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Autore: Genio95    19/11/2009    3 recensioni
La storia è amientata poco prima del ritono di Naruto dall'allenamento con Jiraia. I protagonisti hanno circa 15 anni e cominciano a vivere i primi amori. In particolare Hinata (voce narrante della storia) avrà un approccio amoroso con qualcuno che non è Naruto. Lei crede di amarlo ma niente è mai come sembra...
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Altri, Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

Naruto mi sta scortando chissà dove, sono più che curiosa, impaziente di conoscere la meta e di poter finalmente uscire dal candido mondo che mi circonda. Camminiamo a passo lento, lui è attento a guidarmi e a non farmi inciampare in eventuali ostacoli a me nascosti.

Dopo aver passato la notte nella dependance Hyuga, verso le dieci di stamattina si è presentato davanti alla porta, i capelli arruffati, mossi dalla brezza gelida delle mattine di febbraio. Era vestito semplicemente, un jeans nero, attillato, che metteva in risalto i muscoli, e una camicia bianca di lino, aperta fino a metà, che lasciava scoperto buona parte del petto scultoreo e bronzeo, insensibile al freddo. Era appoggiato alla porta con fare spavaldo, una mano sullo stipite e l’altra in tasca. La brezza gli gonfiava leggermente la camicia, tanto da farlo apparire ai miei occhi un angelo del paradiso, e allo stesso tempo un diavolo tentatore. Perché sapevo che qualunque cosa lui avrebbe detto o fatto, io avrei accettato incondizionatamente e mi sarei lasciata trasportare dal mio peggior incubo.

All’inizio della mia storia, se così si può chiamare, con Kiba credevo di averlo scacciato completamente dalla mia mente, credevo che non sarebbe più tornato e la tentazione non si sarebbe più presentata. Ma ieri sera ha mandato all’aria tutti i miei piani, piombando in quella stanza all’improvviso, ha fatto crollare quello che io credevo un solido muro di illusione, l’illusione che io e Kiba avremmo potuto vivere una storia d’amore. Ma già ancora prima di vederlo apparire, appena ho sentito sbattere la porta, ho sperato che dopotutto lui fosse tornato e quando ho sentito la sua voce, ho sentito quel muro infrangersi in tanti pezzi dentro di me. Perché avevo l’assoluta certezza,  che il mio cuore era ancora incondizionatamente suo, solo che avevo celato la realtà anche a me stessa. Sapevo che con Kiba non avrebbe funzionato, perché il mio amore per LUI è più forte di qualunque altra cosa, ma ho voluto illudermi, che ce l’avrei fatta, avevo bisogno di credere che sarei riuscita a costruirmi un futuro senza LUI. Ma come sempre i miei sforzi si sono rivelati inutili, senza senso. Come sempre lui è tornato prepotentemente nel mio cuore, stregandomi con il suo fascino.

Mentre camminiamo senza sosta, mi ritorna in mente quell’immagine, lui sulla porta di casa mia. Solo ora, con l’immagine impressa davanti agli occhi riesco a compararla con quella che avevo di lui, quando ancora bambino schiamazzava per il villaggio. Quello che mi si è presentato davanti non è più il Naruto di una volta. È più alto, di almeno trenta centimetri, il fisico si è smagrito, perdendo quella costituzione tipica dei bambini, un po’ paffuta, per raggiungere la perfezione, attraverso la camicia, i muscoli perfettamente scolpiti, non un etto di ciccia in più. Anche il viso si è smagrito, facendosi più affusolato, i lineamenti sono diventati un po’ più marcati, ma ancora dolci. I capelli gli sono cresciuti un po’ tanto da ricoprigli qualche centimetro di collo, prima scoperto, gli ricadono morbidi sulla fronte, in ciocche dorate. Gli occhi sono rimasti immutati, azzurro cielo, con qualche venatura blu notte. La voce da stridula che era, è diventata profonda e suadente, a tratti morbida a tratti più ruvida. Posso solo notare che il bambino che mi piaceva tanto non c’è più, al suo posto c’è una ragazzo, non ancora uomo, ma non più bambino. C’è solo LUI di cui sono innamorata pazza.

 

Dopo un’interminabile camminata impiegata a rimuginare, sento che mi ferma dolcemente, e sempre con estrema calma e dolcezza mi toglie la benda. Per farlo si avvicina ad una distanza mai osata prima d’ora, è talmente vicino che posso sentire il suo profumo, sa di brezza marina. Mi inebria e per un secondo temo di svenire, ma mi costringo a rimanere cosciente in quello che potrebbe essere il momento più bello della mia vita.

Lui mi fa voltare dolcemente e finalmente capisco ed apprezzo il motivo di quella lunga camminata: mi ha portata sul monte degli Hokage e siamo sulla terrazza più bella, quella da cui si gode della vista più spettacolare del Villaggio della Foglia.

Mi volto a guardarlo negli occhi, anche i suoi si fissano nei miei e d’improvviso sento una scarica di adrenalina percorrermi la schiena. I suoi occhi sono sempre più intensi, azzurri come il cielo a mezzogiorno in questa splendida mattinata innaturale per la metà febbraio. Inavvertitamente guardo l’orologio e mi accorgo che in realtà è mezzogiorno passato. Quanto tempo ci abbiamo messo a salire fin lì? Quando torno a fissare gli occhi nei suoi e a ricreare quel momento magico vengo interrotta da un suono alquanto strano e bizzarro. Lo guardo con curiosità, lui imbarazzato si passa una mano dietro la testa e l’altra sullo stomaco, ricordandomi tanto quel bambino sempre affamato che si nutriva solo di ramen. Capisco che il suono proveniva dal suo stomaco. Poverino starà morendo di fame!

Sempre imbarazzato estrae da dietro la schiena un cestino da picnic.

- Ti va di mangiare qualcosa?- mi chiede gentilmente. Io annuisco. Estrae dal cestino ogni sorta di cibo: ramen, palline di riso, sushi, dolci di ogni genere.

- Dove ti sei procurato tutto questo cibo? Non avrai mica attinto alle scorte segrete di Choji?- sorride alla mia battuta. Finalmente mi sento più tranquilla in sua presenza, ma il rossore sulle mie guance non accenna a diminuire tanto meno il mio cuore a rallentare i battiti.

- No, diciamo che il proprietario della locanda del ramen, ricordandosi del suo più grande cliente mi ha offerto un pranzetto con i fiocchi. Mi è venuta l’idea del picnic e così ho impacchettato tutto e ti ho portata quassù.-

- Quando ci saresti andato alla locanda del ramen visto che sei tornato ieri sera?-

- Stamattina presto- strabuzzo gli occhi a quell’affermazione

- Non ci credo. Tu che ti alzi presto? Neanche il tuo amato ramen c’è mai riuscito. Come mai adesso sei diventato mattiniero?-

- Diciamo che durante l’allenamento mi svegliavo all’alba e poi volevo farti una sorpresa- butta lì come niente fosse, ignaro di aver scatenato in me una vera e propria tempesta. Non posso fare a meno di arrossire violentemente e di abbassare lo sguardo sul cibo.

- Allora cominciamo?- chiedo nel vano tentativo di cambiare discorso e di portarlo lontano dal settore pericolo.

- Ok- e comincia a divorare tutto ciò che gli capita sotto mano. Mi sembra di tornare indietro di quasi tre anni quando lui si ingozzava all’Ichirachu. Sorrido istintivamente, lui si ferma di botto e mi fissa come incantato, forse starà pensando che sono un po’ strana, invece…

- Lo sai che sei carina quando sorridi?- mi dice candidamente come se non avesse appena cercato di farmi venire un infarto. Spalanco gli occhi e lo fisso, stranamente sostengo il suo sguardo.

- Non che quando non sorridi non sei carina, anzi. Mi ha sempre incuriosito il tuo atteggiamento misterioso e riservato. Me ne sono andato che eri una bambina, così come lo ero io. Ora sei una ragazza bellissima! Ieri sera quasi non ti riconoscevo per quanto eri bella, e poi quel vestitino di donava proprio!- ha un sorriso talmente radioso da accecarmi, che va da un orecchio all’altro. Senti, sottospecie di dio greco venuto in terra, tu non puoi farmi questo! Non puoi attentare alla mia vita in questo modo! Stai cercando forse di sbarazzarti di me?

Per qualche strana ragione il suo sguardo è come una calamita per il mio e sono costretta ad alzarlo e a fissare i miei occhi candidi nei suoi così intensi. Un altro brivido. La gola mi si fa secca, sento il viso avvampare e diventare di fuoco. Provo una strana sensazione di calore in tutto il corpo. Sento l’elettricità dei nostri sguardi incatenati diffondersi tutt’intorno a noi. E all’improvviso mi viene una voglia matta di buttarmi tra le sue braccia e fare ciò che non ho mai avuto il coraggio di fare: dichiarargli il mio amore. Ma il mio corpo, fortunatamente, è troppo scosso da quest’improvviso fiume di sensazioni che mi hanno inondato tutte insieme. Distolgo lo sguardo e mi guardo intorno, il panorama è mozzafiato. Capisco perché anni addietro lui veniva sempre qui. Sembra di poter dominare il villaggio.

Continuiamo a mangiare in un silenzio innaturale che nessuno dei due ha il coraggio di rompere. Una volta finito di mangiare rimettiamo a posto ciò che resta. Poso nel cestino le ultime cose senza prestare attenzione hai suoi movimenti. Me lo ritrovo davanti all’improvviso. Le nostre mani si sfiorano. Una scarica elettrica mi percorre tutto li corpo. Il punto dove la mia pelle ha lievemente sfiorato la sua arde e brucia. Di nuovo quell’assurdo desiderio. Credo che se solo ci provassi stramazzerei a terra svenuta. Lui si scosta, finisce di sistemare e ritorna di fronte a me. Io non mi sono mossa di un solo millimetro. Si avvicina finché tra noi non ci sono poco più di dieci centimetri e mi porta un ciocca ribelle dietro l’orecchio, soffermandosi per quella che a me sembra un’eternità sulla mia guancia. Restiamo così per non so quanto tempo, so solo che quando lui toglie la mano e si avvicina al parapetto della terrazza, affacciandosi, il mio cuore mi gridava di avvicinarmi a lui e di scivolare sotto il suo braccio. Ma il mio corpo era immobile, i piedi di piombo, le braccia paralizzate e un sorriso ebete stampato in faccia.

 

Il sole comincia a tramontare e il cielo a tingersi di arancio. Adoro il tramonto, è il momento della giornata che preferisco, quando giorno e notte si rincorrono, quando quella che sembra una fine in realtà è un nuovo inizio, la fine del giorno e l’inizio della notte. Se non ci fosse uno probabilmente non ci sarebbe neanche l’altra, perché un’eternità non può essere fatta solo di luce o solo di oscurità. La giusta via di mezzo. Mi piace paragonare il sole e la luna a due amanti che si rincorrono senza mai poter incontrarsi tranne per quei pochi minuti all’alba o al tramonto. In effetti più che a due amanti in generale, mi piace paragonare il sole e la luna a me e a Naruto: lui il sole, io la luna, legati per sempre ma l’uno irraggiungibile all’altra e viceversa.

Immersa nei miei pensieri mi affaccio dal parapetto, godendomi a pieno quello spettacolo meraviglioso.

- Non è meraviglioso?- do voce ai miei pensieri ma più che a lui parlo a me stessa, a come sarebbe magico questo momento se solo lui…

- Piace tanto anche a me, il tramonto!-

- È come sei il sole e la luna, il giorno e la notte, si rincorressero!-

- Già- si avvicina. È alle mie spalle. Sento il suo respiro caldo sul collo. Altro brivido. Lui mi cinge le spalle con un braccio. Sento le gambe farsi molli, ma resisto. Oggi la mia soglia di resistenza si è notevolmente alzata!

Mi volta verso di lui. Pochi centimetri tra di noi. Il mio respiro freddo si mischia al suo caldo creando piccole nuvolette di vapore. Alzo gli occhi e li punto nei suoi. È più alto di me di una spanna o due. I capelli d’oro risplendono di riflessi nuovi alla luce del tramonto. Gli occhi dolcissimi, fissi nei miei. Restiamo immobili l’uno di fronte all’altra per diversi minuti, finché lui decide che la distanza che ci separa è troppa. Così mi avvicina a lui, finché i nostri corpi quasi si sfiorano.

- Se devo essere sincero, non è il tramonto ad essere meraviglioso, sei tu!- arrossisco, la luce arancione del tramonto illumina il mio viso, rendendo quasi invisibile il mio rossore. – Devo dirti una cosa- deglutisco – in questi due anni di lontananza il villaggio mi è mancato, mi sono mancati in miei compagni di squadra, e mi sei mancata tu. – spalanco gli occhi, sbalordita – È difficile spiegare quello che ho provato durante il viaggio, è altrettanto difficile spiegare quello che ho provato quando ho visto te e Kiba appartati in atteggiamenti non propriamente casti, ed è difficile spiegare quello che provo ora. So solo che in questi due anni ti ho pensato più intensamente di quanto mi sono concentrato sugli allenamenti, so solo che ho dovuto combattere contro i miei istinti più selvaggi per non ammazzare Kiba nello stesso istante in cui ho messo piede in quella stanza, e so solo che il solo a metterti le mani addosso, se me lo permetterai, sarò io!- sono senza parole sbalordita da quella confessione improvvisa e inaspettata. Devo dire che ho provato più sensazioni in questi ultimi due giorni che in quindici anni di vita.

avvicina la sua bocca al mio orecchio, provocandomi un altro brivido.

- Ti amo- sussurra lentamente. La voce morbida e soave. Ci metto molto più di qualche secondo a connettere e a riorganizzare quella frase. Ha appena detto che mi ama o è uno scherzo del vento?

Vedendo che non reagisco lo ripete:

- Ti amo- questa volta sono sicura di aver sentito bene e…

Oddio non posso credere alle mie orecchie ha detto le due parole che da molti anni a questa parte volevo sentirgli pronunciare, ha appena pronunciato le parole da me tanto desiderate. Se è un sogno, vi prego non svegliatemi!

Ancora in catalessi e sotto effetto di chissà quale droga rispondo:

- Anch’io- ho la certezza di essere sveglia al 40 % e di essere riuscita a dichiarargli il mio amore senza svenire.

Prende il mio viso tra le mani e lo accarezza dolcemente. Una scarica di adrenalina allo stato più puro mi attraversa le vene, il sangue scorre frenetico ad una temperatura di circa 1000 °C. Chiudo gli occhi per un istante. Sospiro. Li riapro e incontro i suoi. So cosa fare e spero fortemente che il cuore e il sistema nervoso non mi faccia brutti scherzi. Mi avvicino impercettibilmente fino ad arrivare a pochi centimetri dalla sua bocca. La accarezzo dolcemente con la punta delle dita. Il contrasto tra le mie dita fredde e le sue labbra calde è causa di un altro brivido. Non ho la più pallida idea da dove venga tutto questo coraggio, ma lentamente passo ad accarezzare la sua guancia.

Lui si avvicina a me, inclina dolcemente la testa e posa le sue labbra sulle mie. Porto le mani dietro il suo collo e gli accarezzo i capelli lentamente. Lui intanto mi mordicchia il labbro inferiore, per poi tornare a posare le labbra sulle mie. Le dischiudo appena lasciando giocare le nostre lingue in un turbine di sensazioni nuove e meravigliose.

Mi stacco appena da lui. Non posso ancora credere di aver ricevuto il mio tanto sospirato primo bacio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi scuso con i lettori per l’immensa attesa ma tra gli esami di terza media, delle vacanze più che movimentate e l’inizio del liceo, non ho proprio avuto tempo per scrivere il finale di questa storia. Come avrete capito questo è l’ultimo capitolo e di conseguenza, cari lettori, potete tirare un sospiro di sollievo per questa alquanto assurda storia e per i miei altrettanto assurdi sproloqui a fine capitolo.

Hinata ha finalmente coronato il suo sogno e ha finalmente baciato Naruto.

Ringrazio profondamente tutti i lettori, coloro che hanno inserito questa fic tra i preferiti e soprattutto quelli che hanno avuto il buon cuore di commentare questo obbrobrio.

 

Yum: mi dispiace per il trio della sabbia ma non sapevo proprio come inserirlo. Mi fa piacere che concordi con me sul fondoschiena di Neji e anche che questa storia ti piaccia. Mi raccomando commenta quest’ultimo capitolo.

 

elysa_chan: alla fine ho aggiornato. Per quanto riguarda Kiba e Hanabi ho improvvisato. Sapevo fin dall’inizio che Hinata sarebbe finita con Naruto, Kiba è stato solo un “incidente di percorso” e per non farlo rimanere con il cuore spezzato gli ho trovato una sistemazione, alquanto strana ma è una sistemazione. Ma prima o poi una fic su KibaHina la faccio, tutta dedicata a loro. Spero che tu trovi il tempo per recensire sia questa che l’altra fic.

 

Lilla95: a Kiba ho trovato un sistemazione spero non mi odi x questo, ma Hinata io la vedo molto meglio con Naruto. Spero tu abbia gradito la storia e che recensisca anche l’ultimo capitolo.

 

hinata hyuga 1995: sono estremamente felice di sapere che questa fic ti piaccia e spero che apprezzi il finale anche se non è un granché. Continua a recensire

 

lety96: spero che quest’ultimo capitolo ti sia piaciuto, con questo ho dato sfogo a quasi tutta la mia immaginazione. Commenta mi raccomando

 

 

come ho già detto ringrazio di cuore tutti

Alla prossima fan fiction spero!

Genio95

  
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