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Autore: Lhea    20/10/2009    5 recensioni
ATTENZIONE: POSTATA "SORPRESA"
Los Angeles: nella città più grande della California, dalle spiagge assolate e l’odore del mare nell’aria, la vita della gente trascorre tranquilla tra gli alti e i bassi di tutti i giorni. Per tutti, tranne che per lei.
Irina, 20 anni, pilota prodigio invischiata in qualcosa di molto più grosso di lei, i cui soprannomi sono tanti quante le maschere che porta, vive cercando disperatamente di riguadagnare la libertà che le è stata rubata. Perché lei non è una ragazza qualunque, nonostante cerchi di esserlo. Lei è Fenice, l’unica donna ad essere arrivata così in alto nella Lista Nera, l’elenco dei più famosi piloti clandestini dello Stato. L’unica a essere entrata nelle grazie del capo, lo Scorpione…
E mentre la sregolata vita della criminalità si svolge senza intrusioni di alcun genere, Alexander Went si prepara a entrare in azione per portare a termine la missione più importante che gli sia stata affidata: arrestare lo Scorpione e smontare tutta la sua organizzazione.
Tra auto truccate, notti brave e affari di droga, Alexander capirà che certe volte le cose non si fanno per piacere, ma per necessità. E che ci sono cose che non vanno toccate. Una di quelle cose è proprio Irina… L’unica che potrà mandare in fumo i suoi piani, e l’unica cosa a cui lui terrà veramente…
RIPOSTATO CAP. VI e VII
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Gioco dello Scorpione' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Capitolo XXV

Capitolo XXV

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 13.00 – Casa di Xander

 

Il telefono cellulare, appoggiato sul tavolino di vetro, squillò all’improvviso. C’era qualcosa di insistente nel suo modo di trillare, qualcosa che diede a Xander una strana sensazione. Jess era seduto di fianco a lui, sull’altro divano, con in grembo il pc portatile e l’aria annoiata.

 

Xander guardò il display del cellulare: sopra c’era scritto Franck White.

 

Jess lo guardò, serio. << Cosa aspetti? Rispondi >> disse, << Hai già evitato le sue telefonate per troppo tempo… Rischi che si incazzi ancora di più >>.

 

Xander prese il telefono in mano, indeciso. In effetti, nelle due ultime settimane non aveva più risposto alle telefonate di White, ignorandole completamente. Continuare a rendersi imprevedibile era il suo scopo principale, ma non poteva rischiare che White iniziasse a rendersi conto che forse sospettava qualcosa…

 

<< Pronto… >> rispose alla fine, sotto lo sguardo serio di Jess.

 

<< Agente Went >> disse solo White, la voce controllata, da cui però traspariva bene la nota di fastidio che provava, << Si è deciso a rispondere, finalmente >>.

 

<< Ho avuto da fare >> disse Xander, guardando l’informatico al suo fianco.

 

<< Bene… Ho solo una cosa da dirle: torni a San Francisco >> disse White.

 

Xander pensò di non aver compreso appieno le parole del suo superiore.

 

<< Come? >> fece, atono.

 

<< Torni a San Francisco, Went. Lei è sollevato dall’incarico >> ripeté White, tombale.

 

Xander saltò in piedi. << Come?! >> gridò, << Lei non può! Mi manca solo una settimana… Non ha senso… >>.

 

<< Invece sì che ha senso, agente Went >> lo interruppe White, << La sua copertura è saltata. Sanno che è dell’F.B.I., sono pronti a farla fuori appena la incontreranno >>.

 

Per forza che aveva senso: White era in contatto con Challagher. E proprio ora che era arrivato così vicino allo Scorpione lo sollevava dalla missione per mettere al sicuro quel criminale…

 

<< Come fa a sapere che la mia copertura è saltata? >> sibilò tra i denti.

 

<< Non è l’unico agente che abbiamo mandato, Went >> rispose White, << Michael Fowler la sostituirà da questo momento in poi >>.

 

Ecco perché aveva incontrato Michael diverse volte, nel suo dipartimento. Ecco spiegato cosa ci facesse da quelle parti…

 

Xander sentì il cuore fermarsi. Non poteva andarsene, non adesso che era praticamente arrivato alla fine. Non poteva andarsene e lasciare Irina da sola… Poteva accettare di lasciare libero Challagher, ma non poteva accettare di abbandonare lei.

 

<< Mi… spieghi cosa è successo >> disse.

 

Jess aveva capito, perché si era bloccato e ormai sul monitor del pc campeggiava il salvaschermo colorato. Stava ascoltando la conversazione con le orecchie tese.

 

<< Quando mi sono reso conto che iniziava a mettere in pericolo la missione, ho deciso di mandare un altro agente nel caso ce ne fosse stato bisogno… Quella ragazza l’ha tradita, Went. Challagher sa tutto >>.

 

Troppo facile dare la colpa a Irina: non era lei a fare la doppiogiochista.

 

<< Perché non ho mai visto Fowler da nessuna parte? >> chiese Xander, deciso a scoprire fino a che punto si spingessero le bugie del suo capo.

 

<< A differenza sua, si è fatto strada facendo meno clamore, e senza nessuna gara… E aveva l’ordine di non farsi scoprire, nemmeno da lei. Sapevo che non avrebbe mai accettato il fatto che il suo operato venisse messo in dubbio >>.

 

Improvvisamente, Xander capì quanto fosse stata furba la scelta di White: Michael non si era mai occupato di quel campo, risultava abbastanza inesperto per poter essere tenuto sotto controllo… Per quello aveva mandato lui: sapeva che non sarebbe riuscito a dare fastidio allo Scorpione. Difficilmente sarebbe sfuggito al loro controllo.

 

Sul volto gli si dipinse una smorfia disgustata: il piano di White era quasi perfetto. Non aveva messo in conto però che lui odiava seguire gli ordini… Soprattutto quando di mezzo c’erano persone che amava.

 

<< Io non me ne vado da qui >> disse, << Soprattutto adesso. Non me ne frega un cazzo dei suoi ordini… Non me ne vado. Dovrà mandare qualcuno a prendermi >>.

 

<< Segua gli ordini, Went >> disse White, << A quanto ne so Challagher verrà a cercarla, e questa volta la farà veramente fuori. Torni immediatamente qui, lei e anche Stone. C’è Fowler a occuparsi della cosa, adesso >>.

 

<< Come fa a sapere che Challagher sta vendendo qui, eh? >> chiese Xander.

 

<< Fowler è arrivato in alto tanto quanto lei >> rispose White, << Mi ha avvertito pochi minuti fa che Challagher ha scoperto chi è… Se ne vada immediatamente, se non vuole rimetterci la pelle >>.

 

Xander gli chiuse il telefono in faccia, infuriato. White aveva anche la faccia tosta di volergli dimostrare che stava tentando di salvargli la vita.

 

<< Bastardo… >> imprecò. Poi guardò Jess. << Ci hanno beccati… O meglio, White vuole che torniamo a San Francisco. Subito >>.

 

<< Cosa? >> gridò Jess, << Aspetta un attimo, non è possibile! E non ha nemmeno senso, adesso che… >>.

 

<< Ci rivogliono indietro, ma questo non vuol dire che andremo >> lo interruppe Xander, << Non mi muovo da qui. Ha detto che Michael Fowler mi ha sostituito >>.

 

<< Fowler? Ma sono impazziti? Il massimo di cui si è occupato è il contrabbando di gioielli… Non è abbastanza esperto per essere mandato la in mezzo! >>.

 

Jess sembrava sorpreso quanto lui, ma la spiegazione era chiara.

 

<< White ha mandato Folwer proprio per questo: è sicuro di poterlo tenere sotto controllo, e sa che non è in grado di dare fastidio a Challagher. Può anche darsi che lo uccidano, appena me ne andrò da qui >>.

 

Jess sbiancò. << Cazzo, siamo tutti nei guai. Non possiamo andarcene adesso! >>.

 

Il telefono cellulare squillò di nuovo, ma questa volta non era White. Il display diceva Michael Fowler.

 

<< Pronto >>.

 

<< Alexander, non sto scherzando >> disse Michael, senza nemmeno un saluto preliminare, << Devi andartene immediatamente. Challagher si sta preparando… Non sarà da solo, quando verrà a cercarti >>.

 

<< Michael, perché non mi avevi detto che c’eri di mezzo anche tu? >> lo aggredì Xander.

 

<< Erano gli ordini >> rispose lui, apparentemente spaventato, << Ho parlato con White. Torna a San Francisco finché sei in tempo. Non serve che tu rimanga qui… >>.

 

Xander gettò il cellulare sul tavolino, chiudendo la telefonata. Non se ne voleva andare, punto e basta.

 

<< Cosa facciamo? >> chiese Jess, mettendo da parte il portatile.

 

<< Non lo so… Devo pensare. White non mi vuole qui perché sa che posso arrestare Challagher… >>.

 

Xander iniziò a camminare avanti e indietro, cercando di calmarsi. Doveva trovare una soluzione che gli permettesse di rimanere dov’era, catturare lo Scorpione e salvare Irina.

 

Il cellulare squillò per la terza volta, ma non guardò di chi si trattava. Lo lasciò trillare, deciso a non voler parlare né con White né con Michael. Da quel momento in poi avrebbe risposto solo a se stesso. Il vecchio Xander, quello che amava fare di testa sua, che disubbidiva agli ordini era tornato, e questa volta nessuno lo avrebbe fatto ragionare.

 

<< Xander… >> lo chiamò Jess.

 

<< Non ho intenzione di rispondere >> ribatté lui.

 

<< Ma è tuo padre… >>.

 

Xander afferrò il cellulare.

 

<< Xander! Che stai facendo? Torna indietro immediatamente! >> gridò Steve, preoccupato, << Non fare lo stupido! >>.

 

<< White mi vuole far tornare lì per lasciare il campo libero a Challagher, papà! >> ribatté Xander, << Non mi muovo di qui! >>.

 

<< Devi tornare indietro. Non puoi rischiare così tanto… Non serve farti ammazzare! >>.

 

<< Non me ne frega un cazzo di Challagher, papà! >> ribatté Xander, esasperato, << Non me ne frega se riesce a rimanere fuori prigione… Io non lascio Irina qui da sola! Porca puttana, è possibile che nessuno capisca che se rimane qui rischia più di me? >>.

 

Steve rimase per un momento in silenzio, davanti allo sfogo di suo figlio. Non poteva essere più chiaro di così.

 

<< Ok… Ho capito >> disse piano, << Ascoltami Xander. Farti ammazzare non salverà Irina… Se veramente White è la talpa dello Scorpione, dobbiamo indagare a fondo. E per farlo devi tornare qui… >>.

 

<< Non… >> iniziò Xander.

 

<< Fammi finire. Prepara la macchina e tornate qui. Avremo White sott’occhio, e potrai fare tutte le indagini che vuoi. Ormai Challagher sa chi sei, e non rischierà una gara con te. E’ inutile che tu rimanga lì, se non puoi portare a termine il piano originario. Dobbiamo studiarne un altro. Irina è al sicuro, Michael ci terrà informati su tutti i piani che lo Scorpione avrà su di lei >>.

 

Le parole di suo padre erano sensate. Però mettere troppa distanza tra lui e Irina non gli piaceva, come idea. Era vero, Challagher non avrebbe mai ucciso Irina: non si sarebbe mai privato del suo giocattolino. Ma non voleva comunque lasciarla lì.

 

<< La porto con me >> disse.

 

<< Va bene. Convincila e venire con te, se questo servirà a farti andare via di lì. Datti una mossa, però >>.

 

Xander chiuse la telefonata, poi guardò Jess.

 

<< Ce ne andiamo >> disse.

 

<< Ma… >> iniziò l’informatico, preso in contropiede dalla sua nuova decisione.

 

<< Ho un’idea >> disse Xander, << Posso ancora rimettere a posto le cose >>.

 

Un piano si stava formando nella sua testa, un piano che forse poteva aiutarlo a chiudere quella storia….

 

<< Non è quello… >> mormorò Jess, << E’… Jenny >>.

 

Xander capì cosa stava provando l’informatico in quel momento: era la stessa cosa che sentiva lui. L’idea di staccarsi dalla ragazza che amava gli sembrava dolorosissima…

 

<< Jess, torneremo >> disse per rassicurarlo, << Non so se ci vorrà un giorno o una settimana, ma torneremo indietro. Non deve essere un vero addio, il nostro, ok? Prendi la BMW, vai da lei… Tra un’ora dobbiamo trovarci di nuovo qui. Per quanto doloroso ti possa sembrare, Jenny non deve sapere che torneremo… Ho un piano, fidati di me >>.

 

Jess annuì in silenzio e prese al volo le chiavi dell’auto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 13.22 – Casa di Irina

 

Irina aspettava sola nel soggiorno, camminando avanti e indietro davanti alla tv spenta, nervosa. La telefonata sbrigativa di Xander non le annunciava niente di buono, nonostante lui le avesse solo detto che passava da casa sua tra dieci minuti.

 

Quando il campanello suonò, raggiunse la porta di corsa e la spalancò. L’espressione seria e preoccupata di Xander le confermò i suoi sospetti.

 

<< Cosa succede? >> domandò, spaventata.

 

Xander entrò in casa guardandosi alle spalle, poi richiuse la porta e la seguì in cucina. Rispose solo quando furono l’uno di fronte all’altra.

 

<< Devo andarmene >> rispose, secco.

 

Irina rimase impietrita, fissandolo.

 

<< Cosa? >> esalò.

 

<< Devo lasciare Los Angeles. Mi hanno sollevato dall’incarico >>.

 

<< Perché? >> domandò solo, la voce un sussurro.

 

<< Mi hanno scoperto >> spiegò Xander, << C’era un altro agente infiltrato, e ha riferito che William sa che sono dell’F.B.I. Me ne devo andare prima che il piano salti completamente >>.

 

Irina guardò Xander, e sentì qualcosa crollare dentro di lei. Le stava dicendo che doveva lasciare Los Angeles… Che doveva andarsene…

 

<< Io… >> mormorò, scossa, << Non… Non ne sapevo niente, William non ha… >>.

 

<< Non importa >> disse Xander, << White ha iniziato a fare il suo gioco, e tutti e due sperano di farla franca mandandomi via >>.

 

<< Cosa farai? >> domandò Irina, guardandolo imbambolata.

 

<< Torno a San Francisco e cerco di incastrare White >> rispose Xander, << E poi… >>. Si interruppe, e Irina capì che nemmeno lui sapeva cosa fare.

 

Erano arrivati così vicini alla fine, che non aveva mai pensato che tutto potesse saltare. L’uscita di quel tunnel sembrava prossima, a portata di mano… Non era possibile…

 

Ora capiva cos’era quella strana sensazione che la stava percorrendo, che le gelava il sangue e la rendeva muta: era la delusione. Fino alla fine ci aveva creduto, si era convinta che esistesse la possibilità di arrestare lo Scorpione…

 

Abbassò lo sguardo sul pavimento, e le venne da piangere per la frustrazione. Ci era caduta di nuovo, si era lasciata di nuovo ingannare. Delusa e abbandonata per l’ennesima volta. Di nuovo, come un castello di carte, tutti i suoi piani crollavano lasciando solo macerie.

 

Congelata, alzò gli occhi sulla persona che era riuscita a farle credere di avere una possibilità di uscita, che le aveva promesso…

 

Gli occhi azzurri di Xander incontrarono i suoi, e questa volta non sentì il solito brivido che le percorreva la schiena. Non era quella sensazione di piacere a cui era abituata quando lo guardava… Era arrabbiata, arrabbiata con se stessa per essersi lasciata di nuovo abbindolare come una stupida. Anche lui si era preso gioco di lei… Con stile, con dolcezza, con furbizia… Ma anche lui alla fine l’aveva presa in giro.

 

<< Irina… >> sussurrò Xander.

 

<< Non dire niente >> ribatté lei, perfettamente controllata, << Sono stata sciocca a credere di poter liberarmi così facilmente di William… Ma tu… Bé, tu avevi promesso >>.

 

Le parole le uscirono di bocca piatte, fredde, esattamente come si sentiva lei in quel momento. Non era stata l’unica a sbagliare; Xander non avrebbe dovuto prometterle qualcosa che non poteva mantenere. Avrebbe voluto provare odio per lui, rabbia, ma riusciva a essere solo profondamente delusa… E non le piaceva.

 

<< Infatti, avevo promesso >> disse Xander, << E ho intenzione di mantenere la parola data >>.

 

<< E come? >> lo interruppe Irina, << Lo sai meglio di me cosa comporta il fatto che tu te ne vada: hai fallito la missione. William ha mangiato la foglia, e non si lascerà ingannare per due volte. Come pensi di arrestarlo, eh? >>.

 

L’espressione di Xander non cambiò, anche se ciò che aveva appena detto poteva risultare molto doloroso. Gli stava dicendo che era stato un’incapace, che si era scoperto da solo. Forse non era colpa sua, forse c’era davvero White dietro, ma comunque lui era fuori.

 

<< Al mio posto ci sarà un altro agente >> rispose il ragazzo, << E’ pronto a portare a termine ciò che ho cominciato io >>.

 

Irina dubitava che potesse esistere qualcun altro al di fuori di Xander in grado di dare del filo da torcere allo Scorpione. Chiunque fosse il suo sostituto non aveva speranze.

 

<< Allora vai >> disse lei, facendo un cenno con la testa. Che sparisse dalla sua vista, subito.

 

<< No >>.

 

L’espressione di Xander era seria, risoluta. I suoi occhi azzurri non erano mai stati così profondi. Rimase fermo dov’era, la mascella contratta e il volto una maschera di granito.

 

<< Vuoi aspettare che William venga qui e ti ammazzi? >> domandò Irina, esasperata. Oltre che bugiardo era anche stupido?

 

<< No… Voglio che tu venga con me >> rispose Xander.

 

Irina lo guardò, perplessa. Voleva continuare a prenderla in giro?

 

<< Vattene Xander >> disse lei, la voce dura, << Vattene di qui e non farti mai più rivedere, se ci tieni alla pelle >>.

 

Il ragazzo fece un passo avanti. << Non ti lascio da sola >>.

 

Irina fece una smorfia. << Se te ne andrai, io non correrò nessun pericolo >> disse, << Il problema per William eri tu. Se te ne andrai farai un piacere sia a me che a lui >>.

 

<< Io non ti voglio lasciare qui >> disse Xander, << Non ti abbandono, dopo la promessa di liberarti. Non voglio lasciarti da sola >>.

 

Voleva che se ne andasse, che la lasciasse in pace. L’aveva illusa, riaprendo tutte le sue ferite, si era fatto spazio nella sua vita in cerca di qualcosa che lei non aveva ancora capito… E adesso continuava a tormentarla, credendo ancora di farle un favore promettendole qualcosa che non poteva più avere.

 

<< Io sono già sola, Xander >> ribatté lei, in preda alla rabbia, << Lo sono sempre stata. Me lo stai dimostrando anche tu >>.

 

Un attimo dopo, Irina si ritrovò seduta sul ripiano della cucina, le labbra di Xander incollate alle sue, le mani che la trattenevano per i fianchi.

 

Xander la stava baciando. Dopo mesi di attesa, di speranza, di agonia, finalmente Irina riceveva quello che desiderava di più al mondo, ma che in quel momento era forse l’ultima cosa che avrebbe voluto. Eppure lasciò che le labbra di Xander prendessero possesso delle sue, così dolci da sembrarle cosparse di zucchero, bramate come un bicchiere d’acqua nel deserto.

 

Sentiva la tensione che percorreva il corpo di Xander, le sue mani che la stringevano delicatamente ma anche con forza. Era come se fino a quel momento si fosse tenuto, come se si fosse costretto a non fare niente… Come se avesse represso il suo istinto fino a pochi secondi prima, e che ora aveva finalmente lasciato andare…

 

Uno dei bicchieri poggiati sul tavolo cadde per terra, spaccandosi in mille pezzi sul pavimento. Solo allora Irina allontanò Xander, lo sguardo incollato al suo, la mano appoggiata sulla sua guancia. Rimase un attimo in silenzio, osservando il disegno delle labbra di Xander, fino a qualche secondo prima appoggiate sulle sue. E nonostante dovesse sentirsi felice, riusciva solo a provare amarezza.

 

<< Adesso è troppo tardi, Xander >> sussurrò.

 

In quel momento, voleva solo che se ne andasse. Che dopo averla presa in giro, dopo averla illusa, infilasse quella porta e sparisse per sempre, come fosse stato un semplice e stupendo sogno. Non poteva sopportare ancora quel dolore, il dolore di vederselo sfuggire tra le dita come sabbia al vento.

 

Xander le prese delicatamente la testa tra le mani, e i loro occhi s’incontrarono ancora.

 

<< Ascoltami Irina >> disse, << Scusami per non averlo fatto prima, per averti confusa in quel modo… Non potevo, lo capisci? Non me n’è mai importato niente di Challagher, o delle sue stupide gare. Non volevo metterti nei guai più di quanto non lo fossi già >>.

 

Nemmeno nei suoi sogni più ottimistici Irina aveva immaginato parole del genere. Aveva sperato tanto, troppo, ed ora che aveva ciò che voleva, Xander doveva andarsene.

 

<< Non ti lascio qui, hai capito? >> continuò lui, << Non ti lascio nelle mani di quel figlio di puttana… Ti porto via con me >>.

 

Irina lo allontanò.

 

<< Non posso >>.

 

<< Challagher non saprà dove sei. Non ti troverà mai >> disse Xander.

 

<< Non posso >> ripeté Irina, << Non posso e non voglio >>.

 

C’era la sua famiglia da salvaguardare. Non poteva andarsene sapendo che William sarebbe andato da loro… Se non li aveva ancora uccisi era solo perché lei lo avrebbe odiato per il resto dei suoi giorni.

 

<< Dominic non si è fatto problemi. Si arrangeranno da soli, questa volta >>.

 

Xander le aveva letto nel pensiero. I suoi occhi riuscivano come sempre a trapassarla da parte a parte.

 

<< Io non sono mio fratello, Xander >> disse gelida, << Non me ne andrò condannandoli a morire… Non li abbandonerò >>.

 

Il ragazzo spalancò gli occhi, e rimasero a fissarsi, in un silenzio carico di tensione. Faceva tutto troppo facile, troppo semplice. Lui non aveva nessuno di cui doversi prendere cura, non doveva preoccuparsi di niente al di fuori di se stesso…

 

<< Vattene Xander, prima che William venga qui >> disse Irina, << Ormai è tardi per cercare di mettere a posto le cose >>.

 

<< Non voglio mettere a posto le cose… Voglio che tu venga con me >> ribatté lui.

 

<< Non verrò da nessuna parte con te. Sei tu che hai sbagliato, e tu te ne devi andare… Con te lontano io non corro nessun pericolo >>.

 

Xander rimase in silenzio, ferito dalle sue parole. Gli aveva appena detto che tutto ciò che aveva passato e che stava passando era colpa sua.

 

<< Non avevo immaginato che finisse in questo modo… >> mormorò, << Non che mi odiassi così tanto… >>.

 

<< Cazzo Xander, va via di qui! >> gli gridò Irina, esasperata. << Io non ti odio, e non voglio che William ti ammazzi! Vattene prima che ti venga a cercare! >>.

 

Xander la fissò per un istante, poi la afferrò per il mento e la baciò di nuovo, con più passione di prima. E non la lasciò andare, nemmeno quando lacrime salata rigarono le guancie di Irina, abbandonata a quelle labbra di cui capiva di non poter fare a meno. Lo odiava e lo amava al tempo stesso per tutto il dolore e la gioia che le aveva fatto provare. Non voleva continuare, ma contemporaneamente non voleva che finisse. Aveva perso tutto ancora prima di averlo.

 

<< Ti giuro, Irina, torno a prenderti >> le sussurrò lui sulla bocca, << Arresto White, e poi torno a liberarti da tutto questo… E se solo Challagher ti ha anche solo sfiorata, lo ammazzo >>.

 

“Bugiardo… Mi farai ancora più male…”.

 

<< Non fare promesse che non puoi mantenere >> disse Irina, << Non tornare mai più qui… >>.

 

<< Te lo giuro sulla mia stessa vita, Irina >> mormorò Xander, il suo fiato caldo che le solleticava le labbra, << Ti ho cercata per venticinque anni, e non ti perderò di nuovo. Se tu non vuoi seguirmi, sarò io a tornare da te. Ma non ti lascio da sola, hai capito? >>.

 

Irina chiuse gli occhi, assaporando con tutta se stessa le dolci parole che quella voce le sussurrava, sapendo che le sue erano promesse vuote. Non poteva tornare, se non voleva morire.

 

<< Va via >> disse Irina, << Lascia la città il prima possibile e non voltarti indietro. Posso continuare a vivere come ho sempre fatto. Non ho bisogno che ritorni >>.

 

Eppure stava piangendo, stava piangendo perché lo amava e non voleva che se ne andasse. Ma non voleva nemmeno seguirlo. Il dolore che aveva dentro era così grande che desiderava solo di non averlo mai conosciuto, di non averlo mai rincontrato… Di non avergli mai permesso di entrare dentro il suo cuore.

 

Sentì che Xander le metteva qualcosa in mano, mentre continuava a tenerle il viso a pochi centimetri dal suo.

 

<< Sono le chiavi di casa mia >> disse, << E quelle della BMW… Qualsiasi cosa succeda, puoi andare lì… E puoi anche prendere la macchina. Se ti succede qualcosa, lo saprò. Non so quanto ci metterò a tornare, ma stai pur certa che Challagher ha le ore contate >>.

 

Irina guardò le chiavi che le aveva messo in mano, e si asciugò una lacrima.

 

<< Va via e nasconditi >> sussurrò, << Non farti trovare… >>.

 

<< Sarò io a cercare lui >> disse Xander, passandole un pollice sulle righe salate sulla sua pelle, << Il tempo di capire se White sta veramente dalla sua parte, e metterò lo Scorpione dietro le sbarre… Dimmi solo che qualunque cosa succeda mi chiamerai, ok? Voglio essere sicuro che stai bene… >>.

 

Continuare a rimanere lì, a dilungare quell’addio era insopportabile. Lo spinse verso la porta, senza però riuscire a smuoverlo di un solo centimetro.

 

Per un attimo credette che Xander la prendesse di peso e la caricasse in macchina contro la sua volontà, e dallo sguardo che le rivolse capì lo aveva pensato davvero. Però si limitò a sospirare e a prenderle il mento, costringendola a tirare su la testa.

 

<< Dio, Irina… Ti amo. Ricordatelo >> disse, prima di baciarla di nuovo lasciandola senza fiato.

 

Poi infilò la porta e senza voltarsi indietro sparì. Un attimo dopo il rumore di una Ferrari che percorreva la strada si dissolse in lontananza.

 

E Irina seppe che era finita davvero, questa volta. Era finita ancor prima di cominciare…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 14.02 – Autostrada

 

Xander percorreva l’autostrada appena imboccata in direzione San Francisco, superando a destra e sinistra le auto che procedevano molto più lente di lui. Jess, seduto di fianco, rimaneva in silenzio, l’espressione triste e il volto pallido.

 

Non c’erano parole per descrivere come si sentisse in quel momento. Il piano che aveva in testa gli sembrava insignificante rispetto al fatto di dover lasciare Irina da sola, di nuovo. Sapeva perfettamente cosa doveva fare, e che forse lasciare la ragazza lì contribuiva a tutto ciò che aveva in mente…

 

Sapeva che Irina non avrebbe mai accettato di fuggire. Non lo aveva mai fatto, in due anni, perché farlo ora mettendo in pericolo tutti quanti? Eppure aveva comunque sperato che accettasse… Che lo seguisse. Se fosse venuta con lui, non gli sarebbe importato più niente di Challagher.

 

Jess non si stava lamentando della sua guida piuttosto nervosa, segno che anche lui era scosso. Gli rivolse una rapida occhiata, poi domandò, riferendosi a Jenny: << Com’è andata? >>.

 

<< Ha pianto… >> rispose l’informatico, la voce atona, << Non voleva. Aveva capito che c’era qualcosa di strano, ma non voleva che me ne andassi. Aveva paura mi succedesse qualcosa >>.

 

<< Almeno tu sai che lei non corre alcun pericolo >> grugnì Xander, << Io ho dovuto lasciare Irina da sola in mano a… >>. Il piede premette ancora più a fondo l’acceleratore.

 

<< C’è Michael… >> disse Jess.

 

<< E’ un tipo a posto, ma dubito che possa veramente aiutarla >> ribatté Xander.

 

“Chi può farlo se non io, che so esattamente quello di cui ha bisogno?”.

 

Un’auto comparve nello specchietto retrovisore della Ferrari, e Xander sentì la rabbia montare. Era una Audi A3 grigia, quella che lui sapeva essere di Hanck.

 

<< Figlio di puttana… Credevi pure di potermi seguire? >> sbottò.

 

<< Cosa c’è? >> domandò Jess.

 

<< Challagher ha mandato qualcuno a pedinarci >> rispose Xander, imboccando la corsia di sorpasso.

 

Jess si voltò a guardare dietro, mentre l’Audi avanzava. Xander accelerò di colpo e scartò un’auto prima di svoltare sulla rampa di accelerazione che lo avrebbe portato nella direzione opposta. Credevano di fregarlo così facilmente?

 

Tenne d’occhio lo specchietto retrovisore, in attesa di veder sbucare una delle auto di William; l’Audi però rimase l’unica a stargli dietro.

 

“Avanti, fatti vedere… Mi risparmieresti la fatica di tornare”.

 

In effetti, veder comparire alle sue spalle la Revénton grigio carbonio dello Scorpione sarebbe stato il massimo, in quel momento. Gli avevano intimato di andarsene, ma non temeva uno scontro diretto con William… Anzi, una gara sarebbe stata la cosa migliore per chiudere in un attimo la faccenda.

 

Quando si rese conto che Challagher molto probabilmente non si sarebbe fatto vedere, decise di seminare l’Audi. Schiacciò a fondo l’acceleratore e in un attimo sparì lungo l’autostrada affollata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 14.15 – Casa

 

<< Se n’è andato >> disse Jenny, le lacrime agli occhi, seduta sul divano di casa. << E’ andato via, all’improvviso… Io non capisco… >>.

 

Irina guardava la sua migliore amica, l’espressione impaurita e triste. In tanti anni che la conosceva, non l’aveva mai vista in quello stato: Jenny era sempre stata una che prendeva le cose alla leggera, che difficilmente perdeva il sorriso. Sembrava ancora più sconvolta di lei per l’improvvisa fuga di Xander e Jess.

 

Poco dopo che Xander aveva varcato la porta lasciandola sola, il telefono si era messo a squillare, rivelando una Jenny disperata e in lacrime. Jess era passato da lei dicendole che doveva andare via immediatamente, e non poteva fornire alcuna spiegazione. Quindici minuti dopo l’aveva raggiunta a casa sua.

 

Davanti all’amica con il trucco sfatto, gli occhi arrossati e l’espressione impaurita, Irina si rese conto di quanto fosse forte il legame tra lei e Jess. Tante volte li avevano presi in giro per come avevano fatto tutto di fretta, di come parlassero l’una dell’altro, ma loro si amavano veramente. Il loro era stato un colpo di fulmine, ma di quelli veri, che accadono una volta sola nella vita e a poche persone. E lo avevano dimostrato, perché nonostante fossero pochi mesi che si conoscevano, sembrava che avessero passato insieme tutta la vita.

 

<< Jenny, lo so come ti senti >> disse Irina, sedendosi di fronte a lei, << Lo so che hai paura, ma è andandosene che sarà al sicuro, mi capisci? >>.

 

Sapeva perfettamente che anche lei sentiva quel vuoto allo stomaco, quel gelo dentro al cuore… Quella morsa che le attanagliava le viscere, la paura che Xander e Jess non riuscissero a fuggire…

 

<< Allora perché non ha voluto che andassi con lui? >> chiese Jenny, tirando su con il naso.

 

Irina fissò l’amica, sorpresa. Xander aveva chiesto a lei di seguirlo, mentre Jess aveva fatto tutto il contrario con Jenny…

 

<< Volevi andare con lui? >> domandò.

 

L’amica annuì. << Quando mi ha detto che doveva andare via, gli ho detto che ero disposta a seguirlo… Ma lui non ha voluto. Ha detto che non potevo andare con lui, ma non mi ha spiegato il perché… Ho paura che gli succeda qualcosa >>.

 

Irina si strinse le mani, a disagio. Tutto era successo per colpa sua e di Xander, e Jess non doveva andarci di mezzo. Nemmeno Jenny. Decise che forse ora poteva dire alla sua migliore amica la verità.

 

<< Jenny… Xander e Jess sono dell’F.B.I. >> disse, a voce bassa, << Erano qui per arrestare il mio capo… Li ho aiutati ad avvicinarsi allo Scorpione, gli ho dato le dritte per farsi una certa reputazione da queste parti… Mi dispiace di non avertelo detto prima >>.

 

La ragazza la guardò per un momento, gli occhi spalancati, e Irina credette che scoppiasse di nuovo a piangere. Invece Jenny deglutì e tirò su con il naso.

 

<< Ecco perché facevano tanto i misteriosi, e perché ti fidavi di loro >> disse semplicemente, quasi divertita.

 

<< Jess non centrava niente >> spiegò Irina, << E’ solo venuto per dare a Xander un supporto informatico… Non è in pericolo quanto Xander, e comunque stanno tornando a San Francisco. Nel giro di qualche ora saranno completamente al sicuro >>.

 

Questa volta fu lei a deglutire, chiedendosi quanto ancora avrebbe resistito: stava male anche lei, ma fingere che non lo fosse era il suo piano per dimenticare più in fretta. Il solo pensiero che William potesse essere sulle tracce di Xander le chiudeva lo stomaco.

 

Era inutile negare che non avesse versato lacrime, che non avesse avuto paura; forse da quel punto di vista soffriva ancora più di Jenny, perché lei era consapevole di quello che poteva succedere, ma aveva lasciato sfogare quel dolore solo per poco. Come sapeva fare bene, lo aveva soffocato dicendosi che era inutile piangere su ciò che non poteva cambiare: Xander se n’era andato, e lei era convita che non sarebbe tornato.

 

Quando si fosse reso veramente conto di quello che correva, avrebbe cambiato idea. E se lui credeva di voler tornare per lei, molto probabilmente si sbagliava: al mondo c’erano ragazze migliori, più belle, più brave e più intelligenti di lei. E’ vero, aveva promesso, ma le sue parole erano state dettate dal momento, dall’incoscienza che lo caratterizzava. L’unica promessa che gli aveva chiesto non l’aveva mantenuta… Perché doveva succedere diversamente?

 

<< Ti ha detto che sarebbe tornato? >> domandò Irina.

 

Jenny scosse la testa. << No. Non ha parlato di un suo possibile ritorno >>.

 

Irina si chiese perché i due si fossero comportati in modo diametralmente opposto. Forse Xander aveva voluto darle l’illusione che potesse esserci ancora una speranza… Ma Jess? Perché Jess non si era opposto? Se amava così tanto Jenny, perché non le aveva detto che avrebbe fatto il possibile per fare in modo che si riunissero?

 

Mise una mano su quella dell’amica, cercando di confortarla, anche se lei stessa era la prima ad aver bisogno di rassicurazioni.

 

<< Starà bene, vedrai. Tornerà da te, ne sono sicura >>.

 

Il cellulare appoggiato su una delle mensole squillò sonoramente, e Irina corse a prenderlo. Il display diceva “William”.

 

<< Pronto? >>.

 

<< Fatti trovare a casa tra dieci minuti >> disse lo Scorpione, la voce minacciosa dall’altra parte della linea, << Dobbiamo parlare >>.

 

William chiuse la telefonata, e Irina fissò il telefono in silenzio. Poi alzò di scatto la testa e guardò Jenny.

 

<< Torna a casa >> le disse, << Subito >>.

 

<< Ma… Cosa succede? >> domandò l’amica, ancora più spaventata.

 

<< Non ti preoccupare >> disse Irina, << Vai, per favore. Ti prometto che appena avrò loro notizie te lo farò sapere >>.

 

Jenny raccolse in fretta la sua borsa e andò via, lasciando Irina sola in casa, a misurare a grandi passi il soggiorno.

 

Questa volta William l’avrebbe ammazzata, se lo sentiva. L’aveva tradito, e lo Scorpione non ammetteva i tradimenti. Forse sarebbe dovuta scappare anche lei, ma il senso del dovere la teneva inchiodata dov’era. Se qualcuno doveva pagare, quella era lei.

 

Finalmente, la porta lasciata aperta venne spalancata, ed entrarono William, il suo amico Josh e un altro ragazzo che Irina aveva visto poche volte. Dimitri doveva essere ancora a letto per l’incidente durante la gara con Xander.

 

<< Tu lo sapevi? >> chiese lo Scorpione, puntandole l’indice sul petto, minaccioso, << Sapevi che era dell’F.B.I.? >>.

 

<< No >> mentì Irina, pronta a salvare il salvabile, << Non lo sapevo. Credevo fosse solo un pilota pieno di soldi >>.

 

William le tirò una sberla in pieno viso. << Non mentirmi, puttana >> sibilò, << Lo sapevi. Lo sapevi e gli hai dato una mano. E io che credevo di averti dato una bella lezione, l’ultima volta. Dov’è andato ora? E non dirmi un’altra bugia, altrimenti appena lo prendo lo ammazzo davanti ai tuoi occhi >>.

 

<< E’ scappato >> rispose Irina, << Mi ha telefonato dicendomi che avrebbe lasciato la città… >>.

 

William scoppiò a ridere. << Davvero? >> disse, << Credevi non lo sapessi, che è fuggito? E’ scappato come un coniglio appena ha capito che l’avevamo scoperto… E tu credevi che uno come lui potesse mettermi i bastoni fra le ruote? Quanto sei stata stupida. Ma tanto lo ritroverò, e lo farò fuori… Dimmi dov’è andato >>.

 

<< Non lo so >> rispose Irina, secca, << Non mi ha detto dove si sarebbe nascosto >>.

 

“E poi, tu dovresti saperlo già…”. Stava cercando di confonderla, di farle ammettere che sapeva tutto fin dall’inizio… Se White era veramente la sua talpa, doveva già sapere che Xander stava tornando a San Francisco.

 

William assunse una strana espressione, poi si voltò verso Josh. << Telefona a Hanck. Chiedigli a che punto è >> ordinò.

 

L’amico fece come aveva detto. Scambiò qualche parola con Hanck, poi chiuse la telefonata e disse, rivolto allo Scorpione: << Lo aveva trovato, ma lo ha perso sull’autostrada. Andava più veloce di lui >>.

 

William fece una smorfia, poi si voltò di nuovo verso di lei.

 

<< Speravi che potesse sbattermi in prigione, vero? >> domandò, la voce innaturalmente dolce. << Non ci sarebbe mai riuscito, bambolina, perché anche io ho i miei infiltrati. Ti sei comportata male, lo sai vero? >>.

 

<< Mai quanto te >> sibilò lei, in risposta.

 

Lo Scorpione la bloccò contro il muro, e con fare gentile le scostò una ciocca di capelli dal viso. Sorrise, senza che i suoi occhi di ghiaccio di accendessero.

 

Tutti i propositi di ricominciare, di riprovare tutto dall’inizio, erano già andati in fumo. Come faceva sempre, lo Scorpione prometteva senza mai mantenere. Le sue erano state solo scuse per ingannarla ancora, per darle l’impressione di essere ciò che lei voleva. Rimaneva sempre e comunque William Challagher, il numero uno della Black List.

 

<< Ho capito che serve un altro tipo di punizione con te >> sussurrò, la bocca a pochi centimetri dalla sua, << Forse quando ti renderai conto che non hai alcun modo di scappare da me, ti comporterai un po’ meglio >>. Si girò verso Josh e l’altro ragazzo. << Bruciatele la macchina >>.

 

<< No! >> gridò Irina, cercando di divincolarsi. << La macchina no! >>.

 

Toglierle l’auto era l’unico modo per impedirle di pagare il debito di Dominic e renderla prigioniera. William lo sapeva. Lasciarla senza la Punto significava negarle ogni possibilità di essere autonoma, di far parte del giro. Significava toglierle ogni possibilità di libertà.

 

Irina cercò disperatamente di liberarsi, ma William la tenne ferma. Sorrideva, come se si stesse divertendo da morire. Le afferrò il viso con la mano, costringendola a guardarlo negli occhi.

 

<< Te la sei cercata tu, bambolina >> disse, << Ti avevo avvertito. Ora voglio sapere una cosa, e voglio che tu mi dica la verità. Ti eri innamorata di Went, vero? >>.

 

Irina lo guardò con tutto il disprezzo di cui era capace, e non rispose. Come poteva essersi innamorata di uno che l’aveva appena abbandonata? Ma qualcos’altro in lei aveva la risposta, una risposta che non sarebbe mai uscita dalla sua bocca.

 

<< Vaffanculo >>.

 

William sorrise di nuovo, quasi quell’insulto fosse un complimento, per lui.

 

<< Sei stata una sciocca >> disse, << Ti piaceva, eppure ti ha abbandonata. Davvero coraggioso, vero? Al primo ostacolo se l’è data a gambe… Cosa aveva di così speciale da convincerti ad aiutarlo? Non dirmi che era meglio di me, a letto… >>.

 

<< Sta zitto >> sibilò Irina.

 

William la lasciò andare, e lei scivolò a terra. Lacrime amare le scesero sulle guance, lacrime che lei voleva stoicamente combattere, ma che stillavano dai suoi occhi subdole e cattive.

 

Era finita. Ci aveva provato, aveva sperato, ma non poteva scappare. Era prigioniera, e non aveva alcuna via di fuga. Le avevano tolto tutto: la dignità, la felicità, l’amore di suo nipote, e ora le toglievano l’unica cosa che la rendeva in grado di provvedere a se stessa: l’auto con la quale era diventata la numero tre della Black List.

 

Si alzò di scatto, diretta al garage. William tentò di afferrarla, ma lei lo evitò e raggiunse Josh e l’amico, che ormai avevano iniziato il loro lavoro. La Grande Punto bianca bruciava, emettendo volute di fumo nero che invadevano il garage, rischiando di appiccare il fuoco a tutta la casa. Josh chiamò i pompieri, ma era chiaro che quando fossero arrivati, ormai sarebbe stato troppo tardi per l’auto.

 

I tre si guardarono in faccia, compiaciuti, e si voltarono per andarsene. Solo all’ultimo William le si avvicinò e le sussurrò, prima di risalire sulla Murcielago, parcheggiata a pochi metri da loro: << Tu sei mia, ricordatelo >>.

 

E Irina rimase lì, guardando l’auto che l’aveva resa ciò che era bruciare, con le lacrime che silenziosamente le rigavano le guancie. Due anni di fatiche, di dolore, di speranza stavano andando in fumo, lasciandosi dietro solo la delusione e l’amarezza. Con quella macchina, veniva distrutto anche ciò che rimaneva di Irina, l’unica parte che era riuscita a preservare durante gli anni: il suo cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 16.00 – Casa

 

Irina teneva il telefono in mano, lo sguardo fisso oltre la finestra, sulla carcassa della Grande Punto abbandonata nel garage annerito. Cercò nella rubrica il numero di colui che le aveva già predetto tutto, che come un oracolo le aveva annunciato dolore e sofferenza.

 

<< Se n’è andato >> mormorò a Max, la voce piatta, << E’ andato via >>.

 

Il meccanico, dall’altra parte della linea, tacque per un istante. Sicuramente stava cercando il modo dire: “Te lo avevo detto. Ti ha ingannata”.

 

Ma l’unica parola che pronunciò fu: << Perché? >>.

 

<< Ha detto che l’avevano scoperto. Che sapevano chi era. L’F.B.I. l’ha sollevato dall’incarico >> rispose Irina, atona.

 

<< Dove sei ora? >> chiese il meccanico, lucidamente.

 

Irina deglutì. Non gli aveva telefonato per dirgli quello, per confermargli che aveva sempre avuto ragione. Lui era l’unico che poteva ancora aiutarla.

 

<< A casa mia… >> rispose, poi aggiunse, la voce che tremava: << Max, William mi ha bruciato l’auto >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice

 

Immagino che qualcuno vorrà ammazzarmi… Chi di voi si aspettava un’evoluzione del genere? Su su, siate sinceri… Chi di voi avrebbe immaginato che Xander fosse costretto alla fuga? Cosa pensate farà ora? Ma soprattutto, come si comporterà Irina?

Oggi sono di buon umore, quindi rispondo alle recensioni! Prossimo aggiornamento? Venerdì va bene a tutti? Ih Ih

 

 

Supermimmina: ciao! Sono veramente lusingata del fatto che tu mi abbia lasciato una recensione! Anche io sono una lettrice “silenziosa”, quindi immagino debba averti colpito molto la mia storia. In effetti, come trama io la definisco “assurda”, perché solo a una come me poteva venire in mente una fic del genere! Mi dici di essere avanti con l’età? , allora credo che ci siamo trovate… Io al momento sono quota 20 anni (spero nessuno legga quest’ultima riga!), quindi anche io dovrei aver passato la fase critica chiamata adolescenza… Dico “dovrei” perché mi definisco una eterna adolescente, e immagino lo sarò finché scriverò fic… Se vuoi continuare a lasciarmi qualche commento, ne sono ben contenta… E magari fammi sapere se mi superi in età! ^.^ Grazie mille per i complimenti! Un bacio!

 

CriCri88: ah ah ah, allora sei proprio cotta di William, eh? In effetti, l’ho sempre considerato un personaggio davvero affascinante, quindi un po’ ti capisco. Come non resistere a un tipo possessivo come lui? In uno dei prossimi capitoli credo che ti stupirai del suo comportamento… Non dico altro. Bacio!

 

 

  
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