Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: DonVito009    26/03/2024    0 recensioni
Niccolò Tasso, spinto dal desiderio di respingere la propria malattia che lentamente lo sta consumando, sceglie di iniziare l'università alla Duke, in America. Qui decide di spingersi oltre, di iniziare a vivere, ma ben presto si troverò avvolto in una serie di reazioni a catena che porteranno alla propria maturazione, perdendo di vista il limite morale tra bene e male.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sotto il dolce abbraccio del radioso sole, Camilla appariva di una grazia impossibile da emulare, tanto unica da stupire Tasso, i cui occhi rimasero catturati da quella sua figura pittoresca, trascinata da una glaciale solitudine, la cui bellezza rimaneva eterea.

Ella non si scompose nemmeno una volta abbandonata la struttura, lasciando comprendere che quella fosse lei, che non stesse emulando il personaggio della perfetta studentessa modello. Non era amante delle conversazioni, un dettaglio che Tasso apprezzò di buon cuore; difatti rimase in silenzio per gran parte del percorso, percorrendo il viale universitario al fianco del giovane, indicando man mano le varie strutture e facendo una breve descrizione didascalica di esse.

Come poteva una figura così gelida, a tratti nemmeno umana, a fungere da tutor? Rappresentava l’antitesi di qualsiasi immaginario collettivo di “figura di supporto”. Con la coda dell’occhio, Tasso sbirciava nella sua direzione, desideroso di comprendere la motivazione per il quale fosse stata scelta lei, un’apparente introversa forse non tanto lontana dalla posizione di Tasso stesso. Rimase per svariati minuti in cerca di una possibile risposta, innalzando teorie dalla breve durata, distrutte da un ragionamento più complesso, che ne delineava l’improbabilità. Che fosse invece una scelta casuale, priva di fondamenti logici, impregnata dalla più basilare delle aspettative? Forse nessun altro aveva voluto accollarsi una simile mansione, ma perché ciò fosse quantomeno possibile, sarebbe significato che la signora Ward avesse condiviso le sue informazioni personali; era improbabile che si fosse messa a chiedere a chicchessia; era molto più razionale che quella scelta specifica fosse stata preesistente già da tempo. Avevano scelto Camilla per una ragione specifica, ma quale? Era logico pensare che fosse per un’apparente carattere introverso, condiviso da Tasso stesso, che poteva, in linea teorica, aiutarlo ad amalgamarsi al meglio a quella nuova vita. Si lasciò convincere da quest’ultimo, seppur ancor titubante.

La stanchezza del volo, l’emicrania che si era formata dal troppo pensare, mista al senso di spaesamento dovuto a quell’immenso circo quale era il collage, rendeva difficoltoso il semplice camminare. Capitò più volte che il fisico di Tasso si sfinisse, obbligandolo un paio di volte a sostare ai margini del sentiero a causa di una leggera alterazione cardiaca. In un primo momento quelle piccole pause erano necessarie a placare i battiti, permettendogli di continuare la camminata tra i graziosi edifici accademici in pietra color miele, il cui occhio si incantava di fronte alla maestosità. Ma ben presto la sua situazione peggiorò, la tachicardia lo raggiunse, obbligandolo a sedersi su una delle panchine al lato del sentiero.

Con le gomiti appoggiati alle ginocchia, il capo rivolto in alto, nei meandri del più chiaro dei cieli, Tasso ispirava ed espirava, imponendosi un ritmo bilanciato, assai faticoso da catturare. Maggiore era l’insistenza, più grande era la voragine che percepiva nel petto, la cui sola esistenza donava bruciore degno dei più infernali fuochi. Era così che si manifestava quell’iniziale attacco interiore, lontano dall’essere domato, la cui più ferrea volontà veniva piegata. Strinse i denti, lasciandosi cadere con la schiena sulla panca, le mani ora a coprirgli entrambi gli occhi, pudico di fronte alle proprie debolezze. Lasciò il tempo scorrere per un periodo dilatato nel tempo, in mezzo a secondi e ore, impossibile per la sua mente dal comprenderlo. Era quello l’inizio di ogni sua morte.
Camilla rimase al suo fianco, seduta sulla medesima panchina, lo sguardo rivolto ora a lui ora in chissà quale direzione. Nulla in lei era mutato, i suoi occhi verdi rimasero vitrei, uno schermo nero, capace di non permettere ad alcuna briciola di emozione di trasparire.
  • Stai meglio? – domandò ella dopo un po’.
Per un breve istante Tasso ebbe il terrore di rivolgerle lo sguardo e trovarla irritata. Annuì in sua risposta, sollevato di non ritrovare in lei nulla di quanto temeva.
  • Perdonami. Possiamo andare, sto meglio – disse il ragazzo con una voce ancora assente, togliendosi gli occhiali per pulirli con la propria maglietta.
La giovane rimase per un istante in silenzio, fissando il volto di Tasso con intensità, accertandosi nei propri modi che fosse tutto risolto. Il respiro del giovane, lento e pesante, indicava evidentemente una difficoltà respiratoria, per niente adatta al tragitto ancora lungo, necessario per raggiungere i dormitori.

Appoggiò i gomiti sulle proprie ginocchia e il volto tra le sua mani, mantenendo il contatto con quel volto tanto giovane nonostante un’età molto simile. Lo guardò dritto negli occhi, scorgendo delle pupille dilatate, per niente consone al sole stordente di quella giornata. Era evidente che necessitasse di riposo.

Con la consapevolezza di essere fissato, Tasso impallidì dall’imbarazzo, continuando a pulire le lenti con una certa insistenza e goffaggine. Non comprendeva del motivo per cui ella lo guardava, ma questo lo rendeva nervoso e quello stesso nervosismo fu capace di alleviare quel dolore che lentamente svaniva, rimpiazzato.
 
  • Restiamo un altro po’ qua, va bene? – domandò lei con un tono differente, tanto poco mutato da portare Tasso a domandare se effettivamente aveva udito nella maniera corretta.
Quest’ultimo annui, - grazie – aggiunse, ponendo gli occhiali sul volto, sorridendo a Camilla, seppur un sorriso sbieco, ma non per quello meno carico di riconoscimento.
Non la comprendeva quella ragazza, non si fidava nemmeno, ma qualcosa in Tasso iniziava a cambiare; che fosse una punta di fiducia o un inganno della mente stanca, questo l’avrebbe capito lasciando sorgere e morire il sole tante volte quanto richiedesse il cambio di stagione.
 
Quel momento di pausa gli permise di guardarsi attorno, di divenire parte di quell’ambiente accademico; un paesaggio vasto e di una bellezza tanto grande che ovunque l’occhio si fosse posato, si sarebbe lasciato catturare da una meraviglia differente. Tornò a guardare gli edifici di pietra nei quali si era imbattuto durante la camminata; erano ornati da guglie intricati, intagli ornamentali e finestre in vetro piombato. Simmetria e capolavoro architettonico erano le chiavi per riuscire a descrivere al minimo quello che l’occhio ammirava.
Il verde dei giardini curati invitavano a immergersi in quello che pareva esser scappato dalla più grande opera pittoresca. Di sottofondo differenti lingue si amalgamavano, persone di paesi diversi erano riunite in un unico ambiente.

L’occhio di Tasso si soffermava su ogni dettaglio dell’ambiente verdeggiante che lo avvolgeva, assorbendo i volti che li passavano davanti mentre frammenti di conversazioni giungevano alle sue orecchie. La calma che percepiva in quel momento lo sollevava. Smise di pensare ai propri dolori, lasciò che gli occhi viaggiassero nel panorama accademico. Fu per una serie di eventi casuali che arrivò a portare la sua attenzione su una figura seduta su una panchina a lui poco distante. Era una giovane studentessa dall’aria svogliata, la cui postura tradiva una pazienza che iniziava a logorarsi. Lunghi capelli scuri e lisci le incorniciavano il viso ovale, corrucciato in un’espressione di forse fastidio. Tra le mani stringeva un libro chiuso, il cui segnalibro sporgeva abbondantemente oltre la metà. Tasso restrinse l’attenzione per decifrare il titolo: N. Hawthorne, La lettera scarlatta. Era un libro che si era ripromesso di leggere, ma che per questioni di tempistiche non era mai riuscito. L’occhio volle tornare a posarsi sul suo viso una seconda volta, ignorando quella parte razionale che gli intimava di spostare di andare altrove, che tornarci sarebbe stato avventato. Questo avrebbe fatto se non l’avesse posseduto quella stanchezza così tanto marcata da renderlo stupido, perché con un’altra parola non si poteva descrivere. Guardò ancora quell’estranea, e ora, lei guardava lui: il sangue gelò nelle sue vene. L’imbarazzo lo pervase come pioggia: la consapevolezza di essere stato scoperto lo immobilizzò. Che peculiarità nello sguardo di lei, spoglio di qualsiasi giudizio, ma carico di una forse curiosità, o così parve a Tasso. Si mosse rapido per sfuggire a quella situazione, imponendo gli occhi a guardare ora il cemento sottostante a lui.
 
  • Possiamo andare, - disse quasi mangiandosi le parole, desideroso di sparire da quella situazione quanto prima.
Camilla, che fino ad allora era stata al cellulare, annuì, alzandosi e continuando verso la zona est del campus, dove i dormitori si trovavano.
  • Emma mi ha dato il tuo numero, ti scrivo quando sono qui fuori domani. Io farei per le 9:00, così hai tempo per dormire. La tua stanza è al primo piano, non ti puoi perdere. Hai qualche domanda da farmi prima che io me ne vada? –
Tasso scosse la testa. – Nel caso mi venissero in mente, te le comunicò domani mattina. Grazie per la tua disponibilità. –
Accennò un sorriso, prendendo per buona quell’occasione per salutarla e sparire. Non era maleducazione la sua, quanta più un’incapacità di comunicare con gli altri, sentendosi ogni volta sulle spalle il dovere di portare avanti una discussione, in qualche modo di risultare interessante, e pertanto, essendo lui incapace, spesso si rintanava, scappando alla prima delle occasioni.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: DonVito009