Heilà pazze/i!!! come
state?
Io bene a parte che ho
l’esame di guida venerdì 13. AIUTOOOO! Okay… non vi interessa, lo so.
Sinceramente credevo
che lo scorso capitolo facesse più clamore…
Va bèh…
Dopo il capitolo
pervertito direi di tornare nuovamente sui nostri passi con un capitolo della
nostra Isa.
Ringrazio
la mia beta/consigliera barbyemarco - GRAZIE TESORO.
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Bad Girl
[Isabella Swan]
Cap. Seventeen – Mistery, Music
and Job.
OhMioDioo OhMioDioo OhMioDioo OhMioDioo
OhMioDioo OhMioDioo OhMioDioo OhMioDioo
OhMioDioo OhMioDioo OhMioDioo OhMioDioo
<
Okay, calmati e respira > ripetei reggendomi al bordo del lavandino.
Non
potevo ancora crederci.
Ero
da poco entrata nel mio personale rifugio - lo sgabuzzino – in cerca di un po’
di tranquillità, avevo aperto l’anta scorrevole del posticcio armadio in legno
e mi ero infilata tra una mensola e l’altra, chiudendomi poi dentro, con
l’intento di ascoltare il mio i-pod...quando sentii la porta aprirsi e
richiudersi.
Pensando
fosse qualche professore, avevo fatto in modo di restare più nascosta possibile
fermando la musica e limitando al massimo ogni rumore.
Altro
che professore…
Quando
avevo realizzato cosa stava per accedere era ormai troppo tardi per uscirmene
con frasi del tipo “emh scusate… mi fate passare?”
Deglutii
a fatica solo al ricordo.
Non
avevo mai assistito a qualcosa di così disgustoso e, al tempo stesso, così…
eccitante.
Non
riuscivo a togliermi quelle immagini dalla testa.
Un
ragazzo e una ragazza. Avvinghiati. O sarebbe meglio definirli inglobati,
tanto da non capire dove finiva uno e iniziava l’altro…
Ero
sicura che il ragazzo fosse Emmett. Per due motivi: primo, la ragazza continuava
a ripetere il suo nome fino all’esasperazione; e secondo, era lui, punto, non
c’era bisogno di aggiungere altro…
Diciamo
solo che la storia della “L” è una stronzata inventata da qualche nanetto
megalomane. Ne avevo appena avuto una controprova assai soddisfacente.
Ma
lei chi era?
Bionda.
Fisico statuario. Tatuaggio a forma di rosa sulla schiena…
Mhh,
il campo si restringeva parecchio…
Ma
in fondo che mi importava?
Saranno
pure affari loro, no?
<
Isa? Ci sei? > Qualcuno richiamò la mia attenzione sventolandomi una mano
davanti agli occhi.
Angie.
<
Mhh, si > mi ripresi focalizzando il suo viso.
<
Conosci una ragazza bionda con un tatuaggio a forma di rosa?> Chiesi senza
neanche prendere aria tra una parola e l’altra.
Ottimo
Isa! Menomale che non ti importava…
Ci
pensò per un attimo.
<
Sì, Debby Sunders! È una cheerleader e ha un tatuaggio così, perché? > Angie
sembrava perplessa.
Certo
Debby! Come avevo fatto a non pensarci prima? E poi, c’era qualcuno che non si fosse
ancora fatto?
Se
non sbaglio stava con Steve…ma a quanto pareva non era molto fedele…
<
Scusa ma io proprio non ti capisco >.
<
Dove stata tutto questo tempo? > Mi interrogò la mia amica.
<
Viaggio spirituale… > risposi mostrandole l’i-pod.
Sbuffò
esasperata roteando gli occhi verso l’alto.
<
Ora che ne dici di andare a pranzo?>.
<
Sì, certo > la seguii.
Il
problema ora era uno: come avrei fatto a guardare in faccia Emmett senza
scoppiare a ridere?
Mi
armai di tutta la (poca) serietà che avevo in corpo ed entrai in caffetteria
decisa.
Scorsi
subito il nostro tavolo.
<
Bene > tirai un sospiro di sollievo. Emmett non era ancora arrivato.
<
Ciao ragazze >. Ci salutarono sorridenti Jazz e Ed mentre noi ci
accomodavamo.
<
Ciao > li salutammo in coro.
Edward
mi guardò divertito < Mi hanno detto che stamattina volevi baciare Eric…
>.
Alzai
entrambe le sopracciglia dapprima stupita.
<
Solo perché pensavo fossi tu > risposi calma infilandomi in bocca la
cannuccia della Coca.
<
Ah > rimase spiazzato dalla mia schiettezza.
<
Mi sa che hai bisogno di un paio di occhiali > mi schernì.
<
Perché? Sembrate gemelli! > Scherzai. Avevo pressoché bestemmiato. Paragonare
Edward a Eric era come paragonare il cioccolato alla merda.
Sfiorai
la mano di Edward che mi risultò ghiacciata.
<
Ma tu sei sempre così freddo? > Mi lamentai.
<
Se appoggio la lingua sul tuo braccio mi rimane appiccicata?> Infierii
ironicamente.
<
Dipende da dove l’appoggi…> rispose Jazz alquanto maliziosamente.
Edward
non trattenne una risata e gli diede il cinque e anche io e Angie iniziammo a
ridere.
<
Per stasera?> Mi chiese, poi, tornando serio.
<
Mi passi a prendere per le nove, va bene?>
<
Perfetto > confermò.
<
Ah! Allora ricordati che mi devi un bacio... > disse riferendosi all’
equivoco con Eric.
Anche
due…
<
Emmett? > Chiese poi Angie.
Iniziai
a tossire: la Coca-cola mi era andata di traverso. Ancora poco e mi sarebbe
uscita dal naso…
<
Credo sia in giro > disse Jazz giocherellando con il cibo dentro il piatto
< ha detto che aveva una cosa da fare >
Ancora?
Mi
voltai con non-chalance – neanche troppa a dirla tutta - verso il tavolo delle
cheerleader.
Indovinate
chi mancava?
Debby
Sunders.
___
<
La finisci di fare quella faccia imbronciata?> Mi chiese Edward distogliendo
per un attimo lo sguardo dalla strada.
<
Non è mica colpa mia se il tuo rott- Pick-up non parte! > Rise.
Il
pick-up era morto nel parcheggio della scuola e adesso mi ritrovavo sul sedile del
passeggero della Volvo di io-sì-che-sono-figo-Cullen che gentilmente si
era offerto di accompagnarmi a casa.
Ringraziai
il cielo che Emmett avesse il test di ammissione per entrare a far parte dalla
squadra di football, altrimenti avrei avuto delle serie difficoltà a restare
seria per tutto il tragitto.
Jasper,
invece, si era ricordato proprio all’ultimo momento di avere degli impegni dopo
scuola. A chi voleva darla a bere? Come
se fossi così tonta da non capire che l’aveva fatto apposta.
<
Sempre meglio della tua auto da vecchi > risposi acida.
E
con quell’affermazione non mi riferivo di certo al modello dell’auto – che tra
l’altro adoravo - ma allo stato in cui era tenuta. Tappetini completamente
puliti, sedili senza la ben che minima macchia e per niente sgualciti, neanche
un’ammaccatura, e quel che è peggio: l’odore di nuovo che ancora si respirava
all’interno…
Dio,
Edward devo insegnarti tutto io?
Si
sporse ad accendere lo stereo e sintonizzò su una stazione che trasmetteva
pezzi degli anni Settanta.
Non
ci siamo proprio…
Dopo
“Radio Maria” quella era la seconda frequenza assolutamente da evitare.
<
Senza offesa, Edward. Ma davvero tu ascolti questa roba? > Chiesi schietta
lasciando trasparire la mia avversione per questo genere.
Bèh
qualche difetto doveva pur averlo…
Rise
senza alcun ritegno.
<
Gli anni Settanta hanno segnato un’ epoca > puntualizzò convinto.
<
Senza questa musica non ci sarebbe quella attuale. Vedi? Nasce tutto da
questo> disse alzando anche il volume per enfatizzare il suo discorso.
<
Anche io nasco da mia madre. Che vuol dire? Io sono meglio > ribattei senza
pensare.
Mi
guardò storto.
<
Okay, okay > ammisi alzando le mani < Paragone del cazzo, scusa >.
Rise.
<
Ciò non toglie che – scusa se te lo dico – a volte sembri proprio mio nonno
> precisai.
<
Non mi avevi mai detto di avere un nonno così bello >
<
…e modesto > continuai io.
Rise
irradiando ancor di più la sua bellezza, se possibile.
___
Erano
quasi due ore che eravamo al telefono.
<
Non posso crederci! È dopo averlo assaggiato lui cosa ti ha detto? > Chiese
la mia amica curiosa.
<
Ha fatto un’espressione strana come quando un bambino assaggia qualcosa per la
prima volta, e poi mi guarda e mi fa “sei assunta” >.
<
Sei grande! > Si complimentò.
Nel
pomeriggio ero andata a fare il colloquio al pub prendendo in prestito – a sua
insaputa- la volante di Charlie.
Un
posticino carino alle porte di Forks. Credo che prima quel locale fosse una
macelleria o qualcosa del genere.
In
un primo momento il proprietario credeva fossi un’ispettrice sanitaria (come si
fa a scambiarmi per un’ispettrice sanitaria, lo sa solo lui…) ma poi si era
fidato.
Mi
aveva messo alla prova chiedendomi se sapevo fare qualche cocktail e io l’avevo
stupito con un drink di mia invenzione: il charlie’s angels.
Era
un cocktail nato in una serata di assoluto fancazzismo a casa di Jess. Fuori
pioveva, perciò avevamo deciso di
rimanere a casa a ubriacarci.
L’armadietto
degli alcolici del padre di Jess era meno fornito del minibar del più squallido
motel, per cui avevamo dovuto arrangiarci con ciò che c’era.
Ne
era venuto fuori un intruglio verdastro-raddiattivo di dubbia bontà.
Assaggiandolo, però, ci eravamo ricredute, certo il sapore di prezzemolo si
sentiva più del dovuto, ma a parte quel piccolo inconveniente, il gusto era più
che gradevole. E anche al proprietario aveva fatto la stessa impressione, tanto
da volerlo inserire nella lista.
La
mia anima di procacciatrice di affari non era di certo rimasta in ascolto:
avevo fatto prevalere subito i “diritti di brevetto” della mia invenzione
chiedendogli la quota di due dollari (sui 5 del costo) su ogni ordinazione del
charlie’s angels e lui (ingenuamente) aveva accettato.
Illuso. Come minimo avrei consigliato
all’novantanovevirgolanovepercento della clientela quel drink.
Si
prevedevano guadagni extra…
Il
mio futuro non era in politica, era nel commercio.
<
E quando cominci?> Chiese
<
Sabato sera> Sbuffai giocando distrattamente con una ciocca di capelli.
Ecco
l’unico inconveniente di lavorare in un pub…
<
Bèh, se ti va possiamo venire da te a farti compagnia > propose.
<
Davvero? Oh Grazie! > Amavo quella ragazza.
<
Certo > rise < Prometto di prendere il Charlie’s Angels >
<
Come minimo > rimarcai.
<
Stasera che metti? L’abito perla?> Chiese cambiando discorso.
<
No > risposi prontamente.
<
Ne indosso uno nuovo >.
<
Una cosuccia così… > spiegai.
Definire
quel vestito “una cosuccia così” era da pazzi.
Immaginai
il vestito prendere vita, fluttuare lievemente fino al letto e strangolarmi con
charme.
<
Anche io ne metto uno nuovo. Vedrai… >
<
Colore? > Chiesi mentre infilavo le mutande tenendomi in equilibrio su un
piede.
<
Giallo >
<
Mh, paglierino? >
<
Sì, come lo sai? >
Oh
oh! Forse era il caso di non farsi vedere da Alice
<
Intuizione femminile > risposi solamente, non era il caso di abbatterla con
discorsi sulla moda.
<
Adesso forse è meglio che vada a prepararmi >.
<
Sì, certo! Stavo per dirti la stessa cosa> concordò.
<
Ci vediamo dopo. Bacio. Smack > e riappesi.
<
Cazzo > imprecai ad alta voce.
Erano
le otto e un quarto e ancora dovevo asciugarmi i capelli, vestimi e truccarmi.
Dovevo
fare presto. Non volevo che Edward pensasse che fossi una di quelle ragazze
vanitose che ci mettono un’eternità a prepararsi.
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Okay
i pomodori dopo, grazie…
Che
ne pensate?
Per
quanto riguarda Isa non vorrei fosse classificata come guardona (sì un po’ lo
è… ù.ù ) ma mettetevi nei suoi panni. Voi cosa avreste fatto? *me curiosa di leggere le
vostre opinioni in merito*.
Nel
prossimo troverete finalmente la festa di Alice… (dico “finalmente” perché è un
capitolo che avevo previsto di scrivere due capitoli fa… ma poi c’erano anche altre
cose da dire e ho dovuto rimandare…*quando Dio ha distribuito il dono della sintesi
io ero momentaneamente assente*).
Vi
anticipo che dopo il prox (tra due in poche parole) ci sarà (al 90%) un Pov Jazz
*perché mi avventuro in queste ponderose imprese? Ç___ç*
Per
la questione del rating sto valutando ù.ù. Dopo la minaccia di Synie,
per il momento lo lascerei arancione
con la precisazione, ad ogni inizio capitolo hot, del simbolo rosso.
Area sondaggio |
1. secondo voi Emmett sa che Isa sa (mamma
che giro di paroleeeee) o era talmente preso da non accorgersi della sua
presenza? 2. trovandovi nella stessa situazione di Isa
che cosa avreste fatto? |
Ringrazio
tantissimo le 9 fantastiche ragazze (i commentini sono un po’ calati L) hanno recensito lo scorso capitolo…
Se
ci sono ragazzi mi piacerebbe facessero sentire la loro opinione…
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Come sempre un GRAZIE a
chi ha inserito la ff tra le preferite/seguite e chi legge in silenzio.
Invito chi ancora non l’avesse
fatto ad iscriversi a questo stupendo sito!!!
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Statistiche:
96 preferiti (arriviamo a
100?)
96 seguiti (arriviamo a
100?)
431 letture
58 persone mi hanno aggiunta
tra gli autori preferiti.
Non posso ancora crederci…aumentano sempre non so davvero come
ringraziarvi.
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