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Autore: Meissa    09/10/2009    2 recensioni
[Ottava classificata al SasuSaku Contest indetto da Ainsel e Annaky]
“Sasuke-kun, cosa ci fai tu qui?”[...]
“Sakura. Interessante, quindi io e te ci rivolgiamo di nuovo la parola?”

Naruto in coma, Sakura distrutta e Sasuke di nuovo al villaggio, più complessato che mai. Quasi ammazzare il tuo migliore amico crea diversi disagi.
Perché i rapporti non nascono dal nulla, ma si ricostruiscono, passo dopo passo.
Spoiler! e What if dal capitolo 450.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Step by Step
Third Step: Naruto and Ino


Il giorno seguente

“Dei, Sakura-chan, sei impazzita?!” la aggredisce Naruto come mette piede nella stanza.
“Naruto mi ha raccontato, chissà da chi hai preso la storia del complessato, sociopatico e disadattato. Meno male che non lo era, eh!” esclama Ino, evidentemente di buon umore.
“Ino, che ci fai qui?” domanda Sakura accigliandosi.
“Oh, ho capito, me ne vado! Non voglio certo fare il terzo incomodo tra l’Eroe di Konoha e la dolce donzella indifesa,” commenta Ino allontanandosi a mani alzate in segno di resa. “Bye, Naruto! Io e te ci vediamo dopo,” afferma Ino puntandole addosso l’indice, poi esce dalla stanza in un turbinio biondo.
“Ora che siamo soli… Ciao Naruto, io tutto bene grazie, e tu?”
“Non fare la sarcastica, che cavolo è successo?! Gli hai dato del sociopatico. Tu! A lui!” esclama Naruto con trasporto, calcando le ultime tre parole.
“E? Ho torto forse?” ribatte Sakura con un’alzata di spalle, cercando di diminuire il senso di colpa che la attanaglia dal giorno prima. Sa in parte di aver ragione, perché è vero ciò che ha detto, ma si sente male lo stesso, perché sa di averlo ferito.
“Be’, ecco… forse il modo…” azzarda Naruto senza dare risposta.
“Sai perché tentenni? Perché sai che ho ragione! Lui si comporta come fosse il centro del mondo, come se le nostre intere esistenze girassero intorno a lui, non si preoccupa di ferire gli altri, non se ne accorge nemmeno, perché tanto conta solo lui. Non ha alcun diritto di comportarsi così. Non ha più dodici anni. E nemmeno io. E tu?” domanda Sakura chiaramente provocatoria.
“E io cosa?” chiede Naruto spiazzato.
“Hai ancora dodici anni?” dice Sakura prima di andarsene, la domanda che aleggia nell’aria nelle ore successive.


Sei giorni dopo


“Ciao.”
“Puoi entrare, teme. Sai, sono costretto a letto, quindi non ancora in condizione di colpirti. E muoviti, non stare lì impalato!” lo invita Naruto con manifesta allegria, rigirandosi tra le mani un barattolo.
“Io non sto impalato. So stare diritto e non curvo, come un gobbo. Immagino non te l’abbia mai insegnato nessuno, da bambino,” commenta Sasuke distaccato chiudendo la porta.
Naruto si ferma, rimane a mezz’aria con il barattolo, poi lo rimette nel cesto di vimini strapieno e si rabbuia. “No, infatti. Sai, io non ho avuto genitori fino a otto anni che mi insegnassero come stare diritti. Sono morti prima,” ribatte senza particolari inflessioni. Il teme può anche comportarsi come fosse il centro del mondo, ma lui non ha più dodici anni.
Sasuke accusa il colpo, fissa con intensità la testata del letto, il lenzuolo, la tenda, le proprie scarpe e le ciabatte ai piedi del letto. “Chi ti ha regalato quel cesto?” domanda dopo un po’.
“Hinata,” risponde Naruto. “Non ho avuto il coraggio di dirle che non posso mangiare tutto questo, esigenze cliniche,” spiega con una smorfia.
“Allora non è del tutto addormentata. È caduta dal letto?”
“Piantala,” intima Naruto non apprezzando. “E Sakura?”
“E Sakura cosa?” chiede Sasuke corrugando la fronte. “Non so dov’è. Cosa sono, il segretario?” risponde contrariato.
“Non intendevo questo. Mi chiedevo se anche Sakura fosse caduta dal letto,” spiega Naruto innocentemente.
“Cosa stai insinuando?” sibila Sasuke, assottigliando lo sguardo.
“Nulla. Resti? Kakashi-sensei arriva tra dieci minuti.”
“Dieci minuti posso aspettare,” concede Sasuke, consapevole che il sensei arriverà tra un’ora come minimo.


Tredici giorni dopo


“Ehi, chi si vede.”
“Guarda che sono venuta anche ieri Naruto,” osserva Sakura.
“Sì, le visite più impersonali della storia,” afferma Naruto ghignando.
“Non è vero… erano…” tenta Sakura.
“Disastrose. Come parlare con un pezzo di ghiaccio. Potrei chiamarti ghiacciolo in futuro, che ne dici?” dice con un sorriso.
Sakura ricambia, poi scoppia a ridere. “Hai ragione,” ammette mordendosi il labbro. “È che…”
“No.”
“Eh?”
“Mi hai chiesto se ho ancora dodici anni. La risposta è no. Te lo avrei detto una settimana fa, ma ho fatto una scommessa con nonna Tsunade su quanto avresti resisti…”
“Idiota!” urla Sakura dandogli un ceffone.
“Ehi! Io sono ancora convalescente!” protesta Naruto massaggiandosi la guancia offesa.
“Mi spiace, ma te lo sei proprio cercato,” ribatte Sakura con un’alzata di spalle.
“Non te l’ho detto perché praticamente parlavi da sola,” mugugna Naruto.
“Te lo meriti in ogni caso,” afferma Sakura impassibile.
“Eh?! Per quale ragione?” protesta risentito.
“Perché… perché ci hai fatto morire di preoccupazione per dei mesi,” sussurra, la voce rotta. “Non… non farlo mai più.”
“Non credo Sasuke voglia…”
“Non scherzare, Naruto,” ordina Sakura tra le lacrime. “Non… non potrei… non di nuovo. Non potrei sopportare di perdere anche te, dopo…”
E non c’è bisogno di dire altro, perché Naruto nonostante si comporti da pagliaccio, butti tutto sul ridere, non ha più dodici anni, ma anche li avesse mostrerebbe molta più maturità degli altri.
“Non l’hai perso, Sakura. Lui è qui. Bisogna solo… impegnarsi per avere quello che si vuole.”
Sakura sorride e prende fiato, le lacrime che ancora rigano le guance. “Non si può Naruto… non è così che va. E poi… io sono stanca di impegnarmi. Mi sono impegnata per anni per quello che volevo, ora non ne ho più la forza. Non posso essere sempre io,” conclude Sakura e lo guarda, gli occhi che chiedono conferme.
“Sakura… andrà tutto bene. Davvero,” afferma risoluto. Lei lo guarda, disillusa, non ci crede.
“Te lo prometto,” aggiunge solenne. Sakura sorride, sentendosi stupida, lo sguardo colmo di gratitudine.


Venti giorni dopo


“Sei un idiota.”
“Grazie mille Naruto. Ti faccio notare che tu non sei questo gran mostro di intelligenza,” ribatte Sasuke scoccandogli un’occhiata di superiorità.
“No, certo, ma almeno non sono scemo come te. Non ti rendi conto di essere ridicolo?” domanda serio.
“Io non sono ridicolo, dobe,” ringhia offeso raddrizzandosi con orgoglio.
“Sì che lo sei. Ino mi ha detto che non hai parlato a Sakura fino a poche settimane dal mio risveglio, e che non vi parlate nemmeno adesso.”
“Non sono io che non parlo con lei, è lei che non parla con me,” protesta Sasuke risentito.
“Piantala di fare il coglione. Se non fossi in un letto di ospedale, impossibilitato a muovermi, ti prenderei a calci in culo personalmente. Vieni qui tutti i santi giorni a chiedermi perdono, e invece…”
“Io non vengo proprio a chiederti perdono di niente,” lo interrompe bruscamente. “Io passo in ospedale per le mie visite e visto che ci sono ti saluto. Si chiama educazione. Ma se ti dà tanto fastidio tranquillo, non c’è pericolo, non verrò più a disturbare l’Eroe di Konoha, considerato quanto si monta la testa,” conclude Sasuke alzandosi furioso.
“Teme, aspetta!”
“Arrivederci Naruto,” saluta freddamente Sasuke sbattendo la porta.
Oh, bene. Fantastico.


Ventiquattro giorni dopo


“Sai, forse dovresti parlargli.”
“Prego?” Sakura strabuzza gli occhi e sbatte le palpebre diverse volte, incredula.
“Be’, sì… insomma ormai è un mese che non vi rivolgete la parola, Sakura,” tenta Naruto, con scarsa fiducia nel successo del proprio tentativo.
“Primo, non è un mese, ti sei svegliato da meno tempo; secondo, non abbiamo nulla da dirci. Va benissimo così.”
“Mi sono svegliato ventiquattro giorni fa, so contare, sai?”
“Conoscendoti da così tanto tempo nutro seri dubbi,” contesta Sakura seccata schioccando la lingua.
“Sakura!” protesta lamentoso Naruto. “Stai sviando.”
“Non sto sviando da nulla, sto solo dicendo che conoscendoti da così tanto tempo…”
“Basta. Non ha senso che tu non gli rivolga la parola. Insomma, l’abbiamo aspettato per tre anni e ora che è qui tu cosa fai? Ti aggrappi a delle scuse per evitarlo!”
Sakura si rabbuia e prende a respirare pesantemente. “Cosa pretendi, una festa e tutto come prima? Non si è scusato, si comporta come non se ne fosse mai andato, come se tutto gli sia dovuto. Be’, novità, non lo è. Noi siamo andati avanti senza di lui, io sono andata avanti senza di lui, non può tornare e puff!, pretendere che tutto torni come prima. Non funziona così Naruto, mi spiace, e mi spiace ancor di più che lo creda. Non può prendere, andarsene, tornare, e pensare che il mondo giri intorno a lui! Non posso credere che tu, tra tutti, mi stia chiedendo una cosa simile. Non sono io a doverlo andare a cercare, se vuole, prego, venga lui, altrimenti non credo abbiamo niente da dirci!” protesta Sakura con veemenza.
“Ma, Sa…”
“Niente ma, Naruto. La discussione finisce qui, pensavo che avessi capito. Ci vediamo,” lo interrompe lapidaria alzandosi e sbattendo la porta mentre esce.
Naruto rivolge lo sguardo al soffitto, sconsolato. Fantastico. Due su due.


Ventotto giorni dopo



“Toc toc, è permesso?” domanda Ino sorridendo affacciandosi alla porta della sua stanza.
“Oh, ciao Ino… entra,” la invita Naruto senza allegria.
Ino si infila nella stanza e chiude la porta alle sue spalle, un grosso cesto di crisantemi che poggia sul comodino, prima di sedersi sulla sedia. Naruto getta ai fiori un’occhiata distratta, priva di qualsiasi entusiasmo.
“Wow, che area funerea… che è successo?” domanda la ragazza riavviandosi il ciuffo biondo.
“Mah, niente di che…” risponde Naruto evasivo.
“Sicuro, per questo sembri un condannato a morte,” lo riprende Ino scuotendo la testa.
Naruto sbuffa, seccato. “Non mi parlano.”
“Te l’ho detto io che non si parlano, Naruto,” risponde Ino inarcando le sopracciglia senza capire.
“No, non che non si parlano, che non mi parlano,” ripete Naruto incupendosi ulteriormente.
“Oh.”
Naruto le risponde con una smorfia.
“Ma che gli hai fatto perché non ti parlino più?”
“Ma non gli ho fatto nulla, assolutamente nulla, ho solo provato ad avere un dialogo civile con loro!”
“Tipo?” chiede Ino curiosa e timorosa al contempo; teme il peggio da questa storia.
“Ho detto a Sasuke che è ridicolo,” si imbroncia Naruto.
“Che?!”
“Be’, è vero!” inizia Naruto agitandosi e gesticolando. “Non ha senso che venga tutti i giorni qui a chiedermi un perdono che non otterrà, perché non ha nulla da farsi perdonare, quando invece con Sakura non riesce a instaurare uno straccio di niente!”
“Certo che è ridicolo, Naruto,” spiega Ino con una mano sul viso, sconsolata. “Ma non puoi dirglielo. Credo sia la persona più orgogliosa sulla faccia del pianeta, dirgli una cosa simile, per lui è un affronto. E be’, anche se era la cosa giusta da fare, e non c’erano alternative, ti ha quasi ammazzato, e questo non lo potete cancellare.”
“Ma Ino, maledizione, non è un problema! Io sono vivo, sto bene, e l’hai detto anche tu non c’era altro da fare,” alza la voce Naruto, frustrato.
“Lo so, non urlare. Ma lui dovrà convivere per sempre con questo peso, non tu. Come ti sentiresti al posto suo? Se per salvare il villaggio avresti dovuto combattere contro di lui rischiando di ucciderlo?” domanda Ino cauta.
“Ma che domande! Avrei salvato il villaggio e lui! A lui non sarebbe successo nulla!” risponde Naruto con ovvietà.
“Non c’è questa possibilità Naruto. Il rischio, combattendo contro di te, era ucciderti. E Sasuke ha scelto. E… ragiona! Dev’essere stata una delle scelte più difficili della sua vita, è ovvio che vuole il tuo perdono. Ti ha quasi ucciso. Tu saresti in grado di convivere con questo senso di colpa che ti attanaglia lo stomaco, tutti i giorni, senza darti mai tregua?”
Naruto la guarda ed è colpito. Ino è cresciuta e non se ne è accorto. Nonostante sia la migliore amica di Sakura, nonostante sia andato con lei a vendicare Asuma, non l’ha capito. Resta in silenzio, lo sguardo vitreo fisso sul muro.
“Quand’è che sei diventata così saggia?” le domanda con sorriso privo di allegria.
“Non lo so. Siamo cresciuti tutti Naruto. Solo che non ce ne rendiamo conto. Non pensi che sia cresciuta anche Sakura? O tu, Shikamaru, persino Sasuke? Abbiamo visto a sufficienza per poterci dire adulti, Naruto,” spiega Ino con un’alzata di spalle.
“Ci vai spesso da Kurenai?” le domanda guardandola in faccia.
Ino sbalordisce, sgrana gli occhi e sente il respiro mancare, parla a fatica. “Co.. come?”
“Vai spesso da Kurenai, Ino?” ripete Naruto fermo.
Ino si passa una mano tra i capelli biondi, a viso basso, trattiene un singhiozzo e le lacrime.
“Quando posso,” sussurra, una mano sul viso.
“Non… non credevo che vi mancasse così tanto. Cioè… lo sapevo, solo… non…”
“È ok, Naruto, sul serio. Vado da lei perché oltre a ricordarmi di Asuma… non lo so. Kurenai è forte. È un po’ come Sakura; nonostante tutto, è ancora qui. Mi piacerebbe essere come lei, un giorno,” rivela fissando intensamente la tenda.
“Tu sei una persona forte. Sei ancora qui anche tu, no?”
“Grazie Naruto. Bene, ora torniamo alla questione seria,” annuncia Ino battendo le mani, riacquistando la solita aria ciarliera.
“Eh?” commenta Naruto spaesato.
“Ok, a Sasuke hai detto quello, e a Sakura?”
“Ah… le ho detto di parlargli,” grugnisce Naruto.
“Geniale,” commenta Ino gelida.
“Ehi! Quei due non si parlano, ho tentato con Sasuke e dopo con Sakura perché lui è sempre il solito testardo! Voglio solo che be’… torni come prima,” mormora imbarazzato.
“Lo so. Ma questa volta Sakura non cederà. Non sarà lei a rincorrerlo, e per quanto le tue intenzioni fossero buone… era decisamente il modo sbagliato.”
“Grazie. Ora son davvero più tranquillo. Tu sì che sei confortante Ino.”
“Tranquillo. Si sistemerà,” gli assicura Ino.
“Sicura?” domanda dubbioso.
“Certo. Se continua così avranno il loro primo appuntamento tra cinquant’anni, ma andrà bene,” conferma la ragazza strappandogli un sorriso.
“Come mai così ottimista?” ribatte Naruto stando al gioco.
“Conto che gli daremmo una mano, altrimenti gli anni sarebbero cento, circa,” replica Ino facendogli l’occhiolino.
“Ok, pensa a guarire, io devo andare, mi devo vedere con Shikamaru,” saluta alzandosi in piedi.
“Uh, sì… Hinata mi ha detto che l’hai incastrato,” sogghigna Naruto.
“Idiota,” sbraita lei dandogli uno scappellotto. “Siamo solo amici.”
Naruto la guarda male e si massaggia la testa, mentre lei si allontana mento all’aria, offesa.
“Naruto…” lo richiama prima di aprire la porta.
“Mh?”
“Non sono arrabbiati con te. Sanno che hai ragione, sono arrabbiati con sé stessi. Ti parleranno presto, vedrai,” dice uscendo.
Naruto prende a guardare il soffitto, pensoso. Spera solo che Ino abbia ragione.


Trentaquattro giorni dopo


“Ciao Sasuke-kun. Vai sempre in giro con la scorta?” domanda sarcastica indicando i tre con lui.
Sasuke la guarda, altezzoso, non si degna di risponderle, solo mette un pacchetto di spaghetti precotti nel cestello e la oltrepassa.
“Fermati, ti sto parlando,” intima Ino prendendogli il braccio.
“Ehi, tu, mollalo immediatamente, chiaro?!” urla Karin infiammandosi.
“Zitta,” intima Ino fredda. “Tu ora, Sasuke-kun, stai zitto e mi ascolti, non devi fare altro. Non è difficile nonostante il tuo egocentrismo,” commenta tranquilla.
“Yamanaka, non ti permetto...”
“Non mi importa. Smettila con questi atteggiamenti ridicoli, smetti di andare da Naruto tutti i giorni a chiedere un perdono che non arriverà, perché non c’è nulla da farsi perdonare, e pensa a fare qualcosa di intelligente,” dice Ino decisa.
“Non capisco quale sia il problema. E io…”
“Smettila! Smettila di fingere di non capire! Non tocca a lei questa volta. Non puoi tornare e pretendere che sia tutto come prima, non lo è. Non tocca a lei cercarti, non è lei ad essersene andata, non è lei ad aver abbandonato Konoha, sei stato tu. E se rivuoi quello che avevi prima stavolta devi impegnarti. I rapporti non crescono sugli alberi, ci vuole impegno, da parte di entrambi e…”
“Ti stai contraddicendo da sola, hai appena detto che devo fare tutto io,” la informa Sasuke.
“No. È sempre stata Sakura, ha sempre fatto tutto da sola. Stavolta tocca a te farle vedere che ti importa, che non è un rapporto a senso unico. Non è facile, nessuno lo dice, ci vorrà impegno e tempo. I rapporti si ricostruiscono passo dopo passo,” termina Ino lasciandogli il braccio.
“Non capisco cosa c’entri tu in tutto questo,” dice Sasuke lapidario.
“Tengo alla mia migliore amica, Sasuke-kun. E anche tu,” dice seria. “Passo dopo passo, ricordatelo,” aggiunge allontanandosi con una scatola di biscotti.
Sasuke mantiene il silenzio, Juugo, Karin e Suigetsu si scambiano un’occhiata di intesa, che Suigetsu non sembra capire, ma Karin gli tappa la bocca prima che possa dire qualsiasi cosa.
“Volete anche il ramen?” domanda Sasuke atono osservando con interesse delle scatolette.
I tre si scambiano un’occhiata preoccupata, Sasuke sta deliberatamente ignorando la cosa e questo, se lo conoscono almeno un po’, significa che passerà i successivi giorni a rimuginare in camera sua, come ha fatto dopo che è tornato dalla visita all’ospedale con Sakura, con la sola eccezione delle visite a Naruto, che ormai sono finite da una decina di giorni.

Ino una volta casa lancia il pacco di biscotti e delle fette biscottate sul tavolo, incredula. Ha praticamente fatto una predica a Sasuke davanti ai suoi amici, se così si possono chiamare, ed è ancora viva. Si rifugia in camera sua e si lascia scivolare a terra contro la porta, le gambe molli, la testa tra le mani. Come le è saltato in mente?! Non ci crede, lei non può… l’ha ascoltata. Sasuke l’ha ascoltata.
“Ino? Ino?” la chiama una voce da dietro alla porta.
Lei si alza di scatto e lo tira dentro, chiudendo la porta con un tonfo, e sbattendo lo shinobi contro il muro.
“Ma che… ?”
“Shika, non fare domande e baciami, perché domani sarò morta!” sbraita Ino isterica, prima di baciare con foga un alquanto stupito e impreparato Shikamaru.
“Almeno so che nel momento della tua morte mi pensi,” commenta Shikamaru dopo un po’.
“Ahaha,” ribatte Ino con il fiato corto.
“Che hai fatto per morire, tra parentesi?” domanda Shikamaru mascherando l’imbarazzo per l’improvvisata di Ino.
“Ho parlato con Sasuke-kun,” rivela Ino con tono tragico.
“Oh. Lui ti respinge, tu vuoi suicidarti e prima di farlo mi baci. Interessante l’alta considerazione che hai di me,” commenta Shikamaru.
Ino fa una smorfia sconcertata. “Ma smettila! Io gli ho fatto una piazzata al supermarket per come si sta comportando con Sakura, davanti a quei tre che si porta dietro come fossero la sua ombra, e lui domani mi ucciderà per questo!” spiega Ino, agitata.
“Hai ragione,” conferma Shikamaru. “Ti ucciderà.”
“Grazie, tu sì che sei confortante,” ribatte Ino tetra. “A proposito…”
“Che?” domanda notando il cambio di espressione e il tono di voce della ragazza.
“Non hai niente da dire?” domanda Ino minacciosa.
“Non mi farò ammazzare da Sasuke per difenderti, se intendi questo,” risponde Shikamaru con uno sbadiglio.
“Fuori!” ordina In furibonda. “Fuori e non tornare fin quando non ti verrà in mente qualcosa da dire!” continua mentre lo sbatte fuori dalla sua stanza, senza che lui abbia modo di reagire. Non che muoia dalla voglia in effetti. Le donne sono tutte una gran seccatura.


Trentotto giorni dopo


“E tu che cavolo ci fai qui?!” scatta Sakura mettendosi a sedere sul divano. “Non puoi uscire… sei impazzito… torna immediata...”
“Mi ha dato il permesso Tsunade. Ha detto che delle passeggiate mi fanno bene,” la rassicura Naruto.
“Ah… e comunque che ci fai qui?” domanda Sakura sen più serena, ricordandosi di essere arrabbiata con lui.
“Sono venuto a parlare con te. Tu puoi fare l’arrabbiata quanto vuoi, ma io ho ragione. Io ho provato a parlare con Sasuke, prima di parlare con te, ma be’, lui non mi ha ascoltato. E allora ho pensato di dire a te di fare il primo passo, perché quando si tiene a qualcuno ogni tanto si ingoia l’orgoglio. Ma se ritieni che stavolta sia lui a dover fare il primo passo, bene, fai come credi. Però attenta, perché potresti perderlo e non ottenere nient’altro,” termina Naruto serio. “Solo questo.”
“Se cedo anche stavolta… be’, se non otterrò null’altro vorrà dire che saprò finalmente quanto conto per lui. Almeno saprò qualcosa. Sempre più di quanto ne so ora,” dice Sakura mesta sollevando le spalle.
“Se non ti viene a cercare è un coglione,” sostiene Naruto fermo, strappandole una risata.
“Grazie, Naruto,” sussurra con un sorriso, e Naruto sa che dietro c’è molto altro. “Ti ha davvero dato il permesso la shisho?” gli chiede dubbiosa.
“No, certo che no, sono scappato dalla fines…”
“Che cosa?!” urla Sakura saltando in piedi.
“Sakura-chan, stavo scherzando,” la rassicura Naruto.
“Io ti uccido! Ma che razza di scherzi sono, eh?” strilla Sakura lanciandogli addosso un cuscino.
“Sono convalescente, Sakura-chan!” protesta Naruto cercando di ripararsi da un altro cuscino.
“E chi se ne frega! Ma si può scherzare su cose del genere, eh?!” continua Sakura furiosa.


Trentanove giorni dopo


“Naruto, dove vai?” domanda Ino vedendolo uscire dalla sua stanza.
“A parlare con Sasuke,” la informa lui, battagliero.
“Se devi parlargli di Sakura lascia stare… ci ho già pensato io,” dice Ino senza troppa allegria.
Sasuke l’avrà anche ascoltata, ma le sue parole non devono aver sortito un grande effetto se non le ha ancora rivolto la parola. Anche se, trattandosi di Sasuke Uchiha, se prendesse in considerazione il suo discorso entro un paio di mesi e decidesse di seguire i consigli entro cinque, si tratterebbe comunque di un gran risultato.
“Ah. Io ho parlato con Sakura,” rivela invece Naruto.
“E… ?”
“Niente. Mi sa che sui cinquant’anni siamo stati troppo ottimisti. Comunque forse dovrei provare a parlarci io, sai…”
“Forse. Comunque oggi non lo troverai. I processi sono finiti tre giorni fa e i suoi tre amici hanno deciso di lasciare Konoha. È stato offerto loro di restare, previa sorveglianza continua e un po’ di altre cose, ma hanno preferito andarsene, dicono di avere degli obiettivi,” commenta Ino con un’alzata di spalle, a far capire che a lei di quelli non interessa niente.
“Ah… va bene, allora andrò da Kakashi-sensei. Lui starà leggendosi i soliti libri da pervertiti…”
“Ammettilo, vai da lui per prendergli la collezione,” lo schernisce Ino con una linguaccia.
“Certo… Non hai idea di quanto siano istruttivi,” replica Naruto serissimo.
“Naruto, non provare mai più a...” inizia Ino, di un’interessante sfumatura purpurea.
“Tranquilla, scherzavo,” la rassicura lui salutandola.

Sasuke cammina sicuro, incurante degli sguardi diffidenti di alcuni shinobi, sa che lo considereranno sempre il traditore, tanto vale non calcolarli nemmeno. Ha dovuto accompagnare Karin, Juugo e Suigetsu alle porte di Konoha, non era così sicuro che sapessero come arrivarci, non perché ne sentirà la mancanza e voleva salutarli, certo che no. Senza accorgersene è arrivato sino al campo dove han fatto la loro prima esercitazione come team sette, e lì, in mezzo all’erba alta, c'è la lapide degli Eroi. Sasuke si avvicina, istintivamente, ci sarebbe potuto essere anche il nome di Naruto, lì, se non fosse per una fortunata coincidenza. Guarda i nomi scritti, in cerca di uno in particolare, ma realizza di non sapere quale sia il nome del migliore amico di Kakashi. Non gliel’ha mai chiesto.
Si sente male, questa consapevolezza lo colpisce come un pugno allo stomaco. Ha sempre pensato di essere migliore degli altri, di avere un obiettivo, ha preteso il loro rispetto, convinto che glielo dovessero, ma lui in realtà non ha mai dato il suo. Vuole bene a Kakashi, gliene ha sempre voluto, ma non ha mai trovato il tempo di chiedergli il nome del suo migliore amico. Non ha dato spiegazioni a Sakura quando se ne è andato da Konoha e non le ha chiesto come si sia sentita dopo. Certo, lui non si è divertito nel covo di Orochimaru, però quando è tornato ha pensato che lei sarebbe stata lì, che lo avrebbe seccato con i suoi Sasuke-kun e le sue mille attenzioni, la dava per scontata. Se Naruto non fosse stato in coma avrebbe dato per scontato anche lui, ma con Naruto sarebbe certamente stato diverso, perché tra loro c’era più complicità di quanto non ce ne fosse con Sakura, e avrebbe lasciato correre. Avrebbe capito che gli dispiace essersene andato, che gli è mancata Konoha e la sua amicizia. Non ha mai dato nulla a Sakura, è sempre stata quella, nel team, che ha considerato meno, ovvio che a lei non basta che lui sia lì, che ci voglia anche altro, che quel grazie sussurrato prima di lasciarla sola su una panchina non sia sufficiente.
E ha dovuto rendersi conto di non sapere il nome di Kakashi per comprenderlo. Forse la Yamanaka non è del tutto scema.

Sakura si blocca vedendolo e spezza un rametto, inavvertitamente. Sasuke si scuote sentendo quel rumore secco, alza lo sguardo e si accorge di lei. Sakura resta immobile, Sasuke anche, e si osservano in silenzio per una manciata di secondi. Poi, inaspettatamente, Sasuke prende la parola.
“Come mai qui?” le domanda.
Sakura stringe a pugno le mani che tiene lungo i fianchi. “Non posso più andare in giro per la mia città perché ci sei anche tu? Devo mandarti una lettera scritta informandoti sui miei spostamenti per non incontrarci?” ribatte arrabbiata.
“Sakura…”
“No, no, va bene, me ne vado, così non ti vedrò, tu non mi vedrai, e tutti felici e contenti!” assicura allontanandosi a passo di marcia.
“Sakura, fermati,” intima lui calmo.
“Cosa, ora nemmeno andarmene quando voglio?!” urla girandosi di scatto. “Io faccio quello che mi pare, non mi importa se tu vuoi o non vuoi o che ti secchi o meno…”
“Non volevo mandarti via. Cercavo di fare conversazione,” la informa atono.
“Conversazione?” ripete non capendo. “E con chi?” domanda sbigottita guardandosi intorno.
“Con te,” sbotta Sasuke seccato. Sakura si impegna, però.
“Ah,” sfiata Sakura. “Io… io… passeggiata,” farfuglia spaesata.
“Mh. Bene. Anche io. Devo tornare a casa,” dice imbarazzato superandola, Sakura nota le guance appena rosate e non ci crede, sta sognando.
“Ah, Sakura… Di' alla Yamanaka che ho capito. Passo dopo passo,” le dice con un cenno di saluto.
Sakura resta ferma, riflettendo sulle ultime parole di Sasuke. Che diavolo vuol dire?


Dieci mesi dopo



Lo sapeva, lo sapeva, non doveva passare da Ino a cambiarsi. Ma non è colpa sua! Ha fatto tardi all’ospedale, casa di Ino è il posto più vicino al chiosco dell’appuntamento, lei voleva solo farsi una doccia in fretta e raggiungere Sasuke al chiosco, avrebbero mangiato e poi insieme avrebbero raggiunto Naruto e Kakashi. Non è un vero e proprio appuntamento, Sakura ne è consapevole, ciò non toglie che è il qualcosa più di simile ad un appuntamento che abbia con lui da quando lo conosce ed è stato lui a proporlo. E invece Ino che fa? Le fa provare tutti i vestiti del suo armadio, e ora lei è in ritardo. Perfetta, pettinata, in ordine ma in ritardo di un’ora.
Quando arriva, ansante, Sasuke non c’è. Trattiene le lacrime, perché è stupido piangere, non era nemmeno un appuntamento vero e proprio, e si incammina, affranta, alla taverna dove devono incontrarsi con Naruto e Kakashi, ormai saranno tutti lì.
Percorre la strada principale e va a destra, è quasi arrivata, alla prossima a sinistra, seguire il viale, e poi a destra. Mentre è nel viale vede qualcuno seduto su una panchina e il cuore salta un battito.
“Sasuke-kun. Che… che ci fai qui?” pigola incredula.
“Ho pensato fossi in ritardo e che saresti arrivata direttamente alla taverna, così ti ho aspettato qui. Ho preso la cena da portar via,” la informa facendole vedere il sacchetto del take a way.
Sakura sorride, si può sentirsi male per la felicità? “E se non fossi passata di qui?” domanda sedendosi sulla panchina.
“Be’, allora ti avrei aspettata per niente,” dice lui porgendole la cena. “Mangia, siamo già in ritardo all’appuntamento con Kakashi e Naruto,” intima senza guardarla.
Sakura sorride stupidamente, felice; Sasuke è arrossito.










Sono la persona più incoerente sulla faccia del pianeta terra. Ho detto che l’avrei pubblicata una volta ricontrollata, ma lo dico schiettamente, non ne ho il tempo, e io ho partecipato al concorso con questa storia, quindi mi sembra giusto che la leggiate così. Ovviamente la rimetterò a posto in un futuro incerto e indefinito, quando avrò tempo e sarò in grado di darne un giudizio più critico.
Ringrazio chi mi ha seguito fin qui e a debbyuchiha per la recensione dello scorso capitolo ^^ Lieta che sia piaciuta, anche se ho dubbi che ti piacerà questa fine XD
Ah, ecco la fine. Non avevo più pagine. Zero. E non riuscivo a tagliare da altre parti quindi la conclusione è stata fatta in fretta e furia. E si vede. Credo sia la parte più da cambiare.
Vi lascio il giudizio di Ainsel e Annaky che ringrazio ^^ E’ stato un piacere partecipare a questo concorso.

8^ classificata a parimerito:
Step by Step - di Meissa


Giudizio di Ainsel:

Correttezza grammaticale: 8/10
Originalità: 8.5/10
IC dei Personaggi: 8.5/10
Trattazione della coppia: 8.5/10
Totale: 33.5


In quanto ad originalità non me la sono sentita di dare un voto troppo alto perché ci sono davvero molte fiction che trattano dell’argomento “e se Sasuke tornasse a Konoha”, però è indubbio che tu l’abbia trattato con la dovuta serietà, senza Sakura che subito gli perdona tutto e ribadisce con enfasi il suo amore per lui.
Io stessa ho sempre trovato assurdo un finale del genere, tanto OOC nei confronti di lei quanto un modo per sminuire la coppia stessa. Perché non diventerebbe altro che un paring tutto zuccheri e superficialità, mentre è ben altro.
E’ forse vero che verso la fine della lettura si ha l’impressione che la faccenda stia andando un po’ troppo per le lunghe, con i loro continui litigi e riappacificazioni, e penso potresti facilmente eliminare questo difetto trasformando la fiction in una long di due, tre capitoli.
Ho inoltre apprezzato moltissimo anche il modo in cui hai gestito il NaruHina e lo ShikaIno di contorno, per non parlare del rapporto di amicizia tra Sakura ed Ino – che ho amato di suo – e Naruto con Sasuke.


Giudizio di Annaky:

Correttezza grammaticale: 8.5/10
Originalità: 8.5/10
IC dei Personaggi: 8.5/10
Trattazione della coppia: 8/10
Totale: 33.5


Questa fanfic mi è piaciuta solamente verso la fine, quando finalmente i due chiariscono e Sasuke ammette di aver capito cosa Ino gli voleva dire.
Il centro della trattazione non mi ha coinvolta più di tanto, l'ho trovato un po' ripetitivo, con tutti i "tira e molla", le speranze di Ino e Naruto per farli riconciliare, i dialoghi troppo prolungati tra i protagonisti (soprattutto quelli tra Ino e Sakura).
Personaggi tuttavia IC (seppur con qualche sprazzo OOC di Ino, Sasuke e forse anche Karin), descrizione accurata, soprattutto per quanto riguarda i fiori ed il loro significato, buono il collegamento tra la coppia e il rapporto all'interno del team 7.

Media: 67

L'unica cosa che mi halasciato perplessa del giudizio è il suggerimento di trasformarla in una long, perché questa è una long, ma probabilmente quando ho mandato lo schema mi devo essere dimenticata di scriverlo XD

E ora me ne vado e sparisco, perché sono anche mezza ammalata. Forse ieri sera e oggi non dovevo andare in giro in canottiera.
Malatamente vostra,
Meissa.
   
 
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