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Autore: TheAngelica93    18/04/2024    0 recensioni
Tracy Barlow sta per compiere diciotto anni, è una ragazza solitaria amante dei romanzi rosa e delle stelle. La madre, scontenta che la figlia non abbia alcun amico, decide di portare tutta la famiglia nella sua cittadina d'infanzia, Snowy Mountain, con la speranza che un cambio d'ambiente le possa giovare.
Drake Gorman, diciannovenne ribelle che preferisce lavorare piuttosto che andare a scuola, è odiato dagli abitanti della sua cittadina di montagna.
I due diventeranno presto amici, ma dovranno affrontare la dura e ristretta mentalità di coloro che li circondano. Come andrà a finire?
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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8 – La preside
 
Pov Drake Gorman
Immaginavo già le vendette, ideate ai danni di Tracy, che Mick e i suoi tirapiedi stavano formulando a mente: sapevo quanto poco, i tre, gradivano finire nei guai. Lessi loro in viso quanto tentavano di mascherare l'ira crescente. Persino sulla faccia bianca del vampiro vidi un leggero rossore causato dalla rabbia. 
Perché mi stai difendendo, Tracy? Mi domandai. Devo fare qualcosa per salvarti da questa situazione.
 «No, signora preside!» attirai su di me le attenzioni della donna e del capitano della squadra di pallacanestro. «Ho cominciato io e ho fatto tutto da solo!»
Conan e Josh intanto studiavano Tracy, con delle espressioni stupide e irritate, mentre lei cercava di ribattere qualcosa, ma il mio guardarla negli occhi, in maniera diretta e senza sbattere le palpebre, la fece un attimo desistere. 
 «Certo che sei stato tu!» affermò la preside sdegnata, scuotendo la testa. «Sei sempre tu, piccolo delinquente. In galera dovresti stare, a marcire con la feccia come te. Andiamo. Dick, vai in classe!» dal tono rabbioso passò con l'ultima frase a un tono assai più pacato, quasi dolce.
 «Certo, signora. Come desidera», le rispose Dick sfoderando un sorriso soddisfatto e facendole un occhiolino. «Entriamo, ragazzi! Ormai sono tutti dentro!»
 «Non è giusto!» parlò nuovamente Tracy. «Signora preside! Ammesso che sia stato Drake a iniziare, cosa non vera, perché in presidenza deve andarci solo lui? Quei ragazzi anche erano coinvolti nella rissa! Non sono innocenti!» 
 «Tracy, no!» le dissi sottovoce, con i denti serrati. Trovai quasi irritante la sua ingenuità: davvero credeva che qualcuno potesse non darmi la colpa a prescindere? Un po', però, il pensiero della sua innocenza, mi intenerì, facendomi sorridere internamente. 
Non sa come funzionano le cose qui, in questo schifo di città! 
La preside la guardò con superiorità. Anche se portava scarpe col tacco, era lo stesso abbastanza alta.
 «Tu chi saresti?» le chiese schifata come se si fosse trovata davanti un cane randagio con la rogna.
 «Tracy Barlow», le rispose intimidita la ragazza accanto a me. «Sono nuova. È il mio primo giorno.»
 «Allora congratulazioni, signorina!» la preside sfoderò il suo sarcasmo accompagnato dal suo rinomato sorrisetto sadico. «Neanche cominciato e sei stata già convocata anche tu in presidenza! Dalla pessima compagnia che hai scelto, mi è bastato uno sguardo per capire che anche tu sei una poco di buono. Ora, seguitemi tutti e due nel mio ufficio!»
*
Conoscevo fin troppo bene quella stanza dalle pareti beige, con le crepe sul soffitto e le finestre incrostate da decenni di polvere: il ficus all'angolo era deceduto da anni; piazzati ai lati opposti, i due quadri, raffiguranti entrambi il fondatore di Snowy Mountain, fissavano sia me che Tracy con quei penetranti occhietti marroni, giudicandoci e intimidendoci; la vissuta scrivania, che tanto di male aveva da raccontare, se ne stava davanti alle finestre, sovraccaricata di carte e documenti tenuti in perfetto ordine: non una penna o un foglio di un millimetro fuori posto. 
Maniaca del controllo! La insultai mentalmente.
 «Voi due restate seduti qui!» ci ordinò la donna, prendendo un fascicolo da uno scaffale grigio situato sotto uno dei due quadri, fulminandoci coi suoi occhi azzurri poco truccati. «Torno subito! Gorman, non fare, e non toccare, niente! Capito?» 
La raggelai con gli occhi, dicendole: «Certo che ho capito: non sono un ritardato!» 
La donna indignata uscì dalla stanza sbuffando rumorosamente e chiudendo la porta con decisione e forza. 
 «Tracy, non dovevi difendermi!» le dissi più rilassato, e alquanto dispiaciuto, una volta rimasti soli in quello ufficio deprimente. «Così ti metterai tutti contro!» 
 «Quello a cui ho assistito è orribile e ingiusto!» mi rinfacciò lei senza guardarmi in faccia. I suoi occhioni verdi persi nel vuoto. «Non ci volevo venire in questa città! La gente è cattiva! Sono molto peggio di come me li hai sempre descritti tu. Credevo non potesse essere concentrata così tanta malvagità in un unico luogo, eppure mi sono sbagliata!»
Seduta anche lei su una scomoda seria marrone, Tracy aveva sul volto un'espressione talmente assorta e impenetrabile che fui quasi tentato di chiederle a cosa stesse pensando.
 «Tracy,» insistei io con educazione, «non vuoi avere degli amici? Tua madre ti ha portata qui per questo, in fondo. Me lo hai detto tu. Se continuerai a stare con me...»
 «E io dovrei voler essere amica a delle persone del genere?» mi domandò lei accalorandosi. Da quando la conoscevo non l'avevo mai vista così tenace, la trovai molto carina. «Ripeto, quello che ho visto non mi è piaciuto per niente! Non voglio nella mia vita persone che fanno di queste cose!»
 «Mi dispiace che tu abbia dovuto vedere questo lato di me!» le confessai un po' avvilito. Evitai di toccarla per timore che mi potesse respingere. «Purtroppo sono anche questo.»
Immaginai che, dopo il mio essermi allontanato da lei di corsa e l'avermi visto coinvolto in una rissa, Tracy si fosse fatta un'idea piuttosto pessima di me. 
Non avevo bisogno di tenermi alla larga da te! Mi dissi. Ti saresti dileguata da sola col tempo! 
 «Che dici?» mi rimproverò lei. «Ti sei difeso! Non nel modo giusto, questo no!» dalla sua espressione illeggibile non capii se stesse per farmi un complimento o se provasse semplicemente pena per me. «I buoni si preoccupano degli altri, invece che per loro stessi... Tu sei buono! Ho visto come eri in pensiero per quella ragazza... per Malory.» 
 «Tracy», cominciai a parlare, ma la verità era che non sapevo proprio cosa dirle. Mi limitai a poggiarle una mano sulla spalla.
 «Non mi importa di come potrebbe reagire mia madre», disse lei dopo un attimo di silenziosa riflessione. «Preferisco avere un solo amico vero, che circondarmi di gente falsa e cattiva.»
Mi guardò con un sorriso sincero che ricambiai presto.
 «Quella strega narcisista di tua madre», le dissi cercando di non apparire troppo duro, «non sarà affatto contenta di saperti mia amica!»
 «Io voglio te come amico!» mi disse decisa, facendo dei cenni col capo. «Se anche a te sta bene la mia amicizia, ovvio!»
 «Stai scherzando?» le chiesi estasiato. «Certo che lo voglio anch'io!»
Tracy arrossì leggermente e, porgendomi la sua mano, mi disse: «Allora, amici».
 «Amici», ripetei io pensando che Tracy era davvero la prima e unica persona che mai mi aveva fatto una simile proposta.  
La mia gioia però durò poco. La porta dietro le nostre spalle si riaprì con violenza.
La preside prese posto davanti a noi, un sorriso malvagio le incattiviva il viso.
Che cosa hai appena fatto, bastarda? Le domandai a mente, fissandola irato con un sopracciglio alzato.
 «Ho chiamato i vostri genitori!» esclamò lei fiera, dando una risposta al mio quesito mentale. «Ho trovato sia tuo padre, Gorman, che tua madre, signorina Barlow. Stanno venendo a prendervi. Siete sospesi!» 
   
 
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