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Autore: Glance    21/09/2009    9 recensioni
Gli eventi entrano nella nostra vita prepotenti cambiandola alle volte in maniera sconvolgente. La guerra è uno di questi, dove la dimensione della realtà viene distorta dando a tutto una veste irreale come se si guardasse attraverso una lente. Si perde di vista il senso di tutto,si riesce a fare a meno di quello che prima era necessario con una sorta di fatalismo che da al tempo un ritmo nuovo inaspettatamente sconosciuto. Nessuno conosce il proprio futuro. Il destino, avidamente cela i suoi disegni e nel suo gioco di numeri interseca rette. A noi è concessa l’aspettativa di grandi cose migliori certamente di quelle che abbiamo. Alcuni dicono che nulla è scritto e siamo noi a determinare il futuro con le nostre azioni. Il tempo che passa non sa lenire le ferite che continuano a sanguinare anche se pudicamente si tenta di tenerle nascoste. Occhi attenti sanno scrutare il dolore che l’anima cerca di celare. Succede però che anche nel buio più profondo si accenda all’improvviso una luce e una mano si tenda in aiuto. Allora, che le parole sgorgano spontanee bagnandosi di lacrime che si credeva perdute per sempre nell’indurimento di un cuore a cui si era rinunciato perché il dolore era troppo grande da sopportare. Siamo l’ineluttabilità del tempo che passa e lascia dietro di se una scia di momenti , istanti che non sempre riusciamo a fotografare , ma che sono la parte più preziosa la dimensione che quasi mai assaporiamo perché il resto ci travolge con l’enormità dei suoi avvenimenti. Eppure gli attimi che fuggono non ci abbandonano mai salutandoci da lontano, passano tra un battito di ciglia e del nostro cuore. Giorno dopo giorno nella somma di istanti che fanno la vita. Un mondo minuscolo che da senso alla nostra esistenza. Fatto di piccole cose che condividiamo con chi incontriamo sul nostro cammino e a cui chiediamo aiuto per ricordare. In questa storia i personaggi sono tutti umani pur mantenendo i loro caratteri ad eccezioni dei loro poteri e sono presi in prestito dalla superlativa Stephenie Meyer a cui va ogni esclusiva e diritto. Siamo nel 1918 mentre in Europa imperversa la Prima Guerra Mondiale. Bella è invitata al fidanzamento della sua migliore amica non che vicina di casa e compagna di scuola: Alice Masen. Ci saranno tutti i personaggi Edward in primo piano ed anche quelli solo accennati nei libri o marginali che comunque ricopriranno dei ruoli diversi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Edward era la luce, la sua assenza mi aveva fatta sprofondare nel buio più profondo.
Il giorno della partenza, il momento del distacco, fu qualcosa che mi avvolse in maniera totale, soffocandomi nelle sue spire.
A ondate si abbatteva su di me. Galleggiavo, semplicemente, con momenti di lucida consapevolezza attraversati da onde di sofferenza che mi investivano senza riuscire a stordirmi totalmente e avrei voluto con tutta me stessa perdere il contatto con la realtà che mi circondava per non dare voce a quella pena che sembrava nutrirsi di ogni mio gesto, di ogni mio respiro.
Tutti, dai miei genitori alla famiglia di Edward, si strinsero intorno a me.
Zio Carlisle passava quotidianamente ad accertarsi delle mie condizioni e continuava a prendere atto del mio stato di profonda prostrazione e ad esortarmi a reagire.
- Edward non vorrebbe vederti così. Fallo per lui, Bella.- Avrei fatto tutto per lui, ma quel distacco aveva provocato in me una vera amputazione. Era come se si fosse portato via il mio cuore. Non lo sentivo più. Niente di tutto quello che aveva avuto importanza ne aveva più ai mie occhi. Lo volevo nuovamente al mio fianco. Volevo Edward, ed era profondamente ingiusto che lo stato di cose a cui dovevamo obbedire avesse deciso per noi.
A quella pena se ne aggiunse un’altra, quella di dover rinunciare al conforto di Alice costretta a seguire Jasper a New York in attesa della sua partenza.
Non avevo potuto neanche salutarla. Nelle ore immediatamente successive al distacco da Edward fui preda della febbre alta. Tra la nebbia il suo volto stanco, sofferente non mi dava pace.
Li sentivo tutti accanto a me, le loro voci a tratti mi arrivavano da lontano e più di una volta nei rari momenti di tregua a quel delirio avevo incontrato il volto di Elisabeth e nei suoi occhi avevo rivisto i medesimi occhi di suo figlio. Guardarla mi faceva male.
Alcune volte sentivo qualcuno urlare il nome di Edward in maniera disperata e rotta dal pianto e delle braccia forti afferrarmi.
- Edward…Edward…- Non faceva che ripetere quella voce lontana come un lamento e solo in seguito capii mi apparteneva.
- Aggrappati a me Bella, non temere, non ti lascerò da sola, ti aiuterò, tutti lo faremo, tesoro.- Tra le immagini sfocate la figura possente di Emmett che, supportato da Rosalie, cercava di contenere il vuoto che l’assenza di suo fratello aveva lasciato in me e tentava con il suo abbraccio di non farmi sentire sperduta in tutto quel doloroso vuoto.
- Mi ha chiesto di essere le sue braccia, Bella, se per te fosse stato troppo angosciante da sopportare, di vegliare su di te per lui. Sono qui, afferra le mie mani e cerca di reagire. Non farti risucchiare da questa voragine. Fallo per lui: era disperato quanto te…- Lo ascoltavo, a tratti riconoscendolo, a tratti confondendo il luogo e il tempo con qualcosa che faceva parte solo di un brutto sogno dal quale non riuscivo a svegliarmi.
I giorni passarono e come era arrivata tutta quella tempesta con il suo vento che mi aveva squassata si quietò. La febbre si abbassò e con grande sollievo di tutti zio Carlisle annunciò la mia guarigione. Avrei avuto bisogno di riposare e di una lunga convalescenza, ma da quel momento in poi sarebbe dipeso solo da me e dalla volontà che avevo di riemergere da quello stato di prostrazione.
Tutti mi aiutarono. Mia madre non si allontanava mai da me anche se gli altri si alternavano al mio fianco, ma lei era stata irremovibile anche alle preghiere del dottor Cullen che le consigliava di non chiedere troppo alle sue forze.
- Riposerò quando Isabella starà meglio e in grado di uscire da questa stanza.- Rispondeva determinata. Sapevo che dovevo fare in modo di trovare la forza per non affliggere tutti loro con il mio dolore.
Il primo passo per poter trovare nuovamente un minimo interesse a ciò che mi circondava fu l’arrivo di una lettere di Alice che Rosalie prontamente ebbe cura di leggermi.
Mia cognata si diceva affranta e con il cuore in conflitto tra la felicità legittima per se stessa e la pena opprimente per la mia condizione e la lontananza di suo fratello.
Poi rivolgeva le sue raccomandazioni affinché il distacco da Edward non fosse per me una notte buia, che dovevo cercare la luce che mi avrebbe ricondotta a lui e continuava a ripetere che anche se distante mi era vicina in spirito e mente.
Sapevo che Alice stava soffrendo in quel momento e mi dispiaceva che avesse potuto pensare che gli attribuivo se pur in modo involontario qualche colpa alla sua inaspettata felicità.
Ascoltavo la voce gentile di Rosalie leggere e la vedevo ogni tanto osservarmi. Forse cercava di capire a cosa pensassi. Erano giorni ormai che parlavo solo per rispondere si o no.
Le domande erano sempre le stesse: Stai bene? Hai fame?... In effetti non avevo fame, non stavo bene, non c’era niente di cui avessi bisogno a parte Edward.
Circa venti giorni dopo la sua partenza ero riuscita con l’aiuto di mio padre ad alzarmi.
- Ciao bambina mia…- Mi disse sorridendomi- ti andrebbe di sederti un po’ vicino alla finestra? Fuori è una giornata di quelle che piacciono tanto a te.- Lo guardai sforzandomi di sorridergli a mia volta.
- Non saprei papà…non vorrei prendere freddo. Ho l’impressione che da quando…- Sospirai profondamente. – …da quando Edward è partito è come se faccia più freddo.- Mio padre mi guardò e lo vidi diventare più serio come a soppesare qualcosa lisciandosi i baffi .
- Hai ragione il tempo in queste poche settimane è cambiato sembra quasi che l’autunno abbia fretta di fare il suo ingresso. Di fatto fuori piove e le prime foglie si staccano dagli alberi…però noi metteremo la tua bella vestaglia e questo plaid, così saremo sicuri che sarai al caldo. Cosa te ne pare?- Mi guardò con aria complice e mi dispiaceva deluderlo.
Feci cenno di si e prontamente mi venne vicino aiutandomi. Poi sollevandomi tra le sue braccia come faceva quando ero bambina, mi portò davanti alla finestra facendomi sedere sulla poltrona della mia stanza.
Era vero! Quello fuori era uno dei panorami che io preferivo. La pioggia che bagnava la natura che si preparava al suo lungo letargo invernale. Il tempo scorreva, chissà quanto ne sarebbe passato senza Edward al mio fianco.
Mentre in silenzio ero immersa in quei pensieri un bussare discreto mi riportò alla realtà.
Sulla soglia comparve il viso provato di mia madre che vedendomi fuori dal letto non poté trattenere la commozione.
- Ti sei… alzata?- Fece con un filo di voce.
- Si, è stata brava la nostra Isabella. Deve cercare di tornare presto in forze. – Disse mio padre visibilmente compiaciuto del risultato ottenuto.
- Ti porto qualcosa da mangiare tesoro?- La mamma era in apprensione. Ancora non riuscivo a nutrirmi adeguatamente e con regolarità.
- Forse un po’ più tardi.- Risposi cercando di tranquillizzarla, ma capii che c’era altro ché la impensieriva.
- Cosa… c’è… mamma?- Chiesi allarmata.
- Nulla piccola mia ,è solo che…è arrivata una lettera…dall’Europa.- Quasi sussurrò.
Sentii il sangue defluire dal corpo.
- …Edward!- Dissi a fior di labbra.
- Ti prego tesoro…riesci a rimanere tranquilla? Il dottor Cullen ha detto che…- La interruppi. Non potevo crederci. Finalmente sue notizie. Non risposi, feci solo un segno d’assenso con il capo. Non riuscivo a parlare.
Vidi mia madre porgermi la lettera.
Le mani mi tremavano e la testa mi girava, ma non diedi cenni di cedimento. Non volevo preoccuparli, ma il mio cuore sembrava avere un unico suono sordo. Il respiro accelerato che facevo fatica a controllare.
- Isabella…?- La voce di mio padre suonò lontana.- …Respira cara. Con calma. E’ lui e… ti scrive. Vuol dire che sta bene, non credi?.- Lo sentii avvicinarsi.
- Vuoi che ti aiuti ad aprirla?- Cercai di deglutire e feci cenno di no.
- Vuoi leggerla da sola? Te la senti oppure…- Ebbi come un colpo nel centro del petto e se…abbassai lo sguardo sulla busta per accertarmi che fosse scritta da lui.
Gent.Ma Sig.Ra Isabella Marie Masen…la sua calligrafia elegante e ordinata fu la cosa più bella su cui i miei occhi si posavano da giorni.
- Grazie papà…mamma. Se non vi dispiace vorrei… restare da sola.- I miei genitori poggiandomi entrambi un bacio sulla fronte mi lasciarono sola.
Le mie dita scivolarono sulla carta e accarezzarono quella busta che aveva viaggiato per così tante miglia riportandolo in qualche modo da me.
Contemplai la busta rigirandola tra le mani e con un gesto riconoscente la poggiai sul cuore, ero grata che fosse lì a lenire tutta la mia pena. L’avvicinai alle labbra baciandola nella speranza che potesse giungere a lui quel tocco.
Cominciai ad aprirla e un profumo di lavanda si sparse nell’aria.
Riparata tra i fogli una sua fotografia. Poggiai la lettera sulle gambe e la osservai tra le lacrime: era lui.
Era proprio lui e sorrideva nella sua uniforme da campo.
“ La prima volta che ti ho vista quello che mi è arrivato di te è stato come una folata di vento fresco profumato di lavanda in una giornata torrida.
Appena ho messo piede in questa piccola cittadina ho avuto l’impressione che ci fossi tu ad aspettarmi.
Il tuo profumo era ovunque. Confesso di averti cercata per un momento con lo sguardo, pensando: Come ha fatto a sapere e raggiungermi arrivando prima di me?
Solo dopo mi sono reso conto che qui ci sono prati interi disseminati di lavanda. Te ne mando un po’.
In un piccolo tuo fazzoletto che ho portato da casa ne ho conservato qualche fiore e quando la tua assenza è tanto forte da farmi male lo avvicino al volto e ti respiro. Lo tengo sempre sul mio cuore nel taschino interno della giacca.
Qui non stiamo male. Siamo in un piccolo paese della Francia. Mi sarebbe piaciuto come meta del nostro viaggio di nozze. Non sono riuscito a darti neanche quello. Di questo non riuscirò mai a perdonarmi. Le tue lacrime, il tuo dolore sono il mio senso di colpa più grande, tesoro mio.
Noi ufficiali siamo alloggiati in un palazzo signorile.
Nel salone c’è un pianoforte bellissimo e la sera ho la possibilità di suonare.
Aspettiamo ancora di essere destinati, ma non ci vorrà molto. Per il momento però la situazione è tranquilla.
La guerra con i suoi ruggiti sordi è udibile, ma ancora lontana per noi.
Amore mio, mi manchi ogni momento. Qualche giorno fa è venuto un fotografo per fotografare il mio squadrone e gli ho chiesto se era possibile averne una da solo. Te la invio.
Mi piacerebbe fosse in grado di mitigare la tua pena. So che non basterà, ma vorrei che almeno per un momento la tua tristezza possa abbandonarti.
Non riesco a richiamare alla mente il tuo viso addolorato e i tuoi bellissimi occhi arrossati e gonfi dal pianto.
Promettimi Bella che sarai capace di reagire, di essere forte. Ho bisogno di sapere che la mia bellissima e dolcissima moglie farà di tutto per combattere insieme a me e che sarà coraggiosa, forte determinata e giudiziosa per come io la conosco.
Sei ovunque in me, ogni attimo, ogni momento il tuo viso e la tua voce mi accompagnano sempre.
Cercherò di scriverti il più possibile e ti faccio avere l’indirizzo di dove potrai rispondermi. Mi faranno avere le tue lettere. Non vedo l’ora di leggere tue notizie.
Ti amo, ma questo lo sai già…”

La lettera continuava tra parole d’amore e ricordi dei giorni trascorsi insieme. Per la durata della lettura il mio cuore allentò la sua morsa di dolore e il tempo sembrò riprendere il suo moto perpetuo.
Per un momento, tutto sembrò avere riacquistato il significato perduto, ma la lettera terminò riconsegnandomi alla mia dura realtà.
Mi strinsi nelle braccia cercandolo, ma avvertendo solo vuoto e freddo.
Tornai a guardare la sua fotografia e ripensai alla promessa che mi aveva chiesto di fargli.
L’ultima immagine di me che gli avevo regalato e che aveva portato con se era di disperato dolore.
Adesso anche se mi sentivo vuota e annientata dovevo cercare di reagire di fargli capire che non doveva stare in pena per me. Non potevo permettere che la preoccupazione che nutriva nei miei confronti lo distraesse.
Edward aveva diritto a restare tranquillo e io non dovevo essere egoista.
Anche lui soffriva e tutti ma principalmente io dovevamo fare in modo che lui sentisse la nostra forza.
Cercai di chiamare a me le poche forze che non mi avevano abbandonata e aggrappandomi ai braccioli della poltrona mi sollevai in piedi determinata a cambiare il mio atteggiamento verso quel destino beffardo e crudele.
“Te lo prometto” Dissi piano.













Come sempre ringrazio chi continua a tenere questa storia tra i preferiti, seguiti e chi soltanto legge.




Ora arriva la parte per me più bella dello scrivere questa storia: quello di rispondere alle vostre recensioni che devo dire mi riempiono sempre di felicità e mi danno nuovi impulsi per continuare in questo viaggio in compagnia di questa coppia che la penna e il genio di Stephenie Meyer ha voluto regalarci.
Ancora un grazie di cuore a tutte voi per i complimenti e i commenti sempre tanto lusinghieri.




Recensione di arte [Contatta], del 21/09/2009 - 03:17PM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Ti confesso che durante la stesura anche io ho ceduto alla commozione. Hai ragione ci saranno momenti un po’ difficili, ma dopo ogni sacrificio c’è sempre una ricompensa. Grazie ancora per il tuo commento e le belle parole. Ciao e spero a presto.

Recensione di Cicciolgeiri [Contatta], del 18/09/2009 - 10:41PM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Ciao a te e non preoccuparti. Succede di non avere tempo di leggere e commentare, ma sono felice che tu lo abbia fatto adesso. Grazie e baci.
Recensione di mine [Contatta], del 17/09/2009 - 06:00PM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Stavolta sono io ad essere senza parole per i tuoi complimenti non so se il mio modo di scrivere sia “sublime”, come dici tu, ma se a te piace , appassiona e ti emoziona allora sono contenta di scrivere così. Baci e continua a seguire.

Recensione di darks [Contatta], del 17/09/2009 - 12:19AM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Grazie delle belle parole . Se quando chi legge ha l’impressione di essere tornato da un viaggio vuol dire che chi scrive ha raggiunto il suo scopo. Spero che continuerai a viaggiare con me. Un bacio.

Recensione di SweetCherry [Contatta], del 16/09/2009 - 10:18PM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Che bello se quello che dici , l’augurio di poter fare la scrittrice, si potesse avverare. Intanto mi tengo stretti i vostri commenti che mi fanno felice. Ancora grazie e un bacio.
Recensione di Vampire93 [Contatta], del 16/09/2009 - 10:12PM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Purtroppo deve partire, ma sai dobbiamo cercare di essere forti come chiede lui stesso a Bella. Quindi non disperiamo e stiamo a vedere cosa succede. Un saluto caro e continua a seguire e a farmi sapere la tua opinione.

Recensione di samy88 [Contatta], del 16/09/2009 - 10:07PM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Ti assicuro che il tuo commento va benissimo così come è, anzi ho paura che mi stiate viziando un po’. Un bacio a presto.
Recensione di Shinalia [Contatta], del 16/09/2009 - 08:54PM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Si, in effetti insieme sono proprio carini, devo ammetterlo non mi stancherei mai di immaginarli. Grazie per seguire e commentare. Baci.

Recensione di beverlina [Contatta], del 16/09/2009 - 08:40PM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Grazie di cuore per i complimenti. Spero che questa storia continui ad appassionarti. Un bacio.

Recensione di ginny89potter [Contatta], del 16/09/2009 - 08:39PM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Mi dispiace per la tua connessione, ma non preoccuparti fammi sapere cosa ne pensi quando puoi.
Sono contenta di sapere che apprezzi ciò che scrivo e che ti commuove.
Ci sarà qualche momento critico e difficile, anche se l’amore troverà qualunque mezzo per trionfare. Grazie e ancora grazie. Ciao.

Recensione di sara2087 [Contatta], del 16/09/2009 - 08:38PM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Grazie Sara. Spero che tu riesca a trovare l’ispirazione per scrivere una storia di sentimento. Jacob e Bella qui avranno un rapporto esclusivamente d’amicizia. Spero di averti tranquillizzata. Un bacio e spero continuerai a seguire.

Recensione di RockAngelz [Contatta], del 16/09/2009 - 08:28PM sul capitolo 24: CAPITOLO XXIII - Firmata

Ti ringrazio. Felice di averti emozionata. Continua a farmi sapere se la storia ti piace. Baci
  
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