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Autore: kalaea    20/09/2009    3 recensioni
Mi sono sempre chiesta:
Cosa prova il partner di un licantropo che ha avuto l'imprinting?
E' possibile che le cose non vadano come dovrebbero andare?
Dal capitolo 5: "Lo guardai negli occhi, la mia gratitudine verso di lui era enorme, gli dovevo la vita, ma non era solo quello il sentimento che provavo in quel momento. Un misto di felicità nel rivederlo, emozione e complicità per il segreto che condividevamo. Il mio cuore alla sua vista aveva accelerato il battito e io non mi sentivo più così rimbambita."
Spero di avervi un po' incuriosito, fatemi sapere!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Quileute
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Amaryllis 2
Amaryllis

Capitolo due

Passai il pomeriggio seduta sul divano a leggere uno dei libri che mi ero portata da casa. Gli ospiti sarebbero arrivati per le sette e mezza-otto, quindi alle cinque e mezza, con molta calma, cominciai a prepararmi. Mi feci una doccia, mi lavai i capelli e cercai di asciugarli in modo che stessero abbastanza ordinati (tentativo fallito). Passai l'ultima mezz'ora indecisa su cosa mettermi, poi optai per un paio di jeans al gionocchio e una camicetta bianca a strisce dorate verticali. Mi truccai leggermente sui toni dell'oro e scesi ad aspettare gli ospiti in salotto.
« Amaryllis, sei pronta? » mi domandò Rebecca affacciandosi dalla porta della cucina.
« Sì, ho finito adesso di prepararmi. » risposi e la raggiunsi « Hai bisogno di una mano?»
« Oh, no no, non ti preoccupare. Piuttosto, John non è ancora rientrato! » replicò.
« Ehm, già...cosa c'è per cena? » chiesi.
« Pasta al pesto e vitello tonnato. Ti piacciono? »
« Sì, molto...e come sono gli ospiti che stanno per arrivare? » ero curiosa di saperne qualcosa in più.
« Sono carissime persone! Molto simpatiche. Ci sono anche dei ragazzi che dovrebbero avere all'incirca la tua età. Tu quanti anni hai? »
« Diciassette anni. » speravo che fossero davvero simpatici come diceva Rebecca, altrimenti si sarebbe prospettata una serata veramente noiosa.
« Sì, mi sembra che abbiano anche loro circa diciassette-diciotto anni. » concluse. In quel momento la porta d'ingresso si aprì. Era tornato John.
« Sono tornato! Scusate il ritardo, corro subito a prepararmi. » disse e si precipitò al piano superiore.
Scese dieci minuti dopo, giusto in tempo per l'arrivo degli ospiti, che in quel momento suonarono il campanello.
Rebecca andò ad aprire e dalla porta entrò un gruppo di undici nativi amercani, la maggior parte dei quali alti almeno due metri, tranne uno che stava seduto su una sedia a rotelle e una donna. Tra quei giganti c'era anche una ragazza dall'espressione molto cupa. Avevano tutti lo stesso taglio di capelli, anche la ragazza, molto corti.
Io non sapevo cosa aspettarmi, ma di sicuro non mi aspettavo questo.
« Prego, entrate! » stava dicendo Rebecca.
Si avvicinò a me.
« Vi presento Amaryllis. I suoi genitori sono partiti e non possono tenerla con loro, quindi l'hanno affidata a noi. Starà qui per un po'. » mi presentò. Cercai di rimprendermi dalla sorpresa e sorrisi, a disagio, odiavo essere al centro dell'attenzione.
« Loro sono Sam, Emily, Paul, Embry, Quil, Jared, Leah, Seth, Collin, Brady...» strinsi le mani a tutti quanti « e lui è Billy » indicando il signore sulla sedia a rotelle. Tra tutti sembava quello più anziano.
« E Jacob dov'è? » domandò John.
« Ci raggiungerà più tardi. » rispose Billy.
Rimanemmo a parlare in salotto. Ci stavamo a malapena tutti. In mezzo a loro mi sentivo veramente piccola e anche indifesa. Fortunatamente Rebecca aveva ragione: erano tutti piuttosto simpatici e socievoli, specialmente Embry e Quil.
« Per quanto tempo resterai qui? » si sedettero uno alla mia destra e uno alla mia sinistra e cominciarono a farmi domande. Si alternavano: prima Quil, poi Embry. Suonava come una sorta d'interrogatorio, ma mi sentivo perfettamente a mio agio.
« Beh, non lo so ancora di preciso...penso per tutta l'estate... »
« Conosci già qualcuno? »
« No, sono qui solo da due giorni... »
« Hai già visto un po' la zona? Sei già venuta a La Push? »
« Ieri ho fatto un giro e sono arrivata fino alla riserva...e sono stata praticamente investita da un tizio su una moto rossa! »
Si scambiarono un'occhiata e ridacchiarono.
« Cosa c'è? Lo conoscete? »
« No, no, niente... »
« Come ci sei arrivata a La Push? Hai una macchina? »
« No, in bici. Non ho ancora la patente. »
« Quanti anni hai? »
« Diciassette, ma da me la patente si può fare solo a diciotto anni. »
« Capisco, ma come ti sposti quando sei a casa tua? Usi sempre la bici? »
« No, vado in moto. »
« Wow! Hai una moto? Quale? »
« Una Ducati Monster, anche se il mio sogno è di guidare una Kawasaki Z1000... »
« Grandioso! Ti piacciono le moto? »
« Abbastanza, anche se non sono proprio così esperta... »
Mi guardai intorno. Tutti quei ragazzi avevano un qualcosa di simile. Qualcosa che li rendeva inquietanti e bellissimi allo stesso tempo. Qualcosa che mi sembrava familiare.
« Ma voi siete tutti parenti? »
Scoppiarono a ridere.
« No! Solo Leah e Seth sono fratelli e Billy è il padre di Jacob, il ragazzo che deve ancora arrivare, per il resto non siamo parenti. »
« E quanti anni avete? »
« Io, Quil e Jacob diciassette, Seth, Collin e Brady sedici, Leah, Jared, Paul diciannove, Sam ed Emily ventuno. »
« Perché Leah se ne sta da sola e perché ha quella faccia? »
« Beh... » si scambiarono un'occhiata, forse non avrei dovuto chiederlo, però era talmente evidente che mi era venuto spontaneao.
« Non ha avuto una vita facile...suo padre è morto l'anno scorso... »
« Oh, mi dispiace... »
Cominciammo a cenare che erano circa le otto e mezza. I ragazzi mangiavano con una voracitò tale da sembrare dei morti di fame. Avevamo appena sparecchiato il tavolo per distribuire il dolce che aveva portato Emily, quando suonò il campanello. Rebecca era impegnata in cucina e John stava parlando con Billy e Sam, quindi andai io ad aprire la porta d'ingresso.
Il sorriso che avevo preparato per accogliere il nuovo ospite mi si gelò in faccia. Il ragazzo che quella mattina mi aveva praticamente investito mi stava davanti. Lo fissavo impietrita ad occhi sgranati.
Lui mi diede un occhiata distratta.
« Scusate il rit... » s'interruppe spalancando gli occhi, sorpreso.
« TU! » esclamammo all'unisono.
Nel frattempo Rebecca si era avvicinata.
« Vi conoscete? »
« E' la ragazza che mi è venuta addosso questa mattina! »
« E' il ragazzo che mi è venuto addosso questa mattina! »
Avevamo parlato entrambi nello stesso momento.
In quell'istante realizzai una cosa. Mi diressi verso i miei nuovi “amiciâ€.
« Voi due! Avevate capito tutto e non mi avete detto niente! Perché?!? » fissavo Quil ed Embry con occhi furenti.
« Perché sapevamo che questa sarebbe stata una scena divertente! » mi rispose Quil divertito.
Nel frattempo Rebecca aveva fatto entrare l'altro ragazzo, che doveva chiamarsi Jacob. Si avvicinò seguita dal nuovo ospite.
« Jacob, lei è Amaryllis. Rimarrà qui per un po', i suoi genitori ce l'hanno affidata per l'estate. » mi presentò. Ci scambiammo una veloce stretta di mano, la sua pelle era bollente.
Jacob aspettò che la padrona di casa si fosse allontanata, poi mi guardò con un ghigno divertito.
« E così i tuoi ti hanno scaricata qui... » si allontanò appena in tempo: stavo per mollargli un ceffone.
Come si permetteva, non ci conoscevamo neanche e già cominiciava a sfottermi?!? Feci un respiro profondo e mi voltai per sedermi al mio posto. Con disappunto appurai che era già stato occupato. Quel ragazzo mi dava sempre più sui nervi. Seduto tra Embry e Quil stava ridendo con loro, mentre mangiava una fetta di torta. Gli toccai una spalla, facendolo voltare.
« Ehm, scusa ma quello sarebbe il mio posto... » gli feci notare, cercando di usare il tono più gentile possibile.
Si guardò attorno, l'unico altro posto disponibile era in fondo al tavolo di fianco a Leah.
« Non puoi andare a sederti là? » mi chiese indicando la sedia libera.
Li guardai torva, prima lui, poi i suoi due amici. Embry incrociò il mio sguardo e sembrò dispiaciuto. Troppo tardi! pensai e andai a sedermi.
« I maschi sono degli idioti! » escalmai mentre mi sedevo.
Leah mi diede un'occhiata distratta, poi riprese a fissare il vuoto, come aveva fatto per tutta la cena.
« Le ragazze che cercano le loro attenzioni sono delle stupide. » replicò.
Alzai gli occhi al soffito. Anche questa qui ci si metteva?!? Stava andando così bene la serata...
« Io sono Amaryllis. » gli porsi la mano.
Guardò me e poi la mia mano.
« Leah » silenzio.
Accidenti, che conversazione viva... pensai sarcasticamente. La fissavo, cercando qualsiasi frase da dire per parlare un po'.
« Perché tieni i capelli così corti? » era la prima cosa che mi era venuta in mente.
« Ehm... » mi guardava stupita « mi piacciono di più... »
« Stai bene! » le sorrisi « A me piacciono lunghi, però tu stai veramente bene! Io adesso li sto lasciando crescere, voglio averli lunghissimi. » dissi toccandomi i capelli.
Rimase zitta.
« E' dura essere l'unica ragazza in un gruppo di maschi? »
«...no... » rispose senza guardarmi negli occhi, mi stava mentendo.
« Non è vero... » ribattei.
Si guardò attorno, sembrava a disagio.
« Ok, argomento delicato, cambiamo discorso... » cercai di sdrammatizzare « cosa fate di solito durante il giorno? »
« Stiamo in giro... » sembrava sollevata di poter non rispondere.
« In giro? Dove? »
« Ehm...alla spiaggia o nella foresta... » disse vagamente.
Nella foresta? Dove ho incontrato quella specie di lupo gigante... pensai rabbrividendo.
« Vi spiace se mi unisco a voi? » chiesi, di starmene a casa ad annoiarmi non mi passava neanche per la testa e se ero con loro non sarebbe potuto succedere niente.
« Ehm...credo di no... » rispose colta alla sprovvista « Quando torniamo ne parlo con gli altri. »
« Grazie! Se volete mi faccio trovare direttamente alla riserva. » ero lì solo da un giorno ed ero già riuscita a trovarmi una compagnia, grandioso!
« NO! » ribatté lei « Non ti preoccupare: ti...ti veniamo a prendere noi! » sembrava presa dal panico.
« ...ok... » replicai. Non avevo capito la sua reazione. Perché non posso andare a La Push da sola? pensai perplessa. Cioè, mi faceva piacere che si fosse offerta di venirmi a prendere, ma la sua reazione faceva supporre che avesse qualcosa da nascondere. Anche a tutte le altre domande che riguardavano la riserva era stata molto evasiva.
« Mi dai il tuo numero di cellulare? » domandai.
« Non ho il cellulare. » ribatté imbarazzata. Probabilmente la situazione economica della sua famiglia non doveva essere rosea.
« Ehm...allora posso avere il numero di casa? Così domani possiamo metterci d'accordo... »
« Sì, certo. Tu dammi il tuo, ok? » ci scambiammo i numeri giusto in tempo. Gli ospiti stavano cominciando ad andarsene.
Accompagnai Leah alla porta, era una ragazza di poche parole, ma si era un pochino sciolta durante la nostra conversazione. Sembrava simpatica, saremmo potute diventare amiche!
Salutammo tutti gli ospiti, che uno ad uno se ne stavano andando. Io e Rebecca sistemammo un po' il salotto e la sala da pranzo. Era mezzanotte passata, io cominciavo ad avvertire la stanchezza. Sbadigliai.
« Amaryllis, lascia stare, faccio io. Tu vai a letto. » Rebecca mi sorrideva comprensiva.
« Grazie... » mi imbarazzava non poter dare una mano, ma ero veramente stanca.
« Buonanotte... » salutai e mi diressi in camera mia. Mi cambiai e mi infilai subito a letto. Mi addormentai all'istante e sognai un lupo gigante che mi fissava con occhi intelligenti.

   
 
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