Capitolo
due
I
mio principe.
POV ROSE
Mi svegliai verso sera, sdraiata su un
lettino dell’infermeria. Il sole era tramontato e le candele erano accese.
Cosa era accaduto? Stavo ascoltando la
lezione di Difesa e prendevo appunti come facevo di solito, quando tutto ad un
tratto si fece buio; l’oscurità mi circondava, non riuscivo a respirare.
Mi capitò un'altra volta, durante una
vacanza anni fa, in campeggio con la mia famiglia, sulle rive del lago di Loch Ness.
Avevo otto anni. Stavo dentro la tenda con
i miei cugini che parlavano del campionato dei Chudley Cannon. Mi stavo annoiando. Così ero scivolata
fuori, senza farmi notare e mi allontanai per andare sulle rive del lago a
buttare dei sassi e farli rimbalzare come mi aveva insegnato il mio papà. Il
sole stava tramontando e creava magnifici giochi di luce sulla superficie dell’
acqua cristallina. La mia attenzione venne distolta da un movimento furtivo,
dietro la bassa boscaglia, a pochi metri da me. Sbucò uno strano animale, che
mi ricordava un enorme gatto. Era trasparente come un fantasma e si muoveva
aggraziato su e giù lunga la riva, chinando la testa sul pelo dell’acqua, come
se stesse bevendo. Mi avvicinai per accarezzarlo, ma quando gli ero abbastanza
vicina da poterlo fare, si volse a me con voce umana, facendomi sobbalzare per
lo spavento: -“sei mia.”- aveva detto,
solo quelle due parole, prima che perdessi l’equilibrio cadendo in acqua. Quel
punto il lago era profondo e cercai di chiamare aiuto, di urlare per richiamare
l’attenzione dei miei parenti, ma ogni volta che aprivo bocca affogavo. Era
sopraggiunto il panico e cercavo di stare a galla, muovendomi senza controllo.
Poi tutto si era fatto scuro e mi sono sentita sprofondare. Non avvertivo più
nulla, né paura né dolore. La vita mi stava scivolando via . Quando pensavo di
essere giunta alla fine, mi afferrarono per un braccio e una presa solida mi
tirò fuori di peso dall’acqua, per poi adagiarmi sul prato. Delle voci confuse
erano riuscite a penetrare il silenzio ed il buio che mi avvolgevano. Voci che
stavano litigando: quella femminile aveva un tono isterico e gracchiante;
l’altra, una maschile, era calda e preoccupata, ma si rivolgeva a quella
femminile con un tono arrabbiato, che incuteva un certo timore. Non riuscivo a
capire che cosa stessero dicendo, solo verso la fine, ero riuscita a cogliere delle
parole, pronunciate dalla voce maschile: - Stai alla larga da lei. Non ti
permetterò di farle del male! –
Una risata agghiacciante aveva accolto quelle
parole. E la voce altrettanto fredda aveva ribattuto: - Prima o poi riuscirò a
prenderla. Non potrai sempre vegliare su questa
piccola Mezzosangue!.-
Mi sentii prendere in braccio, forse dalla
persona che aveva preso le mie difese e che, correndo, mi stava portando via.
Appoggiata al suo petto sentivo chiaramente i battiti del suo cuore; in quella
oscurità, da cui non riuscivo a liberarmi, quel battito regolare era come un
ancora di salvezza a cui aggrapparsi. Mi sentivo…
bene in quell’abbraccio forte, come se mi proteggesse con il suo calore.
Dopo breve tempo la corsa divenne solo un
passo veloce. Una voce a me familiare aveva rotto di nuovo il silenzio. - Cosa
è successo?! Mio Dio, Rosie, mi senti? Sono la mamma!- Sentivo il suo
terrore, presa dal panico nel vedermi in quello stato.- Cosa gli ha fatto,
parla!- il tono era brusco, rivolgendosi
all’uomo che ancora mi teneva tra le braccia.
– Stava seguendo un Patronum. E’ caduta nel lago e stava per affogare.-
aveva risposto la voce calda dell’uomo.
-Dalla a me. Ora vai via e fai in modo che
Lei non si avvicini più alla mia bambina o non
avrò paura di ucciderla! Perché la morte, è quello che merita.- Non avevo mai
sentito tanto odio e tanta determinazione nella voce di mia madre.
Riuscivo a sentire, ma ancora non riuscivo
a muovermi, né aprire gli occhi. Riuscii solo ad emettere un flebile lamento.
-Sta rinvenendo…
abbiate cura di voi. Addio.- Mia madre mi prese tra le sue braccia,
stringendomi. Segno che l’uomo se ne stava andando. Avrei voluto ringraziarlo
per avermi salvato la vita, ma non ne avevo avuto la forza.
La nostra vacanza finì in quel momento. Mi
portarono tramite una Passaporta, al San Mungo. Il medimago mi aveva trovato affaticata e debilitata
dall’esperienza vissuta. Ero quasi annegata, dopotutto. Aveva rassicurato i
miei genitori che mi sarei ristabilita in un paio di giorni, anche grazie
all’aiuto di una pozione rigeneratrice che mi avrebbe prescritto.
Adesso…, mi ritrovavo nuovamente in un letto di
ospedale, riportando alla luce il ricordo di quella brutta esperienza, che
avevo relegato in un angolo della mia mente.
Non ricordavo come ci fossi arrivata in
infermeria. L’ultima cosa che rammento era il viso di Scorpius preoccupato,
mentre mi aiutava ad alzarmi dal banco. Doveva essere stato lui a portarmi qui.
Lui che era molte cose per me: il mio migliore amico, il mio confidente, il mio
principe. Fin dal nostro primo incontro avevo capito quanto fosse speciale. Un
anima imprigionata tra obblighi e doveri, che soffriva in silenzio, ma con la
voglia di liberarsi. Non era come i miei cugini, sempre propensi a godersi il
divertimento spensierato di questi anni di scuola, tra scherzi e Quidditch,
lui era diverso. Scorpius leggeva moltissimi libri - come me - mi
aveva descritto l’enorme biblioteca di Malfoy Manor,
ricca di volumi antichi, collezionati negli anni dalle varie generazioni dei Malfoy,
come il luogo più amato di tutta casa sua . Dentro quella stanza passava intere
giornate, tra l’ odore particolare che solo le pagine antiche, con il passare del tempo,
prendevano. Anche qui ad Hogwarts, amava stare in disparte e studiare,
ottenendo ottimi risultati in tutte le materie. Amava il Quidditch e faceva parte della squadra Serpeverde,
come Cercatore, ma di questo non ne parlava molto con me, conoscendo il mio
scarso interesse per lo sport – forse dettato dal fatto che i miei cugini ne
parlavano sempre, mi risparmiava.
Per capirci, bastava solo uno sguardo tra
di noi. Sono arrivata a questa intesa con Scorpius, perché gli voglio molto bene. Purtroppo,
non riuscivo a capire che direzione avesse preso questo mio sentimento per lui… o meglio, forse lo sapevo ma non riuscivo a
capacitarmene. Quando gli stavo accanto, delle farfalle impazzite
svolazzavano nella pancia. Quando non era accanto a me, era peggio, perché al
posto delle farfalle, si formava un nodo d’ansia causato dalla sua
assenza. Così, accolsi le vacanze estive come una pausa di riflessione. Un
periodo lontano da Hogwarts e lontano da lui, da poter fare un minimo
di chiarezza dentro me. Mi dedicai ad attività Babbane come il trekking, lunghe passeggiate in
mezzo ai boschi in compagnia di mio nonno Arthur ; la frequentazione della
biblioteca pubblica di Londra per approfondire la storia sugli usi e costumi del mondo babbano. Insomma, feci in modo che tutte le mie
attività mi portassero lontano dal mondo magico e dai suoi luoghi, che mi
avrebbero ricordato, sempre e solo una
persona: Scorpius Malfoy.
Impazzivo dalla voglia di vederlo, ma
dovevo capire come i miei sentimenti si erano modificati nei suoi confronti. Di
giorno avevo trovato il modo di non pensare a lui riempiendo il mio tempo di
attività, la notte le cose prendevano una direzione diversa. Riuscivo solo a
pormi domande: cosa stava facendo? Combatteva con le solite pressioni
familiari, perché si trasferisse alla scuola di Magia di Durmstrang? Una scuola più adatta ad un Malfoy,
quale era? Avrebbe finalmente ceduto a quella parte più oscura di lui, che
restava in ombra ad Hogwarts, ma che ritornava presente rientrando in
famiglia? Il ragazzo dolce e gentile che conoscevo, avrebbe
tenuto testa al ragazzo freddo e cinico in cui lo voleva
trasformare suo nonno?
Poi l’estate, con tutti i suoi dubbi e
incertezze, terminò. Ed io giunsi ad una decisione: essere solo la sua migliore
amica non era più sufficiente per me. Volevo di più, volevo che diventasse
davvero il mio principe. Il problema era capire se avrei potuto essere qualcosa
di più per lui o se sarei rimasta sempre e solo la sua migliore amica. Nei
quattro anni trascorsi, quando lo abbracciavo, dicendogli che gli volevo bene, Scorp reagiva sorridendomi e che provava lo stesso affetto.
Ogni volta che stringevo la sua mano, ricambiava la stretta, ma nulla di più.
Avrei voluto un gesto che mi facesse capire qualcosa di più, ma era solo capace
di sorridermi e darmi un buffetto, certo tenero e dolce, ma che avrebbe potuto
dare benissimo anche ad una bambina.
Così, sull’espresso che ci stava
riportando ad Hogwarts, lo avevo rivisto dopo tre mesi di
lontananza. Era creciuto, più alto e simile a suo
padre, Draco Malfoy.
Il viso si era leggermente affilato, gli occhi esprimevano una determinazione
diversa, il sorriso appariva meno giocoso e più consapevole di una maturità
nuova. Forse una maturità dettata anche dal suo nuovo ruolo. Al pari di me, era
diventato Prefetto della sua Casa, Serpeverde. Questo avrebbe comportato per entrambi
nuove responsabilità… ma anche molto più tempo da
trascorrere insieme. E di questo ne ero strafelice. Sarebbe stata una buona occasione
per capire i suoi sentimenti e magari potergli confessare i miei.
Purtroppo, lo avevo solo visto, ma non riuscii
a parlargli. Il nostro nuovo ruolo di Prefetto ci aveva portato a dover tenere
sotto controllo l’esuberanza sia dei nuovi arrivati, sia degli studenti degli
altri anni. All’arrivo in stazione, avevamo preso carrozze diverse. In Sala
Grande, durante la cerimonia di Smistamento e di apertura dell’anno scolastico,
lo avevo potuto solo osservare, seduto al tavolo Serpeverde, tra i suoi compagni. Parlava e rideva
soprattutto con Albus e con il suo amico Zabini.
Ero andata a letto con l’unica
consolazione che gli avrei potuto parlare sicuramente il giorno dopo, alla
prima lezione di Difesa contro le arti Oscure. Comunque non mi aveva aiutato a
prendere sonno, perché mi ero ritrovata a contare le ore che mi dividevano dal
nostro incontro.
Scorpius, aveva l’abitudine di arrivare spesso in
ritardo alle lezioni, non aveva fatto eccezioni neanche per questa mattina.
Solo qualche minuto prima che la lezione cominciasse, avvertii la sua presenza
dietro di me. Come negli anni precedenti, il mio banco si trovava davanti al
suo. E mi piaceva sentire il suo sguardo su di me, mi faceva sentire protetta.
Mi girai verso di lui e ci guardammo. Mi perdevo in quel grigio degli occhi,
ricordava il colore del mare in tempesta, forte ed impetuoso. Dovevo rinsavire!
Non potevo sciogliermi così davanti al suo sguardo o avrebbe capito subito come
i miei sentimenti erano cambiati.
-Sei in ritardo. Inizi bene il primo
giorno di scuola Sig. Prefetto.- optai che sfotterlo era un buon modo per
nascondere ciò che il suo sguardo mi aveva provocato.
-Non ricordi che i Malfoy non sono mai in ritardo?- la sua risposta,
la solita con cui giustificava sempre i suoi ritardi. Aveva appoggiato le
braccia sul banco per protendersi verso di me. Il mio cuore aveva iniziato a
battere più forte ed avevo spostato lo sguardo sulle sue mani, per non rivelare
quanto mi turbasse la cosa.
-Sono gli altri che arrivano in anticipo… sì, lo so. – avevo trovato la voce per
controbattere, imitando il suo modo di parlare, sempre cercando di non lasciar
travedere il mio stato d’animo.
-Esattamente. Vedo che non ti perdi una
battuta di quello che dico.- si era avvicinato ancora di più, prendendo una
ciocca dei miei capelli tra le dita e giocandoci. Non potevo più parlare,
nemmeno deglutire, praticamente mi si era azzerata la salivazione. Sentivo di essere arrossita, come avvertivo
distintamente di avere i palmi delle mani sudati per l’agitazione. Ma quegli
occhi, quegli occhi per me speciali, bé… non li avevo mai visti così determinati
nel guardarmi. Lo sguardo di Scorpius appariva diverso, più sicuro, più maturo… più intenso. Non avrei saputo che fare, quando il
rumore della porta che si apriva, mi era venuta in aiuto…
-Rose, finalmente sei sveglia. Eravamo
tutti preoccupati.-
La voce di Hugo mi stava riportando al
presente. Insieme a lui c’erano James e Lily. Avevano tutti una faccia seria e
preoccupata. Stavo così male? Non ricordavo nulla, come se mi fossi svegliata
da un lungo sonno senza sogni.
-Sto bene ragazzi. Forse è stata la stanchezza o un calo di
pressione. Ma ora è tutto a posto, non dovete stare in pena così.- Parlai sfoggiando uno dei miei sorrisi
migliori. Per rassicurarli davvero.
-Non sai che peso ci togli Rosie!-
disse Hugo.- Da quello che ci avevano riferito sembrava
che ti avessero lanciato una maledizione. Albus era convinto che qualcuno ti avesse fatto
del male di proposito.
- Ma non ricordi nulla di quello che è
successo?- Fu James a rivolgermi la domanda, ma capivo che anche Hugo e Lily
erano ansiosi di sentire la mia versione.
-No…ricordo solo che stavo seguendo la lezione della
nuova docente e prendevo appunti sulla pergamena. Ad un certo punto mi sono
sentita mancare, respirare è diventato difficile, proprio come se stessi
soffocando e …bè,
la verità è che non ricordo molto altro, solo che Scorpius mi ha aiutato ad alzarmi e poi si è fatto
tutto buio.-
Ora che me lo avevano chiesto, stavo
cercando di ricordare, ma le uniche cose venute in mente, erano quelle dette
anche a loro.
-Già Malfoy! Sembrava impazzito. Ha chiesto a tutti i
vostri compagni di classe se avessero notato qualcosa di sospetto. Ora è
rinchiuso in biblioteca nella sezione proibita, a cercare delle conferme ad
alcune sue pazze ipotesi… o almeno è quello che ha
detto a Zabini…-. Il tono con cui aveva parlato James, era
inequivocabilmente sarcastico.
- James? Che hai? E’ di Scorpius che stai parlando! Hai presente quel
ragazzo che è nostro amico da quattro anni…- avevo
cercato di essere scherzosa, ma la sua reazione mi aveva lasciato sorpresa .
- So bene chi è Scorpius!
Ma quest’anno ha qualcosa di diverso! Lui è… ha… insomma, sembra un vero Serpeverde, ecco! Ha tirato fuori questo modo
arrogante di fare. Poco fa, per esempio, quando si è messo a fare il terzo
grado ai ragazzi presenti in classe.-
Ero sempre più sorpresa e… confusa.
-Era preoccupato per Rose ed è abbastanza
comprensibile, quindi ha avuto quella reazione.- Lily si era rivolta al
fratello maggiore, con la sua proverbiale sufficienza.- Sei uguale a zio Ron.
Non hai la minima capacità di intuire i sentimenti altrui. Il minimo che
potresti fare, è tacere! Non sparare giudizi a caso su chi si preoccupa così
tanto per nostra cugina Rosie.- ed il tono da sufficiente, aveva
assunto una sfumatura rabbiosa.
James era rimasto allibito davanti alle
parole di sua sorella: Lily difficilmente esprimeva un suo parere ad alta voce.
Di solito se ne stava in silenzio, lasciando, a chi le parlava, il compito di
capire cosa pensasse. Questo suo modo di fare, la faceva apparire
molto più matura dei suoi quattordici anni.
Lily Luna Potter era stata smistata nella
Casa Corvonero,
sotto lo sguardo sconfortato dei Grifondoro, che vedevano un altro Potter acquisire
colori differenti dal rosso-oro. Mi aveva confessato, tempo dopo, che era
contenta: il peso del nome che portava era già abbastanza gravoso, senza che
diventasse anche una Grifondoro. Mi aveva inoltre confessato di aver
espresso questo desiderio, quando le era stato fatto indossare Il Cappello Parlante.
Evidente che il suo desiderio era stato tenuto in considerazione.
- Ehi! È ora di cena! Se non ci sbrighiamo
non troveremo più nulla da mangiare! Rosie ci vediamo domani, ti voglio bene.- Hugo,
mio fratello aveva la stessa età di Lily. Lui era stato smistato nei Tassorosso e la cosa lo aveva reso felice. Tanto che
le sue prime parole, dopo lo Smistamento, erano state “Sarò vicino alle
cucine! Credi che gli elfi mi prepareranno da mangiare anche di notte?”. La
sua caratteristica era quella di pensare principalmente al cibo. Si ingozzava
perennemente di porcherie di tutti i generi. Una delle battute che giravano su
di lui, ne era l’esempio lampante “Il proprietario di Mielandia, chi
teme più di un Dissennatore,? Hugo Weasley!”.
-Andate! Non voglio che rimaniate a
digiuno per colpa mia. Sto molto meglio, davvero.- Lo avevo detto sorridendo,
rivolgendomi a tutti e tre.
- Allora a domani Rosie.
Porterò io il tuo baule nella nuova stanza da Prefetto, stai tranquilla. Pensa
solo a riposarti.- James mi aveva stretto la mano affettuosamente, mentre Hugo
mi aveva rifilato un sonoro bacio sulla guancia e si avviarono verso la porta.
- A domani. Buona notte.- Lily mi
aveva mandato un bacio al volo, prima di seguirli.
Quando la porta si era richiusa dietro di
loro, mi ritrovai nuovamente sola.
M.me Chips era andata a cena, lasciandomi un vassoio
accanto al letto con un foglietto, raccomandandomi di mangiare tutto per
rimettermi prima. Io, però, non avevo fame. Mi sentivo così scombussolata che
non avrei potuto bere nemmeno un succo di zucca.
Avevo solo voglia di riposare e mi sdraiai
sul fianco, dando la schiena alla porta. Con la mente ero tornata a Scorpius.
Da quello che aveva detto James, stava cercando di capire cosa avrebbe potuto
provocare il mio malessere. Si stava preoccupando – e molto - per me. A dimostrazione,
e ci speravo, che teneva a me, tanto quanto io tenevo a lui. Avrei voluto
ringraziarlo per quello che stava facendo, ma non avevo il permesso di lasciare
l’infermeria. A quell’ora, poi, sicuramente era a cena, insieme ai suoi
compagni. Poi si sarebbe diretto nei sotterranei nella sua nuova stanza,
lasciandosi scivolare tra le lenzuola, nel suo nuovo letto…e
poi devo smetterla di pensarci! L’idea di Scorpius che scivola tra le lenzuola mi provoca uno
strano calore e…
Il rumore della porta che si apriva mi
aveva distratto. Qualcuno entrava. Probabilmente M.me Chips mi
portava la pozione per riposare. Mi girai, ma le tende semitirate mi impedivano
di vedere bene chi fosse. Quando entrò nella mia visuale, il cuore aveva iniziato
a battermi all’impazzata. Scorpius, che abbandonata la divisa, indossava dei
jeans, una polo verde ed un giubbotto di pelle. E non lo avevo mai trovato così
affascinante, come in questo momento. Solo gli occhi, erano contornati da
un’ombra scura, come se fossero affaticati. Possibile che fosse stato davvero
in biblioteca tutto il giorno?
-Ciao. Come ti senti?- la voce era
preoccupata. E le mani stringevano con forza la sponda ai piedi del letto.
Tanto che le nocche erano sbiancate.
- Bene. Sto bene te l’assicuro. -
Sembrava non credermi. Le mani
continuavano nervosamente a stringere la sponda.
- Scorpius sto bene, davvero. E se fossi in te, non
distruggerei quella sponda… è pur sempre una
proprietà di Hogwarts!. – Avevo nuovamente cercato di essere
scherzosa, sorridendogli come stamattina, per spazzare via il turbamento che mi
aveva provocato la sua preoccupazione.
Scorpius aveva mollato la presa e finalmente sorrise
anche lui. Quel sorriso caldo e scherzoso, che solo lui possedeva.- Bel
pigiama. Sei molto carina.- disse.
-Detto così, mi fai sentire una bambina...-
Il viso stava sicuramente assumendo lo stesso colore del pigiama – un color
fucsia- quelle parole mi erano sfuggite e davano voce al pensiero che che mi vedesse in tante altre maniere…
ma non sicuramente come una bambina!
-Posso sedermi accanto a te?- sembrava non
aver colto il mio rossore, che forse era anche aumentato, per via della sua
richiesta.
– Certo! Scusami, non ci ho pensato.
Sposta pure i miei vestiti dalla sedia… - ma si era
già seduto sul letto, accanto a me. - Ah… certo, va bene…
a-anche s-sul letto…- aggiungo balbettando. Speravo che il
cuore reggesse a tanta emozione.
All’improvviso si passò nervosamente le
mani tra i capelli, rimanendo poi con il capo tra le mani, chino su se stesso.
- Mi spiace Rose. Ho cercato nella sezione proibita dei libri che mi aiutassero
a capire la causa del tuo malessere, ma purtroppo non ne ho ricavato molto.- sollevò
il viso per guardarmi.- Ci sono più di trenta incantesimi e maledizioni che
hanno lo stesso effetto, ma tutti hanno un punto in comune: bisogna possedere
qualcosa della persona che si vuole colpire. Un po’ del suo sangue, ma possono
andare bene anche i capelli o le unghie…ma è
impossibile che quella donna avesse in suo possesso qualcosa di tuo. Oggi è
stata la prima volta che l’abbiamo vista.-
-Scorpius… credo che tu stia esagerando nel
preoccuparti! Addirittura una maledizione… e dalla
nuova Professoressa! E’ probabile che sia stata la
stanchezza! Stanotte non sono riuscita a dormire molto….-
certo non potevo confessargli che lui era la causa del mio mancato sonno. Come
non potevo confessargli che la sua preoccupazione, su quello che mi era
accaduto, non era del tutto ingiustificata: perché oltre a lui, anche mio
fratello e i miei cugini, si sarebbero preoccupati.
-Rose, come faccio a non preoccuparmi!
Forse tu non ti rendi conto di quello che ti è successo! Cinque minuti prima
stavi benissimo! Eri la Rose di sempre, sorridente e scherzosa! Cinque minuti
dopo, eri ridotta come larva! E vuoi convincermi che non devo preoccuparmi?! Io
non solo lo faccio, ma ti posso anche dire che da adesso in poi, non passerà un
momento senza che io ti tenga d’occhio! C’è qualcosa che non mi convince in
tutta questa storia e non lascerei mai che ti accadesse qualcosa di grave! -mi prese
una mano tra le sue, parlando. E la stava stringendo con forza…
e con particolare enfasi.
Potevo sperare che fosse così?. Che il mio
desiderio si stesse avverando in questo momento? Che anche Scorpius… no, non può essere. Stavo dando io un
significato sbagliato alle sue parole ed al suo gesto. Scorpius si sta preoccupando per la sua migliore
amica. Come avrebbe fatto anche per Albus o per Narcissus o per James.
Comunque stessero le cose, era
rassicurante averlo accanto a me. E non avevo resistito all’impulso di
avvicinarmi di più a lui, per sussurrargli in un orecchio un “grazie”, in cui
avrei voluto metterci tutte le emozioni che stavo provando. Emozioni che non
erano state niente, in confronto a quella che mi aveva colto nel sentire il
profumo della sua pelle, che ricordava qualcosa di buono e di fresco. Avevo il
cuore a mille, dopo essermi allontanata. Forse per la paura di aver osato
troppo. Un gesto troppo intimo, anche per la nostra amicizia.
Scorpius mi fissava ancora. Come se stesse
memorizzando ogni più piccolo particolare del viso. Il silenzio tra noi, era colmo
di parole inespresse. Qualcosa che andava oltre ogni mia capacità logica,
qualcosa che mi lasciava assolutamente confusa.
-Sarà meglio che vada…è
tardi e per colpa mia non hai toccato cibo- lui interruppe per primo quel
momento. E per me fu inevitabile pensare che, forse, non aveva avvertito le
stesse sensazioni.
- No… io… io non ho fame. – E poi non riuscii a trattenermi. -
Scusami se ti ho messo in imbarazzo… cioè volevo dire…che, non so…uffa… non so
nemmeno io, cosa voglio dire davvero!- stavo indubbiamente straparlando, senza
in realtà dire nulla di concreto.
-Credo di aver capito. E non c’è nulla per
cui scusarti. Anzi... – Portò la mia mano verso la bocca, sfiorandola con le
labbra. Un tocco leggero, che però percepii come una bruciatura. Di più, al
pari di una marchiatura a fuoco. - Ma ora non è il momento giusto per parlarne.
Tu sei ancora troppo debole, hai bisogno di rimanere tranquilla e di riposare.-
Lasciò andare delicatamente la mia mano
sulla coperta e si alzò.
-Perciò, a domani mia principessa. Ora
pensa solo a fare sogni d’oro. – Mi aveva rivolto un sorriso che, da solo,
avrebbe potuto riscaldarmi nella giornata più gelida.
- Bu- Buona notte anche a te…-
non riuscivo a dire altro, mentre Scorpius, camminando all’indietro per guardarmi
sino all’ultimo, era arrivato alla porta scomparendo.
Ha detto che sono la sua principessa!
Cioè, lui ha pensato a me come la sua principessa. Come io pensavo di lui, il
mio principe! Un principe dolce, gentile, intelligente, premuroso, forte
e bello. Che sembra impossibile appartenere
a questo mondo. poteva essere più un angelo custode. Ma principe o angelo,
quello su cui non ho più dubbi, è quanto lo amassi. Amo Scorpius e lo desideravo sempre accanto a mé.
Mi sdraiai consapevole di quanto, questa
nuova realtà, mi rendesse pienamente felice. Tanto felice che ero certa, non
avrei avuto alcun problema nel prendere sonno.
Soprattutto perché con il sonno, sarebbero
arrivati i sogni… e con i sogni, sarebbe arrivato
lui, Scorpius… l’amore che finalmente avevo scoperto.
Angolo dell’amica di piuma
Ben ritrovati cari lettori.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Volevo
descrivere l’amore che Rose prova per Scorpius. Spero di esserci riuscita. Il primo amore, gli
imbarazzanti silenzi con la persona che ti piace, il
batticuore e le farfalle nella pancia.
Ho dovuto rispolverare nella mia memoria quelle
sensazioni U_U ormai nascoste dal
passare del tempo… ma mi è piaciuto rivivere l’amore
che fa male e che fa bene (mi sembra che fosse una canzone dei Litfiba…)
ti agita e ti fa sentire vivo.
Il disegno rappresenta il bacio che Rose da a Scorp nell’infermeria. Mi piace che i protagonisti vestano i
colori delle loro Case anche senza essere in divisa. Poi amo il verde e argento
e trovo che a Scorpius gli
stia da dio! (^v^)
@-mollicadipane. Grazie principessa! Ti devo rivelare una cosa:
quando Scorp chiama principessa Rosie, ho pensato a te!xd
Il prossimo capitolo sarà il punto di vista di lui. Ci
saranno delle scoperte riguardo la nuova prof.sa Cooper.
Per il disegno:Quando vuoi! Mi piace disegnare Draco ed Hermione ^_^. Tvb. P.s. solo oggi sono
riuscita a leggere la tua ff. recensisco subitissimoooo. Sorry-
@-sam05- grazie per i complimenti. mi viene naturale
ritrarre i personaggi, soprattutto quei due ragazzi innamorati. Comepromessso questa
volta ho aggiornato subito. Grazie di seguire la mia storia.
@-MorwenBlood- sono contenta che ti piaccia. La storia sta iniziando
ad ingranare. Spero che continuerai a seguirmi!xd
Come sempre ringrazio anche chi mi ha aggiunto ai
preferiti e tra le storie seguite.
Al prossimo aggiornamento.
Baci. lunanera