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Autore: greta1992    01/11/2009    8 recensioni
Mike è fuggito verso Edward. Questo lo so. È dietro di lui e si sta sbracciando per farsi notare da me.
Vuole che io guardi il ragazzo. Infondo, seppure il suo scherzo sia per me di pessimo gusto, non ha tutti i torti. Non posso evitarlo per sempre. Tutta la scuola ne parla, sarebbe impossibile. Per giunta frequenta due dei miei corsi.
Per questo motivo, lentamente, alzo gli occhi verso di lui.
E per la prima volta vedo Edward Cullen.
Dopo che tutta la famiglia di Bella rimane vittima di un terribile incidente, dal quale lei si salva miracolosamene, tutta la sua vita cambia. Ora lei riesce a vedere l'aura delle persone, sentire i pensieri e saperne la storia di chi tocca. Questo dono indesiderato la costringe a isolarsi e a limitare le proprie amicizie. Tutto cambia quando a scuola si trasferisce il bellissimo Edward Cullen. Bella si innamora di lui, ma non solo per il suo aspetto. Perchè Edward riesce a ridurre al silenzio le voci e l'energia nella mente di Bella?
NB: Questa storia riprende la trama del libro "Evermore" di Alyson Noel. È una PRO BellaxEdward.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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voglQuesto capitolo è molto lungo

Questo capitolo è molto lungo. Il più lungo che abbia mai scritto. Sette pagine di word. So che non è moltissimo per alcuni, ma per me si. Spero davvero di non annoiarvi. Leggete con attenzione: ci sono molte cose che serviranno per il futuro.

 

Buona lettura.

 

 

 

Quando sento i passi di Robins, facili da riconoscere perché pesanti e strascicati, forse sintomo della recente sbronza, o forse anche di tutte le precedenti, mi tolgo il cappuccio e spengo l’iPod, subendo le voci insistenti dei miei compagni.

Il professore entra dopo pochi minuti, portando con sé, fortunatamente, un gratificante silenzio.

Senza neanche salutare annuncia: “Ragazzi, questo è Edward Cullen. Si è appena trasferito qui dall’Alaska. Bene, Edward, puoi sederti… vicino a Bella in quel posto là in fondo. Segui insieme a lei dal suo libro fin quando non ne avrai una copia tua”. Lo congedò con un movimento frettoloso della mano, come se fosse contento che le presentazioni fossero già finite. Sembra ansioso di iniziare a far lezione, in modo da finire prima e potersene andare, ignorando il fatto che la classe sarebbe rimasta senza un tutore.

Edward è una favola. Lo so senza neanche sollevare lo sguardo. Mentre si avvicina, continuo a fissare il mio libro, senza in realtà leggerlo davvero: so già fin troppo bene dai pensieri dei miei compagni di classe. Per me, un ulteriore momento di ignoranza mi dà un senso di beatitudine piena.

Tuttavia, prendendo per veri i pensieri di Jessica Stanley, seduta due file davanti a me… Edward Cullen è davvero un figo da paura.

Laurent, la sua migliore amica, è completamente d’accordo con lei. E lo stesso vale per Tyler, il ragazzo di Laurent. Ma questa è tutta un’altra storia.

Le due già iniziano a lanciargli occhiate languide e sento dai pensieri di Jessica il suo tentativo di far sembrare più carnose le sue labbra sporgendole un po’ verso avanti. Il risultato è penoso.

Anche la sua amica partecipa al piano di conquista per Cullen. Tira in dentro la pancia e in fuori il seno, messo in risalto dalla profonda scollatura del suo maglioncino rosa confetto. Non mi stupisce il fatto che il suo ragazzo non si dimostri geloso o cose del genere: a quanto pare è troppo occupato a fissare il lato B del ragazzo nuovo.

Un po’ mi fa pena. Solo un po’. Perché ci sono passata anche io in quella fase: quella dove tutti ti guardano e sei sempre al centro dell’attenzione del corpo studentesco.

In fondo Forks è talmente piccola da far venire il voltastomaco.

“Ciao”. Edward si accomoda aggraziatamente nella sedia accanto alla mia, facendo cadere la mia cartella con un piccolo tonfo. Mi dà fastidio che non abbia chiesto se poteva spostarla. È ovvio che l’avrei fatto, ma sarebbe stato più educato.

Annuisco, rifiutandomi di cedere e guardare il suo volto. La sua voce melodiosa dice già abbastanza. Sarà uno di quei figli di papà che mi piacevano tanto prima.

E mi basta anche guardare le sue scarpe firmate Dolce e Gabbana, per capire che non andremo affatto d’accordo. Non che mi interessi, naturalmente. I miei amici ce li ho già. E mi bastano.

Quelle scarpe non c’entrano niente con questa scuola. Tutti qui hanno scarpe mezze rotte o scarponi per difendersi dalla pioggia. Un paio che costeranno più del misero stipendio di Robins mi sembrano molto inopportune.

Il professor Robins dice con tono autoritario di aprire il libro a pagina 133. Cosi, Edward si sporge impercettibilmente, ma non per me, verso il mio banco e chiede: “Ti dispiace se leggo con te?”.

Esito, nonostante sia stato più gentile di quando mi ha buttato lo zaino a terra. Temo la sua vicinanza. Temo di scoprire un’altra storia che non ho proprio voglia di leggere. Non mi interessa, non mi va.

Ma lascio comunque scivolare il libro verso la sua parte di banco. Quando lo sento avvicinarsi con la sedia, azzerando la breve distanza che ci divide, schizzo sull’orlo della mia e alzo velocemente il cappuccio della mia felpa, lasciando che mi copra anche il viso.

Lui fa una breve risatina, ma non avendo ancora guardato il suo volto non ho idea di che cosa esprima. So solo che mi è sembrata una risata leggera, divertita, ma anche di quelle che sembrano voler dire anche qualcos’altro.

Mi faccio piccola piccola, stringendo le spalle e nascondendo il volto con le mani, lo sguardo fisso sull’orologio.

Fortunatamente Robins ha quasi fretta quanto me di finire questa stupida lezione. Sono decisa a ignorare tutti i miei compagni che si girano costantemente verso il nostro banco, lanciando uno sguardo amichevole, le più timide, o sensuale, come Jessica, a Edward. Cerco di ignorare gli sguardi sarcastici dei ragazzi e i loro pensieri. Questi sono quelli di Jessica, Laurent e Tyler, ma anche quelli della maggior parte della classe: “Povero, il tizio nuovo: figo, sexy, bellissimo, ed è costretto a starsene seduta accanto a quella disagiata della Swan!”.

A pranzo, tutti parlano di Edward Cullen. Anzi, mi correggo. Dei Cullen. Per a quanto pare, il signorino non è affatto solo. Anzi, tutt’altro. Ha quattro fratelli. Cioè, fratellastri, ma per la maggior parte degli studenti dirlo è brutto.

A quanto pare, sono tutti e cinque bellissimi.

C’è Jasper Hale, biondo e dall’aria tenebrosa, alla quale nessuno si è ancora avvicinato. Pare che il suo sguardo glaciale abbia mandato via la piccola massa di ragazzine che già gli fanno la corte.

E pare anche che il motivo della scarsa voglia di fare conoscenza con le ragazze della scuola superiore di Forks si chiami Alice.

Alice Cullen è piccola e con corti capelli neri. Sembra che molti l’abbiano definita come una strana. Per questo mi era già un po’ più simpatica di suo fratello. Un po’.

Alice e Jasper stanno insieme e, nella piccola e monotona Forks, questo è un vero e proprio succulento pettegolezzo. Un pettegolezzo con i fiocchi, alimentato dal fatto che anche gli altri due stanno insieme.

La bellissima Rosalie Hale, gemella di Jasper, viene vista dai ragazzi come una vera e propria dea. E pare che lei non abbia proprio intenzione di passare inosservata. Il suo abbigliamento succinto dice tutto.

La ragazza sta insieme a Emmett Cullen, un grosso omone che assomiglia più a una guardia del corpo che a un fidanzato. Bello, naturalmente, come tutti gli altri.

A quanto si dice per i corridoi della High School di Forks, sono stati tutti adottati da signor Cullen e la moglie. Si vocifera che lei non possa avere figli. Oddio, mi sento una pettegola come la Stanley.

E infine lui, Edward.

“Hai visto il nuovo tipo, Edward?”

“È fichissimo”

“È supersexy”

“Ho sentito dire che viene dall’Alaska”

“No, credo sia canadese”

Vabbè, non fa differenza”

“Lo voglio troppo invitare al ballo d’inverno

“Ma se neanche lo conosci”

“Puoi stare certa che lo conoscerò”

Ommioddio. Hai visto quel tizio, Edward?”. Angela si è seduta accanto a me e mi guarda con difficoltà dalla frangetta, che sta diventando troppo lunga. Un po’ di tempo fa, quando Angela era ancora una ragazza tranquilla, non si sarebbe interessata a Edward Cullen e ai suoi fratelli.

O forse anche quella era semplicemente una delle sue tante fasi. Probabile, ma sicuramente che secondo me le piaceva di più. Forse per una volta ha tentato di essere se stessa e ha capito che è più facile sembrare qualcun altro. Come è più facile per me sembrare una disagiata che una sensitiva che è morta ma stranamente è ancora qui.

“Oh, ti prego, non iniziare anche tu!”, sbotto. Mi dispiace prendermela con lei, ma i pensieri di quattrocento ragazzi su come Edward sia incantevole mi bastano. Anzi, non ne posso già più di questo tizio. E poi dai, che razza di nome è Edward?

Addento ferocemente la mia mela, come se potessi sfogare su di lei tutta la mia frustrazione.

“Oh, non essere scorbutica, Bella. Se lo diventi anche tu è la fine. E comunque, dici cosi solo perché non hai avuto il privilegio di vederlo”.

Sai che fortuna!, vorrei dire. Insomma, chi se ne frega di sto qui. Proprio a nessuno.

Angela tira fuori il solito dolcetto dalla borsa, uno di quelli pieni di zucchero e che fanno fare tanti soldi ai dentisti, e ne lecca la parte superiore, come sempre. Per una che dovrebbe mangiare carne umana o che so io, i dolcetti non vanno tanto bene. Altra cosa che si porta dietro dalla fase in cui Cristina Aguilera era il suo idolo e se ne stava tutto il giorno a cantare “Candyman”. E non scherzo per niente.

Mike, il secondo e ultimo dei miei amici, amici veri, arriva saltellando verso di noi.

“State parlando di Edward, vero? Troppo da sballo. E avete visto gli stivali? Roba costosa bellezze. Penso che gli chiederò di diventare il mio prossimo ragazzo”. I suoi occhi blu come il cielo ci scrutano furbi, come se con questa sua affermazione fosse già deciso tutto. E chi se ne frega se Edward è etero. Beh, non che mi interessi naturalmente. Può essere ciò che vuole. Può anche buttarsi in un pozzo gelido dell’Alaska.

Angela lo trucida con lo sguardo: “Mi dispiace, caro, ma mi sono già prenotata io!”, dice acida, gettando i capelli neri all’indietro con nonchalance. Gli occhi gialli, ai quali ancora non mi sono molto abituata, le donano un’aria ancora più terrificante. Non che ce ne fosse bisogno. Quando Angela ci si mette fa parecchio paura. Beh, ma penso che infondo il suo intento sia quello di avere più l’aria cattiva, no?

“Scusa ma non mi ero accorto che ti piacessero anche quelli che non sono goth”. Mike la guarda come se avesse già la vittoria in pugno, come se avesse vinto il diverbio tra loro. So che non è cosi.

Angela scoppia in una risatina isterica. “Beh, non mi interessa se sono goth o no se sono fichi come lui. Può essere quello che vuole”, dice, addolcendo la voce, e riprendendo, “ti giuro, Bella, devi vederlo. È cosi arrapante… di un arrapante incendiario!”.

Ci manca poco che non mi strozzi con il panino che ho fatto velocemente prima di venire a scuola. E questa come le è venuta? Meglio non controbattere. Annuisco, continuando a guardare fuori dalla finestra.

Mike mi guarda allarmato, coprendosi la bocca spalancata con una mano, come se fosse sconvolto. “Ancora non l’hai visto, Bella? Ma… ma… com’è possibile?”.

“È possibile, Mike. Semplicemente non l’ho seguito per tutta la scuola come hai fatto tu”, dico, ridacchiando.

Lui abbassa lo sguardo colpevole. Beccato.

Mi chiedo se sia il caso di tralasciare il fatto che siamo seduti vicini alla lezione del signor Robins. Forse non è cosi importante, potrei farne a meno. Ne farebbero un affare di Stato e non mi lascerebbero in pace per giorni. Forse settimane. Fin quando questa moda-Cullen non finisce.

Sospiro, rendendomi conto che la moda-Cullen probabilmente non finirà, o se lo farà, ci metterà un bel pezzo.

“Ehm, siamo seduti vicini a letteratura. Lui non hai il libro e siamo stati costretti a leggere dallo stesso”, ammetto, con lo sguardo chino, come se avessi ucciso qualcuno.

“Costretti? Costretti?  Isabella Swan! Tu non ti rendi conto di ciò che dici! Magari averla avuto io questa costrizione. Ma ovvio, a me queste cose non succedono mai…”.

Ed ecco che inizia con l’auto commiserazione. Cosa che si porta dietro dal periodo “emo”. Metto il cervello in modalità off e guardo Mike, sperando che lui sia più comprensivo. So già che non sarà cosi.

Ignoro le domande di Angela, fin quando non sento che si è fermata. Preoccupata, rivolgo lo sguardo a lei e la vedo in attesa. Guardo Mike in difficoltà e lui mima con le labbra “che libro era?”

“Ehm, cime tempestose”.

“E il tuo cappuccio? Su o giù?”, chiede Angela.

Ci penso un secondo e poi ricordo che quando Robins ha detto che avrebbe seduto vicino a me…

“Su. Si, proprio su”, dico, decisa.

“Beh, almeno in questo il Signore mi ha risparmiata”, borbotta lei spezzando a metà il dolce zuccheroso, “L’ultima cosa che mi serve è una gara con la dea bionda”.

Curvo ancora di più le spalle, mi faccio piccola e con lo sguardo chino, mi mordo il labbro. Mi imbarazzo quando mi dicono cose del genere. Faccio presente ad Angela che anche Mike è in gara, cercando di spostare l’attenzione da me a qualcuno che la desideri.

“Oh, su questo non c’è neanche da discutere. Mi dispiace, Mike, ma per quanto bello tu possa essere, e lo sei tesoro, non dico questo, non hai chance”.

“E sentiamo, perché, tesoro?”, dice Mike, punto nel vivo.

“Perché io i gay gli capto come un radar. E lui non è gay. Assolutamente. Sprizza sesso da tutti i pori, quello li”, dice, leccandosi le labbra come se fosse pronta ad assaggiarlo come fa con la sua caramella.

 

 

Non solo Edward sta con me alla prima ora, quella di letteratura, ma anche a quella di arte alla sesta. Non è seduto vicino a me ma è comunque una persecuzione. La classe sembra urlare nella mia testa. Edward gli manda in agitazione, gli fa sembrare tante molecole troppo cariche di elettricità che schizzano da tutte le parti, impazzite. E sono proprio pazzi, per lui. Sbuffo, chiedendomi che cosa mai possa essere di cosi speciali questo ragazzo.

Tutto questo scalpore mi informa che Edward ha parcheggiato nel posteggio accanto al mio. Impreco. Non dovrebbe farlo una ragazza, ma sembra proprio che la sfortuna mi perseguiti.

Mike, che accompagno sempre a casa, continua a blaterare, sgridandomi sul mio “stupido comportamento”.

“Com’è possibile che tu non sia neanche minimamente curiosa di vederlo? Ne parla tutta la scuola!”, dice ancora.

“È proprio perché ne parla tutta la scuola”, dico, sbarrando poi gli occhi, rendendomi conto di quanto per me quelle parole valgano più di quando Mike possa credere.

Per me una cosa che interessa molti, diventa una tortura. Invece, ciò che viene ignorato, considerato di poco conto, riesce a suscitare il mio interesse e la curiosità che poche volte mi prende. Mi sento come fosse cent’anni che vivo. Come se avessi visto troppe cose e ora fossi troppo stanca per andare avanti, per continuare a lottare e a tentare di seguire quella giostra frenetica che è la vita.

“Beh, tanto prima o poi dovrai farlo e… allora ne riparleremo”. Sembra una minaccia. Il suo sguardo malizioso dice tutto.

Alzo gli occhi al cielo e decido definitivamente che ignorarlo è la soluzione migliore. Nonché l’unica.

“Oh, ma guarda un po’! Penso che il mio oroscopo di oggi ci abbia proprio beccato: ! Ovvio, devo decidere come sfruttare questa soluzione. Potrei… cadergli accidentalmente addosso. Ma quella goffa sei sempre stata te, Bella, il mio portamento è impeccabile… no, non va bene. Ci sono! Potrei casualmente aprire la portiera con troppa forza e toccare la sua macchina. E poi…”

“No, Mike, non pensarci neanche. Quando avrai una tua macchina, potrai fare quello che ti pare. Ma fin quando ti farai scarrozzare da me in giro non farai niente di pericoloso che includa me o la mia assicurazione”, lo sgrido, cercando di far in modo che la mia voce risulti autoritaria.

Non pensarci neanche Mike. Gne gne gne.”, mi fai il verso, “brava, distruggi tutti i miei sogni. Spero almeno che tu stanotte non dorma per i sensi di colpa. Sai essere proprio cattiva quando vuoi, non l’avrei mai detto”, frigna, non guardandomi più.

“Mike…”, sospiro, ma mi rassegno. Non c’è modo di farlo ragionare.

“Sta venendo qui. Oddio oddio oddio”, saltella. Certo che questo è proprio un buon metodo per non far capire a Cullen che è interessato a lui.

“Stai calmo. Mettiti in una posa casuale e quando arriva attaccagli bottone. Io aspetto in macchina”, gli consiglio, cercando cosi di farmi perdonare.

“Mmm, ho un’idea migliore”, sghignazza. Si avvicina a me velocemente e, dopo avermi tirato giù il cappuccio, rubato l’elastico per i capelli, lasciandoli sciolti, e gli occhiali scuri, corre via.

Un brivido di pura paura mi attraversa la schiena. Non mi capita mai di essere cosi esposta, cosi me stessa, cosi in vista. Ho i capelli sciolti, non ho il cappuccio e neanche gli occhiali. La luce pallida del sole mi sembra quasi accecante senza di loro.

Mike è fuggito verso Edward. Questo lo so. È dietro di lui e si sta sbracciando per farsi notare da me.

Vuole che io guardi il ragazzo. Infondo, seppure il suo scherzo sia per me di pessimo gusto, non ha tutti i torti. Non posso evitarlo per sempre. Tutta la scuola ne parla, sarebbe impossibile. Per giunta frequenta due dei miei corsi.

Per questo motivo, lentamente, alzo gli occhi verso di lui.

E per la prima volta vedo Edward Cullen.

I miei sensi super sviluppati mi sembrano inadatti e deboli per poterlo ammirare veramente.

Alto almeno dieci centimetri più di Mike, che sfigura, cosa che non fa con nessun’altro ragazzo, accanto a lui, Edward mi fissa. Il suo sguardo è confuso, stupito e…ammaliato.

Da lui non viene niente. Nessun pensiero stressante, nessuna emozione, niente.

I capelli rossi, di un’incredibile sfumatura ramata, ricadono selvaggiamente sugli occhi e se ne fregano della mano di lui che cercano ripetutamente di sistemarli. Chissà se lo fa perché è turbato dal mio sguardo indagatore. Forse è solamente vanitoso.

Gli occhi sono grandi, teneri come quelli di un cucciolo, ma il colore, oro puro, gli rende seducenti, ammalianti.

La bocca è carnosa, come quella degli angeli di Botticelli, grande, tentatrice. Respingo l’irrazionale impulso di bacialo immediatamente. Come mi vengono in mente certe cose?

Il fisico è asciutto ma scolpito, sembra che stia tutto il giorno in palestra. Ma a quanto ne so Cullen non pratica nessuno sport e non si è iscritto a nessun corso extra in palestra.

Ho definito tutte le ragazze di questo istituto come oche, dentro di me. Ho pensato che un ragazzo carino, solo perché nuovo, possa essere definito da loro un “figo da paura”.

Ma non sbagliavano. Io sono in errore. Non ho mai visto nessuno cosi. Nessuno con i suoi occhi, la sua bocca, i suoi capelli, le sue spalle forti, le sue gambe muscolose…

Dopo tanti mesi di isolamento, non solamente con gli altri, ma soprattutto con me stessa, sento i miei muri cadere, crollare in un attimo. E io in quei muri ci credevo: in loro avevo messo tutta me stessa. Dietro di questi era custodita la vera Bella, quella da far vedere a pochi, quella da proteggere perché troppo fragile per questo mondo cosi frenetico, terribile, cattivo.

Il mondo non mi piace. Almeno non più, almeno non senza la mia famiglia. Tutto quello che mi rimane non mi rende più felice.

Tutto è fermo dentro di me e mi scordo che invece il mondo, naturalmente, non si è fermato. Per niente. Edward Cullen ricambia il mio sguardo. Cioè, praticamente mi sta facendo una radiografia come io la sto facendo a lui.

Beh, a lezione mi ha vista con lo sguardo chino e il cappuccio della felpa fino al naso, quindi è come se mi stesse osservando per la prima volta. Con un gesto nervoso passo la mano tra i miei lunghi capelli biondi per metterli a posto. È strano sentili liberi di scompigliarsi per il vento; di solito o sono nascosti, o legati. I capelli esprimono troppo di una persona. Troppo. E io non voglio esprimere un bel niente.

Edward non è attraente solo fisicamente: c’è qualcosa in lui che lo rende terribilmente attraente, qualcosa che attira verso di sé tutti, come se fosse una calamita. Più potente del miele per le api, più dei soldi per gli uomini avari.

Dovevo scoprire cosa fosse. E dopo averlo capito, dovevo fare di tutto per evitarla.

Mike ha smesso di sbracciarsi: forse si è finalmente reso conto del disastro che ha combinato. Sono caduta nella sua trappola anch’io. La sento, quell’assurda voglia, quasi necessità, di avvicinarmi e di sentire la sua pelle sotto le mie dita. I suoi occhi mi scrutano attenti, profondi, perspicaci, intelligenti e seducenti.

“Oh, Edward, mi devi scusare. Sai, la nostra Bella non è abituata alla vita. Di solito se ne sta sotto il cappuccio”, ridacchia, nervoso. Non ha tutti i torti. Non sono più abituata a vivere davvero. Ormai la mia esistenza è un continuo susseguirsi di episodi terrificanti.

La cosa più strana, quella che più di tutte mi convince del fatto che io non devo avere niente a che fare con lui, è che Edward non ha un’aura.

O almeno, io non la vedo. Ma lui non ce l’ha, perché io vedo l’aura di tutti, nessuna eccezione. Fino ad oggi.

Il giorno dopo la notte che mi ha distrutto la mia vita, quella dell’incidente, quando mi ritrovai in ospedale capii di essere diversa, che tutto stava per cambiare. Anzi, era già tutto segnato.

Non ho mai avuto la possibilità di scegliere. Mi sembra giusto sottolinearlo.

Mi svegliai in un letto di ospedale, con il terribile odore che caratterizza quel luogo intriso nelle narici che ormai captavano aromi che nessun’altro umano sente.

Fu quando dissi all’infermiera perché avesse intorno a se una strana luce rosa, che capii che tutto sarebbe cambiato.

Anzi, in realtà lo realizzai solamente quando non potevo più nascondere a me stessa che sentire i pensieri della gente, saperne la storia solo con un tocco e avere incontri regolari con mia sorella Riley, che è morta, non era una cosa normale. Per niente normale.

Non vedere l’aura di Edward, mi rifiuto che lui non ne abbia una, mi fa sentire un po’ meno strana, un po’ meno diversa. Il senso di tranquillità che mi infonde questa cosa che dovrebbe invece preoccuparmi è straordinaria.

Mi avvicino a Mike, sapendo che no posso rimanere un secondo di più impalata vicino alla mia macchina, guardando Edward che guarda me.

In pochi passi sono davanti a loro. Lo sguardo di Edward sembra amichevole.

“Isabella, giusto?”, dice lui, sorridendomi calorosamente. Come se un fuoco si propagasse dentro di me, il suo sorriso mi rende… stranamente serena.

“Bella”, lo correggo, come faccio sempre. Odio il mio nome per intero.

Mike tossisce teatralmente, come è solito fare quando si sente escluso da una conversazione. Odia essere ignorato, lo so benissimo, ma l’assurdo senso di familiarità tra me ed Edward mi da… pace.

Vorrei che continuasse a parlare, vorrei poter sentire ancora una volta la sua voce melodiosa.

“Ehm, giusto. Edward, lui è Mike. Mike… lui è Edward”, gli presento, non riuscendo a sopprimere un sorrisino quando dico il nome del ragazzo a Mike. È tutto il giorno che ne parla, è assurdo che sia io a dirglielo.

Edward distoglie un solo attimo gli occhi da me per fare un cenno della testa a Mike.

Ma è in quell’attimo, in quei pochissimi secondi, che succede la cosa più sbagliata di questo mondo.

Il senso di vuoto, di solitudine che ho provato, non va bene. No che non va bene.

Perché? Chi è questo ragazzo? Perché non riesco a vedere la sua aura, perché è venuto proprio qui a Forks? Insomma, nessuno sano di mente ci vivrebbe se non costretto. Io sono costretta. Lui ha una famiglia magnifica e un padre medico di fama internazionale.

Cosa ci fa qui?

Nell’attimo in cui Edward torna a mettere gli occhi su di me, lasciandosi sfuggire un altro sorriso, al quale non so dare una spiegazione, tutto torna al suo posto. Tutto è di nuovo caldo e accogliente. Come se fossi tra le sue braccia. E invece un metro ci divide. Quanto vorrei che non fosse cosi…

“Posso chiederti un favore? Mi presteresti la tua copia di cime tempestose? Devo rimettermi in pari e non ho tempo di passare in libreria oggi”, dice, sorridendomi ancora. Desidero che lo faccia ancora. Sorridi, Edward. Ancora, ancora, ancora.

“Oh, si, non c’è problema, Edward”. Il suo nome esce come musica dalle mie labbra. Vorrei poterlo cantare, lodare. È un nome bello, non stupido come pensavo prima. Perché prima non potevo associarlo al suo volto, mentre ora…

Ora i capelli rossi mi piacciono. Prima li odiavo.

Prima non pensavo che una persona potesse avere gli occhi di questa stranissima sfumatura d’orata. Ora non riesco ad immaginare altri occhi se non quelli.

Prendo il libro dalla cartella velocemente, con le mani che mi tremano senza alcun motivo. Per un attimo penso che sarebbe meglio non darglielo. Ho letto quel libro centinaia di volte, ho sottolineato le frasi che mi piacciono di più, scritto versi di poesie che mi ricordavano qualche frase del racconto. Forse sarebbe proprio meglio non darglielo.

Ma lui ha già teso il braccio verso di me e io non posso far altro che cedere.

La sua mano era li, a pochi centimetri da me, e toccandola avrei saputo tutto di lui. Come se lo conoscessi da sempre.

Ma non faccio in tempo a continuare con i miei pensieri, che Edward ha già preso con delicatezza il libro dalle mie mani. Quando sento il tonfo della sua cartella nella sua Volvo grigio metallizzata, mi rendo conto che c’è davvero qualcosa che non va.

Perché oltre a una stranissima scossa, non ho sentito niente. Il suo tocco non ha portato con sé…un bel niente.

Non faccio in tempo a dire o fare alcunché, che lui è già fuori dal parcheggio della scuola.

L’ondata di panico non ci mette molto ad investirmi. Si, puro terrore.

Perché le uniche persone del quale non posso sentire i pensieri, non vedo l’aura e non so la vita quando le tocco sono... morte.

 

 

 Okay, tranquille, è finito XD. È stato noioso? Troppo lungo? Troppo ripetitivo? Spero davvero di no.

Allora, anche in questo capitolo potrebbero sorgere dei dubbi. Se me li spiegherete, ve li risolverò, a meno che non venga spiegato in seguito.

 

Questa storia è tra i preferiti di: 6 persone.

Questa storia è tra le seguite di: 8 persone.

 

Rispondiamo alle recensioni (vi ringrazio moltissimo):

 

Recensione di giugiu182 [Contatta] del 25/10/2009 - 05:47PM sul capitolo 1: Capitolo 1 - Firmata

VOGLIO ASSOLUTAMENTE SAPERE COM’è ANDATO L’APPUNTAMENTOOOO! Giulia! Non ammetto ritardi! Comunque… tu sei come sempre troppo troppo buona con me *.* non mi merito tutti questi complimenti. Grazie per seguire sempre le cavolate che scrivo XD. Un bacio grande.

Recensione di Purelove [Contatta] del 25/10/2009 - 05:26PM sul capitolo 1: Capitolo 1 - Firmata

Ciao cara Vale! Beh, l’intenzione di far notare questa cosa c’era eccome, anche se l’avete notata solamente tu ed Alessandra (nightmare123); meglio di niente^^ comunque, anche tu mi hai rassicurata sulla lunghezza del capitolo e spero di non aver fatto pasticci. Che ne dici, era troppo lungo? Noioso? Aiuto, che paranoie che mi faccio XD. Un abbraccio.

Recensione di nightmare123 [Contatta] del 25/10/2009 - 05:26PM sul capitolo 1: Capitolo 1 - Firmata

Ciao amore mio! Beh, ti ho già spiegato il perché delle tue domande in msn, quindi non mi ripeto. Comunque… tu hai già letto la prima parte di questo cappi, perché ero insicura se cambiarlo o no. spero che la seconda parte ti sia piaciuta come l’altra. Ti abbraccio fortissimo. Ti voglio bene un bel po’.

Recensione di Bella_kristen [Contatta] del 25/10/2009 - 04:59PM sul capitolo 1: Capitolo 1 - Firmata

Ciao carissima! Beh, se non hai letto il libro il divertimento sarà doppio. Spero di riuscire a farti piacere questo libro che mi ha stregato QUASI quanto Twilight (ma mai ai suoi livelli). Che ne dici di questo capitolo? Ed Eddino? T’ispira? Un bacio.

Recensione di kawaiireby [Contatta] del 25/10/2009 - 04:43PM sul capitolo 1: Capitolo 1 - Firmata

Grazie mille di aver recensito cara! Scoprirai tutto con il tempo XD spero che questo capitolo di piaccia. Un bacio.

Recensione di miky007wa [Contatta] del 25/10/2009 - 04:16PM sul capitolo 1: Capitolo 1 - Firmata

Ciao! La trama su per giù sarà quella, ma comunque cercherò di aumentare i momenti Edward/Bella, che nel libro scarseggiavano un po’…cioè, quando stavano insieme Damen scappava sempre XD. Grazie per la recensione, sei stata davvero carina! Un abbraccio.

Recensione di mery123 [Contatta] del 25/10/2009 - 04:06PM sul capitolo 1: Capitolo 1 - Firmata

Ciao cara Mery! Come sempre mi segui in qualsiasi delirio io scriva e di questo te ne sono davvero molto grata. Sei un tesoro! Ti voglio bene.

Recensione di Twilighter94 [Contatta] del 25/10/2009 - 04:02PM sul capitolo 1: Capitolo 1 - Firmata

Ciao! Allora, innanzi tutto grazie mille di aver recensito! Ho gradito molto le tue “critiche/consigli”, perché sono state davvero costruttive. Pian piano, cercherò di staccarmi sempre di più dalla storia originale. All’inizio è più difficile perché Ever (la ragazza del libro) ha una storia talmente particolare che è difficile staccarsene. Comunque, hai ragione quando dici che devo fare mia questa storia. Quindi, ti prometto che farò del mio meglio. Spero davvero di avere un tuo parare anche su questo capitolo. Sono felice che ti piaccia come scrivo ^^. Un abbraccio.

 

 

Ci vediamo al prossimo capitolo gente. Vi abbraccio. E mi raccomando… RECENSITE!!!!!!

 


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