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Autore: kalaea    20/09/2009    4 recensioni
Mi sono sempre chiesta:
Cosa prova il partner di un licantropo che ha avuto l'imprinting?
E' possibile che le cose non vadano come dovrebbero andare?
Dal capitolo 5: "Lo guardai negli occhi, la mia gratitudine verso di lui era enorme, gli dovevo la vita, ma non era solo quello il sentimento che provavo in quel momento. Un misto di felicità nel rivederlo, emozione e complicità per il segreto che condividevamo. Il mio cuore alla sua vista aveva accelerato il battito e io non mi sentivo più così rimbambita."
Spero di avervi un po' incuriosito, fatemi sapere!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Quileute
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Amaryllis 3
Amaryllis

Capitolo tre

La mattina seguente mi svegliai tardi, verso le undici e mezza. Mi vestii in fretta e controllai il cellulare: nessuna chiamata persa. Leah non aveva ancora telefonato, probabilmente il gruppo dormiva fino a tardi la mattina. Registrai la cosa: potevo dormire fino all'ora di pranzo, perché tanto non sarei potuta uscire. Scesi in cucina per bere un bicchiere di latte, non mangiai niente perché all'una avrei pranzato. Mi stravaccai sul divano e mi rimisi a leggere il libro che avevo cominciato l'altra sera, estraniandomi completamente. Mi ripresi soltanto quando sentii il mio telefono squillare. Corsi a rispondere.
« Ciao Leah! » salutai.
« Ciao...come facevi a sapere che ero io?!? »
« L'ho immaginato, stavo aspettando una tua telefonata! » risposi.
« Ah, ok...comunque ho sentito gli altri, tra poco io, Quil ed Embry ti veniamo a prendere. Quei due ragazzi sembrano particolarmente entusiasti della tua presenza. » notai un che di ironico nella sua voce « Hai già mangiato? »
« No, non ancora. Rebecca arriva all'una. Potreste venire a prendermi dopo, verso le due? » replicai, Embry e Quil mi stavano simpatici, ero contenta che si fossero offerti di venirmi a prendere.
« Ok, va bene. Allora ci vediamo dopo. Ciao! »
« Ciao! » la conversazione si concluse.
All'una meno dieci, circa cinque minuti dopo la telefonata di Leah, rientrò Rebecca. Preparammo il pranzo e mangiammo velocemente. Sistemai la cucina, poi corsi in bagno a sciacquarmi la faccia e a pettinarmi. Mi controllai nello specchio, tutto a posto. Con calma scesi in salotto, si erano fatte le due meno cinque. Speravo che Leah e gli altri fossero in orario, non vedevo l'ora di uscire.
Il campanello suonò. Mi precipitai ad aprire. Embry, le mani in tasca, mi sorrideva solare.
« Ciao! » ricambiai il sorriso.
« Andiamo? » fece un cenno verso la macchina accostata al vialetto. Quil mi salutò dall'interno del veicolo. Alzai una mano in segno di saluto.
« Eccomi! » risposi a Embry, feci un passo indietro e aggiunsi rivolgendomi a Rebecca « Io vado. Ciao! »
« Ora possiamo andare! » avere qualcosa da fare, anzi, avere anche solo qualcuno con cui passare il tempo era molto incoraggiante. Soprattutto dal momento che pensavo di dover passare un estate in solitudine.
Salimmo in macchina.
« Ciao a tutti! » esclamai sedendomi accanto a Embry sul sedile posteriore.
« Ciao! » mi salutarono Quil e Leah.
« Che si fa oggi? » m'informai.
« Volley a First Beach! » mi rispose Quil entusiasta.
« Ah... » sorrisi a disagio, non mi piacevano per niente gli sport che comprendevano una coordinazione di un qualche tipo, nonostante la mia resistenza era aumentata grazie ai miei poteri « ...vi spiace se io non gioco? Farò l'arbitro... » proposi.
« Non giochi? Non ti piace? » Embry sembrava deluso.
« Ehm...scusate...ma sono veramente un'impedita quando si tratta di sport che comprendono l'uso della palla... » lo guardai dispiaciuta.
« Va beh, fa' niente, dai! » disse Quil dal sedile davanti, poi si rivolse a Leah che guidava « Qualcun'altro dovrà restare con lei, altrimenti siamo dispari. »
« Seth resterà con lei. Sarà contento, gli piace fare amicizia con ragazzi più grandi. E magari riuscirà a non farsi male. Tutte le volte che gioca con voi torna con qualcosa di rotto. » gli rispose Leah, parlava del fratello con tono possessivo, come quello di una madre.
« Ne parli come se fosse un bambino piccolo, guarda che Seth ha sedici anni ed è lui che vuole giocare con noi. » si giustificò Quil.
Eravamo già arrivati alla spiaggia. Lì c'erano già quattro ragazzi, che a torso nudo stavano palleggiando rincorrendosi. Li raggiungemmo a quello che era un campo da baech-volley artigianale: due alberi legati in alto da una spessa corda fungevano da rete e le magliette dei quattro delimitavano il campo nei quattro angoli.
« Finalmente, ora si gioca sul serio! » esclamò quello che doveva chiamarsi Paul.
« Sì, ma c'è un cambio di programma. » li informò Leah « Sarà un tre contro tre: io, Quil e Embry contro Paul, Jared e Jacob. Seth tu resti con Amaryllis a fare l'arbitro. »
« Ehi! Perché proprio io?!? » protestò Seth.
« Perché sei il più piccolo! » Quil lo prese in giro.
« Amaryllis non gioca, qualcuno deve stare con lei. Non mi avevi detto che volevi fare amicizia? » spiegò Leah, dopo aver fulminato Quil con lo sguardo.
Un po' imbronciato e imbarazzato, Seth mi raggiunse a bordo campo e si sedette su una roccia.
« Scusa, è colpa mia...non sono assolutamente capace di giocare... » mi sentivo un po' in colpa.
« No, no! Non preoccuparti! » mi sorrise, poi aggiunse rivolto agli altri « Per la palla, cominciate! » lanciò la palla in mezzo al campo.
Dopo qualche passagio rapido la squadra di Jacob, Paul e Embry fece punto. Ora iniziava la partita vera e propria.
« Siete molto affiatati, sembrate tutti fratelli. » commentai.
« Beh, ci conosciamo tutti da quando siamo nati, praticamente. » replicò Seth.
« E tua sorella è l'unica ragazza... » aggiunsi.
« Già... »
« Ma non ci sono altre ragazze della sua età qui alla riserva? » chiesi, non riuscivo a capire perché stava con quel gruppo di soli maschi, sono più divertenti ma non mi sembrava che con lei fossero così socievoli.
« Sì, sì! Ci sono. » rispose in fretta.
« E allora perché sta con voi? Senza offesa...ma non mi sembra sempre così contenta quando ci siete tutti...e gli altri non è che la trattino proprio da grande amica... » mi dispiaceva un sacco per lei, anche se non conoscevo il motivo di tutti quei comportamenti.
« Beh... » Seth guardò a terra a disagio, poi volse lo sguardo verso Leah « lei è una ragazza... »
« Anche io lo sono! » lo interruppi.
«Sì, ma è diverso! Lei è molto chiusa e cinica, parla sempre in modo sarcastico e non sempre gentile, anzi quasi mai e non sappiamo come prenderla... »
« Ora ci sono io e non è più sola! » gli sorrisi, Seth era un ragazzo così dolce: il tono che aveva usato per parlare della sorella esprimeva tutta la sua preoccupazione e il suo affetto fraterno. Leah e Seth erano molto più legati di quanto davano a vedere. Non ero ancora riuscita a capire perché rimanesse in quel gruppo se soffriva così tanto, ma magari il suo rapporto con Seth in qualche modo c'entrava.
Nel frattempo la partita continuava. Nessuna squadra riusciva a prendere un netto vantaggio sull'altra. Fare da arbitro era un ruolo mica tanto semplice, fortunatamente c'era Seth a darmi una mano: non avevo mai assistito ad una partita di beach volley così rapida e violenta. Ogni movimento era velocissimo e preciso, ogni colpo sembrava scagliato con la massima potenza, anche se i sei giocatori non davano segni di stanchezza. Anche Leah sembrava divertirsi e dava del filo da torcere a Jacob e la sua squadra. Tutti i ragazzi, Seth compreso, erano molto orgogliosi e permalosi e si scaldavano in fretta. Giocarono tre partite: la prima e l'ultima vinte dalla squadra composta da Jacob, Jared e Paul, la seconda da Leah, Quil ed Embry. Tutti e tre i match vinti con un vantaggio minimo.
Ormai era sera, il sole stava cominciando a tramontare e la temperatura ad abbassarsi. I ragazzi smontarono la loro rete improvvisata e raccolsero le magliette.
« Che fame, ragazzi! » esclamò Paul.
« Cosa ne dite di una bella grigliata? » propose Jared.
« Io ci sto! » si affrettò a dire Quil.
« Anch'io! » si aggiunsero anche Jacob, Embry e Seth.
Io ero un po' indecisa: mi sarebbe piaciuto rimanere, ma non volevo essere un peso e, inoltre, temevo che Rebecca avesse già preparato la cena.
« Tu che fai? » mi chiese Leah.
« Non lo so...vai anche tu? »
« Penso proprio di sì. Se non vuoi dillo e ti portiamo a casa... » replicò scontrosa, non le era andato giù che avevano perso la partita.
« No, no! Io voglio venire, se non disturbo...è solo che magari Rebecca ha già preparato la cena e non voglio fargliela buttare. » spiegai in fretta.
« Beh, chiama e scoprilo. » ribatté Embry.
Telefonai immediatamente. Per fortuna Rebecca non aveva ancora preparato niente, la informai perciò dei miei programmi e mi unii alla compagnia che a passo svelto si dirigeva verso le abitazioni della riserva. Ognuno raggiunse casa propria per farsi una doccia e cambiarsi. L'appuntamento era per venti minuti più tardi con carne e bibite. Io seguii Seth e Leah.
« Vado prima io a farmi la doccia! » affermò il ragazzo una volta entrati e senza aspettare risposta si fiondò in bagno.
« E' sempre così? » scherzai.
« Anche peggio! » replicò Leah.
Entrammo in camera sua. Era piuttosto spoglia: scrivania e armadio da una parte, letto dall'altra. Alle pareti erano appesi "scaccia-pensieri" e altri ciondoli indiani; sopra al letto uno strano quadro abbastanza inquietante rappresentava un lupo grigio, che, in mezzo ad una foresta buia, come un'immobile gardia, controllava ciò che accadeva nella stanza. Metteva un po' di soggezione.
« Dov'è che andiamo a fare la grigliata? » chiesi curiosando ancora nella stanza.
« Nel bosco, c'è una radura poco lontano in cui andiamo sempre. » rispose.
Quelle foreste mi mettevano un po' paura. Non mi ero assolutamente scordata il mio incontro con quella specie di lupo gigante. Era una cosa assurda: io, Amaryllis, Custode dell'Elemento Terra, avevo paura di un animale?!? Eppure quello non era un lupo normale, non ero riuscita a percepirlo. Era come se non esistesse.
« Cosa ti metti? » aprii il suo armadio.
« Va bene qualsiasi cosa. » replicò.
« Posso darti una mano a scegliere? »
« Fa' come vuoi... » concluse con un'alzata di spalle.
Senza farmelo dire due volte inizia a rovistare tra i suoi vestiti. In quell'armadio abbondavano magliette e pantaloni della tuta, ma jeans e felpe scarseggiavano. Scelsi la maglietta più carina, azzurra con un disegno tribale a lato, e l'unico paio di jeans scuri decenti. Appoggiai tutto sul letto.
« Che ne dici? » glieli mostrai « Non sono riuscita a trovare una felpa da abbinarci...quelle che ci sono nel tuo armadio mi sembrano tutte un po' troppo piccole! »
« mmm...sì, va bene...comunque non metto la felpa, sto bene così. » rispose raccogliendo i vestiti.
« Niente felpa?!? Io sinceramente ho un po' freddo... » esclamai stupita, anche se era estate la temperatura non era così alta, dopotutto eravamo nello Stato di Washington, al confine con il Canada.
« Io sono molto calorosa, ma se vuoi puoi prendere qualcosa di mio. » replicò.
« Ok, grazie mille! » scelsi una felpa nera con il cappuccio e me la infilai.
Leah andò a farsi la doccia e tornò dieci minuti dopo già vestita e pronta per uscire. Seth fuori casa ci aspettava con il cibo in una mano e le bottiglie d'acqua nell'altra. Teneva il tutto sollevato come se richiedesse il minimo sforzo e Leah non sembrò assolutamente impressionata dalla cosa.
« Ciao Seth! » salutai « Vuoi una mano a portare qualcosa? » proposi, le bottiglie no, ma almeno la carne potevo tenerla io.
« No, grazie. Ce la faccio! » ribatté ed io non insistetti.
Ci stavamo dirigendo verso il bosco, ormai il sole era quasi completamente tramontato.
« Guarda come è vestita tua sorella! » esclamai allora entusiasta.
Lui si voltò a guardare Leah.
« Wow! » mormorò stupito « Non l'ho mai vista vestita così! »
« Li ho scelti io, i vestiti! » spiegai orgogliosa.
« L'avevo immaginato! Mia sorella è nota per il suo cattivo gusto nel vestire. » commentò Seth.
« Che cattivo! » lo colpii su un braccio e mi sembrò di colpire una roccia incandescente « Non è vero che non ha buon gusto, solo Leah non è una persona che tiene a questo genere di cose! »
« Ok,ok. Come vuoi tu...ma non picchiarmi più o ti farai male, capito? » mi minacciò scherzoso.
« Come ti permetti?!? » dissi fingendomi offesa, raggiunsi Leah e mi aggrappai al suo braccio, anche lei aveva la pelle bollente « Leah, tuo fratello mi minaccia... » piagnucolai.
Seth scoppiò a ridere ed io con lui. Cercai di coinvolgere Leah nella nostra conversazione, operazione non facile: era veramente poco loquace, parlava solo quando necessario.
Arrivammo alla radura in fretta. Altri ragazzi erano già lì e avevano acceso un fuoco al centro dello spiazzo, in modo che fosse il più lontano possibile dagli alberi. Seth poggiò le bottiglie dove erano state accatastate anche le altre, consegnò la carne a sua sorella e si unì ai ragazzi che curavano il fuoco. Quil ed Embry, non appena ci notarono, ci vennero incontro, seguiti da Jacob, che stava parlando con loro.
« Ciao Amy! » salutò Quil, seguito da Embry e Jacob.
« Ciao ragazzi! » risposi.
« Venite! » ci invitò a seguirlo fino ad una pietra poco distante « Appoggiate pure tutto qui, c'è anche la nostra roba. »
« Leah! » Jacob la fissò come se fosse la prima volta che la guardava « Su chi devi far colpo stasera?!? »
La ragazza lo fulminò con lo sguardo. Io e gli altri non potemmo fare a meno di ridere.
« E' colpa sua! » disse indicando me.
« Lo ammetto...non sta benissimo?!? » scoppiarono di nuovo tutti a ridere ad un altra occhiataccia di Leah.
Erano tutti in maglietta, nonostante io con la felpa addosso sentissi freddo. Forse erano abituati...Mi strinsi nelle braccia.
« Hai freddo? » Embry aveva notato il mio movimento.
« Vieni, ti scaldo io! » si propose Quil speranzoso.
« Trattatela bene! » Leah si allontanò dubbiosa tra le nostre risate.
« Non ti preoccupare, è in ottime mani! » replicò Quil.
Sorrisi, erano tutti gentili e simpatici con me, non avevo di che preoccuparmi. Ci sedemmo sulla pietra, io in mezzo tra Quil ed Embry, come la sera prima.
« Mi spiace Jacob... » mi scusai, era rimasto in piedi perché sulla pietra non c'era più spazio.
« Ladra di amici! » fingendosi offeso « Voi, come avete potuto tradirmi così?!? »
« No, scusami! » Embry si alzò di scatto e lo abbracciò « Ti prometto che non succederà mai più...è-è stata lei! Io amo solo te, te lo giuro! » scherzò.
« Che belle queste scene d'amore! » sospirò Quil e io ridacchiai.
« Non so se potrò perdonarti... » la scenetta tra Embry e Jacob continuava.
« Ti prego... » lo supplicò.
Jacob fece finta di pensarci. « ...mmm...ok! »
Io e Quil non riuscivamo a smettere di ridere.
« Jacob, vuoi sederti? » proposi non appena mi fui ripresa.
« No, va beh...fa' niente! »
« Dài, siediti! Io sto in braccio! » insistetti e mi alzai in piedi.
Embry e Jacob si sedettero. Il secondo mi invitò con un cenno e mi prese in braccio. Quil protestò.
« La vuoi? » scherzò Jacob. Lo guardai storto.
« Un po' per ciascuno, ok? » tranquillizzai l'altro ragazzo.
« Va bene... »
« Comunque...tu mi hai ancora chiesto scusa per essermi venuto addosso ieri! » mi voltai a guardare Jacob in faccia.
« Ma che scusa?!? Se sei venuta tu addosso a me! » ribatté.
« Cosa?!? No, no! Eri tu quello in moto! » replicai.
« A proposito di moto...sai Jake che anche Amy guida una moto? » s'intromise Embry, per evitare che la discussione degenerasse.
« Sul serio? » Jacob mi guardò stupito.
« No, per finta...secondo te? » lo presi in giro « Ho una Ducati Monster. »
« Wow! Ce l'hai qui? » gli si accesero gli occhi.
« No, come avrei potuto portarmela? Sono senza mezzi. » spiegai stupita che non ci avesse pensato lui « Io sono senza patente e Rebecca e John dispongono solo di biciclette... »
« Peccato...mi sarebbe piaciuto provarla! » commentò deluso il ragazzo.
« Mi spiace... » strinsi le spalle, non potevo farci niente.
« Hai ancora freddo? » chiese Quil gentile.
« No. » non ci avevo fatto più caso, ma non sentivo minimanente freddo « Jacob mi scalda alla perfezione! »
« Che dichiarazione! » esclamò Embry. Scoppiammo a ridere.
« Mi posso appoggiare? » chiesi a Jake, mi sentivo un po' scomoda in quella posizione.
« Sì, fai pure... » posai la testa sulla sua spalla, presi il suo braccio e me lo feci passare attorno « Jacob, scotti! » aveva la pelle bollente.
Sospirò.
« Tutto normale, io ho sempre la pelle molto calda... » spiegò imbarazzato.
In quel momento mi vennero in mente Leah e Seth, anche loro avevano la pelle caldissima. Sfiorai la guancia di Jacob. Cavoli, ustiona! Toccai anche Embry e Quil.
« Anche voi siete caldissimi! » li accusai.
« Sì, tutti qui. E'...una cosa genetica... » replicò Quil con uno strano tono di voce, quasi interrogativo.
« Già, è vero! » aggiunse Embry.
Li fissai perplessa. C'eravamo tutti azzittiti.
« Ragazzi, se volete mangiare venite qui! » urlò allora Jared.
« Arriviamo! » gridò Embry in risposta.
Raccogliemmo le nostre cose e raggiungemmo gli altri intorno al falò. Ormai era buio e la luce delle fiamme era l'unica cosa che illuminava la radura. Seduti intorno al fuoco mangiavamo e scherzavamo. I ragazzi mangiavano veramente un sacco.
Finito il cibo io, Quil, Embry, Jacob e Seth tornammo a sederci sulla pietra. Seth rimase in piedi, Quil mi prese in braccio. Il mio sguardo fu attratto dalla foresta buia. Un brivido mi corse lungo la schiena.
« In questi boschi che animali vivono? » osai chiedere, magari sarei riuscita a sapere qulacosa sul lupo gigante.
« In che senso? » Jacob mi guardò perplesso.
« Tipo orsi? Cervi? » spiegai.
« Gli orsi sono più a nord, ma sono pochi, cervi ce ne sono di più e anche da questo lato del bosco. » rispose Jake.
« E...lupi? » aggiunsi.
Si scambiarono uno sguardo veloce, ma non abbastanza perché non lo potessi vedere.
« Non...credo... » Jacob sembrò titubante.
Lo fissai cercando di decifrare la sua espressione, sapeva più di quanto mi aveva detto. Capii, però, che in quel momento non sarei riuscita a ottenere altre informazioni.
Mi stropicciai gli occhi, cominciavo a sentirmi un po' stanca.
« Hai sonno? » chiese Quil.
« Un po'... » la tensione si stava allentando.
« Ti riportiamo a casa, ok? » Embry mi guardava comprensivo, come se fossi la sua sorellina di cinque anni o qualcosa del genere. Arrossii, era normale sentirsi un po' stanchi alle undici e passa di sera, no?!?
«Va beh, fa niente! Non sono così stanca! » mi affrettai a rispondere.
« Anche noi siamo stanchi, anche se non lo diamo a vedere! » Quil sorrise, come se avesse intuito i miei pensieri « Avremo tutto il tempo di stare insieme questi giorni! » mi lanciò uno sguardo complice e scoppiò a ridere alla mia faccia perplessa, segiuto dal resto del gruppo.
« Ti veniamo a prendere anche domani, ok? » Seth era in piedi di fronte a noi, aveva un sorriso accecante, che metteva subito allegria. Non potei non ricambiare.
« Grazie. »
« Dai, andiamo! » Quil mi spinse dolcemente giù dalle sue gambe.
« Ti portiamo noi. » Embry si alzò e fece un cenno verso le case « Jacob, vieni con noi? »
Jacob lo guardò come se non avesse capito la domanda.
« Jacob? Vieni? » Quil lo fissava interrogativo.
« Ah, sì... » sembrava completamente distratto, stava pensando ad altro.
« Vengo anch'io! » aggiunse Seth preoccupato di restare tagliato fuori.
« Allora, forza! » Embry aveva praticamente raggiunto le case.
Arrivò alla macchina per primo, salì e ci venne incontro. Ci sedemmo tutti in macchina, io davanti con Embry, gli altri dietro. Mi sentivo stanca, ma anche contenta. Mi ero divertita un sacco quel pomeriggio e sapere che il giorno dopo avrei rivisto quei ragazzi mi faceva sentire in pace ed entusiasta allo stesso tempo. In breve fummo davanti alla casa di Rebecca e John.
« Ciao ragazzi! Ci vediamo domani! » scesi dalla macchina.
Mi salutarono e aspettarono che fossi entrata prima di partire.
   
 
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