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Autore: liviawood    02/06/2005    6 recensioni
Davvero tutto ciò che rimane del giovane Anakin Skywalker è il corpo fatto di macchine di Darth Fener? Davvero il suo cuore non è più di carne e di sangue ma di metallo?
E chi è quella giovane Jedi che ha fondato una ribellione in seno all'Impero Galattico?
Saranno pronti entrambi per lo scontro finale, lo scontro dell'odio con l'amore?

P.S.: incredibile ma vero, sono tornata. Perdonatemi!!
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anakin, Skywalker/Darth, Vader, Luke, Skywalker, Obi-Wan, Kenobi
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Padmè era sdraiata nella sua cuccetta; aspettava che Obi-Wan facesse passare a velocità luce per poter innestare il pilota automatico e raggiungerla. Lo Jedi aveva qualcosa di importante da dirle, lo sapeva.
Come al solito il suo pensiero vagava tra i mille ricordi che aveva di Anakin; il loro primo bacio sul lago, nella villa di Naboo... il loro matrimonio... la loro prima notte insieme... la sua scoperta di essere incinta... la gioia che aveva provato in quel momento...
Istintivamente la sua mano cercò il ciondolo di legno che lui le aveva regalato quella sera, nella nNave Reale di Naboo, quando ancora la credeva una giovane ancella della regina, ma non lo trovò.
Cercò di raggiungerlo con la mente, con il pensiero, come per sfiorare ancora una volta il suo Annie...
Successe come in un sogno. Allungò la sua percezione verso il ciondolo, e lo trovò.
Nel momento del contatto la sua mente fu dilaniata dal dolore. C’era una voce che gridava, straziata... la voce di Anakin, che la invocava
“Padmè... è un segno questo? Mi hai rinnegato? Non volevi niente di me neanche nella morte?”
Davanti agli occhi di lei si formò un’immagine sfocata. C’era lui, Darth Fener, inginocchiato davanti alla pira nella quale ardeva il falso cadavere di Padmè.
Con una mano si teneva la testa, in un gesto profondamente umano di disperazione. Nell’altra mano aveva il ciondolo.
Padmè non seppe mai perché l’aveva fatto; forse perchè sentiva il bisogno di rispondere alla preghiera straziante dell'uomo che amava. Le parole nacquero spontaneamente dalle sue labbra, come dettate da una volontà altrui. “No, Darth Fener. Non ho rinnegato mio marito, ho rinnegato te. Quel ciondolo è un dono di Anakin Skywalker. Si è salvato dalle fiamme perché anche il mio Annie si è salvato dalle fiamme. In te c’è ancora Anakin. Nel mondo c’è ancora Anakin. Tu lo sai, perchè sei il prescelto. C'è ancora del buono in te, lo so, e lo sai anche tu. Se no non potresti amarmi. Se non vuoi ammetterlo a te stesso... almeno porta con te quel ciondolo... porta con te l’ultimo ricordo di ciò che eri... di ciò che eravamo”
Le sembrò quasi di toccare la mente di Anakin.
Fu un'esperienza terrificante.
Ciò che sentì fu dolore, odio verso gli altri ma soprattutto verso se stesso, disperazione, orrore. Ma sentiva anche la passione, passione derivante dall’amore vorace che lui provava per lei, un amore che lo distruggeva, come la lava su Mustafar.
Seppe che Darth Fener stava piangendo.
Le venne istintivo. Protese la sua mente, quasi per abbracciarlo, per consolarlo.
“Ti amo, Annie”

“Padmè! Padmè, mi senti?”
La ragazza sbatté ripetutamente le palpebre, interdetta.
Era sdraiata per terra, e Obi-Wan la teneva tra le braccia, chino su di lei.
Aveva un’aria tesa e preoccupata.
Padmè si mise a sedere.
“Padmè! Stai bene?”
“Si, Obi... cosa è successo?”
Lo Jedi si rilassò, poi assunse un’aria adirata.
“Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?”
Solo in quel momento Padmè capì ciò che era realmente successo. Aveva parlato con Anakin.
Aveva rischiato di svelare tutto, tutto il loro perfetto piano. aveva rischiato di farli uccidere.
Si portò le mani alla bocca, inorridita.
Poi scoppiò in lacrime.
“Oh, Obi-Wan, è stato orribile... Annie è solo un bambino, un bambino che si è ritrovato coinvolto in qualcosa che non aveva la maturità per affrontare! Ha paura... si sente solo... crede di avermi uccisa e non può sopportare quella realtà, sa di aver distrutto la piccola famiglia che ci siamo creati, si odia per questo. Vorrebbe morire, vorrebbe farla finita. Odia Palpatine, e tu gli manchi! Eri ciò di più simile ad un padre che abbia mai avuto, e lui ti vuole bene, ma sa che ormai ti ha perso, come ha perso me e i bambini! Si era creato una piccola famiglia, e poi l’ha distrutta per colpa sua, sua e di Palpatine, e per questo ora odia entrambi. Si è aggrappato alla vendetta, ormai è tutto ciò che gli resta, oltre che il ricordo di noi, ricordo che però lo tormenta, lo fa soffrire. È dilaniato! E poi...”
Padmè guardò negli occhi Obi-Wan. Anche lui stava piangendo, commosso e sofferente.
“C’è qualcosa di sbagliato nel modo in cui mi ama”, ammise. “Mi ama in un modo che lo rode, lo brucia da dentro! La paura di perdermi ha fatto sì che lui si aggrappasse a me in maniera morbosa. Palpatine ha rovinato l’amore che lui provava per me! L’ha fatto diventare qualcosa di distorto! Lo odio!”
Padmè si aggrappò a Obi-Wan, scossa da violenti singhiozzi. Lo Jedi non sapeva cosa fare. Per una volta la Forza non poteva aiutarlo.
“Su... su, Padmè...”
Le baciò delicatamente la fronte.
“Odiare non serve a niente... peggiora solo le cose, e lo sai. Ora ascoltami, ti devo parlare, ed è molto importante”
I singhiozzi della ragazza diminuirono di intensità.
“Dimmi esattamente come hai fatto ad entrare in contatto con lui”
Padmè riflettè un momento.
“Stavo pensando al ciondolo. Non so come ho fatto. È stato come se...” si fermò, per cercare le parole giuste. “Come se stessi sondando l’universo alla ricerca di quel ciondolo con un braccio invisibile che partiva da un punto imprecisato dentro di me. Una proiezione del mio pensiero” Obi-Wan la scrutò, pensoso.
“Padmè, lo sai che mi hai appena fatto una descrizione dettagliata del modo in cui i Jedi usano la Forza?”
La ragazza impallidì.
“Non mi stai mica dicendo che ho usato la Forza, vero?”
“Invece te lo sto proprio dicendo, e del resto sapevo già che prima o poi sarebbe successo. Quando avevi due anni abbiamo chiesto ai tuoi il permesso di addestrarti ma non hanno voluto, dicevano che non volevano mettere in pericolo la tua vita, che volevano tenerti con te, ma era inutile. La Forza è potente in te, ti vuole per sé. Ti ha reclamata già una volta, e ha sigillato la tua vita al suo servizio nel momento in cui ti sei innamorata di Anakin”
Padmè non riusciva a crederci, non voleva crederci.
“Quindi... era giusto che Anakin mi amasse?”
“Certo che era giusto, anzi, era anche naturale, dato che lui è uno Jedi. L’errore, nella vostra storia, è stato il matrimonio fatto in segreto. Una delle colonne portanti dell’addestramento Jedi è la totale fiducia negli altri membri dell’Ordine, o per lo meno nel proprio maestro. Anakin avrebbe dovuto parlarne con me”
“E perché non l’ha fatto?”
Il tono di Padmè era disperato.
“Perché aveva paura di perderti, aveva paura che io gli dicessi di dimenticarti, cosa che non avrei mai fatto"
Obi-Wan parlava con voce bassa e triste, e aveva gli occhi lucidi.
"Anakin aveva già perso sua madre, non voleva soffrire di nuovo. Aveva paura; Yoda l’ha sempre detto, ma io non gli ho mai creduto. È per questo che i Jedi vietano il matrimonio, anche se secondo me non è giusto. Guarda a che cosa ha portato il loro divieto. Se un Jedi si vuole sposare, è giusto che lo faccia, ma prima, ovviamente, deve dimostrare di poterlo fare. Ora però, è meglio tornare a te, Padmè. Lo so che per te è importante parlare di Anakin, ma il tuo talento per la Forza può avere effetti indesiderati se non controllato. Ti devo addestrare nelle vie della Forza, Padmè. Vuoi diventare la mia Padawan?”
Calò un silenzio carico di tensione, rotto soltanto dal rombo del motore e dai leggeri singhiozzi di Padmè.
Obi-Wan le tese la spada laser che era stata di Anakin.
Lei la prese e, con un gesto sciolto e naturale, la accese.
Guardò Obi-Wan negli occhi e con voce ferma e sicura disse:
“Si, Maestro”

  
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