Capitolo XXV
Ore 13.00 – Casa di Xander
Il telefono
cellulare, appoggiato sul tavolino di vetro, squillò all’improvviso. C’era
qualcosa di insistente nel suo modo di trillare,
qualcosa che diede a Xander una strana sensazione. Jess era seduto di fianco a lui, sull’altro divano, con in grembo il pc portatile e
l’aria annoiata.
Xander guardò il display
del cellulare: sopra c’era scritto Franck White.
Jess lo guardò, serio.
<< Cosa aspetti? Rispondi >> disse,
<< Hai già evitato le sue telefonate per troppo tempo… Rischi che si incazzi ancora di più >>.
Xander prese il telefono
in mano, indeciso. In effetti, nelle due ultime settimane non aveva più
risposto alle telefonate di White, ignorandole completamente. Continuare a
rendersi imprevedibile era il suo scopo principale, ma non poteva rischiare che
White iniziasse a rendersi conto che forse sospettava qualcosa…
<< Pronto…
>> rispose alla fine, sotto lo sguardo serio di Jess.
<< Agente Went >> disse solo White, la voce controllata, da cui
però traspariva bene la nota di fastidio che provava, << Si è deciso a rispondere, finalmente >>.
<< Ho avuto
da fare >> disse Xander, guardando
l’informatico al suo fianco.
<< Bene… Ho
solo una cosa da dirle: torni a San Francisco >> disse
White.
Xander pensò di non aver
compreso appieno le parole del suo superiore.
<< Come?
>> fece, atono.
<< Torni a
San Francisco, Went. Lei è sollevato dall’incarico >> ripeté White,
tombale.
Xander saltò in piedi.
<< Come?! >> gridò, << Lei non può!
Mi manca solo una settimana… Non ha senso… >>.
<< Invece sì
che ha senso, agente Went >> lo interruppe
White, << La sua copertura è saltata. Sanno che è dell’F.B.I.,
sono pronti a farla fuori appena la incontreranno >>.
Per forza che aveva
senso: White era in contatto con Challagher. E
proprio ora che era arrivato così vicino allo Scorpione lo sollevava dalla
missione per mettere al sicuro quel criminale…
<< Come fa a
sapere che la mia copertura è saltata? >> sibilò tra i denti.
<< Non è
l’unico agente che abbiamo mandato, Went >>
rispose White, << Michael Fowler la sostituirà
da questo momento in poi >>.
Ecco perché aveva incontrato Michael diverse volte, nel suo
dipartimento. Ecco spiegato cosa ci facesse da quelle parti…
Xander sentì il cuore
fermarsi. Non poteva andarsene, non adesso che era praticamente
arrivato alla fine. Non poteva andarsene e lasciare Irina da sola… Poteva
accettare di lasciare libero Challagher, ma non
poteva accettare di abbandonare lei.
<< Mi…
spieghi cosa è successo >> disse.
Jess aveva capito,
perché si era bloccato e ormai sul monitor del pc
campeggiava il salvaschermo colorato. Stava ascoltando la conversazione con le
orecchie tese.
<< Quando mi
sono reso conto che iniziava a mettere in pericolo la missione, ho deciso di
mandare un altro agente nel caso ce ne fosse stato bisogno… Quella ragazza l’ha
tradita, Went. Challagher sa tutto >>.
Troppo facile dare la colpa a Irina: non era lei a fare la
doppiogiochista.
<< Perché non
ho mai visto Fowler da nessuna parte? >> chiese
Xander, deciso a scoprire fino a che punto si
spingessero le bugie del suo capo.
<< A
differenza sua, si è fatto strada facendo meno
clamore, e senza nessuna gara… E aveva l’ordine di non farsi scoprire, nemmeno
da lei. Sapevo che non avrebbe mai accettato il fatto che
il suo operato venisse messo in dubbio >>.
Improvvisamente, Xander capì quanto fosse stata furba la scelta di White:
Michael non si era mai occupato di quel campo, risultava
abbastanza inesperto per poter essere tenuto sotto controllo… Per quello aveva
mandato lui: sapeva che non sarebbe riuscito a dare fastidio allo Scorpione.
Difficilmente sarebbe sfuggito al loro controllo.
Sul volto gli si
dipinse una smorfia disgustata: il piano di White era quasi perfetto. Non aveva
messo in conto però che lui odiava seguire gli ordini… Soprattutto quando di
mezzo c’erano persone che amava.
<< Io non me
ne vado da qui >> disse, << Soprattutto adesso. Non me ne frega un
cazzo dei suoi ordini… Non me ne vado. Dovrà mandare qualcuno a prendermi
>>.
<< Segua gli
ordini, Went >> disse White, << A quanto
ne so Challagher verrà a
cercarla, e questa volta la farà veramente fuori. Torni immediatamente qui, lei
e anche Stone. C’è Fowler a occuparsi della cosa,
adesso >>.
<< Come fa a
sapere che Challagher sta vendendo qui, eh? >>
chiese Xander.
<< Fowler è arrivato in alto tanto quanto lei >> rispose
White, << Mi ha avvertito pochi minuti fa che Challagher
ha scoperto chi è… Se ne vada immediatamente, se non vuole rimetterci la pelle
>>.
Xander gli chiuse il
telefono in faccia, infuriato. White aveva anche la faccia tosta
di volergli dimostrare che stava tentando di salvargli la vita.
<< Bastardo…
>> imprecò. Poi guardò Jess. << Ci hanno beccati… O meglio, White vuole che torniamo a San Francisco.
Subito >>.
<< Cosa?
>> gridò Jess, << Aspetta un attimo, non
è possibile! E non ha nemmeno senso, adesso che… >>.
<< Ci
rivogliono indietro, ma questo non vuol dire che andremo >> lo interruppe
Xander, << Non mi muovo
da qui. Ha detto che Michael Fowler mi ha sostituito
>>.
<< Fowler? Ma sono impazziti? Il
massimo di cui si è occupato è il contrabbando di gioielli… Non è abbastanza
esperto per essere mandato la in mezzo! >>.
Jess sembrava sorpreso
quanto lui, ma la spiegazione era chiara.
<< White ha
mandato Folwer proprio per questo: è sicuro di
poterlo tenere sotto controllo, e sa che non è in grado di dare fastidio a Challagher. Può anche darsi che lo uccidano, appena me ne
andrò da qui >>.
Jess sbiancò. <<
Cazzo, siamo tutti nei guai. Non possiamo andarcene adesso! >>.
Il telefono
cellulare squillò di nuovo, ma questa volta non era White. Il display diceva
Michael Fowler.
<< Pronto
>>.
<< Alexander,
non sto scherzando >> disse Michael, senza nemmeno un saluto preliminare,
<< Devi andartene immediatamente. Challagher si
sta preparando… Non sarà da solo, quando verrà a cercarti >>.
<< Michael,
perché non mi avevi detto che c’eri di mezzo anche tu? >> lo aggredì Xander.
<< Erano gli
ordini >> rispose lui, apparentemente spaventato, << Ho parlato con
White. Torna a San Francisco finché sei in tempo. Non serve che tu rimanga qui…
>>.
Xander gettò il cellulare
sul tavolino, chiudendo la telefonata. Non se ne voleva andare, punto e basta.
<< Cosa facciamo? >> chiese Jess,
mettendo da parte il portatile.
<< Non lo so…
Devo pensare. White non mi vuole qui perché sa che posso arrestare Challagher… >>.
Xander iniziò a camminare
avanti e indietro, cercando di calmarsi. Doveva trovare una soluzione che gli
permettesse di rimanere dov’era, catturare lo Scorpione e salvare Irina.
Il cellulare
squillò per la terza volta, ma non guardò di chi si trattava. Lo lasciò
trillare, deciso a non voler parlare né con White né con Michael. Da quel
momento in poi avrebbe risposto solo a se stesso. Il vecchio Xander, quello che amava fare di testa sua, che disubbidiva
agli ordini era tornato, e questa volta nessuno lo avrebbe fatto ragionare.
<< Xander… >> lo chiamò Jess.
<< Non ho
intenzione di rispondere >> ribatté lui.
<< Ma è tuo padre… >>.
Xander afferrò il
cellulare.
<< Xander! Che stai facendo? Torna indietro immediatamente!
>> gridò Steve, preoccupato, << Non fare lo stupido! >>.
<< White mi
vuole far tornare lì per lasciare il campo libero a Challagher,
papà! >> ribatté Xander, << Non mi muovo di qui! >>.
<< Devi
tornare indietro. Non puoi rischiare così tanto… Non
serve farti ammazzare! >>.
<< Non me ne
frega un cazzo di Challagher, papà! >> ribatté Xander, esasperato, << Non me ne frega se riesce a
rimanere fuori prigione… Io non lascio Irina qui da
sola! Porca puttana, è possibile che nessuno capisca che se rimane qui rischia
più di me? >>.
Steve rimase per un
momento in silenzio, davanti allo sfogo di suo figlio. Non poteva essere più
chiaro di così.
<< Ok… Ho
capito >> disse piano, << Ascoltami Xander.
Farti ammazzare non salverà Irina… Se veramente White è la talpa dello
Scorpione, dobbiamo indagare a fondo. E per farlo devi tornare qui… >>.
<< Non…
>> iniziò Xander.
<< Fammi
finire. Prepara la macchina e tornate qui. Avremo White sott’occhio, e potrai
fare tutte le indagini che vuoi. Ormai Challagher sa
chi sei, e non rischierà una gara con te. E’ inutile che tu rimanga lì, se non
puoi portare a termine il piano originario. Dobbiamo studiarne un altro. Irina
è al sicuro, Michael ci terrà informati su tutti i piani che lo Scorpione avrà
su di lei >>.
Le parole di suo
padre erano sensate. Però mettere troppa distanza tra
lui e Irina non gli piaceva, come idea. Era vero, Challagher
non avrebbe mai ucciso Irina: non si sarebbe mai privato del suo giocattolino. Ma non voleva
comunque lasciarla lì.
<< La porto
con me >> disse.
<< Va bene.
Convincila e venire con te, se questo servirà a farti andare via di lì. Datti
una mossa, però >>.
Xander chiuse la
telefonata, poi guardò Jess.
<< Ce ne
andiamo >> disse.
<< Ma… >> iniziò l’informatico, preso in contropiede
dalla sua nuova decisione.
<< Ho un’idea
>> disse Xander, << Posso ancora
rimettere a posto le cose >>.
Un piano si stava
formando nella sua testa, un piano che forse poteva aiutarlo a chiudere quella
storia….
<< Non è
quello… >> mormorò Jess, << E’… Jenny
>>.
Xander capì cosa stava
provando l’informatico in quel momento: era la stessa cosa che sentiva lui.
L’idea di staccarsi dalla ragazza che amava gli sembrava dolorosissima…
<< Jess, torneremo >> disse per rassicurarlo, <<
Non so se ci vorrà un giorno o una settimana, ma
torneremo indietro. Non deve essere un vero addio, il nostro, ok? Prendi la
BMW, vai da lei… Tra un’ora dobbiamo trovarci di nuovo qui. Per quanto doloroso
ti possa sembrare, Jenny non deve sapere che torneremo… Ho un piano, fidati di
me >>.
Jess annuì in silenzio
e prese al volo le chiavi dell’auto.
Ore 13.22 – Casa di Irina
Irina aspettava sola
nel soggiorno, camminando avanti e indietro davanti alla tv spenta, nervosa. La
telefonata sbrigativa di Xander non le annunciava
niente di buono, nonostante lui le avesse solo detto che passava da casa sua
tra dieci minuti.
Quando il
campanello suonò, raggiunse la porta di corsa e la spalancò. L’espressione
seria e preoccupata di Xander le confermò i suoi
sospetti.
<< Cosa succede? >> domandò, spaventata.
Xander entrò in casa
guardandosi alle spalle, poi richiuse la porta e la seguì in cucina. Rispose
solo quando furono l’uno di fronte all’altra.
<< Devo
andarmene >> rispose, secco.
Irina rimase
impietrita, fissandolo.
<< Cosa?
>> esalò.
<< Devo
lasciare Los Angeles. Mi hanno sollevato dall’incarico >>.
<< Perché?
>> domandò solo, la voce un sussurro.
<< Mi hanno
scoperto >> spiegò Xander, << C’era un
altro agente infiltrato, e ha riferito che William sa che sono dell’F.B.I. Me ne devo andare prima che il piano salti
completamente >>.
Irina guardò Xander, e sentì qualcosa crollare dentro di lei. Le stava
dicendo che doveva lasciare Los Angeles… Che doveva
andarsene…
<< Io…
>> mormorò, scossa, << Non… Non ne sapevo niente, William non ha…
>>.
<< Non
importa >> disse Xander, << White ha
iniziato a fare il suo gioco, e tutti e due sperano di
farla franca mandandomi via >>.
<< Cosa farai? >> domandò Irina, guardandolo imbambolata.
<< Torno a
San Francisco e cerco di incastrare White >> rispose Xander,
<< E poi… >>. Si interruppe, e Irina capì
che nemmeno lui sapeva cosa fare.
Erano arrivati così
vicini alla fine, che non aveva mai pensato che tutto potesse saltare. L’uscita
di quel tunnel sembrava prossima, a portata di mano… Non era possibile…
Ora capiva cos’era
quella strana sensazione che la stava percorrendo, che le gelava il sangue e la
rendeva muta: era la delusione. Fino alla fine ci aveva creduto, si era convinta
che esistesse la possibilità di arrestare lo Scorpione…
Abbassò lo sguardo
sul pavimento, e le venne da piangere per la frustrazione. Ci era caduta di
nuovo, si era lasciata di nuovo ingannare. Delusa e abbandonata per l’ennesima
volta. Di nuovo, come un castello di carte, tutti i suoi piani crollavano
lasciando solo macerie.
Congelata, alzò gli
occhi sulla persona che era riuscita a farle credere di avere una possibilità
di uscita, che le aveva promesso…
Gli occhi azzurri
di Xander incontrarono i suoi, e questa volta non
sentì il solito brivido che le percorreva la schiena. Non era quella sensazione
di piacere a cui era abituata quando lo guardava… Era
arrabbiata, arrabbiata con se stessa per essersi lasciata di nuovo abbindolare
come una stupida. Anche lui si era preso gioco di lei… Con stile, con dolcezza,
con furbizia… Ma anche lui alla fine l’aveva presa in giro.
<< Irina…
>> sussurrò Xander.
<< Non dire
niente >> ribatté lei, perfettamente controllata, << Sono stata
sciocca a credere di poter liberarmi così facilmente di William… Ma tu… Bé, tu
avevi promesso >>.
Le parole le
uscirono di bocca piatte, fredde, esattamente come si
sentiva lei in quel momento. Non era stata l’unica a sbagliare; Xander non avrebbe dovuto prometterle qualcosa che non
poteva mantenere. Avrebbe voluto provare odio per lui, rabbia, ma riusciva a
essere solo profondamente delusa… E non le piaceva.
<< Infatti,
avevo promesso >> disse Xander, << E ho
intenzione di mantenere la parola data >>.
<< E come?
>> lo interruppe Irina, << Lo sai meglio di me cosa comporta il fatto che tu te ne vada: hai fallito la
missione. William ha mangiato la foglia, e non si lascerà ingannare per due
volte. Come pensi di arrestarlo, eh? >>.
L’espressione di Xander non cambiò, anche se ciò che aveva appena detto
poteva risultare molto doloroso. Gli stava dicendo che
era stato un’incapace, che si era scoperto da solo. Forse non era colpa sua,
forse c’era davvero White dietro, ma comunque lui era fuori.
<< Al mio
posto ci sarà un altro agente >> rispose il ragazzo, << E’ pronto a
portare a termine ciò che ho cominciato io >>.
Irina dubitava che
potesse esistere qualcun altro al di fuori di Xander
in grado di dare del filo da torcere allo Scorpione.
Chiunque fosse il suo sostituto non aveva speranze.
<< Allora vai
>> disse lei, facendo un cenno con la testa. Che sparisse
dalla sua vista, subito.
<< No
>>.
L’espressione di Xander era seria, risoluta. I suoi occhi azzurri non erano
mai stati così profondi. Rimase fermo dov’era, la mascella contratta e il volto una maschera di granito.
<< Vuoi
aspettare che William venga qui e ti ammazzi? >>
domandò Irina, esasperata. Oltre che bugiardo era anche stupido?
<< No… Voglio
che tu venga con me >> rispose Xander.
Irina lo guardò,
perplessa. Voleva continuare a prenderla in giro?
<< Vattene Xander >> disse lei, la voce dura, << Vattene
di qui e non farti mai più rivedere, se ci tieni alla pelle >>.
Il ragazzo fece un
passo avanti. << Non ti lascio da sola >>.
Irina fece una
smorfia. << Se te ne andrai, io non correrò nessun pericolo >>
disse, << Il problema per William eri tu. Se te ne andrai
farai un piacere sia a me che a lui >>.
<< Io non ti
voglio lasciare qui >> disse Xander, <<
Non ti abbandono, dopo la promessa di liberarti. Non voglio lasciarti da sola
>>.
Voleva che se ne
andasse, che la lasciasse in pace. L’aveva illusa, riaprendo tutte le sue
ferite, si era fatto spazio nella sua vita in cerca di qualcosa che lei non
aveva ancora capito… E adesso continuava a tormentarla, credendo ancora di
farle un favore promettendole qualcosa che non poteva più avere.
<< Io sono
già sola, Xander >> ribatté lei, in preda alla
rabbia, << Lo sono sempre stata. Me lo stai dimostrando anche tu
>>.
Un attimo dopo,
Irina si ritrovò seduta sul ripiano della cucina, le labbra di Xander incollate alle sue, le mani che la trattenevano per
i fianchi.
Xander la stava baciando.
Dopo mesi di attesa, di speranza, di agonia, finalmente Irina riceveva quello
che desiderava di più al mondo, ma che in quel momento era
forse l’ultima cosa che avrebbe voluto. Eppure lasciò che le labbra di Xander prendessero possesso delle sue, così dolci da
sembrarle cosparse di zucchero, bramate come un bicchiere d’acqua nel deserto.
Sentiva la tensione
che percorreva il corpo di Xander, le sue mani che la
stringevano delicatamente ma anche con forza. Era come se fino a quel momento
si fosse tenuto, come se si fosse costretto a non fare niente… Come se avesse
represso il suo istinto fino a pochi secondi prima, e
che ora aveva finalmente lasciato andare…
Uno dei bicchieri
poggiati sul tavolo cadde per terra, spaccandosi in mille pezzi sul pavimento.
Solo allora Irina allontanò Xander, lo sguardo
incollato al suo, la mano appoggiata sulla sua guancia. Rimase un attimo in
silenzio, osservando il disegno delle labbra di Xander,
fino a qualche secondo prima appoggiate sulle sue. E nonostante dovesse
sentirsi felice, riusciva solo a provare amarezza.
<< Adesso è
troppo tardi, Xander >> sussurrò.
In quel momento,
voleva solo che se ne andasse. Che dopo averla presa in giro, dopo averla
illusa, infilasse quella porta e sparisse per sempre, come fosse stato un semplice e stupendo sogno. Non poteva sopportare
ancora quel dolore, il dolore di vederselo sfuggire
tra le dita come sabbia al vento.
Xander le prese
delicatamente la testa tra le mani, e i loro occhi s’incontrarono ancora.
<< Ascoltami
Irina >> disse, << Scusami per non averlo fatto prima, per averti confusa in quel modo… Non potevo, lo capisci? Non me n’è mai importato niente di Challagher,
o delle sue stupide gare. Non volevo metterti nei guai più di quanto non lo
fossi già >>.
Nemmeno nei suoi sogni più ottimistici Irina aveva immaginato parole
del genere. Aveva sperato tanto, troppo, ed ora che
aveva ciò che voleva, Xander doveva andarsene.
<< Non ti
lascio qui, hai capito? >> continuò lui, << Non ti lascio nelle
mani di quel figlio di puttana… Ti porto via con me >>.
Irina lo allontanò.
<< Non posso
>>.
<< Challagher non saprà dove sei. Non ti troverà mai >>
disse Xander.
<< Non posso
>> ripeté Irina, << Non posso e non voglio
>>.
C’era la sua
famiglia da salvaguardare. Non poteva andarsene sapendo che William sarebbe
andato da loro… Se non li aveva ancora uccisi era solo
perché lei lo avrebbe odiato per il resto dei suoi giorni.
<< Dominic non si è fatto problemi. Si arrangeranno da soli,
questa volta >>.
Xander le aveva letto nel
pensiero. I suoi occhi riuscivano come sempre a trapassarla da parte a parte.
<< Io non
sono mio fratello, Xander >> disse gelida, <<
Non me ne andrò condannandoli a morire… Non li abbandonerò >>.
Il ragazzo spalancò
gli occhi, e rimasero a fissarsi, in un silenzio carico di tensione. Faceva
tutto troppo facile, troppo semplice. Lui non aveva nessuno di cui doversi
prendere cura, non doveva preoccuparsi di niente al di
fuori di se stesso…
<< Vattene Xander, prima che William venga qui
>> disse Irina, << Ormai è tardi per cercare di mettere a posto le
cose >>.
<< Non voglio
mettere a posto le cose… Voglio che tu venga con me
>> ribatté lui.
<< Non verrò
da nessuna parte con te. Sei tu che hai sbagliato, e tu te ne devi andare… Con
te lontano io non corro nessun pericolo >>.
Xander rimase in
silenzio, ferito dalle sue parole. Gli aveva appena detto che tutto ciò che
aveva passato e che stava passando era colpa sua.
<< Non avevo
immaginato che finisse in questo modo… >> mormorò, << Non che mi
odiassi così tanto… >>.
<< Cazzo Xander, va via di qui! >> gli gridò Irina,
esasperata. << Io non ti odio, e non voglio che William ti ammazzi!
Vattene prima che ti venga a cercare! >>.
Xander la fissò per un
istante, poi la afferrò per il mento e la baciò di nuovo, con più passione di
prima. E non la lasciò andare, nemmeno quando lacrime salata rigarono le
guancie di Irina, abbandonata a quelle labbra di cui capiva di non poter fare a
meno. Lo odiava e lo amava al tempo stesso per tutto il dolore e la gioia che
le aveva fatto provare. Non voleva continuare, ma contemporaneamente non voleva che finisse. Aveva perso tutto
ancora prima di averlo.
<< Ti giuro,
Irina, torno a prenderti >> le sussurrò lui sulla bocca, << Arresto
White, e poi torno a liberarti da tutto questo… E se solo Challagher
ti ha anche solo sfiorata, lo ammazzo >>.
“Bugiardo… Mi farai ancora più male…”.
<< Non fare
promesse che non puoi mantenere >> disse Irina, << Non tornare mai più qui… >>.
<< Te lo
giuro sulla mia stessa vita, Irina >> mormorò Xander,
il suo fiato caldo che le solleticava le labbra, << Ti ho cercata per venticinque anni, e non ti perderò di nuovo. Se
tu non vuoi seguirmi, sarò io a tornare da te. Ma non
ti lascio da sola, hai capito? >>.
Irina chiuse gli
occhi, assaporando con tutta se stessa le dolci parole che quella voce le
sussurrava, sapendo che le sue erano promesse vuote. Non poteva tornare, se non
voleva morire.
<< Va via
>> disse Irina, << Lascia la città il
prima possibile e non voltarti indietro. Posso continuare a vivere come ho
sempre fatto. Non ho bisogno che ritorni >>.
Eppure stava
piangendo, stava piangendo perché lo amava e non
voleva che se ne andasse. Ma non voleva nemmeno
seguirlo. Il dolore che aveva dentro era così grande che desiderava solo di non
averlo mai conosciuto, di non averlo mai rincontrato… Di non avergli mai
permesso di entrare dentro il suo cuore.
Sentì che Xander le metteva qualcosa in mano, mentre continuava a
tenerle il viso a pochi centimetri dal suo.
<< Sono le
chiavi di casa mia >> disse, << E quelle della BMW… Qualsiasi cosa
succeda, puoi andare lì… E puoi anche prendere la
macchina. Se ti succede qualcosa, lo saprò. Non so quanto ci metterò a tornare,
ma stai pur certa che Challagher ha le ore contate
>>.
Irina guardò le
chiavi che le aveva messo in mano, e si asciugò una lacrima.
<< Va via e
nasconditi >> sussurrò, << Non farti trovare… >>.
<< Sarò io a
cercare lui >> disse Xander, passandole un
pollice sulle righe salate sulla sua pelle, << Il tempo di capire se
White sta veramente dalla sua parte, e metterò lo Scorpione dietro le sbarre…
Dimmi solo che qualunque cosa succeda mi chiamerai, ok? Voglio essere sicuro
che stai bene… >>.
Continuare a
rimanere lì, a dilungare quell’addio era insopportabile. Lo spinse verso la
porta, senza però riuscire a smuoverlo di un solo centimetro.
Per un attimo credette che Xander la prendesse
di peso e la caricasse in macchina contro la sua volontà, e dallo sguardo che
le rivolse capì lo aveva pensato davvero. Però si limitò a sospirare e a prenderle il mento,
costringendola a tirare su la testa.
<< Dio,
Irina… Ti amo. Ricordatelo >> disse, prima di baciarla di nuovo lasciandola
senza fiato.
Poi infilò la porta
e senza voltarsi indietro sparì. Un attimo dopo il rumore di una Ferrari che
percorreva la strada si dissolse in lontananza.
E Irina seppe che
era finita davvero, questa volta. Era finita ancor prima di cominciare…
Ore 14.02 – Autostrada
Xander percorreva
l’autostrada appena imboccata in direzione San Francisco, superando a destra e
sinistra le auto che procedevano molto più lente di lui. Jess,
seduto di fianco, rimaneva in silenzio, l’espressione triste e il volto
pallido.
Non c’erano parole
per descrivere come si sentisse in quel momento. Il piano che aveva in testa
gli sembrava insignificante rispetto al fatto di dover lasciare Irina da sola,
di nuovo. Sapeva perfettamente cosa doveva fare, e che forse lasciare la
ragazza lì contribuiva a tutto ciò che aveva in mente…
Sapeva che Irina
non avrebbe mai accettato di fuggire. Non lo aveva mai fatto, in due anni,
perché farlo ora mettendo in pericolo tutti quanti?
Eppure aveva comunque sperato che accettasse… Che lo seguisse. Se fosse venuta
con lui, non gli sarebbe importato più niente di Challagher.
Jess non si stava
lamentando della sua guida piuttosto nervosa, segno che anche lui era scosso.
Gli rivolse una rapida occhiata, poi domandò, riferendosi a Jenny: <<
Com’è andata? >>.
<< Ha pianto…
>> rispose l’informatico, la voce atona, << Non voleva. Aveva
capito che c’era qualcosa di strano, ma non voleva che me ne andassi. Aveva
paura mi succedesse qualcosa >>.
<< Almeno tu
sai che lei non corre alcun pericolo >> grugnì Xander,
<< Io ho dovuto lasciare Irina da sola in mano a… >>. Il piede
premette ancora più a fondo l’acceleratore.
<< C’è
Michael… >> disse Jess.
<< E’ un tipo
a posto, ma dubito che possa veramente aiutarla >> ribatté Xander.
“Chi può farlo se non io, che so esattamente quello di
cui ha bisogno?”.
Un’auto comparve
nello specchietto retrovisore della Ferrari, e Xander
sentì la rabbia montare. Era una Audi A3 grigia,
quella che lui sapeva essere di Hanck.
<< Figlio di
puttana… Credevi pure di potermi seguire? >> sbottò.
<< Cosa c’è?
>> domandò Jess.
<< Challagher ha mandato qualcuno a pedinarci >> rispose
Xander, imboccando la corsia di sorpasso.
Jess si voltò a
guardare dietro, mentre l’Audi avanzava. Xander
accelerò di colpo e scartò un’auto prima di svoltare sulla rampa di
accelerazione che lo avrebbe portato nella direzione opposta. Credevano di
fregarlo così facilmente?
Tenne d’occhio lo
specchietto retrovisore, in attesa di veder sbucare una delle auto di William; l’Audi però rimase l’unica a stargli dietro.
“Avanti, fatti vedere… Mi risparmieresti la fatica di
tornare”.
In effetti, veder
comparire alle sue spalle la Revénton grigio carbonio
dello Scorpione sarebbe stato il massimo, in quel momento. Gli avevano intimato
di andarsene, ma non temeva uno scontro diretto con William… Anzi, una gara
sarebbe stata la cosa migliore per chiudere in un attimo la faccenda.
Quando si rese
conto che Challagher molto probabilmente non si
sarebbe fatto vedere, decise di seminare l’Audi. Schiacciò a fondo
l’acceleratore e in un attimo sparì lungo l’autostrada affollata.
Ore 14.15 – Casa
<< Se n’è
andato >> disse Jenny, le lacrime agli occhi, seduta sul divano di casa.
<< E’ andato via, all’improvviso… Io non capisco… >>.
Irina guardava la
sua migliore amica, l’espressione impaurita e triste. In tanti anni che la
conosceva, non l’aveva mai vista in quello stato: Jenny era sempre stata una
che prendeva le cose alla leggera, che difficilmente perdeva
il sorriso. Sembrava ancora più sconvolta di lei per l’improvvisa fuga di Xander e Jess.
Poco dopo che Xander aveva varcato la porta lasciandola sola, il telefono
si era messo a squillare, rivelando una Jenny
disperata e in lacrime. Jess era passato da lei
dicendole che doveva andare via immediatamente, e non poteva fornire alcuna
spiegazione. Quindici minuti dopo l’aveva raggiunta a casa sua.
Davanti all’amica
con il trucco sfatto, gli occhi arrossati e l’espressione impaurita, Irina si
rese conto di quanto fosse forte il legame tra lei e Jess.
Tante volte li avevano presi in giro per come avevano
fatto tutto di fretta, di come parlassero l’una dell’altro, ma loro si amavano
veramente. Il loro era stato un colpo di fulmine, ma
di quelli veri, che accadono una volta sola nella vita e a poche persone. E lo
avevano dimostrato, perché nonostante fossero pochi mesi che si conoscevano,
sembrava che avessero passato insieme tutta la vita.
<< Jenny, lo
so come ti senti >> disse Irina, sedendosi di fronte a lei, << Lo
so che hai paura, ma è andandosene che sarà al sicuro, mi capisci? >>.
Sapeva
perfettamente che anche lei sentiva quel vuoto allo stomaco, quel gelo dentro al cuore… Quella morsa che le attanagliava le viscere, la
paura che Xander e Jess non
riuscissero a fuggire…
<< Allora
perché non ha voluto che andassi con lui? >> chiese Jenny, tirando su con
il naso.
Irina fissò
l’amica, sorpresa. Xander aveva chiesto a lei di
seguirlo, mentre Jess aveva fatto tutto il contrario
con Jenny…
<< Volevi
andare con lui? >> domandò.
L’amica annuì.
<< Quando mi ha detto che doveva andare via, gli ho detto che ero
disposta a seguirlo… Ma lui non ha voluto. Ha detto che non potevo andare con
lui, ma non mi ha spiegato il perché… Ho paura che gli succeda qualcosa
>>.
Irina si strinse le
mani, a disagio. Tutto era successo per colpa sua e di Xander,
e Jess non doveva andarci di mezzo. Nemmeno Jenny.
Decise che forse ora poteva dire alla sua migliore amica la verità.
<< Jenny… Xander e Jess sono dell’F.B.I. >> disse, a voce bassa, << Erano qui
per arrestare il mio capo… Li ho aiutati ad avvicinarsi allo Scorpione, gli ho
dato le dritte per farsi una certa reputazione da queste parti… Mi dispiace di
non avertelo detto prima >>.
La ragazza la
guardò per un momento, gli occhi spalancati, e Irina credette
che scoppiasse di nuovo a piangere. Invece Jenny deglutì e tirò su con il naso.
<< Ecco
perché facevano tanto i misteriosi, e perché ti fidavi di loro >> disse
semplicemente, quasi divertita.
<< Jess non centrava niente >> spiegò Irina, << E’
solo venuto per dare a Xander un supporto
informatico… Non è in pericolo quanto Xander, e
comunque stanno tornando a San Francisco. Nel giro di qualche ora saranno
completamente al sicuro >>.
Questa volta fu lei
a deglutire, chiedendosi quanto ancora avrebbe resistito: stava male anche lei,
ma fingere che non lo fosse era il suo piano per
dimenticare più in fretta. Il solo pensiero che William potesse essere sulle
tracce di Xander le chiudeva lo stomaco.
Era inutile negare
che non avesse versato lacrime, che non avesse avuto paura; forse da quel punto
di vista soffriva ancora più di Jenny, perché lei era consapevole di quello che
poteva succedere, ma aveva lasciato sfogare quel dolore solo per poco. Come
sapeva fare bene, lo aveva soffocato dicendosi che era inutile piangere su ciò
che non poteva cambiare: Xander se n’era andato, e
lei era convita che non sarebbe tornato.
Quando si fosse
reso veramente conto di quello che correva, avrebbe cambiato idea. E se lui
credeva di voler tornare per lei, molto probabilmente si sbagliava: al mondo
c’erano ragazze migliori, più belle, più brave e più intelligenti di lei. E’
vero, aveva promesso, ma le sue parole erano state dettate dal momento,
dall’incoscienza che lo caratterizzava. L’unica promessa che gli aveva chiesto
non l’aveva mantenuta… Perché doveva succedere diversamente?
<< Ti ha
detto che sarebbe tornato? >> domandò Irina.
Jenny scosse la
testa. << No. Non ha parlato di un suo possibile ritorno >>.
Irina si chiese
perché i due si fossero comportati in modo diametralmente opposto. Forse Xander aveva voluto darle l’illusione che potesse esserci
ancora una speranza… Ma Jess? Perché Jess non si era opposto? Se amava così
tanto Jenny, perché non le aveva detto che avrebbe fatto il possibile
per fare in modo che si riunissero?
Mise una mano su
quella dell’amica, cercando di confortarla, anche se lei stessa era la prima ad
aver bisogno di rassicurazioni.
<< Starà
bene, vedrai. Tornerà da te, ne sono sicura >>.
Il cellulare
appoggiato su una delle mensole squillò sonoramente, e Irina corse a prenderlo.
Il display diceva “William”.
<< Pronto?
>>.
<< Fatti
trovare a casa tra dieci minuti >> disse lo Scorpione, la voce minacciosa
dall’altra parte della linea, << Dobbiamo parlare >>.
William chiuse la
telefonata, e Irina fissò il telefono in silenzio. Poi alzò di scatto la testa
e guardò Jenny.
<< Torna a
casa >> le disse, << Subito >>.
<< Ma… Cosa succede? >> domandò l’amica, ancora più
spaventata.
<< Non ti
preoccupare >> disse Irina, << Vai, per favore. Ti prometto che
appena avrò loro notizie te lo farò sapere >>.
Jenny raccolse in
fretta la sua borsa e andò via, lasciando Irina sola in casa, a misurare a
grandi passi il soggiorno.
Questa volta
William l’avrebbe ammazzata, se lo sentiva. L’aveva tradito, e lo Scorpione non
ammetteva i tradimenti. Forse sarebbe dovuta scappare anche lei, ma il senso
del dovere la teneva inchiodata dov’era. Se qualcuno doveva pagare, quella era
lei.
Finalmente, la
porta lasciata aperta venne spalancata, ed entrarono
William, il suo amico Josh e un altro ragazzo che
Irina aveva visto poche volte. Dimitri doveva essere ancora a letto per
l’incidente durante la gara con Xander.
<< Tu lo
sapevi? >> chiese lo Scorpione, puntandole l’indice sul petto,
minaccioso, << Sapevi che era dell’F.B.I.? >>.
<< No >>
mentì Irina, pronta a salvare il salvabile, << Non lo sapevo. Credevo
fosse solo un pilota pieno di soldi >>.
William le tirò una
sberla in pieno viso. << Non mentirmi, puttana >>
sibilò, << Lo sapevi. Lo sapevi e gli hai dato una mano. E io che credevo di averti dato una bella lezione, l’ultima
volta. Dov’è andato ora? E non dirmi un’altra bugia,
altrimenti appena lo prendo lo ammazzo davanti ai tuoi occhi >>.
<< E’
scappato >> rispose Irina, << Mi ha telefonato dicendomi che
avrebbe lasciato la città… >>.
William scoppiò a
ridere. << Davvero? >> disse, << Credevi non lo sapessi, che
è fuggito? E’ scappato come un coniglio appena ha capito che l’avevamo
scoperto… E tu credevi che uno come lui potesse mettermi i bastoni fra le
ruote? Quanto sei stata stupida. Ma tanto lo
ritroverò, e lo farò fuori… Dimmi dov’è andato >>.
<< Non lo so
>> rispose Irina, secca, << Non mi ha detto dove
si sarebbe nascosto >>.
“E poi, tu dovresti saperlo già…”. Stava cercando di
confonderla, di farle ammettere che sapeva tutto fin dall’inizio… Se White era
veramente la sua talpa, doveva già sapere che Xander
stava tornando a San Francisco.
William assunse una
strana espressione, poi si voltò verso Josh. << Telefona a Hanck.
Chiedigli a che punto è >> ordinò.
L’amico fece come
aveva detto. Scambiò qualche parola con Hanck, poi
chiuse la telefonata e disse, rivolto allo Scorpione: << Lo aveva
trovato, ma lo ha perso sull’autostrada. Andava più veloce di lui >>.
William fece una
smorfia, poi si voltò di nuovo verso di lei.
<< Speravi
che potesse sbattermi in prigione, vero? >> domandò,
la voce innaturalmente dolce. << Non ci sarebbe mai riuscito, bambolina,
perché anche io ho i miei infiltrati. Ti sei
comportata male, lo sai vero? >>.
<< Mai quanto
te >> sibilò lei, in risposta.
Lo Scorpione la
bloccò contro il muro, e con fare gentile le scostò una ciocca di capelli dal
viso. Sorrise, senza che i suoi occhi di ghiaccio di
accendessero.
Tutti i propositi
di ricominciare, di riprovare tutto dall’inizio, erano già andati in fumo. Come
faceva sempre, lo Scorpione prometteva senza mai mantenere. Le sue erano state
solo scuse per ingannarla ancora, per darle l’impressione di essere ciò che lei
voleva. Rimaneva sempre e comunque William Challagher,
il numero uno della Black List.
<< Ho capito
che serve un altro tipo di punizione con te >> sussurrò, la bocca a pochi
centimetri dalla sua, << Forse quando ti renderai conto che non hai alcun
modo di scappare da me, ti comporterai un po’ meglio >>. Si girò verso Josh e l’altro ragazzo. << Bruciatele la macchina >>.
<< No! >>
gridò Irina, cercando di divincolarsi. << La macchina no! >>.
Toglierle l’auto
era l’unico modo per impedirle di pagare il debito di Dominic
e renderla prigioniera. William lo sapeva. Lasciarla senza la Punto significava
negarle ogni possibilità di essere autonoma, di far parte del giro. Significava
toglierle ogni possibilità di libertà.
Irina cercò
disperatamente di liberarsi, ma William la tenne ferma. Sorrideva, come se si
stesse divertendo da morire. Le afferrò il viso con la mano, costringendola a
guardarlo negli occhi.
<< Te la sei
cercata tu, bambolina >> disse, << Ti avevo
avvertito. Ora voglio sapere una cosa, e voglio che tu mi dica
la verità. Ti eri innamorata di Went, vero? >>.
Irina lo guardò con
tutto il disprezzo di cui era capace, e non rispose. Come poteva essersi
innamorata di uno che l’aveva appena abbandonata? Ma
qualcos’altro in lei aveva la risposta, una risposta che non sarebbe mai uscita
dalla sua bocca.
<< Vaffanculo >>.
William sorrise di
nuovo, quasi quell’insulto fosse un complimento, per lui.
<< Sei stata
una sciocca >> disse, << Ti piaceva, eppure ti ha abbandonata. Davvero coraggioso, vero? Al primo ostacolo se
l’è data a gambe… Cosa aveva di così speciale da
convincerti ad aiutarlo? Non dirmi che era meglio di me, a letto… >>.
<< Sta zitto >>
sibilò Irina.
William la lasciò
andare, e lei scivolò a terra. Lacrime amare le scesero sulle guance, lacrime
che lei voleva stoicamente combattere, ma che stillavano dai
suoi occhi subdole e cattive.
Era finita. Ci
aveva provato, aveva sperato, ma non poteva scappare. Era prigioniera, e non
aveva alcuna via di fuga. Le avevano tolto tutto: la dignità, la felicità,
l’amore di suo nipote, e ora le toglievano l’unica
cosa che la rendeva in grado di provvedere a se stessa: l’auto con la quale era
diventata la numero tre della Black List.
Si alzò di scatto, diretta al garage. William tentò di afferrarla, ma
lei lo evitò e raggiunse Josh e l’amico, che ormai avevano iniziato il loro lavoro.
I tre si guardarono
in faccia, compiaciuti, e si voltarono per andarsene. Solo all’ultimo William le si avvicinò e le sussurrò, prima di risalire sulla Murcielago, parcheggiata a pochi metri da loro: << Tu
sei mia, ricordatelo >>.
E Irina rimase lì,
guardando l’auto che l’aveva resa ciò che era bruciare, con le lacrime che
silenziosamente le rigavano le guancie. Due anni di fatiche, di dolore, di
speranza stavano andando in fumo, lasciandosi dietro solo la delusione e l’amarezza.
Con quella macchina, veniva distrutto anche ciò che
rimaneva di Irina, l’unica parte che era riuscita a preservare durante gli
anni: il suo cuore.
Ore 16.00 – Casa
Irina teneva il
telefono in mano, lo sguardo fisso oltre la finestra, sulla carcassa della
Grande Punto abbandonata nel garage annerito. Cercò nella rubrica il numero di colui che le aveva già predetto tutto, che come un oracolo
le aveva annunciato dolore e sofferenza.
<< Se n’è
andato >> mormorò a Max, la voce piatta, << E’ andato via >>.
Il meccanico,
dall’altra parte della linea, tacque per un istante. Sicuramente
stava cercando il modo dire: “Te lo avevo detto. Ti ha ingannata”.
Ma l’unica parola che
pronunciò fu: << Perché? >>.
<< Ha detto
che l’avevano scoperto. Che sapevano chi era. L’F.B.I.
l’ha sollevato dall’incarico >> rispose Irina, atona.
<< Dove sei
ora? >> chiese il meccanico, lucidamente.
Irina deglutì. Non
gli aveva telefonato per dirgli quello, per confermargli che aveva sempre avuto
ragione. Lui era l’unico che poteva ancora aiutarla.
<< A casa mia…
>> rispose, poi aggiunse, la voce che tremava: << Max, William mi
ha bruciato l’auto >>.
Spazio Autrice
Immagino che
qualcuno vorrà ammazzarmi… Chi di voi si aspettava un’evoluzione del genere? Su
su, siate sinceri… Chi di voi avrebbe immaginato che Xander fosse costretto alla fuga? Cosa pensate farà ora? Ma soprattutto, come si
comporterà Irina?
Oggi sono di buon
umore, quindi rispondo alle recensioni! Prossimo
aggiornamento? Venerdì va bene a tutti? Ih Ih
Supermimmina: ciao! Sono veramente lusingata del fatto che tu mi
abbia lasciato una recensione! Anche io sono una
lettrice “silenziosa”, quindi immagino debba averti colpito molto la mia storia.
In effetti, come trama io la definisco “assurda”, perché solo a una come me poteva venire in mente una fic
del genere! Mi dici di essere avanti con l’età? Bè,
allora credo che ci siamo trovate… Io al momento sono quota 20
anni (spero nessuno legga quest’ultima riga!), quindi anche io dovrei aver
passato la fase critica chiamata adolescenza… Dico “dovrei” perché mi definisco
una eterna adolescente, e immagino lo sarò finché scriverò fic…
Se vuoi continuare a lasciarmi qualche commento, ne sono ben contenta… E magari
fammi sapere se mi superi in età! ^.^ Grazie mille per i complimenti! Un bacio!
CriCri88: ah ah ah, allora sei proprio cotta di William, eh? In effetti, l’ho
sempre considerato un personaggio davvero affascinante, quindi un po’ ti
capisco. Come non resistere a un tipo possessivo come lui? In uno dei prossimi
capitoli credo che ti stupirai del suo comportamento… Non dico altro. Bacio!