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Autore: Donna Fugata    30/09/2009    7 recensioni
Del 90% delle ragazze che credono di essere incinte, solo il 30% lo è realmente. Di questo 30% solo il 15% sceglie di tenere il bambino. Per di più solo il 5% delle ragazze è minorenne. Chiara era minorenne e per lo più era incinta. Solo che ancora non lo sapeva.
Le conseguenze di una vacanza estiva condita di un amore estivo travolgente ed appassionante, al quale una ragazza di 17 anni non ha saputo dire di no. Chiara si renderà conto che non si può essere sempre spensierati e che alle proprie scelte corrisponde una responsabilità.
Titolo preso in prestito dall'opera omonima ben più famosa di David Grossman. Ispirato ad una storia realmente accaduta.
Genere: Romantico, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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2 what would my mamma do

* What would my mama do, what would my daddy say



Every night I go

Every night I go sneakin' out the door,

I lie a little more,

Baby I'm helpless.


What would my mama do,

If she knew 'bout me and you,

what would my daddy say...

Pixie Lott – Mama do



Andrea, è meglio che chiudi va', c'è un vento...”

Scusa un secondo...” dissi appoggiando il telefono alla mano e voltandomi verso il bancone del bar, Andrea non era lì, bensì al mio fianco.

E' meglio che entri, il vecchio vuole che chiuda.” disse sorridendomi.

Sorrisi a mia volta e entrai.

E' successo qualcosa?” Mi chiese la voce di Marta.

Oh no, c'è solo un temporale e allora sono dovuta entrare.” dissi facendo finta di niente, incapace di smettere di guardare Andrea, il barista dell'Hotel dove mi trovavo, che sistemava i tavoli sulla terrazza dov'ero rimasta fino a qualche secondo prima. Era sexy, così dannatamente sexy.

Allora,” dissi distraendomi e guardando da un'altra parte. “Dov'eravamo rimaste?” chiesi cercando il filo conduttore di quella conversazione.

No, ti stavo dicendo che qui ho conosciuto un ragazzo.” Potevo sentire il suo imbarazzo nel dirmelo anche se lei si trovava dall'altra parte dell'Europa.

Giusto...” dissi sorridendo istintivamente, “E?” la incoraggiai dato che il suo intento era tenermi sulle spine.

Non lo so, sai come sono, ho paura che mi stia solo prendendo in giro...”

Senti, sei una ragazza intelligente e simpatica, perché diamine non dovrebbe volerti?” chiesi io.

Lo sai perché...”

Sei anche bellissima...” aggiunsi leggermente affranta dal suo comportamento. Doveva sciogliersi, per Dio!

Sì, magari ti sei dimenticata come sono fatta dato che è da un bel po' che non ci vediamo...” era affranta anche la sua di voce.

Martaaa...” dissi con rimprovero.

Ascolta, lui è un bel ragazzo, proprio bello e io ho paura solo che voglia dimenticare la sua ex, con cui è stata insieme e ho paura che...”


Tu-tu.


Tu-tu.


Guardai il telefono che mi indicava che la chiamata era terminata. “Cazzo.” sussurrai fra le labbra infilandomelo in tasca.

Andrea passò esattamente in quel momento carico di tovaglie e portaceneri e disse “Successo qualcosa?” con tono estremamente ironico e divertito.

Aveva la mania in questi giorni di osservare attentamente ogni cosa che facevo e farmela notare continuamente. Mi sentivo quasi braccata.

Ho finito i soldi.” risposi a malincuore sentendo il cellulare vibrare. Sapevo che era il credito quindi evitai di guardare.

E' che stai troppo a parlare con il moroso...” commentò lui sistemando il bar.

Sì, certo.” risposi ironica. Come se ce l'avessi il moroso.

Perché non c'è?” chiese lui con un sorriso malizioso guardandomi dritto negli occhi.

Non ho mai sopportato le persone che non conosco che si prendono la libertà di osservarmi in modo così spudorato. Il contatto visivo per me è sempre stata una fra le forme più intime di contatto e quando lui mi fissava con quegli occhi dannatamente verdi e dannatamente belli mi sentivo una tempesta dentro, mi sentivo sconvolta, come se il mondo si fosse rovesciato su e giù, su e giù. Probabilmente arrossii, ma non ci pensai troppo.

No, non c'è il moroso.” risposi evitando di guardare quegli occhi intensi.

Potevo vedere i suoi movimenti sebbene non lo stessi guardando e sebbene fingessi di essere incantata da qualche punto della sala dell'albergo che si intravedeva nell'altra stanza non appena lui smise di pulire il lavello i miei occhi saettarono verso di lui.

Trovai come tante altre volte ancora il suo sguardo sul mio. Stava sorridendo.

Questa è una bella notizia,” disse penetrandomi con quegli smeraldi e mi sentii cadere e probabilmente sarei caduta se solo non fossi stata seduta su uno sgabello.

Gli tenevo compagnia, dato che mia nonna, con cui ero venuta a passare una settimana al mare era di sopra in camera che probabilmente ronfava.

Quelle parole lì per lì, a parte quell'effetto immediato, non fecero tanti danni a quella che era la mia psicologia labile di ragazza attratta dal barista dell'albergo. Era solo lusinghiero con una ragazza dell'hotel, voleva solo rendersi simpatico e tirarsela un po', tutto qua. Era sciocco pensare che un uomo sposato, di 29 anni, con una bambina di 12 mesi, potesse fare dei complimenti seri ad una quasi diciottenne.

Ma c'era qualcosa nel suo sguardo e nei suoi gesti che non mi rendevano tanto sicura su quello che era il suo comportamento e le sue vere intenzioni.

Finsi di non sentire e appoggiai il gomito sul tavolo, stringendomi la testa fra le mani. Lui rimase in silenzio per un po'.

Vuoi bere qualcosa?” disse preparando un bicchiere.

Sì grazie, quasi quasi...”

Alcolico, dato che non c'è la nonna, giusto?”

Era da quando ero arrivata che cercava di farmi bere qualcosa di alcolico, forse il suo desiderio era vedermi ubriaca fradicia. Non avendo nulla contro l'alcool ed essendo costretta ad una vacanza con la nonna, dato che la mamma aveva tirato pacco all'ultimo momento e mi era toccato sostituirla, il che era tutto il contrario degli svaghi cui di solito ero abituata, accettai di buon grado.

Sorrise ancora. “C'è qualcosa che preferisci?” chiese.

Sexy Speed.” dissi tirandomi indietro dal bancone. Mi sentivo un po' a disagio, non so perché.

Sesso veloce...” tradusse lui malamente perché sarebbe stato sessualmente veloce, ma non glielo feci notare. “Non è mica meglio lento?” chiese cercando il mio sguardo.

Si divertiva a stuzzicarmi lo stronzo. E io non è che non stessi al gioco per carità. Che cosa voleva che ne sapessi io di sesso? Quando il massimo a cui ero arrivata erano dei semplici preliminari finiti con l'arrivo di mio fratello al piano di sotto?

Ovviamente, si gusta tutto di più.” risposi maliziosa.

Troia.

Sì, ero stata troia, nel vero senso della parola. Ma me lo potevo permettere, lui era un uomo sposato, un padre sposato, barista dell'hotel in cui stavo.

Lui mi guardò ancora e poi rise, emettendo un suono grottesco quasi, ma naturale, veramente divertito. E qui avrei voluto dire che cazzo ti ridi? Ma rimasi in silenzio. Ero tesa, i nervi a mille.

Ero rimasta sola quella sera perché dovevo sentirmi con Marta, con cui avevo litigato e avevo bisogno di parlarle a quattr'occhi per chiarire la cosa e far sentire quello che pensavo. Mia nonna si sarebbe annoiata a stare a sentire i problemi di due (quasi) diciottenni e così le avevo detto di andare a letto che sarei tornata su presto. La sera prima, Andrea, aveva commentato la nostra dipartita -mia e di mia nonna, prima di andare a dormire- con l'esplicita richiesta che io rimanessi a fargli compagnia. Avevo rifiutato ovviamente, ma forse poi avevo anche chiesto a mia nonna di lasciarmi da sola, per avere l'occasione di rimanere con lui e vedere.

Vedere cosa?

Ecco qua.” disse porgendomi il bicchiere.

Sorrisi commentando con un “Grazie” e stavo quasi per sorseggiarlo quando lui mi disse.

Niente cin?”

Solo allora mi accorsi che si era preparato un bicchiere anche lui. “Non si dovrebbe fare a meno di bere in servizio?” dissi io con un sorriso.

Stasera non c'è nessuno, si può anche fare uno strappo ad una regola.”

Sì, con la scusa del temporale tutti erano in camera. L'albergo era veramente deserto. C'eravamo solo io e lui. E il custode, il tipo che gli aveva detto di entrare. Uau.

I bicchieri si scontrarono rumorosamente e mormorammo insieme le parole “Cin cin.” Ma prima di lasciarmi bere, mi bloccò.

Quando devi fare cin, devi guardarmi dritto negli occhi, così è veramente sincero il tuo augurio, altrimenti è sfuggente.”

I suoi occhi erano fuoco, puro fuoco ardente che bruciava ogni mia parte del corpo, o forse erano le mie guance ad essere infiammate, non lo so, non lo saprei dire nemmeno ora. Fatto sta che lui mi fece rifare il tutto e io mi sentii così imbarazzata a fissarlo, era così bello. Come faceva ad essere già sposato?

Finalmente sorseggiai.

Alcool, non si sentiva nemmeno. Era il gusto delle fragole a prevalere, ed era pericoloso, dannatamente pericoloso perché ne avrei potuto trangugiare litri senza accorgermene.

Di nuovo vibrò il cellulare.

E che palle.” commentai cercando il cellulare nella tasca.

Ancora il telefono?” disse Andrea.

Sì, uff.” sbuffai veramente amareggiata. Non sono una telefonomaniaca ma con la scusa che ero al mare isolata, mi ci ero davvero attaccata al cellulare. Peraltro non voleva uscire. Cominciai a svuotarmi la tasca e la prima cosa che uscì fu un accendino. Rosa salmone, il mio preferito.

Fumi?” mi chiese curioso.

Prima di rispondere lessi il messaggio.

Sono proprio contenta che ci siamo chiarite, mi sei mancata moltissimo in questo periodo e ho sentito che mancava quasi una parte di me. Immagino tu abbia finito i soldi, non ne ho abbastanza per richiamarti :) Un bacio, a presto, non vedo l'ora di vederti e abbracciarti.

Poco più giù compariva il nome del mittente: Marta.

Sorrisi e poi come trasognata risposi alla domanda. “Cosa?” dissi spaesata. “Oh, sì fumo...” aggiunsi poi orientandomi.

Vieni andiamo a fumarci una sigaretta allora...” commentò lui tirando fuori un pacchetto di Pall Mall rosse dal grembiule che indossava come divisa da lavoro.

Pall Mall rosse?!” chiesi esterrefatta.

Erano le uniche rimaste nel distributore.” rispose lui con un sorriso.

Tieni va,” risposi io dandogli una Camel mentre uscivamo coraggiosi fuori.

Come due persone pensino di poter fumare delle sigarette in una località costiera durante un temporale estivo di fine agosto, io non lo so. So solo che noi lo facemmo.

L'accendino che avevo tirato fuori ce l'aveva lui, e stava lottando contro il vento per accendersi la sigaretta. Ci riuscì. Io stringevo la mia fra le labbra quando lui si avvicinò e fece scattare il meccanismo premendo sulla parte superiore con il pollice. Si sprigionò una debole fiamma che fu mangiata immediatamente dal vento. Misi le mani davanti all'accendino per coprirlo dal vento e incidentalmente toccai la sua, già prontamente posta a difesa della fiamma.

Il mio cuore pacifico e tranquillo cominciò a battere prepotentemente e solo in quel momento mi resi conto di cosa stavo facendo. Avevo appena bevuto un intero drink alcolico, offertomi da un barista che conoscevo appena, sebbene l'avessi incontrato anche l'anno prima. E ora ero in mezzo ad una bufera, in piena notte con lui, quasi mano nella mano, a fumare.

E' sposato, è padre, ha 29 anni.

Pronunciai questa specie di giuramento protettivo una, due, tre volte.

Eppure era particolarmente eccitante, come eccitante, caldo e estremamente bello era il contatto fra le nostre mani, mentre ancora lui tentava di accendermi la sigaretta.

Presi il mio tempo per osservarlo, mentre lui era così intento nella sua opera.

Era alto un po' più di me, forse un bel po' più di me. I capelli erano marroni, un marrone scuro e caldo, tagliati a spazzola, un po' più lunghi davanti dove terminavano appena sopra le orecchie con dei riccioli ribelli. Il viso era abbastanza squadrato, ma in qualche modo, terribilmente affascinante, o almeno, affascinante per me. Fra le labbra rosee quasi bianche stringeva la sigaretta che lui era già riuscito ad accendersi da cui pendeva pericolosamente una quantità sostanziosa di cenere. Sul mento e parte delle guance si intravedeva appena un po' di barba scura.

Indossava come ogni giorno, una camicia bianca con le maniche arrotolate appena sopra il gomito che esaltava le spalle larghe e la vita stretta, e poi dei pantaloni neri e semplici, sopra cui c'era legato quel grembiule rosso da cui aveva tirato fuori le sigarette. Aveva un neo sul braccio sinistro che non mi piaceva, proprio no. Era grosso, quasi enorme. Brutto.

E' accesa.”

La sua voce, roca e profonda, mi riportò di colpo alla realtà. Mi tirai indietro d'istinto, percependo un'altra volta quel contatto fra noi, caldo e troppo vicino. Feci un balzo più che altro e arrossii, questa volta sicuramente. Chissà da quanto tempo si era accorto che io lo stavo osservando.

Aspirai con foga quasi dal filtro, cercando di tirare su da quella sigaretta un po' di sicurezza e tranquillità per essere a mio agio, nonostante l'alcool mi avesse dato già un po' di quell'effetto.

Non abbastanza evidentemente.

E' bello, vero?” disse guardandomi. Mi stava osservando da quando ero saltata via dalla nostra vicinanza.

All'inizio non capii a cosa si stava riferendo, ma poi mi resi conto che parlava del paesaggio attorno a noi.

Il vento mi scompigliava i capelli, li ho ricci, dei boccoli definiti generalmente e anche piuttosto belli, ma sono sicura quella sera fossero terribilmente arruffati e ribelli. Continuavo a tirarmeli via dalla faccia dato che lui era opposto alla direzione del vento.

C'era il rumore del mare a colmare il silenzio fra di noi e il suono dei tuoni, una voce possente, inquietante. La sabbia frusciava con un canto quasi più potente di quello del vento mentre io tremavo per l'aria sferzante.

E' bellissimo.” commentai con un soffio prima di aspirare un altro po' di fumo da quella maledetta sigaretta.

Come te.”

Non compresi immediatamente le parole che lui sussurrò. Sentii solo il mio cuore accelerare, salire pericolosamente in gola e bloccarmi il respiro. Mi scostai i capelli da davanti e lui era lì a guardare me con quel suo sguardo dannatamente sincero, con quegli occhi dannatamente penetranti. Non dissi nulla, non sapevo cosa poter dire.

Sei diventata troppo bella dall'anno scorso,”

Non ci credevo veramente a quelle parole, non volevo crederci a quelle parole e non avevo idea di cosa diamine volesse lui da me. Ero solo consapevole, no a quel tempo non ancora, che le mie emozioni erano decisamente incontrollabili.

Certo che ce l'ha mangiata il vento questa sigaretta.” dissi cambiando disperatamente il discorso e girandomi a buttarla oltre la siepe.

C'è sempre tempo per un'altra.” rispose lui prontamente.

Sorrisi, avrei voluto dire che faceva troppo freddo, ma rimasi in silenzio, era una situazione strana, eccitante, rischiosa. Non sapevo le sue intenzioni, non conoscevo le mie. Era una partita ancora tutta da giocare.

Tirai fuori il pacchetto di sigarette e glielo porsi.

No, tocca a me offrirle.”

Pall Mall? No grazie, non riesco proprio a fumarle,” risposi io nella più completa sincerità.

Presi una Camel, mentre lui si accese coraggiosamente una delle sue. Mi pose l'accendino chiedendo, “Vuoi una mano?”

Prima ci provo da sola,” risposi con un sorriso.

Aspettai che lasciasse cadere l'accendino nelle mie mani, ma sembrava non volerlo lasciare andare e allora lo presi dalle sue e ancora una volta quando ci toccammo una scossa, un fulmine vero e proprio attraversò il mio corpo.

Al primo colpo la sigaretta si accese. Questa volta ero stata fortunata, o sfortunata dipende dai punti di vista.

Ti rendi conto che se tu non fossi stata qui con tua nonna, io ti avrei già preso?”

Co-co-come scusa?

Era puro arabo la lingua in cui stava parlando. No, non arabo, turcomanno, ostrogoto.

Come scusa?

Rimasi lì a fissarlo, inebetita, i capelli sugli occhi, che mi coprivano parte del volto e così mi andava più che bene, perché probabilmente avrebbe pensato che fossi scema se mi avesse visto in faccia.

Era stato uno scherzo del vento quello che avevo sentito? Un tuono aveva modificato il suono delle sue parole?

Mi dicevo la mollerà una sera no?” disse. Potevo vederlo serio, per la prima volta attraverso i miei capelli. Serio. Comunque bello e dannatamente sexy.

Scusa, ma non sei sposato?” chiesi.

Avevo paura che mi rispondesse con una risata bella e buona e che mi aprisse gli occhi dicendomi che era tutto uno scherzo. L'attenzione alla sigaretta era svanita da un bel po'.

Felicemente anche, ma ho bisogno di divertirmi un po', non trovi?” mi chiese facendo un passo in avanti.

Cazzo.

Certo.” Sapevo cosa intendeva, staccare un po' dalla realtà. Ma lui era sposato aveva delle responsabilità.

E padre.

Ma non ami tua moglie?”

Lei è la persona giusta per me,”disse voltandosi dall'altra parte. Respirai a pieni polmoni per la prima volta da quando era iniziato quel discorso. “Ho trovato proprio la persona adatta a me, ma vedi, lei ha 8 anni più di me.”

Porca troia.

Cazzo.” Mi sfuggì. E mi resi conto subito che poteva non essergli gradito. “No, scusa, è che mi sembra strano.”

E lo è,” rispose lui guardandomi nuovamente e aspirando da quelle labbra terribilmente morbide, almeno all'apparenza. “Ma lei ormai ha capito che io ho bisogno di divertirmi ancora. Apparteniamo a due mondi diversi e lei sì, è veramente più vecchia di me, e nonostante tutto sento il bisogno di staccare. Si vive una volta sola, no?”

Sacrosanto. Annuivo, condividevo a pieno tutto quello che stava dicendo, ma non riuscivo a capacitarmene. Questo va bene se non hai responsabilità. Non se sei sposato.

Ma tu non sei sposata.

Vero, e Andrea poteva diventare la mia più bella avventura della vita.

In fondo, mi piaceva, era appurato che mi piaceva. E io gli piacevo, almeno a sentirlo parlare. E io avevo fantasticato qualche volta su di lui, lo ammetto. Non ero io quella sposata, non ero io quella con le responsabilità, era lui. Lui era quello che avrebbe dovuto dire di no, ma se lui non lo diceva.

Chiudiamo?”

La voce del custode mi, o meglio ci riportò alla realtà, con uno schiaffo poderoso e doloroso. Gettai il mozzicone della sigaretta e lui mi imitò. Ci infilammo nella porta che aveva lasciato aperta e finalmente il mio corpo fu di nuovo al caldo.

Non riuscivo a pensare lucidamente. L'alcool e Andrea insieme non andavano mischiati.

Ancora sveglia, signorina?” chiese il vecchietto.

Annuii. Avevo la bocca impastata e troppo poca saliva per muovere la lingua.

La nonna è a letto?”

Sì.” mormorai abbastanza decisa inforcando il telefono e guardando l'ora. Mezzanotte e mezza, relativamente presto.

Sergio, va giù a portare le casse, ti raggiungo non appena faccio l'ultima lavapiatti.” disse Andrea.

Lo guardai, no meglio, lo fissai con attenzione. E sentii per la prima volta il mio cuore palpitare rumorosamente. Lo guardai e fu inutile per me sorridere. Avevo trovato una persona con la mia stessa filosofia di vita, una persona che la pensava esattamente come me.

Divertirsi.

Vivere.

Cogliere le occasioni al volo.

Sergio, il vecchio custode scese le scale.

Se ti va di fare un giro aspettami sul lungomare.”

Sorrisi mentre anche lui scomparve.

Chissenefrega se era sposato. Era un suo problema, non il mio. Si vive una volta sola nella vita, non mille.

Probabilmente quella sarebbe stata l'unica occasione della nostra vita per passarla insieme, perché sprecarla?

Che senso aveva andarsene e portarsi appresso tutti i rimpianti?

Avevo diciassette anni e una vita per pensare alle responsabilità. Avevo diciassette anni e avevo voglia di vivere un'avventura, pericolosa, nuova ed entusiasmante.




Se solo avessi saputo a cosa mi avrebbe portato.




Note dell'autrice

In primis questo capitolo è narrato in prima persona perché i sentimenti/idee di Chiara così traspaiono molto meglio ed è questa la mia intenzione. Ogni capitolo che riguarderà incontri diretti fra Andrea e Chiara sarà narrato in prima persona dal punto di vista di Chiara, mentre gli altri saranno narrati in terza persona. Se la cosa risulta troppo destabilizzante, sono disposta a trasformare gli altri capitoli in prima persona.

Altra cosa, cronologicamente è antecedente il prologo pubblicato ieri. Al posto del personaggio di Chiara che racconta ciò che è successo questo è una sorta di flashback narrato direttamente dal suo punto di vista.

Una cosa che voglio mettere in chiaro e spero che sia arrivata a tutti è l'idea di vita che Chiara ha, giustamente alla sua età può permettersi di divertirsi e può permettersi di essere spensierata, o almeno così è come pensa. Andrea dall'altro lato sono consapevole sia poco sviluppato come personaggio in questo momento e so, e dev'essere così, che da l'idea di quello che ha voglia di approfittare della ragazzina sprovveduta. Dovrete accompagnarmi nella storia per sapere come va a finire XD.

P.S. Il prossimo capitolo è IL capitolo, se vi danno fastidio scene di sesso, fate a meno di leggerlo e aspettate l'aggiornamento seguente.

Per il momento è tutto.


Ringraziamenti:

Ringrazio di cuore le 7 persone che hanno aggiunto la storia o fra i preferiti o fra le seguite e in particolare chi ha recensito:

Dolce Mony: Grazie per il tuo commento, sono contenta che la storia ti abbia incuriosito e spero vivamente che continuerai a seguirmi! :D

nes 95: Grazie mille anche del tuo commento, e come vedi non devi preoccuparti, sono abbastanza veloce ad aggiornare XD. Grazie ancora, fatti sentire.

Yelena: Uau, è stata una bella sorpresa ricevere un tuo commento! *_* Ti avevo appena scoperta come autrice e come sai stavo divorando le tue storie che poi quando ho trovato il tuo commento sono rimasta esaltata. Come avrai saputo dai commenti adoro il tuo stile e gli argomenti che tratti dato che sono anche parte della mia personalità. Grazie di cuore del tuo commento, spero continuerai a seguirmi. P.S. Marta è un personaggio molto molto interessante e complicato ^^, avrà più rilievo nei prossimi capitoli.

  
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