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Autore: Beatrix Bonnie    10/10/2009    5 recensioni
Edmund non è un ragazzino normale: vive in un orfanotrofio e non sa nemmeno chi siano i suoi genitori, ma quello che è più preoccupante è la sua capacità di muovere gli oggetti con il pensiero e di parlare con i serpenti. Ama la solitudine e non ha nessun amico, tanto che il suo unico passatempo è divorare libri per accrescere la propria conoscenza.
Ma quando si lascerà convincere a frequentare il "Trinity college per giovani maghi e streghe", una bizzarra scuola di magia dove imparerà a fare incantesimi e a preparare pozioni, Edmund sarà trascinato dai suoi nuovi amici verso folli avventure, riguardanti alghe carnivore e stanze stregate, che gli insegneranno il vero valore dell'amicizia e del coraggio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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CAPITOLO 3

Il Trinity college per giovani maghi e streghe






Arrivarono verso sera alla stazione di Doolin, una piccola cittadina di maghi sulle scogliere di Moher, le più belle scogliere dell'oceano Atlantico. Da lì, delle carrozze li avrebbero portati verso il Trinity. Il castello sorgeva su un'isoletta al centro di un lago marino e il suo territorio era così esteso che comprendeva il lago e le foreste vicine, fino alle scogliere di Moher che si gettavano a picco sull'oceano. Mairead e Laughlin si aiutarono a vicenda a trasportare i bagagli lungo i corridoi e, una volta scesi dal treno, si raggrupparono con gli altri ragazzini di prima ad aspettare la vicepreside. Gli alunni più grandi salirono sulle carrozze per raggiungere il castello, mentre i ragazzetti spauriti del primo anno si lanciavano occhiate sospettose a vicenda.

Improvvisamente, qualcuno alle spalle di Laughlin rise di gusto, come se fosse accaduto qualcosa di divertente. Mairead si voltò di scatto: aveva riconosciuto quel tono di voce. E infatti eccola lì, difronte a lei, una ragazza dai lunghi capelli corvini e con il volto pallido attraversato da un'aria di superiorità: Ailionora Diablaiocht.

Il signor Diablaiocht lavorava al Ministero della Magia come capo del Dipartimento Affari Esteri e per questo aveva molti rapporti con Reammon che, lavorando nel settore della ricerca magico-storica, era spesso obbligato a recarsi fuori dall'Irlanda. Per questo Mairead conosceva Ailionora, ma, anche se si erano viste solo poche volte, la riteneva profondamente antipatica. Era un sentimento a pelle, e soprattutto doveva essere reciproco. «Ma guarda chi si vede! Quella fallita di Boenisolius» commentò divertita Ailionora. «Dovrebbero impedire a quelli come te di studiare al nostro fianco» le sussurrò poi in un orecchio. Mairead la afferrò per il bavero della divisa, ma fu interrotta da qualcuno che richiamò l'attenzione dei ragazzi.

La professoressa O'Connel, vicepreside del Trinity arrivò tutta impettita in un abito rosso cupo, i capelli corvini raccolti in un nodo dietro la testa. Mairead lasciò andare la ragazza senza una parola. Si scambiarono uno sguardo infuocato, poi sul volto di Ailionora ricomparve quel sorrisetto spavaldo mischiato all'aria di superiorità che le era tipico. «Ti terrò d'occhio.» le disse in un sussurro.

La professoressa O'Connel era una donna bella e altera, ma anche molto rigida con gli studenti e le sue parole erano ritenute legge. Occupava la cattedra di incantesimi ed era anche la direttrice della casa dei Nagard (per questo vestiva sempre e rigorosamente di rosso).

Si avvicinò agli studenti e richiamò la loro attenzione per un breve discorso. «Mentre gli altri allievi raggiungono il castello, io ne approfitto per darvi qualche informazione sulla vita del Trinity. Innanzitutto dovete sapere che il College ha una storia rinomata e ha avuto come studenti tanti grandissimi maghi e streghe. Per questo dovete comportarvi in modo consono all'ambiente e in linea con le sue regole se non volete essere rispediti a casa seduta stante».

Lanciò ai poveri ragazzini uno sguardo così severo, che nessuno avrebbe mai dubitato delle sue minacce. «All'ingresso della Sala Mor è stato disegnato un cerchio; io sarò davanti al tavolo dei professori e vi chiamerò per nome. Voi passerete nel cerchio e attenderete che venga proclamata la vostra nuova casa di appartenenza e che la vostra divisa si colori. Quindi andrete a sedervi al tavolo della rispettiva casa. Le case saranno la vostra famiglia: frequenterete le lezioni con i vostri compagni, dormirete nei locali destinati alla vostra casa e condividerete la sala comune. Per tutto il tempo che resterete al Trinity, i trionfi che otterrete faranno vincere punti alla vostra casa, mentre ogni violazione delle regole o punizione glie ne farà perdere. Alla fine dell'anno la casa che avrà totalizzato più punti riceverà in premio l'Arpa Celtica, un grande onore per tutti gli studenti».

Detto questo, li fece salire quattro per carrozza; ognuna era trainata da un magnifico cavallo dal mantello bruno. Insieme a Mairead, Edmund e Laughlin salì un ragazzino paciotto con l'aria sperduta. «Ehi, io so chi sei!» strillò Laughlin osservando meglio il nuovo arrivato.

Il ragazzino lo guardò con aria allibita, come se la cosa lo spaventasse.

«Sei quello che i tizi volevano schiantare sul treno!»

Sentendosi chiamato in causa, il ragazzino non poté negare e si limitò a muovere la testa su e giù.

Passarono in silenzio il resto del viaggio. Il castello del Trinity cominciò a stagliarsi all'orizzonte dopo qualche minuto che erano in carrozza. La nebbia che lo avvolgeva rendeva il paesaggio surreale e magico, qualcosa di meraviglioso che esiste solo nel mondo dei sogni. Il lago nero come la notte rifletteva le mille luci che illuminavano le finestre e le feritoie, come un grosso specchio.

La carrozza arrivò al ponte che collegava l'isola alla riva e cominciò la traversata. In lontananza, sulla sinistra, Mairead sapeva che la terra cadeva spiovente sull'oceano, creando il paesaggio più suggestivo di tutta l'Irlanda.

Quando le carrozze si fermarono, tutti gli studenti del primo anno scesero e seguirono la professoressa O'Connel verso il portone del castello. La sala d'ingresso era enorme, con un soffitto molto alto; le pietre delle pareti erano grandissime, come se il castello fosse stato costruito da giganti. Ad illuminare la sale c'erano delle fiaccole e dei bracieri che riflettevano ombre sinistre sulle pareti. Il tutto gli dava un aspetto medioevale, come quei castelli delle fiabe e delle leggende.

La professoressa li fece attendere davanti alle porte della Sala Mor, mentre lei entrò attraversando l'immenso salone, diretta verso il lungo tavolo degli insegnanti che si trovava sul fondo. Disposte verticalmente si trovavano le tavolate delle case: al centro, a giudicare dalle divise blu, doveva esserci quella dei Llapac, alla destra quella dei Raloi e alla sinistra quella rossa dei Nagard.

La professoressa si posizionò davanti al tavolo degli insegnanti e chiamò il primo studente: «Alabacor Henry».

Il ragazzino che era salito in carrozza con Mairead e gli altri, avanzò timidamente verso il cerchio. Restò immobile per qualche tempo, mentre tutta la sala era in attesa. Poi, dal perimetro del cerchio si levò una fiammata di colore azzurro che nascose completamente il ragazzetto e una voce gridò: «LLAPAC!»

Le fiamme si spensero e un Henry vestito di blu si sedette felice al tavolo dei Llapac dai quali era giunto un fragoroso applauso.

Mairead aspettò con il cuore in gola il suo turno, sicura che sarebbe arrivato presto visto che venivano chiamati in ordine alfabetico. Sergey Balosky, un ragazzino smilzo con i capelli talmente biondi da sembrare bianchi, fu assegnato ai Nagard, così come Finan Best, un tipetto non tanto alto che si dava le arie da piccolo lord.

«Boenisolius Mairead» chiamò la professoressa O'Connel.

La ragazzina avanzò titubante ed entrò nel cerchio.

«Bene» disse una voce dentro la sua testa. «Qui non ci sono dubbi: coraggio da vendere, intraprendenza e lealtà. RALOI!» L'ultima parola fu gridata a tutta la sala, mentre l'oramai familiare vampata azzurrina circondava Mairead. La sua divisa si colorò di verde sotto i suoi occhi. Quando le fiamme si ritirarono, la ragazza si diresse verso il tavolo dei Raloi con un sorriso a trentadue denti. Subito dopo sentì la professoressa chiamare Helvia Bowe, una ragazzina paffutella che divenne una Llapac. Brion Brennan, invece, fu assegnato ai Raloi e si andò a sedere al fianco di Mairead.

«Burke Edmund».

Il ragazzino entrò nel cerchio senza troppe esitazioni. «Intelligenza, molta intelligenza e ottime capacità magiche» pronunciò la voce con aria soddisfatta. «Voglia di mettersi in gioco e provare le proprie qualità, oltre a tanto coraggio e desiderio di conoscere. È una scelta difficile, ma direi RALOI!» La divisa di Edmund si colorò di verde, mentre dal tavolo alla destra scoppiò un applauso fragoroso. Edmund andò a sedersi lontano da tutti, lanciando sguardi torvi ai suoi compagni.

Le divise sia di Dedalus Consolatus che di Liadan D'Arcy diventarono blu e i due ragazzini si unirono sorridenti al tavolo dei Llapac. Quando Ailionora fu chiamata, non fece nemmeno a tempo ad entrare nel cerchio che già la voce aveva urlato la sua casa: Nagard. Peig Kenneth fu la seconda ragazza assegnata ai Raloi.

Laughlin attese il suo turno abbastanza rilassato perché sapeva quasi per certo che sarebbe finito nei Nagard, come tutta la sua famiglia. Quando la professoressa pronunciò il suo nome, entrò nel cerchio con passo sicuro.

«Siamo una personcina decisa e sicura di sé, non è vero?» commentò una voce nella sua testa. «C'è anche molto coraggio e ambizione. Direi che i Nagard ti porteranno sulla via della grandezza. NAGARD!» Laughlin venne circondato dalle fiamme, mentre la sua divisa si colorava di rosso. Mairead rimase leggermente delusa, quando seppe che il suo amico sarebbe finito nell'altra casa, quella rivale, per di più.

Iulius McEwan, un ragazzo dall'aria gentile e simpatica divenne un Raloi, mentre Moira O'Callagan si unì ai Llapac. Nioclas O'Driscoll, un biondino dalla carnagione pallida, fu assegnato ai Nagard, mentre Ailis O'Gara fu la terza ragazza dei Raloi. Leida O'Hara invece divenne una Nagard, con grande soddisfazione di Ailionora. Anneus Secula, un tipetto dall'aria vispa, vide la sua divisa colorarsi di verde e andò a sedersi al fianco di Brion, mentre Cael Trimble si unì ai Llapac.

Lo smistamento terminò quando l'ultima studentessa, Cristin Wollace, fu assegnata ai Nagard. La professoressa O'Connel, allora, andò a sedersi la tavolo degli insegnanti, mentre il mago al centro si alzò in piedi. La sala cadde nel silenzio più assoluto. L'uomo che si era alzato indossava un cappello a punta, ma nonostante quello, era la persona più bassa che Mairead avesse mai visto: doveva essere più o meno un metro e cinquanta. Aveva due enormi baffoni bianchi che gli nascondevano completamente la bocca, tuttavia si poteva intuire che stava sorridendo per lo scintillio dei suoi occhi azzurri. Anche il naso aveva delle dimensioni spropositate, per un omino così minuscolo. Nonostante il suo aspetto bizzarro, tutti gli studenti lo guardavano con ammirazione e pendevano dalle sue labbra.

Il professor Captatio, preside del Trinity, era pronto a fare il suo discorso. «Benvenuti ai nuovi allievi del Trinity College, ben ritrovati a tutti gli altri. Un nuovo anno scolastico sta per iniziare: spero che tutti voi darete il massimo per coltivare la vostra intelligenza e le vostre capacità. E ora, senza ulteriori indugi, diamo inizio al banchetto!»

Non appena il preside si risedette, uno stormo di Lepricani in livrea da camerieri fece irruzione nella Sala Mor, ciascuno reggendo un vassoio colmo di prelibatezze.

Mairead passò la cena osservando i suoi nuovi compagni e ascoltando le loro conversazioni. Ogni tanto lanciava qualche sguardo a Laughlin, all'altro capo della sala, che le rispondeva con un sorriso smagliante.

Alla fine del banchetto, il preside si alzò nuovamente da tavola, anche se la differenza di altezza era minima. «Miei cari studenti e studentesse, ora che siamo tutti pieni di ottimo cibo, gradirei scambiare due parole con voi. Ricordo a tutti che non è possibile allontanarsi dai territori del castello senza la presenza di un insegnante e che qualsiasi assenza immotivata alle lezioni è da considerarsi passibile di punizione. Inoltre voglio informarvi che da quest'anno l'ala nord del quarto piano rimarrà inagibile fino a data da destinarsi. Mi auguro che sappiate quanto valga la conoscenza e che prenderete sul serio i vostri studi.

«Abbiamo anche una nuova presenza qui al tavolo insegnanti: lasciate che vi presenti la signorina Trust, che è responsabile del Quidditch e delle lezioni di volo!»

Una donna dallo sguardo d'acciaio fece un breve cenno con la testa e un debole applauso attraversò la sala. Il professor Captatio fu quello che batté le mani più forte, come se fosse felicissimo della nuova insegnante. «E ora tutti a nanna, forza!» esclamò entusiasta.

Un ragazzo moro si alzò da tavola e disse di essere un console, cioè uno studente con il compito di assistere gli insegnati nei compiti di sorveglianza. Disse anche che esisteva un dictator per casa, un'altra carica studentesca di grande rilievo perché faceva in tutto e per tutto le veci dei professori. Il ragazzo moro aveva ora il compito di accompagnare gli studenti del primo anno verso il dormitorio dei Raloi. Mairead cercò di tenere il passo con gli altri, tentando nel frattempo di memorizzare la strada. Dalla sala d'ingresso erano passati per un'ampia scalinata, per poi raggiungere un enorme salone dal soffitto altissimo, da dove si potevano raggiungere tutti i quattro piani principali del castello. Il console condusse i ragazzi in un'altra ala del Trinity dove si trovavano gli alloggi della loro casa. Una porta dipinta di verde, con un'aquila disegnata, era l'ingresso della sala comune. «La parola d'ordine è lupus in fabula» annunciò a tutti gli studenti e come la disse, la porta si spalancò sotto i loro occhi.

La sala comune era un ampio salone con due caminetti, poltroncine, divani e tavolini. Tutta la tappezzeria era rigorosamente verde e l'animale dominante era l'aquila. Due scalinate a chiocciola portavano nei dormitori maschili a destra e quelli femminili a sinistra. Mairead si diresse verso quello femminile: al piano terra c'era la stanza delle studentesse di prima, man mano si saliva, c'era un anno per piano.

Mairead entrò nella stanza rotonda che per mesi avrebbe rappresentato la sua casa. C'erano tre letti a baldacchino con rispettivi comodini, vicino ai quali stavano i bauli delle ragazze. Al centro si trovava un grosso braciere, mentre l'unico mobilio erano delle cassapanche di legno intagliato ai piedi dei letti. Le sue due compagne di stanza, erano già arrivate e stavano svuotando i loro bagagli.

«Ciao. Io sono Mairead» le salutò la ragazza, avvicinandosi al suo letto. Quella dai capelli rossicci disse di chiamarsi Ailis O'Gara, mentre l'altra Peig Kenneth. Sembravano molto affiatate e in un certo senso Mairead si sentì esclusa; aveva come l'impressione che non sarebbero mai state nulla più che semplici amiche e compagne di stanza. Quando ebbe finito di disfare il baule, era talmente stanca per tutte le emozioni che aveva vissuto quella giornata, che crollò sul letto e si addormentò immediatamente.



EDIT: continua la sistemazione dei capitoli...

visto che ci sono, inserisco anche qualche immagine: QUI lo stemma del Trinity College (con la lettera T e il Triskell, un importante simbolo celtico che rappresenta i tre elementi); QUI, invece, il cosiddetto Trinity College tour, ovvero una serie di immagini che rappresentano i vari ambienti della scuola (sono più che altro schizzi, ma vi danno un'idea di come mi immagino il castello!).

Un saluto a tutti,

Beatrix B.

   
 
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