Arrivederci Niccolò. –
Accompagnò i due ragazzi alla porta, lo sguardo atterrito di fronte alla figura vacillante di Tasso, il cui malessere sembrava averlo nuovamente colpito. La consapevolezza che Camilla fosse lì la rassicurava, conscia di non poter far altro che aspettare, sperare che quel giovane ragazzo trovasse da solo la forza di continuare, e forse anche, e soprattutto, la volontà.