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Autore: Kastania    05/06/2005    6 recensioni
*COMPLETO* Un'altra FF su "Il fantasma dell'Opera"...un po' più cupa della precedente,sicuramente più interessante (a parer mio,ovviamente)
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO

EPILOGO

 

 

Si sposarono la mattina seguente. La cerimonia fu semplicissima e breve, ma a nessuno dei due importò.

In fondo,era soltanto una formalità. I loro cuori erano già sposati davanti a Dio da tempo.

 

Christine indossava il famoso anello, e il vestito da sposa che lui aveva fatto confezionare..per la seconda volta. Ma in questa occasione non si inzuppò di acqua e fango nei sotterranei bui di un teatro.

Christine avanzò per la navata al braccio di Madame Giry. Era radiosa e splendente come una stella.

 

Decisero di partire per un po’,di raggiungere un villaggio nel nord del paese dove Erik aveva vissuto per qualche tempo in gioventù,durante la sua vita girovaga.

 

Christine fece visita per l’ultima volta,prima della partenza, al Visconte.

Il ragazzo dormiva profondamente,ancora sotto l’effetto del laudano che Erik,per lenirgli il dolore,gli aveva somministrato.

 

Christine gli passò pietosamente una pezza intinta nell’acqua fredda sul viso.

Era colpa sua di tutto quanto era successo.

Se avesse dato retta ad Erik,e se ne fosse andata al momento giusto..

 

Raoul forse avrebbe sofferto, ma non sarebbe stato tradito e ferito da quello che a torto considerava il suo migliore amico.

Lei stessa non avrebbe patito l’umiliazione ed il terrore di una simile aggressione.

E quell’uomo non sarebbe morto..no,di questo non si rammaricava.

Quell’uomo era feccia,e come feccia era morto.

 

Erik l’aiutò a rialzarsi dal capezzale del ragazzo.

Christine,tesoro…dobbiamo proprio andare adesso.”la sollecitò.

 

Lei si voltò a guardare quell’uomo potente e gentile,che d’ora in poi sarebbe stato al suo fianco ogni giorno. Socchiuse gli occhi,inseguendo un ricordo ormai lontano,quasi sbiadito..

 

Dimmi che tu mi amerai per sempre

Dimmi che mai più mi lascerai

Se tu colmi il vuoto mio d’incanto

Dove andrò io voglio ci sia tu

Christine nient’altro chiedo

 

Gli prese la mano,sorridendo. “Andiamo.”

 

 

 

 

Erano passati già due anni dal loro matrimonio,che nel frattempo era  stato benedetto dall’arrivo di due gemelli, un maschio ed una femmina.

Entrambi bellissimi, senza alcuna traccia della deformità del padre, ma che recavano il suo marchio inconfondibile: occhi profondi e dal colore azzurro indefinibile.

I due piccini si chiamavano come il padrino e la madrina che li avevano tenuti a battesimo.

Si chiamavano Raoul e Marguerite.

 

Dopo un primo momento di sofferenza,dovuto all’abbandono della sua fidanzata e alla sua precaria condizione fisica, Raoul de Chagny aveva accettato con rassegnazione il proprio destino, ed aveva iniziato a guardare con occhi diversi la giovane Giry,che dopo avergli salvato la vita con uno spaventoso atto di coraggio, era rimasta a vegliarlo e ad assisterlo nei lunghi giorni tediosi della convalescenza.

 

I due giovani,entrambi di buon cuore,ed entrambi spaventosamente rattristati dall’assenza di Christine, fulcro su cui fino a poco prima giravano entrambe le loro vite, avevano allacciato un’amicizia sempre più stretta,che inevitabilmente era sfociata in un sentimento più tenero,più duraturo.

 

Il Visconte e la Viscontessa de Chagny erano andati spesso in visita dai loro amici, e avevano ammirato la perfetta felicità del loro matrimonio, sperando di poterli imitare.

 

Nonostante la freddezza iniziale che era intercorsa fra Erik ed il Visconte de Chagny, dolorosa memoria di quanto era accaduto all’Opera Populaire soltanto un paio di anni prima, ora ogni problema sembrava essere definitivamente risolto.

Anche Meg ora era in dolce attesa,e aveva già implorato Christine di essere madrina del nascituro.

 

A turbare questa perfetta felicità,solo un evento.

L’inaspettata morte della buona Madame Giry.

La donna si era spenta così com’era vissuta, in silenzio,nel sonno.

Aveva ripetuto spesso,nei giorni precedenti alla scomparsa, che ora era davvero felice.

I suoi quattro ragazzi avevano trovato finalmente il loro posto nel mondo.

 

 

 

 

Pioveva a dirotto,quella notte.

I bambini,dopo mille capricci,erano finalmente sprofondati nel sonno.

 

Erik raggiunse la giovane moglie a letto.

La baciò piano,a lungo,assaporando per l’ennesima volta il gusto di quelle labbra,che lo avevano stregato.

Christine appoggiò la testa sul suo petto.

”Non riesci a dormire?”

La donna scosse piano il capo. Poi disse,scherzosamente:”Lo sai cosa voglio,non è vero?”

 

Erik sospirò,fintamente scandalizzato. “Queste cose una signora non dovrebbe dirle.”

 

“Ma cosa hai capito???” gli fece l’ennesima linguaccia. “Voglio che canti per me, finchè non mi sarò addormentata. Cantami la nostra canzone, quella che hai scritto per il nostro matrimonio.

 

Lui sembrò rassegnato. “Va bene,va bene…questa sera mi è andata male!”le fece l’occhiolino,e sopportò stoicamente il pizzicotto con cui lei rispose alla provocazione.

Si schiarì la voce ed iniziò piano a cantare.

 

E l’uomo attraversò la dimensione sua

Sotto il cielo più nero e più pesto visto mai

La donna attraversò la dimensione sua

Il silenzio pervase e si stese accanto a lei

Fu lungo un attimo

Nell’incantesimo

Il vento raccolse i suoi occhi dentro quelli di lui

“Ti porterò con me,piccola come sei

Sarò dentro gli occhi tuoi”

Poi ridipinse il cielo

L’aria per respirare

Sotto gli occhi di un mondo che inerme continuava a morire

Lei prese i sogni suoi

Li strinse intorno a lui

Con le mani disciolse il suo cuore

Sbandando un po’

Prese un respiro e poi disse

“promettimi che non staccherai mai i tuoi occhi da me

Io ti amerò lo so per sempre e d’ora in poi

Sarò dentro gli occhi tuoi…”

 

  
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