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Autore: Avis    05/11/2009    4 recensioni
“E baciala, cretino! ” Urlò Kiba all’indirizzo del povero Naruto. Sakura alzò lo sguardo verso i quattro ragazzi, malamente nascosti su un albero, mentre il suo volto assumeva una tonalità tendente al porpora.
Shino Aburame non era mai stato un vigliacco, eppure decise di dileguarsi il più in fretta possibile.
Shikamaru Nara non ebbe bisogno del suo incredibile intelletto per comprendere che si trovavano in guai enormi.
Neji Hyuuga ponderò l’idea di darsi alla fuga come fatto da Shino, ma decise di evitarlo, fedele al suo orgoglio di famiglia.
Kiba Inuzuka tentò un sorriso conciliante verso la Kunoichi, prima di saltare su un ramo leggermente più lontano.
Sai non dovette cercare su un libro la motivazione del comportamento di Sakura: capì da solo che le emozioni della ragazza erano facilmente catalogabili in ira.
Naruto Uzumaki deglutì rumorosamente, per poi sbiancare vedendo la medic-ninja infilarsi i suoi guanti neri.
“S-Sakura-Chan, posso spiegare..”
“Shannarooo!”
{NaruSaku, SaiIno, ShikaTema, NejiTen}
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Misunderstanding '
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Pride and Sensibility

 

 

Atto II: Mai ferire l’orgoglio di un uomo

 

 

 

 

Una volta uscito dalla stanza di Naruto, Kakashi Hatake non si diresse verso l’uscita, bensì in direzione della parte più interna dell’ospedale. Dopo un paio di minuti raggiunse, praticamente indisturbato, una delle stanzette riservate ai medici, entrandovi subito. All’interno della stanza c’erano Ino, Tenten e Temari, che sorrisero all’entrata dell’uomo.

“ Allora, Sakura? Com’è andata? ”

Con uno sbuffo di fumo, il jutsu di trasferimento usato da Sakura svanì, e la ragazza riprese il suo aspetto normale. Fece un sorriso imbarazzato, per poi sedersi sul bordo di uno dei lettini.

“ Non stavano raccontando balle. Più che con loro, avremmo dovuto prendercela con Kiba. ”

Il silenzio che seguì a questa affermazione fu piuttosto esplicativo. Le ragazze non avevano mai avuto il minimo dubbio sul fatto che fosse stato tutto uno scherzo di pessimo gusto. Avevano deciso di “punire” i loro fidanzati di comune accordo, iniziando una campagna di ritorsione contro di loro. Sapevano tutte che la prima a mollare sarebbe stata Hinata – la Hyuuga era troppo dolce e di buon carattere per rimanere arrabbiata più di dieci minuti, infatti era bastato che Kiba si presentasse alla sua porta con un sorriso e un cucciolo di cane da regalarle, per farla letteralmente sciogliere. Ino, Temari, Tenten e Sakura non se l’erano presa, dato che avevano messo in conto fin dall’inizio questo fatto.

“ Che vuoi fare, adesso?” Brontolò Temari, appoggiata al suo enorme ventaglio. Il volto della ragazza era decisamente cupo: stavolta era lei a trovarsi in torto..

“ Andrò a scusarmi da Naruto. Sperando che voglia perdonarmi, poi farò lo stesso con Shika, Neji e Sai. In fondo, è colpa mia se avete litigato con loro, sono io che ho frainteso la situazione.” La Kunoichi era decisamente dispiaciuta – non solo per il fatto di essersi sbagliata, ma anche per l’aver trascinato le amiche in quel casino.

“ Stai tranquilla, Sakura.” Rispose Tenten, sorridendo. “Non te ne fare un problema. Per di più, almeno nel mio caso, quello scherzo è stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.”

“ Vale lo stesso per me. Quel dannato pesaculo mi fa ammattire da mesi.” Sbottò Temari, asciugandosi con una manica la fronte sudata – quell’estate si stava morendo di caldo, a Konoha. Addirittura la Kunoichi di Suna, abituata a ben altre temperature, stava patendo quell’assurda calura.

“ Ed è anche il mio caso.” Concluse Ino con voce funebre. Sakura le scoccò un’occhiata comprensiva, per poi tornare a rivolgersi a tutte le ragazze.

“ Grazie mille di tutto. Adesso vado a cospargermi il capo di cenere.” L’allieva di Tsunade sospirò, slacciandosi il coprifronte per riporlo in tasca, come era solita fare mentre lavorava. Dubitava che avrebbe avuto problemi a farsi perdonare da Naruto.. Mentre per quel che riguardava Shikamaru e Neji, sarebbe stato un altro discorso. “Comunque, ve lo voglio dire.. Siete davvero le migliori amiche che si possano desiderare.”

 

 

Sakura Haruno percorse velocemente i pochi corridoi che la separavano dalla stanza di Naruto. Aveva indossato il camice da medico, in modo da poter avere una buona scusa per visitarlo. Non aveva idea di cosa avrebbe potuto dirgli, visti i traumi che gli aveva causato inutilmente. Non l’aveva detto a nessuno – nemmeno ad Ino – ma, quando l’Hokage aveva finito di medicare l’Uzumaki, la sua shishou l’aveva chiamata nel suo ufficio, ammonendola duramente.

 

“Hai rischiato di causargli dei danni irreparabili, Sakura.” Disse l’Hokage con voce grave. “Una delle costole che gli hai rotto ha quasi perforato un polmone, e in quel caso forse non sarei stata in grado di salvarlo.”

Sakura abbassò il capo, mordendosi la lingua. Conosceva anche lei la storia del più brutto scontro di Jiraya con Tsunade, nel quale il Sannin aveva rischiato la vita. Non avrebbe mai pensato che lei avrebbe fatto lo stesso con Naruto. Aveva decisamente esagerato, con quell’unico cazzotto.

“ Mi dispiace, Tsunade-Hime. Io.. Mi sono fatta prendere dalla rabbia.” Disse alla fine, con il tono più umile possibile. L’espressione della donna si addolcì appena: sapeva che la sua allieva preferita aveva compreso il suo errore.

“ Lo dico anche per te, Sakura. Io facevo lo stesso con Jiraya, ed alla fine me ne sono pentita amaramente.” Il Quinto Hokage sospirò appena, tamburellando le dita sulla sua scrivania. “Il rapporto tra te e Naruto assomiglia molto a quello che avevamo io e quel baka. Non voglio che tu faccia i miei stessi sbagli, tutto qui.”

Sakura annuì nuovamente, cercando di tenere sotto controllo il rimorso. Non sarebbe passata a trovare Naruto per un bel po’, in ogni caso.

 

“ Sono proprio un genio.. La più scema tra gli scemi. Altro che Naruto, qui la vera baka sono io.” Pensò Sakura, raggiungendo infine la porta della stanza di Naruto. Rimase leggermente interdetta, notando che era chiusa. Bussò alla porta, udendo dopo un paio di secondi un coro di “Avanti”, poi socchiuse gli occhi, maledicendosi per la pessima scelta di momento. Aveva riconosciuto le voci di Shikamaru, Sai e Neji, oltre a quella di Naruto.

“Te la sei andata a cercare, Sakura.” Mormorò poi, facendo il suo ingresso nella stanza. Le occhiate perplesse con cui venne accolta contrastavano in maniera decisamente forte con il volto felice di Naruto, illuminatosi all’entrata della ragazza.

“ Sakura-Chan!” Esclamò allegro all’indirizzo della Kunoichi. “ Entra pure, forza!”

“ Ma Naruto, avevamo detto che..” Iniziò a dire Shikamaru, bloccato immediatamente dall’evidente gomitata sferratagli dall’Uzumaki. Il Jonin guardò l’amico quasi sconsolato, per poi alzarsi dalla sedia. “ Andiamo, ragazzi. Sakura..” Aggiunse mentre le passava vicino, con la solita voce indifferente. Sakura comprese, in un solo istante, il motivo dell’arrabbiatura di Temari nei confronti del Nara. Nel frattempo, anche Neji e Sai uscirono dalla stanza, salutandola con un cenno del capo.

“ Ciao, Naruto.” Disse infine Sakura, sedendosi su una delle sedie lasciate lì dai ragazzi. “ Ti senti meglio?”

“ Certo, Sakura-Chan! Sono a postissimo, ma la Baa-Chan  si rifiuta di lasciarmi tornare a casa.” Il volto del ragazzo s’imbronciò appena, in una smorfia quasi infantile.

“ Ne sono felice. Cioè, del fatto che tu stia meglio, non che sei costretto a stare qui in ospedale.” Disse velocemente la Kunoichi, arrossendo appena. Da quando le era così difficile parlare con  lui? Maledizione, era solo il suo compagno di squadra. Il solito casinista, pasticcione e testa quadra. In una parola, Naruto.

“ Eheh.” Ridacchiò appena lui, tirando su la schiena dal cuscino. “ Sakura-Chan, ti chiedo ancora scusa. Lo so che sono un impiastro, ma..”

“ No, Naruto.” Lo interruppe la ragazza, lo sguardo abbassato a terra. “Sono io che ti chiedo scusa. Ho sbagliato con te, ed ho frainteso la situazione. Spero che tu possa perdonarmi.” Concluse ignorando il forte groppo in gola. Se il ragazzo le avesse detto di no le sarebbe stato assolutamente bene, lo sapeva. Se lo meritava, visto che l’aveva trattato malissimo – e non solo quella volta. Confidava comunque nel suo buon cuore, e nella sua capacità di comprendere gli altri.

“ Tu.. Mi stai chiedendo scusa?!” Esclamò il Genin, praticamente basito. “ E vediamo.. Cosa saresti disposta a fare per farti perdonare?” Domandò dopo una decina di secondi di silenzio, con voce leggermente maliziosa.

“ Qualsiasi cosa.. Tranne soddisfare le tue idee sconce, sia ben chiaro.” Precisò con un’occhiataccia. Ricambiò quasi titubante il sorriso del ragazzo, certa di non meritarsi assolutamente una persona del genere al suo fianco.

“ Beh, saresti disposta a concedermi un altro appuntamento?” La ragazza rimase decisamente sorpresa. Chi l’avrebbe mai detto che la tenacia di Naruto avrebbe raggiunto quei livelli?

“ Certo, ma ad una condizione..”

“ Quale?” Domandò Naruto, quasi preoccupato.

“ Stavolta ci prepariamo da soli, senza l’aiuto di nessuno.” Il sorriso di Naruto era quasi accecante, tanta era la felicità del ragazzo.

“ Affare fatto, Sakura-Chan!”

 

 

Ino Yamanaka riteneva di essere una persona dotata di un buon intelletto. Certo, non sarebbe mai stata un genio come Shikamaru, ma la Kunoichi era comunque piuttosto intelligente, come dimostrava spesso durante le missioni a cui partecipava. Si stava quindi chiedendo in che modo fosse riuscita a cacciarsi in quella situazione a dir poco spinosa – a volte rimpiangeva di non essere riflessiva come Sakura.

Aveva iniziato ad uscire con Sai un anno prima, quando aveva sedici anni; il ragazzo le ricordava per certi versi Sasuke, ma aveva una personalità a dir poco curiosa. In più, la faceva sempre ridere con quelle continue prese in giro a Sakura e Naruto, mentre con lei si dimostrava gentile e cordiale. Un vero cavaliere.. Almeno, così credeva. E dopo un anno di fidanzamento, Ino non aveva trovato un modo migliore per perdere la verginità che finire, praticamente ubriaca, a letto con Sai nel bel mezzo di una festa di compleanno. Non che la cosa le fosse spiaciuta completamente, oddio. Per quel poco che ne ricordava Sai era davvero un ottimo amante, ma non era quello il modo in cui sperava andasse la sua “prima volta”. Non avrebbe mai smesso di maledire abbastanza Kankuro per aver scambiato una scodella, contenente una normalissima bevanda analcolica, con una di sakè assurdamente forte.

Ovviamente, dato che entrambi erano ubriachi, nessuno dei due aveva pensato di usare la benché minima protezione. Quando Ino, il giorno dopo, si era svegliata con un mal di testa lancinante, si era ritrovata in un letto (che non era nemmeno il suo) con Sai, casualmente senza vestiti, esattamente come l’Anbu. La Kunoichi era scappata alla velocità della luce, pregando che il ragazzo non si ricordasse di quella disgraziata nottata. Anche Ino non vedeva l’ora di dimenticarla, tuttavia la sfortuna si era accanita contro di lei, lasciandole un ricordino permanente della sua leggerezza.

 

“ Questa nausea finirà per uccidermi.” Brontolò Ino, china su un water in uno dei bagni dell’ospedale. Sakura ridacchiò, porgendole nuovamente l’asciugamano.

“ Probabilmente è un virus intestinale, Ino-Pig. Ultimamente ho un sacco di madri preoccupate per i loro pargoletti.”

“ Fantastico.. E l’intelligentissima allieva di Tsunade non ha idea di come curare la sua migliore amica, o mi sbaglio?” La stuzzicò Ino, sciacquandosi poi la bocca.

“ Come sei simpatica.. Dovresti saperlo anche tu, visto che sei un medico.” Rispose Sakura.

“ Fronte Spaziosa, non mi ricordo nemmeno come mi chiamo, al momento..” L’amica rise di nuovo, aprendo una finestra per far entrare un po’ d’aria nella stanza.

“ Dai, andiamo. Ti darò un medicinale, e domani sarai di nuovo in forma. Per curiosità, da quanto dura la nausea?”

“ Boh.. Una settimana, forse un po’ di più..” Rispose la Yamanaka, accingendosi ad uscire dal bagno. Si voltò verso l’Haruno, notando che non si era mossa. “Che c’è adesso? Ti vuoi dare una mossa?” Sbottò accigliata.

“ Ino.. Non è normale che duri così tanto, anche senza cure. Forse dovremmo fare un paio di esami.”

 

E, nonostante fossero trascorsi quasi due mesi da quella notte con Sai, Ino Yamanaka non aveva idea di cosa dovesse fare.

 

 

Temari stava girovagando per l’ospedale, praticamente furibonda. Non ce l’aveva con Sakura – era uno sbaglio che chiunque avrebbe potuto commettere, e comunque la questione non era solo il presunto scherzo – ma con Shikamaru, il principale colpevole del suo progressivo peggioramento d’umore da quando si trovava a Konoha. Il piagnone – come lo chiamava spesso lei – l’aveva convinta a trasferirsi al Villaggio della Foglia come ambasciatrice di Suna, in modo da cementare definitivamente gli ottimi rapporti tra i due villaggi. Il giovane Nara aveva passato alcune settimane al Villaggio della Sabbia per una questione concernente gli esami per la promozione a Chuunin, ed aveva trascorso molto tempo con Temari, una delle poche persone che conosceva bene a Suna.

Anche se non l’avrebbe mai ammesso, a Temari Shikamaru era piaciuto quasi fin da subito, nonostante fossero avversari. Era dannatamente intelligente, forte abbastanza da tenerle testa e fisicamente non  era niente male. Era sicura che l’interesse nei confronti del ninja della Foglia fosse ricambiato, dato che sapeva riconoscere bene la differenza tra le occhiate annoiate che rivolgeva a qualsiasi essere femminile con cui aveva a che fare, e lo sguardo fintamente seccato che riservava a lei. Quella sua sensazione si era concretizzata dopo un paio di settimane dall’arrivo del ninja di Konoha a Suna, visto che il ragazzo l’aveva invitata ad uscire, ovviamente con la solita aria annoiata.

Quella sera, Temari non aveva quasi riconosciuto Shikamaru in quel giovane educato e cordiale, il ragazzo ideale, per così dire. Mentre tornavano all’appartamento della Kunoichi, lei gli aveva  chiesto il motivo di quella trasformazione.

 

“Beh, ecco..” Tentennò Shikamaru, incrociando le braccia dietro la testa, il capo sollevato a guardare le stelle. “ Voi donne siete delle seccature immense, e per capirvi c’è bisogno di molto allenamento..” Temari sorrise, notando che il ragazzo era tornato il solito cry-baby.

“ Questo non spiega il tuo comportamento..” Lo stuzzicò sogghignando.

“ Mendekouze.. Ino sostiene che un uomo, al primo appuntamento, deve comportarsi da cavaliere.” Il ninja sbadigliò, facendo la sua migliore espressione annoiata, ma fu tradito dal sorriso che aleggiava sul suo volto.

“ Beh, Ino ha ragione.” Replicò Temari con voce ironica. “ Tuttavia, devo ammettere che stasera sei stato veramente il ragazzo perfetto..” Aggiunse con un leggero imbarazzo. Nara sorrise ancora, fermandosi poi davanti alla casa dove abitava la ragazza.

“ Guarda, seccatura. Una stella cadente.” Notò dopo un istante, sollevando il capo verso il cielo. Temari fece lo stesso, notandola un attimo prima che scomparisse. Socchiuse gli occhi, decidendo di esprimere un desiderio. Pochi secondi dopo, sentì le labbra di Shikamaru poggiarsi sulle sue – non le era mai capitato che un suo desiderio venisse realizzato così velocemente.

“ Ci vediamo, Mendekouze.”

 

 

All’inizio era stato un rapporto rose e fiori, almeno per quanto lo poteva essere tra due come loro. L’unico problema era la distanza: Konoha e Suna non erano esattamente a un’ora di camminata, e i due ragazzi potevano vedersi piuttosto raramente. Alla fine Shikamaru l’aveva convinta ad accettare il posto di ambasciatrice della Sabbia a Konohakagure, e Temari aveva creduto che il loro rapporto potesse avere una svolta, visto che si sarebbero potuti vedere molto più spesso.

Il risultato invece era stato il contrario: Shikamaru era perennemente occupato con i suoi compiti da Jonin, mentre lei aveva ben poco da fare. Per non annoiarsi, aveva iniziato a passare il suo tempo libero in compagnia di Sakura, una delle poche Kunoichi per cui avesse simpatia. La ragazza le aveva poi fatto conoscere Ino, Tenten e Hinata, ed aveva stretto con il gruppetto una bella amicizia. Con il fidanzato, invece, le cose andavano di male in peggio: si vedevano poco, e quando ciò accadeva Shikamaru preferiva riposarsi o, al massimo, guardare le nuvole. A lei i pelandroni non erano mai piaciuti, e, tranne rare volte, non riusciva a smuoverlo di casa nemmeno prendendolo a calci. Così era giunta ad accumulare un’incredibile dose di incazzatura, esplosa poi per quel futile motivo della scommessa.

 

 

Tenten era assolutamente stufa della sua situazione con Neji. Nonostante stessero assieme da tre mesi, lo Hyuuga non si era assolutamente degnato di presentarla a qualche familiare, né tantomeno di parlare della loro relazione con qualcuno al di fuori della loro cerchia di amici. La Kunoichi aveva tentato di presentargli almeno i suoi genitori, ma il ragazzo era sempre riuscito ad evitarsi l’incontro con qualche scusa.

La ragazza aveva saputo fin da subito che non sarebbe stato facile stare assieme – solitamente i giovani Hyuuga si sposavano in matrimoni combinati, per preservare la purezza del Byakugan – ma sperava che i loro sentimenti sarebbero stati più forti di tutto. Tenten non era una sentimentale, era una ragazza con i piedi per terra, concreta e decisa, e non si sarebbe mai aspettata di innamorarsi del suo gelido compagno di squadra. Tuttavia, da quando Naruto l’aveva sconfitto agli esami dei Chuunin, il giovane era progressivamente cambiato, diventando un ragazzo gentile (almeno per quanto glielo permetteva il suo orgoglio Hyuuga) che si preoccupava per i suoi amici. Era di questo Neji che Tenten si era innamorata, nonostante tutte le qualità già enunciate della Kunoichi.

La ragazza si era confidata con Rock Lee, l’unico amico con cui avesse abbastanza confidenza. Il ragazzo l’aveva ascoltata per più di un’ora, facendo di tanto in tanto qualche commento, poi si era alzato e le aveva detto di aspettarlo lì, che avrebbe risolto la situazione un in batter d’occhio. Era corso via, tornando dopo pochi minuti con Neji al seguito, ansante.

 

“ Eccomi qua, Tenten!” Annunciò vittoriosamente, sollevando il braccio e facendo il solito gesto fiero, con tanto di luccichio negli occhi. La ragazza l’aveva guardato atterrita, mentre Neji aveva il volto più perplesso che mai.

“ La forza della giovinezza si manifesta in tantissime forme.. E la più chiara e nobile è l’amore!” Esclamò Rock Lee, praticamente commosso. “ Neji, come diresti tu, era destino che voi due doveste stare insieme! Infatti ognuno di voi ha confessato i suoi sentimenti verso l’altro proprio a me. Perciò, devo farmi araldo della forza della giovinezza e mettervi in condizione di chiarirvi..”

“ Ti conviene iniziare a scappare, Rock Lee.” Replicò Neji con voce funebre.

 “ Già, questa me la paghi. ” Rincarò la dose Tenten. I due giovani erano pronti a suonarle di santa ragione al compagno di squadra, che però scomparve in una nuvoletta di fumo, lasciandoli soli. La Kunoichi abbassò lo sguardo a terra: non aveva il coraggio di guardare Neji negli occhi. D’altro canto, il ragazzo era decisamente rosso in volto, chiaro segno del suo imbarazzo.

“ Neji, fai come se non avessi sentito nulla, va bene?” Fu la ragazza a spezzare il silenzio tra i due, strusciando nervosamente un piede per terra. “ A domani.” Stava già per fuggire il più velocemente possibile, quando fu bloccata dalla mano del compagno di squadra, che le afferrò una spalla.

“ Aspetta, Tenten.” Mormorò lo Hyuuga. “ Che intendeva dire Rock Lee?” La ragazza deglutì, senza sapere bene cosa rispondergli.

“ Niente, Neji. Lascia perdere, sul serio.” Perché accidenti Lee l’aveva messa in quella situazione, baka che non era altro..

“ Tenten, io ti piaccio?” Diretto e conciso come piaceva a lei.. Peccato che, in quel momento, la ragazza avrebbe preferito che lo Hyuuga avesse lasciato cadere l’argomento.

“ Io..” non era da lei essere così indecisa. Tanto valeva chiarire subito tutto. “ Accidenti, Neji. Sì, mi piaci, ma tanto non ha alcuna importanza.” Replicò con una certa amarezza. “ So benissimo di non essere una Hyuuga.”

“ E se questo non avesse.. importanza, per me?” Rispose il Jonin a bassa voce. Vista l’occhiata perplessa della compagna, si affrettò a chiarire il significato della frase. “ Il fatto che tu non sia una Hyuuga, intendo. Potrebbe essere meno importante di quello che tu creda.”

“ .. E quindi?” Lo spronò a continuare la ragazza.

“ Kami, Tenten..” Il ninja sospirò, guardandola male. “Quindi potrei ammettere che anche tu mi piaci.”

 

La ragazza sorrise quasi al ricordo. I primi tempi con Neji erano stati belli – lui era dolce, o almeno tentava di esserlo – tuttavia il loro rapporto si era deteriorato quando la ragazza aveva iniziato a sospettare che lo Hyuuga tentasse di nascondere alla sua famiglia il fatto che stessero assieme. Il pensiero che Neji potesse vergognarsi di lei la faceva stare malissimo, eppure non aveva avuto il coraggio di parlargliene direttamente, per paura di scoprire una verità scomoda.

 

 

 

Ino sbuffò, bevendo poi un bicchiere d’acqua. Con il caldo che faceva, tenere aperto il negozio era praticamente un suicidio, ma i suoi genitori erano in missione, quindi non aveva scelta. Scoccò un’occhiata indispettita ad un mazzo di rose gialle che troneggiavano nel mezzo della stanza, per poi compatire la donna a cui erano destinati. Ino conosceva bene il significato dei fiori – spesso, da piccola, si divertiva a spiegare a Sakura cosa rappresentasse il dono delle piante più comuni – e non aveva potuto fare a meno di irritarsi quando le avevano recapitato il mazzo da parte di Sai.

La parte più razionale della ragazza le suggeriva spesso che l’Anbu non potesse aver avuto idea del significato di quelle rose gialle, essendo totalmente ignorante in materia, ma il resto di lei pensava solamente che, con tutti i fiori esistenti sulla terra, il suo ragazzo le aveva regalato quello che rappresentava l’infedeltà. Probabilmente, se Sai gliele avesse donate in un altro momento lei si sarebbe fatta una risata, ma le rose avevano assunto, in quel contesto, un valore più importante di quello reale. In ogni caso, il problema principale non erano assolutamente i fiori.

“Ino?” Disse Sai, guardandola da oltre il bancone. La ragazza arrossì violentemente: era così immersa nei suoi pensieri da non aver nemmeno sentito che qualcuno era entrato nel negozio. Cercò di ricomporsi, maledicendosi mentalmente per non essersi almeno pettinata, quella mattina. Il giorno prima Sakura le aveva detto di aver fatto pace con Naruto, quindi sapeva che, prima o poi, l’Anbu sarebbe venuto a cercarla, almeno per richiedere delle scuse.

“ Oh, ciao, Sai.” Sbottò alla fine, tentando un sorriso. Il ragazzo la guardò con una certa curiosità.

“ Stai bene?” Chiese tranquillamente, allungandosi verso una bottiglietta d’acqua. La ragazza annuì, senza rispondere, così l’Anbu riprese a parlare. “ Probabilmente sai quello che è successo ieri tra Naruto e Sakura..” Iniziò con voce calma, bevendo poi un sorso dalla bottiglia.

“ Sì, certo.”

“ Oh, bene. Beh, io e i ragazzi ne abbiamo parlato, e siamo giunti ad una decisione comune..”

“ Scusa, tu e chi?”

“ Io, Shikamaru e Neji.” Puntualizzò l’Anbu. “ Comunque, sono giunto alla conclusione che dovremmo mettere in pausa la nostra relazione almeno per un po’. Sei d’accordo con me, vero?” Il ragazzo sorrise, ma Ino riconobbe quell’espressione costruita che aveva sperato di non rivedere mai più sul volto del suo ragazzo.

“ Io veramente..” Ino tentò di dissentire, venendo subito interrotta da Sai.

“ Oh, benissimo.” Il ragazzo sorrise di nuovo. “ Sapevo che saremmo rimasti d’accordo. Ora devo andare, a più tardi!” L’Anbu scomparve velocemente, e Ino si lasciò scivolare su una sedia. Peggio di così non poteva andare veramente, era stata addirittura lasciata dal suo ragazzo. Perché i Kami si ostinavano ad accanirsi su di lei?

“ Cazzo..” Sbottò alla fine, ricacciando indietro le lacrime. Lo stomaco si contrasse, e la Kunoichi venne assalita nuovamente dalla nausea. Mentre correva in bagno, Ino capì che c’era sempre un “peggio di così”.

 

 

Temari e Tenten stavano compilando in silenzio il rapporto di una missione, cercando di essere il più veloci possibile. La relazione avrebbe già dovuto essere sul tavolo di Tsunade, tuttavia le due Kunoichi avevano incontrato Sakura, che le aveva messe al corrente della rottura tra Ino e Sai. Tutte insieme avevano poi discusso per un paio d’ore, giungendo alla conclusione che, per loro sfortuna, i ragazzi avevano organizzato una vendetta di gruppo.

“ Secondo te dovremmo chiedere scusa?” Fu Tenten a spezzare il silenzio, alzando il capo per osservare la Kunoichi di Suna. Nessuna delle due l’avrebbe mai ammesso, ma entrambe sapevano che erano piuttosto simili sotto molti aspetti. Uno di questi era proprio l’orgoglio.

“ Mh..” La ragazza sbuffò, appoggiando il gomito sul tavolo. “ Forse dovremmo.. Sakura ha risolto tutto, così.” Commentò alla fine con voce poco convinta.

“ Già, ma lei ha dovuto chiedere scusa a Naruto.. Io dovrei farlo con Neji.” Rispose Tenten con aria da funerale, facendo poi dondolare la sedia.

“ E io con Shikamaru.” La Sabaku rimase in silenzio per qualche istante. “ Sinceramente sarebbe quel maledetto pelandrone a doversi scusare con me.”

“ Ah, davvero?” La conversazione delle due ragazze fu interrotta dalla voce annoiata di Shikamaru, che aveva appena fatto il suo ingresso nell’ufficio seguito da Neji. Temari gli scoccò un’occhiata irritata.

“ Sì, cry-baby. Tutto questo non sarebbe successo se tu non mi avessi portata all’esasperazione. Devo forse ripeterti tutti i motivi per cui non ti sopporto più?”

“ Non c’è bisogno di discutere.” Fu Neji ad intervenire, con la sua solita voce tranquilla. Tenten gli scoccò un’occhiata preoccupata, ma non disse nulla. “ Shikamaru ed io abbiamo capito che è il momento di fare una pausa di riflessione. Visto quello che è successo, ci siamo resi conto che non è possibile portare avanti una relazione se manca la fiducia reciproca. Perciò, io vorrei riflettere qualche giorno, prima di decidere qualcosa sul nostro rapporto, Tenten.” Concluse rivolgendosi direttamente alla maestra d’armi.

“ .. Fai come vuoi.” Sbottò lei, senza guardarlo in faccia. Shikamaru stava per parlare, ma fu preceduto da Temari.

“ Non c’è bisogno che tu dica qualcosa, piagnone. Rifletti pure quanto ti pare, ma io non ti chiederò assolutamente scusa!” Sbraitò la Sabaku, sbattendo sul tavolo i fogli contenenti la relazione per Tsunade. Detto questo, la Kunoichi si alzò e marciò fuori dalla stanza, seguita poi da Tenten. I due ragazzi rimasero allibiti.

“ Shikamaru, sei proprio sicuro che tra poco si getteranno ai nostri piedi implorandoci di perdonarle?” Domandò Neji.

“ Mh.. Credo di sì.” Rispose il genio con voce dubbiosa.

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Lo so, non ve lo aspettavate proprio che Kakashi fosse Sakura xD beh, questo capitolo è molto più lungo rispetto al primo per due motivi: uno, le ragazze dovevano spiegare cosa ci fosse dietro alla loro incazzatura.. Motivazioni più profonde, insomma. Due, trovo più semplice scrivere i POV di un personaggio femminile, piuttosto di uno maschile ^^

Per il resto, vediamo.. Il capitolo è più incentrato su Ino, Temari e Tenten, dato che sono le tre con i maggiori problemi.. Il prossimo capitolo verrà probabilmente pubblicato domenica-lunedì, ma non vi anticipo nulla! (anche perché finora ho deciso ben poco xD)

 

Grazie a Emi_Iino e keli per aver messo la storia tra i preferiti. E un grazie anche a BON, dom89, Lady Emily Uchiha, mirachi, Saku_Nami per averla messa nei seguiti. Mi farebbe molto piacere conoscere la vostra opinione sulla storia!

 

FallenStar: Hai indovinato xD spero che questo capitolo ti sia piaciuto, alla prossima!

   
 
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