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Autore: Gwillion    09/06/2005    2 recensioni
Un ragazzo... il suo amore, la sua promessa sposa. E le parole non dette che li dividono.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Che ora pensi che sia? - mormorò Rodolphus.
- Mezzanotte, più o meno. -
- Allora manca ancora un po' perché il ballo volga al termine. -
L'altro ragazzo annuì distrattamente. Era più preso dalle insolite bolle comparse sulla superficie della pozioni che da oziose considerazioni sull'ora.
- Io questa reazione sono sicuro di averla già studiata... - mormorò Severus con espressione intenta -Solo non ricordo... -
Rodolphus socchiuse gli occhi, snocciolando i titoli di una decina di libri, tutti uno più astruso dell'altro.
- Sì... è il De Potentissimis Potionibus! - fece l'altro schioccando le dite - Ma non rammento con esattezza il passaggio. -
- Nemmeno io lo ammetto. Eppure potrebbe essere utile controllare, vedere se esiste una variante. -
- Penso che andrò a dare un'occhiata... la Biblioteca è vuota adesso. Il momento migliore per ficcare il naso senza che nessuno veda. -
- Sei sicuro? Non vuoi che venga? -
- Mi sono mai cacciato nei guai? -
- Sì... -
- Ne sono mai uscito male? - puntualizzò Severus.
- No, questo no. E poi non possiamo lasciare la pozione a se stessa... -
- Se spegnessimo in effetti dovremmo rifare tutto da capo in effetti. -
- Io vado. Tornerò con il libro. E se non torno, va pure a dormire. -
- Sta bene... non metterti a litigare con qualche Grifondoro smarrito però. - gli disse l'altro tornando a concentrarsi sulla pozione - Quelli al massimo li useremo come cavie quando avremo finito. -
Severus si fece un po' cupo. L'argomento Grifondoro non era esattamente il suo preferito. Specie se si trattava di certi Grifondoro. Forse un altro giorno LeStrange non li avrebbe nominati, quella sera aveva il suo malumore come scusa. Il ragazzo osservò l'altro che lasciava il laboratorio, e scrollò appena le spalle, mentre tornava a rimestare uno dei calderoni sul fuoco.

Severus non era tornato. Rodolphus si era quasi appisolato, ma poi il ribollire del calderone gli disse che era già trascorso troppo tempo. Doveva essere ormai notte inoltrata, la Sala Grande era ormai vuota da ore. Il giovane si alzò di scatto. Spense il fuoco, e poi anche la luce fioca della lampada. Sarebbe andato a cercare l'altro.
LeStrange attraversò a passo svelto le sale scure, come covando un oscuro presentimento.
Trovò Severus fermo sulla soglia della Biblioteca, aveva due libri in una mano, la bacchetta sguainata nell'altro. E un'espressione di profondo disgusto sul volto. Stava fissando il giovane Sirius Black, che aveva tirato fuori anche lui la bacchetta, e sembrava letteralmente furioso.
- Ridammi il mio libro, Snivellus... -
- Vieni a prenderlo, idiota. - sibilò l'altro, di rimando.
Per un istante Rodolphus si fermò. Incerto se intervenire o meno. Poi venne avanti, con le braccia e incrociate e un sogghigno sul volto.
- Devo togliere qualche punto a Grifondoro? - domandò con voce di sera.
In fondo non aveva per nulla un distintivo da prefetto.
- Mi dispiace LeStrange... sei arrivato tardi! - esclamò Black.
Severus approfittò della distrazione dell'altro per dargli un calcio negli stinchi.
- Maledetto... idiota... - imprecò il Grifondoro saltellando su di un piede.
- Levati di torno Black! - disse Severus guardando l'altro cupamente.
- Ma io ti strozzo... -
Sarebbe saltato addosso all'altro se Rodolphus non lo avesse afferrato.
Negli incantesimi e nelle maledizioni Severus sapeva cavarsela benissimo. Ma era venti centimetri più basso del suo rivale, e LeStrange non poteva rimanere ad assistere mentre facevano a pugni.
- Cinque punti in meno a Grifondoro. E sono solo i primi se non sparisci. -
- Ah, no... io non me ne vado! - disse l'altro scostando i capelli scuri dagli occhi - Non mi perdo la parte più bella della serata... -
- Che vorresti dire? -
Sirius non fece a tempo a rispondere. Il miagolio di un gatto fece sobbalzare i tre giovani.
Rodolphus trascinò gli altri due in biblioteca, e chiuse la porta dietro di sé.
  
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