Ragazzo ambizioso.
Edoardo era figlio unico. Perciò quando
varcava la porta di casa sua non rimaneva niente del chiacchiericcio e delle
risate scolastiche. Suo padre era un uomo autoritario e amante del lavoro. Sua
madre una donna dinamica e appassionata, sempre presa da l’ennesima
ricerca. Era orgoglioso del successo dei suoi e vedeva il loro stile di vita
come un esempio da seguire in modo assoluto. Non erano stati dei cattivi
genitori, aveva avuto anche lui i suoi momenti di affetto. Tuttavia tutto ciò
non cancellava l’assenza e il silenzio di quella casa. Aveva imparato a non
dispiacersene e a un certo punto era diventato così normale da non poterne fare
a meno. Nel vuoto di quella casa lui era padrone di quello che faceva libero di
mostrare la faccia che gli pareva, perché non c’era nessuno che lo poteva
vedere. Il non aver avuto mai nessun fratello con cui confrontarsi e nessuno di
cui occuparsi avevano fatto si che Edoardo non sapesse che prendersi cura di se
stesso. In tutto ciò che faceva perciò si poteva vedere l’anima del solista.
Poteva anche avere un pubblico che assisteva alla sua opera, ma era lo stesso
palco a stabilire le distanze. Tutti lo avrebbero guardato, ammirato, perfino
voluto bene. Ma nessuno lo avrebbe raggiunto, così come uno schermo stabilisce
il limite del contatto tra l’attore e il pubblico.
Per cui se raggiungere emotivamente Edoardo
era un impresa, capire cosa pensasse era pressoché
impossibile. Prendiamo le ragazze ad esempio. Nessuno avrebbe mai immaginato
che lui le detestasse e invece era così. Gli uomini erano prevedibili ma le
donne erano più pericolose di una calamità naturale: dietro un bel visino
nascondevano un pessimo carattere o delle brutte intenzioni. Spesso entrambe.
Le ragazze della sua età poi si portavano dietro un fare smorfioso che gli dava
il voltastomaco. E tuttavia per ironia della sorte lui le attraeva più di tutti
ed era sempre circondato da loro. Edoardo le considerava al pari di una scorta
d’onore, utile per evidenziare ovunque andasse il suo status di principe. Per il resto non voleva averci
niente a che fare.
Andrea era la prima ragazza che gli avesse
fatto venire voglia di conoscerla. Perché era la prima ragazza che gli avesse
mai opposto resistenza. Aveva un chiara coscienza del
suo aspetto e sapeva di non essere bello per i canoni normali. Però il fascino
non glielo aveva mai negato nessuno. Andrea era stata la prima. Su di lei né il
suo sorriso, né la sua gentilezza facevano presa, anzi sembravano un motivo in
più per stargli lontano. Quando quella ragazza lo guardava, lo vedeva per
quello che era. All’inizio si era spaventato a morte. Lei poteva distruggerlo
se lo voleva. Sarebbe stato facile vincere screditando Edoardo. Invece aveva
scelto di innalzare se stessa. Non aveva mai conosciuto qualcuno che pur
nutrendo intenzioni poco amichevoli, fosse comunque così corretto. Non era
tanto la sua indiscussa bellezza e intelligenza ad attrarlo. Ma quell’animo
limpido che si celava dietro a una ragazza che cercava di essere di ferro. Non
ci aveva messo molto a capire che Andrea era una principiante. Lui era da anni
che abbindolava le persone con il suo fascino. Lei era solo agli inizi, e per
giunta non sembrava in grado di scendere a quel livello di finzione, che alcuni
chiamerebbero ipocrisia. Lui fingeva di essere buono. Lei si impegnava ad
esserlo veramente. Lo divertiva questo sua ingenuità, lo sorprendeva sempre il
fatto che credesse seriamente nei buoni propositi.
Era perché in un modo o nell’altro si era
trovato spesso a guardarla che si era accorto dei sentimenti di lei. Non che
lei fosse stata brava a tenerlo nascosto. La ragazza era una pessima attrice e
a aveva un controllo emozionale piuttosto limitato.
Gli era bastato vederla arrossire un paio di volte di fronte a Lorenzo per
capire che le piaceva lui. E li aveva fatto una smorfia. Che caduta di stile. A
una ragazza così non poteva piacere un idiota come quello. Lorenzo era uno
studente mediocre, che passava le sue giornate a dormire sul banco o a dire
scempiaggini che neanche un mentecatto poteva pensare e il cui unico talento
consisteva nel saper correre dietro una palla da basket. Proprio il genere di
persona con cui non avrebbe mai voluto trovarsi a condividere lo spazio. Però
era proprio di questo essere che Andrea si era innamorata e Lorenzo era l’unico
potenziale mezzo di avvicinamento tra lui e lei. Edoardo che solitamente non si
curava né delle cose né del prossimo, per lui mere comparse del suo
protagonismo, si era appassionato per la prima volta a qualcosa e quella cosa
era lei: Andrea.
-Ti piace Lorenzo?- quella era una domanda non
da lui doveva ammetterlo. Troppo impulsiva, troppo imprudente. Eppure moriva
dalla voglia di farla per vedere che espressione avrebbe fatto Andrea. Ce
l’aveva in pugno.
- Si- ammise la ragazza, la sua faccia
l’emblema dell’imbarazzo. Edoardo che pensava di spiazzarla, ora era lui quello
spiazzato. Ma naturalmente niente di tutto ciò gli si lesse in faccia. Contegno
prima di tutto.
- Non lo dire a nessuno- aggiunse poi lei, con
un tono così deciso, che sembrava fosse lei ad avere il coltello dalla parte
del manico e non il contrario. Andrea più tardi si sarebbe chiesta come fosse
riuscita ad uscirne così dignitosamente. Probabilmente la rivalità con Edoardo
era stata decisiva per impedirle di scoppiare in lacrime.
- Bene!- esclamò lui. Senza farsi subissare
dalle domande che gli frullavano nel cervello, Edoardo riacquistò la sua facciata
pubblica- io ti posso aiutare!- e lo disse con un tono così certo e privo di
malizia da non lasciare dubbi alla veridicità delle sue parole. Addirittura si
sarebbe potuto scorgere dell’entusiasmo.
- Scusa?- questa volta Andrea era palesemente
stupita. Anche se terrorizzata forse era l’aggettivo migliore.
- Anche se…Alvarado,
permettimi di dirti che hai davvero dei pessimi gusti. Voglio dire: Faleschini? Quello avrà letto si e
no due libri in tutta la sua vita, di cui uno è topolino e l’altro è la
gazzetta dello sport! Ora che ci penso un fumetto e un quotidiano non rientrano neanche nella categoria…- aggiunse poi blaterando
fra se.
- Se permetti chi mi piace è affar mio e se
hai finito di farneticare, io me ne vado!- seccata e offesa si alzò e prese a
camminare. In uno scatto Edoardo le fu accanto.
- Ma non sto farneticando! Ti voglio davvero
aiutare-
-E da quando mister io “inganno il prossimo
con la mia recita” è diventato un benefattore dell’umanità?- disse con sarcasmo
senza neppure voltarsi e continuando a camminare.
- Il mio aiuto ti serve eccome!- disse Edoardo
e in quel momento Andrea capì che lui si era accorto delle sue difficoltà a
interagire con i maschi.
- Che cosa ti fa pensare che voglia combinare
qualcosa- disse arrossendo e fermandosi per poterlo guardare in faccia- e poi
tra tutte le persone tu sei l’ultima a cui chiedere qualcosa!
- Ma l’hai fatto- ribatté candidamente
Edoardo.
- E quando!- disse scettica.
- Quando mi hai detto di tacere
- Era un ordine non una richiesta.
- E io che pensavo che esistesse il libero
arbitrio- disse in tono canzonatorio Edoardo.
- Non oseresti…- disse in tono intimorito Andrea.
Improvvisamente cercò di figurarsi Edoardo che spiattellava a tutti della sua
cotta. Un disastro, ecco cosa.
- Certo che non oserei- disse lui offeso- ti
stavo solo provocando sciocca!
Ignorando l’insulto del ragazzo Andrea chiese
quello che avrebbe voluto chiedergli fin dall’inizio:- perché?
-
Perché,
cosa?
-
Perché
lo faresti, tu cosa ci guadagni.
-
Niente-
disse e poi dopo una pausa aggiunse sorridendo- ho solo pensato che sarebbe
divertente.
-
Ma
quanto sei convincente- sputò fuori lei, e così dicendo si voltò per andarsene.
-
Pensaci-
disse lui trattenendola per un braccio. Poi proseguì con un tono di voce ancora
più serio- non ti sto fregando- e così dicendo lasciò che proseguisse la sua
strada, mentre lui si dileguava.
- Edoardo…- disse una voce in tono piatto.
- Che c’è?- rispose Edoardo in modo stanco e
annoiato. Il posto era l’enorme soggiorno di casa Rossi. Il tavolo era pieno di
libri e quaderni, ai lati di esso, seduti l’uno di fronte all’altro, c’erano
Edoardo e Daniele Pascolini; facevano i compiti e
studiavano, quanto meno ci provavano. La concentrazione di Edoardo, di solito
perfetta, era ai minimi storici e perciò si era lasciato scivolare sul tavolo
languidamente, mentre l’ultimo raggio di un pomeriggio ormai tardo filtrava
dalle enormi vetrate, svelando l’autentico colore castano chiaro dei suoi
capelli di soliti gellati.
- La Sanchez ti stava antipatica. Perché ti
immischi con lei? - chiese Daniele.
Edoardo sorrise leggermente a sentire il
nominativo usato da Daniele per riferirsi ad Andrea Alvarado.
Glielo avevano affibbiato da quando la prof di ed. fisica l’aveva chiamata così
per sbaglio. Alla ragazza non era piaciuto, forse per questo Daniele, a cui
stava antipatica Andrea,
la chiamava con un nome che sapeva le faceva solo che dispiacere.
- Non mi stava antipatica- ribatté in tono
pigro Edoardo.
- A me si…
- Sarà divertente- aggiunse poi Edoardo. Era
l’unica risposta che gli venisse in mente anche se
aveva poco senso.
L’altro ragazzo non disse più nulla.
Daniele era l’unico amico che Edoardo si era
portato dalle medie. L’aveva conosciuto all’ultimo anno e da quel momento non
gli si era più staccato di dosso. Era un tipo singolare, il cui sarcasmo faceva
spesso sorridere Edoardo. Abituato alle frivolezze e alle lusinghe, Edoardo apprezzava
la cattiveria intrinseca di certi discorsi di Daniele. Tuttavia pur essendo
crudelmente critico nei confronti degli altri a lui invece non aveva mai
criticato nulla e questo era una caratteristica che una persona orgogliosa come
Edoardo apprezzava moltissimo. Significava tanto che di fronte al suo strano
comportamento Daniele si fosse limitato ad essere perplesso. Infatti
Edoardo per agganciarsi a Faleschini aveva accettato
l’invito delle ragazze che facevano parte della sua compagnia. La cosa aveva anche
il vantaggio di accrescere la sua popolarità per cui non l’aveva presa come un
sacrificio insopportabile. Essendo Edoardo un animale sociale adattabile ad
ogni terreno, gli ci era voluto poco per diventare amico di Lorenzo. Questo e
anche il fatto che probabilmente Faleschini pensava
che Edoardo sarebbe stato utile negli studi. Doveva ammettere però che
alcune delle sue battute erano divertenti e che senz’altro sapeva come rendere
animata una serata. Tuttavia non capiva cosa potesse piacere ad Andrea di uno come lui. Agiva e parlava senza riflettere, una dote per
lui catalogabile come stupidità piuttosto che come liberalità di spirito. Confuso
ancora una volta dal comportamento della ragazza, Edoardo si rifiutò di
continuare a rimuginarci sopra, una cosa assolutamente non da lui. Perciò si
rimise a fare la versione di latino con il suo solito atteggiamento di cui
Daniele, preoccupato più di quanto Edoardo fosse capace di percepire, fu molto
grato.
Il risveglio era stato orribile. Non sapeva
come diavolo facesse sua madre a svegliarsi sempre e comunque di buon umore. Ad
Andrea non era mai riuscito. In modo particolare quel giorno. E non centrava
nulla il fatto che fosse una caratteristica genetica, quella del cattivo umore
mattiniero, trasmessa di generazione e generazione da ogni Alvarado
(suo padre poteva vantare un pessimo umore mattiniero più cavernoso del suo): Edoardo
Rossi sarebbe bastato a dare dei grattacapi a chiunque. Specialmente dopo la
conversazione del giorno prima. Andrea avrebbe voluto affogarsi nella doccia al
solo pensiero. Dire che era preoccupata era dire poco. Era terrorizzata.
Più pensierosa che mai anche per i suoi
standard, Andrea bevve il suo latte del mattino. Mise la prima cosa in nero che
avesse trovato nell’armadio, nella speranza quasi che la rendesse invisibile.
Poi con la nausea salì sul suo autobus, non salutando nessuno. E sempre per i
fatti suoi si mise ad ascoltare musica.
Edoardo le aveva detto di volerla aiutare. Il
solo fatto di pensare a lui in veste di cupido era terrificante. A spaventarla infatti non tanto l’eventualità di diventare il
pettegolezzo del mese ma il fatto che Edoardo entrasse nella sua vita. Non che
improvvisamente credesse nella sua discrezione. Aveva promesso il silenzio ma
era pur sempre un ragazzo e il suo rivale. Però credeva nell’anima da
negoziante di Edoardo. Probabilmente questi avrebbe taciuto se lei gli avesse
permesso di intromettersi nella sua vita amorosa. Non aveva dubbi sul fatto che
si, Edoardo sicuramente lo avrebbe trovato divertente.
Molto di più che se avesse spifferato a tutti quello che sapeva. Tuttavia un
simile ricavo, considerata la persona, a lei sembrava comunque insufficiente. Poteva
toglierla di mezzo una volta per tutte, perché non lo faceva? Sfortunatamente il tragitto in bus fu troppo
breve per permettere ad Andrea di riflettere maggiormente sui suoi quesiti.
Percorse il tragitto autostazione scuola come se fosse ingessata. Non sentì
neanche il freddo. Se avesse piovuto non se ne sarebbe accorta. Ma fu quando
entrò in classe e vide chiara che gli sorrideva e metà classe che la salutava
con il solito calore, che Andrea capì di aver fatto centro. Edoardo per qualche
oscuro motivo voleva interferire nella sua vita.
Senza poter evitarlo il suo sguardo cercò la
sua figura. Lui però a sorpresa non la guardava. Stava semplicemente ripassando
gli appunti della lezione, scambiando qualche parola col suo compagno di banco
di tanto in tanto. Sembrava completamente rilassato. Chissà come la cosa
rilasso anche lei, per cui fu con il suo solito atteggiamento che si sedette
accanto a Chiara.
Due ore di latino e una di biologia dopo, ci
fu finalmente la pausa. Andrea ne approfitto per trascinare Chiara in cortile e
raccontarle tutto.
- Edoardo sa tutto- disse Andrea concitatamente,
la sua tranquillità sfumata.
- Sa cosa?- chiese cadendo dalle nuvole
Chiara. Andrea sospirò mentalmente. A volte davvero avrebbe voluto la sua amica
fosse più svelta di comprendonio. Le avrebbe risparmiato metà delle
chiacchiere.
- Sa che mi piace Lorenzo-
-Oh…- l’esclamazione stupita di Chiara e il
suo successivo silenzio non l’aiutava per niente a sentirsi meglio. Sul suo
viso tornò a dipingersi l’espressione ansiosa della mattina. Magari se avesse
sbattuto forte la tesa contro il muro, sarebbe passato tutto.
- Ciao Andrea, che bel look total black- a parlare fu Edoardo che si era materializzato
apparentemente dal nulla al suo fianco. Andrea lo guardò male sia perché
l’aveva chiamata per nome, cosa che la faceva sentire alla sua mercè, sia perché
aveva criticato i suoi vestiti, la cui scelta sbagliata non era che colpa sua.
Edoardo invece sfoggiava un bel maglioncino verde prato che sembrava voler
gridare al mondo il suo buon umore.
- Che vuoi Rossi?- probabilmente era la prima
volta che Andrea invece di sforzarsi di essere educata era volutamente
aggressiva. Edoardo parve apprezzare il suo tono.
- Io? Nulla!- disse in tono angelico- stavo
solo parlando con Faleschini di sport quando mi è
venuto in mente che tu hai giocato a pallavolo per cui di sport te ne intendi
molto più di me. Lui stava cercando di spiegarmi qualche mossa di basket, di
cui però non ci ho capito un accidente- l’ultima frase la disse con un tono
finto vergognoso assolutamente convincente. – Non è vero Fale?
Fu in quel momento che Lorenzo sbucò da dietro
Edoardo, lasciando le due ragazze senza fiato. Andrea era così intenta a
fulminare Rossi che non si era accorta dell’arrivo di Lorenzo.
- Si! Comincio a pensare che sei negato Edo! –
disse il ragazzo sghignazzando. – e a te piace il basket, Andrea?
Il cervello di Andrea ebbe un attimo di black out. Lorenzo era assolutamente divino con quei
pantaloni neri larghi e la maglietta bianca.
- Ma certo che si! Me ne parlava l’altro
giorno- intervenne Edoardo per coprire l’imbarazzo di Andrea, mentre passava un
braccio intorno alle spalle stringendole poco delicatamente una spalla.
- Infatti!- disse Andrea recuperando la voce e
la lucidità. Il gesto di Edoardo era servito a risvegliarla. L’aveva lanciato in campo e ora doveva
giocare.
- Cosa ti piace del basket? Ce l’hai sky? Sai io non vedo l’ora che mio padre me lo prenda così
potrò vedere le partite dell’NBA.Io tifo Toronto, una squadretta se paragonata ai Lakers, ma
a me piace lo stesso!
E non ci fu bisogno di aggiungere altro perché
con Lorenzo bastava toccare il tasto giusto che lui si avviava da solo. Edoardo
sparì lasciandoli soli, trascinando con sé Chiara.
- Non ti preoccupare la tua amica è in buona
compagnia- disse Edoardo a Chiara sfoggiando uno dei suoi sorrisi più
seducenti. Chiara era sbalordita ma non fece domande perché Edoardo la metteva
un po’ in soggezione. Si voltò un attimo per assicurarsi che Andrea stesse
bene. – tu invece puoi rimanere con me, se ti va – aggiunse lui gentilmente.
- Certo- rispose Chiara sempre più sbalordita.
Avevano fatto pochi passi in corridoio che una figura li raggiunse. Chiara
riconobbe in lui Pascolini, un ragazzo silenzioso e
taciturno che sembrava essere l’ombra di Rossi. Le fece un cenno con la testa,
tenendosi in disparte mentre sgranocchiava patatine da un sacchetto.
- Allora tu e Alvarado
siete amiche da molto?- chiese Edoardo.
A fine lezione una ragazza vestita di nero
come i suoi lunghi capelli si avvicinò a un ragazzo dai capelli castani e lo
sguardo interessante, seduto sui gradini della scuola, incurante della folla di
gente che gli passava a fianco.
- Allora come è andata?
- Bene!- ammise lei malvolentieri.
- Non fare quella faccia. Te la sei cavata
benissimo, no?- disse lui con un ghigno.
Andrea non rispose. Con un gesto improvviso si
sedette di fianco a lui e togli dogli un auricolare gli chiese- Cosa ascolti?
- I Corn.
- Tu ascolti questa roba?
- Non dire “roba” sembra che stai parlando di
spazzatura
-…
- TU hai davvero dei pessimi gusti Alvarado- disse mezzo indignato, mezzo divertito- ascolta e
impara, può darsi che con l’applicazione riuscirò a inculcarti della sana
cultura musicale -
il tono teatrale fece ridere Andrea.
- E come? Il volume è così basso che riesco
mala pena a sentire… con tutta questa folla poi
- Beh ci tengo al mio udito
- Si ma neanche i
vecchietti ascoltano a questo volume!
- Sbaglio o mi hai appena dato dell’anziano? In effetti non più tardi di ieri sera ho avvertito uno
strano dolorino alle giunture…sto invecchiando! Devo dire a mio padre di
portarmi alle terme…
Andrea scoppiò a ridere suo malgrado.
Alcuni si voltarono a vedere quel quadretto,
la maggior parte era però troppo ansiosa di tornare a casa. Chiara guardava i
due dalla porta di ingresso assieme a Daniele giunto nel medesimo momento.
Lanciò uno sguardo allarmato a Daniele, che si limitò a scuotere la testa. Erano
irrecuperabili, pensarono entrambi.
continua
Nda: ciao! Avrei voluto postare prima
ma c’è stato il matrimonio di mia sorella. Questo capitolo è nato tra un pausa e l’altra in cui scrivevo in un quaderno , mi ci è
voluto più del previsto a ricopiare sul pc i vari
pezzi.,^^ Non so esprimermi su questo capitolo, avrei voluto scrivere di più ma
così facendo l’avrei reso fin troppo lungo temo, per cui ho preferito rimandare
al prossimo. Ditemi cosa ne pensate, ne
sarei felicissima. ^^ grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di
leggere e a chi ha recensito!
Sheila:
grazie per aver detto che non è demenziale. Non avendo mai
pubblicato niente di originale qualche dubbio ce l’avevo. Non sarà una storia
facile a partire dai personaggi,spero continuerai
a leggere, kiss.
Xsemprenoi: Edoardo piace a tutti!^_^ Ma
riserva molte sorprese! Besos1