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Autore: Khailea    06/04/2024    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-… questo posto è strano.-
-Cosa te lo fa pensare Nadeshiko?-
-Tutto Yume! Ogni singola cosa!- esclamò la ragazza, indicando la stanza attorno a sé. -Loro dovrebbero essere i cattivi di turno, ma non si comportano come tali!-
-Perché non siamo cattivi.- specificò l’unica “guardia” rimasta lì a tenere d’occhio i ragazzi.
-Ci avete rapiti!- protestò Nadeshiko alla sua risposa, puntandogli il dito contro.
-È stato un incidente. Non potevamo certo lasciarvi per strada con il rischio vi prendesse uno shock.- ribatté calmo l’uomo.
-Perché legarci allora?!-
-Pessime abitudini. Di solito io gestisco la spazzatura. Non sono pratico con le signore.- spiegò il signore, facendo sorridere l’altra donna con loro.
-Sei sempre gentilissimo con noi Francesco.-
L’altro non rispose, lasciando cadere la conversazione, tuttavia Nadeshiko non aveva tutti i torti a dire quella fosse una situazione molto strana.
Dopo circa un quarto d’ora che erano rimaste ferme sul divano lei e Yume si erano alzate guardandosi attorno per la stanza, e ad eccezione della porta erano libere di guardare ovunque.
Yume era tornata a sedersi sul divano con le altre due studentesse, mentre Nadeshiko, con il secondo frappè tra le mani, si era spostata alla finestra, ad ammirare la città dall’alto.
Erano poche le occasioni per poter ammirare una vista simile, ed era così splendida da cominciare addirittura a rasserenarla, rendendo la prospettiva di essere liberata nel giro di qualche ora molto più onesta e possibile.
Proprio per questo si era arrabbiata, perché la sua parte più logica sapeva benissimo poteva essere comunque tutta una truffa.
-Perché non potevamo andare anche noi alla festa?- chiese Yume.
-È privata.- rispose l’uomo.
-Già, immagino che razza di festa sia…- commentò acida Nadeshiko.
-Una normalissima festa, ci occupiamo anche di queste.- ribatté il signore, lasciando che fosse la sua collega poi a parlare.
-L’edificio è diviso in due parti, la zona per le feste ed il bordello. Non facciamo mai mischiare le due cose, e le nostre attività sono totalmente lecite. Vietiamo anche l’uso di droghe per chi alloggia nelle nostre stanze.-
-Che classe.- commentò Yume. -Potrei farci un pensierino in futuro, come scegliete i vostri “clienti”?-
La donna le sorrise, pronta a spiegarle tutto. -Scegliamo noi. Alle feste possiamo essere avvicinate da degli uomini facoltosi, ma siamo noi a decidere con chi avere rapporti. Non siamo costrette a fare nulla che non vogliamo.-
-In un certo senso è simile a ciò che già fai Yume, ma ti pagano.- la prese in giro Nadeshiko.
-Chissà, qui potrei fare addirittura carriera.- le resse il gioco l’altra, ridendosela di gusto. -Vediamo però come va a finire la serata, poi valuteremo il resto.-
Non aveva mai pensato di fare la prostituta, però quelle regole e quel tipo di gioco già lo seguiva.
Il rapporto con quel luogo non era iniziato nel migliore dei modi, ma stavano piano piano recuperando. Se tutto fosse andato senza troppi intoppi avrebbe potuto pure trasformarsi in una serata piacevole, a seconda dei casi.
 
 
 
 
 
 
 
 
C’era voluto un quarto d’ora per ultimare i preparativi del piano di Seraph.
Come prima cosa il gruppo si era nuovamente diviso, sparpagliandosi strategicamente tra i tavoli nei dintorni, ciascuno con dei bicchieri di champagne tra le mani, mentre Seraph, Alexander, Lehar e Lighneers erano tornati dietro le quinte, per parlare con gli addetti e gli organizzatori della sala.
C’era una scaletta da seguire, se ne rendevano conto, tuttavia un cliente molto facoltoso aveva fatto una richiesta, cinque miseri minuti per una canzone speciale, che sarebbe stata naturalmente ben ricompensata.
Naturalmente c’erano state alcune resistenze, ma Alexander, Lehar e Lighneers erano lì apposta; i tre avevano dimostrato, ciascuno in differenti occasioni, di possedere un cerco charme, o comunque di sapere utilizzare abbastanza bene le parole da riuscire ad intortare senza troppe difficoltà chiunque, con un modo di fare pervasivo ed affascinante all’occorrenza, ed Alexander oltretutto conosceva bene quel locale, perciò sapeva altre eccezioni erano già state fatte in passato.
Alla fine difatti gli addetti avevano acconsentito, aiutando Seraph a sistemarsi mentre le tende erano state richiuse.
Le luci erano ora affusolate, creando un’atmosfera misteriosa che catturò l’attenzione e la curiosità dei presenti, distraendoli da tutto il resto.
La musica di un sassofono introdusse lo spettacolo, ed a seguire la voce della ragazza rubò le orecchie dei presenti.
-You had plenty of money in 1922.
You let other women make a fool of you.
Why don't you do right…
Like some other men do?-
Le tende si aprirono, rivelando la figura di Seraph, che cantò suadentemente passo dopo passo, prendendo possesso del palco.
Se prima potevano esserci dubbi che qualcuno non le stesse prestando attenzione ora questi si erano completamente dissipati.
-Get out of here.
Get me some money too…-
Astral, come gli altri, era stato incaricato di muoversi tra i tavoli, e di offrire dei bicchieri ai presenti, in modo da confondersi come camerieri o semplici “lavoratori”, ma per poco il ragazzo non inciampò nei suoi stessi piedi.
Eh sì, poteva dirsi un ragazzo fortunato…
-You're sittin down and wonderin what it's all about.
If you ain't got no money, they will put you out.
Why don't you do right?
Like some other men do?
Get out of here.
Get me some money too.-
L’uomo a cui puntavano era completamente catturato dalla canzone, non badava ad altro, se non ad elargire qualche sorriso anche alla donna che era con lui.
La tessera nella sua tasca quasi spariva nelle ombre, se non fosse stato per quell’unica linea dorata.
-Now if you had prepared 20 years ago.
You wouldn't be a wanderin now from door to door.
Why don't you do right?
Like some other men do?-
Fu Jack ad avvicinarsi tra tutti all’obbiettivo, porgendogli cortesemente il calice, che l’uomo con un sorriso subito accettò, nonostante il bicchiere gli fosse stato messo quasi con forza sotto il naso.
Jack rispose al sorriso, accennando ad un breve inchino mentre si ritirò, spostandosi nuovamente verso il bancone.
-Get out of here.
Get me some money too.
Get out of here.
Get me some money too.-
Nessuno se n’era accorto, nemmeno il proprietario o la sua compagna, ma la tessera era sparita, ed a poco a poco, mentre i calici venivano consegnati, anche un discreto numero di persone prese a sparire dalla stanza.
Tutti giovani ragazzi, che senza dare nell’occhio si radunarono verso l’ascensore mentre la canzone cessava.
-Why don't you do right?
Like some other men do?-
La tenda si richiuse in un fruscio di applausi, ma Seraph non uscì per goderseli. Scivolò dietro al palco, approfittando del completo buio che era calato per correre silenziosa dagli altri, e nascondersi tra loro.
L’addetto all’ascensore era ancora fermo sul posto, impassibile e sereno.
-Eccomi di ritorno. Ci stiamo tutti?- chiese Vladimir in un sorriso, mostrando la tessera.
-Certo signore. Entrate pure.- annuì l’altro, facendo scorrere la tessera sul proprio tablet ed aprendo le porte.
-La ringrazio molto.- rispose Vladimir, entrando per primo, seguito poi da tutti gli altri.
Le porte si richiusero, e loro poterono continuare a salire.
-Niente male Seraph, hai proprio una bella voce.- commentò Zell, complimentandosi con la ragazza.
-Vero, sei stata splendida.- annuì d’accordo Johanna.
Seraph non rispose, ma i complimenti comunque non le dispiacquero; solo Astral probabilmente notò il rossore le dipingeva il viso.
-Anche tu sei stato molto bravo Jack, hai preso la tessera senza farti scoprire.- sorrise Daimonas, fiero del contributo del suo ragazzo.
-È stato semplice. Il tipo nemmeno mi ha guardato praticamente.-
-Rimane comunque un lavoro ben fatto.- disse Lighneers, chiudendo involontariamente la conversazione.
Ogni volta che parlava succedeva così, gli altri smettevano di rispondere, ed un senso di disagio si diramava nel gruppo.
Tutti percepivano che Lighneers fosse cambiato, di nuovo, ma dopo tutto quello che aveva fatto, ed il modo in cui si era comportato, quel cambiamento lasciava in molti un amaro in bocca, dando l’impressione che il ragazzo stesse cercando di nascondere la polvere sotto il tappeto.
Sapevano non fosse così, che quello era solo il morso del rancore rimasto, ma ci sarebbe comunque voluto del tempo, sia per andare avanti che per affrontare tutto ciò che era rimasto in sospeso.
In fin dei conti, la stessa cosa valeva anche per Alexander, ed era proprio per questa ragione che il ragazzo si stava impegnando tanto per rimediare.
-Posso uscire un attimo?- chiese la vocina di Sammy, da sotto la gonna di Hope.
-Certo, fai pure.- annuì la ragazza, sollevando quel poco che bastava la gonna per farla passare.
-Aaah! Molto meglio!- esclamò contenta Sammy. -Non è facile stare sempre rannicchiata.-
-Hai male da qualche parte?- chiese premurosa Wyen.
-No, sono solo un po’ acciaccata.- la rassicurò Sammy, guardando poi la tastiera dell’ascensore. -Ci sono tanti piani ancora… dovremmo controllarli tutti?-
-Probabilmente sarebbe uno spreco di tempo.- rispose Grace.
-Ma così rischiamo di perderci qualcosa per strada. E se Yume e Nadeshiko fossero in uno di questi? O se ci fossero degli indizi per trovarle?- ribatté Milton.
-Da qui si aprono solo stanze.- spiegò Alexander. -Tutte private, ma sono a centinaia.-
-Ottimo, ma rimane comunque il dubbio su cosa fare.- commentò Grace.
-Io proporrei di fermarci a metà, e di decidere cosa fare.- intervenne Ryujin alzando una mano. -Perlustriamo quel piano e vediamo cosa troviamo. Possiamo chiedere se hanno visto le nostre amiche, ed in caso non vada bene ci dividiamo, metà andranno su e metà andranno giù.-
-Ed io dove posso andare?- chiese Rahu.
-Dove vado io.- asserì il fratello, rifiutandosi di perderla di vista.
-Sembra un compromesso accettabile.- disse Lehar, premendo il pulsante al centro della tastiera.
-Certo che potevano mettere un po’ di musica qui dentro…- sbuffò Cirno. -Ti va di cantare ancora Seraph?-
-Non tanta.- rispose la ragazza. -Perché non canti tu?-
-Risparmiaci.- commentò Ayame, ma Cirno ormai era già partita.
Sotto le note della sua canzone il viaggio in ascensore sembrò durare anche più a lungo, mentre per altri fu solo più divertente; Annabelle, Vladimir, Sammy e Rahu si unirono alla canzoncina di Cirno, facendo sempre attenzione a quanta distanza mancava dal piano scelto, e fermandosi poco prima che le porte si aprissero.
L’atmosfera di fronte a loro era mutata, diventando molto più intima, e silenziosa. Si era aperto oltre all’ascensore un lungo corridoio dalla moquette nera ed i muri rossi, lungo le cui parete si diramavano file su file si porte.
-Sembra un hotel nya.- commentò Lacie, prendendo per mano Wyen.
-Non sento alcun rumore.- mormorò Daimonas, avanzando per primo.
-Le stanze sono insonorizzate, non si sente niente, né dentro né fuori.- specificò Alexander. -Da qui inizia il bordello. I piani sono tutti uguale a questo.-
-Ci sono davvero tante porte…- osservò Milton, guardandosi attorno. -Non possiamo entrare in ogni stanza.-
-No, ma qui il profumo è quasi scomparso.- ribatté Lehar. -Io, Daimonas e Wyen faremo un rapido giro del piano. Se Nadeshiko e Yume sono passate da qui, concentrandoci potremmo riuscire a percepire una traccia del loro odore.-
-Come i cani?- chiese Ayame, vedendo subito guardata male da tutti, inclusi i tre fratelli. -Scusate…-
Daimonas, Lehar e Wyen lasciarono correre, procedendo lungo il corridoio.
-Voi aspettate pure qui, faremo in fretta.- disse Daimonas.
-Arrivo anche io nya!- esclamò tuttavia Lacie, riunendosi alla mano di Wyen.
Astral sospirò stanco, scuotendo il capo. -Lacie, resta qui dai. Wyen non ha bisogno di una balia.-
Normalmente la sorella l’avrebbe semplicemente ignorato o gli avrebbe fatto una linguaccia, ma quei continui rimproveri stavano cominciando a diventare fastidiosi, e per una ragione ben precisa.
-Se non era ovvio, Wyen è la mia ragazza, ed io vado ovunque vada lei!- esclamò fiera Lacie.
D’altro canto, Wyen ed Astral ebbero una reazione piuttosto simile: entrambi guardarono l’altro, entrambi di colpo pallidi, anche se poi Wyen assunse una colorazione visibilmente rossa, ed entrambi con gli occhi sbarrati.
Astral boccheggiò qualche istante, ben più incredulo di quanto sembrasse, ma Lacie non vi badò, abbandonandosi ad una risata e dando un bacio sulla guancia a Wyen, trovandola assolutamente adorabile.
-L-LACIE!-
All’urlo di Astral Seraph colpì il ragazzo con uno schiaffo dietro la testa, zittendolo.
Non era né il momento o il luogo per perdersi in chiacchiere, difatti Daimonas e Lehar si erano già allontanati parecchio, e Lacie trascinò via con sé Wyen, che sentendo di colpo le gambe molli rischiò di cadere più di una volta.
-L-Lacie! Cosa ti è venuto in mente?!- esclamò cercando di contenere le proprie emozioni; felicità, imbarazzo, timore per la reazione del fratello… ma soprattutto un gigantesco sollievo.
-Che c’è nya? Non sei la mia ragazza?- ribatté candida l’altra.
-S-sì ma… ma così… senza nemmeno avvisarmi.-
Wyen scosse il capo, cercando di riprendersi. Sentiva l’intero viso andare a fuoco, ed un nuovo bacio sulla guancia da parte di Lacie peggiorò solo la cosa.
-Nyahaha, sei tanto carina quando ti imbarazzi.-
Il resto del gruppo rimase accanto all’ascensore, chi più sorpreso d’altri della rivelazione di Lacie, chi invece un po’ se l’aspettava considerando gli atteggiamenti affettuosi della ragazza nei confronti di Wyen.
Rimaneva comunque una sorpresa generale che Astral fosse ancora fermo sul posto.
Evidentemente lo shock era stato più forte del previsto.
L’attesa non sarebbe durata a lungo, eppure per qualcuno quei minuti stavano cominciando a diventare insopportabili.
Fin dal principio Ailea non avrebbe voluto ritrovarsi lì, era stata costretta a farlo, ed ora la stavano costringendo a procedere, ma lei voleva solo fermarsi.
Agì senza indugiare oltre, prendendo dalle mani di Vladimir la tessera che li aveva condotti fin lì e muovendosi nel corridoio, facendola scorrere lungo le porte.
-Ailea, che stai facendo?- la ricorse subito Seraph.
-Mi fermo.- rispose l’altra, continuando a cercare, nella speranza che prima o poi una porta si aprisse.
-Qui? Perché?- le chiese Hope.
-Perché non voglio proseguire.-
Potevano obbligarla ad andare avanti, forse l’avrebbero fatto, tuttavia non le importava.
Click.
Finalmente una porta si aprì, ed era vuota per giunta.
Evidentemente la chiave avrebbe potuto funzionare ovunque, ma le altre stanze erano occupate.
-Resterò con te.- disse Seraph pronta ad entrare nella stanza con lei.
-Seraph, aspetta.- rispose Lighneers, facendosi avanti ed entrando assieme ad Ailea.
Rapidamente il ragazzo scandagliò ogni angolo della camera, guardando addirittura sotto al letto e dentro l’armadio, senza trovare nulla.
-La camera è vuota, è sicura. Il gruppo ha bisogno di te, Ailea può rimanere da sola.- concluse Lighneers, tuttavia lo sguardo di Seraph lasciava perfettamente intendere i suoi pensieri.
-No.-
-Non può suicidarsi, e il parassita la proteggerà se qualcuno arriva. Non importa quanto lo desideri, non può morire.-
Le parole di Lighneers trafissero Ailea con una spada, e fu evidente questa reazione dal modo in cui gli occhi della giovane si spensero.
Seraph guardò l’amica sentendo il cuore stringersi in una morsa, tuttavia le parole di Ligheers erano corrette.
-Non puoi vivere in sua funzione Seraph, hai anche altri da proteggere.- continuò il ragazzo, facendo leva sul suo affetto per l’intero gruppo.
Da sotto la maschera Seraph strinse i denti con forza, combattendo con tutta sé stessa per restare dov’era, ma sapeva purtroppo qual era la cosa giusta da fare.
-Torneremo a prenderti.- disse infine, senza ottenere alcuna reazione da parte di Ailea.
Sia Lighneers che Seraph uscirono dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle.
Ailea rimase qualche attimo immobile, senza indugiare in particolar modo sui dettagli che la circondavano, andandosi direttamente a stendere sull’enorme letto a forma di cuore dalle lenzuola rosse sistemato accanto ad una gigantesca parete a finestra.
Riusciva a vedere tutta la città da lì, ma presto le luci dei palazzi cominciarono ad offuscarsi sotto le lacrime che le bagnarono le ciglia.
Lo sguardo le scivolò sulle mani, che da sotto i guanti sembravano così reali, ma lei sapeva la verità, che sotto quel tessuto non c’era altro che metallo, e che di lei non era rimasto più niente dal giorno in cui quel mostro…



Aveva perso tutto, il suo coraggio, la sua forza, il suo affetto per gli altri, l’amore per Khal…
Voleva che tutto si fermasse, non voleva più andare avanti.
Toc-toc-toc!
Un rigido bussare catturò l’attenzione della ragazza, che avrebbe guardato bene dall’alzarsi se solo quel rumore fosse arrivato dalla porta, ma non era così.
Arrivava dalla finestra, dove una figura la guardava, ed aspettava, in attesa che gli aprisse.
Ailea sbatté le palpebre un paio di volte, mettendosi a sedere e guardandolo prima sorpresa, poi nuovamente fredda.
Rimase così a lungo, senza muoversi, ma nemmeno lui si mosse, e continuò ad aspettarla.
Alla fine sapendo di non poter fare altro, perché tanto lui non si sarebbe mai mosso per andarsene, Ailea si alzò, aprendo la finestra, facendogli una singola domanda non appena lo lasciò entrare.
-Cosa vuoi?-



(canzone https://www.youtube.com/watch?v=vDVHjJGf2ME)
   
 
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