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Autore: Miss Ron    07/11/2009    4 recensioni
In un altro tempo, in un altro universo, dove eventi e personaggi passati si mescolano con eventi e personaggi presenti diventando un tutt'uno, quale sarebbe stato il loro destino?
"Albus rivolse a Gellert uno sguardo scettico.
-Ammesso che un Mago Oscuro possa amare, e che possa amare un Mago della Luce,- disse -credi davvero che basterebbe questo per salvarlo dalla dannazione eterna?-
-Ne sono certo.- rispose il biondo -L'amore è più potente di qualsiasi altra cosa, compresi la Luce, l'Oscurità e persino la Morte.-"
Pairing principale: Tom/Harry
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald, Harry Potter, Severus Piton, Tom O. Riddle
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'La promessa della Morte'
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Disclaimer: I personaggi di Harry Potter non mi appartengono (mi pare ovvio, no?) e non scrivo a fini di lucro (anche perché non credo esista qualcuno disposto a pagarmi).

Capitolo I

Harry Potter

1981

Horace Lumacorno, preside della prestigiosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, era appogiato al cancello di Privet Drive n. 4 con un fagotto di coperte tra le braccia. Una donna alta, magra e con setosi capelli neri raccolti in uno stretto chignon, gli chiese: -E’ proprio necessario, Horace?-.

-A me piange il cuore quanto a te, Minerva,- rispose l’uomo –Sapendo che genere di vita l’aspetta. Sai quanto fossi affezionato a sua madre, ma non abbiamo altra scelta. Harry è figlio della Salvatrice e ci sono ancora un sacco di Seguaci di Era Redbird in giro per il mondo che lo vogliono morto. Qui sarà al sicuro e poi non sarà solo: a poca distanza da qui abita Eileen Prince. Le ho chiesto di tenerlo d’occhio-.

Minerva lanciò un’occhiata al fagotto di coperte. Dentro, appena visibile c’era un bambino profeondamente addormentato, sotto il ciuffo di capelli neri s’intravedeva una cicatrice a forma di saetta.

-Be’ facciamo quello che siamo venuti a fare- disse il preside.

L’uomo estrasse dalle pieghe del suo mantello color zaffiro una bacchetta e la picchiettò contro il cancello che si aprì. Poi entrò in giardino e appoggiò il fagotto contro la porta. Infine infilò una lettera tra le coperte mormorando:-Buona fortuna, Harry-.

Dopo di che si allontanò lasciando il bambino al suo destino.

10 anni dopo

-Ragazzo!- Urlò una donna bionda contro lo sgabuzzino di casa sua. –Alzati! Ho messo dei biscotti nel forno e devi controllare che non si brucino. Ehi! Mi hai sentito?!-

-Arrivo!- rispose una voce dall’interno dello sgabuzzino.

-Muoviti!-

Il ragazzo, che aveva risposto al brusco appello, si alzò dal letto e si vestì velocemente. Poi uscì dallo sgabuzzino e si diresse in cucina, dove un omone decisamente in carne, stravacccato sul divano gli diede il buongiorno con un: -Preparami il tè e fai qualcosa a quei capelli-.

Il moro, ormai abituato a certi atteggiamenti, non rispose e si limitò a controllare i biscotti, deporli su un vassoio, e a preparare il tè.

Lo stava versando in una tazzina, quando suo cugino Dudley entrò come un tornado nella stanza e lo sbatté contro il muro, facendogli cadere la tazzina a terra.

Quando Harry vide suo zio avvicinarsi con aria minacciosa intuì che quel mattino non avrebbe fatto colazione.

***

-C’è un regalo in meno dell’anno scorso!- piagnucolò Dudley sbattendo i pugni contro il tavolo.

-Ma, tesoro,- cercò di rabbonirlo il padre –molti di questi regali sono più costosi di quelli dell’anno scorso-.

-Non m’importa!- sbottò il biondo.

-Tranquillo, Duddino, questo pomeriggio mammina e papino te ne compreranno un altro- lo rassicurò Petunia.

-Ah… allora va bene- accordò Dudley –E lui?- chiese poi indicando Harry che nel frattempo lavava le stoviglie della colazione.

-Andrà dalla signora Snape*, naturalmente.- rispose zio Vernon –Tranquillo, Dud, quel cattivone non ti rovinerà il compleanno-.

Harry trattene a stento un sorriso. Non voleva che i Dursley capissero che amava andare a casa Snape o glielo avrebbero impedito. A dire il vero detestava Tobias Snape, collega di suo zio e caratterialmente molto simile a lui, ma la signora Eileen Snape gli preparava sempre le sue pietanze preferite e poi c’era Sev, il suo unico amico.

Per Harry non c’era nulla di meglio che stare rannichiato con Sev sul tappeto del salotto di casa Snape con una fetta di torta alla melassa ad ascoltare le storie della signora Snape ambientate in castelli magici e con protagonisti maghi e streghe. Per il suo decimo compleanno la signora Snape gli aveva reglato, a insaputa dei Dursley, un libro (scritto a mano da lei) con tutte le sue storie preferite.

Harry si chiedeva sempre come una donna come lei avesse potuto sposare un uomo come Tobias Snape, che non solo era tremendamente noioso, ma la picchiava. Un giorno, aveva chiesto alla signora Snape, se lui l’avesse costretta a sposarlo, ma lei, con un sorriso triste, gli aveva risposto: -No, non mi ha costretto. Io lo amo-.

Harry non riusciva a capirla e neanche Sev. Quest’ultimo odiava il padre con tutto sé stesso.

Fu distratto dai suoi pensieri da zio Vernon che, appena ebbe finito di lavare le stoviglie, lo afferrò per il braccio e lo trascinò verso l’uscita diretto a casa Snape.

Con sua immensa gioia Tobias Snape era in ufficio. Eileen lo accolse con un gelato cioccolato fatto in casa e lui passò la giornata ridendo e scherzando con Sev. Mentre  l’amico allungava il cucchiaio per fargli assaggiare il suo gelato al caffè e Eillen canticchiava una strana canzone che parlava di calderoni, Harry si chiese perché la sua vita non poteva essere sempre così.

Mesi dopo

Al suono del campanello Eileen Snape andò ad aprire e si trovò davanti una donna vestita di verde smeraldo.

-Professoressa McGranitt- la salutò.

-Posso entrare?-

-Certo.-

Le due donne si accomodarono in salotto e Eileen preparò del the.

-Cosa ci fa qui?- chiese dopo un po’.

Minerva sorrise gentilmente.

-Credo tu già lo sappia. Non puoi non esserti accorta che tuo figlio ha doti magiche-.

Minerva aprì la borsa, ne estrasse una busta di pergamena pesante e la consegnò a Eileen.

Quest'ultima neanche l’aprì: sapeva già cosa c’era all’interno.

-In realtà,- continuò Minerva –essendo tu una strega non avrebbe dovuto essere necessario che io venissi di persona, ma tuo fratello ha ritenuto che sarebbe stato meglio-.

-To… Tobias non lo permetterà mai.- mormorò Eileen arrotolandosi nervosamente una ciocca di capelli.

Aveva sempre saputo che quel giorno sarebbe arrivato. Il giorno in cui un membro della sua vecchia vita, con uno sguardo pieno di compassione malcelata, sarebbe venuto a portarle via suo figlio per riconsegnarlo al mondo a cui apparteneva, al mondo a cui era appartenuta anche lei prima di rinunciarci per amore.

E’ ora, il giorno in cui suo figlio avrebbe cominciato ad odiarla, era arrivato.

Minerva alzò un sopracciglio.

-Tobias Snape è un babbano.- le fece notare –Non può intervenire in questa faccenda. Nessun genitore babbano può. Noi ci limitiamo ad informarli e lasciamo la scelta ai figli, i quali non rifiutano mai l’invito-.

-Io…-

-Signora Snape!- Due bambini irruppero all’improvviso nella stanza.

Minerva li guardò e rimase di stucco. Un Tobias Snape e un James Potter in miniatura si trovavano di fronte a lei. Guardò il meno alto tra i due. Assomigliava molto a suo padre, ma era più basso, aveva l’aria meno curata e  la carnagione più chiara, per non parlare degli splendidi occhi verdi che brillavano sul viso, identici a quelli di Lily Evans.

-Harry, cosa ci fai qui?- chiese Eileen.

Il bambino abbassò gli occhi, colpevolmente. Sev ghignò.

-Dursley e la sua banda d’idioti se la stavano di nuovo prendendo con noi- spiegò –quando Harry gli ha fatto spuntare una coda di maiale! L’ho invitato a venire qui perché suo zio l’avrebbe ucciso appena scoperto ciò che è successo.-

-E tuo padre ammazzerà me- sospirò Eileen affranta.

-Per cosa?- chiese Harry –Io non fatto niente! Come avrei potuto fargli crescere una coda?- Neppure lui, però, pareva convinto delle sue parole.

Sev sbuffò.

-Se non sei stato tu, come te lo spieghi che gli è spuntata quando gli hai dato del maiale?-

-Il signor Snape ha ragione, signor Potter- intervenne Minerva.

-Lei chi è?- chiese Severus sospettoso.

-Sono Minerva McGranitt, vicepreside e docente di Trasfigurazione alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e sono venuta a comunicarvi che, lei signor Snape e lei signor Potter, siete dei maghi-.

*Snape=Piton

 

 

Ed ecco il primo capitolo, spero che vi sia piaciuto e vi prego di recensire: sono affamata di opinioni sulla fic. Accetto di buon grado domande, critiche, consigli e, se il fato vorrà, complimenti.  

 

Il prossimo capitolo sarà intitolato: “Tom Riddle”

  
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