della serie a volte ritornano...scusate tantissimo per questo immenso ritardo nel postare, ma la storia deve essere ancora scritta...l'ho tutta concentrata nella mia mente, ma non riesco a trovare le parole giuste per poterl aportare a termine...spero di essere più veloce nel postare il prossimo capitolo...
FE7, Screec_94_ e Pupazza vi ringrazio tantissimo per i commenti che mi lasciate sempre e spero dopo tutto questo tempo di ritrovarvi con i vostri bellissimi commenti...
grazie anche a tutti coloro che mi hanno inserito tra i loro preferiti o le storie seguite e a tutti coloro che leggono soltanto...
mi scuso anticipatamente se questo capitolo è noioso, con errori di ortografia etc. ma ho appena finito di scriverlo di getto per non perdere l'ispirazione del momento mentre studiavo...se fa schifo fatemelo sapere tramite commenti...
buona lettura...
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Capitolo
40.
Mentre al ncis tutti si stavano
preparando per svolgere i
propri compiti, a casa DiNozzo le cose procedevano più
tranquillamente.
Appena Tony
uscì di casa dalla camera della piccola Tali cominciarono ad
arrivare dei
mugolii sommessi;
Ziva andò subito a controllare la bambina e quando
entrò in
camera rimase ad osservare la piccolina che ancora insonnolita si
aggrappava
alle sbarre del lettino e si tirava su in piedi, per poi cadere di
nuovo a
sedere sul materasso, ma senza arrendersi Tali si rimetteva a gattoni e
con le
piccole manine afferrava le sbarre del lettino e riprovava per riuscire
a
rimanere in piedi.
Ziva aveva cominciato a notare che più i giorni passavano e
più
Tali metteva in ogni nuova scoperta dei piccoli atteggiamenti che lei
aveva
cominciato a considerare come un pizzico d’intraprendenza e
voglia di riuscire
a raggiungere il proprio scopo, determinata fino alla fine...e a quanto
pare
quella mattina, sebbene fosse insonnolita, doveva aver deciso, con una
logica
tutta tipica dei bambini, che doveva imparare a stare in piedi...di
questo
passo, pensò Ziva, non sarebbe passato ancora molto tempo
che la piccolina
cominciasse a fare i suoi primi passi; e allora si che le sarebbero
serviti
mille occhi.
sorridendo a questo piccolo ricordo, si avvicinò al lettino, dove la figlia era ancora intenta tra uno sbadiglio e l’altro a cercare di rimanere in piedi.
Come si ritrovò avvolta nell’abbraccio della mamma, Tali, si lasciò andare ad un altro sbadiglio e si accoccolò meglio circondando con i braccini il collo di Ziva e nascondendo il visino tra il collo e la spalla. Vedendo che la bimba non era del tutto sveglia, ma che aveva ancora sonno, Ziva decise di tornare a sdraiarsi sotto le coperte nel lettone, dove adagiò Tali mettendole da un lato il cuscino di Tony per proteggerla da un eventuale caduta e dall’altro si distese lei e l’avvolse in un dolce abbraccio... Tali sentendosi coccolata aprì di nuovo quei suoi grandi occhi verdi e rimase a fissare la mamma, mentre le accarezzava i capelli che le ricadevano sul visino, le guanciotte, spostandosi anche su un braccino, fino ad arrivare al pancino e ripartire da capo...furono tutti movimenti così delicati che non ci volle molto a far riaddormentare Tali; Ziva rimase un po’ a fissarla, poi il dolce torpore delle coperte e la vicinanza con la sua bambina che nel sonno si era accoccolata vicino al suo corpo si riaddormentò pure lei per un paio di ore.
–Tali! ehi piccolina, su dobbiamo alzarci...dai andiamo in cucina dove la mamma ti prepara una bella colazione...hai fame?-, così dicendo fece per prenderla in braccio, ma Tali quella mattina era in vena di giochi, infatti ridendo rotolò un pochino nel letto per allontanarsi dalla mamma e cercare di nascondersi sotto le coperte;
Ziva vedendo che la bambina si stava divertendo con quello strano gioco, decise di assecondarla...
-oh la mia furbacchiona vuole rimanere a letto stamani?..ma dove è sparita?-,
Tali anche se non capiva quello che Ziva le diceva, solo sentendo la voce della mamma la faceva ridere...
Ziva salì di nuovo sul letto e raggiunse piano la figlia, lentamente la scoprì e ridendo pure lei disse
–ma si può sapere cosa combini stamani?eh topolina?dai su andiamo a fare colazione- prendendola per le manine la tirò a se e l’avvolse tra le braccia e dopo un altro bacio sulla testina della piccola si alzò definitivamente da letto e raggiunse la cucina...
–ma-ma-ma-ma- Tali seduta comodamente nel suo ovetto guardava la mamma divertita mentre le stava preparando il biberon per fare colazione, battendo ripetutamente le manine...Ziva seppure concentrata in quello che faceva non si stava perdendo neppure una singola espressione del visino allegro della sua bambina, e la incitava a dire qualche parolina –brava amore dai prova a dire “mamma”, sei proprio bravissima-,
-maaaa-maaaaaa-,
-si brava “mamma”...chi sono io? Sono la “mam..-,
-maaaa-,
- ahahah bravissima...o su da brave adesso facciamo una bella colazione che ne dici amore?guarda quanto latte caldo con i biscottini ti ha preparato la mamma, lo vuoi?-,
la piccolina vedendo il biberon con tutti quei disegnini che le piacevano tanto cominciò ad indicarlo emettendo i suoi soliti mugolii per cercare di farsi intendere, calmandosi nel momento in cui Ziva l’aiutò a prendere il biberon.
Il resto della colazione e dell'ora successiva passò tranquillamente...
Nel frattempo Ziva si era avvicinata vedendo che la piccolina si era avvicinata troppo al muro, infatti la bambina come arrivò al giocattolo prima di toccarlo con la manina si lasciò cadere a sedere e nello sbilanciarsi rischiando di battere la testina alla parete se Ziva non le avesse messo subito la mano dietro per ripararla dalla botta e sorreggerla. Accoccolandosi vicino alla piccola le sorrise e dolcemente cercò di spiegarle –Tali amore...ehi cucciolina guarda la mamma- disse Ziva attirando l’attenzione della bambina su di se, che cominciò a guardarla incuriosita
-amore fai piano vicino al muro perché se picchi la testina qui poi ti fai male-,
Ziva le spiegava tutto facendole un sacco di gesti con le mani come se le stesse raccontando una bellissima storia, tanto che la piccolina ripeteva i gesti prima toccando con la sua piccola manina il muro e poi la sua testina piena di ricciolini neri e poi continuando ad imitare la mamma cercava di fare la faccina triste;
-esatto amore mio, se picchi al muro poi diventi triste perché ti fai male...vieni con la palla devi giocare dove eri prima-,
continua...