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Autore: Hermione4ever    14/06/2005    6 recensioni
".....Hermione, è venuto il momento che io ti dica quello che tu non hai mai saputo sul vero Harry Potter."
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!! Rieccomi di nuovo con un uovo capitolo... Volevo ringraziare tutti quelli che hanno recensito finora!! mi raccomando... Recensite ancora eh!! più ce ne sono e meglio è... ho più ispirazione!! non ricordo i nomi di tutti quelli che han recensito, ma vi ringrazio a tutti!! siete stati davvero moooolto gentili!! thanks a lot!!

Era notte fonda, lo si capiva dal buio pesto che lo avvolgeva. Ron era affianco a lui, e russava beatamente nel suo letto a baldacchino, senza preoccuparsi di ciò che gli stava attorno. E Neville non era da meno. Anche lui russava, forse anche più di Ron, dato che aveva un forte raffreddore. Harry si voltò verso l'orologio a pendolo, che era stato messo in quella camera proprio all'inizio di quell'anno. Erano le 3 di notte.

- Accidenti! Ma perché, perché ogni volta che prendo sonno, quello schifo occupa i miei sogni? Perché sempre a me?! - pensò Harry in quel momento, mentre si passava una mano fra i capelli scompigliandoli. Di lì a poche ore, ci sarebbe stato il Ballo in maschera. C'era solo un obbligo: niente partner. Erano queste le condizioni per il Ballo. Silente lo aveva detto chiaramente la settimana scorsa:

"Chi parteciperà al Ballo, non dovrà avere il partner. E' più misterioso, e anche più intrigante"

Sembra strano che un vecchio stregone come lui parli ancora così. E oltretutto lo aveva anche detto con un tono abbastanza divertito. Che anche lui si sarebbe travestito?!?

-Non oso pensare Silente mascherato da principino ballare con la McGrannit vestita da Cenerentola… - pensò ancora Harry sorridendo all'idea dei professori intenti in un passo a due.

Convinto ormai di non riaddormentarsi più, il ragazzo si alzò e andò a lavarsi. Era davvero presto. Harry scorse fuori dalla finestra la capanna di Hagrid: dal camino usciva del fumo, che ingrigiva il cielo, quella sera veramente stellato, il che preannunciava una giornata serena. Il sedicenne si lavò tre, quattro, cinque volte la faccia. Non riusciva a pensare che da lì a poco avrebbe ricevuto tantissimi regali. Sì, proprio tanti. Quell'anno aveva fatto amicizia con moltissime ragazze del suo e di altri dormitori. Tutte sue ammiratrici. Harry era uno dei tre ragazzi più affascinanti della scuola, assieme al grande amico Ron e al grande nemico Malfoy. Li chiamavano "angeli venuti dal cielo per rifarci gli occhi dalle schifezze presenti in questa scuola". Ogni volta che Harry e Ron passavano nei corridoi, notavano sguardi languidi e maliziosi da parte di ragazze anche più grandi di loro. Ma il suo cuore non apparteneva a nessuno di esse. Solo una ragazza lo faceva sentire speciale. Solo una. Solo lei, fra tante. L'unica.

Harry si lavò i denti e, dopo essersi vestito coi primi vestiti che gli capitarono sotto mano, scese in sala comune. Si lasciò cadere su una poltrona: forse lì avrebbe potuto riposare un po' in pace, davanti al caldo fuoco che scoppiettava davanti a lui. Le palpebre cominciarono a chiudersi da sole, quando sentì un rumore provenire dalle scale. Si alzò di scatto e impugnò la bacchetta. Ma fu costretto a rimetterla nelle tasche quando comparì la figura davanti ai suoi occhi. Era solamente Hermione.

"Hermione! Dio, mi hai fatto prendere uno spavento… Che ci fai qui a quest'ora? Dovresti essere nel letto!" disse Harry guardandola. Indossava ancora la camicia da notte.

"Cosa ci faccio io qui? E tu che cosa ci fai invece?"

"Io? Beh, semplicemente non riuscivo a dormire…"

"Anche io… Allora facciamoci un po' di compagnia dai…" disse lei avanzando verso di lui. Harry si mise di nuovo a sedere sulla stessa poltrona di prima mentre Hermione si distese sul tappeto, con la faccia rivolta verso il ragazzo. Un silenzio imbarazzante li avvolse. Harry guardava fuori dalla finestra mentre Hermione fissava un punto fisso per terra. Poi Harry parlò.

"Ehm… Hermione…"

Lei alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi smeraldini. Non era di certo la prima volta che capitavano in quella situazione. Più volte, in quell'anno, avevano avuto l'occasione si stare soli, ma alla fine, non succedeva mai niente. Harry si fermava sempre sul più bello. Ma l'ultima volta che si trovarono in quella situazione, Harry l'aveva baciata. Ma da qual momento, più niente. Lui era stato capace di dirgli "Herm io… Ti giuro non volevo… Era la situazione, io… Non voglio rovinare la nostra amicizia… Io…" E poi se ne era andato, visibilmente imbarazzato, scomparendo dietro il buco del ritratto.

"Volevo dirti che… insomma… Quel… quel… bacio che ti ho dato l'altra volta… cioè… quella cosa che ti ho detto… no, quel bacio… io… lo volevo sul serio… e quelle cose… te le ho dette perché credevo che tu insomma… non volessi veramente… perché tu in realtà… sei legata a me solo da una profonda amicizia… almeno era quello che credevo… oppure… no?"

Hermione continuava a fissarlo negli occhi. Non sapeva proprio cosa dire. Confessargli i suoi sentimenti o rimanere in silenzio provocando la rabbia dentro di sé per non essersi data una mossa?

"Harry… avevamo promesso di non parlarne più…" fu l'unica cosa che riuscì a dirgli.

"Lo so Hermione… Ma io non posso soffocare i miei sentimenti…"

"Harry io… Non…" Scese una lacrima sul suo viso. Non poteva rivelargli che gli piaceva. Non poteva andare da lui e dirgli "Harry, lo sai, mi sei sempre piaciuto e mi piaci tutt'ora, ah ah ah, pensa un po' che cosa strana eh? Sei anni d'amicizia buttata nel bidone! Fai un po' te!" No, di certo non poteva dirgli così. Hermione si alzò e, dopo essersi coperta il viso con lei mani, fece per correre su per le scale del suo Dormitorio e piangere come faceva tutte le volte che erano soli, sfogandosi nel letto, quando lui la richiamò.

"Hermione aspetta ti prego!" Hermione si bloccò sul primo scalino e si voltò. Gli occhi erano rossi e gonfi, e ancora non smetteva di piangere. Harry la raggiunse e si parò davanti a lei. Con i pollici di entrambe le mani asciugò le sue lacrime. Poi prese il viso fra le sue mani. La situazione era uguale a quella alla precedente. Soli, nel mezzo della sera, una notte magica interrotta solo dai singhiozzi soffocati della ragazza, che sì, sperava di baciare il ragazzo che desiderava con tutto il cuore, ma che in fondo aveva paura di farlo. E se poi lui non la voleva? Voleva solo farla soffrire? E se lui voleva solo giocare con i suoi sentimenti, sapendo di essere uno dei ragazzi più belli di tutta la scuola?

Ma Harry lo fece anche questa volta. Pian piano avvicinò il suo viso a quello di Hermione, le mani ancora sul volto di nuovo rigato dalle lacrime. La ragazza non poté fare altro che chiudere gli occhi e socchiudere le labbra, che ben presto si incontrarono per la seconda volta, scambiandosi un bacio ancora una volta umido. Hermione portò le mani dai fianchi al collo del ragazzo, avvinghiandole attorno ad esso. Ma questa volta, il bacio non fu casuale come l'altra volta. E' stato più passionale, sentimentale, voluto. Ma Hermione, non appena capito quello che aveva fatto, l'errore ripetuto per la seconda volta in pochissimo tempo, si staccò bruscamente da Harry e corse via, lasciandolo ancora con gli occhi chiusi e le mani ancora levate in aria.

  
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