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Autore: LoveMyPen    04/04/2024    0 recensioni
La relazione tra Sana ed Heric è giunta al termine e lui è stato spedito dal padre in un paese sperduto del Giappone per via dei rapporti insostenibili che si erano ormai creati in casa. Ma è davvero tutto finito oppure il futuro ha in serbo altre grandi avventure per i nostri protagonisti?
La fiction è orientata a trattare tematiche sociali attuali in modo tale da coniugare il mondo virtuale del manga/anime con la realtà che viviamo oggi giorno.
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DON'T LEAVE ME


8. NASCONO I "SANI PRINCÌPI"


Se dipendesse esclusivamente da me tornerei immediatamente a liberare i miei amici ma ho una faccenda in sospeso a casa da sbrigare. C'è ancora la dottoressa che sicuramente avrà bisogno di bere e mangiare dal momento che manco da un giorno.


Bzzz bzzz bzzz


Che tempismo, questa chiamata decisamente non me l'aspettavo, ma capita proprio a puntino.

- Carlo Magno che sorpresa sentirti!

- Ciao ragazzo! Com'è andata a Narconon?

- Bè, mi verrebbe da dire che è stata un'esperienza a dir poco disgustosa, ma comunque non renderebbe realmente lo schifo che ho provato.

- Hai bisogno di un passaggio per tornare indietro?

- In realtà sì, ma io abito a Inawashiro, dove c'è il lago. È un po' distante.

- Non c'è alcun tipo di problema. Ti ci posso portare facendoti anche un buon prezzo. Mi sei stato molto simpatico, lascia che ti aiuti.

Accettai un po' incredulo la sua proposta e gli comunicai dove sarebbe dovuto venire a prendermi.

- Ah ok. Sei sempre lì a Chiba. Sono vicino. 5 minuti e arrivo. A dopo.

Fu di parola. Arrivò in una manciata di minuti.

- Ehilà Heric. Che piacere rivederti. Sali forza.

Salii in auto senza farmelo ripetere. Durante il viaggio ho incominciato a riflettere su questa bizzarra coincidenza. Forse sarà stato a causa della mia solitudine ma percepivo un'energia interessante in questo uomo, sentivo un'affinità particolare. Stava in qualche modo guadagnando la mia fiducia, soprattutto quando iniziò a parlare nuovamente della situazione politica del Giappone:

- La chiacchierata assieme a te caro Heric non mi ha lasciato per nulla indifferente. Non vorrei sembrarti un visionario ma ho visto nei tuoi occhi e ho percepito nella tua voce, l'anima di qualcuno che ha toccato il fondo e che ormai non ha più nulla da perdere.

Stavo pensando a quando ci siamo trovati a condividere la stessa idea di quanto il Giappone abbia bisogno di un cambio di rotta e di una figura rivoluzionaria.

- Sì esatto, sono sempre della stessa idea - risposi senza espormi più di tanto ma lasciando allo stesso tempo questa conversazione aperta, dato che stava iniziando a interessarmi.

- E poi non mi ha nemmeno lasciato indifferente il fatto che abbia dovuto portarti a Narconon. Non è mai capitato che qualcuno volesse andare in quel posto. Immagino che ci siano dei motivi particolari che ti abbiano condotto lì. Non è per nulla una meta comune, tutt'altro. Si raccontano tante storie su quel luogo ma nessuno sa realmente cosa succeda là dentro, dato che lo Stato ha sempre preferito tenere nascosta la questione.

Questa persona è decisamente particolare, riconfermo la sintonia che avevo già percepito in precedenza. Ora che ho preso la mia scelta di riunire la banda per pigliarmi il controllo del Giappone sto pensando che avere un'autista personale e di fiducia potrebbe farmi molto comodo. Cercherò di sondare il terreno espondendomi gradualmente.

- Ho avuto modo di incontrare dei miei vecchi amici che sono chiusi lì dentro e adesso non me la sento di scendere in dettagli da cui mi devo ancora riprendere, ma volevo chiederti se posso contare su di te anche in futuro, qualora avessi un'emergenza oppure il bisogno di un passaggio.

A quel punto, senza proferire parola, accostò la macchina in un area di sosta, spense il motore e si voltò a guardarmi dritto negli occhi:

- Ragazzo ricordati sempre che io sono più grande di te e tu hai gli stessi occhi che avevo io molti anni fa. Se vuoi che ti aiuti devi dirmi la verità e quello che stai pensando di fare, poiché me ne sono accorto che hai in mente qualcosa di grande. Gli occhi non mentono mai. Magari non vuoi esporti eccessivamente e questo lo capisco; quindi spetta a me guadagnarmi la tua fiducia. Vuoi organizzare un colpo di Stato o qualcosa di simile, non è così?

Scese un silenzio glaciale. Quest'uomo mi aveva appena letto dentro e si sta persino espondendo pur di guadagnarsi la mia fiducia. Prima la strana coincidenza, poi la sintonia che ho percepito e adesso ha persino indovinato ciò che ho intenzione di fare senza che io abbia proferito alcuna parola a riguardo. A casa mia si dice che tre indizi fanno una prova. E va bene Carlo Magno: correrò il rischio ma ti sei appena guadagnato la mia fiducia.

Ero sul punto di rispondergli quando fu lui a continuare a parlare:

- Te lo chiedo perché anche io in passato ho avuto questa idea più volte, solo che non ho mai trovato il coraggio di rivelare a qualcuno le mie intenzioni. Tu sei diverso da quando ti ho portato a Narconon, hai una luce particolare nei tuoi occhi. Ho come l'impressione che in quel posto abbia scoperto delle verità che ti abbiano toccato particolarmente.

- Ad essere più precisi ho scoperto verità che hanno toccato il fondo. Sì Carlo Magno mi sto organizzando per dare una scossa a questo paese, visto che ormai sono stufo di aspettare che qualcun'altro si svegli. Per questo se anche tu hai avuto il sogno in passato di voler dare un cambiamento a questa nazione, è questo il momento buono per lottare e realizzarlo. Più persone riesco a coinvolgere e meglio è. Per questo ti chiedo: ti va di unirti a me e di sposare questo mio progetto?

- Finché morte non ci separi caro mio. Ora però vorrei che mi spiegassi quali sono i tuoi piani.

Riaccese la macchina e riprendemmo il viaggio verso Inawashiro. Incredibile come a volte certa gente possa essere simile a noi stessi più di quanto ci possiamo immaginare. Durante il primo incontro con Carlo Magno pensavo che lui fosse un saggio autista col quale avevo riscontrato visioni sul mondo molto simili, adesso però parlandoci siamo arrivati a un punto di condivisione tale che mai mi sarei potuto aspettare.

- Sto tornando a Inawashiro perché ho un ostaggio in casa mia. Penso di aver fatto una mossa troppo impulsiva a minacciare e a rapire questa persona e adesso non so bene esattamente cosa dover fare di lei.

- È per questo che hai quella cosa lì con te? - notò la Tokarev che stavo cercando di nascondere all'interno del giubbotto.

- Non è nei miei piani ucciderla, almeno non per il momento. Ancora non so che fare con lei. La cosa migliore è intanto portarla con noi perché voglio tenerla d'occhio.

- Ho un casale di mia proprietà poco fuori Tokyo, in mezzo alla natura, te lo posso lasciare da poterlo usare come quartier generale per il tuo movimento e così puoi tenere lì il tuo ostaggio. È un posto sicuro per organizzare il progetto che hai in mente. Inoltre penso che ti sarebbe più utile stare vicino a Tokyo.

Mentre discutevamo notavo per la strada macchine con famiglie allegre viaggiare con l'attrezzatura da mare nel baule. Probabilmente stavano andando a farsi una vacanza.

- Un po' la invidio questa gente Carlo Magno. Non capisco davvero dove riesca a trovare la forza per essere felice con così poco. Probabilmente stanno andando in un luogo dove sono soliti andare da diverso tempo, a incontrare la stessa gente di sempre e a fare le stesse cose che faranno probabilmente ad ogni vacanza. A volte mi chiedo se sono io quello troppo insoddisfatto e se in realtà la felicità sia nascosta proprio in queste piccole cose. Ma io questo senso di mediocrità non sono mai realmente riuscito a tollerarlo. Non sono mai riuscito a sentirmici parte nemmeno sforzandomi.

- Capisco benissimo come ti senti Heric. E anche se non fossero realmente felici...

- DOVE LA TROVANO LA FORZA PER FINGERE QUESTA FELICITÀ APPARENTE? - ci chiedemmo contemporaneamente guardandoci l'un l'altro negli occhi. Ci lasciammo andare a una risata spontanea, felici nell'aver constatato di essere sulla stessa lunghezza d'onda e che i nostri pensieri fossero in perfetta sintonia gli uni con gli altri.

- Ragazzo credimi, tu hai una sensibilità a certe tematiche che ti contraddistingue dalla massa. Faremo qualcosa di grande insieme, perché tu sei speciale.

Ha ragione. È come ho sempre pensato. Io sono speciale, sono destinato a fare qualcosa di grande. Non ho mai potuto accettare l'idea che il destino abbia voluto che condividessi con una celebrità come Rossana una gran parte della mia vita per poi lasciarmi marcire in solitudine, dimenticato, senza darmi l'occasione per dimostrare al mondo quale fossero le mie reali potenzialità. Finalmente sembra proprio che abbia trovato una persona che sia riuscita ad andare oltre la superficie e a leggermi dentro per quello che sono davvero.

- Siamo quasi arrivati Heric, come vuoi procedere con l'ostaggio?

- Parcheggia la macchina sul retro della casa e aspettami lì col baule aperto. Scenderò con la dottoressa, la carico in auto e ce ne andiamo. Ormai non ho più motivi per stare in questo luogo dimenticato da Dio.

Arrivammo a destinazione e io con cautela mi diressi verso il mio appartamento per sbrigare la faccenda il più rapidamente possibile. Sentivo il cuore battere così forte che avrebbe potuto esplodere da un momento all'altro. Ormai è troppo tardi per tornare indietro: ho promesso ai ragazzi che sarei tornato a liberarli, ho già ucciso una persona e ne ho rapita un'altra. La strada è stata ormai tracciata.

Aprii la porta di casa e trovai la dottoressa come l'avevo lasciata. Stava dormendo per fortuna, così sarebbe stato più facile portarla via. Con cautela tagliai il nastro adesivo che la teneva legata alla testata del letto senza rimuoverle quello sui polsi e me la caricai in braccio. Dormiva profondamente.

Stava andando tutto fin troppo bene e di fatti l'imprevisto non tardò ad arrivare, presentandosi non appena chiusi alle mie spalle la porta dell'appartamento:

- Mamma, papà, venite!

Ovvio! La bimba rompi palle che compariva sempre nei momenti più sbagliati. Come avrebbe potuto non essere presente adesso? Me lo sarei dovuto aspettare con il tempismo che si ritrova. Merda! La situazione si sta facendo estremanente rischiosa.

- Cosa succede tesoro? - uscirono i loro genitori dalla porta di ingresso e mi videro con la dottoressa in braccio completamente legata. Game Over?


- Cosa significa tutto questo? - mi chiesero impalliditi i genitori della bimba - amore vai subito dentro casa - esortarono la bambina a nascondersi.

E va bene! Ormai non ho più scelta. Non posso permettere che i miei piani vengano distrutti da questa famiglia rompi palle.

- Che nessuno si muova o vi faccio fuori a tutti e 3 - dissi autorevolmente mentre poggiai a terra la dottoressa estraendo la Tokarev dal giubbotto.

La donna e l'uomo alzarono le mani, paralizzati senza battere ciglio, mentre la bambina si mise ad abbracciare le gambe di sua madre iniziando a piangere.

- Ho paura mamma.

- Noi non abbiamo visto nulla, non diremo nulla, ti prego lasciaci andare. Ce ne andremo da questa casa e tu non saprai più nulla di noi e viceversa, che ne pensi? - cercò di convincermi il papà.

- Oh sono d'accordo che voi non direte nulla, perché non ne avrete più modo.


BANG BANG BANG.


3 colpi assestati e via. Una famiglia di impiccioni rompi scatole ha appena lasciato questo mondo.

Tra non molto il sangue avrebbe iniziato a macchiare il pianerottolo per cui spostai velocemente i cadaveri dentro il loro appartamento e chiusi la porta. Fatto. Questo non mi toglierà dai guai ma mi farà di certo guadagnare del tempo prima che qualcuno scopra la morte di questi ficcanaso. Ora è ufficiale: sarò presto un ricercato. Ripresi la dottoressa in braccio che si stava lentamente svegliando e corsi a pian terreno il più velocemente possibile per raggiungere Carlo Magno e andarcene da questo posto maledetto.

- Eccoti finalmente!

- Scusa c'è stato un imprevisto. Veloce. Dobbiamo andarcene da qui.

Posizionai la dottoressa all'interno del bagagliaio che nel frattempo si era svegliata.

- MMPGH???

- Andiamo a farci un giro dottoressa. Ti porto via. Non è più sicuro stare qui.

Così dicendo montai in auto e ci allontanammo dalla mia ormai ex casa.

Mi stupii tanto la tranquillità con la quale stavo raccontando a Carlo Magno l'imprevisto che ho avuto sul pianerottolo quanto la sua calma nell'ascoltare il triplice omicidio che avevo appena commesso. Come se nessuno dei due avesse dei sensi di colpa o eventuali rimorsi per ciò che avevo appena fatto.

- Di quelle persone se ne trovano a milioni Heric, sono quelli come te ad essere rari e che meritano di vivere, non sentirti in colpa per ciò che hai fatto. È stata colpa loro se si sono trovati nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Come ti senti?

- Mi sento in pace. Non penso di aver fatto la cosa sbagliata. Quei 3 pezzenti sarebbero stati comunque da ostacolo visto che sono degli ammiratori di Rossana e che le avrebbero dato il voto alle prossime elezioni. Quindi ho solo eliminato un po' di spazzatura.

- A questo punto devi scegliere come impostare il tuo programma rivoluzionario. Ti serve un nome per la tua organizzazione e devi decidere il marchio di fabbrica che vorrai adottare.

- S.P. sarà il nome e sta per Sani Princípi, visto che sono proprio i sani princípi a muovere questo progetto in contrapposizione al consumismo, al materialismo e alla superficialità che ci sta invadendo. Userò la modalità della repressione brutale per farmi strada. Voglio attaccare il movimento Sana for President in modo diretto e senza girarci troppo intorno. Quell'attrice non andrà al potere ci puoi scommettere. È ora di ridare un po' di umiltà a questa nazione e lo farò con la forza bruta se necessario.

- Mi piace molto. Si dà il caso che nell'eventualità anche io sarò pronto ad appoggiarti usando la tua stessa moneta.

Aprii uno scomparto dell'auto vicino ai pedali e mi mostrò una pistola a sua volta.

- Bella. L'hai mai usata?

Si voltò a guardarmi facendosi scappare un sorriso inequivocabile.

- Una risposta che vale più di mille parole. Benvenuto nei Sani Princìpi, Carlo Magno. Te lo sei meritato.

- Ne sono estremamente grato - rispose mimando un inchino.

- Mostrami la casa di cui mi parlasti prima, voglio passare a darci un'occhiata prima di tornare a Narconon per liberare i miei amici.

Il viaggio sembrò molto più breve di quanto in realtà fosse stato. Tutti questi cambiamenti e nuovi sviluppi devono avermi fatto perdere la concezione del tempo. E, quasi senza rendermene conto, una volta giunti ai sobborghi di Tokyo, Carlo Magno fece una svolta e imboccò una stradina secondaria. Ci addentrammo nel mezzo di un bosco tra gli alberi e a quel senso di natura incontaminata che purificava la mia mente. In mezzo a quella boscaglia scorsi un casale, eccoci finalmente giunti a destinazione.

- Non è perfetto questo posto Heric?

- Sì avevi ragione Carlo Magno. Ora scarichiamo la dottoressa e portiamola dentro.

Mi diede una mano a trasportarla. Lei cercava di divincolarsi ma il nastro adesivo le imponeva qualunque tipo di movimento.

- Eccoci qua piccola, benvenuta nella tua nuova casa.

- Se devi parlare con lei puoi anche toglierle il bavaglio Heric, nessuno la sentirà da qui, nemmeno se urlasse a pieni polmoni. - mi suggerì Carlo Magno

Decisi di dar retta al consiglio del mio nuovo socio e le tagliai il nastro adesivo dalla bocca.

- Dove siamo?

- In un posto nuovo e isolato. Ora puoi anche gridare che tanto nessuno ti sentirà.

- Heric fermati. Sei ancora in tempo. Il disturbo Borderline di personalità è complesso ma curabile. Puoi farcela e io posso darti una mano.

- Le cose sono cambiate dal nostro ultimo incontro dottoressa. - mostrandole la Tokarev.

- Non dirmi che hai ucciso qualcuno..

- Eviterei di fare troppe indagini se non vuoi essere tu la prossima.




   
 
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