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Autore: Suomi    19/10/2009    1 recensioni
Non è ambientata in un periodo specifico! Spero vi piaccia! ;)
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Furono 13 ore di lamentele, sbuffi, parole di sostegno e confusione.

Le lamentele provenivano dalla bocca di Dan, che convinto da Serena a salire sull’aereo per raggiungere Stoccolma, non aveva fatto altre che criticare tutto, avere dubbi sulla sua scelta di seguirli e continuare a ripetere che lui con Chuck e Blair non voleva avere nulla a che farci. Gli sbuffi invece erano quelli di Blair che dopo 10 minuti di volo, si iniziò a chiedere perché la Svezia fosse così lontana, anche se in realtà le domande che le frullavano in testa erano ben altre, ma preferiva cercare di sembrare il meno preoccupata possibile e ignorare quel groppo che aveva nello stomaco e la morsa nel cuore, le lamentele di Dan inoltre non facevano che farla sbuffare ancora di più e ogni tanto lanciava al ragazzo uno sguardo di puro odio. Le parole di sostegno spettavano a Serena che cercava di mantenere tranquillità nel gruppo, calmare Dan e consolare Blair. La confusione riempiva la mente di Nate, non sapeva perché il suo amico fosse andato in Europa, non sapeva perché lo stessero andando a recuperare, non sapeva se Chuck e Blair avessero litigato e se sì, non sapeva per cosa, non sapeva cosa provava per Serena e non sapeva perché vederla parlare con Dan gli desse fastidio.

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Atterrarono quando ormai erano tutti e quattro sull’orlo dell’esasperazione. Nate si sentiva ignorato da Serena che non faceva altro che alternarsi tra Dan, precipitandosi a ringraziarlo e mostrargli sorrisi appena lo sentisse lamentarsi e Blair, precipitandosi a rassicurarla dicendole che tutto sarebbe andato apposto, appena la sentiva sbuffare, mentre lui affondava sempre più nella poltrona dell’aereo privato, pensando che forse non l’aveva mai dimentica; che la cotta che aveva preso per la bionda quando lei inciampando gli aveva buttato il gelato addosso, per poi scusarsi, mostrandogli un sorriso, all’età di circa sei anni, non era svanita. Dan aveva battibeccato un paio di volte con Blair, con i litigi sedati immediatamente da Serena e continuava a sentirsi fuori posto. Serena aveva perso la situazione di mano dopo mezz’ora di volo circa, era contenta che Dan si fosse convinto a seguirli, ma non riusciva più a sopportare le sue lamentele; voleva aiutare Blair, ma lei sembrava facesse di tutto per non farsi aiutare; osservava Nate e si chiedeva perché fosse sprofondato nella sua poltrona, con gli occhi persi sul vuoto e perché la osservava con insistenza mentre parlava con Dan, avrebbe voluto andare a chiedergli cosa non andasse, ma la situazione era già abbastanza difficile da gestire così com’era. Blair era preoccupata, preoccupata che non avrebbe trovato Chuck e preoccupata che l’avrebbe trovato, temeva di litigare e aveva paura non avrebbero chiarito, che non l’avrebbe perdonata, ma non voleva parlarne, non in quel momento, così quando Serena la consolava, lei annuiva distrattamente e le concedeva un lieve sorriso.

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Scesero dall’aereo stiracchiandosi. Il vento, freddo e pungente, li investì. Blair fu la prima a mettere piede in quella città e per poco non cadde a terra, dovette ringraziare un Nate pronto a sorreggerla alle sua spalle, se non finì sedere a terra. In un istante individuò la colpevole dell’accaduto, una sottile lastra di ghiaccio, che ricopriva il punto in cui aveva posato il piede. Per il resto la città era ricoperta dalla neve e questo le dava un’aria magica e leggermente romantica. Blair sospirò, muovendosi con attenzione, possibile che con Chuck Bass fosse sempre tutto così complicato? Si ritrovava a 6000 kilometri da casa, dopo 13 ore di volo e aver sopportato un Dan Humhrey petulante, solo per vederlo e magari soffrire ancora. Aveva penato un anno per sentirsi dire tre parole, che avrebbero cambiato tutto, perché lui era un maledetto egocentrico, insicuro nell’affrontare qualsiasi cosa potesse portare a un legame. Ma quando le aveva dette quel momento era stato perfetto, non avrebbe chiesto di meglio. Il suo cuore, martoriato da tutte le bugie, i tradimenti, i rifiuti, era guarito. Le farfalle nel suo stomaco cominciarono ad agitarsi come non mai. Furono felici per una settimana e un giorno, finché Blair non ritenne che Chuck stesse guardando ad una festa, a cui erano stati invitati, una modella con troppo insistenza, mentre Chuck sosteneva di averla notata appena e che se non ci fosse stata un minimo di fiducia il loro rapporto non sarebbe potuto andare avanti. Dopo un’ora di urla, Blair si ritrovò stesa sul suo letto, fissando il soffitto con gli occhi lucidi e Chuck sprofondato nel divano della sua suite a bere scotch. Finché Blair pensò a quanto questo litigio fosse stato stupido, non poteva incolparlo di aver dato un’occhiata a una modella, che si era presentata con una gonna microscopica, visto che l’avevano fatto tutti in quella sala. Si decise ad andare al Palace a cercarlo, così si sarebbero chiariti, ma quando scese si ritrovò davanti Chuck, che era andato a cercarla, pensando a quanto fosse stato stupido il loro litigio. Fecero l’amore quella sera e il giorno dopo sembrava essere tornato l’idillio che aveva caratterizzato tutta la settimana prima, ma ovviamente nel corso del loro rapporto ci furono altri litigi, spesso per motivi futili, tuttavia riuscivano sempre a superarli. Si amavano incondizionatamente, era questo ciò che importava, finché non arrivò quel dannato giorno…

  
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