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Autore: elyxyz    27/09/2009    27 recensioni
A volte, hai seriamente il dubbio di essere realmente l’idiota che lui ti dice che sei.
Perché, davvero, sei l’unico che non capisce mai,
assolutamente mai i segnali che lui dà.
Anche adesso, nel bel mezzo della caccia... Il principe storce il naso, e gli altri nobili annuiscono.

Annuiscono per cosa?!
Lui occhieggia a destra – e tu pensi che magari gli è entrato qualcosa nell’occhio – e invece metà di loro scatta fulminea in quella direzione.
Lui alza una mano puntandola
nel nulla di fronte e poi nel nulla a sinistra, e i restanti si dividono e partono e tu non sai a fare cosa.
(...) Arrivi addirittura a pensare che dipenda dalla differente educazione che avete ricevuto.
A Corte, fare o non fare, capire o ignorare certi segnali può fare la differenza tra vivere e morire – o finire alla gogna, ma questa è una tua prerogativa.

(...) Poi invece arrivano quei momenti in cui...
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
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Note: Flash-fic di 500 parole esatte.

Niente slash stavolta, a meno che voi non vogliate vedercelo. ^__=

Questa fic è stata scritta mesi fa, prima che iniziasse la seconda serie. Eventuali coincidenze con essa sono appunto casuali coincidenze. Ma niente che sia spoiler, fidatevi.

 

 

Vorrei dedicarla a BellaBlack, per sdebitarmi del suo bellissimo regalo.

E a quelle persone che, come lei, hanno commentato la mia precedente fic su Merlin e a quanti lo faranno.

Grazie di cuore.

 

 

 

 

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by elyxyz

 

 

 

POV Merlin

 

 

 

A volte, hai seriamente il dubbio di essere realmente l’idiota che lui ti dice che sei.

 

Perché, davvero, sei l’unico che non capisce mai, assolutamente mai i segnali che lui dà.

Anche adesso, nel bel mezzo della caccia… Il principe storce il naso, e gli altri nobili annuiscono.

Annuiscono per cosa?!

 

Lui occhieggia a destra – e tu pensi che magari gli è entrato qualcosa nell’occhio – e invece metà di loro scatta fulminea in quella direzione.

 

Lui alza una mano puntandola nel nulla di fronte e poi nel nulla a sinistra, e i restanti si dividono e partono e tu non sai a fare cosa.

Resti lì, imbambolato, o addirittura inciampando nei tuoi stessi piedi, mentre l’erede al trono ti guarda come se fossi Un Caso Perso.

Diamine!, usano un codice segreto che tu ignori?

Ma che segnali sono?!

 

Tutti i suoi cavalieri li recepiscono al volo, assentono, e fanno ciò che il principe desidera. Ma tu no.

Tu lo deludi, tu fraintendi, tu hai bisogno di parole.

E’ pur sempre vero che magari sono loro ad essersi abbassati al suo livello – non a caso è Artù in persona ad addestrarli come più gli aggrada – ma neppure questo ti convince appieno.

 

Arrivi addirittura a pensare che dipenda dalla differente educazione che avete ricevuto.

A Corte, fare o non fare, capire o ignorare certi segnali può fare la differenza tra vivere e morire – o finire alla gogna, ma questa è una tua prerogativa.

 

Hai veramente la convinzione che non ci sia dialogo, fra voi. Certe volte ti sfiora il dubbio che stiate parlando due lingue diverse.

 

Poi invece arrivano quei momenti in cui noti il guizzo della sua mascella e sai che si sta mordendo la lingua a sangue pur di non rispondere a tono a suo padre, oppure quando raddrizza le spalle e tenta di sembrare più grosso e intimorente di quello che già è.

 

Mentre inclina lievemente il labbro verso destra, sai che è orgoglioso di come stanno andando gli allenamenti, e che i suoi cavalieri sono valorosi e forti come si aspetta che siano.

Sfinito e sudato, puzza pure di capra, ma ha quell’espressione di soddisfazione che lo ripaga di tutto.

 

Come nel momento in cui abbatte un grosso cervo e pregusta l’attimo in cui lo mostrerà al re e proporrà di attaccarne l’enorme palco nella sala delle udienze. E forse, forse riceverà l’approvazione paterna che tanto gli manca. 

 

Talvolta gli scorgi un lampo indefinito – gratitudine? – nello sguardo, quando ritrova la tinozza già fumante e, stanco, si lascia spogliare.

 

Oppure quando vorrebbe i biscotti alla cannella ma sa che è sciocco e infantile, sa che non può permettersi di chiederli o si rovinerebbe la reputazione, e tu gli fai casualmente scivolare nella saccoccia un fazzoletto con dentro una manciata di dolcetti che la cuoca ti ha fatto, esaurita dalle tue fastidiose suppliche.

 

E allora ti dici che, in fondo in fondo, qualcosa la sai capire anche tu.

E hai tutto il tempo del mondo per imparare tutto il resto.

 

 

 

- Fine -

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Note: Per chi non lo sapesse,  l’insieme delle corna dei cervi si chiamano ‘palco’.

 

Sarò strana io, ma le scene in cui il povero Merlino è bistrattato quando sono a caccia mi fanno provare pena per lui.

Sembra un pesce fuor d’acqua e, se da un lato la cosa fa sorridere perché è buffa, mi sono messa nei suoi panni e non dev’essere piacevole.

 

 

Il terzo capitolo della raccolta Begin Behind (Alle Origini del Mito) arriverà tra qualche giorno, ho ancora fede che qualcuno mi dia un parere sui caps già postati.

 

 

Un grazie di cuore a chi commenterà.

 

 

 

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Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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