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Autore: AtenaPallade    27/10/2009    1 recensioni
Jo e Laurie. Dovete aver letto piccole donne crescono fino al capitolo 18 e poi continuare con il mio 19! Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Zia March, appena apprese che Jo era a New York, le scrisse una lettera per informarla che l'avrebbe raggiunta. Era sì una vecchia donna acciaccata, ma l'energia e i soldi per viaggiare non le mancavano mai.

Non immaginava lo stupore che l'avrebbe assalita nel trovarsi davanti la nuova Josephine March: nonostante la poca stima che aveva nei confronti della ragazza, dovette per forza ammettere che Jo era diventata una splendida donna, aveva imparato – o almeno ci provava con più che buoni risultati – a parlare e a comportarsi come conviene, a suonare il pianoforte, a vestirsi decorosamente e a fare tutto ciò che una ragazza di buona famiglia della sua età dovrebbe fare. Non saltava più i cancelli né si macchiava o bruciacchiava il vestito, non stupiva con le sue affermazioni azzardate perché Rose le aveva insegnato la tecnica segreta – rimasta all'oscuro per anni solo a Jo – del contare fino a dieci prima di parlare.

“Josephine? Josephine?! Ma come sei diventata graziosa mia cara!” le disse abbracciandola.

“Buongiorno Zia, ben tornata! Com'è stato il tuo viaggio in Europa?” le disse con aria insolitamente graziosa Jo.

La zia rimase un attimo stupita di tutta questa gentilezza e cordialità “Bellissimo, Jo, veramente bello. Poi la piccola Amy è diventata una donna ormai, cosa che non poteva passare inosservata al caro Laurie. Ma dimmi, Josephine, chi è questa splendida ragazza che è con te?” A quelle parole la mente di Jo si offuscò, tanto da farle risultare impossibile rispondere alla semplice domanda della zia.

Dopo pochi istanti il cervello di Jo si svegliò e rispose con aria confusa “R-Rosalie Parker, zia, lei è Rose, è la mia più cara amica...”.

Il resto della giornata passò con la zia che raccontava del viaggio, di Amy e di Laurie, Jo che aveva un'aria completamente assente e Rose che cercava di riportarla nel mondo reale e allo stesso tempo sembrare interessata ai racconti della zia.

La sera finalmente arrivò e le due ragazze si ritirarono nell'appartamento. Rose poteva leggere chiaramente i pensieri che vagavano nella mente di Jo. Le si sedette in parte nel divano e le disse “Avevi ragione. Meglio rimanere qui ancora un po'.” e le circondò le spalle con le braccia appoggiandole la testa sulla sua, finché poco dopo sentì Jo fremere e singhiozzare. Le facevano male al cuore le parole che erano uscite dalla bocca della zia, anche se sapeva da un pezzo che Laurie ed Amy erano ormai fidanzati.

La Zia March trovava sempre confortante per sé stessa spendere qualche soldo e così, rendendosi conto che di certo abiti nuovi a lei non sarebbero serviti, si fece aiutare da Rose a convincere Jo ad andare a negozi. Quella mattina quindi, la zia si presentò di buon ora alla porta delle ragazze ed ordinò loro di prepararsi e scendere perché voleva a tutti i costi vistare il centro e camminare un po’.

“Lo shopping rinfranca il cuore e lo spirito!” esclamò Rose con aria da sapientona comica.

“Certo...ma non mi piace stare ore a provare abiti!” rispose Jo.

“Beh, che ti piaccia o no, stamani andremo nei migliori negozi di New York e compreremo abiti nuovi. La zia mi ha chiesto di pregarti di accompagnarci, e sono sicura che non mi dirai di no!” concluse con aria soddisfatta “Dai, pigrona, andiamo!” aggiunse tirandola per un braccio.

In meno di un'ora erano già arrivate nella zona dei negozi: Jo aveva un'espressione di chi sta andando incontro alla ghigliottina; Rose era così contenta di fare un giro per botteghe e la zia March ne trovò subito uno che faceva al caso suo ed entrò con aria soddisfatta guardando tutti quei bei abiti appesi.

“Mia cara Jo, sei diventata molto carina, ma credo che questi abiti sottolineerebbero la cosa!”

“Un attimo, io pensavo di dovervi accompagnare, non di dover provare abiti!” esclamò incredula Jo che ora sentiva la fredda lama della ghigliottina appoggiarsi sulla sua nuca.

Rose si mise a ridere, mentre trascinava per un braccio Jo. La spogliarono in men che non si dica e la rivestirono in egual tempo. La zia e Rose decretavano ciò che poteva andare da ciò che non era affatto indossabile. Le fecero provare vestiti dei colori più disparati, alcuni così sgargianti da sembrare confezionati per una festa in maschera. Jo per ogni vestito strano che la costringevano ad indossare, proponeva altrettante espressioni sempre più tragiche. Quando le due decisero che vestiti prenderle, che le piacessero o meno poco importava perché la loro opinione era “ti stanno divinamente, Jo!”, si passò alle scarpe, scelta molto più facile, per finire alle giacche e ai guanti. Jo non aveva mai visto una collezione così vasta di guanti; abituata ad averne un paio o due, si meravigliò quando la zia decise di prendergliene un paio per ogni colore che il negoziante possedeva: in totale ben quattordici tipi di guanti. Per non parlare dei cappellini; ogni signora che si rispetti doveva avere il cappello intonato all'abito e quindi ci fu un grande caos per riuscire ad abbinarli al vestiario scelto poco prima; la zia non aveva nessun problema nel continuare a chiedere alla povera commessa di portargliene altri e altri ancora, magari per poi osservarli un attimo con la coda dell'occhio e decretarli “inguardabili”.

Passarono quattro ore in quel negozio, rischiando di far perdere il lume della ragione alla commerciante; la zia aveva comprato a Jo nove abiti ed altrettanti cappellini in tinta, quattordici paia di guanti, quattro paia di stivali, sei paia di calze e tre giacche: Jo non si era mai stancata in un'attività tanto quanto quella mattina nel provare e riprovare abiti. Decise fra sé e sé che quella era l'ultima volta che sarebbe entrata in un negozio con la zia March.

“Zia, ti ringrazio infinitamente” disse Jo “ma non ti pare di esagerare comprarmi tutta questa roba?”

“Cara, non è “roba”, sono abiti meravigliosi che potrai indossare in ogni occasione e che ti faranno sembrare molto più bella. Anche se la tua bellezza non è minimamente paragonabile a quella della piccola Amy!!”

La zia March era brava e veloce nel fare complimenti tanto quanto nel tramortire una persona con i suoi giudizi. Le tre si incamminarono verso l'appartamento piene di scatole: poi, vedendo che l'impresa era molto ardua, decisero di prendere una carrozza e viaggiare comodamente.

I vestiti vennero provati e riprovati anche a casa con grande dispiacere di Jo perché per la seconda volta nello stesso giorno si prestò a fare da manichino.

Tutto sommato questa attività l'aveva distratta parecchio dalla sua tristezza generale; non l'aveva fatta pensare a Laurie e ad Amy, alla piccola Beth il cui pensiero ancora a volte la tormentava e alla mamma, che lei aveva lasciato da sola per divertirsi a New York; ed alla fine convenne con Rose che “lo shopping rinfranca il cuore e lo spirito”.
  
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