Innanzitutto salve e grazie a
tutti anche solo per aver aperto la pagina della mia prima fan fiction in
assoluto!^___^
Non potete immaginare lo sforzo
che ho fatto per metterla per iscritto! Ce l’ho in mente
fin da quando lessi il primo libro di Harry, ma non ho mai avuto ne la costanza
ne il ‘coraggio’ per scriverla, sapete quando cominci a pensare a qualcosa
tanto intensamente e tanto spesso che diventa quasi un’ossessione di cui
vorresti liberarti ma nello stesso tempo di cui non puoi fare a meno? Bhè, a me
è successo così! Magari nessuno di voi lo fa!^___^’’ però per me è stato
esattamente così! È da circa 6 anni che immagino questa storia… assurdo, vero!?
Però via, via, leggendo gli altri libri delle avventure di Harry, la storia penso si sia arricchita maggiormente… spero, dunque, che
tuttavia sia servito a qualcosa tenermi la testa occupata in questo senso…
eheheh!
Il primo capitolo, vorrei sottolineare, è quello che scrissi il giorno stesso che terminai di leggere il quinto
libro, cioè esattamente il giorno dopo che uscì nelle librerie italiane! Sono
molto veloce! =^___^= Quando l’ho ripreso ho
pensato che fosse giusto mantenere
l’originale… perché nessun’altre parole avrebbero potuto descriverlo meglio…
non so, sarete voi a giudicarlo!
Bhè, basta parlare… parlo sempre troppo! Scusate, brutto vizio! Ok, oltre ad
augurare buona lettura a voi e molte recensioni a me, vi dico solo che la
storia è ambientata in un ipotetico sesto libro che sono pienamente cosciente
si discosti molto dall’originale che uscirà
fortunatamente a breve in Inghilterra, ma che, tuttavia, ha molti elementi in
comune… alcuni spoiler che io stessa ritengo scontati… bhè! Basta, basta,
basta! Buona lettura! Spero vi piaccia! ^___^
Harry Potter e
L’Angelo della Morte
Cap. 1:
PENSIERI...
Un turbinio di
candidi petali freddi… una dolce danza di una promettente ballerina,
invisibile, che si appresta a salire sul palcoscenico del suo primo più
importante debutto. I movimenti
leggiadri di quella fatina, che si nascondeva dietro
le nevi lievi di un Natale mai vissuto, sembravano celare a loro volta un
segreto indiscreto…
Quei passi danzanti al suono di un
triste e lontano violino, discendevano verso di lui, scomparendo, a volte,
mimetizzandosi col cielo argenteo.
Sentiva il suo corpo premere
contro il suolo che racchiudeva il gelo di mille inverni rigidi e scuri. Dove
si trovava…?
Sentiva una sorda sensazione di
solitudine perforargli lo stomaco e un gelo mortale scorrergli nelle vene come
il più letale dei veleni.
‘Vieni via di qui…’ un timbro
vocale mai udito prima d’ora, parlò da una postazione indefinita, remota…
giunse, e se ne andò… come un fresco vento estivo…
Si… doveva fuggire da quel posto…
correre via, veloce, cercare di scordare l’intensa luce della neve… altrimenti sarebbe successo qualcosa…. Lo avvertiva… qualcosa sarebbe
accaduto… non gli importava sapere se era qualcosa di spiacevole… non voleva
assistere a nulla… doveva scappare dalle emozione di
interminabile solitudine che lo affliggevano… non doveva vedere; non poteva
commettere un’altra volta lo stesso errore…
Lentamente, come un infermo senza
forze, si tirò a sedere… lo assalì una certezza… era
accaduto…
Morti… erano
tutti morti… era solo… solo…
Come era accaduto…. ?
Non riusciva a ricordare nulla… ma
ne era certo… tutte le persone alle quali era
affezionato… le uniche dalle quali aveva ricevuto ciò che tutti chiamavano
amore e che lui non conosceva affatto… I Weasley… Ron…Hermione… Lupin… i
professori… gli studenti di Hogwarts…
Tutto era perduto… per sempre….
La disperazione assoluta si impadronì di lui, come un abile burattinaio, nascosta
nell’ombra di una notte innevata, manovrò i fili che legavano le sue azioni
alla perfidia del dolore… si erse in piedi, e corse…
Che scopo aveva ora la sua vita….?
Non avere un motivo per cui vivere equivale a morire….
Schiaffeggiato dal vento freddo
che la corsa aveva provocato… cosciente di trovarsi in un mondo costituito solo
dalle sue paure… si trovò a desiderare la morte….
Invocò il tocco della pace eterna
che solo essa poteva donare… la morte, dalla quale era scampato innumerevoli
volte…
Sarebbe stata l’unica soluzione… ne era certo… assolutamente… ciecamente…poi…
Capelli rossi… occhi verdi… un
sorriso dolce che incrinava le labbra e donava al volto due piccole fossette
sulle guance rosee…
Occhiali storti sul naso… aria
spavalda e orgogliosa… capelli arruffati… occhi
profondi e monelli al contempo…
I suoi genitori… la sua sicurezza
vacillò sotto il peso del sacrificio che avevano fatto per lui…
Viso scarno…
capelli neri e lunghi… sicurezza nell’agire…
Sirius… e in fine Cedric…. Loro
avevano perso la vita per colpa sua…
Ma ormai non c’era più nulla da fare… non c’era più nessuno…
Cadde… l’impatto
col suolo ferì le ginocchia ossute…
sentì diverse lacrime percorrergli il viso.
Alzò lo sguardo… petali rosa…
alberi di ciliegio nascondevano l’orizzonte… ma… stava nevicando..!
Erano incantevoli…
racchiudevano in piccoli movimenti
dettati dal vento, l’enorme tristezza e malinconia che pesava su di lui… ma
dietro quel dolce rosa… occhi rossi, bramosi, lo
osservavano con insistenza… ringhi… che cos’erano…?
Emersero dal buio… terrore… gridò…
poi… una mano… calda… accogliente… ‘ Vieni via di qui
’
Doveva afferrarla… doveva…
Aprì gli occhi di scatto, il sonno
era già diventato una sensazione lontana come se fino a quel momento non avesse
fatto altro che star sveglio con gli occhi chiusi, disteso su quel letto duro e
freddo, a pensare, pensare e niente altro. Si tirò a
sedere quasi immediatamente, si guardò intorno, gli occhi ancora colti da un’espressione
di stupore misto a spavento, meglio, a vero e proprio terrore. Non gli
servivano spiegazioni, no, affatto, lui sapeva cosa era successo in quel sogno,
lo sapeva perché ormai non faceva altro che fare gli stessi incubi, di notte,
quando era solo con le sue paure, di giorno, quando era con i suoi amici e entrava in contatto con i loro timori; Chi, in quei giorni
non faceva certi tristi pensieri ? Chi, restava impassibile a quello che si
sentiva ormai in ogni telegiornale babbano o in notiziari magici, che si
leggeva sul ‘Times’, o sulla ‘Gazzetta del Profeta’,
temendo, tremando che qualcosa di simile potesse colpire lui, o un suo parente,
amico, un suo conoscente !? Chi, poteva !?
Forse però doveva ammettere che
quel sogno in particolare lo turbava molto… non era
esattamente come gli altri… era come se… se…
La stanza lo circondava,
silenziosa, semivuota, osservandolo, sbirciando i suoi pensieri come il più
esperto confidente; la luce lunare filtrava dalla finestra chiusa, che
interrompeva le vecchie pareti poco
distanti dal grande letto a baldacchino che
troneggiava in un angolo, giocando con le profonde intarsiature del legno dei mobili
di fronte creando effetti di luce, conferendo al mobilio una remota ombra del
pregio che una volta costituivano, arredando una delle stanze della villa di
una famiglia che portava il peso di un nome
su uno stemma elegante e arcaico, , nome di cui tutti i membri andavano
fieri, un nome da poter presentare con orgoglio a ogni festa mondana
organizzata tra famiglie di alto ceto sociale, un nome che avrebbe costituito
per molti sciocchi una garanzia di purezza, purezza di qualcosa che a mala pena
comprendevano, qualcosa di stupido almeno tanto quanto lo era l’enormità delle
sciocchezze che si blateravano e che, purtroppo si continuavano a blaterare
ancora su la differenza che poteva costituire.
Era di nuovo lì, in quella stanza
tanto odiata dal suo padrino, dall’unica persona che era in grado di dargli
coraggio in situazioni come quelle che si trovava ad affrontare ormai ogni
giorno, persona che ormai non c’era più, che se n’era andata con un sorriso
beffardo, dietro un velo maledetto e misterioso, lasciandosi alle spalle, nella
memoria delle persone, la nomina di ‘pecora nera’ della prestigiosa
casata Black, di assassino, traditore, forse anche ladro e qualsiasi altra
cosa, con il tempo, le perfide dicerie della gente potessero aver alimentato
quella strana, falsa ‘leggenda’. Nessuno avrebbe ricordato Sirius Black per
quello che era stato in realtà nella sua vita, nella quale egli mantenne sempre
saldi i suoi principi, tenendo fede alle sue
convinzioni e a ciò che il suo cuore, da bravo consigliere gli suggerì, nessuna
persona camminando per Diagon Alley avrebbe indicato al proprio figlio il posto
dove un tempo quell’uomo, ancora ragazzo, con gli occhi e i capelli scuri,
passeggiava scherzando e ridendo con i suoi inseparabili amici, attraendo lo
sguardo curioso ed emozionato di molte ragazze innamorate, condividendo con il
suo migliore amico, James, segreti indicibili, perché nessuno era a conoscenza
della verità , del sacrificio che Sirius aveva fatto per salvare non solo Harry
ma tutte quelle sciocche persone, che, troppo ottuse per aprire gli occhi, e
accogliere la realtà non accettavano il
ritorno di un nemico talmente potente da poter costituire l’elemento che
avrebbe ritrasformato le loro vite in un inferno, e che per questo camminavano
a testa bassa, come indossando paraocchi spessi ed estremamente scuri. E ora
invece si trovavano tutti in quella situazione, in un inferno ancor peggiore di
quello che ogni più malvagio incubo avrebbe mai potuto immaginare, a
preoccuparsi solo di se stessi, non riconoscendo ai giusti i loro meriti, e
dando ad altri ammirazioni senza base alcuna… e Harry?
Harry non sapeva cosa fare, continuava a darsi la colpa di ciò che era accaduto
l’estate scorsa, di tutto quello che avevano subito i
suoi amici, Ron, Hermione, Ginny, Neville, Luna e Sirius… continuava a darsi la
colpa della sorte toccata al suo padrino… della sua morte.
Portò le mani ancora tremanti agli
occhi, sentì il freddo di un pianto involontario e
estremamente triste, le lasciò lì, a coprirsi gli occhi, a premere forte contro
le palpebre, cercando di far scomparire quel forte biancore che ancora la sua
mente gli riproponeva nel buio della sua testa. Si poggiò allo schienale del
letto, stanco, senza forze, distrutto psicologicamente da un mare di illusioni pesanti e infelici.
Fra poco più di una settimana
sarebbe tornato a scuola, avrebbe dovuto riaffrontare tutto r tutti, avrebbe
dovuto sostenere gli sguardi di tutti coloro che la
pensavano come i giornali… di tutte quelle persone che, guardandolo, vedevano
una speranza che lui non aveva la forza di costituire.
Il suo sguardo cadde sulla ‘Gazzetta
del Profeta’ che, spiegazzata giaceva sulla cassapanca alla fine del letto.
‘Dove è finito Harry Potter? La salvezza si nasconde!’
Circa duecento persone si sono oggi riunite davanti al
ministero della magia, sventolando numerosi cartelli, gridando il nome di colui che rappresenta per noi un ultima speranza, tra la
gente una sola speranza, tra la gente una sola domanda persiste, continua
insistente: dov’è Harry Potter?
Il bambino che già una volta salvò il mondo da Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato,
ora si nasconde, ‘sfugge il suo destino’ dicono in
molti, a questo proposito riportiamo un’intervista fatta oggi stesso, durante
questa grande rappresentanza ad una signora, Ginevra Megloire, moglie e madre
di tre figli.
“ Come è possibile che non abbia
il cuore di presentarsi?! Perché!? Lui è l’unico che può farlo, l’ha già dimostrato
una volta, mio fratello è stato ucciso la settimana scorsa! Perché!? Perché!?” La signora durante questo colloquio si è interrotta più
volte dando dimostrazione dei sentimenti che caratterizzano gli animi di tutti
noi…
L’intervista continuava
a lungo… In fine si poteva leggere:
La rappresentazione è stata in seguito
interrotta da un intervanto brusco dei rappresentanti del nostro
ministero e da diversi Auror, che hanno giustificato questa azione con queste
parole, rivolgendosi direttamente alla folla:
“Pazzi, volete attirare l’attenzione dei Mangiamorte!?
Volete condannarvi a morte per dire delle stupidaggini!? Harry Potter è solo un
ragazzo, cosa pensate possa fare!? Tornate
a casa aventi, prima che la situazione precipiti!”
Alle parole del Ministro della magia Cornelius Caramell,
che ricordiamo è prossimo ad un eventuale abbandono della suddetta carica, il
pubblico è stato preso da maggior tumulto, e gli Auror sono dovuti ricorrere a schiantesimi
Già… il pubblico… tutta quella
gente che gridava, invocava il suo nome, come se fosse un eroe, le stesse
persone che appena un estate prima lo accusavano di
essere pazzo, lo additavano, deridendolo, accusandolo di dire assurdità,
trattandolo come un malato di mente, alcuni ritenendolo anche un assassino, attribuendo
a lui la colpa della morte di Cedric…
Ora da perfette egoiste quelle
persone erano lì, a pretendere che lui risolvesse la faccenda in un attimo,
come se affrontare il Signore Oscuro fosse una
bazzecola di tutti i giorni per lui.
Per quanto provasse
rabbia, e odio per quelle persone, non poteva non comprendere le loro paure.
Ora che Voldemort era tornato, aveva riportato con lui il mondo di sedici anni
fa, un mondo dove nessuno si fidava di nessuno, dove strade e piazze erano sgombri da qualsiasi persona, dai forti e
coraggiosi, dai deboli e codardi, i primi morti, uccisi per le loro rivolte, i
secondi nascosti nelle loro abitazioni, attendendo che qualcuno cambiasse la
situazione. Il nome di Voldemort era tornato a far tremare ancor maggiormente
chiunque, ora più che mai… ora che era diventato infinitamente potente, così
potente che lo stesso Silente, la settimana scorsa aveva ammesso di non essere
più in grado di fronteggiarlo…
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flash back ****************************
Erano tutti seduti a tavola, nel
salottino della villa Black, dopo aver consumato insieme
una cena silenziosa e poso allegra, forse per merito solo di Fred e Georgiche avevano fatto saltare in
aria il budino di Ginny, imbrattando per bene il vestito della sorella,
meritando così una bella strigliata e promettendo alla di andare insieme a
comprare un abito che avrebbero pagato loro stessi. I professori, ovvero la
Mcgranitt, Piton, e naturalmente Silente, erano rimasti a cena con loro e gli
altri componenti dell’Ordine della Fenice, e ora
parlavano insieme, con sguardi scuri, scuotendo le teste, toccandosi perplessi
le labbra, cercando di comprendere con piccoli gesti quello che tutti non si
spiegavano: Quali erano le vere intenzioni di Voldemort? Una volta uccisi tutti i babbani, tutti i mezzosangue, una volta conquistato un
mondo vuoto, cosa avrebbe fatto, Cosa?
Harry, Ron e Hermione erano in silenzio,
stavano giocando a scacchi e come al solito vinceva il
rosso, forse anche perché Harry non si concentrava molto sulla partita ma tentava
il più possibile di tendere l’orecchio, di ascoltare le parole del signor Weasley,
Silente, i professori, Malocchio Moody, Bill, Charley e tutti gli altri.
“ Albus, non possiamo rimanere senza
fare niente, la situazione si sta facendo sempre più critica! Dobbiamo intervenire!
Non possiamo aspettare gli Auror del ministero, sono degli incapaci , senza offesa Tonks” Aggiunse la vecchia strega che stava parlando,
rivolgendosi a Tonks, che scosse leggermente il capo in segno di noncuranza; la
strega che parlava ora, era piuttosto anziana, gli occhiali spessi le
conferivano un viso simile ad una grande civetta, e lo scialle che portava
sulle spalle non contribuiva certo a migliorare la sua stramba immagine poiché era
tempestato di assurde perline colorate, a Harry ricordava qualcuno…; riprese a
parlare:
“Avete sentito cosa hanno fatto a
Stevenson?! Orribile, orribile! Ma come è possibile
arrivare a tanto?! Ridurre il suo corpo in quello stato! Non si accontentano di
ucciderci e basta, ci vogliono torturare! Torturare! Nel modo peggiore che
esista! Lo sappiamo tutti! Avanti, non volevamo ammetterlo ma sappiamo a chi si è alleato! Vero?!” La signora ora si
guardava in torno, passando di volto in volto, soffermandosi su quello di
Silente, tremando, la voce rotta, spezzata da un brivido di terrore molto
evidente, si stringeva istintivamente nello scialle, cercando riparo; sguardi
gravi le stavano attorno, tutti interessati al pavimento di marmo.
“Siediti, Malda, per cortesia. Agitarsi
non serve, ora come ora, possiamo solo attendere, siamo tutti coscienti di chi abbiamo di fronte e ora siamo stati messi davanti a ciò che
Voldemort può arrivare a fare”. Brividi e disagio generale si dispersero tra
loro all’udire quel nome tanto odiato, Silente aveva parlato,
la sua sicurezza di sempre messa sotto un duro peso, tuttavia riuscì a far
sedere la signora.
“Allora è vero… lui… lui…” un’altra
donna ruppe quello strano silenzio che si era creato dopo le parole di Silente,
era giovane, le lacrime agli occhi, si lasciò andare nelle braccia del marito. “
Demoni…” un sussurro, mille brividi, una certezza e grande
terrore… Demoni.
A quell’unica parola tutti
alzarono lo sguardo spaventati, Piton aveva parlato,
fissava ora Silente che lo guardava con sguardo grave. Hermione che fino a quel
momento, come Harry, aveva finto uno strano interesse per una pagina in
particolare di un libro che si poteva giurare lei avesse già letto almeno tre
volte, si alzò in piedi, e prese a fissare il preside
con gli occhi spalancati.
“io… avevo immaginato, ma non… non
potevo credere davvero…” cercò di dire, gli sguardi di tutti
ora rivolti verso di lei;
“Signorina Granger…”cominciò
Piton, ma subito fu interrotto da Silente:
“purtroppo è così, Hermione, e
credimi, nessuno di noi voleva crederci”.
“perché? Perché
dei Demoni dovrebbero interessarsi dei piani di… di…
del Signore Oscuro?” Hermione tentennò, decise di non pronunciare quel nome,
sarebbe stato come accoltellare qualcuno già morto.
“loro, non hanno bisogno di lui,
sono molto più potenti, se solo volessero potrebbero
ucciderlo! Perché allora? Perché
seguire gli ordini di qualcuno più debole?”
“per lo stesso motivo per cui Dissennatori, Troll, Vampiri, Giganti, Mezzi Elfi e
Elfi Neri hanno deciso di farlo… per avere occasioni di uccidere liberamente”
quella risposta faceva ancora più male di quello che poteva farne un cattivo
insulto.
**************************fine
flash back*******************
Si alzò, si diresse verso la luce
della finestra, si voltò verso lo spiraglio da cui proveniva.
I morti erano ormai diventati
sempre più numerosi, e ciò che si poteva sentire o leggere era così orribile
che immaginare la realtà avrebbe significato ammettere una morte straziante. I corpi
di coloro che venivano uccisi non si riconoscevano…
tagliati a pezzi, trucidati… spesso solo le teste, e nient’altro… i Demoni
divoravano le persone… i Demoni creature estremamente potenti, poteri magici
che vanno al di là della conoscenza dei maghi, e mostruosi… loro si erano
alleati a Voldemort e ora lui era diventato estremamente forte, ma come era
possibile?
Voldemort aveva fatto crescere
ancora i suoi poteri, come, neanche il professor Silente era riuscito a
capirlo, o almeno così aveva detto di fronte ai ragazzi, ma aveva ammesso che
lui ora era fuori dalla portata di tutti loro… allora perché
mentre lo diceva fissava Harry?
Stanco si lasciò cadere sul letto…
la stanchezza di quei pensieri arrivò d’improvviso, fredda,
chiuse gli occhi…
‘domani chiederò a Hermione di spiegarmi qualcosa in più riguardo
ai Demoni, domani…
Ron? Ron è nell’altra stanza, sto
dormendo in quella di Sirius… Sirius… ‘
Si addormentò, ringraziando per il fatto che ora non c’era nessuno lì con lui,
nascondendo il volto nel cuscino, tornando a pensare a qualcosa di ancora più
triste del sapersi in pericolo di vita, e il saper di essere soli, il saper di
aver perso Sirius…
Poi si ricordò di qualcosa, quel
sogno… sembrava quasi… era come… un
ricordo…
CONTINUA…………..
Visto che ho
già parlato abbastanza sarò breve, grazie per aver letto la fic, spero
commentiate in tanti! Posso dirvi solo che non credo che qualcuno di voi, per
ora, si sia lontanamente avvicinato a ciò che penso scriverò… spero
continuerete a leggere!;-)
Grazie a tutti! Cercherò di
aggiornare il prima possibile!
Ah, la cosa più importante… questo
capitolo è dedicato alla mia cuginetta! Bacione a Cry90!!!
^___^